Al
risveglio, Dante racconta di aver fatto un sogno
particolare, in cui una donna di nome Lia raccoglieva fiori, mentre la
sorella
Rachele si rimirava nello specchio. Sostiene che la prima simboleggi la
vita
attiva, in cui si realizzano opere buone, mentre la seconda sarebbe il
simbolo
della vita contemplativa, in cui si prega Dio. Entrambe rappresentano i
modi in
cui l’uomo può avvicinarsi al suo Creatore. Prima
di proseguire verso la vetta,
prendo da parte Dante e gli spiego che oramai non ha più
bisogno del mio aiuto
per continuare, poiché, purificandosi dai suoi peccati,
è arrivato ad un punto
che va oltre le mie capacità di conoscenza,
perciò lo proclamo signore di sé
stesso: d’ora in poi sarà in grado di prendere
decisioni in modo autonomo.
Arriviamo
in una foresta, che presumo essere il Paradiso
Terrestre. Ripensando alla selva in cui Dante si era smarrito
all’inizio del
suo viaggio, sembra quasi impossibile che ora siamo giunti in un luogo
tanto
meraviglioso. Qui tutto profuma di gioia e di vita! Oltre il fiume che
attraversa il piano, c’è una donna che, cantando,
coglie fiori. Si chiama
Matelda e vive qui, in questo luogo beato, in perfetta armonia con la
natura
che la circonda.
Poco
dopo appare davanti a noi una lunga processione
composta da innumerevoli figure: vedo sette candelabri, ventiquattro
vecchi con
corone di candidi gigli sul capo, quattro animali dalle ali piene di
occhi e un
carro trionfale trainato da un grifone. Attorno ad esso, sette donne
danzano,
mentre due nobili vecchi, quattro figure umili
e un vecchio dormiente chiudono il corteo. Sono certo che
tutti loro
debbano avere un significato preciso, ma che purtroppo non sono in
grado di intuire
o comprendere. La processione si ferma. Sembrano tutti in attesa di qualcosa, o meglio, di qualcuno.
Difatti,
in una nuvola di fiori che un gruppo di angeli
getta in aria, compare colei che riconosco essere Beatrice, la donna
che Dante
ama. Mi rendo conto che il mio compito qui è terminato.
Dante è incantato a
guardarla e, sorprendentemente, non riesco a trovare il coraggio di
interrompere questo momento per dirgli addio. Preferisco andarmene
silenziosamente, svanire nell’aria per tornare nel Limbo,
dove sono destinato a
rimanere. Guardando un’ultima volta nella sua direzione, noto
che Dante si è
voltato e, senza più vedermi, il suo volto torna a
ricoprirsi di lacrime. Non
deve piangere per me, deve guardare avanti, verso Beatrice,che lo
accompagnerà
da qui fino alla fine del suo viaggio e che potrà dargli
tutte quelle
spiegazioni che io non sono stato in grado di dargli. È
giusto così, e questo lo
sa anche lui.
Dal
mio posto nel primo Cerchio tra le altre anime non
battezzate, vedo come il mio protetto, che ancora amo come un figlio,
viene
immerso nelle acque del fiume Lete, che gli fanno dimenticare tutti i
peccati
commessi. Assiste poi a degli strani eventi: il carro, ora legato a un
albero,
viene danneggiato da un’aquila , che poi scende nuovamente
dal cielo per
ricoprirlo di piume. Una volpe si avvicina, ma Beatrice la caccia. Sul
carro
spuntano sette teste mostruose dotate di corna e un drago nato dalla
terra ne
distrugge il fondo. Infine, una prostituta e un gigante si allontanano
nella
foresta col carro. Dante beve l’acqua del fiume
Euonoè, che rafforza il ricordo
delle opere buone compiute, ed è finalmente pronto a salire
al Paradiso con la
sua Beatrice.
Spero che riesca ad arrivare presto a Dio, il Creatore che io non ho mai conosciuto, e che un giorno possa raccontare a tutti gli uomini del suo viaggio e di colui che governa l’Universo intero, l’amor che move il sole e l’altre stelle.