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Autore: Talitha_    27/09/2020    2 recensioni
In un’ipotetico futuro in cui Marinette e Adrien sono una coppia a tutti gli effetti, ecco a voi una serie What if? alla stregua del romanticismo e del fluff più assoluto.⁣

"Era tutta colpa di Marinette se adesso Adrien moriva dalla voglia di mettere le mani in posti dove non avrebbe dovuto, e di baciarla come mai aveva fatto prima.”⁣
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era stata un’idea di Marinette. 

Era tutta colpa sua se quel profumo dolce gli invadeva le narici, se il suo corpo morbido era accoccolato contro quello di Adrien. Se i suoi capelli setosi gli solleticavano il collo. 

Era stata un’idea di Marinette quello di vedere “Solitude”, il film in cui recitava Émilie, perché lei non l’aveva mai conosciuta, e tutto quello che sapeva di lei glielo aveva raccontato Adrien. 

Voleva vederla, riconoscere nel suo sorriso quello del ragazzo, nei suoi occhi la stessa sfumatura di verde. La stessa dolcezza. 

Era tutta colpa di Marinette se adesso Adrien moriva dalla voglia di mettere le mani in posti dove non avrebbe dovuto, e di baciarla come mai aveva fatto prima. 

Erano seduti sul divano della camera da letto di Adrien, la testa di Marinette accoccolata sotto la sua spalla. 

Adrien respirava a fatica. Non credeva che vedere un film con la sua ragazza potesse essere fonte di tanto nervosismo. 

Cercò di sistemare meglio il braccio destro intorno alle spalle di Marinette, cercando di farla sentire il più a suo agio possibile. 

“Stai comoda?” le chiese tra i capelli. 

Lei mugugnò in risposta, concentratissima su quello che stava vedendo. 

Adrien si chiese come riuscisse a sentirsi così tranquilla. Forse era soltanto perché quello che stava vedendo la interessava talmente tanto da non lasciarla distrarsi per pensare ad altro

Fece un respiro profondo, cercando di tenere a bada i battiti del cuore che rimbombavano nel petto. Altrimenti Marinette se ne sarebbe accorta. 

Chiuse gli occhi, facendo scivolare la mano destra un po' più giù, sul fianco di Marinette. 

Lei si spostò più vicina a lui, facendolo sussultare leggermente. 

Adrien si costrinse a riportare l’attenzione sul film, che sapeva ormai a memoria. Dal giorno in cui l’aveva visto con suo padre, aveva preso l’abitudine di guardarlo ogni volta che aveva bisogno di sua madre. Non era che una mera consolazione, quella, però lo aiutava vedere quel volto tanto dolce e amato. 

Ancora adesso, posò lo sguardo su quello di Émilie, e cercò di concentrarsi sulla sua voce, e ricordò quando lo consolava se piangeva, quando lo supportava se sbagliava. 

Ma questa distrazione durò soltanto per pochi minuti. Adrien non riusciva a concentrarsi col corpo di Marinette così pericolosamente vicino al suo. 

E allora riprese a muovere la mano destra, e con movimenti circolatori accarezzava la vita di Marinette. Sotto la stoffa della maglietta, poteva chiaramente percepire il calore della sua pelle. 

A Marinette scappò una risata: “Scemo, così mi fai il solletico.”

Adrien divenne paonazzo, e smise subito. Mormorò un imbarazzato ‘scusa’  e rimise la mano a posto. 

Marinette si sistemò un po' meglio contro di lui, stendendo le gambe sopra quelle di Adrien. 

“Ti dà fastidio?” gli chiese dolcemente, alzando di poco la testa per guardarlo negli occhi, e scoprire un Adrien tutto rosso in viso. 

Lui scosse vivacemente il capo. Spostò la mano destra dal fianco su cui l’aveva poggiata e le spinse piano la testa invitandola a continuare a vedere il film. 

Poi rimise per l’ennesima volta la mano su quel fianco. Lei gliela risistemò nello stesso punto in cui si trovava fino a poco prima, forse perché sentiva freddo dopo che era stata lì per tutto quel tempo. 

Passarono lunghissimi minuti, in cui Adrien si rese conto che il film non era arrivato nemmeno a metà. 

Sentiva la pelle calda di Marinette proprio lì, sotto le dita e la stoffa. 

E allora pensò che non sarebbe stato così male saggiarne la morbidezza, il calore. 

E allora prese a ripercorrere piano il tessuto della maglietta, quando arrivò al bordo. 

Sentì Marinette irrigidirsi un poco sotto il suo tocco, ma continuò. 

Con le dita si muoveva piano, dolce. Quando pelle calda entrò in contatto con la sua, entrambi ebbero un fremito. Marinette avrebbe voluto sottrarsi, e concentrarsi sul film, ma era come ipnotizzata dal tocco di Adrien. Brividi lungo la schiena. 

Il palmo di Adrien ora l’aveva raggiunta, e la carezzava timidamente. Sul bacino e poi sul fianco. E poi la pancia e l’addome. 

Il film non lo stava seguendo più nessuno. 

Marinette aveva iniziato a tremare. Non se ne rese conto se non quando Adrien ritrasse improvvisamente la mano e le rimise la maglietta a posto. 

Per qualche secondo rimasero entrambi immobili, col fiato sospeso. 

Poi fu Adrien a parlare: “Marinette, perdonami. Io… non so cosa mi sia preso.”

La voce era un po' rauca, le pupille dilatate. 

Marinette non sapeva cosa dire. 

Voleva pregarlo di continuare, ma se tremava soltanto per una sua carezza non osava pensare cosa sarebbe potuto succedere con… altro. Sarebbe stato decisamente imbarazzante. 

Vedendo che lei non proferiva parola, però, Adrien si allarmò. Non voleva che Marinette fosse rimasta spaventata dal suo gesto, o che pensasse che lui avesse delle cattive intenzioni. D’altronde quel silenzio e il tremolio che aveva percepito poco prima non potevano certo significare che a Marinette fosse piaciuto. Di qualsiasi cosa quel gesto si fosse trattato. 

Si sentì ancora di più un verme quando Marinette si scostò un po' da lui, tornando ad appoggiarsi sullo schienale del divano bianco. 

Si sentiva morire al pensiero che lei potesse essersi sentita a disagio o in qualche modo violata. 

“Marinette, io…” percepì la gola chiudersi in una morsa. 

Cercò i suoi occhi, ma lei teneva lo sguardo fisso verso la tv. Sembrava estremamente a disagio. 

“Marinette, mi dispiace tantissimo. Non so perché ti ho… toccata in quel modo. Sei tu che mi fai quest’effetto. Io…” Adrien aveva visto che Marinette evitava ancora il suo sguardo, e adesso era tutta rossa in viso. 

Si sentiva talmente disperato che stava per mettersi a piangere. “N-non intendo mica dire che è colpa tua. Assolutamente. È tutta colpa mia, solo mia. Marinette? Milady, ti prego, di’ qualcosa. So che sei arrabbiata, e mi dispiace, però non startene lì zitta, sgridami, arrabbiati con me. La prossima volta non succederà più, te lo prometto.”

Nella sua voce strozzata Marinette percepiva dolore, rimpianto, senso di colpa. Le venne da sorridere. 

Adrien la guardò con occhi strabuzzati. Di tutto si sarebbe aspettato, tranne che lei ridesse. Di un sorriso così dolce e imbarazzato. 

“Sciocco di un gatto, non sono arrabbiata. Ero solo nervosa, ecco perché ho reagito… così. È questo l’effetto che mi fai tu” gli disse, prendendo le mani di Adrien tra le sue. Erano sudate. 

Adrien sentì un peso sciogliersi nel petto. 

“S-sei sicura?” chiese, ancora un po' incredulo dalle parole della sua ragazza. 

Marinette rise. “Certo che sono sicura.” Racchiuse le mani di Adrien nelle sue, riscaldandole. 

Lui deglutì pesantemente. 

“Non succederà più, Milady. Te lo prometto. La prossima volta terrò le mani a posto.”

Lei scosse la testa, come se avesse perso le speranze. 

Allora alzò lo sguardo su di lui, una scintilla provocatoria negli occhi. Sciolse le loro mani da quell’intreccio che le teneva unite e si portò quelle di Adrien dietro la schiena, sui fianchi, la vita e il bacino. Poi avvolse le braccia al collo di lui e si avvicinò al suo orecchio sussurrando: “Ma io non voglio che tu le tenga a posto.”

Le pupille di Adrien erano sempre più dilatate, il respiro irregolare. “M-Marinette?”

“Sì?” rispose lei, come in attesa di qualcosa. 

Lui la prese per le spalle e la allontanò un poco da sé. Lei sembrava quasi scocciata. 

Era bellissima con quello sguardo corrucciato, negli occhi scintille di desiderio, le labbra imbronciate e le guance rosate. 

Allora la circondò nuovamente con le braccia, e avvicinò pericolosamente il viso a quello di lei. 

“Ho… ho voglia di baciarti.” 

La sua voce tremolante era poco più di un sussurro. 

Marinette rimase a guardarlo, come ad aspettare che lui facesse la prima mossa. 

“Posso baciarti?”

Gli occhi azzurri di Marinette brillarono, e ad Adrien non servì nessun’altra conferma. Si avvicinò piano alle labbra di lei, mentre con la mano sinistra le sfiorava la guancia bollente. Marinette profumava di fragola, come il suo lucida-labbra, e di gelsomino, come i suoi capelli. 

Adrien schiuse la bocca, e baciò delicatamente il labbro superiore di Marinette . Lei sussultò, e non perché non si fossero mai baciati. Semplicemente, Adrien le faceva sembrare ogni volta come  fosse la prima. 

Ma quella volta ad Adrien non bastava, voleva di più. Voleva sentirla vicina, assaporarla, toccarla. Spostò la mano destra sul fianco sinistro di lei, mentre con l’altra, che fino a poco prima teneva sulla sua guancia, prese a scendere, e a scendere. Le sfiorò il seno, con un tocco talmente delicato che a Marinette sembrò il gesto più dolce e naturale al mondo, e continuò a scendere, e scendere. Una mano sui glutei, e l’altra tra l’elastico dei pantaloni e il bordo della maglietta. Sentì al tatto le due fossette di Venere in fondo alla schiena, e Marinette gemette tra le sue labbra. 

E allora continuò a baciarla, assaporando ogni millimetro di quella bocca di fragola, lasciandole una scia di baci da lato a lato. 

Quei semplici baci erano talmente dolci che Marinette si sentì amata come mai prima. 

Ma poi, senza nessun preavviso, Adrien si fermò. Era ancora vicinissimo a lei, le loro labbra si toccavano, ma lui la guardava dritta negli occhi, come per capire fino a dove potesse spingersi. In risposta, Marinette gli circondò il collo con le braccia, e si fece più vicina a lui, e prese a baciarlo prima piano, dolce, poi sempre più desiderosa. Adrien la assecondò, e la strinse tra le braccia e le sfiorò i denti con la lingua. Marinette, che in quel momento non capiva più niente, lo lasciò fare, e si abbandonò completamente a lui. Sentì la lingua calda e morbida di Adrien assaporarla, esplorarla. Quando sfiorò la sua, di lingua, Marinette non potè trattenere un gemito, e Adrien le sorrise beffardo tra i denti. 

Si sentiva completamente avvolta e amata da lui, così dolce e premuroso. Era innamorata. Del suo sguardo, dei suoi occhi. Di come fosse sempre disposto ad aiutare gli altri, gentile e generoso. Amava anche le sue battute, per quanto squallide fossero, e di tutti quegli aspetti da Chat Noir che all’inizio tanto le davano fastidio. E amava sentirsi amata da lui. 

Adrien continuava a baciarla, sempre più sicuro, e Marinette si sentiva talmente scombussolata da non capire bene cosa stesse accadendo. Dopo una manciata di secondi, Adrien si fermò per riprendere fiato, e le loro fronti si toccarono. 

Adrien sentiva di non riuscire ad esprimere tutto l’amore che provava per lei in un solo bacio, e quindi la strinse forte forte, la testa di Marinette sul suo petto, e le soffiò tra i capelli: “Ti amo, Marinette.”

Marinette era talmente felice che sentì lacrime pizzicarle gli occhi e solleticarle il viso. Quando tirò su col naso, Adrien la allontanò prendendola per le spalle per verificare se stesse realmente piangendo. 

Il suo sguardo era confuso. “Perché piangi? Ho forse fatto qualcosa di sbagliato? Ti ho fatto male? Magari ti ho morso e non me ne sono acc…”

Marinette gli posò un dito sulle labbra, mentre con l’altra mano si asciugava gli occhi. 

“Micetto, ti fai sempre troppi complessi. Piango perché sono felice.” 

Sorrise tra le lacrime. “Però effettivamente sono anche un po' arrabbiata.”

Negli occhi di Adrien mortificazione. “Perché? Ho esagerato, vero? Dovevo capirlo che magari non era ancora il momento…”

Effettivamente, quello non era il loro primo bacio, ma era il primo alla francese

“Mi hai mentito” dice allora Marinette, nella voce una durezza che Adrien non si aspettava. 

“Cosa? Quando? Io non volevo…”

Marinette lo interrompe di nuovo, quasi esasperata. 

“Mi hai detto che tra te e Katami non c’è stato niente.”

“I-infatti è così, siamo solo usciti insieme un paio di volte, ma non abbiamo fatto niente, te lo giuro.”

“Allora non si spiega una cosa.”

Marinette era serissima. Senza sapere perché, visto che le aveva detto sempre la verità - soprattutto nel suo rapporto con Katami - Adrien era nervoso. 

 “Cosa?”

Marinette rimase in silenzio qualche istante, giusto il tempo per istillare dentro Adrien il senso del dubbio. Magari le aveva mentito involontariamente oppure non si ricordava qualcosa che in realtà era accaduto. 

“Non si spiega dove, e soprattutto con chi, tu abbia imparato a baciare così bene.”

Detto questo, un sorriso sadico le dipinse le labbra. 

Adrien non sapeva se essere sollevato o irritato. 

“Sai essere proprio cattiva certe volte, lo sai?” chiese circondandola con le braccia. “Mi sono spaventato.”

“Mmh” mugugnò lei, a pochi centimetri dalle sue labbra. 

“Quindi sono bravo anche a baciare, eh?”

“Non ti montare la testa, adesso” disse Marinette, mentre con le dita gli pizzicava dolcemente il volto. 

Adrien sorrise malizioso. 

“Se mi permetti di esercitarmi, posso diventare ancora più bravo.”

Marinette arrossì un poco. 

“Sei proprio un gattaccio.”

“Ai tuoi ordini, Milady.”

Ormai erano arrivati ai titoli di coda. “Forse il DVD è meglio che me lo presti, così lo finisco a casa.”

“Ma… vieni qui domani e lo riprendiamo da dove… ci siamo interrotti.”

“Sì, così non lo finirò mai.”

Adrien sorrise malizioso. “Va bene, se vuoi te lo posso mettere su una chiavetta, così lo puoi vedere quando vuoi.” 

Marinette annuì. Poi lo osservò attentamente. 

“Aveva il tuo sorriso.”

 

 

“Bleahh. Ma che bisogno c’è di essere tanto smielati?”

“Senti chi parla, quello che mi chiama sempre zuccherino.”

 

 

 

 

 

 

Convenevoli finali:

Mi dimentico sempre di aggiungere qualcosa di mio alla fine delle storie che scrivo, e anche questa volta stava quasi per accadere, ma per fortuna me ne sono resa conto in tempo per rimediare! 

Ho deciso di iniziare a scrivere questa raccolta di one-shot perché molto spesso, quando ho in mente un’idea per una fanfiction, finisce che non la scrivo perché metterla lì da sola mi sembra una cosa insensata. 

Spero che adesso possa sentirmi un po' più motivata quando mi partono i film mentali, perché metterli per iscritto e poterli leggere concretamente è tutta un’altra cosa. E così, ancora scleratissima dopo lo Speciale di New York, mi sono sbizzarrita e ho partorito qualche malsana idea. Non credo aggiornerò regolarmente, per cui - se mai foste interessati a questa raccolta - vi consiglio di inserirla tra le seguite. 

Anche se sono storie scollegate tra di loro, saranno sempre ambientate in un anteriore futuro in cui Marinette e Adrien, dopo essersi liberati dai prosciutti che ostruiscono loro la vista, saranno due fidanzatini super carini e pucciosi. Cercherò il più possibile di pubblicarle con un minimo di ordine cronologico, anche se non nego che scrivere qualcosa di loro adulti non mi dispiacerebbe. 

Bene, bando alle ciance, spero tanto che questa prima storia vi sia piaciuta! 

 

A presto,

Talitha_

   
 
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