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Autore: Darlene_    01/10/2020    3 recensioni
Dean non si lamenta per i costanti spostamenti, le lunghe assenze del padre o delle notti passate a dormire sui sedili posteriori dell'Impala, ma non riesce ad abituarsi al pensiero che suo fratello non sia come lui e prova una stretta al cuore ogni volta che Sam minaccia di andarsene di casa.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia scritta per il writeober 2020
Pumpfic – Backstory
(Fanwriter.it)
 

 
Fandom: Supernatural
Personaggi: Sam e Dean Winchester
Preserie! Teencest!




4 luglio 









 
 
Bobby non era un esperto in materia, ma non aveva dubbi sul fatto che John Winchester fosse un idiota: solo uno stupido poteva cercare vendetta per la moglie defunta anziché occuparsi dei propri figli e sentiva sempre una stretta al cuore quando si rendeva conto della devozione di Dean nei confronti del suo vecchio (che sovente non la meritava del tutto).
Si rendeva conto, ma... non poteva capire.
Non poteva comprendere l'ammirazione, di Dean, la sua voglia di riuscire, un giorno, ad emulare la maniacale precisione con cui suo padre puliva le armi e preparava il borsone.
Né il suo naturale, orgoglioso adattamento a motel dall'odore stantio o a notti vissute sui sedili dell'Impala, sui sedili di casa sua.
Né il suo rammarico.
Per Sam, che cresceva insieme alla sua voglia di cambiare vita.
 
L’ultima lite tra Sam e John era sfociata nell’obbligo di allenarsi tutti i giorni prima di andare a scuola e, nonostante la punizione, il dodicenne aveva continuato a ribadire il suo desiderio di diventare adulto per poter abbandonare la famiglia.
Dean era arrivato al limite: preso tra due fuochi, incapace di spalleggiare il fratello o di sgridarlo, aveva iniziato a preferire le lunghe giornate di caccia pur di non dover vedere quegli occhi da cerbiatto costantemente imbronciato. In fondo, uccidere un vampiro non era poi così difficile e i vestiti imbrattati di sangue ancora caldo erano un piccolo prezzo da pagare pur di scacciare dalla mente il fantasma di un futuro senza il suo Sammy.
 
Quel 4 luglio del 1995 Dean fingeva di osservare un programma nello scassato televisore del motel, ancora arrabbiato con il padre per averlo costretto a restare in panchina per quella che John aveva definito “una caccia troppo pericolosa per un cacciatore inesperto”, quando Sam si avvicinò con aria imbronciata, lamentandosi per la loro esistenza errante.
Le sue proteste incominciavano per motivi banali come l’accusa di non riuscire mai a concludere l’anno scolastico nello stesso istituto in cui aveva cominciato o il non poter adottare un cane e finivano immancabilmente con una porta sbattuta e la promessa di andarsene non appena fosse diventato adulto.
Quel giorno Dean era troppo amareggiato per restare ad ascoltarlo in silenzio e lo interruppe dopo poco battute.
“Sei solo un piccolo egoista!” urlò alzandosi di scatto dal divano. “Papà salva delle vite, dovresti essere fiero di lui ed invece ti importa solo dei tuoi stupidi voti e di avere una casa con steccato. Ogni giorno visitiamo posti nuovi e abbiamo la possibilità di rendere il mondo un posto migliore, non è abbastanza per te?”
Il ragazzino restò a fissarlo, sorpreso per quella reazione.
“Non sei tu quello che si alza al mattino consapevole che dovrà uccidere qualcuno. Alla tua età avevo già cominciato a cacciare, mentre tu al massimo ti occupi delle ricerche come un topo di biblioteca. Sai cosa vuol dire togliere la vita ad un mostro? La maggior parte di loro è simile agli umani e il loro sangue e rosso e caldo proprio come il tuo.” Si passò una mano tra i capelli, il viso arrossato per la rabbia. “Non sei mai tornato a casa con i vestiti imbrattati, né hai visto la vita spegnersi negli occhi di qualcuno. Tutte le mattine mi alzo ed esco da quella fottuta porta sapendo che potrei entrarvi sanguinante o tornare affatto, ma questa è la nostra vita e la accetto, non mi lamento come una stupida ragazzina con il ciclo, possibile che tu non riesca a capirlo?” Voltò il capo, cercando di mascherare il suo singhiozzo con un colpo di tosse e, quando si girò nuovamente, suo fratello stava già correndo via, il viso rigato di lacrime.
Dean si accasciò sul pavimento, maledicendosi per quello stupido scatto d’ira e provò l’impulso di inseguire Sammy implorando il suo perdono, ma sapeva però che entrambi necessitavano di un po’ di tempo per calmarsi…
 
Quel 4 luglio 1995 il maggiore dei Winchester comprò una scatola di fuochi d’artificio, con il cuore che batteva a mille pensando alla punizione del padre nel caso in cui lo avesse scoperto (per fortuna John non lo venne mai a sapere).
Quella sera, mentre l’America festeggiava l’Indipendenza, Dean osservò con gioia il suo fratellino che, a sua volta, lo strinse tra le braccia, definendolo il suo migliore amico. Le luci dello spettacolo pirotecnico misero in secondo piano la luminosità delle stelle ma, seduti sul cofano dell’Impala, i ragazzi non ci fecero nemmeno caso.




Ciao a tutti! Non pubblico le mie storie da una vita e sono davvero contenta di poter ricominciare con il writeober :) 
Vorrei ringraziare di cuore Giulia B che ha betato la storia (anche se betato non è il termine corretto perchè ha fatto molto di più, dissipando i miei dubbi e mostrando i lati deboli del racconto) non sai quanto sono felice di averti "assunto" XD
La fanart non è mia, l'ho trovata su pinterest e dato che non sono riuscita a risalire al creatore non posso mettere i crediti :( 
Ci ritroviamo prestissimo con le prossime storie dell'evento! 
 
 
 
 
 
  
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