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Autore: Freaky_Frix    01/10/2020    1 recensioni
Non sempre è dato sapere perché si muore: accade e basta. Non sempre è dato sapere chi è che uccide: a volte sono volti sconosciuti. A volte, non si riesce a vedere nemmeno quel particolare.
Dal testo: "A quel punto una domanda gli si fece spazio nella materia grigia: perché? Perché era legato? Perché non ricordava niente?"
[Questa flashfic partecipa al #writober2020 indetto da fanwriter.it!]
Genere: Drammatico, Horror, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Riflesso

Riflesso

La sua testa era sul punto di esplodere. Sentiva una forte pressione – insopportabile – nel suo cervello, come se qualcosa stesse lottando in tutti i modi per uscire. Cercò di aprire gli occhi – c’era qualcosa di sbagliato – ma erano ben serrati, chiusi per non far scoppiare definitivamente il dolore sempre più pungente che si stava espandendo, pulsante come un cuore malato. Cercò allora di muovere le labbra, e le trovò secche, la bocca impastata, il retrogusto di vino sulla lingua. Vino. Stava bevendo un bicchiere di vino bianco. Il pesce era in forno. E poi…?

Provò a muovere le braccia, ma un lampo gli percorse le spalle, strappandogli un gemito di dolore: le mani erano legate, e un rapido controllo gli disse che anche i piedi non erano in condizioni migliori.

A quel punto una domanda gli si fece spazio nella materia grigia: perché?

Perché era legato? Perché non ricordava niente?

Il rumore di una porta che girava sui cardini interruppe i pensieri sul nascere, accompagnato da un fascio di luce intensa, visibile anche da sotto le palpebre. E poi dei passi (normali, né troppo pesanti né troppo leggeri), si fecero strada nell’ambiente circostante.

Per un attimo fu da solo con la luce giallognola e i suoi mille dolori. Poi, vinto dalla curiosità di una presenza vicina, si costrinse ad aprire gli occhi. Riuscì a socchiuderli quel tanto che bastava per vedere un paio di normalissime scarpette nere. Percorse le gambe, coperte da un paio di jeans grigi, ma poi si fermò, travolto da un profondo pugno di terrore. Una lama. Aveva in mano una lunga spada (una di quelle orientali, com’è che si chiamavano? Non lo ricordava) lucida, perfetta, ricurva quel tanto che bastava a formare un lugubre sorriso.

Si mosse impercettibilmente, e le sue budella fecero lo stesso, come in una strana danza.

«Vogliamo iniziare?» chiese una voce acuta.

La spada gli rivolse un ultimo, gelido sguardo, restituendogli, nella lama, il riflesso del suo volto scuro, contorto in una maschera di muto orrore.

Poi, con un gesto fulmineo, quasi felino, si abbatté su di lui, immortalando per sempre quegli occhi atterriti, come una moderna Medusa.

 


Angolo dell'autrice: buonasera a tutti! Questo è il primo di trentuno racconti che partecipano al #writober2020 indetto da fanwriter.it! Il primo prompt della lista che ho scelto (la pumpNIGHT) è, appunto, riflesso. Spero che abbiate gradito la storia, e vi do appuntamento a domani!

Frix

   
 
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