Riflesso
La sua testa era sul punto di esplodere.
Sentiva una forte pressione – insopportabile – nel suo cervello, come se
qualcosa stesse lottando in tutti i modi per uscire. Cercò di aprire gli occhi
– c’era qualcosa di sbagliato – ma erano ben serrati, chiusi per non far
scoppiare definitivamente il dolore sempre più pungente che si stava
espandendo, pulsante come un cuore malato. Cercò allora di muovere le labbra, e
le trovò secche, la bocca impastata, il retrogusto di vino sulla lingua. Vino. Stava
bevendo un bicchiere di vino bianco. Il pesce era in forno. E poi…?
Provò a muovere le braccia, ma un lampo gli
percorse le spalle, strappandogli un gemito di dolore: le mani erano legate, e
un rapido controllo gli disse che anche i piedi non erano in condizioni
migliori.
A quel punto una domanda gli si fece spazio
nella materia grigia: perché?
Perché era legato? Perché non ricordava
niente?
Il rumore di una porta che girava sui
cardini interruppe i pensieri sul nascere, accompagnato da un fascio di luce
intensa, visibile anche da sotto le palpebre. E poi dei passi (normali, né
troppo pesanti né troppo leggeri), si fecero strada nell’ambiente circostante.
Per un attimo fu da solo con la luce
giallognola e i suoi mille dolori. Poi, vinto dalla curiosità di una presenza
vicina, si costrinse ad aprire gli occhi. Riuscì a socchiuderli quel tanto che
bastava per vedere un paio di normalissime scarpette nere. Percorse le gambe,
coperte da un paio di jeans grigi, ma poi si fermò, travolto da un profondo pugno
di terrore. Una lama. Aveva in mano una lunga spada (una di quelle orientali,
com’è che si chiamavano? Non lo ricordava) lucida, perfetta, ricurva quel tanto
che bastava a formare un lugubre sorriso.
Si mosse impercettibilmente, e le sue
budella fecero lo stesso, come in una strana danza.
«Vogliamo iniziare?» chiese una voce acuta.
La spada gli rivolse un ultimo, gelido
sguardo, restituendogli, nella lama, il riflesso del suo volto scuro,
contorto in una maschera di muto orrore.
Poi, con un gesto fulmineo, quasi felino,
si abbatté su di lui, immortalando per sempre quegli occhi atterriti, come una
moderna Medusa.
Angolo dell'autrice:
buonasera a tutti! Questo è il primo di trentuno racconti che
partecipano al #writober2020 indetto da fanwriter.it! Il primo prompt
della lista che ho scelto (la pumpNIGHT) è, appunto, riflesso. Spero che abbiate gradito la storia, e vi do appuntamento a domani!