Tutto era misero e vecchio, ma lindo.
Delle tendine a fiorellini ricamate a mano, scendevano dall'unica finestra che dava sul vicolo.
Due donne, sulla trentina circa, si affaccendavano intorno al letto occupato da una donna tanto minuta e giovane da sembrare una bambina.
- Forza, Elvira, resisti, Flora è andata a chiamare Nella, ne ha fatti nascere tanti sai, stai tranquilla.-
- E questo è il tuo secondo figlio, sarà una passeggiata.- Aggiunse l'altra donna, guardando la prima con aria preoccupata.
- Vuoi che mandi a cercare tuo marito?- Chiese la prima donna, guardando apprensiva la giovane che pallida si lamentava sul letto. L’altra donna sbuffando borbottò:
- Sì, capirai, e quando lo trova. Vai a sapere dov’è finito. Lo dico sempre io che un uomo troppo bello porta solo guai!-
- Shhh! Vuoi che ti senta? Smettila di far la pettegola! - Disse la donna, guardandola accigliata. Poi abbassando ulteriormente la voce:
- Se vogliamo allora dirla tutta, è da rimproverarlo per averla messa di nuovo incinta. Una donna esile e giovane come lei. - Disse la donna guardando la giovane gemere nel letto.
Ma Elvira, persa tra i dolori del travaglio, non ascoltava le due donne, la loro voce gli giungeva come un eco lontano. E come un eco, dei passi affrettati si avvicinarono alla stanza. La porta si aprì con un leggero cigolio e due donne entrarono.
- Ah! Sono giunta in tempo! Fatemi dare un occhiata.- Disse la donna più anziana e avvicinatasi al letto sollevò il lenzuolo.
- Bene, penso che sia ora di farlo nascere, vero Elvira? Si vede già la testa. Da brava, alla prossima contrazione una bella spinta!- Disse la levatrice rimboccandosi le maniche. Si posizionò ai piedi del letto e sollevò per bene il lenzuolo.
- Forza Elvira, spingi! Ecco brava, ci siamo quasi, alla prossima un’altra spinta! - Disse la levatrice.
La giovane si aggrappò alla ringhiera del letto e urlando diede un’altra spinta. Un vagito echeggiò nella stanza, la giovane si accasciò sfinita.
- È una femmina! E sta bene. - Disse la levatrice controllando e asciugando la bambina. Un lieve bussare fece girare le donne. La levatrice con in braccio la bambina avvolta in un lenzuolino, aprì la porta.
- Ah! Ecco il padre!- Disse l’anziana , rivolgendo al bell'uomo un sorriso sdentato.
- Ecco qua tua figlia!- L’uomo si tolse il capello e posandolo sulla bambina esclamò:
- Ah! È proprio una normaccia! - Disse ridendo.
- Si chiamerà Norma, come l’opera che ho visto questa sera, e questa volta non cambiarglielo, hai capito Elvira?!-
La giovane sorrise debolmente, sfinita dal parto. Sì, questa volta non l’avrebbe cambiato.
- Norma, sei proprio la mia piccola Norma.- Sussurrò al nuovo piccolo esserino che attaccato al suo petto succhiava via tutta la stanchezza e i dolori del parto.