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Autore: Chiara PuroLuce    04/10/2020    3 recensioni
Una libreria e una proprietaria speciale che ama non solo girare le pagine dei libri, ma anche quelle della vita.
(Writober 2020 - pumpNIGHT 2020 - #fanwriter2020)
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                         LE PAGINE DELLA VITA
 
                                  pumpNIGHT 2020 Prompt 3 – Pagine
 
 
Amelia viveva per la sua libreria e la libreria sembrava capirlo, regalandole sempre mille e più emozioni.
Tra i suoi scaffali, stava bene e viveva tantissime vite senza muoversi da lì. Si sentiva un po’ come Salgàri che girò il mondo e scrisse libri stupendi, pieni di dettagli sui luoghi, senza muoversi da casa sua, pur riportandoli fedelmente.
Lei poteva essere una principessa, un sub, un bambino in cerca di avventure, una sportiva, un esploratore o un cuoco, senza fare fatica. E le piaceva, le piaceva moltissimo.
Le pagine dei libri a volte la facevano piangere, altre ridere, altre arrabbiare e altre ancora stupire… ma tutte – tutte – erano uniche.
Amava stare immersa tra tutte quelle pagine.
Pagine scritte e pagine vissute.
Vissute di vita vera.
La vita dei suoi clienti. Li conosceva quasi tutti e con tutti aveva vissuto un pezzetto di vita, proprio lì dentro, tra gli scaffali.
Amelia aveva cinquant’anni e di storie, nella sua libreria, di pagine di vita, ne aveva viste a bizzeffe.
C’erano le pagine che riguardavano le sorelle Marta e Giorgia, due arzille ottantenni che ogni giorno, verso le nove e mezza – non un minuto prima e non uno dopo – arrivavano armate di gomitoli di lana e tanto buon umore. Passavano la prima ora a sferruzzare e poi, una seconda a intrattenere i clienti consigliandoli sulle scelte, se li vedevano dubbiosi. Erano vere esperte di libri e a lei piaceva averle attorno.
C’erano le pagine di Mirco e Sabrina, che lei aveva visto crescere. Frequentavano la sua libreria da circa una ventina d’anni. La prima volta erano entrati bambini e non se ne erano più andati. Nel tempo, Amelia, li aveva visti crescere, innamorarsi, lasciarsi e riprendersi un paio di volte e poi – la sorpresa più grande – aveva assistito alla proposta di matrimonio, proprio lì, nel loro reparto preferito, quello dedicato all’horror tra decorazione di Halloween e i libri di King.
C’erano le pagine della sua assistente Luana. Lavorava con lei da una decina d’anni. Entrata giovanissima, appena diplomata, era risultata competente fin da subito ed era anche molto amata dai clienti, per la sua gentilezza e per avere sempre una parola buona per tutti. Una volta a settimana, arrivava al lavoro con il suo figlioletto di quattro anni. Era una madre single e al sabato, quando l’asilo era chiuso, portava il piccolo Mattia al lavoro mezza giornata, prima che passasse la nonna a prenderlo. L’aveva vista, innamorarsi ed essere abbandonata alla notizia della gravidanza – ed era successo alla cassa tra uno scontrino e l’altro. E lei che aveva fatto? Aveva stoicamente ricacciato le lacrime e continuato a lavorare. Il suo bimbo, ormai, era diventato la mascotte della libreria e per lei, che non aveva potuto avere figli, era un piacere averlo accanto.
 
«Buona serata signora Rossi, ci vediamo lunedì mattina.»
 
La voce della sua dipendente la riportò alla realtà.
 
«Certo e divertiti al parco con Mattia. Ciao Luana.»
 
Dopo aver abbassato la serranda, Amelia si prese del tempo per girare senza meta per tutto il locale.
Tra tutte le storie che quel giorno l’avevano accompagnata nei pensieri, c’era anche la sua. La sua pagina di vita personale che lì dentro, essendo la proprietaria, aveva un ruolo prioritario. Senza la sua, probabilmente…
Rimasta vedova giovanissima, senza figli, aveva dovuto rimboccarsi le maniche e capire cosa fare della sua vita.
 


 
Ed eccomi qua, oggi. Ho scommesso sul mio futuro andando contro la mia famiglia che mi sconsigliava di aprire la mia libreria e puntare su un lavoro più sicuro e ho realizzato il mio sogno, a discapito delle loro paure.
Senza la mia testardaggine, non sarei qua, e non avrei conosciuto e frequentato gente meravigliosa. Non avrei vissuto con loro un pezzo del libro della vita e non ne avrei visto girare le pagine, o girate io stessa, inconsapevolmente.
Questa libreria mi ha arricchita moralmente e come niente, al suo posto, avrebbe mai potuto fare.
Spero di riuscire a tenerla aperta ancora per moltissimi anni e poi di passarla a qualcuno che potrà capirne il suo immenso valore e continuare a girare le pagine come ho fatto, continuo e continuerò a fare io.
 
«Amelia, ci sei?»
 
Ed eccolo qui, Aurelio, il mio spasimante da qualche tempo. Tre anni per la precisione. Ha cinque anni in più di me, anche lui è vedovo e con tre figli deliziosi – due gemelli ventenni e una ragazzina di quindici anni – che ho conosciuto pochi giorni fa, sono stata io a volere aspettare e credo di avere fatto bene. La cena è andata bene e adesso speriamo di continuare così. Anche lui è un amante dei libri e non poteva essere altrimenti.
Gli apro la porta laterale, quella delle emergenze e lo saluto con un lieve bacio, non appena lo vedo sorridermi.
 
«Ciao», gli dico poi «entra, ho appena finito di sistemare i cuscini per terra.»
 
«E io ho portato il cibo» mi risponde mostrandomi la borsa di stoffa che ha in mano e dalla quale proviene un profumino invitante.
 
Gli sorrido, lo prendo per mano e, dopo aver chiuso tutto a chiave, lo porto nell’area Gialli dove l’ho conosciuto. Ci sediamo per terra – e sì, i pic-nic romantici e improvvisati si possono fare a qualsiasi età – e iniziamo la nostra serata.
Sì, anche questa è una nuova pagina della mia vita, una pagina… che è arrivata da sola, non l’ho cercata e tanto meno incoraggiata. All’inizio tenevo il povero Aurelio a distanza e ci ha messo un paio di mesi per farmi accettare un suo invito.
Pensavo di passare tutta la mia vita da sola, rassegnata a vivere nel ricordo del mio primo e unico amore, Dario, venuto a mancare troppo presto a causa di un incidente sul lavoro.
Invece, un giorno, Aurelio è entrato in libreria e nel mio cuore e so per certo che non se ne andrà mai più.
La vita, ora lo so, riserva molte pagine a ciascuno di noi… il bello è saperle coglierle e viverle al meglio!
   
 
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