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Autore: sheermadness    05/10/2020    0 recensioni
In un regno dove le valli sono sempre bianche e la neve scende sempre copiosa, Eileen sa di non sapere nulla. Ascolta, guarda e non parla. Mai.
In un regno dove il sole bacia ogni singolo angolo di terra, Leanna sa di sapere. Ascolta, guarda e urla. Sempre.
In un regno dove i confini del buono e del giusto sono più labili che mai, il Re Oscuro sa di volere. Ascolta, guarda e pretende. Di più. Ancora di più.
In un mondo dove mai come prima d'ora gli equilibri sono stati così a rischio, storie di personaggi differenti si incrociano, si riconoscono e si disprezzano. Perchè nessuno resta innocente per sempre.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2 - EILEEN


« E come si concluse la battaglia del golfo? ». La voce della Maestra la riscosse dai suoi pensieri,« Con la vittoria di Re Aleksandre "Il giusto"» rispose prontamente, la Maestra annuì leggermente, e poi si rivolse a sua sorella, che era seduta alla sua destra « E come mai viene ricordato come "Il giusto"?».
Sua sorella scrollo le spalle « Beh, perché era giusto, no? » e si sistemò una ciocco di capelli corti che le era sfuggita dall'elaborata treccia in cui erano stati – come avrebbe dette lei – incatenati i suoi capelli.
Maestra Julien fece schioccare le lingua « Se credi che con questo atteggiamento da ragazzina ribelle tu possa guadagnare qualcosa, ti stai sbagliando. Dalla Principessa ci si aspetta più di qualche risposta impertinente ». Sua sorella sorrise come se le parole dell'anziana donna non l'avessero scalfita per nulla, « E cosa ci si aspetterebbe di grazia? Che rimanga muta e in silenzio e che sia utile giusto per sfornare qualche marmocchio con il Lord di qualche paesino sperduto tra i monti? » e dicendo ciò chiuse il libro che era di fronte a lei « Per oggi le mie lezioni finiscono qui, la mia impertinenza mi ha creato un terribile mal di testa»
La Maestra neanche provò a fermarla quando si diresse verso la porta ma si limitò a scuotere la testa, e poi rivolse nuovamente lo sguardo su di lei; prima di incrociare i suoi occhi però, si affrettò a distogliere lo sguardo e a fissarlo sulle pagine di fronte a lei, fingendosi immersa nella lettura.
Fai finta di leggere, si disse. Non farti cogliere mentre sei distratta.
Il libro continuava a parlare del governo di Re Alksandre il giusto, ma Eileen dovette constatare che il danno ormai era affatto. La sua attenzione era completamente scivolata via dal libro di storia, o da qualsiasi cosa che riguardasse la storia, e tutta la sua attenzione era ormai stata catturata dalle parole di sua sorella. Non era la prima volta che sua sorella abbandonava la stanza prima della fine delle lezioni, o che diceva qualcosa di impertinente. Non era neanche la prima volta che alludeva a quello che sarebbe stato il futuro e quali fossero le aspettative che gravavano su di loro. Siamo giumenche, niente più niente meno, le aveva detto una volta. Eileen era rimasta colpita dalle parole della sorella, e per un po' non era riuscita a dormire afflitta al pensiero di dover sposare qualcuno. Lei non voleva sposare qualcuno. Né tantomeno voleva sposare qualcuno che non amava. Aveva letto così tanti libri dove si parlava di amore, che non era per nulla disposta a rinunciare a provare un sentimento del genere. E poi, oh Dea, sua sorella maggiore era stata promessa in matrimonio proprio quell'anno, e per quando Lord Cassian fosse gentile ed acculturato, non aveva nulla dell'eroe aitante che popolava le sue storie d'amore. Era alto, robusto, con capelli corti scuri, e occhi altrettanto scuri. Un naso adunco e un viso che nell'insieme risultava come se fosse sgraziato. Anche sua sorella maggiore, Mera, l'erede al trono, era rimasta alquanto scontenta del suo futuro marito. Ma poi aveva sorriso e rivolgendo un sorriso malizioso alle gemelle – le altre loro due sorelle- aveva esclamato « Fortuna che le regine possono avere tutti gli amanti che vogliono » e poi erano scoppiate tutte a ridere.
Lei era rimasta in disparte come al solito, senza alzare lo sguardo dal suo libro, ma aveva cercato di accennare un sorriso, ma in realtà mai come in quel momento aveva capito quanto fosse giusta e profonda l'ingiustizia che Persephone sentiva, e, come se avesse colto la direzione dei suoi pensieri proprio quest'ultima si era voltata nella sua direzione e l'aveva guardata alzando un sopracciglio e piegando in maniera in percettibile la testa come a voler dire che ti dicevo?
« La Principessa Persephone ha distratto anche te, puoi smettere di far finta di leggere, vedo nei tuoi occhi che i tuoi pensieri sono lontani da qui», la voce la maestra la scosse e quasi balzò dalla sedia mentre veniva riportata alla realtà.
« Chiedo perdono » si affrettò a dire.
La maestra la scrutò ancora un po' e poi le disse « Guardami », Eileen sollevò lo sguardo, e qualsiasi cosa la maestra lesse dentro di esso le fece scuotere nuovamente la testa. A volte aveva l'impressione che la loro maestra non sapesse fare altro che scuotere la testa ogni volta che guardava ognuna di loro, come se, ogni singola cosa di loro fosse sbagliata.
« Non sei affatto come le tue sorelle » concluse alla fine. La cosa la colpì da qualche all'interno di lei, nonostante la differenza tra lei e le sue sorelle fosse evidente per tutti.
« Il Re ti vuole bene, sospetto che tu sia la figlia a cui vuole più bene tra tutte voi » continuò la donna « Non hai la lingua tagliente delle tue sorelle, ma neppure la loro caparbietà. Sei docile, mansueta e remissiva. Sei un piccolo cane che aspetta docile ai piedi del proprio padrone aspettando gli avanzi che uno gli da .» Eileen smise di respirare mentre ogni parola della donna la colpiva come una lama infuocata creando e riaprendo ferite che ormai pensava fossero state chiuse per sempre.
« E il tuo aspetto » proseguì « Non hai nulla di avvenente come le tue sorelle. E i tuoi capelli sembrano neve appena scesa, e la tua pelle è troppo pallida, troppo.. » la donna si fermò e le posò una mano sulla guancia facendole alzare il viso nella propria direzione « Sei uno scherzo della natura, e lo sai. Non farti creare strane idee dalle tue sorelle. Non seguire Persephone nelle sue avventure o nelle sue idee, non farti trascinare dal loro coraggio. Tu non ne hai, Eileen. E' questo il tuo posto. Puoi andare ora » e così dicendo si voltò verso l'ampia finestra e le diede alle spalle.
Si può morire a causa delle parole? si chiese. Rimase immobile alcuni secondi, poi afferrò in fretta il libro e corse verso l'uscita della biblioteca.
Corse per le scale, e inciampicò nel corridoio del secondo piano. Vide di sfuggita una guardia fare un passo nella sua direzione, ma si rialzò in fretta e riprese a correre più veloce. Le lacrime le offuscavano la vista, ma si impose di non piangere. Di non piangere lì dove sarebbe stata vista da tutti, almeno. Una volta in camera sua probabilmente avrebbe pianto fino a che tutte le sue lacrime non si sarebbero prosciugate e la stanchezza avesse preso il sopravvento facendola addormentare.
Ormai doveva essere preparata alla durezza di parole come quelle che la maestra le aveva appena rivolto. Sapeva che tutti la consideravano come un errore degli Dei, sapeva di non essere bella e intelligente come le sue sorelle, sapeva di non avere i capelli neri come la notte come tutta la sua famiglia. Neanche Persephone li aveva. Anche i suoi capelli erano chiari, di qualche gradazione più scura dei suoi, non così chairi da sembrare neve, ma chiari come le spiagge di cui leggeva nei suoi libri e che si diceva si trovassero nella terra di Kurti. Erano un chiaro bello, splendente, non freddi e strani come i suoi. E poi, sua sorella era bella, avvenente, intelligente, sempre con la risposta pronta e con idee tutte sue da difendere. Sapeva giostrarsi tra discorsi di politica, a battutine maliziose come se non facesse differenza, e quindi, quei suoi capelli chiari, così diversi dal nero della sua famiglia le venivano perdonati.
Se solo fosse stata un po' più come le sue sorelle forse la sua vita sarebbe stata diversa. Forse avrebbe avuto anche lei delle amiche, e forse la maestra non le si sarebbe mai rivolta in quella maniera. Oh, e forse le guardie avrebbero lanciati lunghi sguardi di apprezzamento anche verso di lei. Invece gli sguardi che venivano lanciati a lei erano sempre pieni di sospetto, pieno di fredda riverenza. Aveva sentito qualcuno chiamarla la " Principissa Bianca", aveva sentito anche qualcun altro dire che era mezza scema, ed era quello il motivo per cui non parlava mai, o per cui non partecipava mai alla vita di corte.
Al diavolo tutti pensò mentre si chiudeva la porta alle spalle e si buttava di peso sul suo letto. Non sono muta, né tanto meno scema, sono timida e tutti voi mi mettete a disagi con i vostri sguardi da inquisitori. E finalmente lasciò andare tutte le sue lacrime.

 

 

 

Il bussare insistente alla porta la destesò dal sonno e sentì la voce della guardia chiamarla. Si sporse verso l'estremità del letto per prendere qualcosa da poggiarsi sopra e andò ad aprire la porta.
« Principessa, chiedo scusa per averla svegliata »
« Oh, nessun problema tenente Oswell, deve dirmi qualcosa ? »
« Si vostra altezza » disse quella che da quasi tutta la sua vita era stata la sua guardia personale « Il Re l' ha convocata nella sala del trono. Si aspetta di vederla non prima di due ore, dato che è ancora riunito con il consiglio » Eileen annuì
« Grazie, tenente. Sarò pronta per quando sarò ora di andare allora » concluse, ma poi vide il tenente spostare leggermente il peso su di un piede e porgersi leggermente nella sua direzione come se volesse aggiungere qualcos'altro.
« Dovete dirmi altro tenente? » l'uomo annuì, e spostò lo sguardo leggermente verso la sua sinistra. Eileen capì che l'uomo non voleva essere sentito dalle altre guardie presenti nel corridoio e così disse la prima cosa che le venne in mente « Tenente, le dispiacerebbe aiutarmi a prendere un vecchio tomo che si trova proprio in cima alla mia libreria? Non riesco ad arrivarci »
« Certo principessa» e così dicendo entrambi entrarono nella stanza chiudendosi la porta alle spalle.
« Mi scusi principessa se l'ho fatta mentire, ma volevo dirle questa cosa in privato, e avrei preferito che nessun'altro sentisse cosa ho da dire»
Eileen annuì « Certo, nessun problema ». conosceva quell'uomo da tutta la vita, e nonostante non potessero definirsi amici, dato che la sua riservatezza giocava un ruolo assai importante, negli occhi dell'uomo non aveva mai letto quella freddezza che invece generalmente vedeva negli occhi degli altri. Era, in qualche modo inspiegabile, affezionata a quell'uomo dai capelli brizzolati.
« Altezza, so per quale motivo vostro padre vi ha convocato. E, so che non dovrei dirvi nulla, ma preferirei che voi sentiate questa notizia da me invece che da qualcun altro »
Si sedette sulla cima del letto mentre la sua mente vorticava in cento pensieri diversi che sta succedendo?
« Ho chiesto di essere congedato e vostra grazia mi ha fatto l'onore di accogliere la mia richiesta. Domani lascerò il palazzo, e una nuova guardi prenderà il mio posto»
« Ho fatto qualcosa che non va? » le parole le scivolarono via dalla bocca prima che potesse rendersene conto, e l'uomo scosse in fretta la testa
« No, vostra altezza. la mia famiglia ha bisogno del mio aiuto, e ho deciso di non poter più rimandare dover tornare da loro »
« Avete una moglie? » e si stupì a scoprire che in realtà non sapeva nulla della vita di quell'uomo. Non sapeva se aveva una moglie, dei figli. E se li aveva quando li vedeva? Da che aveva memoria lo ricordava sempre immobile avanti la sua porta.
« No vostra grazia. I miei genitori. Sono anziani ormai, ed hanno una piccola fattoria al di là del fiume. E' ormai da tempo che chiedono il mio rientro, entrambi sono ormai troppo anziani per gestire tutto il lavoro. Mio padre si è sentito male qualche giorno fa, ho pensato che ora fosse il momento perfetto e che non potessi più rimandere » spiegà.
Eileen annuì « Certo » disse « Capisco. E' giusto che aiutiate la vostra famiglia, e vi sono grata per avermelo detto. Loderò il vostro servizio con il Re, così forse vi darà un incentivo »
« Vostra altezza, non è questo il motivo per cui ve l'ho voluto dire di persona »
« Non-.. non volete una buona parola? »
L'uomo scosse la testa « No, vorrei, però, potervi dire qualcosa in libertà, se me lo permette » annuì, e così il tenente proseguì « So cosa pensiate che la gente pensi di voi, quali voci meschine avete sentito sussurare intorno a voi. Ma vorrei dirvi che queste non sono le uniche cose che si dicono di voi. Le malelingue prosperano grazie al fatto che in pochi vi hanno visto, e i pochi che lo hanno fatto, hanno decantato tutti la vostra dolcezza e la vostra bellezza, affermando di non aver mai visto nessuna ragazza più bella di voi in tutto l'impero, e forse anche al di fuori»
Sentì il cuore mancare un battito, e il respiro mozzarglisi in gola.
« Avete un cuore buono, non confondetelo con la stupidità. Vivete in un mondo fatto di avvoltoi, dove vince chi sbrana il più debole, e voi, siete troppo buone per esservene mai accorta. Avete accolto ogni cattiveria come fosse verità, quando di fatto non si trattava che di quello: cattiveria» 
Non sapeva cosa dire e infatti rimase in silenzio. Sentì qualcosa correrle lungo la guancia e sapeva di star piangendo, ma non si preoccupò del fatto di non essere sola, e le lasciò correre libere. « Io-.. Non so cosa dire.» riuscì a dire alla fine « Credo siate troppo buono con me, io-.. non sono nulla di speciale »
« Sì che lo siete vostra altezza, è solo che per troppo tempo vi siete fatta convincere del contrario. Vi ho sentita così tante volte piangere nella vostra camera, e mi è costato molto non correre da voi tutte le volte. Siete la ragazza più bella che io abbia mai visto, e avete un grande e buon cuore, siete intelligente, e so che dentro di voi siete coraggiosa. E so che il futuro ha in serbo grandi cose per voi, e vi chiedo dunque, di lasciare andare la vostra innocenza. Diventate adulta, vostra altezza. e' ora. Preparatevi ad essere la grande donna che so che sarete» 

 

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E questa è Eileen. E Persephone. Ed anche un piccolo accenno di Mera. E di quella grandissima simpaticona della Maestra. E la storia ancora non è entrata nel vivo, questo continua ad essere un luuuungo prologo per presentare  tutti i personaggio e per definire chiaramente i confini in cui si muove ognuno di loro. Anche il prossimo capitolo sarà d'introduzione ( un nuovo pov) ma già da quello dopo invece qualche piccolo ingranaggio della storia inizierà a muoversi e gli equilibri a cambiare. 
Grazie ancora a chiunque dedicherà il suo tempo per leggerla. 

 

  
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