Assurdo
Il mare era irrequieto, e non
aveva nessuna intenzione di calmarsi. Ruggiva, gettandosi sulla spiaggia in una
muta richiesta d’aiuto, per poi tornare indietro all’improvviso, quasi ferito
dall’irregolarità dei sassi sporgenti.
Liam si era messo lontano dal
bagnasciuga, e osservava l’orizzonte abbagliante con lo sguardo perso e lucido;
si era dimenticato come si battevano le palpebre. Il cielo era plumbeo e
portava tempesta, il vento soffiava sempre più insistentemente, e le poche
persone che erano scese per fare una passeggiata si erano affrettate verso
casa. Tutte tranne Liam, seduto con i talloni ben piantati tra le pietre, una
sigaretta malconcia tra le labbra e i gomiti sulle ginocchia, le mani penzoloni.
Faceva freddo, e questo si vedeva dal naso e dalle nocche arrossate.
Anche Liam sarebbe dovuto tornare a
casa, ma semplicemente non ce la faceva. Si sentiva intorpidito, non tanto
presente a se stesso. Probabilmente se in quel momento un fulmine fosse caduto
abbastanza vicino a lui, non si sarebbe nemmeno spostato; non gli sarebbe
importato poi molto, di morire folgorato. Non gli importava di niente, ormai.
Era tutto finito, ogni cosa. Presto o
tardi sarebbero venuti a prenderlo, strappandolo via alla sua bolla
confortevole. I suoi genitori non erano d’accordo: per loro non era vero; il
ragazzo era semplicemente paranoico e molto stressato. Non dormiva più come
prima, si guardava sempre intorno, come se stesse aspettando qualcuno, e a volte
lo vedevano parlottare tra sé guardando un punto indefinito, ma si rifiutavano
di prendere in considerazione la possibilità di tendergli una mano e dargli un
aiuto concreto. Perché Liam stava bene, e non si poteva pensare altrimenti. Era
solo un brutto periodo.
Un brivido lo percorse qualche minuto
dopo l’inizio dell’acquazzone; non si era nemmeno accorto che pioveva. Batté le
palpebre, ritornando alla triste realtà. Si mise in piedi con una certa fatica,
come un moderno Atlante. Solo che lui, al posto del cielo, trasportava una spada
di Damocle, che minacciava di troncargli la testa di netto in ogni momento. Nei
suoi pochi sprazzi di lucidità il ragazzo si chiedeva quale fosse il suo
problema; quale fosse il greve macigno che lo aveva praticamente affossato, ma non
lo trovava da nessuna parte. E questo lo esasperava, conducendolo nuovamente
nella sua ovattata apatia, fedele e
silenziosa compagna.
Se avesse guardato un po’ più in là,
oltre una porticina della sua mente che teneva ben serrata, avrebbe visto tutto
l’amore che aveva riversato nel mondo. Tutto il divertimento, tutte le risate,
tutti gli amici, tutte le cotte. Avrebbe rivisto la parte colorata della sua
vita, ma questo gli avrebbe fatto troppo male.
Perché le persone lo lasciavano
sempre solo? Perché non era rimasto nessuno?
Tirò un calcio ad una bottiglietta di
plastica accartocciata e abbandonò la spiaggia. Camminava sotto la pioggia con
le spalle ricurve e gli occhi puntati verso il marciapiede, scansando ogni tanto
i bisogni dei cani, ogni tanto una crepa nelle mattonelle. Raggiunse la tettoia
di un vecchio bar abbandonato e si decise ad accendersi la sigaretta, cosa che
gli riuscì dopo tanti (troppi) tentativi. Fumò lentamente, assaporando il modo
in cui il suo respiro, che fino a qualche minuto prima sembrava sospeso in una
pausa drammatica, si ampliasse nella cassa toracica. Quando gettò il mozzicone
per terra cominciò a piovere più forte. E a quel punto Liam si ritrovò la
faccia tirata in un ghigno poco convinto. Cos’era, esattamente, a farlo divertire?
La vendetta della natura che lo
puniva per averla inquinata ancora una volta.
Assurdo,
pensò, rimettendosi in strada e facendo rotta verso casa.
Chissà se anche lei, la natura, pensava
lo stesso di lui. Un essere umano, una creatura nata con l’impellente necessità
di essere immerso in una società, alienato. Solo. Vuoto ma al contempo pesante.
Assurdo.
Angolo dell'autrice:
buonasera a tutti! È passato un po' di tempo dall'ultima volta
che ho pubblicato qualcosa in questa sezione. Questa one-shot nasce
dall'unione di una canzone (Every breaking wave degli U2) e il #writober2020 indetto da fanwriter.it
(e un po' anche dal periodo). Il prompt di oggi è "mare",
bellissimo ma anche malinconico. Spero che abbiate apprezzato e vi
ringrazio per aver letto.
Alla prossima!
Frix