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Autore: fantaysytrash    06/10/2020    6 recensioni
[Steve/Bucky | Romantico/Introspettivo | Song-fic | Missing Moments | Canon Divergence | Multisetting] [Questa storia si è classificata decima al contest “Fast ‘n’ Flash Writober” indetto da Carmaux sul forum di EFP] [Questa storia partecipa alla challenge “La challenge delle quattro stagioni” indetta da rhys89 sul forum di EFP]
Steve, Bucky e una tradizione autunnale datata anni ‘30.
Dal testo:
“Gli occhi blu di Steve scintillano, creando un contrasto perfetto con la luce dorata che entra dalla finestra, al di fuori della quale si estende un paesaggio autunnale che può osservare senza dover ricorrere alla fantasia.”
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Steve Rogers
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note dell’Autrice

È passato davvero troppo tempo da quando ho postato una storia su Steve e Bucky, per cui ringrazio moltissimo Carmaux per aver creato un pacchetto così palesemente riconducibile a loro che non ho potuto fare altro se non immergermi nella scrittura.

Il pacchetto scelto per il contest conteneva il genere “song-fic” e il prompt “passato”, oltre all’obbligo generale di descrivere un’atmosfera autunnale, e la connessione è stata assai semplice. La canzone presa in considerazione è “Autumn in New York”, che vi consiglio assolutamente di ascoltare – anche durante la lettura, se vi fa piacere – prchè la trovo molto suggestiva.

Questa è forse una song-fic diversa da quelle a cui sono abituata a scrivere, perché non solo la storia è ispirata alla canzone, ma quest’ultima è presente in modo diretto all’interno della stessa. Spero che il risultato sia qualcosa di valido.

Piccolo pippino (?) storico di questa canzone per comprendere tutti i riferimenti presenti nel testo: composta da Vernon Duke durante l’estate del 1934, la sua prima esecuzione è a opera di J. Harold Murray nel musical Thumbs Up! a Broadway, più specificatamente al St. James Theatre, a partire dal 27 dicembre 1934. Nel corso degli anni è stata cantata da diversi autori, ma diventerà realmente famosa solo nel 1949 con Frank Sinatra. La versione ascoltata durante la stesura della storia è però quella di Billie Holiday, risalente al 1952, particolare ripreso anche all’interno del testo stesso.

La storia è inoltre divisa in diversi momenti – che non ho segnato esplicitamente perché avrebbero fatto a pugni con il testo della canzone – e sono, rispettivamente, il periodo pre-war (1934-1937), il 2011 dopo che Steve si è risvegliato nel futuro e un ipotetico post-Endgame – di cui ancora non si accetta la versione canonica – nel 2019. Ho voluto inoltre trattare di diversi elementi caratteristici dell’autunno in base ai diversi periodi.

Spero vi piaccia!

Federica ♛

 

 

Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì a Stan Lee e alla Marvel. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

 

 

 

 

AUTUMN IN NEW YORK

 

 Autumn in New York, why does it seem so inviting? /

Autumn in New York, it spells the thrill of first-knighting /

Glittering crowds and shimmering clouds in canyons of steel /

They’re making me feel I’m home


Steve sbuffa senza convinzione quando Bucky lo trascina nella via sul retro del St. James Theatre oscillando in un modo che assomiglia più ai movimenti di un ubriaco che a un passo di danza.

La voce di J. Harold Murray arriva ovattata, ma è abbastanza forte da essere sentita sopra la pesante nevicata che sta ricoprendo New York con un’impenetrabile cortina bianca.

“Buck, è già passato Natale ed è buio pesto,” protesta il biondo mentre l’aria si riempie di elogi verso la stagione autunnale.

“Usa la fantasia, Stevie.”

Lo prende per le spalle e lo stringe a sé, bloccandogli la visuale con il proprio petto.

“Immagina che la neve sotto i tuoi piedi sia un tappeto di foglie secche e l’aria pungente una semplice brezza, e lasciati cullare dalla musica.”

Steve trattiene un altro sbuffo e ondeggia lentamente per assecondare l’amico, che irrompe in una risata divertita e una piroetta scomposta.

 

It’s autumn in New York that brings the promise of new love /

Autumn in New York is often mingled with pain /

Dreamers with empty hands may sigh for exotic lands


L’anno successivo, Bucky fa gli straordinari al porto per potersi permettere il disco prima di Natale – “Così non puoi dire che siamo fuori stagione, Steve” – e passano l’intera giornata a danzare nel piccolo salotto dell’appartamento che ora condividono.

Gli occhi blu di Steve scintillano, creando un contrasto perfetto con la luce dorata che entra dalla finestra, al di fuori della quale si estende un paesaggio autunnale che può osservare senza dover ricorrere alla fantasia.

Forse un giorno potrà fare lo stesso con i sentimenti che gli scompigliano il cuore ogni volta che il suo corpo sfiora quello di Bucky.

 

Autumn in New York, the gleaming rooftops at sundown /

Autumn in New York, it lifts you up when you’re let down /

Jaded roués and gay divorcés who lunch at the Ritz /

Will tell you that it’s divine


Bucky perde un battito quando sente quella strofa la prima volta, trattiene il respiro la seconda e ammicca in modo provocante la cinquantesima, quando stringe Steve a sé con più convinzione di quanto gli sia mai stato concesso e posa un bacio sulle sue labbra rosee.

“Forse un giorno potremmo andarci,” mormora.

“Al Ritz?” chiede Steve sbigottito.

Mmh, quando saremo anche noi due gay divorziati.”

Steve arriccia le labbra, ma un sorriso si fa prepotentemente largo al pensiero. “Forse.”

Un turbine arancione di foglie irrompe nella stanza, depositando bacche e rami secchi tra i capelli dei due ragazzi, rendendoli protagonisti di un quadro senza autore.


This autumn in New York transforms the slums into Mayfair /

Autumn in New York, you’ll need no castle in Spain /

Lovers that bless the dark /

On benches in Central Park


La stagione autunnale nel nuovo millennio inizia con un acquazzone torrenziale e, mentre osserva le nubi grigie che coprono il cielo di New York, Steve non può fare a meno di cogliere l’ironia della situazione.

Ripensa a come il piccolo appartamento di Brooklyn sembrasse sempre la più sofisticata delle sale da ballo, mentre Bucky lo faceva volteggiare nell’aria nonostante le sue proteste.

L’abitazione extra lusso in centro, invece, non gli è mai apparsa tanto desolata come in quel momento.

Chiude la finestra e non la riapre per i successivi tre giorni.


Greet autumn in New York /

It’s good to live it again

 

Steve viene riportato alla realtà dalle braccia di Bucky che, strette intorno alla sua vita, lo fanno roteare per la stanza.

Danzano sulle note di Billie Holiday, una nuova versione della loro canzone che non hanno fatto in tempo ad ascoltare nel passato.

L’aria autunnale che respirano – fresca, pulita, abbagliante – profuma di nuove promesse.

   
 
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