Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Cida    07/10/2020    5 recensioni
Piccola raccolta di Missing Moments e What if? di cosa sarebbe potuto succedere se "Frozen 2" fosse avvenuto dopo "Seasons".
Nota: Conoscenza del film e di Seasons necessaria per comprendere il contesto e non ricevere spoiler.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Ciclo delle Stagioni'
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Capitolo 1
Questa piccola raccolta nasce come un divertimento personale (senza troppe pretese) a seguito della mia long Seasons e la venuta di Frozen 2.
Per questo motivo, diciamo, che è necessario avere conoscenza di entrambe le cose per capire meglio il tutto ed evitarsi spiacevoli spoiler.

Non so di preciso dove mi porterà tutto questo ma sentivo che Elsa e Jack avessero ancora delle cose da dire, per cui eccole.





Personaggi: Elsa, Jack
Tipo di coppia: Elsa/Jack
Note
: Missing Moments
Contesto: Post Frozen 2
Genere: Lime, Hurt/Comfort (invertito)

Rating: Arancione
Tipo: One-shot
Parole: 1915




Un leggero solletichio, lungo la colonna vertebrale, risvegliò il Quinto Spirito dal suo riposo. Prona, nel giaciglio di quella che era la loro tenda, aprì appena gli occhi, quel tanto che bastava per vedere il suo amore, seduto al suo fianco, giocare assorto con una ciocca dei suoi capelli, sfiorandole la pelle nuda della schiena.
«A cosa pensi?» gli chiese, quindi, con un sorriso divertito.
Lui bloccò istintivamente la mano, aggrottò le sopracciglia – come se si fosse reso conto solo in quel momento di cosa stesse facendo – e la guardò a sua volta «Scusa, non volevo svegliarti» le disse, ma non rispose alla sua domanda.
Elsa sospirò ma non indagò oltre, sapeva benissimo cosa lo tormentasse, per questo evitò di rassicurarlo dicendogli di non preoccuparsi e che il sonno era per lei, ormai, un vezzo e non una necessità.
Scosse appena il capo: quanto gli piaceva darle della testarda ma, decisamente, lui non era da meno. Si tirò a sedere e i capelli chiarissimi le ricaddero addosso, smettendo di farle da aureola sul cuscino e diventando, di fatto, l’unica cosa a coprirla un poco. Affrontò il suo sguardo senza timore o alcuna vergogna, ormai i rispettivi corpi non avevano più segreti, o meglio, Jack li aveva ma solo per se stesso.
Aveva cominciato a percepire qualcosa quando il suo potere era iniziato a crescere, attirato dal richiamo di Ahtohallan, ma era stato solo toccandolo la prima volta, dopo essere divenuta il Quinto Spirito, che non aveva avuto più dubbio alcuno.
L’intervento di Anna le aveva, di fatto, impedito di dirglielo subito e, successivamente, era stata la Luna a pregarla di attendere, quello non era ancora il momento. L’Inverno, però, era ormai alle porte e non c’era davvero più bisogno di aspettare.
Vedendolo di nuovo distratto dai suoi pensieri, gli sfiorò la mano con la propria per richiamarlo «Oggi ti porto in un posto» gli disse, incoraggiante.
«Mm-hm…» annuì lui in risposta.
Elsa sbuffò dal naso leggermente infastidita, non l’aveva neanche ascoltata. Assottigliò lo sguardo e sorrise furbamente, scivolando sinuosa verso di lui: in un attimo gli fu addosso e, stringendogli le gambe attorno alla schiena, lo attirò inesorabilmente verso di sé «Ho la tua attenzione, adesso?»
Lo sguardo di Jack tornò immediatamente attento «Ah-ha…» le concesse, muovendosi un poco per farle capire quanta ne avesse attirata.
Lei combatté l’impulso di lasciar perdere e approfondire quell’invitante contatto «Ti ho detto che ti porterò in un posto»
Lui, però, non fu altrettanto stoico: portò una mano alla sua nuca, intrecciando le dita con i suoi capelli morbidi, e le imprigionò le labbra con le sue. Senza trovare resistenza alcuna, si spinse in avanti, adagiandola sulle coperte «Subito?» le chiese, staccandosi leggermente.
Il Quinto Spirito fece finta di pensarci un attimo «Direi che possiamo anche ritardare qualche minuto»
L’uomo ghignò «Qualche minuto?» le fece eco, scostandosi ulteriormente e fingendosi offeso «Mi sottovaluti»
L’altra alzò gli occhi al cielo «Taci» gli intimò «E torna qui» lo invitò, più conciliante.
E colui che era stato il Signore dell’Inverno non poté fare a meno di obbedire.
 

«Allora, monti o no?»
Jack guardò Elsa a cavallo di Nokk, per niente convinto.[1]
Davanti alla sua titubanza, il destriero d’acqua nitrì, impennandosi sulle zampe posteriori per riabbassarsi subito dopo e spruzzargli dalla bocca un deciso getto sulla faccia. Scartò un paio di passi sul posto, scoppiando in quella che sembrava una risata cristallina, talmente contagiosa che si fece largo, inesorabilmente, anche sulle labbra della donna che aveva su di sé.
L’altro assottigliò gli occhi, pulendosi il grosso con una mano «Molto maturi…» si complimentò, per ghignare un secondo dopo «… ma, se non vi dispiace, chiederei un passaggio ad un vecchio amico»
Non fece nemmeno in tempo a finire di dire quella frase che il vento lo avvolse nei suoi sbuffi, asciugandolo completamente e costringendolo ad un paio di piroette a diversi metri da terra.
«Ciao Gale[2]…» lo salutò felice. Sempre con il suo aiuto, affiancò gli altri due «Sono pronto»
Elsa gioì internamente del suo buon umore «Coraggio, Ahtohallan ci aspetta»

 

 

«Benvenuto a casa…» lo accolse Elsa, non appena misero piede sulle spiagge ghiacciate dell’Isola dei Ricordi.
«Cosa?» chiese Jack, non capendo.
L’altra annuì «Qui è dove dimorano le memorie di tutti, ognuno può sentirsi a casa» gli spiegò incoraggiante «Seguimi»
Lui obbedì ma, non appena arrivarono all’ingresso di quella che aveva tutta l’aria di essere una grotta, il Quinto Spirito lo guardò e un lampo di sfida saettò nei suoi occhi chiari «Stammi dietro, se ci riesci» non gli diede neanche il tempo di comprendere a pieno le sue parole: scattò, sparendo dalla sua vista.
«Ma che diavolo?» borbottò l’altro confuso ma l’idea di perdere lo pungolò nell’orgoglio e, in un attimo, le fu alle calcagna.
Calpestò, un passo dopo l’altro, quei pavimenti di ghiaccio, sempre più vicino. Lasciandosi trasportare dalla pendenza dell’ennesimo corridoio imboccato, il suo peso maggiore gli fece recuperare terreno, così tanto che se avesse allungato una mano avrebbe sfiorato con le dita uno dei veli del suo etereo vestito. Prima che riuscisse effettivamente a farlo, però, lei saltò improvvisamente e saltò ancora. Lui fu costretto ad una brusca frenata, non avrebbe saputo dire come riuscì a bloccarsi fra quei pavimenti scivolosi e quelle pareti gelate ma, di fatto, lo fece: davanti a lui si estendeva un baratro buio, senza fondo, l’unico modo per attraversarlo era, appunto, saltare fra enormi piloni di ghiaccio che svettavano nell’oscurità.
«Che c’è?» rimbombò la voce della bionda, fra le pareti della caverna, al sicuro dall’altro lato «Hai paura, per caso?»
Era chiaramente una pazza ma, probabilmente, era anche per questo suo spropositato coraggio che l’amava.
«Mai!» sibilò, incurante che a quel livello, lei non potesse sentirlo. Prese una discreta rincorsa ed emulò le sue gesta: arrivato dall’altro lato di lei non c’era più traccia ma un’inspiegabile euforia, fomentata dall’adrenalina appena provata, rinnovarono il suo impulso di correre. Attraversò in un lampo un lungo corridoio, per poi superare a grandi falcate un’enorme sala completamente vuota, ad eccezioni di enormi e trasparenti colonne laterali. Varcò, così, l’ennesima soglia ma, quello che trovò lo stupì talmente tanto che, quasi, si bloccò sul posto: attorno a lui, centinaia di statue di neve – alcune dall’aria decisamente familiare – si muovevano e bisbigliavano parole.
Raggiunse Elsa vicina ad una particolare coppia di fantocci: l’uomo teneva in mano un lungo bastone e, con aria beffarda, si prodigava in un profondo inchino sotto lo sguardo sospettoso della donna di fronte a lui.
Jack sgranò definitivamente gli occhi «Ma questi…»
«Siamo noi, sì» concluse il Quinto Spirito «Le memorie di tutti sono qui, comprese le tue» e, così dicendo, gli mostrò altre figure che lo ritraevano da bambino, ragazzo, uomo. A volte era solo, altre accompagnato da qualcuno.
Assottigliò gli occhi davanti a un suo doppione di neve che si accucciava verso un bastone da pastore mentre, al tempo stesso, cercava di tranquillizzare un ragazza più giovane, sussurrandole dolcemente “Andrà tutto bene, te lo prometto…
Quella era… «Mia sorella!» esclamò, come folgorato dalla comprensione «Mentre tornavamo a casa il ghiaccio del lago si è incrinato, era ancora troppo sottile… poi, non ricordo bene, a parte un freddo terribile»
Elsa gli prese la mano fra le sue, quasi commossa «Ti sei sacrificato per salvarla, è per questo che l’Uomo della Luna ha scelto te per diventare il nuovo Spirito dell’Inverno»[3]
«Ora, però, non lo sono più…» si rabbuiò l’altro.
«Possibile che non lo capisci?» lo spronò lei «Quali difficoltà hai incontrato seguendomi? Sei, forse, mai scivolato una volta?» gli scostò appena i capelli castani dagli occhi «Quale temperatura pensi che ci sia qui dentro? Non mi pare tu stia congelando…»
«Che cosa mi stai dicendo?»
«Di aprire gli occhi»
«Mi pare di averli aperti…» le rispose, si stava innervosendo, lo percepì. Decise di cambiare approccio, fece leva sulle loro mani di nuovo unite e lo attirò a sé «Ti sto chiedendo di credere» e, detto questo, si alzò sulla punta dei piedi per andare a toccare la fronte dell’altro con la sua. Il contatto sprigionò un’ondata di potere tale che cristallizzò tutte le statue di neve che li circondavano. Quando cessò, il Quinto Spirito riaprì gli occhi, ritrovando di fronte a sé il Signore dell’Inverno.
Jack non ebbe bisogno di guardarsi per capire di essere tornato ad essere quello di sempre, lo percepiva dentro «Io non capisco…»
Elsa sorrise «Me l’hai detto tu, no? Non sei mai andato via, eri solo nascosto… solo che non avevamo ancora scavato abbastanza a fondo»
«Ma come è stato possibile tutto quello che abbiamo vissuto finora?»
«E’ stata una specie d’illusione» gli spiegò «Prima necessaria a me, per capire come avessi bisogno di te perché sei tu e non per quello che rappresenti e farmi arrivare fino a qui…» sorrise «Poi, credo che i giorni a venire siano stati come un regalo, per tutti gli anni di solitudine che siamo stati costretti a sopportare. Tuttavia, per quanto l’Uomo della Luna sia potente, non può più cambiare ciò che sei diventato. A proposito…» si staccò da lui per un attimo e protese le mani in avanti, il bastone dello Spirito dell’Inverno si materializzò fra di esse «Credo proprio che questo sia tuo»
Non appena il legno tornò in contatto con il suo padrone brillò, come se la felicità che si era dipinta sul volto di Jack, proprio in quel momento, avesse potuto avvertirla anche l’oggetto stesso.
Quella reazione ebbe il potere di riempire di gioia anche il Quinto Spirito «Prendimi» lo sorprese con un salto, andando a circondare il suo collo con le braccia. Per quanto preso alla sprovvista, lui non la fece cadere. La guardò con un muto interrogativo nello sguardo e lei, semplicemente, alzò le sopracciglia invitandolo a volare. Chiaramente quello obbedì e si librò nell’aria: su, sempre più su.
«Guarda» lo spronò nuovamente l’altra, ora che il simbolo dell’unione dei quattro elementi – il suo simbolo – era interamente visibile sull’enorme decorazione del pavimento della stanza «Cos’è quello?»
«Un fiocco di neve?» le buttò lì, non capendo dove volesse andare a parare.
«Esatto, è me che rappresenta… e di cosa sei il Signore tu?» continuò con un sorriso, stringendosi a lui maggiormente «Non capisci? Noi siamo nati per stare insieme»
Quelle parole ebbero un potere quasi inebriante sul ritrovato Spirito, tant’è che non si limitò solo a baciarla ma la trascinò in un volo vorticoso.
«Ehi: fermo, fermo» cercò di bloccarlo lei scombussolata ma, chiaramente, divertita «Non è una cosa a cui sono abituata»
«Ah, giusto… tu non sai volare» ghignò lui «Però sai creare dal nulla abiti pazzeschi» la punzecchiò.
Lei accolse la sfida con piacere «A proposito… sarà il caso che tu indossi qualcosa di più consono» e così dicendo, staccò una mano da lui per trasformare i suoi abiti Northuldri in un principesco abito blu.
Jack si guardò «Non avrai un po’ esagerato?»
Elsa rise e mosse l’altra mano per ridonargli il suo classico aspetto ma, aggiungendo – giusto per rimarcare in maniera disinteressata il loro legame – alcuni diamanti ad impreziosirgli la camicia «Meglio?»
«Meglio» concesse lui ma il sorriso che le regalò fu tutt’altro che rassicurante e si trasformò, ben presto, in un molesto ghigno laterale. Approfittando del fatto che non si stesse più reggendo, allargò le braccia lasciando la presa.
«Uh?»  fece appena in tempo a dire lei, sgranando gli occhi, prima d’iniziare a precipitare.
«Jack-son!» fu il richiamo rabbioso che arrivò alle orecchie del riscoperto Spirito dell’Inverno.
Fischiò «Ahia, è davvero arrabbiata…» sussurrò divertito, per poi lanciarsi in picchiata al suo salvataggio.



Lo so, le sento benissimo anche io le unghie (che non ho) che grattano contro gli specchi su cui mi sono arrampicata per rendere Jack di nuovo lo Spirito dell'Inverno (o meglio, fargli comprendere che in realtà lo è sempre stato).
La colpa è tutta del richiamo del canon che mi attira come la sirena di Ahtohallan e, quindi, di Frozen 2 che, mannaggia alla pupazza, ha pensato bene di rendere Elsa uno Spirito, non specificando apertamente se sia diventata immortale o meno ma temo che il concetto di Spirito sia, per definizione, qualcosa che trascende la natura umana, così come anche Kristoff sottolinea dicendo "Hai qualcosa di diverso..." per cui è estremamente probabile.
Fatto sta che io non ho amato molto questa cosa, ok, adoro Jack come Signore dell'Inverno e rendendo lei uno spirito hanno strizzato l'occhio a noi Jelsa shipper (i riferimenti a ROTG in Frozen 2 si sprecano)  ma, come avrete abbondantemente capito, io li shippo in maniera viscerale per le loro personalità, i poteri per me sono solo un contorno, quindi nel mio cuore potevano anche rimanere insieme mortali e prodigarsi a fare taaaanti bambini perché, è vero: amo Elsa, amo Jack ma amo anche Anna e, sinceramente, l'idea che Elsa si ritrovi senza di lei per l'eternità mi sembra una cosa tremendamente triste, più una condanna che non un premio.  Il fatto che per amor di tempistiche Elsa non spenda nemmeno un secondo su questo pensiero, mi ha lasciata un pochino basita ma vabbé.
Almeno ci facessero felici dandole un aitante Spirito dell'Inverno con cui tenere occupati i suoi giorni - e le sue notti - per Diana.
Via, sarà il caso che la smetta, altrimenti queste note rischiano di diventare, come al solito, un trattato. Insomma quello che volevo dire è che è questo il motivo per cui quest'ultimo capitolo si chiama "Contenuto Speciale", perché devia dal sentiero battuto da Seasons per riprendere la strada segnata da Frozen 2.
Siete liberi di seguire il percorso che preferite, personalmente, mi crogiolerò in entrambi a seconda del mood della giornata.
Al momento questa raccolta termina qui ma non è detto che non potrà arrivare qualcosa in futuro che me la farà riaprire.
Nel frattempo, ho un altro progetto in testa per un AU... quindi, se vi va, state all'occhio.
Grazie davvero per avermi seguito fino a qui, lasciandomi le vostre impressioni, listando o, semplicemente, leggendo silenziosamente.
A presto

Cida

[1] Fra le varie strizzate d'occhio a ROTG, se così vogliamo chiamarle, c'è la netta somiglianza di Nokk con gli incubi di Pitch Black e sebbene qui non abbia mai avuto a che fare con essi, 
Jack avverte comunque un certo disagio in presenza del destriero d'acqua.
[2] Gale è il nome originale di Zefiro, lo preferisco e, giustamente, non può non avere una qual certa affinità col nostro Jack.
[3] La scena che Jack rivede nei pupazzi di neve di come è diventato lo Spirito dell'Inverno è, chiaramente, come quella di ROTG, leggermente modificata in relazione alla sua età maggiorata: anche Emma è più grande, non stavano giocando ma stavano semplicemente rientrando a casa dopo aver effettuato delle commissioni per la famiglia.


I personaggi di Jack e Elsa, ovviamente, non mi appartengono ma sono di proprietà dei rispettivi autori e case cinematografiche.

  
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