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Autore: Sia_    09/10/2020    5 recensioni
Ninfadora picchietta le dita sul gomito, una smorfia sul volto indica che è davvero frustrata, perché il giovane amico le ha dato buca per la loro passeggiata quotidiana, “Lo sapevano tutti che ti sarebbe spuntato un drago.” insinua poi con un sorriso divertito, “Non potresti mai amare un uomo con la stessa dedizione.”
Charlie a quel punto alza gli occhi dal suo libro, un po’ incerto, “Non credi sia strano?” chiede imbarazzato, guardando prima a destra e poi a sinistra, “Pensi davvero che la mia anima gemella possa essere un drago?”
Tonks alza gli occhi al cielo, mostrandogli un piccolo segno sul polso, “L’ho notato solo qualche settimana fa, togliendo il braccialetto che mi avevi regalato al compleanno.” confessa, cambiando il colore dei capelli in un blu davvero deprimente, “Se davvero ti devi sposare un drago, io finirò per passare la vita con un lupo.”
“Santo Merlino.”
“Lo so, è la prima cosa che ho pensato, ma era molto meno censurata.”
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Charlie Weasley, Draco Malfoy, Nimphadora Tonks | Coppie: Charlie/Ninfadora
Note: Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Draconian

 

La prima volta che Charlie mette gli occhi sugli alti e scuri muri del Ministero della Magia ha nove anni, un paio di ciuffi che gli ricadono sulla fronte e un grosso spazio tra uno dei due canini e l’incisivo. Gli fanno subito una pessima impressione, tanto da fargli pensare che lui in un posto così chiuso e stringente non lavorerà mai. Mano a mano con Arthur, che ha dimenticato una cosa nel suo stretto ufficio, fantastica su come possa essere una vita vissuta in spazi aperti, con l’odore di aria pulita nelle narici, le guance arrossate per l’aria fredda e i draghi, i suoi amati draghi. 

Si immagina così ad addestrare un Verde Gallese Comune, passare la mano sulle sue squame, controllando silenziosamente le uova marroni con qualche macchia verde riparate vicino coda, o a misurare la lunghezza di un Nero delle Ebridi, stando attendo alla fila di creste affilate che percorrono il suo corpo cupo come la notte. Sorride alla constatazione che ha un nome tanto appropriato, desiderando poter osservare in quell'istante il viola brillante dei suoi occhi, così particolari, ma non abbastanza straordinari da battere le pupille di un Opaleye degli An...

Non si accorge, perso com’è tra fiammate, colori e resistenze delle squame, che il padre ha fermato il passo svelto ed inciampa un po’ nel lungo mantello che Arthur indossa, sbattendogli contro la gamba, “Papà?” chiede riluttante, sporgendosi di qualche millimetro per controllare in che ostacolo sono incappati. 

Un uomo dall’aria ancora più scura dei muri del Ministero li sta guardando dall’alto al basso e Charlie ha immediatamente la strana sensazione che quella non può essere una semplice occasione, ma un’abitudine: sembra avere la puzza sotto il naso e una pungente voglia di fargli la linguaccia gli sale dallo stomaco. Non fa niente però, quell’istinto si placa nel momento in cui una giovane donna fa la sua comparsa con in braccio un bambino semiaddormentato. Deve avere pressoché l’età di Ron, pensa, alzandosi meglio sulle punte per vedere il viso paffutello: ha due occhi glaciali, appena socchiusi, la manima che stringe alla perfezione la veste della madre e la testa di capelli biondi inclinata di qualche grado.

“Charlie, ti presento i signori Malfoy.” Arthur richiama la sua attenzione, un sorriso tirato sul volto impone al figlio di inclinare la testa e presentarsi come di dovere, “Lucius, Narcissa e il piccolo Draco.”

“Piacere.” sussurra un po’ imbarazzato, respirando un’aria che s’è fatta molto più chiusa e tesa: alza gli occhi verso l’alto e torna ad osservare quei signori austeri, tutti vestiti di nero, così da mimetizzarsi con gli alti muri del corridoio e un moto di tristezza gli percuote il cuore: che c’è di male ad amare un po’ di colore? Che c’è di male nei sorrisi? Che c’è di male nella purezza? Lucius gli regala subito l’impressione di nascondere ben altro sotto quel pesante mantello, o dentro il costoso bastone: forse è l’aria di troppo ricco che lo disturba, in contrasto agghiacciante con il bambino che ha negli occhi grigi una luce di vita. Lo guarda meglio e il suo corpo viene attraversato da due tenui brividi in successione: si aggrappa strettamente alla gamba del padre, spostando lo sguardo su di lui, come a cercare una rassicurazione – come se sperasse di trovare negli occhi di Arthur lo stesso identico pensiero, che il piccolo Draco meriterebbe molto di più. 

 

🐉

 

Charlie ha quindici anni quando finalmente sul suo corpo compare un piccolo segno: all’inizio non se ne accorge, ma Bill gli fa notare negli spogliatoi di Quidditch che sulla sua schiena gli è apparso un drago. Smette così di infilarsi la maglietta, le braccia rimangono bloccate e comincia a saltellare in circolo, nella speranza di osservarne la forma, il colore, la grandezza e la posizione. Solo quando raggiunge i dormitori e si specchia nel vetro della stanza nota che è minuto, il manto di un misto tra verde e argento, la bocca spalancata e una lingua che assomiglia sin troppo a quella di una serpe. 

Da quel momento non smette di fare ricerche, si chiude in Biblioteca per un giorno intero nell’intento di capirne la razza e viene interrotto quando Tonks si siede al suo stesso tavolo, imbronciata, “Dovresti rassegnarti.” gli intima, incrociando le braccia al petto. 

“Non ci penso proprio.” Charlie non alza gli occhi dal libro che gli ha consigliato Hagrid quella mattina, desiderando sgranocchiare qualcosa durante la sua profonda indagine. 

Ninfadora picchietta le dita sul gomito, una smorfia sul volto indica che è davvero frustrata, perché il giovane amico le ha dato buca per la loro passeggiata quotidiana, “Lo sapevano tutti che ti sarebbe spuntato un drago.” insinua poi con un sorriso divertito, “Non potresti mai amare un uomo con la stessa dedizione.” 

Charlie a quel punto alza gli occhi dal suo libro, un po’ incerto, “Non credi che sia strano?” chiede imbarazzato, guardando prima a destra e poi a sinistra, “Pensi davvero che la mia anima gemella possa essere un drago?” 

Tonks alza gli occhi al cielo, mostrandogli un piccolo segno sul polso, “L’ho notato qualche settimana fa, togliendo il braccialetto che mi avevi regalato al compleanno.” confessa, cambiando il colore dei capelli in un blu davvero deprimente, “Se davvero ti devi sposare un drago, io finirò per passare la vita con un lupo.” 

Santo Merlino.” 

“Lo so, è la prima cosa che ho pensato, ma era molto meno censurata.” Tonks si spinge in avanti, i palmi si adattano alla perfezione alla superficie in legno, “Però non è che bisogna prendere tutto alla lettera, non hai detto che Bill ha una corona con fiori incastonati? Mica si può sposare del metallo con qualche petalo di rosa sopra, su.” 

“O una regina.” gli fa da eco, un po’ inorridito dall’idea e un po’ per ripicca familiare: in fondo è stato proprio Bill il primo a prenderlo in giro su quel segno, rinfacciandogli di aver pensato così tanto ai draghi che pure la sua anima gemella ha le squame e sputa fuoco. 

“Tuo fratello è talmente bello che potrebbe sposarsi l’intero regno.” lo corregge con un sorriso sulle labbra.

“Ti sei presa una cotta per Bill?” 

Tonks arrossisce, i capelli che tornano di nuovo rosa cicca gli indicano una mezza verità, “Avanti Charlie, lo sai che ho un debole per i rossi.” ammette, spostando lo sguardo verso una finestra e si rende conto che fuori ha cominciato a piovere, “Ho una cotta perfino per te.”

 

🐉

 

Charlie ha compiuto diciannove anni quando impara cosa un addio voglia dire davvero: stringe il corpo minuto di Tonks, le dita tengono la stoffa del suo maglione fino a stropicciarlo – farà sempre così male? 

“Mi stritolerai.” Ninfadora riesce ad alzare il capo per guardarlo dal basso, ha il naso arrossato per il contatto ruvido contro la stoffa del cardigan del ragazzo, che rompe subito il contatto, posando le mani sulle sue spalle, “Scusa, è che mi mancherai.” ammette un po’ imbarazzato, assicurandosi che non ci sia nessuno all’orizzonte.

“Anche tu mi mancherai.” i capelli di Tonks si colorano di un intenso giallo, assomigliano molto alla sfumatura dei limoni e lui si rilassa: gli pesa l’idea di non poter più osservare arcobaleni tutti i giorni, ma trattiene quel pensiero e si limita a sorridere “Però devi andare in Romania.” gli ricorda, ondulando sulle punte dei piedi e tenendo strette le mani dietro la schiena, “Ci sono i draghi e la probabilità che tu sia in grado di trovare l'anima gemella è davvero molto alta.” sottolinea con malizia, memore delle lunghe conversazioni che hanno portato avanti da quando hanno quindici anni.

“Dora, sai perfettamente che non è una specie esistente.” gli dice divertito, “Non credo che sarò mai in grado di trovarla.”

La giovane scuote il capo: è allucinante quanto Charlie creda poco alle cose delle volte, allucinante che non pensi di avere una possibilità. Forse, immagina, è che ha sempre avuto la testa piena di sogni che non s’è mai concentrato sull’eventualità di trovare l’anima gemella, nonostante sia scolpita sul suo corpo con colori tanto vividi. Ha accarezzato quel drago una volta: persi in un momento di intimità nella Stanza della Necessità, Charlie le ha permesso di sfiorare quel segno e di studiarlo a suo piacimento per qualche minuto. Ha subito sentito un brivido percorrerle la schiena nell'osservare quella lingua di vipera, a riconoscere quei colori come quelli della casata dei Serpeverde, “Non dovresti darti per vinto, sono sicura che esista qualcuno per te.” 

Qualcuno?” il mago schiocca le labbra, infilando le mani nelle tasche del suo mantello perché sono diventate troppo congelate, “Nessuno potrebbe mai avere le fattezze d’un drago e allo stesso tempo essere umano, è follia.” 

“Sono abbastanza folle io.” gli ricorda, mentre le orecchie aguzze di un drago le spuntano ai lati della testa e gli sorride quieta. 

“Ma io non sono un lupo.” 

“Non parlavo necessariamente di me.” Tonks gli accarezza la guancia con fare fraterno, passa in quel contatto tanto di quello che hanno vissuto negli anni dentro la scuola, tanto di quello che hanno provato l’uno per l’altro, “Però non precluderti la felicità solo perché credi che una cosa non possa esistere, Charlie, hai o non hai davanti la prova vivente che tutto è un po’ possibile?” 

 

🐉

 

Non è la prima volta che Charlie posa gli occhi su Lucius Malfoy, ma la sensazione che sente al petto, seppur più maturata, rimane comunque di disgusto: possibile che in tanti anni non sia mai cambiato di una virgola? Ci rivede la stessa serietà e cattiveria, come se fosse nato dal veleno. E al suo lato, tutto impettito se ne sta il figlio: copia alla perfezione la stessa smorfia del padre, curandosi di non mostrare altro che odio. 

Il problema è che Charlie continua a provare nei suoi confronti qualcosa che si allontana completamente dal disgusto, prende la direzione opposta. Potrebbe essere pena, ma non è sicuro di poter dare un nome al sentimento che gli fa battere il cuore e gli suggerisce di scendere quei pochi scalini che li separano per abbracciarlo e dargli un amore che, evidentemente, suo padre non elargisce. Ha sempre due grandi occhi grigi, un tempo pieni di vita, ora sembrano essere spenti come la brace di una fiamma morta. 

Non si muove, dimentica perfino della presenza di Lucius e guarda Draco: sa che non può avvicinarsi, che la risposta sia fisica che verbale potrebbe ferire il suo cuore tanto quanto una lama conficcata nella pelle, “Charlie, dobbiamo continuare a salire su.” lo esorta Ron con l’espressione imbronciata e le mani nelle tasche dei pantaloni larghi. Si decide a liberare la via allora, dirigendosi nella direzione opposta del Serpeverde, ma ha come l’impressione di sentirsi addosso gli occhi di qualcuno che agisce come nell’ombra. 

Sono di Draco, che per un attimo sembra aver respirato una vita diversa: deve essere il fatto di aver intravisto una faccia nuova, una sfumatura nuova – l’ennesimo fratello Weasley, quello più alto di tutti, con le spalle larghe e il portamento di un adulto gli ha regalato qualcosa che non sente da troppo tempo, l’emozione di essere libero. Devono essere i capelli lunghi raccolti in un codino, la cicatrice che gli dipinge la guancia sinistra, la barba appena appena accennata sul mento: gli è sembrato che non gli importasse di niente, che non appartenesse a quel mondo e che davvero non fosse lì. Si chiede, seguendo la schiena dritta e rigida di suo padre, fin dove si possano spingere i pensieri di Charlie Weasley, se mai lui potrebbe essere in grado di sentirsi così senza freni, se mai.

 

🐉

 

“Ho conosciuto un uomo.” Tonks si stringe nelle spalle, sussurrando quelle parole con una certa fretta, per paura di essere sentita dalla signora Weasley, “Credo sia lui, quello che sto aspettando da tutta la vita, fatto proprio per me.” 

Charlie alza gli occhi dal suo bicchiere di vetro, non pensa più all’ultimo sorso che voleva bere, ma guarda l’amica con tutta la felicità possibile – potrebbe far cadere il cristallo dalla mano per la sorpresa, ma ha ancora paura delle grida della madre, “Congratulazioni, Dora, è una… Una notizia fantastica.” le dice, abbracciandola d’istinto come ha fatto tante volte, incastrando il mento nell’incavo del suo collo. 

“È davvero un lupo, per la cronaca.” gli confessa all’orecchio, “Vedi che anche le cose che sembrano impossibili alla fine si avverano?”

Dora… ” ha tutta l’intenzione di fermarla, così stanco di sbattere la testa sull’argomento. Tornare a casa per il Natale è sempre ciò che lo rende felice, ma che allo stesso tempo lo prosciuga di energie: sua madre, Ginny e persino Arthur se ne stanno sempre a chiedere se là, in quella terra desolata della Romania, ha finalmente trovato la sua anima gemella. No, non esiste nessuno simile al segno che ha sulla pelle.

“Charlie, devi solo avere un po’ pazienza.” lo interrompe invece lei, l’indice che gli tocca il naso con dei movimento veloci, “Se c’è qualcuno che può trovare un drago sei tu.” gli ricorda poi affettuosamente, “Non vedo l’ora di vedere la tua faccia il giorno che mi dirai che l’hai trovato.” 

 

 🐉

 

Disperso per le macerie del castello, Charlie non sa più in che direzione andare. Se a destra, sinistra o se decidere finalmente che di quella vita non ne può più e buttarsi giù. Poi si ricorda che non ne ha il diritto, che troppa gente quella notte ha perso la vita – Fred, Lupin, Tonks. Sono ferite indelebili che non vanno via, come il sangue e la polvere che ha tra le mani: non si cancellano, per quanto disperatamente abbia provato a sfregarli via. 

Si ferma, si pianta a guardare l’alba che sale da dietro le colline intorno al Lago Nero con l’amaro in bocca: non c’è più nulla da vedere, pensa, nulla di cui Tonks possa gioire, perché se anche trovasse l'anima gemella non potrebbe dirglielo, non potrebbe vedere i suoi capelli che si tingono di un vivace giallo limone – è sempre stato il colore preferito della giovane, le dava l’aria di poter essere vista un po’ più degli altri. 

 

🐉

 

Non crede davvero di essere vivo. Vivo vuol dire ben altro che fuggire dalla menzogna che ha sempre percepito come quotidianità, vuol dire essere libero, iniziare a camminare con i propri passi, scegliere per sé stesso. Narcissa glielo consiglia sempre, tenendo le labbra strette in un sorriso teso ogni volta che Lucius prova a dire la sua. 

Draco non lo ascolta più, ha improvvisamente smesso di vedere il padre come il modello da seguire, improvvisamente smesso di ignorare tutto quello che ha sempre nascosto sotto il vestito d’alta moda, i capelli ben pettinati, la smorfia di superiorità. C’è un ragazzo lì sotto, che ha tutte le ragioni per odiare quello che il suo nome è diventato, tutte le ragioni per voler sparire e ricominciare. 

Solo che per ricominciare deve capire dove partire: lo comprende un giorno, slacciandosi il colletto della camicia appena stirata e facendo cadere gli occhi su quel segno che per anni ha fatto finta di non vedere; ha le sembianze di un drago, reso così splendente dai colori rosso e oro che tanto disprezza e, ad un occhio più attento, non è difficile scorgere anche un piccolo boccino posto proprio vicino alla zampa destra, lasciata a mezz’aria, come se stesse cercando di prenderlo. 

Draco sa che da qualche parte nel mondo qualcuno lo sta aspettando, forse lo ha aspettato così tanto tempo che ha perfino smesso di crederci, ma gli piace immaginare una vita in cui c’è davvero un pizzico d’amore, c’è davvero un colore, un sorriso, c’è davvero l’aria di libertà e  di vita. 

 

🐉

 

È una domenica d’aprile quando il mondo si stravolge: Charlie non crede di aver mai respirato un’aria del genere, è come se stesse volando. Precisamente, è come se si trovasse in groppa ad un drago in Romania e non in Inghilterra per una vacanza, “So che magari non ti ricorderai di me.” il ragazzo biondo che gli si è piantato davanti nel mezzo di Diagon Alley continua a parlare, non si rende conto dell’attacco di panico che l'altro sta avendo. Come diavolo si respira? Come ha fatto a dimenticarsi di un atto tanto semplice?

Rimane a guardarlo, le mani nelle tasche del mantello e lo sguardo che cade proprio negli occhi grigi: li ha sognati, non spesso, ma abbastanza da riconoscerli, “Sì, sì mi ricordo.” gli dice dopo un tempo che è sembrato infinito – deve sembrare così sciocco, stupido. 

Draco in effetti pensa sia un po’ lento, è quasi fastidioso che non abbia sciolto i suoi dubbi immediatamente, fastidioso che non abbia ancora pronunciato il suo nome. O forse è fastidiosa la sensazione che lo sguardo di Charlie gli provoca: sente di essere giudicato e allo stesso tempo ammirato, “Volevo dirti… ” accenna con una voce un po’ velenosa, stringendo il sacchetto di carta che tiene tra le mani – maledetto il fatto di aver avuto bisogno di un libro al Ghirigoro, maledetto il suo cuore che gli ha imposto di fermare Charlie Weasley, “No, è solo che… ” tentenna, senza sapere che dire a quel punto. 

Lo so.” gli risponde l’altro, perché a volte i silenzi sono molto più pieni di quanto uno vorrebbe, perché a volte basta uno sguardo o un battito più accelerato, “Ti va di prendere qualcosa da bere?”

 

🐉
 

“Ho scelto te perché sei te, perché ogni volta che ti guardo il mio cuore fa i salti mortali, perché non c'è niente che mi fa sentire davvero me stesso quanto il tuo tocco, la tua presenza, la tua risata.” Charlie sta urlando, Draco si stupisce che sia in grado di alzare la voce e non sa bene come comportarsi, "Ho scelto te perché tu hai scelto me tempo fa, ho scelto te perché non c'è nessun altro al mondo che potrebbe esserti simile, che possa cambiare il mio mondo con un sussurro, ho scelto te e basta, ho scelto te e sceglierei sempre te.”

Cala il silenzio, è così teso che al Serpeverde viene da vomitare e per la prima volta non osa alzare lo sguardo, “E vorrei sapere se anche tu… ” Charlie si morde il labbro, passandosi una mano nei lunghi capelli rossastri, “Se mi scegli ancora, se vorrai scegliermi sempre.” 

L’unica risposta che riceve sono le labbra fredde di Draco contro le sue, sono una rassicurazione pungente e gli provocano un dolore al petto. Crede che l’unica medicina sia buttarsi ancora di più in quel contatto così fragile, così arrabbiato, così impossibile, anche se è allo stesso tempo ciò che il destino ha scelto. Che Charlie sia di Draco, che Draco sia di Charlie. Solo che è devastante, perché ci sono volte che pensano di appartenersi anche al di là di quello, sono sicuri del fatto che si sarebbero scelti anche in un mondo completamente diverso.

 

🐉

 

“Charlie, devi solo avere un po’ pazienza, se c’è qualcuno che può trovare un drago sei tu.”

 

Draco Malfoy è tante cose: è un broncio infastidito la mattina perché la luce che entra dalle finestre è troppo fastidiosa, è un brivido di freddo quando si toglie le coperte, è un sorriso nascosto quando due braccia lo vengono a scaldare, un labbro che viene morsicato nel momento in cui caldi baci si posano sul suo petto e percorrono il perimetro del segno rossastro sulla pelle, è un insieme di urla sconnesse se le cose non vanno come vorrebbe, è una risata, un commento ironico, un colore, un sospiro, una vita, un amore. 

Charlie potrebbe andare avanti ancora e ancora, riempire pergamene su pergamene su cosa il suo compagno precisamente sia e non si stancherebbe mai. O forse, non potrebbe mai finire: Draco è qualcosa che continua a scoprire ogni giorno.

Tonks ha sempre avuto ragione, ci pensa spesso e lo fa anche adesso, appoggiandosi allo stipite della porta per osservare il Serpeverde che si sistema la cravatta: solo lui sarebbe stato in grado di trovare un drago del genere, che ha tutto l’aspetto di un uomo e una lingua tagliente come quella di una vipera. Solo lui avrebbe saputo addomesticarlo, curarlo, amarlo, “Perché mi fissi?” gli chiede il più giovane mezzo infastidito, guardandolo nel riflesso dello specchio, “Sai che è scortese, te l’ho detto un sacco di volte.” 

“È impossibile non farlo.” Charlie sorride e Draco, per quanto provi a rimanere calmo, finisce per arrossire sulle guance ed è costretto a spostare lo sguardo da un’altra parte – è così difficile venire a patti con il fatto che esiste qualcuno in grado di domarlo, in grado di fargli provare milioni di emozioni in un minuto. Sconvolge il suo mondo, rendendolo così perfetto. 

Leccaculo.” riesce a sibilare a denti stretti.

Charlie ride, la stanza diventa persino di una nuova sfumatura – ha il colore di mille albe, mille tramonti, ma soltanto di una costellazione, quella da cui Draco ha preso il nome, “Come se non ti piacesse.” gli risponde appena ritrova un contegno, avvicinandosi e stringendolo in un abbraccio: il suo petto si accosta alla schiena del fidanzato e s’appresta a lasciargli un bacio sul lato del collo, “Come se odiassi i miei complimenti.” 

“Sai benissimo che li odio.” 

Charlie sogghigna, “Eppure arrossisci.” gli intima, posandogli una mano sopra il cuore, “Senti come batte poi, come posso credere alle tue parole?” 

Draco si morde il labbro, imbarazzato, “Ti odio.” non è vero, sanno entrambi che quella è solo una facciata, che l'odio non è più qualcosa che il Serpeverde prova da tanti anni, l'unica emozione negativa rimasta è un placido risentimento nei confronti di Lucius che lo osserva con disgusto ogni volta che si recano insieme a Villa Malfoy per incontrare Narcissa. Ogni volta che si prendono per mano e gli sbattono in faccia quella felicità lampante. È normale che non capisca, persino Draco a volte non comprende come sia riuscito ad essere così fortunato da essere amato da un Weasley, così fortunato da essere nato in un mondo in cui la sua anima gemella è proprio Charlie, così fortunato che lo ami e che glielo ripeta sempre, anche quando gli dice che lo odia, Ti amo anche io, Draco.”

 

Per la misericordia divina, che cosa è questa storia? Ho appena finito di scriverla e non so dire ancora se questa coppia mi affascina o mi disgusta: sono straordinari. Charlie e Draco sono così diversi, per questo quando nel "Gioco di Scrittura" su "Caffè e calderotti" mi è capitata una Soulmate!Au con loro due mi si è fermato il cuore. Però era davvero un'occasione imperdibile e ammetto di essermi anche divertita! Mi spiace di aver utilizzato un po' troppo Ninfadora forse, ma era per cercare di sentirmi più tranquilla. Credo che il suo personaggio dia equilibrio alla storia alla fine. Inoltre, da quando ho scoperto le Charlie/Tonks, non posso metterli un po' dovunque, è proprio impellente che ci siano. 
Mi limito a lasciare ancora qualche piccola nota, così da chiarire i possibili dubbi: il segno di Charlie non può che essere un drago verde e argento con lingua di serpe perché rappresenta Draco (il cui nome proviene dalla costellazione Draconian) e, viceversa, il segno su Draco è un drago rosso e oro che cerca di catturare un boccino, poiché racchiude la maggior parte delle passioni di Charlie. In fondo sono carini, no? 
So di non essermi soffermata tanto sul rapporto che cresce, ma ci immagino tante liti, tante pause, tanti ritorni: non sono due persone semplici, hanno entrambi esigenze difficili e storie complicate alle spalle, uno più dell'altro. Provengono da due famiglie che si odiano e il loro rapporto all'inizio può essere vacilante, ma se sono stati scelti, deve esserci un motivo. 
Concludo, sto scendendo nel ridicolo. Ringrazio chi è arrivato fin qui, se ci siete arrivati, 
Sia 
   
 
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