Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: inzaghina    10/10/2020    3 recensioni
A un anno dalla notte che ha sconvolto le loro vite, Lucas e Sophie devono venire a patti con il sentimento che gli unisce, vincendo il rimorso che li accompagna da quella sera maledetta.
[Storia Partecipante al Contest "Seasons Die One After Another II edizione" di Laila_Dahl sul forum di Efp]
[Questa storia è candidata agli "Oscar della Penna 2022" indetti sul forum Ferisce più la penna]
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Universitario
- Questa storia fa parte della serie 'Brooklyn Tales'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
[Storia Partecipante al Contest "Seasons Die One After Another II edizione" di Laila_Dahl sul forum di Efp, utilizzando il pacchetto: Margherita (Romantico/Laghetto)]
 
 
 
Il momento giusto
 
 
"Can't I just turn back the clock?
Forgive my sins
I just wanna roll my sleeves up
And start again"


I colori del volantino la infastidiscono, eppure non riesce a smettere di fissarlo, ricalcando i nomi di Madeline e di Oliver con la punta dell’indice smaltato del medesimo blu scuro che colora lo sfondo del cartoncino. Si sente giudicata da quel quadrato di carta il cui peso si è fatto via via più pesante nella sua tasca, con il progredire della giornata, fino a diventare insopportabile nel momento in cui si è chiusa la porta della propria camera alle spalle.
 
“Hai notato che i volantini creati dal presidente del corpo studentesco sono sempre identici?”
“Non ci avevo fatto caso, Maddy…”
“Come se tutti gli studenti di questa scuola fossero stati creati con lo stampino, fieri di essere parte della grande famiglia che è la Stuyvesant high school¹.”
“Secondo me sono semplicemente troppo pigri per creare un layout diverso per i numerosi volantini che devono stampare.”
“Forse, ma quanto sarà mai difficile cambiare un po’ i colori? Per lo meno quando non si tratta di semplici eventi studenteschi?”
“Magari dovresti candidarti come presidente l’anno prossimo…”
“Mhmm, sai che hai ragione, Soph? Ma solo se tu prometti che sarai la mia vice!”

 
Le sembra incredibile ricordare così perfettamente le parole di Maddy, il suo sopracciglio inarcato e quel sorriso contagioso che le manca ogni santo giorno, è passato ben più di un anno da quello scambio di battute, avvenuto un giovedì qualunque — eppure Sophie si aspetta sempre di vederla apparire in mezzo al corridoio, bussare alla sua porta di casa, o partecipare agli allenamenti di nuoto. Nel frattempo il presidente è cambiato, ma i volantini hanno continuato a essere identici: sfondo blu notte, scritte rosse e bianche, nel pieno rispetto dei colori che caratterizzano la scuola a cui Sophie e Madeline erano state ammesse a seguito di esami estenuanti e faticosi.
“Non ci ho nemmeno pensato a candidarmi senza te, Maddy… dovevo essere il tuo vice,” mormora Sophie, lasciando che lo sguardo ricada sulla foto incorniciata che troneggia sulla scrivania, scattata l’estate precedente al North-South Lake², durante il ritiro estivo della squadra di nuoto. Quest’anno si è rifiutata categoricamente di partecipare alla settimana di allenamenti nel luogo in cui ha tanti, troppi, ricordi con Maddy; il coach lo ha capito, ancor prima di leggere la giustificazione firmata da sua madre — eppure Sophie sa che, prima o poi, dovrà fare i conti con quel luogo che ha sempre amato, decidersi a ritornarci e rivivere i bei momenti passati, ma il momento giusto non è ancora arrivato. Un’occhiata veloce all’orologio le ricorda che è quasi ora di prepararsi, che Riley dovrebbe raggiungerla tra una manciata di minuti e che Mike e Lucas hanno promesso di arrivare in tempo per partire insieme a loro per recarsi alla veglia.
Prende un profondo respiro, consapevole che non potrebbe mai affrontare questa serata senza averli accanto.
 
*
 
"You see my world is spinning like there's nothing to know
You see my world is feeling like it just might explode
And yes I know it's hard to take it backwards from my mind
I need to get a ride, need to see some light come in"


Alla fine ha scelto di indossare un maglione verde giada, un delle sfumature preferita di Maddy, sopra ai jeans scuri e alle sue adorate Converse rosse, afferra il giubbotto di pelle e una sciarpa leggera, perché il clima di a New York ottobre regala sempre sorprese inaspettate. Fino all’anno precedente, questo era uno dei suoi mesi preferiti in assoluto: quello del suo compleanno, della festa di Halloween e dell’Homecoming — proprio quello stesso avvenimento che ha finito con il rivoluzionare la sua vita per sempre, trasformandola nell’ombra della ragazza che era stata.
Quando scende al piano inferiore, trova sua madre che apre alla porta a Riley, lasciandole intravedere la jeep grigia di suo fratello che risale il vialetto: segno che anche Mike e Luke stanno per raggiungerla. L’amica la saluta con un abbraccio profumato di vaniglia e spezie e Sophie, che ha passato la giornata imponendosi di essere forte, sente la propria facciata stoica iniziare a creparsi.
“Non so nemmeno se il mio mascara è waterproof,” si lamenta con Riley.
“Ci penseremo tra un attimo,” la rassicura l’altra, prolungando il loro contatto per qualche istante supplementare, cercando di infonderle la forza di affrontare quello che l’aspetta.
Poi un vociare le distrae: la madre di Sophie sta abbracciando il figlio maggiore, sostenendo che sia cresciuto dall’ultima volta che lo ha visto, tre settimane prima, Mike insiste che non sia affatto possibile, visto che la mensa universitaria non è per nulla paragonabile alla cucina di casa.
Le iridi smeraldine di Sophie però, sono attratte dalla persona che ha fatto il suo ingresso insieme a Mike, rimasto in silenzio alle spalle dell’amico di una vita, intento a ricambiare lo sguardo malinconico della ragazza — inconsapevole che la sua mera presenza abbia fatto accelerare i battiti del cuore di Sophie. La gioia di rivedere colui che, lentamente ma inesorabilmente, ha iniziato a occupare la maggior parte dei pensieri di Sophie, è presto fagocitata dal senso di colpa, fedele, e al tempo stesso sgradevole, compagno di ogni giorno da quel maledetto sabato dell’anno precedente. Abbassa colpevole gli occhi, tentando di ingoiare i rimorsi con cui fatica a venire a patti — ignara che quel suo comportamento stia provocando un’infinità di domande nel ragazzo che continua a guardarla in silenzio. Non si vedono da tre settimane e Sophie è cosciente di come le cose siano rimaste in sospeso tra di loro, dopo la partenza di Luke per l’università, si sono ripromessi di trovare un momento per parlare durante il weekend, ma al momento Sophie vuole concentrarsi solo sull’onorare la memoria di Maddy e Ollie.
 
Un paio d’ore dopo sta ascoltando le parole della madre di Maddy, riflettendo su quanto effimera sia la vita: un attimo prima stai raccontando alla tua migliore amica che Lucas Evans ti ha baciata all’Homecoming e quello successivo ti risvegli in un letto di ospedale con ferite multiple e il mondo come lo conoscevi cancellato per sempre. Guarda le lacrime imperlare gli occhi di coloro che la circondano e vorrebbe urlare a tutti quanti di smetterla, perché il dolore della perdita è qualcosa di privato, che riguarda solo le famiglie di Maddy e Ollie, oltre agli amici più cari che i due ragazzi avevano. Sospira, perché molto probabilmente Maddy avrebbe detestato tutto quanto e avrebbero passato la serata a commentare la falsità di tanti compagni di scuola; le braccia che ha tenuto conserte, come a farsi scudo dal resto dei presenti, le formicolano per la forza della presa e Sophie percepisce il bisogno del contatto fisico con qualcuno. Lascia cadere la mano destra lungo il fianco e sente le dita di Luke intrecciarsi immediatamente alle proprie, come se avesse capito subito la ragione del suo movimento repentino, si arrischia a lanciargli un’occhiata in tralice e non è stupita di specchiarsi nel medesimo dolore che alberga nei propri occhi. Lui sa cos’ha vissuto Sophie quella maledetta notte: è l’unica altra persona a conoscere l’entità del vuoto che attanaglia le sue viscere e la sensazione sbagliata che prova ogni volta che la vita le offre una ragione per sorridere — sono sopravvissuti, mentre Maddy e Ollie non hanno avuto la stessa fortuna. Sophie si domanda quasi ogni giorno perché Il Destino abbia scelto di salvare proprio loro due, consapevole che una risposta non ci sia, ma al tempo stesso incapace di accettare la fuggevolezza della vita. Ancora una volta, sente il proprio cuore battere forsennatamente, ma la stretta di Lucas è calda, e rassicurante, e Sophie non ha alcuna intenzione di rinunciare a quel contatto: la sua ancora di salvezza in quel momento così difficile. Non c'è bisogno di parole tra loro, basta uno sguardo per capire che entrambi stanno lottando con gli stessi demoni e che, solo insieme, possono sperare di superarli.
 
*
 
"But I promise that we're gonna make it somehow
I'm all in, it's from the heart again
Open up your mind and maybe we could start again"



La mattina successiva sta facendo colazione con Mike, quando suonano alla porta, e il fratello si alza per poi riapparire con Lucas alle calcagna.
“Scusate se non vi ho avvisato, ma i miei sono andati alla partita di lacrosse di Danny e io non me la sentivo proprio…”
“Hai fatto benissimo,” lo rassicura Mike, assestandogli una pacca sulle spalle.
“Hai già fatto colazione?”
Luke scuote la testa e Sophie si alza per recuperargli un piatto e impilarci quattro pancake, prima di posarglielo davanti, e porgergli anche una tazza e un bicchiere. La colazione scorre tra chiacchiere insignificanti, fino a che Mike non si alza per mettere i piatti in lavastoviglie e dichiara di avere appuntamento per un caffè con un’amica, il ghigno che piega le sue labbra porta la sorella a roteare gli occhi, facendole perdere il cenno d’intesa tra i due amici, prima che Mike sparisca al piano superiore per cambiarsi.
Rimasti soli, consapevole che i genitori saranno fuori per il resto del giorno, Sophie è indecisa sul da farsi e stringe la tazza di caffè tra le mani osservandone il liquido scuro alla ricerca della risposta a una domanda che non è nemmeno sicura di voler porre.
“Speravo che avessimo superato questa fase,” borbotta Luke, dopo che il silenzio tra loro si è dilatato come una di quelle bolle di sapone che hanno affascinato Sophie fin dall'infanzia.
“Quale fase?”
“Quella dei silenzi imbarazzanti,” chiarisce, scrutandola con quegli occhi plumbei che sono lo specchio del cielo di quel sabato.
“Non sono in imbarazzo,” risponde quindi Sophie, battendo lentamente le palpebre.
“Ma?”
“Non so bene come iniziare il discorso e speravo che se fossi stata zitta abbastanza a lungo lo avresti fatto tu,” ammette infine, mordicchiandosi il labbro inferiore.
“Quindi abbiamo un discorso in sospeso?” mormora il ragazzo, grattandosi il mento coperto dalla barba di tre giorni.
“Beh, eri stato tu stesso a dirlo l’ultima volta che ci siamo visti, ma… tre settimane sono tante e magari le cose sono cambiate e non te ne farei una colpa, del resto ci siamo solo baciati qualche volta e non è che io mi aspettassi nulla da te…” Luke appoggia l’indice sulle labbra di Sophie, riflettendo solo in un secondo momento che forse avrebbe fatto meglio a posarvici direttamente le labbra per darsi l'occasione di riassaporarle con calma, visto che è tre settimane che non la bacia e dovrebbe sfruttare ogni attimo.
“Ti prendevo in giro, Soph,” la rassicura quindi, afferrando una ciocca dei suoi capelli e sfiorando la sua guancia con l’altra mano.
“Non è il momento più adatto, Luke,” ribatte, arrossendo per il soprannome che ha utilizzato e trovandosi a ricambiare con lo stesso tipo di vezzeggiativo.
“Tu mi piaci,” dichiara quindi Lucas, scegliendo di essere completamente onesto, “non so dirti dove questo ci porterà e mi rendo conto che la situazione non è delle più semplici, tra la mia partenza per l’università e tu che devi concentrarti sull'ultimo anno di liceo, senza contare che stiamo entrambi cercando di fare a patti con il passato traumatico che condividiamo, ma non mi sono mai piaciute le cose semplici e so che lo rimpiangerei se non decidessi di darci una possibilità…”
Sophie ha desiderato di sentirgli pronunciare una dichiarazione simile sin dal momento in cui si sono rivisti in agosto, alla festa di fine estate a casa di Jake, ciononostante rimane in un silenzio scioccato, dal quale ci mette più del dovuto a riprendersi.
“Ti ho spaventata?” domanda Lucas, scegliendo di afferrare la sua mano.
La ragazza scuote la testa. “No, è da settimane che speravo di sentirti dire qualcosa di simile, ma devo dire che la realtà sembra aver superato il sogno in questo caso…”
I loro sguardi s’incatenano l’uno all’altro, prima che Luke prenda coraggio e decida di sfiorare le labbra di Sophie nel bacio agognato da entrambi; le labbra del ragazzo sono screpolate, contro quelle morbide di Sophie, il sapore della colazione che hanno consumato insieme lenisce almeno in parte il dolore che i due ragazzi condividono e Sophie percepisce una lacrima solitaria scivolarle lungo la guancia.
“Scusami,” mormora poi contro il sorriso di Luke.
“E perché?”
“Non vorrei che tu possa pensare che piango per la tristezza, cioè ovviamente sono triste per il primo anniversario della morte di Maddy e Ollie, ma questa è una lacrima di gioia per il momento che stiamo vivendo io e te… le tue parole e il tuo bacio erano proprio ciò di cui avevo bisogno e non mi interessa se sarà difficile, perché sono convinta che ne varrà la pena,” gli dice, prima di schiudere nuovamente la propria bocca su quella di lui in un bacio che suggella un nuovo inizio per due ragazzi che hanno già sofferto troppo.
“Potresti considerarmi sfacciato, ma che cosa ne diresti di organizzare il nostro primo appuntamento, oggi?”
“Direi che dobbiamo sfruttare ogni attimo…”
 
Così Lucas e Sophie si trovano a passare la giornata insieme, esplorando il molo di Coney Island e la zona antistante a esso nella mattinata grigia, per poi concedersi un hamburger da asporto seduti sulla spiaggia quasi deserta — nonostante sia sabato.
“Questi hamburger sono i più buoni del mondo,” sentenzia Luke.
“È molto probabile, sì,” annuisce Sophie, intingendo una patatina nella salsa segreta del diner in cui hanno acquistato il pranzo.
Quando finiscono di pranzare, ricominciano a camminare mano nella mano raccontandosi delle prime settimane di scuola e dei progetti per il futuro; arrivano al mercato comunale e decidono di avventurarsi tra le bancarelle, continuando a parlare a ruota libera, approfondendo la conoscenza l’una dell’altro. Gli occhi di Sophie vengono attirati dal banco di fiori in cui è sempre stata solita acquistare i regali a sua madre e Lucas insiste per comprarle una mazzo di margherite — meravigliandosi di aver azzeccato al primo tentativo quali fossero i suoi fiori preferiti.
“Te l’ha detto Mike?” domanda Sophie, alternando occhiate tra il bouquet stretto nella propria mano e il ragazzo al suo fianco.
“Credi forse che tuo fratello si interessi di simili argomenti?” ribatte Lucas, baciandola velocemente sulle labbra.
“Mhmm, no… in effetti lo dubito.”
“Sono stato fortunato,” ammette poi, “anche se ti svelerò che il tuo sguardo continuava a posarsi su di loro, quindi mi hai facilitato di molto il compito…”
Sophie sorride, stupendosi nel sentire il rimorso affievolirsi leggermente, come la risacca mattutina, mettendosi in punta di piedi per baciare Lucas — in mezzo a uno dei mercati più caotici della città.
“Parlando di mio fratello,” aggiunge poi a fior di labbra, “come credi che la prenderà?”
“Intendi la storia tra noi?”
Sophie annuisce, tormentandosi il labbro inferiore.
“In realtà gliene ho già accennato qualche settimana fa, spiegandogli che avevo intenzione di parlare con te e vedere se c’era qualche possibilità per noi due…”
“Sai, in passato era costume richiedere il permesso ai genitori e non ai fratelli rompiscatole come il mio!” bofonchia Sophie, aggrottando le sopracciglia
“Io e Mike siamo come fratelli, non avrei potuto tenerlo all'oscuro.”
“Lo so,” ammette Sophie, prima che un pensiero la sorprenda, “vuoi dirmi che è per questo motivo che se n’è misteriosamente andato stamattina?”
Lucas annuisce, passandosi una mano tra i capelli arruffati.
“Così ora penserà che lo dobbiamo anche ringraziare, il nostro Cupido da quattro soldi!” esclama Sophie, sollevando gli angoli della bocca in un sorriso sincero che le illumina tutto il viso.
“Non dobbiamo dirglielo proprio subito, comunque,” sussurra Luke.
“Giusto, si monterebbe ancor di più la testa…”
 
Le loro dita si cercano, e si trovano, rimanendo intrecciate per il resto di quella che sarà una giornata che rimarrà scolpita nella loro mente negli anni a venire e getterà le basi per un futuro tutto da scrivere. Ritorneranno anche i momenti bui, che si alterneranno a giornate in cui la felicità riuscirà a farsi strada tra le cicatrici che solcano l'anima di Lucas e Sophie. Non c'è alcun bisogno di specificare che il dolore che li ha uniti sarà sempre parte di loro, anche quando gli anni passeranno e le tracce della presenza di Maddy e Ollie si faranno sempre più sbiadite. Non si giurano che faranno del proprio meglio per vivere la loro vita al massimo, facendolo anche per i due amici che hanno perso, perchè sarebbe del tutto superfluo. Scelgono semplicemente di promettersi di esserci l'una per l'altro e di non rinunciare a farlo nemmeno quando il gioco si farà più duro — perchè sarà in quei momenti che la voglia di abbandonarsi alla malinconia sarà più forte.
 
"Ancora non mi sembra possibile," confessa Lucas, quando i due hanno ormai fatto ritorno a casa di Sophie.
"Che cosa?"
"Questa giornata, le parole che ci siamo detti... noi..."
"Vorrà dire che domani mi toccherà rinfrescarti la memoria, Evans," ribatte Sophie, sfiorandogli le labbra un'ultima volta, prima di aprire la porta di casa e trascinarlo dentro con sé.  
*
"I feel like everything I've done before is different now
But I can see clearer than ever from a distance now
[...]
You gave me the world, so I feel I owed you"



 
Il cielo è di un intenso blu fiordaliso e Sophie si ritrova a strizzare gli occhi osservandolo la mattina del 10 aprile successivo: è il diciannovesimo compleanno di Lucas e i ragazzi hanno deciso di celebrarlo passando un paio di giorni al North-South Lake — nonostante Sophie ci abbia rimuginato per giorni, prima di acconsentire. Quando raggiungono la meta, il sole è quasi alto nel cielo e si riflette sulla superficie limpida dello specchio d’acqua, creando giochi di luce ipnotici.
Sophie stringe tra le mani una singola margherita, che Lucas le ha portato per celebrare i loro sei mesi insieme, sorprendendola con la semplicità di un gesto, che per Sophie vale molto di più di un regalo costoso.
“Grazie di aver insistito,” sussurra, baciando le labbra del fidanzato.
“L’ho fatto solo perché mi sembrava che ormai fossi pronta a tornare in questo posto…”
Sophie annuisce. “L’hai capito prima di me,” commenta, lasciando che lo sguardo si perda lungo la calma distesa d’acqua.
“Credo che negli ultimi mesi abbiamo imparato entrambi a conoscerci, ma, soprattutto, abbiamo capito come starci accanto nei momenti difficili.”
“Non voglio ricordare questo weekend con tristezza e so che Maddy mi prenderebbe a calci nel sedere se lo rovinassi con ricordi strappalacrime…”
“Raccontandomi del vostro passato non potresti mai rovinare il weekend, Soph,” la rassicura Lucas, dopo che hanno raggiunto una piccola spiaggia e si sono seduti.
“Lo so, però voglio che questo sia un weekend dedicato solo al tuo compleanno e a noi due… avremo tempo di ritornare e ricordare Maddy e Ollie, ma non questa volta,” mormora con risolutezza.
“Se questo è quello che desideri, per me va benissimo. Non ero mai stato qui, ma mi sembra un posto meraviglioso e sarebbe piacevole tornarci…”
Sophie appoggia la testa sulla spalla del ragazzo, tracciando complicati arabeschi sulla sabbia. “Potremmo anche tornarci ogni anno per il tuo compleanno, so bene quanto tu ami il lago e questo potrebbe diventare il nostro posto.”
“Mi piacerebbe tantissimo, Soph, ” bisbiglia Lucas tra i capelli biondi della ragazza, mossi dalla dolce brezza del lago.
“Allora è deciso,” sorride lei, voltandosi nel suo abbraccio per baciarlo dolcemente: un bacio che profuma del suo shampoo alla vaniglia e lavanda e del cocco del suo lucidalabbra, che Luke sopporta a stento perché gli lascia le labbra appiccicaticce, ma a cui la ragazza non rinuncerebbe mai.
“Ti amo,” dichiara Lucas, liberando le labbra di Sophie e scrutandola intensamente; è la prima volta che glielo dice e avrebbe voluto farlo quella sera a cena, a lume di candela, ma non poteva aspettare oltre — era finalmente il momento giusto e lui aveva tergiversato anche troppo.
“Ti amo anche io,” ribatte svelta Sophie, convinta che il cuore stia per balzarle fuori dal petto per la gioia.
La dichiarazione dei ragazzi viene suggellata da una serie di baci sempre più appassionati, di cui le acque del lago e la margherita posata ai loro piedi, in quel martedì di aprile, sono le uniche spettatrici. La strada per la guarigione potrebbe incontrare altre battute d'arresto, ma il loro sentimento è riuscito a iniziare a lenire le loro cicatrici e a far aprire entrambi alla seconda possibilità che è stata loro concessa.



"Start again" One Republic




¹ La Stuyvesant High School è una scuola secondaria di New York, specializzata nelle materie scientifiche; fondata nel 1904 nell'East Village di Manhattan, si è spostata nel 1992 in un nuovo edificio, nella Battery Park City, i colori della scuola sono il rosso, il blu e il bianco. [Fonte Wikipedia]
² Si tratta di un lago della superficie di 4,4 km² situato nella Riserva della foresta di Catskill nelle vicinanze di Palenville, nello stato di New York.
 
Nota dell’autrice:
Era da tanto tempo che volevo scrivere un seguito alla mia primissima storia dedicata a Lucas e Sophie e questo contest è capitato davvero a fagiolo, facendomi tornare agli albori della loro storia.
Forse il prompt del laghetto si è un po’ perso, nell’angst della prima parte della storia, ma mi auguro che il momento speciale di questi due ragazzi sia stato di vostro gradimento lo stesso.
Ringrazio Laila per aver indetto il contest, perché adoro scrivere di questi personaggi a cui tengo così tanto.

 
 
 
   
 
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: inzaghina