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Autore: Il cactus infelice    11/10/2020    7 recensioni
Estate 2020. Il riscaldamento globale colpisce non solo il mondo Babbano, ma anche quello dei Maghi. La frenesia dei social, della tecnologia, sta travolgendo anche i maghi e le streghe. Bisogna tenersi al passo coi tempi.
Ma mentre queste questioni vengono lasciate ai Babbani - che se ne intendono di più - il Mondo Magico avrà un'altra gatta da pelare.
Harry Potter si ritroverà a dover risolvere un altro mistero, forse addirittura a combattere un'altra guerra e questa volta lo riguarda molto, molto da vicino.
Tutto inizia con un ritorno inaspettato una mattina del 10 Luglio 2020.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, I Malandrini, Nimphadora Tonks, Teddy Lupin | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, James/Lily, Teddy/Victorie
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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NESSUN INDIZIO


“Quindi ora abbiamo anche un Mangiamorte tornato in vita”. 

“A quanto pare”. 

“Ottimo! Perfetto così!” L’ironia nella voce di Victoria era palpabile fin dall’altra parte dell’edificio. Non era molto contenta di quella situazione, ma non lo era nessuno dei suoi colleghi che stava lavorando al caso dei Resuscitati. L’ufficio degli Auror stava collezionando un fallimento dopo l’altro e i giornali e i social non facevano che marciarci.
Raul sbuffò. 

Sulla lavagna di sughero di Harry si era aggiunto un ulteriore nome e un’ulteriore foto. Ma era meglio che questa volta il pubblico non venisse a sapere del ritorno di Regulus. Non erano riusciti ancora a scoprire chi avesse parlato la prima volta, ma Harry aveva fatto firmare un accordo di non divulgazione a tutti coloro che sapevano di Regulus e sicuramente era pregno di qualche maledizione istantanea.
E se non fosse stato l’unico Mangiamorte tornato in vita? Era ancora uno dei buoni, ma davvero quell’incantesimo - o qualunque cosa fosse - era così intelligente da capire chi erano i buoni che potevano tornare e avere una seconda possibilità?
No, non poteva essere.
E poi il Ponte… Victoria non pensava che le cose fossero scollegate. Non c’erano indizi che unissero tutte e due le cose, ma solo la sua sensazione. Eppure, al corso per gli Auror, le avevano insegnato che alle volte fidarsi delle proprie sensazioni poteva essere utile. O salvarti la vita. 

“Che cosa pensiamo di fare?” le chiese Raul. 

La collega scrollò le spalle. “Non lo so”. 

“Siamo ancora senza tracce?”
“Torniamo sul posto dove hanno trovato Black junior”.
“Ma ci siamo già stati”. 

“Forse ci è sfuggito qualcosa”.
Raul sospirò e si alzò dalla sedia di malavoglia. Sapeva che era un giro a vuoto - come lo era stata quella missione fin dall’inizio - ma era meglio che starsene chiusi in una stanza a fingere di lavorare.


“Hai visto? I ragazzi oggi sono andati ad Hogsmeade”.

Ginny si avvicinò al marito per mettergli davanti il telefono dove c’era una foto di gruppo di James Sirius, Lily, Dominique, Lucy, Molly, Hugo e stranamente anche Rose. La fotocamera la teneva James e dopotutto l’aveva postata sul proprio profilo Instagram. 

Harry non bazzicava sui social, li evitava come la peste; i giornali parlavano già abbastanza di lui, non c’era bisogno di aggiungere altra carne sul fuoco. Ma sua moglie ogni tanto ci stava e lo aggiornava su quello che facevano i loro figli. 

Harry non aveva una particolare opinione in merito, ma almeno era un modo per sapere cosa facevano i ragazzi, soprattutto quando erano a Hogwarts.

I sabati ad Hogsmeade erano sempre doverosi, specialmente perché nel villaggio magico potevano usare i telefoni. A Hogwarts era rimasta la tradizione che gli oggetti Babbani non potevano funzionare.

“Albus non è con loro”, notò Harry.

“Probabilmente è in giro con Scorpius. Sai che quando quei due sono insieme non vedono altri”.

“Già”.

Nella foto mancava Louis ma con tutta probabilità il ragazzo era rimasto nel castello. Non amava le folle e non gli piaceva girare troppo. A volte Dominique lo portava con sé, ma non poteva fargli perennemente da baby sitter, anche lei aveva la sua vita. 

“Comunque è pronto il pranzo”.

Harry si alzò e mise a posto i piatti prima di sistemarsi accanto a Ginny per mangiare. 

“Come sta Sirius?” gli chiese la moglie.

“Credo bene. Gli ho lasciato un paio di giorni per stare con Regulus”.

“Certo che deve essere parecchio strano per lui”.

“Ne sono successe di cose strane nell’ultimo periodo”.

“A chi lo dici”.


“È passato un po’ dall’ultima volta che ci siamo visti”.

Sirius lasciò andare un leggero sospiro e si girò a fissare il soffitto della stanza di Adele. Da quella volta che lui e Harry avevano cacciato via il tizio molesto nel bar dove lavorava la ragazza si erano visti piuttosto regolarmente. Non ci avevano messo molto a passare da una frequentazione amichevole a qualcosa di più. In realtà non erano fidanzati, né stavano insieme, però a entrambi piacevano le attività da camera che facevano insieme. 

Adele non aveva mai chiesto nulla a Sirius e Sirius non pretendeva alcunché, non era sicuro di dove tutto quello li avrebbe portati né pensava di essere pronto ad addentrarsi in qualcosa di più serio. Non lo era mai stato e in questo poteva dire di essere rimasto un adolescente. D’altro canto, pure Adele gli sembrava una che prendesse quello che le capitava con molta leggerezza e senza pretendere troppo.

Gli piaceva, era una ragazza interessante - bella e intelligente, carismatica ed energica. 

“Scusa, sono stato un po’ impegnato… col lavoro, sai”.

“Non ti sto accusando. Era solo un’osservazione”.

Non poteva dirle del ritorno di suo fratello, la cosa principale che lo aveva tenuto impegnato.

“A che ora stacchi stanotte? Sempre solita ora?”

“Oh sì. E tu vedi di non ammazzarti di lavoro”, disse lei girandosi e appoggiandogli una mano sul petto e la testa sulla spalla.

Sirius doveva ammettere che gli piaceva anche quel tipo di vicinanza, più tenera e dolce.


Victoria e Raul erano tornati sul luogo del ritorno di Regulus, una strada statale che portava da Londra a Brighton.

“L’odore di zolfo c’è ancora. Lo senti che tu?” chiese Victoria al collega. 

“Oh si”, rispose il ragazzo. 

Non sapeva esattamente cosa fossero venuti a fare li, ma Victoria ci voleva andare a tutti i costi e non gli andava di lasciarla da sola. Era una delle tante regole degli Auror, ma andare da soli. 

“Stai pensando a qualcosa?” le chiese notando la sua espressione pensierosa e lo sguardo che osservava l’area con attenzione. Di solito aveva quell’espressione quando aveva qualcosa in mente o quando trovava un indizio. Victoria era molto espressiva.

“No, ed è questo che mi tormenta”, rispose lei. Odiava non avere idea di cosa stesse succedendo e quello era il caso più frustrante che avessero avuto fino ad ora. Pensare che sarebbe rimasto irrisolto la riempiva di insoddisfazione e inquietudine.

“Temo che per ora non ci sia molto da fare”. 

“Come fai a essere così tranquillo. È il caso più difficile e assurdo che abbiamo avuto fino ad ora e non abbiamo alcun indizio, se non elementi sparsi e univoci”.

“Lo so, ma arrabbiarsi a che serve? E poi, pensi davvero che un caso di questo tipo sia risolvibile in poco tempo? Sono convinto che prima o poi capiterà qualcosa, anche per sbaglio, che finalmente ci porterà su qualche strada corretta. Ma non mi aspetto di trovarlo dietro l’angolo”. 

Victoria sbuffò. Raul aveva ragione, ma non poteva fare a meno di sentirsi comunque arrabbiata e frustrata dalla situazione. Era una questione di carattere, di questo ne era consapevole, e forse doveva fare prendere esempio da Raul e cercare di pensarci meno, di essere più rilassata. 

Dopotutto non stava per crollare l’intero Mondo Magico, giusto? Giusto? 

“Dai, torniamo alla base”, disse infine. 

Nel momento in cui si Smaterializzarono, un grosso falco prese il volo dal ramo su cui era rimasto fermo tutto il tempo. 


*** 

Alla fine sono arrivata in tempo contro le mie più rosee aspettative.
E sì, ieri è stato il grande giorno. La cerimonia è stata molto bella e anche la festa dopo.
Per cui oggi ho deciso di darvi questo capitolo leggero e di passaggio. 


Vi risparmio le ciance e, come sempre, ditemi che ne pensate. Un mega bacio a tutti,

C.

   
 
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