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Autore: Elsie Haru    11/10/2020    0 recensioni
In un mondo lontano, 8 regni governano sul Grande Continente che popola il mondo di Lèsin Rove. La vita scorre serena e pacifica sul pianeta e da secoli ormai non vi sono più guerre tra i Regni e tra le razze che vivono in armonia e rispetto gli uni degli altri,ma un'ombra incombe sul futuro di Lèsin Rove. Qualcuno o qualcosa stà minacciando il futuro di Lèsin Rove e i Regni non saranno pronti ad affrontarlo,troppo adagiati sulla loro serenità e cullati dalla pace che regna potrebbero soccombere con facilità difronte ad un'attacco imprevisto. Riusciranno ad armarsi e prepararsi in tempo,prima che l'ombra li raggiunga?
Gli Eredi di Lèsin Rove è il primo di una serie di Racconti tratti da un'ambientazione da me creata e nata la bellezza di più di 20 anni fà. Il racconto Legends da me già proposto nonostante sia ambientato in un mondo differente si ricongiungerà poi nel tempo a questo che è il filone principale della narrazione.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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S'inoltrarono nella foresta dopo essersi alleggeriti dei capi pesanti indossati alla partenza. Dovunque si trovassero infatti in quel luogo faceva relativamente caldo e a Ederik tornò alla mente l'avventura vissuta sull'isola di Moran dove viveva ora il fratello Dustin.

Chissà come stava? Era da molto che non lo vedeva. Leine, sua sorella, che ora gli camminava accanto, si era recata a trovarlo la stagione passata, dichiarando che il duro lavoro di Dustin aveva fatto miracoli sull'isola devastata. Ederik lanciò un'occhiata alla sorella fasciata in una stretta mise di pelle, portava la Falce Teshy dono del Dio Seth legata sulla schiena. Aveva legato i lisci capelli rossi in una treccia e il suo viso atteggiato nella consueta maschera di freddezza era tirato più del solito.

Tempo addietro era stato Kieran ad affiancarlo mentre arrancavano stanchi e sudati nella sabbia che si stendeva per tutta l'isola di Moran. Strinse i denti al pensiero dell'amico in pericolo augurandosi di raggiungerlo in tempo. Kieran era un Cavaliere degli Dei, era forte ma erano molte ore ormai che si trovava in mano al nemico.

Dovevano salvarlo a tutti i costi, non solo per lui ma anche per Tibos, se l’Imperatore Unicorno avesse saputo della perdita di uno dei suoi Cavalieri non sarebbe stato certamente contento. Ederik allontanò il nefasto pensiero con decisione.

Non accadrà mai. Tieni duro Kieran, stiamo arrivando.

«Comincio a odiare i portali ve lo avevo mai detto?»

Alyssa con il suo consueto tono noncurante attirò l’attenzione generale mentre il gruppo rallentava il suo passo. Dinnanzi a loro si ergevano due enormi monoliti ricoperti da arbusti e muschi, un arco di pietra partiva dal centro di essi innalzandosi per svariati metri verso il cielo.

Strane incisioni runiche erano impresse lungo tutto il suo arco. Per lui risultarono incomprensibili e lo furono anche per chi di loro praticava arti magiche ed erano più esperti di lui di linguaggi,magici e non.

«Comunque non credo sia un portale Ally.»

Chantal studiò l'arco con attenzione.

«Assomiglia molto a quello che conduce a Lobor, ma come vedete non vi è nessuna barriera magica attiva all’interno di esso.»

Nami si avvicinò alla struttura.

«Dico bene Wainwrit?»

Il giovane mago le si portò accanto.

«A mio avviso hai ragione. Possiamo proseguire tranquillamente. Qualsiasi fosse l'utilizzo di questo arco,se di magia si trattava, ora è inattivo.»

Orion annuì,soddisfatto delle loro osservazioni e valutazioni.

«Potrebbe essere solo un'iscrizione d'altronde come un monito o un benvenuto per chi si addentra come noi in queste terre provenendo dal mare. Proseguiamo.» disse poi per spronare i compagni a proseguire.

Iona Theeros accanto al fratello sbirciò Orion di sottecchi ammirandolo per l'ennesima volta. Il Principe di Telnar riusciva a controllare la spedizione e loro con maestria e sicurezza, infondendo in tutti i presenti con i suoi modi fermi e decisi,calma e senso di ordine. Orion non era mai autoritario o arrogante ma si rivolgeva a loro con rispetto e educazione. Non era facile come poteva sembrare,essere a capo del loro gruppo, perché ognuno di loro era ormai abituato al proprio modo di agire e combattere ed essendo passato molto tempo dall'ultima missione collettiva era difficile collaborare all'unisono. Ormai tutti avevano preso piena consapevolezza dei loro poteri e del loro valore individuale e sottostare ad un comandante o rendere conto ad dei compagni di egual potere e valore non era cosa da poco.

«Andiamo Iona, rimani concentrata.»

Quinn che non gli si era allontanato di un passo da quando erano scesi dalla nave la esortò a proseguire afferrandole un gomito.

«Sì Quinn.»

 

Wainwrit lasciò passare i compagni per accodarsi a loro rimanendo nelle retrovie.

Aveva un buon motivo per agire in quel modo. Lui non era come Willard Weaver che oltre alla magia sapeva destreggiarsi anche con le armi, quella pratica lo lasciava del tutto disgustato. Un buon mago che si ritenesse tale non avrebbe mai dovuto ricorrere alle armi, ma Weaver non era sicuramente un buon mago o non avrebbe avuto bisogno di nient'altro per difendersi e combattere tranne che della sua magia. Essendo incapace quindi di difendersi in un corpo a corpo con un essere armato preferiva allora rimanere nelle retrovie e usare all’occorrenza la sua magia per difendersi.

La difesa personale comunque non era il solo motivo per cui si teneva per ultimo, ma lo faceva anche per non essere costretto a parlare con gli altri. Detestava tutti quei pomposi damerini con cui non aveva mai voluto aver nulla a che fare fin da ragazzino. Tutto quel finto buonismo e amor di fratellanza lo inorridivano e disgustavano. Perché mai avrebbe dovuto essere amico e compagno di coloro che l'avevano sempre guardato con diffidenza per il luogo in cui era nato?

Loro, che si ritenevano superiori solo perché erano stati più fortunati ed erano nati in quei Regni benedetti dagli Dei assegnati ai loro padri nei tempi dei tempi. Amore e fratellanza, che orrore, erano nemici mascherati da falsi amici mentre ognuno di loro in realtà covava risentimento e invidia gli uni verso gli altri, chi per un motivo, chi per l'altro.

«Che ipocrisia.»

Se non fosse stato per Joline addolorata per il fratello, non si sarebbe nemmeno preso la briga di andare a salvare Kieran.

«Tanto è come loro, falso e debole.» mentre borbottava tra sé e sé contrariato Wainwrit fissava il terreno sotto i suoi piedi seguendo i compagni, senza accorgersi di stare per oltrepassare l'arco di pietra.

Quando il suo piede sinistro, l'ultimo fra tutti quelli dei presenti, toccò il terreno sotto l’arcata,esso sprofondò in diversi centimetri di…

«Cenere!»

Il suono strozzato che uscì dalla gola di Prudence dinnanzi a lui accompagnò il suo sbotto.

«Maledizione, ci siamo cascati.»

Tutto attorno a loro il panorama mutò all’improvviso. La foresta non era più verde e rigogliosa ma carbonizzata e agonizzante, mentre piccoli falò consumavano gli alberi e gli arbusti. Cumuli di cenere e carboni anneriti facevano da cornice ad un luogo fumoso e afoso dove regnava odore di zolfo, fumo e morte.

«Ci hanno teletrasportato in un altro luogo.»

Quinn teso diede voce al pensiero di molti.

«No.»

Wainwrit batté Eliban a terra per dare maggior enfasi alla sua affermazione e al suo disappunto mentre i compagni si volgevano a guardarlo.

«Siamo sempre nello stesso luogo, solo su un piano diverso.»

«Che cosa?» Vivien si fece avanti. «Vuoi dire che ci hanno attirato in una trappola? Che siamo persi nei piani astrali?» lui scosse il capo.

«Non ti so dire se siamo persi, ma di certo siamo in un piano differente a quello dove eravamo poc'anzi. Lo avverto chiaramente e non solo per quello che vediamo. La magia qui è diversa,l’aurea attorno a noi è diversa.»

«Dice il vero.» Tristan gli diede man forte. «Credetegli, Wainwrit ha studiato a lungo i piani sa quello che dice.»

Alle sue parole molti volti si adombravano preoccupati, altri irati, dal canto suo Wainwrit si sentì ribollire di rabbia per l’intervento del fratello e la successiva reazione dei compagni. Senza la parola di Tristan gli avrebbero creduto lo stesso?

Magari sì, ma non in quel momento. Strinse i pugni e fissò con rabbia il fratello maggiore facendosi una promessa.

Uscirai da qui senza la tua maschera Tristan te lo giuro. Oggi i tuoi amici sapranno chi sei in realtà.

Poi Orion prese parola.

«Ora dobbiamo proseguire, il come uscire da qui sarà un problema che ci porremo in un secondo momento. Sono abbastanza sicuro che chi ha rapito Kieran volesse che noi lo seguissimo fino a qui. Kyrsen, puoi percepire ancora l’aurea di Kieran e del suo rapitore?»

Kyrsen salì su un masso pieno di fuliggine e chiuse gli occhi per collegarsi mentalmente con Kieran. Le occorsero pochi istanti mentre il gruppo tratteneva il respiro nell'ansia di aver perso le tracce poi saltò giù decisa.

«Si li percepisco ancora. Direzione Nord-ovest,Orion. Kieran è debole, ma è una traccia sicura.»

«Proseguiamo allora, massima allerta.»

Orion tornò a spronare la compagnia che annuì all'unisono,lanciò un’occhiata di apprezzamento anche a Wainwrit ma il giovane aveva già rivolto il volto nella direzione opposta alla loro e stringeva i pungi rabbioso. Orion si adombrò mentre la compagnia si muoveva seguendo Kyrsen. Wainwrit era una pozione instabile e pericolosa. Doveva tenerlo d’occhio. Non che non si fidasse di lui ma dopo le parole di Morgan e visto il suo atteggiamento non poteva volgergli le spalle con disinvoltura e sicurezza. Aspettò che anche il giovane si incamminasse poi si posizionò in modo da tenerlo sott’occhio. Quella missione di salvataggio si stava rivelando ancora più dura del previsto.

 

Chantal osservò l'orlo della sua veste bianca completamente annerito dalla cenere su cui camminavano.

Era terribilmente in ansia per Kieran, era passato troppo tempo da quando era stato rapito. La debolezza del contatto di Kyrsen era dipesa dalla lontananza o il povero Kieran era ormai allo stremo delle forze? Strinse forte la mano attorno al suo bastone sacro Sorivan e innalzò una preghiera al Dio del Bene Hamon.

Vegliate su di lui,aiutatelo a resistere fino al nostro arrivo.

Intuendo dal muovere silenzioso delle sue labbra che era raccolta in preghiera, Alyssa attese di vederle sollevare il capo prima di rivolgerle la parola.

«Vedrai che andrà tutto bene e noi usciremo da questa grande avventura come dei veri eroi.»

L'esclamazione entusiastica della sorellina le strappò un lieve sorriso.

«Beato giovane ottimismo, Principessina. Se sarete tanto spavalda, coraggiosa e fiduciosa come sembrate anche in battaglia, non vedo l'ora di avervi al mio fianco e di vedervi combattere.»

Kilian Nysseswor, Cavaliere di Scarlet, le affiancò ammiccando ad Alyssa.

«Andiamo Sir non chiamatemi così mi fate sentire ancora una poppante.»

La giovane Lady arricciò le labbra in una smorfia contrariata.

«Mi scuso Milady, ma non posso fare a meno di rammentare ogni volta che vi vedo, la prima volta che vi incontrai. Eravate davvero una cosina molto minuta.» rispose lui sorridendole.

«Già, ma ne è passata di acqua sotto i ponti Sir e ora posso rivaleggiare con qualsiasi scudiero della mia età e sono pronta alla battaglia.» rispose Alyssa sollevando le spalle e gonfiando il petto con orgoglio.

«Se fossi in voi non ne dubiterei Nysseswor.»

Willard passò un braccio attorno alle spalle di Kilian intervenendo e chinandosi sul ragazzo con fare cospiratorio.

«La giovane Lyssa ha unghie affilate e denti aguzzi e una maestria con le armi invidiabile. Per non parlare della lingua affilata, nessuna spada per quanto magistrale può ferire come la sua lingua tagliente.» Alyssa fece una smorfia irritata alle sue parole sollevando lo sguardo al cielo.

«Willard siete spregevole! Dovrò rivolgermi ad Ederik duramente stavolta, dovrebbe tenere d'occhio i suoi segugi indisponenti e non lasciarli a corda libera come fa con voi.»

Un coro di risa seguì la risposta piccata di Alyssa mentre Willard sorrideva sornione.

«Che vi avevo detto mio caro.» confermò con fare ammiccante lanciandole un’occhiata furba.

Alyssa divenne scarlatta dalla vergogna mentre Chantal cercava di blandirla,intervenendo prima che la sorellina si scaldasse troppo.

Ma all'improvviso fu l’aria tutto attorno a loro a surriscaldarsi, tanto da diventare quasi irrespirabile mentre il calore diveniva cocente. Sei fuochi apparvero dal terreno accerchiandoli elevandosi in colonne di fuoco accecanti e brucianti. Il momento di divertimento finì all'istante mentre i guerrieri agirono d’istinto e celermente formarono un cerchio attorno a coloro meno avvezzi alle armi e al combattimento corpo a corpo,facendo loro da scudo. Le colonne di fuoco sembrarono elevarsi all'infinito fino a quando non svanirono in nubi di fumo bianco.

Mentre il fumo andava a diradarsi davanti a lui, Orion lanciò uno sguardo a Tristan al suo fianco. Il compagno fece un cenno con il capo per indicargli che era pronto e così fece Vivien dal lato opposto. Orion serrò la mascella con forza. Non che non si fosse aspettato compagnia ma come ogni volta prima di uno scontro la tensione salì in lui tendendo le sue membra.

Era responsabile della Compagnia e doveva assicurarsi che tutti uscissero sani e salvi da quella missione. Soprattutto coloro che non erano Cavalieri degli Dei.

Si era preso una grossa responsabilità concedendo loro di seguirli e lui non sarebbe stato il solo a pagare il prezzo di quella scelta se le cose non fossero andate bene. Knich Valerè aveva interceduto a nome suo con l'Imperatore e si era detto concorde con la sua scelta.

Quando il fumo si fece quasi impercettibile, attraverso ad esso riuscì a scorgere una bassa ma poderosa figura. La mano attorno all'elsa della spada si fece più salda e il nemico apparve in tutta la sua fierezza e temerarietà.

Era un grosso nano, con la pelle brunita tendente al dorato, i suoi occhi sembravano lava fusa, i suoi capelli erano del colore del fuoco e sembravano muoversi come lingue di esso. Indossava un gonnellino fatto di piastre che parevano roventi e il suo intero essere emanava un forte calore. Orion poteva percepirlo sul viso ora scoperto dall'elmo, se non avesse indossato Antrex che lo proteggeva dagli elementi, era sicuro che quel calore si sarebbe percepito anche attraverso l'armatura. Il pensiero corse ai compagni che non avevano il suo stesso equipaggiamento. Tra le mani del nano sollevato a mezz'aria, un poderoso martello da guerra che come il gonnellino sembrava bruciare come metallo immerso nel fuoco, quasi gli pareva di vedere il calore al suo interno pulsare come un cuore vivo.

«Vuoi stranieri avete oltrepassato i confini del regno di Azaram. Abbandonate le armi e seguiteci in pace per conferire con il nostro Signore.» mentre gli si rivolgeva in un linguaggio comune stentato le labbra del nano si sollevarono in un ghigno beffardo.

«Non volevamo sconfinare. Siamo sulle tracce di un amico in difficoltà, proseguiremo senza creare problemi.»

Ma i problemi c'erano già e lo si leggeva sul volto del nano. Non avevano alcuna intenzione di farli proseguire. Wainwrit sfiorò con le dita della mano sinistra Eliban preparandosi al peggio e quando sentì le parole del nano evocò l'incantesimo protettivo attorno a sé. Orion aveva appena terminato la sua risposta quando lui sbottò.

«Non credergli, sono Azer servitori schiavi del Signore del Piano del Fuoco Azaram non ci lasceranno mai proseguire fanno solo prigionieri.»

Accadde tutto molto velocemente. Alle parole di Wainwrit il nemico partì all'attacco senza nessuna remora. Il martello scese a colpire direttamente il suo petto ma Orion evocò lo scudo che la sua armatura possedeva e puntando saldamente i piedi a terra si apprestò ad incassare il colpo.

A contatto con il metallo una vampata di fiamme si scaturirono dall'arma nemica e automaticamente l'elmo apparve attorno al suo capo avvolgendo il suo viso e proteggendolo da esse.

«Complimenti umano, sarai un degno avversario.»

Ghignando il nano lo beffeggiò schivando il suo colpo di rimando e allontanandosi da lui.

«Tutto ciò non è corretto. Non potete semplicemente attaccarci in questo modo.»

Cercando di farli ragionare Orion si limitò a parare un nuovo colpo ma questi tornò a sorridere sarcastico.

«O morti o prigionieri. Le regole sono chiare. Combatti o morirai.»

Alle loro spalle Orion udì gli amici in lotta. Non c'era più tempo per la diplomazia. Socchiudendo gli occhi minaccioso sfoderò un poderoso attacco.

«Allora se è così. Sarete puniti per la vostra tirannia.»

 

Mentre i guerrieri facevano crocchio attorno a lei, Chantal accanto a Kyrsen e Nami innalzò una preghiera ad Hamon. Non c'era luogo su Lésin Rove dove il suo Dio non potesse raggiungerla.

«Hamon mio signore, proteggi i miei compagni, dona loro la forza e la volontà, preserva i loro corpi e allontana la malvagità e il caos da loro.»

Un invisibile benedizione calò sui suoi compagni mentre Orion cercava di venire a patti con i nuovi venuti ma Wainwrit alzò la sua voce contro le creature del fuoco e il caos scoppiò immediato. I nani attaccarono i guerrieri in prima linea mentre attorno a lei i compagni evocavano incantesimi a difesa e protezione degli amici.

Chantal avvertì il pericolo un attimo prima che arrivasse. Sentì il terreno tremare leggermente e gettando lo sguardo a terra vide la cenere farsi brillante davanti a lei.

«Allontanatevi!»

Afferrando Nami fece un balzo indietro un secondo prima che un muro di fuoco si innalzasse davanti a lei.

Li avevano divisi!

Un muro magico infuocato ora si era diramato sul terreno a croce dividendo il gruppo. Chantal si voltò alla ricerca di Alyssa. Quando la vide era accanto a Kyrsen ma nessun guerriero era al suo fianco a proteggerla, anzi, teneva la spada sollevata a protezione dell'amica.

Il panico la colse. Non poteva lasciarla combattere. Non poteva lasciarle rischiare la vita.

«Hamon Dio del bene ascolta la mia preghiera.» sollevando il bastone e protendendolo verso la sorella Chantal invocò il potere del Dio. «Che nulla la possa toccare. Che lei non combatta.»

Una luce scaturì da Sorivan colpendo Alyssa e una sfera luminosa avvolse la sorella rinchiudendola al suo interno. Stranita Alyssa la cercò con lo sguardo e quando i suoi occhi la trovarono lei le lanciò un'occhiata mortificata di scuse. Vide le labbra della sorella urlare rabbiose ma Chantal non si fece impietosire, mosse il capo in un gesto di diniegò.

«No Alyssa, mi dispiace.» poi tornò a concentrarsi sulla battaglia.

 

Tristan stava combattendo contro uno degli Azer spalleggiato da Vivien. Aveva il corpo bruciante. Ogni colpo che andava a segno, da ambedue le parti, delle fiamme scaturivano da quell'infernale creatura ustionandolo. Se fosse stato da solo avrebbe cercato di contrastare l’avversario con qualche incantesimo ma non poteva destare sospetti nei compagni. Mentre il nano con un pugno violento scaraventava via Vivien da sé, lui fece per attaccarlo al fianco ma un dolore lancinante seguito da un intenso bruciore gli squarciò la schiena strappandogli un grido.

L'Azer approfittò della sua momentanea confusione per attaccarlo violentemente e Tristan riuscì a parare il suo colpo per un soffio, ma nuovamente le fiamme avvamparono surriscaldando il metallo del suo guanto d'arme fino a farlo sembrare rovente. Tristan strinse forte le labbra mentre la schiena prendeva ad ardere dal dolore. Mentre si allontanava con uno scatto dal nano cercando di spingerlo via con forza vide alle spalle della creatura Vivien caricarla con foga. Valutò se distrarre il nano o scansarsi lesto, per cercare nel frattempo di comprendere cosa lo avesse attaccato alle spalle ma in quel momento Vivien venne gettata a terra nuovamente. Tristan sgranò gli occhi mentre la compagna a terra si dibatteva in lotta con qualcosa che non riusciva a vedere. Alcuni fiotti di sangue schizzarono dal suo corpo, qualcosa la stava graffiando e mordendo.

«Invisibili! Sono invisibili, ci stanno attaccando!» lo urlò con quanto fiato aveva in gola per avvertire i compagni.

Leine e Iona stavano affrontando un Azer assieme quando udirono l'urlo di Tristan. Iona si volse verso l'amico e vide Vivien a terra in difficoltà. Schivando il colpo del nano si allontanò agilmente mentre Leine lo attaccava furiosamente. Iona si toccò il petto chiudendo gli occhi.

«Vesta Dea della Giustizia aiutami ad alleviare le sue ferite.»

Non appena la magia prese vita il suo corpo fu dilaniato dal dolore. Iona strinse forte i denti sopportandolo stoicamente. Non appena evocata la preghiera sapeva già cosa le sarebbe successo, parte delle ferite di Vivien ora sarebbero state inflitte a lei dando all'amica sollievo e tempo per reagire. Il pugno di Vivien colpì qualcosa proprio mentre alcuni dardi di luce piovevano dal cielo colpendo la creatura invisibile. Iona volse lo sguardo e vide al di là delle fiamme magiche Kyrsen con la mano tesa verso l'amica in difficoltà.

«Iona ho bisogno di te.»

Leine la richiamò alla battaglia mentre nuovi dardi colpivano l'Azer e Tristan si slanciava su Vivien fendendo l'aria con la sua spada per colpire il nemico che l'attaccava. Prima di tornare da Leine, vide il Principe di Ictar tirare in piedi Vivien e i due mettersi spalle contro spalle. Era un'ottima idea doveva suggerirlo a Leine!

Si girò di scatto per raggiungerla ma all'improvviso qualcosa la immobilizzò.

«Cosa pensi di fare stupida donnetta.» una voce terrificante le bloccò il respiro e la mente e Iona prese a tremare.

 

Mentre a pochi passi da lui Ederik e Konrad si battevano contro un Azer spalleggiati da Willard e Prudence che cercava di lanciare i suoi pugnali magici attraverso il fuoco in difesa anche degli amici lontani, Wainwrit si godeva lo scontro protetto dalla sua barriera invisibile.

Non era ancora il momento che intervenisse. I Cavalieri degli Dei, pensò con disgusto, se la stavano cavando anche senza di lui. Sarebbe intervenuto solo in caso estremo e solo se vedeva preclusa la sua possibilità di tornare sano e salvo. Gli Azer erano dei validi combattenti, oltre a padroneggiare il fuoco da cui erano nati avevano corpi robusti e resistenti ai danni da armi o magici, quelle che per altri potevano essere ferite mortali per loro erano poco più che taglietti da fogli di carta.

In pochi dei Principi avevano armi che potevano metterli seriamente in difficoltà, forse solo Leine ma se avesse usato il potere del Caos avrebbe messo in pericolo anche gli amici, era un'arma che poteva usare solo in casi estremi. L'urlo di avvertimento di Tristan arrivò a loro e fu in quel preciso momento che Willard Weaver fu attaccato dagli stessi esseri di cui Tristan li aveva avvisati o almeno credeva. Ederik corse a soccorrere l'amico lasciando il suo Cavaliere Konrad da solo contro l'Azer. Wainwrit fece una smorfia contrariata. Quella poteva essere una brutta gatta da pelare. Senza troppa fretta mise mano alla sua sacca di ingredienti magici.

«Perché dovresti aiutarli?»

Una voce bassa e profonda parlò direttamente nella sua testa. Wainwrit si irrigidì. Si volse ma alle sue spalle non c'era nessuno. Cercò attorno a sé ma nessuno guardava nella sua direzione, erano tutti presi dallo scontro.

«Loro non meritano il tuo aiuto. Puoi andartene di qui anche da solo, sei molto più potente di questi miseri Cavalieri.»

Wainwrit scosse il capo come se un insetto fastidioso stesse ronzando attorno alla sua testa. Non gli piaceva che qualcuno cercasse di manipolarlo e ancor meno che entrasse nel suo subconscio senza permesso.

«Esci dalla mia testa. Non ho certo bisogno delle tue lusinghe e dei tuoi consigli.»

Wainwrit cercò di contrastare quel potere che cercava di avvincerlo lavorando febbrilmente alla ricerca di un incantesimo che potesse bloccare quell'assalto mentale.

«Ma sai che ho ragione. Non meritano il tuo aiuto e tu non hai bisogno del loro. Sei in gamba… Lo sento.» le sue parole riuscirono a deconcentrarlo facendogli sfuggire le parole dell'incantamento che cercava di evocare. «Hai paura di me?» la voce beffarda lo irritò pungendolo sul vivo.

«Certo che no!» gli rispose secco e la creatura annuì con un suono.

«Lo sapevo. Lo sentivo che eri valente. Perché non ti allei con me allora? Sono sempre in cerca di validi alleati. Ti farò uscire da questa situazione indenne.»

Wainwrit sorrise.

«Alleati dici? E perché dovrei allearmi con te?» l'essere rise nuovamente.

«Perché io riesco a vedere nel tuo cuore. So cosa desideri. Ucciderò questi inetti per te. Ti darò gloria e ricchezze. Quelle che brami.»

Wainwrit mosse la testa come se stesse sciogliendo i muscoli tesi del collo.

«Morire dici eh?» il suo sorriso si fece ancora più infido. «Potrebbe essere l'occasione giusta per liberarmi di loro in effetti.»

Abbassò il capo e il cappuccio della tunica scese a coprire parte del suo volto atteggiato ora ad un'espressione soddisfatta.

«Potrei lasciarli morire certo…» la sua mano si chiuse a pugno dentro la bisaccia e Wainwrit risollevò il capo di scatto facendo scivolare il cappuccio sulle spalle. «Ma non ora!» disse a voce alta con tono duro socchiudendo gli occhi e facendosi risoluto.

«… e non per mano tua.»

I suoi occhi mandarono lampi d'ira mentre estraeva dalla sacca della polvere e la lanciava in aria davanti a sé.

«Vuoto.»

Pronunciò un'unica parola, poi mentalmente evocò l'incantesimo bloccando la propria mente al nemico e scaraventandolo fuori da essa mentre accortosi del suo gesto essa urlava il suo disappunto silenziandosi poi in un istante. Scuotendo le spalle come se si fosse liberato di un peso insignificante Wainwrit tornò a risollevare il cappuccio sul capo ma nel farlo incontrò lo sguardo di Tristan attraverso il muro di fiamme. Senza prestargli attenzione gli girò le spalle con un sorriso sardonico sul volto.

 

Erano in difficoltà. Erano decisamente in difficoltà.

Mentre cercava di rendersi utile scagliando frecce verso i nemici, Scarlet temette per i suoi cavalieri e Quinn. Nel momento stesso in cui il fuoco magico si era eretto dal terreno dividendoli, Quinn e i suoi cavalieri non avevano esitato un istante ad accerchiarla per proteggerla e ora combattevano fianco a fianco come un sol uomo ma avevano due nani contro e una terza creatura che sferzava attacchi invisibili senza dar loro tregua.

I suoi cavalieri non erano ragazzi con poteri o armi speciali e subivano gli effetti del fuoco dei nani ferendosi ad ogni attacco, inoltre Quinn avendo il potere dell'acqua risentiva maggiormente quella situazione.

Quando Etienne fu nuovamente colpito al fianco dalla creatura invisibile Scarlet ne ebbe abbastanza. Sollevò l'arco puntandolo nella sua direzione e lo incoccò.

«Cardia…» concentrandosi sul potere e sull'arco Scarlet evocò il potere della sua Dea. «Ho bisogno del tuo aiuto mia Dea. Fa sì che questa freccia non possa mancare il bersaglio.»

L'arco brillò di una luce dorata e una freccia verde smeraldo lucente apparve tra le sue dita.

«Che possa trovarlo anche se celato. Che la sua magia non possa frenare la sua corsa. Concedimi il tuo potere Cardia, trova il nemico, rivela la sua presenza.»

Scarlet lasciò andare la freccia quando avvertì il caldo tepore della mano di Cardia sulla sua. La freccia brillante solcò l'aria decisa e veloce come il vento. In un attimo si conficcò nella creatura invisibile che lanciò un urlo di dolore simile a un ruggito.

«Lì!»

Scarlet puntò allora il dito sulla freccia ancora visibile mentre la luce da essa scaturita evidenziava una sagoma ferina ora simile a luce solida.

«Etienne è tua ora!»

Il suo cavaliere non esitò un attimo al suo richiamo e si slanciò con la sua spada sulla bestia.

«Sì!» Scarlet esultò e tornò ad inculcare l'arco. Potevano farcela. Potevano ancora farcela.

 

«Quante volte ancora dovrai sentirti dire che sei inutile prima di arrenderti. Cosa credi di fare Iona?»

Le membra presero a tremarle mentre un terrore cieco la invadeva.

«Chi… chi sei?»

La sua voce uscì debole mentre la sua spada sembrava improvvisamente più pesante e difficile da sostenere.

«Tua madre ti aveva avvertito. Tu non sei fatta per essere un Cavaliere degli Dei, un paladino. Sei troppo debole Iona. Troppo debole.»

La gola le si serrò mentre muoveva diversi passi incerti lontano dalla battaglia.

«Tu… tu non dici la verità.»

La testa le pulsava, gli occhi le bruciavano e il cuore ora batteva all'impazzata.

«Io… io sono un Cavaliere. Io… io sono un paladino della Giu… Giustizia.»

«Povera Vesta…» dura e beffarda la voce tornò a deriderla. «Doveva davvero essere disperata per aver scelto te come suo Cavaliere. Forse non c'era nessun altro erede ormai da insignire se si è accontentata di una nullità come te.»

Iona prese a scuotere il capo. Non riusciva più a respirare. Si sollevò l'elmo e lo tolse gettandolo a terra. Stava sudando freddo ora.

«Non è vero…» continuava a scuotere il capo guardando la cenere ai suoi piedi. «Non è così…» protestò debolmente.

«Fuggì Iona. Allontanati prima che anche loro si accorgano della nullità che sei, prima che lui si accorga che sciocca donnetta senza valore ha al suo fianco. Ma lui in fondo lo sa già, lo sa già.»

No… Dentro di sé Iona urlò tutta la sua disperazione. Orion non pensava quello di lei, non lo pensava, nessuno lo pensava. Due lacrime scesero a rigarle il viso.

«Iona! Iona! Per gli Dei! Iona.»

Il richiamo di Leine sembrò lontano e senza importanza. Le sue gambe sembravano muoversi di volontà propria mentre si allontanava dalla battaglia. Tristan udì il richiamo di Leine mentre Vivien attaccava l'Azer e si voltò per capire cosa stesse succedendo. Quando vide Iona muoversi barcollante e allontanarsi dalla battaglia con la spada lungo il fianco un dubbio lo colse. Aveva visto Wainwrit parlare da solo poco prima e scuotere il capo confuso. Qualcuno stava cercando di dominare le menti dei suoi compagni. Una furia cieca lo invase.

«Wainwrit, maledetto moccioso idiota!»

Urlò l'imprecazione per sfogare la sua rabbia. Il fratello sapeva degli attacchi ma non aveva avvisato i compagni! Tristan cercò velocemente una soluzione ma lui non poteva lasciare Vivien alle prese con due nemici e Leine già era in difficoltà.

«Orion!» cercando di attirare l'attenzione del compagno, Tristan lo richiamò urlando i loro nomi. «Iona!Fai qualcosa Orion! Deve essere in difficoltà.»

Quando sentì Tristan urlare il suo nome Orion colpì con lo scudo violentemente l'Azer che aveva dinanzi facendolo arretrare. In quel momento diversi dischi di pietra presero a colpire il nano che tempestato dall'attacco di Kyrsen si coprì il volto con il braccio arretrando. Chantal aveva evocato due lupi che combattevano con la creatura invisibile che aveva attaccato lei e Nami ed entrambe cercavano di aiutare magicamente i compagni cercando di sondare la battaglia attraverso le cortine di fuoco e fumo. Grazie al supporto di Kyrsen, Orion poté cercare con lo sguardo Iona e la vide che si stava allontanando dalla battaglia incespicando. Qualcuno doveva averle fatto qualcosa e se Tristan aveva chiamato lui era perché non poteva aiutarla. Cercò con lo sguardo Kyrsen e Chantal ed entrambe annuirono.

«Vai Orion.» gli urlò Chantal ma l'Azer era troppo potente non poteva lasciarle da sole.

«Orion, vai!»

Tornando a lanciare dischi di pietra al nano Kyrsen lo incalzò. Orion lanciò una nuova occhiata a Iona che era ancora più lontana.

«È qui che ci si allena per caso?»

Il tono beffardo e sicuro della voce di Xavier lo colsero alla sprovvista. Un fascio di luce apparve al suo fianco e Xavier con esso. Orion non poteva essere più felice di vederlo. Non c'era tempo per domande o spiegazioni.

«Lascio il nemico a te!»

Orion spiegò le ali di Antrex mentre Xavier sfoderava Enat assieme ad uno sguardo duro ma serafico.

«Ci penso io non temere.»

Senza esitare, Orion volò al di là del fuoco e con poche poderose spinte delle ali metalliche si ritrovò davanti alla Principessa di Nedstar che però non diede alcun segno di vederlo. I suoi occhi erano spenti e vitrei, le sue labbra bluastre e la sua pelle cadaverica.

«Iona!» l'afferrò per le spalle e la scosse mentre lei si bloccava, lo sguardo fisso e perso.

«Iona, cosa c'è? Iona rispondimi.»

Orion tornò a scuoterla e Iona crollò a terra come una bambola di stoffa. Riuscì a sorreggerla e a non farle sbattere la testa al suolo ma ancora non dava segni di coscienza. Qualcosa o qualcuno le stava prosciugando la vita, sembrava consumarsi lentamente davanti suoi occhi. Un panico improvviso lo colse. Non era preparato a quello. Non sapeva cosa fare.

«Iona!» cercò di chiamarla ancora.

Si sfilò un guanto e le poggiò la mano sul viso, era fredda come un cadavere. All'improvviso le immagini di lei e di come l'aveva sempre veduta, così serena, pura e perfetta, quasi irreale come un perfetto dipinto di un artista gli si affollarono nella mente facendolo rabbrividire. Non era ancora abbastanza esperto per tentare una guarigione su di lei. Non sapeva nemmeno cosa avrebbe dovuto guarire. Quando quel pensiero attraversò la sua mente però evocò il volto della sorella e Orion sollevò lo sguardo dalla battaglia in cerca di Chantal. Fu in quel momento che come un'apparizione santa lei apparve davvero davanti a lui. Che fosse stato il suo desiderio, la preghiera eretta a Rysh o un incantesimo poco importava. Chantal si inginocchiò prontamente accanto a loro poggiando una mano sulla fronte di Iona.

«Chantal, sta morendo.» le disse cercando di non lasciar trapelare le sue emozioni ma sua sorella lo conosceva bene e sollevò uno sguardo comprensivo su di lui.

«Non finché ci sarò io Orion. Non finché Hamon ascolterà le mie preghiere.»

Gli sorrise allora e il suo sorriso sicuro cancellò come un colpo di spugna ogni suo timore. Orion annuì tornando padrone di sé.

«La lascio nelle tue mani allora.» Con delicatezza depositò il capo di Iona al suolo poi si sollevò fiero e tornò ad alzare lo sguardo duro sulla battaglia. «È ora di vincere questa battaglia Chantal.»

 

Orion tornò a spiegare le ali e con un poderoso balzo si sollevò in alto nel cielo fino a che non raggiunse un'altezza tale da riuscire a vedere l'intero campo di battaglia. La visiera di Antrex si richiuse quando l'aria si fece irrespirabile. Gli ci vollero pochi istanti per capire la situazione dello scontro. Valutò velocemente le condizioni e le capacità dei compagni poi annuendo con fare deciso ridiscese verso il terreno dirigendosi verso Scarlet e i suoi compagni.

«Quinn dubito che questi Azer sappiano nuotare!»

Al suono della sua voce l'amico visibilmente ferito gli lanciò uno sguardo confuso ma poi Orion lo vide annuire con l'elmo.

«Scarlet, se l'acqua non li ferisce forse il ghiaccio è il loro punto debole.»

«Ricevuto comandante.»

Mentre gli amici rispondevano ai loro comandi lui si mosse verso il gruppo di Ederik.

«Prudence usa le loro stesse capacità, so che puoi farlo. Wainwrit, Willard tenetevi fuori dallo scontro o intralcerete i guerrieri.»

Orion non attese risposta e si adoperò per raggiungere Tristan.

«Leine, è ora di finirla con i giochi non credi?»

Il suo tono era duro e quello di lei fu beffardo.

«Te ne prenderai tu la responsabilità?» chiese lei sfuggendo ad un attacco dell'Azer.

«Mi fido di te e so che non mi deluderai. Tristan, Vivien confidate in Leine!»

Mentre i compagni rispondevano all'unisono lui cercò Nami e Kyrsen che spalle contro spalle cercavano di colpire l'essere invisibile che le attaccava. Orion discese al suolo poco distante da loro e non appena i suoi piedi toccarono terra sguainò la sua spada puntandola verso la loro direzione.

«Creatura del Piano elementale del Fuoco, io sono Orion Ready Principe di Telnar ed ora sono io il tuo avversario.»

Il potere del suo incantamento si attivò e Orion sentì la magia scorrere in lui. Ora la creatura avrebbe desiderato solo lui come avversario.

«Avete avuto l'opportunità di lasciarci in pace ma avete scelto di combattere. Ora non ci sarà più pietà per voi. Kyrsen, Nami aiutate i vostri compagni ora.»

 

Alle parole di Orion, Quinn cercò dentro di sé la soluzione al suo avvertimento.

Gli Azer non sapeva nuotare… Ora i due nemici erano in lotta con Dan, Kilian e Zoshua.

Gli Azer non sapeva nuotare… Certo che probabilmente non sapevano nuotare ma lui… Certo! Quinn ebbe un'illuminazione e rinfoderò la spada. Dovevano distrarli però, o non sarebbe servito a nulla il suo tentativo.

«Scarlet, ho bisogno di un diversivo!»

Quinn si volse a cercarla e la trovò già pronta con l'arco di Diana incoccato.

«Quando vuoi Quinn.»

Quinn allora portò la mano al pettorale dell'armatura, lì dove sotto dimorava il simbolo sacro del suo Dio.

«Gilen, mio signore Dio dell'Acqua invoco il tuo aiuto e innalzo a te la mia preghiera. Fa che il tuo elemento sia potente contro queste creature temibili.»

Quando le sue vene si fecero come fredde a contatto con la magia divina di Gilen che scorreva in lui, Quinn tornò a levare lo sguardo sulle due creature.

«Ora Scarlet!» le urlò.

«Cavalieri via di lì!» l'avvertimento di Scarlet arrivò un attimo prima della sua preghiera a Cardia.

«Confido in te mia Dea, che essa possa toccare il gelo assoluto.»

I tre cavalieri colpirono fortemente i due nani poi si slanciarono lontano da essi proprio nel momento in cui la freccia si conficcava nel terreno tra loro. I due Azer furono presi alla sprovvista e portarono simultaneamente lo sguardo alla freccia che a ragion di logica aveva mancato il bersaglio, ma fu nello stesso istante che essa esplose in un violento colpo di energia gelida congelando un'area attorno a sé di diversi metri di diametro.

I due Azer urlarono dal dolore provocato dalle migliaia di piccolissime schegge gelide che li travolsero.

«Adesso!»

Quinn rilasciò la sua magia. Un potente fiotto d'acqua simile ad un piccolo torrente si riversò dalle sue mani colpendo i due Azer. I nani dopo il primo momento di smarrimento puntarono saldamente i piedi a terra gonfiando i muscoli delle braccia e del petto e resistendo stoicamente al suo assalto. Quinn sorrise. Era proprio quello che voleva. All'improvviso evocò il secondo incantesimo preparato e chiuse le mani a pugno. L'acqua si trasformò istantaneamente in due sfere che si formarono attorno ai nani racchiudendoli al loro interno. Le due creature presero ad annaspare lasciando le loro armi.

«Zoshua, Kilian ora.»

Scarlet diede l'ordine e i suoi cavalieri prontamente si slanciarono contro i nani per dar loro il colpo di grazia ma un attimo prima che le loro armi trafiggessero i loro corpi le due creature svanirono sotto i loro occhi.

 

Non appena la creatura su di loro portò la sua attenzione verso Orion, Kyrsen si volse verso Nami.

«Vado a soccorrere gli altri, rimani con loro.»

Aveva tentato i suoi incantesimi di spostamento e quando aveva visto Chantal scomparire e riapparire esattamente dove voleva aveva avuto conferma del loro funzionamento anche in quel piano. Non avrebbe voluto usare Chantal come cavia ma non avevano avuto molto tempo per rifletterci e lei aveva accettato senza riserbo. Senza attendere una risposta da Nami, Kyrsen disegnò un semicerchio nell'aria davanti a sé e pensò a Scarlet. Il portale si aprì immediatamente e lei piombò accanto all'amica proprio mentre lanciava la freccia verso i due Azer. Kyrsen valutò la situazione e quando la freccia esplose e Quinn evocò la sua magia capì che la loro battaglia stava volgendo a loro vantaggio.

«Kyrsen…» Scarlet attirò la sua attenzione chiamandola. «Aiuta Etienne.»

Kyrsen cercò il guerriero. Era distante e stava combattendo contro una creatura invisibile. Kyrsen si sollevò le gonne e corse nella sua direzione. Quando fu ad una distanza sufficiente ma ancora abbastanza lontano dal nemico per poter essere lontana dal pericolo, raccolse nella sua mente gli incantesimi conosciuti. Come poteva aiutarlo? Non poteva sprecare tutti i suoi incantesimi ora, non sapevano quando avrebbero potuto riposare e recuperare la loro energia magica necessaria a lanciarne ancora. Doveva ponderare bene.

«Ci sono!»

Kyrsen tornò a correre ma questa volta verso il combattimento con i nani.

«Danerough la tua frusta! Lanciamela!»

Momentaneamente fuori dalla lotta mentre Quinn attaccava gli Azer, Dan si svolse la frusta dalla vita.

«Guarda che la rivoglio Principessa.» le urlò prima di lanciargliela con forza.

Kyrsen annuì mentre si sporgeva per afferrarla. Non appena l'ebbe tra le mani evocò l'incantesimo.

«Prendi vita.» le ordinò.

Il suo potere s'infuse nell'arma e la frusta prese a fremere nelle sue mani.

«Ci siamo.»

Kyrsen tornò verso Etienne e quando vide la freccia di Scarlet ancora ancorata a quella che doveva essere il corpo della creatura lanciò la frusta con quanta forza aveva.

«Avvolgiti!»

Augurandosi che il suo lancio fosse abbastanza vicino all'essere, Kyrsen impartì l'ordine alla frusta. Essa cadde a terra e come un serpente prese a volgersi poi in strette spire attorno al nemico dando modo a Etienne di attaccarlo con più facilità visto che esso aveva preso a contorcersi e a ruggire ancora più violentemente.

«A buon rendere Principessa!» le urlò Etienne.

«Non farti ammazzare!»

Kyrsen in pena per le ferite che vedeva sul suo corpo non poteva più far molto per lui ma contava sulle sue capacità ora per sopraffare il nemico. Era ora di andare a dare supporto agli altri.

 

Wainwrit non poteva essere più d'accordo.

Orion gli aveva ordinato di non rischiare la vita per non dover pesare sui guerrieri che non potevano anche proteggere loro e così avrebbe fatto. Tornò ad innalzare una barriera protettiva su di sé e si godette lo spettacolo con noncuranza.

 

Wainwrit non stava affatto combattendo!

A malincuore dopo l'ordine di Orion anche Ederik gli rivolse lo stesso comando e Willard attivò uno scudo a sua protezione augurandosi che il suo Principe non avesse davvero bisogno di lui. Una smorfia stravolse il suo viso solitamente sereno e beffardo. Aveva creduto di essere pronto ma non lo era come aveva creduto. Stringendo i pugni rabbioso, il suo pensiero corse a Lady Alyssa. Sperava con tutto il cuore che stesse bene.

 

«Usa le loro armi Prudence. So che puoi farlo» erano state queste le parole di Orion. Le loro armi… Prudence valutò quello che sapeva dei loro nemici. Fuoco, forza, velocità, invisibilità… Certo… Aveva capito.

«Ederik, Konrad cercate di non disperdervi, state vicini.»

Sapeva che il suo avvertimento poteva sembrare inutile e bizzarro ma i nani conoscevano il linguaggio comune non poteva rischiare che comprendessero le sue parole. Mentre armeggiava con le boccette alchemiche nella sua cintura si augurò che i due comprendessero le sue parole. Ederik stava affrontando la creatura invisibile mentre Konrad l'Azer e non era messo bene per nulla. Era molto ferito e ustionato, non avrebbe retto ancora per molto. Se si fossero avvicinati lei avrebbe potuto attaccare velocemente entrambe le creature sotto l’effetto dei suoi estratti magici.

Prudence prese la boccetta verde opaco e si affrettò ad ingerirla. Era un estratto di, velocità. Ora si sarebbe mossa più velocemente, almeno il doppio della sua normalità e lei era già molto veloce e agile. Non appena sentì il potere espandersi nel suo corpo prese la seconda boccetta. Invisibilità… Anche lei poteva diventare invisibile. Stappò la fiala e la portò alle labbra gettando uno sguardo ai compagni. Ora Ederik indietreggiando era molto vicino a Konrad.

Bravo il mio ragazzo, intelligente.

Prudence si guardò la mano sollevata in aria. Quando la vide brillare capì che l'estratto era attivo.

«Ci siamo»

Prudence non attese un secondo di più. Si slanciò verso Konrad. Doveva essere veloce… Ancora più veloce perché nonostante la sua invisibilità il nemico avrebbe visto le sue impronte sulla cenere e essa sollevata dal suolo,quindi doveva essere imprevedibile. Quando fu alle spalle di Konrad sfiorò il suo braccio sollevato con la spada con la mano destra. Il guanto di Deregon della Difesa si attivò al suo comando mentale e una forte energia di cura si propagò da esso al cavaliere curando buona parte delle sue ferite. Prudence poi si chinò velocemente e sollevando la mano sinistra usando il guanto dell’Attacco e lanciò una raffica di pugnali magici contro il nano che preso alla sprovvista non riuscì a pararli e fu seriamente ferito.

«Ma cosa?»

Konrad stranito perse il colpo che stava fendendo rischiando di essere colpito dal martello del nano ma Prudence sollevò uno scudo di energia davanti a lui grazie al potere di Ramya. Konrad si riprese velocemente gratificato dalla sua cura e Prudence lesta aggirò l'Azer. Era rischioso e doloroso quello che stava per fare ma era l'unico modo veloce per permettere a Konrad di sopraffarlo. Prudence fece un balzo e saltò sulle spalle del nano.

«Ora Konrad!» urlò al giovane, un'esplosione di dolore la sopraffece mentre il fuoco sprigionato dall'Azer le bruciava pelle e vesti. Stringendo i denti Prudence cercò di non urlare mentre il nano si dibatteva per liberarsi di lei e Konrad lo attaccava con ferocia. Uno dei colpi del giovane andò a segno trafiggendo il nano e la sua gamba avvolta attorno ad esso. Prudence urlò, l'Azer si smaterializzò sotto di lei scomparendo e la sua magia scomparve mentre lei tornava visibile. I suoi abiti erano in fiamme e il dolore ora le trafiggeva il corpo. Voleva aiutare Ederik ma non c'era riuscita.

 

Ederik udì Prudence urlare dal dolore.

Dov'era!? Si volse di scatto sconvolto e vide Konrad estrarre la spada dal corpo dell'Azer. Nello stesso momento il nano scomparve evaporando in una nube di vapore e il corpo agonizzante e bruciante di Prudence apparve nel punto in cui esso era scomparso.

«Konrad!»

Ederik fu attaccato dal nemico che mandò a segno il colpo. Gli artigli poderosi della creatura danneggiarono il guanto d'arme e due di essi penetrarono nel suo braccio ma Ederik nemmeno li sentii. Vide l'amico gettarsi sul corpo di Prudence abbandonando la sua arma mentre con le mani cercava di spegnere le fiamme sul suo corpo. Ederik reagì d'istinto… Non era un tipo violento. Non amava combattere, ferire o uccidere, ma c'erano due cose sole in grado di farlo reagire con inaudita ferocia.

L'amore per le persone a cui teneva e la difesa di coloro e ciò che erano importanti per lui. Ignorando le ferite e il dolore Ederik reagì velocemente all'attacco e con una mossa fulminea il braccio ferito scattò in avanti. Quando le sue dita afferrarono quella che doveva essere la creatura, senza esitazione Ederik l'attirò a sé con tutta la forza che aveva. Sentiva come una folta pelliccia tra le sue dita. La bestia furiosa e presa alla sprovvista partì al contrattacco mordendolo e graffiandolo ma Ederik non mollò la presa. Lasciò cadere la spada e con quanta forza aveva prese a picchiare la creatura a pugno chiuso. L'essere si dibatteva, lo feriva ma anche lui ora finalmente poteva colpirlo. Ederik entrò in lotta corpo a corpo con la bestia e si gettò a terra con essa colpendola ripetutamente, poi lo vide.

Un sasso. Lasciandosi mordere nuovamente Ederik si sporse verso ad esso, lo afferrò poi con quanta forza aveva colpì la creatura verso quella che doveva essere la sua testa. Il colpo fu duro e violento e dopo di esso l'essere smise di muoversi. Davanti suoi occhi sotto di sé apparve la forma ora visibile del nemico, sembrava un grosso felino ma Ederik non aveva tempo per rimanere ad osservarlo. Un po' incespicando cercò di rialzarsi e si slanciò verso Konrad.

«Per gli Dei!»

Prudence era svenuta ora, il suo corpo era gravemente ustionato e ferito.

«Aiuto!» Ederik lo urlò con quanto fiato aveva in gola. «Chantal!»

 

«Te ne prenderai tu la responsabilità?»

Leine parò un nuovo colpo del nano, le fiamme le bruciarono il braccio e lei imprecò mentalmente.

«Mi fido di te, so che non mi deluderai, Tristan, Vinnian confidate in Leine.»

Maledizione Orion ti odio. Leine gli lanciò un impropero mentale. Odiava che lui contasse su di lei. Non voleva essere affatto l'eroina di turno. Lei e Vivien erano abituate a lavorare assieme, l'amica si fidava già di lei e per quanto riguardava Tristan si sarebbe tenuta per sé ciò che pensava di lui per ora.

«Vivien! Come ad Antoress.» le urlò allora per farsi capire solo da lei.

«Antoress? Sei impazzita per caso?»

Vivien rispose duramente e lei sogghignò tornando ad attaccare l'Azer.

«Hai sentito il comandante no?» la beffeggiò.

«Maledizione Leine ci ammazzerai tutti!»

«Possibile, ma tu obbedisci.»

Leine vide il nano davanti a lei tentennare nel nuovo attacco e lei gli ammiccò.

«Paura?» con un ruggito di gola per tutta risposta lui la attaccò con maggiore violenza.

«Vivien non farti pregare!» le urlò allora Leine.

«Maledizione!» lo sbotto dell'amica fu rabbioso.

«Corri Tristan! Corri!»

Vivien si mise a correre trascinandosi appresso Tristan. Si stava dirigendo proprio nella loro direzione e la bestia che li attaccava doveva essere alle loro spalle. Almeno sperava. I due li sorpassarono e Leine vide le impronte lasciate dalla creatura che li seguiva dappresso.

«Bel lavoro fiorellino. Ora sparisci!»

Vivien si bloccò all'improvviso frenando anche la corsa di Tristan.

«Tristan sta giù!»

Vivien si inginocchiò a terra pronunciando un comando secco. Mentre il Principe di Ictar l'imitava, una runa dello scudo di Xylia si attivò. Un muro di vento si erse davanti ai due sollevando cenere e carbone. Un ruggito della creatura le fece capire che era andata a sbattere contro il muro. Un sorriso cinico le incurvò le labbra mentre i suoi occhi ora brillavano soddisfatti. L'Azer si bloccò all'improvviso come se avesse letto nel suo sguardo il verdetto del loro incontro. Ma Leine non era fatta per tentennare o graziare. Non era nella sua natura. Sollevò la falce in aria.

«Seth! Chaos… Distruggi.»

Un bagliore rossastro illuminò la falce mentre lei con un colpo deciso la piantava nel terreno. L'esplosione che ne seguì fu devastante. L'onda d'urto colpì tutto ciò che aveva davanti a lei distruggendolo. Leine sentì solo l'urlo di Vivien che pregava Ramya di proteggerli. Una densa nube di cenere si sollevò davanti a lei e per un attimo sembrò quasi che i rumori della battaglia si attenuassero fino a scomparire. Leine attese con un filo di preoccupazione. Non gli importava molto di Tristan ma di Vivien sì e se li avesse uccisi sarebbero stati grossi guai . Quando la cenere si diradò il vento di Xylia disperse la rimanente ancora in aria facendo apparire Vivien e Tristan davanti a lei.

«Tu sei folle.» sbottò Tristan duro.

Leine guardò Vivien che sollevò un sopracciglio sorridendole.

«Sapevamo già avrebbe funzionato.»

Vivien scosse il capo. «Più o meno.»

Leine annuì poi si volse attorno per cercare di comprendere lo stato delle battaglie degli amici ma fu a quel punto che sopra di loro piovve il fuoco!

 

Kyrsen stava per lasciare Scarlet e compagni quando percepì il pericolo. Ebbe la visione del fuoco qualche attimo prima che esso piovesse dal cielo.

«Proteggeteli dal fuoco!» Il suo messaggio telepatico raggiunse gli amici incantatori alla velocità della luce. «White Sphere!»

Kyrsen evocò la Sfera Bianca del Tempo, la mezzaluna si illuminò sul dorso della sua mano.

«Tutti qui presto!»

Uno scudo di energia prese forma sulla sua testa mentre i compagni correvano sotto ad esso al riparo.

«Per gli Dei!»

Scarlet raggiunse Kyrsen mentre decine di sfere infuocate apparse nel cielo esplodevano su di loro. Il bagliore e il calore si fecero quasi insopportabili. Qualcuno l'afferrò attirandola a sé e stringendola tra le braccia. Un suono assordante seguì l'esplosione e Scarlet ad occhi chiusi si aggrappò saldamente al corpo che la stringeva. Quinn fu scaraventato a terra da Danerough mentre questi si gettava su di lui per fargli da scudo. Con orrore Quinn sentì l'esplosione e il calore ma niente li colpì per fortuna. Kyrsen era riuscita a proteggerli. Quinn a terra sollevò la testa e vide Scarlet circondata dalle braccia di Kilian mentre Zoshua le si era parato di fronte e Etienne era corso a protezione di Kyrsen. Tutto si svolse in pochi istanti ma lui non avrebbe mai scordato il gesto eroico di quei quattro uomini che si erano eretti scudi umani davanti a loro Cavalieri degli Dei.

 

«State tutti bene?»

Mentre le lingue violente e devastatrici del fuoco magico continuavano a divampare attorno a loro, Chantal reggendo con un braccio Iona interrogò gli amici. Era riuscita a proteggere Tristan, Leine, Vivien e Alyssa grazie all'aiuto divino di Hamon. Sorivan era caldo tra le sue dita come il fuoco divampava al di là della sfera di energia creata dalla luce divina scaturita da Sorivan. Alyssa furente ma composta corse al suo fianco per reggere Iona.

«Grazie a te, sì.» rispose Vivien raggiungendole per aiutare Alyssa.

«Cosa diavolo è stato?»

Leine corrucciata vagò lo sguardo attorno a loro al di là della barriera.

«Palle di fuoco… Uno sciame. Una magia davvero molto potente.» Tristan scuro in volto fissava un punto imprecisato davanti a sé. «Un monito dell'essere che stiamo inseguendo, ne sono quasi certo.»

«Cosa dici?» Vivien sollevò il capo nella sua direzione colpita dalle sue parole.

«Temo di sì, ma chiederemo conferma a Kyrsen.»

Tristan aveva detto anche troppo ne era consapevole, ma era quasi sicuro della sua affermazione. Gli Azer non potevano possedere un simile potere. Qualcuno non li voleva lì, e quello era un chiaro monito a non proseguire o una chiara azione per distruggerli.

«Raggiungiamo gli altri. Voglio assicurarmi stiano tutti bene. Statemi vicini, Sorivan ci proteggerà.»

Chantal si avviò verso il muro di fuoco con ansia ma cercando di mostrare sicurezza. Finché non avesse visto tutti gli amici sani e salvi non sarebbe riuscita a tornare a respirare normalmente.

 

La cupola di pietra che era apparsa rinchiudendoli al loro interno scomparve quando il potere di Sorivan li avvolse. Willard era riuscito ad evocare un rifugio che li aveva protetti. Ederik ancora con Prudence svenuta fra le sue braccia sollevò lo sguardo in cerca di Chantal. Quando videro la sorella ferita sia lei che Alyssa corsero al loro fianco.

«Prudence!» Alyssa sbiancò visibilmente.

«Eddy, cosa è successo?»

Chantal prese a esaminare con una mano la sorella mentre con l'altra reggeva ancora Sorivan che teneva lontano da loro le fiamme.

«Si è sacrificata per sconfiggere il nemico ma i suoi abiti hanno preso fuoco.» Fu Konrad a rispondere.

Chantal bisbigliò alcune parole come una preghiera poi sollevò lo sguardo su Ederik.

«L'ho stabilizzata ma per curarla dobbiamo abbandonare questo posto, non posso proteggere voi e curare lei. Prendila in braccio Eddy, usa cautela la sua pelle potrebbe rimuoversi e creare maggiori ferite.»

Ederik annuì poi si sollevò portando con sé delicatamente Prudence.

«Meno male siete vivi!»

Orion sbucò dalle fiamme assieme a Xavier. Lui era protetto dalla sua armatura mentre l’amico aveva il potere del Dio del Fuoco York che lo teneva al sicuro e il fuoco sembrava non sfiorarlo.

«Orion.» Alyssa corse incontro al fratello. «Prudence è grave.»

Alle parole della sorella il Principe corse verso il gruppo riunito.

«Dobbiamo uscire da quest'inferno Orion o non riuscirò a curarla.»

Chantal scambiò uno sguardo allarmato con il fratello che annuì poi tutti gli occhi furono su Xavier.

«Come sei arrivato qui?» chiese Leine.

Fu Orion a risponderle. «È una lunga storia, ora affrettiamoci e speriamo di trovare fuori di qui gli altri.»

Chantal allora si alzò e facendosi largo con Sorivan si incamminò verso quella che credeva la salvezza.

 

«Dobbiamo tornare là in mezzo.»

Scarlet puntò i piedi arrabbiata mentre Kilian le sbarrava la strada.

«No Principessa. Attenderemo qui per qualche minuto e se nessuno uscirà da quelle fiamme torneremo alla nave.

«Scarlet.» Quinn si avvicinò ai due con fare greve. «Sai che gli ordini di Orion sarebbero questi. Non vorrebbe che rischiassimo la nostra vita per tornare in quelle fiamme.»

«Stai scherzando vero?» Scarlet si rivolse a lui furiosa. «Ci sono i nostri amici là non possiamo andarcene e lasciarli morire.»

Kyrsen si unì alla discussione poggiando una mano sul suo braccio.

«Sii ragionevole Scarlet, non abbiamo le capacità di trarli in salvo e non sappiamo nemmeno se sono ancora vivi.»

«Non lo sai?» Scarlet la guardò. Era arrabbiata, frustrata e delusa. «Come fai a non saperlo? Puoi percepire Kieran a miglia di distanza e non sai se i nostri amici laggiù sono in salvo?»

Kyrsen sembrò ferita dalle sue parole. Si morse un labbro e gli occhi verde smeraldo si incupirono.

«Mi dispiace Scarlet.» la sua voce era mesta. «Non li percepisco e ciò potrebbe voler dire…»

«Non dirlo nemmeno!» Scarlet si portò le mani alle orecchie in un gesto disperato.

«Kilian, Principe Quinn dobbiamo decidere alla svelta.» Etienne si fece loro accanto.

«Potrebbero tornare altri nemici. Non sappiamo nemmeno se sono stati tutti sconfitti.»

«Dovete piantarla!» battendo un piede a terra Scarlet urlò tutto il suo sdegno. «Io non me ne andrò finché…»

«Guardate!»

Il richiamo di Danerough attirò la loro attenzione. Una luce più intensa delle fiamme stava prendendo forma tra esse. Scarlet con il cuore in gola corse in quella direzione e poco dopo Chantal e il gruppo degli amici apparve dal muro di fuoco.

«Per gli Dei! Chantal! Alyssa! Vivien!»

Con le lacrime agli occhi Scarlet corse ad abbracciare Alyssa che ricambiò la sua stretta.

«Prudence... Scarlet. Prudence è ferita…»

«Depositala lì Ederik.» cercando di mantenere la calma Chantal indicò ad Ederik una roccia poco distante. Il Principe depose il suo dolce fardello.

«Copritela. Eddy, un mantello per favore.»

Mentre il gruppo faceva crocchio attorno Prudence, Xavier prese per un braccio Quinn.

«Nami… Hai visto Nami, Quinn?»

«Xavier, tu qui?» L’amico annuì.

«Knich Valerè mi ha portato qui.»

Quinn lo fissò stranito per un’attimo poi il suo sguardo si fece smarrito e dispiaciuto e il cuore gli saltò in petto.

«Non l’ho vista Xavier.»

«Orion! Nami non è qui!» l'amico sgranò gli occhi lievemente chiamando il compagno.

«E Wainwrit?» Tristan si fece loro incontro e Quinn diniegò con il capo.

«Dobbiamo cercarli.»

Orion serrò la mascella alle parole di Xavier.

«Xavier non possiamo rimanere qui per molto.»

«Cosa?» Xavier si rivolse a lui rabbioso. «È di mia moglie che stiamo parlando Orion!»

«Non posso andarmene senza Wainwrit anche se gli Dei mi sono testimoni, lo farei volentieri, quella serpe…»

«Oh non adularmi troppo fratello o potrei emozionarmi.»

La voce beffarda di Wainwrit interruppe le discussioni e dalle fiamme una sfera nera come la notte uscì rivelando poi la figura di Wainwrit al suo interno dissolvendosi.

«Bastardo.» Tristan si fece avanti rabbioso.

«Non userei quel termine Tristan, insulti la tua amata madre così.»

Tristan lo afferrò per il davanti della tunica sollevandolo verso di sé.

«Non dovrei chiamarti serpe quando non hai minimamente combattuto e hai taciuto la presenza dell'essere che ha attaccato Iona?»

Wainwrit sorrise cinicamente.

«Non sono la balia di nessuno e poi tu? Tu, fratello… hai combattuto davvero? Non mi pare tu abbia combattuto nel pieno delle tue capacità.»

Tristan sentì il sangue montargli alla testa.

«Maledetto!» sollevò la mano per colpirlo mentre gli occhi di Wainwrit lo sfidavano a farlo.

«Adesso! Basta!»

Il comando secco e perentorio di Orion bloccò la mano di Tristan e fece volgere tutti nella sua direzione. Orion attese di avere il silenzio e l'ordine e quando i due fratelli si allontanarono l'uno dall'altro con stizza, guardò a Xavier. L'amico era un fascio di nervi.

«Non possiamo rimanere qui. Ci sono molti feriti che necessitano di cure, gli incantatori e chierici di riposo. So di dirti una cosa che non vorresti sentirti dire Xavier, ma dobbiamo proseguire. Per il bene del gruppo e della missione. Nami è in gamba, molto più di quello che credi e Wirona la protegge. Se è viva ci troverà o tornerà alla nave. Non ci allontaneremo molto, il tempo di trovare un luogo più sicuro per riprenderci.»

Xavier gli si fece vicino fermandosi ad un passo da lui.

«Le tue parole sarebbero le stesse se ci fosse una delle tue sorelle disperse?»

Orion affrontò la sua furia stoico.

«Sì Xavier.» rispose con sincerità. Un muscolo guizzò sulla mascella di Xavier.

«Sarai anche a capo di questa spedizione Orion ma non sei il mio Re e non sei il mio comandante. Io cercherò mia moglie e tu non puoi obbligarmi a seguirti.»

«E non tenterei nemmeno di farlo amico.»

Alle sue parole Xavier si stupì. Orion gli sorrise.

«Trovala Xavier e poi raggiungici.» Xavier sembrò confuso.

«Ma hai detto…» Orion annuì.

«Quello che dovevo dire Xavier ma tu sei un Re di Lésin Rove e il mio più caro amico. Non ti obbligherei mai ad andare contro il tuo volere. Trovala Xavier. So che lo farai.»

L'amico annuì poi sollevò la mano a stringere la sua a mezz'aria.

«Chantal?» senza nemmeno guardarla Orion la interrogò.

«Possiamo muoverci Orion, non è in pericolo di vita.» rispose la sorella decisa.

Orion tornò ad annuire e sorrise a Xavier.

«A presto fratello.»

   
 
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