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Autore: morgana85    14/10/2020    10 recensioni
L'autunno è il mese dei colori, della luce dorata e della nebbia. Ma anche di quell'atmosfera un po' nostalgica che porta inevitabilmente all'inverno.
Dal testo:
(...) Una folata di vento improvviso li investì, portando con sé gli odori del bosco e il profumo della sua pelle. Lo avrebbe riconosciuto ovunque, così come conosceva ogni dettaglio di lei, ogni lentiggine.
L’aveva ritratta in talmente tante fotografie, da averne ormai perso il conto. Ed in ogni scatto – rubato o dichiarato – aveva rinchiuso un po’ dell’amore e del desiderio che aveva scoperto di provare per quella giovane donna che portava l’autunno tra i capelli e il sole negli occhi. (...)
[PRIMA CLASSIFICATA al contest 'Fast 'n' Flash writober' indetto da Carmaux sul forum di EFP]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa storia partecipa al contest 'Fast 'n' Flash writober'
indetto da Carmaux sul forum di EFP
 
 
 
~ Fermoimmagine
 
[500 parole]
 
 
 
Nostalgia è semplicemente amore che non siamo riusciti a dare al momento giusto.
~ W. Fontana
 
 
 
Click.
Scattò un’altra foto, incapace di scegliere quale fosse l’inquadratura migliore per cogliere quel momento pressoché perfetto. Solitamente era l’istinto a guidare il suo occhio, con risultati oltremodo soddisfacenti. Ma lì, con il cielo terso dell’autunno inoltrato e tutti quei colori a farle da cornice, c’erano troppe cose a distrarlo.
Click.
Immersa in un tripudio di arancione e oro e bordeaux, con quell’abito candido che sembrava avere la stessa consistenza della nebbia di Ottobre, era talmente bella da rendergli difficile persino guardarla.
 
Sollevò la mano, agitando le dita emozionata, «Ci sposeremo il prossimo autunno».
Abbassò la macchina fotografica, osservandola come se la vedesse davvero per la prima volta. «Sono felice per te», aveva sorriso, incastrandole una foglia tra i capelli, rossi come gli alberi dietro di loro.
«Non sembrerebbe». Gli prese la fotocamera dalle mani, scattandogli una foto e nascondendo una lacrima dietro l’obbiettivo, «Non potevo più aspettare che fossi tu a chiedermelo»
L’aveva baciata, infilando le dita in quei ricci indomabili come avrebbe voluto fare un milione di volte e che invece non avrebbe mai più potuto concedersi.
 
Una folata di vento improvviso li investì, portando con sé gli odori del bosco e il profumo della sua pelle. Lo avrebbe riconosciuto ovunque, così come conosceva ogni dettaglio di lei, ogni lentiggine.
L’aveva ritratta in talmente tante fotografie, da averne ormai perso il conto. Ed in ogni scatto – rubato o dichiarato – aveva rinchiuso un po’ dell’amore e del desiderio che aveva scoperto di provare per quella giovane donna che portava l’autunno tra i capelli e il sole negli occhi.
 
«Sul serio?», deglutì a fatica il caffè, lasciandone comunque sfuggire qualche goccia dalle labbra, «Perché?».
Stavano passeggiando nel grande giardino della villa abbandonata sulla collina, dove si erano incontrati per caso un autunno di vent’anni prima. I colori erano sempre più intensi lì, quasi una strana magia rendesse quel luogo diverso da ogni altro.
«Non me lo stai chiedendo davvero», era scoppiata a ridere, saltando come una bambina su un piccolo mucchio di foglie, che le erano volteggiate intorno simili a scintille gialle, amaranto e color ruggine. «Nessuno vede quello che vedi tu», aveva inclinato appena la testa, gettandogli un’occhiata da sopra la spalla, accompagnata da un sorriso che avrebbe tanto voluto cancellare con un bacio, «nessuno vede me come lo fai tu».
 
Quando gli aveva chiesto di essere il fotografo al suo matrimonio, avrebbe voluto rifiutare. Ma ogni volta che si trattava di lei, non riusciva a mantenere i suoi buoni propositi.
La guardò, circondata dalla luce dorata del tramonto che le sfiorava il volto come un velo impalpabile, mentre si lasciava andare ad un valzer improvvisato con il suo sposo.
Per la prima volta i loro sguardi si incontrarono, in silenzio e da lontano.
In quel momento scattò.
 
«Non potevi scegliere un periodo migliore?».
«No», lo aveva baciato lei, tra le lacrime e con le labbra tremanti, «L’autunno mi ricorda te».
 
Una foglia volteggiò e cadde, come ogni sua speranza e in un moto di infinita nostalgia.
 
 
 
 
Buongiorno car* lettrici/lettori,
eccomi qui con una nuova storia, per un nuovo contest.
Prima o poi saranno la mia rovina XD
Ho partecipato soprattutto per mettermi alla prova, perché non avevo mai scritto una flashfic e misurarmi con 500 parole è stata davvero ardua.
Ma l’argomento mi piaceva molto, quindi perché no? Amo l’autunno, credo sia la mia stagione preferita dopo l’inverno. Da innamorata della fotografia, la luce dorata che regalano i tramonti autunnali è qualcosa di inavvicinabile e perfetto.
Per questo e per mille altri motivi, ci ho voluto provare. Così mi sono buttata, nonostante io prediliga storie decisamente più corpose. Ma si sa, mai porsi limiti, in nessun caso. Questo è quello che ne è venuto fuori.
Lascio il resto alla storia, non sono mai stata un granché nelle presentazioni XD
Alla prossima lettura
Morgana
  
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