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Autore: God_Eden_Imperial    14/10/2020    0 recensioni
Caroline, una ragazza londinese, ha una triste storia alle spalle (perché se non hai un passato di m* non sei ammesso nell'anime XD) è stata salvata da Karl Heinz e ha fatto la conoscenza di Yui e dei vampiri.
A causa del suo passato detesta gli uomini e soprattutto i nobili, eppure uno dei vampiri riuscirà a entrare nel suo cuore di ghiaccio nonostante tutto.
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ruki Mukami
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Respiri affannati, mani che si cercano, corpi che si toccano, imbevuti di piacere. L’atmosfera è calda, la temperatura si alza ad ogni sussurro, ad ogni bacio, ad ogni carezza.
Le molle del letto cigolano al peso dei due, il cuscino è coperto dai capelli oro di lei che ricadono lungo il lenzuolo arricciato tra le sue piccole dita.
Labbra gonfie, occhi lucidi e guance arrossate. Il desiderio e la passione sono alle stelle e sembrano non bastare mai. Non ne hanno ancora abbastanza l’uno dell’altra.
Poi una voce tremante e un nome detto in un sussurro
“Ruki”


Carol si svegliò di colpo, gli occhi sbarrati. Sentiva il suo intero corpo fremere. Era accaldata e sudata. Aveva il fiato corto e si sentiva come se avesse fatto un incubo. Ma non lo era, o forse sì. Almeno per lei.
Si mise seduta cercando di calmarsi, osservandosi le gambe nude. Aveva la pelle d’oca. La coperta era ammucchiata in fondo al letto, ai suoi piedi, segno che durante la nottata si era girata e rigirata più volte. Probabilmente a causa del sogno o semplicemente per il caldo afoso di inizio estate.
Il sole era già sorto e illuminava la stanza quel poco che bastava per vedere, date le tapparelle leggermente abbassate della finestra. Si guardò attorno, era da sola e questo la consolava.
Tirò un sospiro sdraiandosi e portando un braccio a coprirsi gli occhi stanchi. Anche se aveva dormito per otto ore filate, si sentiva come la sera prima, sfinita.
Ma in quel momento non era stanca fisicamente. La testa le doleva, le sembrava come se qualcuno la stesse prendendo ripetutamente a martellate. Aveva bisogno di un po’ d’acqua fredda, ma allo stesso tempo non voleva alzarsi. Rimase immobile rivedendo le immagini del sogno nella sua mente
“Maledizione!”
Sussurrò a denti stretti
“Perché? Perché tra tutti proprio lui?”
Detestava ciò che aveva appena sognato, le faceva tornare alla mente troppi ricordi per nulla piacevoli, anzi.
Quando viveva ancora a Londra, ormai decenni fa, era solo una ragazzina come tante, con una famiglia qualunque e una vita misera.
Un giorno suo padre perse il lavoro mentre sua madre si ammalò gravemente e durante la Londra dell’industrializzazione o morivi o ti prendeva un miracolo. Purtroppo non ci fu nessun miracolo per sua madre. L’uomo di casa aveva troppo debiti e non sapeva più come poterli pagare. Era disperato. Ma c’era una cosa in suo favore, o meglio qualcuno, che lo avrebbe potuto salvare. La volontà di vivere, il grande e potente potere della sopravvivenza, prese il sopravvento in lui. Possedeva un figlia bellissima, ecco cosa aveva dalla sua parte.
Caroline.
Una figlia giovane, stupenda, con i suoi lunghi capelli chiari e gli occhi colore del cielo.
La ragazzina era devota all’uomo e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di dargli una mano, anche andare a lavorare nelle fabbriche nonostante la sua età.
Il padre conosceva un nobile, un uomo di rispetto nella società ma anche detestabile ed egoista.
Promise al pover’uomo una grossa somma di denaro, che lo avrebbe aiutato a rimediare a tutti i suoi debiti, solo in cambio di una cosa: Caroline.
“Il mondo è fatto di dare e ricevere”
Diceva il nobile mentre la portava via da casa sua, dall’unico famigliare che le era rimasto.
La portò con se nella sua enorme villa, le diede vestiti nuovi e puliti, del buon cibo caldo e un morbido letto in cui riposare.
Sembrava tutto meraviglioso. Caroline aveva finalmente la vita che aveva sempre desiderato di vivere.
Ma purtroppo nulla dura per sempre, niente è fatto di rose e fiori.
La aspettava un mondo ancor più terribile di quello che aveva vissuto finora. Si ritrovò usata dagli uomini, dai nobili, per il loro divertimento. Un corpo così docile, una vita così giovane…distrutta.
Sempre chiusa in quella stanza, su un letto disfatto. Nuda e immersa nella vergogna. Si vergognava del suo corpo, di se stessa, della sua intera esistenza e voleva finirla.
Tanto, che senso aveva continuare a vivere in quel modo?
Le sembrava di essere già morta.
Dopo l’ennesima notte, dopo l’ennesimo cliente, rimase ancora una volta da sola, in quella grande stanza spoglia.
Piangeva e si disperava, ripudiandosi.
Per quanto ancora sarebbe durato quell’inferno?
Se lo chiedeva ogni sera, finché un giorno le sue preghiere non arrivarono a qualcuno. Era anche lui un nobile, di quelli che lei detestava maggiormente. Ma quando le si presentò, non accennò al volerla. Le parlò con dolcezza, la trattò come un essere umano non come un oggetto, al contrario degli altri e Caroline gli fu grata per questo.
Ma lo detestava comunque, non per la sua gentilezza, ma per il suo essere…lui.
“Ti mostrerò un mondo dove potrai ricominciare daccapo. Non preoccuparti, non voglio nulla in cambio da te, non adesso almeno”
Le aveva detto tendendole la mano. A quel tempo era talmente disperata che non voleva altro che fuggire, andarsene da quel posto, lasciare Londra anche se, in cuor suo, amava quella città. Afferrò la mano di quell’uomo e scomparve con lui nella notte.

“Karl Heinz”
Sussurrò Carol decidendo di alzarsi dal letto. Se fosse rimasta lì, chiusa in quella stanza, avrebbe ricordato altro e non ne aveva la minima voglia. E poi Ruki la sgridava se faceva tardi per la colazione e quella mattina non le andava proprio di starlo a sentire.
Già…Mukami Ruki, un ex nobile, un uomo, un essere che lei detesta. Eppure sognava di lui e non un sogno qualunque. Proprio quel tipo di sogno.
“Lo odio. Lo odio veramente. Ma allora per quale motivo…”
Sbuffò. La sua mente le aveva giocato un brutto scherzo, tutto qui. L’unica cosa da fare era dimenticare e far finta che non fosse accaduto nulla. Dopotutto, era solo un sogno, giusto?
Sbagliato.

Quella sera.
Era ormai ora di andare a scuola. I Mukami, assieme a Yui, avevano terminato la cena ed erano pronti a salire in macchina. Mancava solo una persona all’appello. Colei che non aveva nemmeno preso parte al pasto serale.
“Carol-san non è ancora scesa?”
Chiese Yui seguendo i quattro ragazzi all’uscita e fermandoli. Si voltarono nella sua direzione, alzando poi il viso in direzione della camera dell’altra ragazza al piano di sopra
“No, è ancora chiusa in camera sua da stamattina”
Rispose Yuma mettendo le mani in tasca, annoiato.
“Non è da lei assentarsi per così tanto tempo”
Aveva notato Azusa preoccupato. Anche se la ragazza si comportava in modo acido e scontroso con loro, inevitabilmente si era anche avvicinata a tutti e quattro i vampiri, chi più chi meno.
Le piaceva passare il tempo con Azusa, lo riteneva il meno fastidioso e rumoroso. In quei giorni che voleva starsene in pace, chiedeva sempre di poter restare sola con quel vampiro.
Ogni tanto era costretta ad aiutare Yuma col suo orto, ma alla fine non era poi così male, in fondo poteva mangiare senza che Ruki le rompesse le scatole riguardo la buona educazione a tavola.
Con quest’ultimo in particolare non aveva affatto un buon rapporto. Litigavano, si detestavano e non riuscivano proprio a piacersi.
Infine Kou. Con lui andava d’accordo, anche se le era piuttosto indifferente. Ma avendo vissuto un passato molto simile si comprendevano. Tranne quelle volte in cui il ragazzo faceva lo stronzo, in quei momento Carol lo evitava peggio della peste.
I Sakamaki? Non avrebbe messo piedi nella loro villa nemmeno sotto tortura. Ma era attratta da Subaru, anche se mai lo ammetteva.
“Se non si sbriga rischiamo di fare tardi. Che donna fastidiosa”
Esclamò Ruki, infastidito dal comportamento della ragazza. Yui stava per parlare ma Yuma la precedette
“Sbaglio o tu, Kou, ci hai parlato stamattina?”
Il ragazzo, che era rimasto in silenzio, lanciò un’occhiatina veloce a Ruki. I due si guardarono poi il più piccolo rispose
“Si, non lo nego. Mi sembrava piuttosto stanca poveretta. Mi sa che non sia il caso di disturbarla”
Sa qualcosa.
Pensò Yui senza, però, dire nulla. Anche lei aveva incontrato Carol quella mattina e, come aveva detto Kou, sembrava sfinita, quasi sconvolta. Ma non era riuscita a parlarle
“Dovremmo controllare che stia bene”
Disse Azusa guardando anche lui Ruki che sospirò
“Aspettate in macchina, vado a prendere quella donna fastidiosa”
Si diresse verso le scale mentre Yuma e Azusa uscivano dalla villa, al contrario di Kou che seguì il fratello maggiore con gli occhi e un sorriso beffardo stampato sulle labbra che non passò inosservato a Yui
“Ero certa che sapessi qualcosa tu”
Disse incrociando le braccia al petto e facendo ridacchiare il vampiro
“Cosa? Non ho proprio idea di cosa tu stai parlando M-neko-chan”
Yui non aveva intenzione di demordere. Sapeva che c’era qualcosa tra lui e Carol. Non amore, quello era certo.
“E’ successo qualcosa tra voi due stamattina, ne sono convinta”
Kou esitò, era stato beccato anche se non gli importava. Circondò le spalle di Yui con un braccio e, tutto sorridente, esclamò
“Forza, M-neko-chan, raggiungiamo Yuma-kun e Azusa-kun”
Detto questo la trascinò fuori in direzione della macchina che li avrebbe portati a scuola.

Intanto Caroline era nascosta sotto le coperte, rannicchiata su se stessa, nel letto, non intenzionata a lasciare quel posto per nulla al mondo. Nella sua testa, confusa, continuava a riguardare, di continuo, le immagini del suo sogno. Ricordava i sospiri di piacere, i gemiti, le mani di Ruki che la toccavano ovunque, lui che la mordeva, che la baciava…i loro corpi che diventavano uno solo.
Ah, dannazione! Basta!
Pensò affondando il viso arrossato nel cuscino per il tremendo imbarazzo.
Io lo odio! Lo odio così tanto!
Peccato solo che, nonostante si ripetesse quelle parole, sentiva il suo corpo caldo e un’ondata d’eccitazione colpirla.
“Carol”
Sussultò nel sentire proprio la voce di Ruki, apparso nella sua camera. L’unica persona che non voleva incontrare, ora era lì, nella sua stanza, a pochi metri da lei.
“Cosa vuoi?”
Chiese cercando di controllare la voce che le uscì comunque tremante.
“E’ ora di andare a scuola, manchi solo tu. Che stai aspettando a prepararti?”
Carol non rispose subito, aveva bisogno di non perdere la calma di fronte a lui
“Non mi sento molto bene, non credo sia il caso che venga anche io oggi”
“Non stai bene? Dove ti fa male?”
Chiese Ruki con tono…preoccupato?
“Ho solo un po’ di nausea e mal di testa, nulla di cui preoccuparsi più di tanto”
Inventò sul momento sperando che il vampiro ci cascasse e se ne andasse lasciandola sola, ma non accadde
“In ogni caso non puoi restartene da sola, qualcuno deve tenerti d’occhio”
Disse il ragazzo prendendo il cellulare e mandando un messaggio a Yuma per avvertire lui e gli altri di andare senza di loro.
Osservò il letto e cercò di spostare le lenzuola per guardare Carol che, appena sentì la coperta venire strattonata, si impanicò, rafforzando la presa sull’oggetto
“Ehi, fermo! Sono nuda”
Mentì, aveva l’intimo e una maglietta addosso, ma non voleva guardarlo e non voleva che lui la vedesse.
“Pensi che mi importi?”
“Importa a me! Idiota!”
Ruki si incupì, ma decise di non insistere, non aveva alcuna voglia di mettersi a discutere con lei in quel momento.
“Ti porto le medicine”
Aveva detto dirigendosi alla porta ma bloccandosi di colpo. Annusò l’aria nella stanza, ispirando l’odore che trasudava dal corpo di Carol e la rabbia lo pervase, scorrendogli nelle vene con violenza.
Sapeva che la ragazza avrebbe fatto di tutto pur di restare ben nascosta dalla sua vista, ora era sull’attenti e doveva fare in modo di farla sentire al sicuro prima di fare qualsiasi mossa. Raggiunse comunque la porta, la aprì con un cigolio fastidioso e la richiuse senza però lasciare la camera.
Come aveva immaginato, Carol, sentendo il rumore e credendo di essere nuovamente sola, allentò la presa sulla coperta e a quel punto Ruki ne approfittò per levargliela di dosso.
La ragazza sussultò, avvampando per l’imbarazzo di essere stata scoperta e tentò invano di riprendersi il lenzuolo
“O-ohi, che stai facendo?! Ridammela-“
“Perché?”
La interruppe Ruki cogliendola di sorpresa
“Perché hai addosso il suo odore?!”
Ringhiò salendo sul letto e facendola indietreggiare velocemente
“N-non avvicinarti!”
Esclamò finendo con le spalle contro la testiera e sbiancando non appena Ruki la bloccò.
Il cuore prese a batterle molto forte, sentiva il viso andare a fuoco e, cosa peggiore, percepiva l’eccitazione crescere. Una parte di lei voleva solo tirare a se il vampiro e lasciarsi fare tutto ciò che lui avrebbe voluto.
Ma non poteva pensare a certe cose. Non doveva.
“Ru-Ruki?”
“Questo è l’odore di Kou! Dimmi perché ce lo hai addosso!”
Era furioso e stava rafforzando la presa sui suoi polsi facendola gemere per il dolore
“Calmati e non urlarmi in faccia!”
Rispose lei a tono facendolo ulteriormente infuriare. La bloccò sotto di se nonostante lei cercasse di impedirglielo e di liberarsi. Si agitava, dimenandosi, ma servì a ben poco. La forza fisica di Ruki era superiore alla sua e ben presto dovette arrendersi.
Scostò il viso, ancora non voleva guardarlo.
Aveva entrambi i polsi piantati sul materasso, il corpo di Ruki sopra il suo mezzo nudo.
Non può essere…che io mi senta in questo modo.
Pensò mentre il ragazzo si chinava fino a sfiorarle la guancia con le labbra facendola mugolare.
“Non vuoi rispondere?”
Che cosa potrei mai dirti? Ti arrabbieresti solo di più, sia con me che con Kou.
Non lo disse ad alta voce anche se avrebbe voluto, ma si trattenne.
Ruki la guardò seriamente, spostando le labbra lungo il suo collo provocandole una scarica di piacere lungo la schiena, costringendola a chiudere le gambe senza accorgersene.
Che mi succede?
Pensava sentendo Ruki morderla. Gemette per il dolore iniziale. Dolore che ben presto scomparve lasciando posto ad altro.
Mi sto…eccitando?
Lo sentiva succhiarle il sangue e muoversi su di lei che iniziava ad ansimare, rossa in viso.
“Ru-Ruki”
Gemette il suo nome chiudendo gli occhi.
Stupido corpo! Come puoi eccitarti mentre ti beve via il sangue…proprio lui.
“Eliminerò l’odore di Kou e ti ricoprirò del mio”
Le aveva sussurrato peggiorando la situazione. Carol cercava di pensare ad altro, di provare dolore, ma la verità era tutt’altra.
Rivedeva le immagini del suo sogno, ansimando e gemendo il nome del vampiro che, a sua volta, sentiva il suo stesso corpo scaldarsi.
Si staccò di colpo, gli occhi sbarrati puntati sulla ragazza sotto di se e si rese conto di quanto si sentiva attratto da lei in quel momento. L’aveva a sua completa disposizione, ma il fatto che avesse l’odore di uno dei suoi fratelli addosso, di quel fratello, lo faceva fremere dalla rabbia.

La mattina stessa.
Quando si era svegliata, ricoperta di sudore, aveva fatto una smorfia a sentire la propria roba puzzare. Quindi, dopo aver fatto una doccia, prese i panni da lavare dirigendosi al piano inferiore della villa dove erano state messe le lavatrici.
Infilò in una di esse i vestiti, ci mise l’ammorbidente senza guardarne la quantità e la fece partire. L’unico autorizzato ad utilizzare le lavatrici era Ruki dato che solo lui era capace di usare, come si deve, quegli aggeggi.
Carol era sempre stata abituata a lavarsi i vestiti da sola, ma quella mattina non aveva voglia di fare nulla, già tanto che si era alzata era un grosso traguardo.
Sospirò osservando, annoiata, l’oblò che girava velocemente, assorta nei proprio pensieri, non si accorse di una figura apparsa improvvisamente alle sue spalle, finché una voce a lei ben nota non la fece riprendere dalla trace in cui era caduta, facendole quasi venire un colpo.
“Ohayo, M-neko-chan”
Il pugno partì e per pochissimo non colpì in pieno Kou che si scansò appena in tempo
“Insomma! Quante volte te lo devo dire di non apparirmi alle spalle in questo modo?! Sai che non lo sopporto, se poi ti colpisco sulla tua preziosa faccia, non ti lamentare!”
Aveva esclamato lei dimenticandosi di avere addosso solo una maglietta che la copriva a malapena. Kou, inizialmente, rise di gusto, divertito dall’esagerata reazione della ragazza. Poi, notando in che condizioni si trovava, sorrise con malizia.
“Tranquilla, M-neko-chan, scusami tanto. E’ solo che volevo darti il buongiorno per primo, inoltre, è strano trovarti qui. Oh, non avrai bagnato il letto?”
Carol avvampò per la presa in giro e per poco non gli tirò un altro pugno
“Ma che stai dicendo? Per favore, smettila di dire cavolate”
Kou rise ancora tenendosi la pancia. Era sempre uno spasso farla arrabbiare, come con Subaru, se entrambi venivano stuzzicati, il divertimento per lui era assicurato.
Solo dopo aver annusato il forte odore proveniente da Carol, smise improvvisamente di ridere
“Che c’è adesso? Perché fai quella faccia?”
“M-neko-chan…”
Si avvicinò a lei che aveva incrociato le braccia sotto al seno e, abbassandosi alla sua altezza, la aveva annusata nuovamente facendola arrossire
“O-ohi, staccati”
Fece un passo indietro andando a sbattere contro la lavatrice, ritrovandosi bloccata da Kou
“Il tuo profumo oggi è molto forte M-neko-chan”
Disse con un ghigno affondando il viso nel suo collo, assaporando la pelle ancora leggermente bagnata, con le labbra. Carol rabbrividì, il suo sogno era ancora nitido nella sua testa e la vicinanza del ragazzo non la aiutava a non pensarci. Sentiva il corpo pesante, non riusciva a muovere un solo muscolo tanto era in imbarazzo
“Hai fatto un bel sogno, vero? Quel sogno”
Carol sbarrò gli occhi, possibile che avesse capito tutto? Era già stata scoperta?
“N-non so di cosa parli”
Balbettò scostando il viso arrossato e Kou ne ebbe la conferma. Cosi approfittò dell’occasione per prenderla un po’ in giro e divertirsi
“Oh, io invece penso che tu sappia molto bene di cosa parlo. Non vuoi ammetterlo perché hai sognato uno di noi forse? Magari io? Non mi sorprenderei”
“Maledetto stronzo”
Aveva sibilato Carol voltandosi di spalle per non doverlo guardare, tornando a concentrarsi sull’oblò della lavatrice. Senza successo perché Kou riprese a sussurrarle all’orecchio
“Non sono io? Che peccato. Magari Subaru-kun? Ho visto che c’è un certo feeling tra voi”
Ora Carol si stava innervosendo, detestava essere presa in giro in quel modo.
“Non c’è nessun feeling, smettila di dirlo e di tirare fuori nomi a casaccio. Tanto non indovinerai mai, inutile che ci provi. Io non ti dirò una sola parola”
Kou sorrise beffardo, non aveva ancora finito di stuzzicarla per bene e la parte migliore stava per arrivare
“M-neko-chan, la verità è che io so benissimo chi hai sognato”
Per un momento Carol si sentì messa alle strette. L’agitazione la colpì in pieno mentre Kou sussurrava il nome
“Ruki-kun”
Il corpo della ragazza rabbrividì, il viso si era arrossato di colpo mentre l’immagine più chiara del suo sogno le inondava la mente. Il culmine.
Iniziò a tremare, a disagio, non poteva ancora credere che Kou fosse riuscito a leggerle dentro così facilmente. Non credeva di essere un libro aperto.
Deglutì
“Guai a te se apri bocca. N-nessuno deve venirlo a sapere”
Il vampiro ghignò compiaciuto, aveva ottenuto ciò che voleva
“Non preoccuparti, M-neko-chan, non dirò nulla a nessuno, soprattutto non a Ruki-kun”
Carol tirò un sospiro di sollievo, pensando di essersi salvata, ma purtroppo non era così. Improvvisamente percepì il corpo del vampiro attaccarsi al suo. La sua schiena combaciava perfettamente col petto del ragazzo che le aveva afferrato i fianchi facendola rabbrividire
“Manterrò il segreto solo in cambio di qualcosa, ovvio”
Il mondo è fatto di dare e ricevere, me ne ero quasi dimenticata.
Pensò
“E va bene…che cosa vuoi? Farò di tutto pur di farti tenere la bocca chiusa”
“Di tutto eh? Proprio quello che speravo. Ecco la mia richiesta”
La abbracciò da dietro affondando il viso nel suo collo, sentendo i capelli dorati di lei solleticargli le guance
“Voglio il tuo sangue, ogni volta che vorrò, quando lo vorrò e soprattutto…”
Prese ad accarezzarle una coscia e Carol si bloccò sul posto, sbiancando
Dove vorrò”
Detto questo la morse prendendola di sorpresa e facendola gemere di dolore
“Puoi sempre immaginare Ruki-kun al posto mio, non mi offenderò”
“S-sta zitto!”
Aveva balbettato lei chinandosi sulla lavatrice e nascondendo il viso tra le braccia incrociate, mentre sentiva Kou accarezzarle il corpo tornando a succhiarle il sangue.
Inevitabilmente pensò a Ruki al posto suo e si sentì accaldata. Si lasciò andare tra le braccia del vampiro accettando le immagini del suo sogno, riguardandole più volte e sussurrando il nome del Mukami cogliendo di sorpresa Kou.
“Cielo, M-neko-chan”
Iniziò a dire stringendo la presa sul suo fianchi magri, alzandole leggermente la maglietta.
“Sei completamente persa per lui”

Dopo che Ruki le aveva bevuto il sangue, facendole quasi perdere i sensi, si ritrovò a fissare il soffitto diventato improvvisamente interessante. Il corpo ancora le tremava e aveva la pelle d’oca. Il cuore non voleva smettere di batterle all’impazzata e sentiva il viso in fiamme.
“Ruki…stupido idiota!”
Sibilò chiudendo gli occhi e decidendo di non muoversi da quella stanza almeno finché non sarebbero tornati gli altri. Purtroppo mancava ancora parecchio, ma avrebbe resistito.
Peccato che mezz’ora dopo lo stomaco prese a brontolare, andandole contro.
Effettivamente non ho mangiato nulla oggi.
Pensò ricordandosi della mattina. Dopo che Kou se n’era andato, era tornata in camera, non voleva incontrare Ruki. Yui e Azusa le avrebbero fatto domande, forse l’unico che l’avrebbe lasciata in pace era Yuma, ma non voleva rischiare.
Decise di ignorare il buco allo stomaco ma questo riprese a brontolare sempre più forte, finché non fu costretta ad alzarsi e a sbirciare fuori dalla porta per controllare che Ruki non fosse rimasto lì fuori per farle da guarda.
Sarebbe il colmo.
Si passò una mano tra i capelli grattandosi il collo, scendendo al piano di sotto, dirigendosi verso la cucina. La villa era silenziosa e di Ruki sembrava non esserci traccia.
Forse è in camera sua a leggere.
Non aveva nemmeno pensato di andare a controllare. Non poteva tornare indietro. Stava per entrare quando la voce di Ruki la interruppe
“Che cosa stai facendo?”
Di nuovo, come quella mattina, il pugno le sfuggì per lo spavento, ma ancora una volta mancò il bersaglio
“Santo cielo anche tu?!”
“Anche io che cosa? Datti una calmata o mi vedrò costretto a punirti!”
Si guardarono male, come loro solito, poi Carol sospirò e, mettendo un leggero broncio, disse
“Ho fame, tutto qui”
“Potevi cenare con noi invece di chiuderti in camera”
“Ah, ma zitto! Comunque non c’era bisogno di seguirmi, posso cucinare anche per conto mio”
“Devo ricordarti cosa è successo l’ultima volta?”
Per poco lei e Yui non mandarono a fuoco la cucina. Ricordava che Ruki si era arrabbiato veramente tanto e quasi si sentì in colpa per averlo fatto preoccupare. Anche se, ovviamente, era in ansia per la sua adorata Eva non certo per lei, figuriamoci.
Al ricordo, Carol fece una smorfia, infastidita dalle continue attenzioni che Ruki rivolgeva a Yui invece che a lei.
Basta! Io lo odio! Questi sentimenti devono sparire!
“E’ successo una volta sola, ricordarmelo non è carino”
“Smettila di borbottare e spostati”
La scansò entrando nella cucina e mettendosi a tirar fuori degli ingredienti e una padella accendendo il fuoco. Carol lo osservò sorpresa: stava cucinando per lei?
E’…curiosamente gentile da parte sua.
Rifletté tenendo gli occhi fissi su Ruki che, notandolo, senza voltarsi a guardarla, disse
“Va a sederti e non mi disturbare”
Ed eccolo tornato il solito rompiscatole!
Pensò andandosi comunque a sedere a tavola, aspettando e accarezzandosi lo stomaco che continuava a brontolare.
L’aria ben presto si riempì di un profumo delizioso che le fece venire l’acquolina in bocca e appena Ruki le posò il piatto davanti, non esitò un attimo a divorarne il contenuto. Le aveva preparato un tipico piatto di Londra di cui non ricordava il nome, ma quel sapore nostalgico la fece sentire molto meglio.
“Ah, ci voleva proprio”
Esclamò sazia.
“Sei soddisfatta ora?”
“Decisamente…grazie”
Aveva sussurrato torturandosi la frangetta con un certo imbarazzo. Ruki si alzò per sparecchiare mentre Carol lo seguiva con lo sguardo.
Se davvero lo detesto, allora perché? Perché mi sento in questo modo? Perché il cuore mi batte così forte? Non è normale…
Starci a ragionare su era inutile, l’unica cosa da fare era continuare ad ignorarlo rintanandosi in camera.
Voleva dimenticare il suo passato e per farlo aveva bisogno di allontanarsi da quei ragazzi, uscire dalle loro vite.
Ma il solo pensare di non poterli rivedere mai più le dava un morsa allo stomaco che la faceva stare male. La verità è che si era affezionata a tutti loro, ma avevano già Yui, la loro Eva. Lei era solo un estranea. Certo, era la preferita di Karl Heinz senza alcun dubbio, dato che lui lo ripeteva sempre e ogni volta che aveva accennato all’andare via, Karl l’aveva sempre fermata, riuscendo a trovare una buona “scusa” per non permetterle di fuggire. E lei cedeva ogni volta.
“Non mi capisco”
Sussurrò alzandosi e dirigendosi verso le scale, ma venne bloccata da Ruki prima che potesse farlo, lasciandola perplessa
“Ruki…cosa c’è?”
“Sai, ora anche io ho io un certo languorino e non mi va proprio di rimettermi a cucinare”
Quella frase bastò per far cedere tutte le difese della ragazza che, a differenza delle altre volte, stavolta rimase immobile, lasciandolo fare.
Anche se lo negava a se stessa, anche se si ripeteva di odiarlo e di non volerlo più vedere, la verità era un’altra.
Lo voleva. Nonostante tutto quello che le era successo e della sua esperienza con gli uomini, voleva quel ragazzo. Non poteva più nemmeno ignorare il proprio corpo che tornò a scaldarsi sotto al tocco di Ruki.
“Sei incredibile, lo sai?”
Le aveva sussurrato sfiorandole il collo con le labbra e percependo il suo piccolo corpo fremere.
“Andare in giro mezza nuda quando sai bene che c’è un ragazzo in casa”
Sbarrò gli occhi accorgendosi solo in quel momento di aver dimenticato di mettersi almeno i pantaloni. Aveva ancora addosso solo l’intimo e una maglietta abbastanza lunga da coprirla fin sotto il sedere. Si sentì vulnerabile e si aggrappò a lui sussurrando il suo nome
“Se vuoi che ti succhi il sangue basta dirlo. Anche se non è quello di Eva, sarò ben felice di provarlo”
La morse e Carol gemette per il dolore che durò solo per pochi secondi.
Tornò ad ansimare mentre gli accarezzava i capelli scuri tirandoli leggermente così da avvicinarlo maggiormente. Ruki, a sua volta, le afferrò la maglietta per non farla allontanare, anche se non sarebbe successo.
Ad un tratto, però, Carol riprese un minimo di lucidità e decise di non cadere nelle proprie tentazioni
“Ruki”
Disse lasciando la presa sul vampiro
“Lasciami”
Prese ad indietreggiare seguita da lui che non aveva intenzione di mollarla, facendola finire sdraiata sul tavolo, i capelli sparsi per la tovaglia.
“O-ohi”
“Sta zitta!”
Sibilò lui rafforzando la presa e mordendola ancora. Carol tentò di allontanarlo, ma senza successo. Cercava di non perdere quel poco di lucidità che le era rimasto. Voleva afferrarlo, stringerlo a se e baciarlo, fare in modo che lui la facesse sua lì, in quel momento.
Diamine, doveva controllarsi.
“Ru-Ruki”
Sussurrò mentre la vista le si appannava, finché non cadde nel buio.

Il giorno dopo.
La mattina aveva deciso di andare a fare un giro per la città assieme a Yui e Azusa. Aveva bisogno di staccare un attimo la spina. Non aveva intenzione di restare a casa con Yuma, che di certo l’avrebbe trascinata all’orto. Con Kou ancora meno, le avrebbe succhiato il sangue appena gli sarebbe venuta voglia, accennando al sogno solo per poterla ricattare con più facilità. E con Ruki proprio non voleva parlarci, men che meno vederlo.
Dopo che l’aveva morsa e fatta svenire, l’aveva riportata in camera sua posandola sul letto. A farla riprendere furono le voci degli altri Mukami che erano tornati da scuola.
Così si era vestita ed era scesa per dare il bentornato a Yui, trovandola a parlare con Ruki.
Ah…non ha perso tempo.
Pensò sentendo un’ondata di gelosia pervaderla dalla testa ai piedi. Avrebbe dovuto immaginarlo che sarebbe corso subito da lei, dalla sua preziosa Eva.
“Gli uomini sono solo dei gran bastardi!”
Esclamò all’improvviso cogliendo di sorpresa Yui e Azusa che la guardò con un’espressione da cucciolo bastonato che le andò dritta al cuore
“Tranne te cucciolo, tu sei adorabile”
Disse accarezzandogli la testa con dolcezza
“Ah, magari fossero tutti come te”

Appena Azusa si allontanò un attimo, Yui ne approfittò per parlare con Carol
“Allora, mi vuoi dire che succede?”
“Non succede niente”
Aveva risposto secca Carol incrociando le braccia sotto al seno
“Ma certo, ho capito, sei ancora arrabbiata con Ruki-kun, vero?”
A quella domanda, la ragazza si chiuse nelle spalle, guardando Yui che le sorrideva, attendendo una risposta
“No, ti sbagli, non ho alcun interesse verso di lui”
Mentì.
“Davvero? E che mi dici di Kou-kun allora?”
“Ancora peggio!”
Stavolta non aveva mentito e Yui rise divertita per l’espressione omicida dell’amica
“Sembri Subaru-kun in questo momento”
Carol rimase sorpresa da quell’affermazione
“Un altro che vorrei veder sparire...più o meno”
“Siete entrambi tsundere, non mi sorprende che in fondo andiate d’accordo”
“Andare d’accordo è un parolone, diciamo solo che ci sopportiamo, tutto qui”
Yui sorrise con dolcezza. Sapeva del passato di Carol e provava dolore per lei. Forse non la capiva appieno e, probabilmente, non l’avrebbe mai fatto. Dopotutto era un argomento molto delicato ed estremamente personale. Non voleva rischiare di farla arrabbiare o di offenderla. Ma voleva aiutarla a stare meglio, anche solo provarci. Non voleva starsene con le mani in mano mentre una sua cara amica soffriva.
Le prese le mani e le sorrise con dolcezza prendendola di sorpresa
“Carol-san per qualsiasi cosa puoi contare su di me. Farò qualsiasi cosa pur di farti stare meglio, anche solo per poco”
Caroline fu grata della gentilezza di Yui, ne aveva bisogno. Non ne aveva ricevuta molto nella sua vita e sapere di essere importante per qualcuno, le fece prendere coraggio
“C’è una cosa di cui vorrei parlarti, qualcosa che posso chiedere soltanto a te”
“Certo, dimmi pure, ti ascolterò”
L’altra esitò, non sapendo bene da che parte incominciare. Alla fine prese un profondo respiro e disse
“Voglio smettere di detestare gli uomini”
Stavolta fu il turno di Yui a rimanere di sasso. Non se lo aspettava ma fu comunque molto sollevata nel sentirglielo dire
“E’ un passo molto importante per te, ne sei davvero convinta?”
Carol annuì
“Se voglio dimenticare quel passato che mi fa così tanto ribrezzo, l’unica cosa che posso fare è affrontarlo. Cercare di superare la mia paura e ricominciare daccapo”
“Sono d’accordo. E’ passato tantissimo tempo. So che non è una cosa che si supera facilmente, anzi. Probabilmente non riuscirò a capirti appieno mai, come vorrei. Ma ti aiuterò con la tua decisione”
Le sorrise con dolcezza e Carol sentì gli occhi diventare umidi. Non voleva scoppiare a piangere ma stava per accadere e non avrebbe potuto far nulla per evitarlo
“Potremmo iniziare con uno dei ragazzi che già conosci. Azusa-kun per esempio. Con lui vai d’accordo, no?”
Carol si asciugò le lacrime che minacciavano di rigarle le guance e lanciò uno sguardo ad Azusa che si stava sistemando le bende sul braccio. Chissà, magari stava parlando con Justin.
Negò
“Hai ragione, come hai detto tu, sono affezionata ad Azusa. Quindi dovrò puntare si qualcun altro”
Su un nobile.
Pensò ma Yui capì comunque, infatti disse
“Uno dei Sakamaki?”
Carol esitò per poi annuire. Yui si mise a riflettere su chi tra i sei fratelli sarebbe stato il caso di farla parlare.
Shu? Non l’avrebbe nemmeno ascoltata, troppo occupato a dormire.
Reiji? Peggio di Shu, non avrebbe accettato di perdere tempo.
I tre gemelli? Assolutamente no, le sarebbero saltata addosso e basta, senza lasciarla parlare, Laito in primis.
All’appello era rimasto solo…
“Che ne dici di Subaru-kun?”
“Subaru…”
Ripeté Caroline pensando al vampiro. L’unico con cui aveva scambiato qualche parola da quando era arrivata, pochi mesi fa.
Avevano lo stesso carattere, per questo era molto difficile che si mettessero a discutere. Avevano lo stesso interesse per la solitudine, si arrabbiavano facilmente soprattutto se qualcuno li irritava (Kou) e il fatto che fosse taciturno come lei, era un altro punto a suo favore.
Ma la domanda restava comunque: avrebbe accettato di aiutarla?
Solo perché una volta aveva aiutato Yui, non voleva dire che avrebbe fatto lo stesso per lei, oppure si?
Bah, tanto vale rischiare.
“Subaru. Andata”

Il giorno dopo ancora.
Yui aveva trascinato Carol fino alla dimora dei Sakamaki, con ben poca facilità. L’altra, infatti, non faceva che brontolare, cercare di svignarsela e cose simili
“Insomma, Carol-san, sei stata tu a dire di voler guarire, o mi sbaglio?”
Carol sbuffò
“Non sbagli, no”
Yui sorrise, bussando al portone d’ingresso e aspettando che uno dei vampiri venisse ad aprire.
In cuor suo sperava che sarebbe stato Reiji, ma purtroppo si ritrovò invece davanti Laito
“Oh, Bitch-chan, ma che bella sorpresa”
Esclamò tutto contento sistemandosi il cappello spostando successivamente l’attenzione su Carol
“Ma guarda, hai portato compagnia”
“Ohayo, Laito-kun, avrei un favore molto importante da chiederti”
“Ah sì? E di che si tratta?”
“Avrei urgenza di parlare con Subaru-kun. Sai se è in casa?”
Laito inclinò leggermente la testa da un lato, osservando con attenzione le due ragazze per poi chiedere
“Come mai lo cerchi?”
“Oh ehm…”
Balbettò Yui lanciando uno sguardo a Carol che rispose al posto suo
“E’ per me, devo chiedergli una cosa, tutto qui. Ora, ci lasci passare o no?”
Non farlo arrabbiare, per carità.
Pensò Yui intimidita ma la risata di Laito la sorprese facendole alzare il viso verso di lui che esclamò
“Mi piace molto il tuo carattere Bitch-chan, e va bene vi porterò da Subaru. Venite, per di qua”
Si diresse in direzione della sala svago della villa, seguito a ruota dalle due ragazze. Carol si strinse nelle spalle, parecchio agitata, anche se sapeva bene che ormai non c’era più spazio per i ripensamenti.
Andrà come deve andare.
Si disse sospirando e entrando nella stanza assieme a Laito che indicò il fratello più piccolo, appoggiato al tavolo da biliardo, intento a prendere la mira per la freccetta che aveva in mano e che lanciò contro il tabellone, colpendone il centro
“Oh, che bel colpo”
Applaudì Laito catturando l’attenzione di Subaru che, voltandosi, era pronto ad urlargli contro per averlo disturbato, quando i suoi occhi si posarono su Caroline e rimase in silenzio per qualche secondo
“Tu che ci fai qui?”
“Vorrei parlarti”
Le tremava la voce e deglutì a fatica. Subaru la guardò spostando poi gli occhi rossi sul fratello e su Yui, esclamando
“Andatevene!”
“Che cattivo Subaru, trattare cosi il tuo fratellone”
“Fuori!”
Ripeté il ragazzo e i due gli diedero ascolto, lasciandoli da soli.
Cadde il silenzio nella sala, finché Subaru non decise di parlare per primo
“Allora? Che c’è? Hai ancora quegli incubi?”
Carol negò, strofinandosi un braccio con la mano, percependo il tessuto lanoso del maglione pizzicarle la pelle.
“Non so bene se definirli incubi…l’ultimo soprattutto”
Subaru le fece cenno di sedersi sul divano mentre lui optò per appoggiarsi alla parete. Le lancette dell’orologio coprivano gli altri rumori provenienti da fuori
“Tu sei l’unico tra i Sakamaki a conoscere il mio passato”
“Come solo tu sai di me e mia madre, non l’ho mai detto a Yui né a nessuna delle altre spose sacrificali venute prima di voi”
Che onore.
Pensò lei con un lieve sorriso
“Ho deciso di volermi liberare di quel passato. Ricominciare a fidarmi degli uomini…dei nobili”
“E’ stato quel sogno, che mi hai accennato, a farti cambiare idea?”
Era piacevole parlare con Subaru. Almeno lui la ascoltava. Chissà se anche con Yui si apriva così. Per quel che ne sapeva, no. Quindi si sentì felice di sapere di essere speciale almeno per uno di quei ragazzi. Peccato non per l’unico di cui le importava.
Ovviamente!
“E’ probabile”
“Capisco. Cosa posso fare per aiutarti?”
Questa è una bella domanda. Non ci aveva pensato, non sapeva come rispondere.
Tirò la testa indietro, appoggiandola contro la spalliera del divano, puntando gli occhi al soffitto
“Non ne ho idea”
Subaru la osservò senza rispondere. Le si avvicinò facendola alzare e sedendosi al suo posto facendola successivamente accomodare sulle sue gambe.
Subito Carol si irrigidì, afferrando le spalle di Subaru con mani tremanti.
“Cosa…hai intenzione di fare?”
Non era il momento per spaventarsi, ma il cuore le martellava nelle orecchie.
“Nulla che tu non voglia. Ma per ora è l’unica idea che mi è venuta in mente. Guardami, Caroline, sono io
Carol rimase molto sorpresa da quelle parole. Si guardarono negli occhi e non poté evitare di scoppiare a piangere.
Subaru la lasciò sfogarsi, senza fare nulla. Le accarezzò solo la testa, dolcemente, finché non riuscì a calmarsi, alcuni minuti dopo.
“Scusa…”
Sussurrò lei asciugandosi le ultime lacrime che le rigavano il viso arrossato.
“Tranquilla, non devi scusarti. Ora va meglio?”
Carol annuì, lasciandosi sfuggire un leggero singhiozzo.
Restarono ancora una volta in silenzio finché non le venne un’idea.
“Voglio provare una cosa”
Si tirò in piedi, girandosi e sedendosi tra le gambe di Subaru, appoggiandosi alla sua schiena. Lui la lasciò fare, abbracciandola da dietro e, come aveva immaginato, Carol iniziò a respirare pesantemente, il corpo che si irrigidiva sotto il suo tocco.
“Abbiamo capito in che posizione preferisci stare”
Fece notare Subaru e a Carol sfuggì una risatina
“Non farlo sembrare perverso”
Ma aveva ragione. Questo spiegava il “sono io” detto da Subaru, il fatto che quando uno dei vampiri la coglieva alle spalle lei reagiva con violenza, cosa che non accadeva quando invece si trovava faccia a faccia con loro.
“E’ vero, però, è già un inizio”
Sorrise commossa accoccolandosi tra le forti braccia del ragazzo che la strinse a se.
“Chi è tra loro?”
“Mh? Oh…ehm…”
“Non dirmi che è Kou”
“Ti prego, sii realista”
A Subaru per poco non sfuggì un sorriso divertito, ma si trattenne
“Mi basta sapere che non è lui, siamo già rivali per quanto riguarda Yui, non mi sarebbe andato proprio giù se lo fossimo stati anche per te”
“Oh tranquillo, se mai dovessi ritrovarmi a dover scegliere tra te e lui, non dovrò nemmeno mettermici a ragionare su, se è questo che ti preoccupa”
Si stiracchiò, notando comunque il rossore che si era creato sulle guance del vampiro.
Si alzò, ringraziandolo. Era ora di tornare dai Mukami. Si sentiva più a sicuro lì e poi…c’era Ruki e voleva vederlo, parlargli.
“Mi sei stato molto d’aiuto”
“Il resto dovrai farlo tu”
Carol annuì. Aveva ragione, era la sua paura e nessun’altro, a parte lei, poteva affrontarla e vincerla.
“Allora io vado”
Si diresse alla porta ma Subaru la bloccò a metà strada, tirandola nuovamente a se, facendo incrociare i loro sguardi
“Cosa…cosa c’è?”
“Il mondo è fatto di dare e ricevere, giusto?”
“Oh no, Kou ti ha influenzato con questa storia”
“Tsk, zitta e lasciami bere, sto morendo di sete”
Con uno strattone le abbassò sia il maglione che la maglietta sotto, lasciandole scoperte le spalle.
Avvampò anche se se lo aspettava.
Sentendo il respiro caldo di Subaru contro la pelle, rabbrividì, preparandosi ad essere morsa, ma i canini del vampiro si limitarono solo a sfiorarla, dato che dopo aver esitato per qualche secondo, si era staccato
“No, non importa”
Disse lasciando la presa su di lei che lo guardò sorpresa
“So cosa significa vedersi fregare la preda e tu hai già un padrone”
Aggiunse Subaru passandosi una mano tra i capelli. Carol gli lanciò un’occhiataccia anche se, in fondo, sapeva bene che aveva ragione.
Ruki glielo ripeteva sempre: era solo una donna fastidiosa che doveva eseguire gli ordini del suo padrone.
Aveva un che di…eccitante.
“Ma dai…”
Sussurrò torturandosi la frangetta, scostando il viso imbarazzata.
“Fai sempre così”
Le fece natare il ragazzo cogliendola di sorpresa
“Così come?”
“Quando sei imbarazzata ti pettini la frangia”
“Oh…”
Non me ne sono mai accorta.
Pensò lasciando la ciocca di capelli oro che teneva tra le dita. Subaru sorrise pattandole la testa
“Vieni, ti accompagno all’uscita”
“Posso andare da sola”
“E rischiare che uno dei miei fratelli ti becchi da sola?”
“…ok, ti seguo”
Uscirono dalla sala andando verso la porta d’ingresso. Incontrarono solo Shu che stava dormendo sul pavimento come suo solito e Kanato che aveva chiesto dei dolcetti a Subaru dato che Reiji era impegnato nel suo laboratorio.
Entrambi i vampiri avevano ignorato Caroline. Meglio così.
Una volta fuori si guardarono
“Vuoi che mandi un messaggio a Kou da parte tua?”
“Si, digli di tenere le mani a posto su di te o lo strozzo”
“Metaforicamente?”
“Non stavolta”
Carol rise, abbracciandolo e stavolta fu il vampiro a restare senza parole, non aspettandoselo. La ragazza non era mai stata tanto affettuosa, nemmeno nei confronti di Yui.
“Glielo riferirò”

La sera stessa.
Yui aveva deciso di tornare alla villa dei Sakamaki, a detta sua sentiva la loro mancanza e poi, dato che c’era Carol, non si preoccupava per i Mukami
“Li affido a te”
Le aveva detto prima di andarsene via con Ayato. Carol rimase a guardarli allontanarsi finché furono troppo lontani per riuscire a scorgerli e sospirò. La verità era che Yui se ne era andata così da permettere a Ruki di concentrarsi maggiormente su di lei.
Questo faceva male. Yui era Eva, sarebbe stata sempre prima di Carol.
“Che rottura!”
Sibilò rientrando alla villa ritrovandosi davanti Azusa
“Finalmente uno che non mi prende alle spalle. Dimmi tesoro, cosa succede?”
“La cena è pronta, puoi avvertire Ruki?”
“Eh? Perché non lo fate voi?”
“Perché no, datti una mossa!”
Le aveva urlato Yuma dalla cucina facendola sospirare
“Va bene, va bene, ho capito, vado”
Detto ciò superò Azusa dirigendosi verso la camera di Ruki.
La luce era spenta, si rintanava sempre nel buio quando era di cattivo umore e ora che la sua cara Eva se n’era andata con il suo rivale, era sicuramente più acido del solito
“Evviva…”
Sussurrò Carol bussando un paio di volte
“Ehi, la cena è pronta”
Non le arrivò risposta. Così bussò di nuovo e di nuovo Ruki non le rispose.
Iniziava ad arrabbiarsi anche lei. Se c’era una cosa che detestava era essere ignorata mentre parlava con qualcuno.
“Ok, fa un po’ come ti pare!”
Aveva esclamato, pronta ad allontanarsi mandandogli le peggiori paloraccie del mondo. Parlava due lingue quindi ci avrebbe messo un po’.
Proprio mentre stava per arrivare alle scale, la porta si aprì. Si fermò di colpo, pensando se fosse stato il caso di raggiungere gli altri o di andare da lui. Alla fine i suoi piedi si mossero da soli, portandola fin dentro la stanza. Ruki era seduto sulla poltrona, il libro chiuso posato sulle ginocchia e la testa rivolta all’indietro.
Sembrava triste e a Carol si strinse il cuore a vederlo così
“Ehi…”
Disse chiudendo la porta alle sue spalle e avvicinandosi cautamente a lui
“Ehi”
Ripeté Ruki con tono annoiato.
“Sei incazzato vero? Per Yui”
Chiese lei incrociando le braccia sotto al seno. Avrebbe voluto torturarsi la frangetta ma da quando Subaru glielo aveva fatto notare, cercava di evitarlo. Magari non era il solo ad averlo notato e non voleva mostrarsi nervosa davanti a Ruki, non in quel frangente.
“Poco importa”
Rispose il vampiro con un sospiro e spostando lo sguardo su di lei.
“Dove sei stata ieri?”
“Mh? Oh…in giro con Yui”
In fondo era vero, dirgli che era stata dai Sakamaki forse non era una buona idea.
Ruki accennò una risatina che confuse Carol
“E’ divertente”
“Che cosa?”
“Il modo in cui menti…è divertente”
La ragazza sbiancò, sussultando. Di nuovo erano riusciti a leggerla come un libro aperto. Prima Kou…poi Subaru…e adesso lui. Persino Yui ci riusciva a volte.
Dannazione!
Si strinse nelle spalle, scontando il viso in direzione della finestra dalla quale si intravedeva uno spicchio di luna.
“Mi costringi a mentire”
“Questa è bella”
“Non sto scherzando, Ruki”
Il vampiro si fece serio, guardandola
“Insomma…anche se ti dicessi la verità cosa dovrebbe cambiare?”
Il ragazzo si alzò dalla poltrona avvicinandosi a lei che, come da copione, si sentì arrossire col cuore a mille.
“Perché sei andata da loro?”
“Non c’è un motivo”
“Io invece credo proprio di sì, ma di nuovo non vuoi dirmelo”
L’avrebbe solo sgridata, accennando ad una punizione.
Carol iniziò a far vagare lo sguardo altrove, finché non cadde sulla foto che Ruki teneva sul comodino. La sua famiglia.
La madre aveva lasciato il marito per andare con un altro uomo, abbandonando il figlio e suo padre sommerso dai debiti.
Forse avevano più cose in comune di quanto pensassero. Così come lei non si fidava degli uomini, al contempo lui era restio nei riguardi delle donne.
Ma certo…ora è chiaro.
Pensò Carol rilassando le spalle.
Ci stavamo allontanando a vicenda per paura di essere di nuovo abbandonati da qualcuno che amiamo.
“Voglio guarire”
Disse in fine, alzando finalmente gli occhi su Ruki
“Non voglio più guardare te e gli altri e sentire quella sensazione di disprezzo e dolore”
Portò una mano al petto, all’altezza del cuore e strinse il tessuto della camicia tra le dita tremanti.
“Carol…”
“Voglio lasciar andare quel passato. E’ vero è una parte di me e mi ha resa ciò che sono ora. Ma proprio per questo…voglio ricominciare”
Pensò a Karl, all’opportunità che le aveva donato e che stava sprecando
“Entrambi siamo grati a quella persona
Rispose Ruki. Stavano pensando alla stessa cosa perché si somigliavano.
“Esatto. Ricominciamo anche per lui, non sei d’accordo?”
I loro occhi si incrociarono ancora e per la prima volta da quando lo aveva conosciuto, Carol gli sorrise con dolcezza.
Non voglio più odiarti, Ruki.
Il ragazzo la prese tra le sue braccia, stringendola al proprio petto. Lei chiuse gli occhi, beandosi di quell’affetto che da tanto gli era stato negato.
Anche se il corpo del vampiro era freddo, era comunque piacevole.
“Ero certo che solo Eva potesse tirarmi su di morale. Ma non avevo considerato te”
“Lo so…”
Sussurrò Carol socchiudendo gli occhi leggermente lucidi
“So che per te lei è più importante”
Lo accetterò, anche se sarà molo complicato.
“E io ero certo che per te fosse Kou il preferito”
“Hah? Ma se quello lì mi ricatta”
“Cosa?!”
“Niente, niente, ignora”
Rimasero per qualche secondo in silenzio che venne spezzato da Ruki
“Kou mi ha detto del tuo sogno”
Carol sbiancò di colpo, poi divenne completamente rossa e poi di nuovo pallida.
Quel dannato figlio di...appena mi ricapita davanti lo gonfio di botte!!!
“Ah, quello…posso spiegare giuro!”
“Non è necessario”
La fermò Ruki con un sorriso che sorprese Carol. Era la prima volta che lo vedeva sorridere in quel modo.
“Abbiamo ancora tempo per parlarne, la notte è appena iniziata”
Aggiunse chinandosi alla sua altezza e facendola arrossire
“M-ma la cena?”
Balbettò per l’imbarazzo e Ruki ghignò divertito
“Prima parlami del tuo sogno”
“Eh? N-non credo sia necessa-“
Non riuscì a terminare la frase che si ritrovò sdraiata sul letto con Ruki a cavalcioni su di lei.
“Ru-Ruki??”
“Come iniziava il tuo sogno? Dillo al tuo padrone”
Così il mio cuore esploderà per l’emozione.
Pensò lei scostando il viso
“Tu…eri a petto nudo”
Borbottò non aspettandosi che Ruki prese a sfilarsi la giacca e la camicia. Carol sbarrò gli occhi, fissandolo senza fiato
“Poi? Continua”
“S-stupido…cosa pensi di fare??”
Sentiva il viso andarle a fuoco e il corpo scaldarsi, incapace di muoversi.
“Faccio solo diventare realtà una fantasia”
Aveva risposto avvicinando il viso al suo
“Anche io ti ho sognata, Caroline”
Carol rimase a dir poco sorpresa da quella rivelazione.
Lui che la sognava? Da quanto tempo?
“E vuoi sapere cosa accadeva nel mio sogno?”
“Ru-Ruki…”
Il ragazzo sorrise con malizia, accarezzandole un fianco sotto la camicetta e facendola fremere
“Si, anche nel mio sogno ripetevi sempre il mio nome e iniziava tutto con un bacio”
Sussurrò facendo toccare le loro labbra. Carol rabbrividì, sentendo tantissime scariche di piacere pervaderla.
Da quanti anni non baciava un uomo? Un ragazzo? Da troppi. Tanto che ormai aveva dimenticato che sensazione dava.
Era così…bello, troppo per sembrare vero ma lo era e non poteva esserne più felice.
Chiuse gli occhi, ricambiando quel dolce bacio che si rese conto di desiderare da sempre.
Dalla prima volta che lo aveva visto, lo aveva odiato, sopportato, desiderato…e amato.
Non ti permetterò di diventare Adam.
Pensò mentre il suo sogno si stava facendo reale.
Perché significherebbe perderti.
Si cercavano, accarezzandosi, scambiandosi baci e facendo toccare i loro corpi, cadendo nella passione imbevuta d’amore.
Non voglio perderti, non voglio allontanarti mai più.
“Ti amo”
 
   
 
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