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Autore: Chiara PuroLuce    14/10/2020    15 recensioni
Tre animali speciali in aiuto della Principessa Fata Lella che...
(Writober 2020 - pumpNIGHT 2020 - #fanwriter2020)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                         Questa storia partecipa al
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                                                                                              FAVOLA NEL BOSCO DI MAGIA ALATA   
                               
                                                                                                pumpNIGHT 2020 Prompt 11 – Favola
 
 


C’era una volta, in un regno molto lontano… alt! Fermi tutti. Ricominciamo.
C’erano una volta, in un regno molto molto lontano… (ecco, così va meglio), una gatta tripode tricolore chiamata Bella, un lupacchiotto con un occhio solo di nome Birba e un camaleonte che non riusciva mai a cambiare colore, conosciuto come Bud. Questo strano trio era noto come 3 B. Erano molto amici e inseparabili, anche se così diversi. Si divertivano molto insieme e passavano le giornate a girare per il bosco in cui vivevano.
Un giorno videro un tasso arrivare di corsa verso di loro, era stranamente agitato, aveva la lingua di fuori per la stanchezza e urlava…
 
«Si spooosa. W gli spooosi! Tanti auguuuuri! Si spooosa.»
 
«Tasso Gino, perché corri?» gli chiese Birba.
 
«Come, non avete saputo?» rispose lui, bloccandosi davanti a loro.
 
«Che cosa?» dissero in coro i tre amici.
 
«La Principessa Fata del bosco, Lella la paffutella, si sposa tra una settimana. Devo correre a dirlo a tutti. La fata regina ha invitato il bosco intero alla cerimonia. A tutti, devo dirlo a tutti. Che notizia, che notizia» e poi corse via urlando come un ossesso «Si spoooosa...»
 
Subito, i 3 B decisero di raggiungere il palazzo reale a fare gli auguri alla Principessa Fata, che era loro amica e si misero in marcia. Ma non potevano andare da lei senza un regalo. Lo cercarono ovunque. Alla fine, Birba vide un bellissimo fiore giallo, alto ed elegante e lo colse. Quel fiore delicato conquistò anche gli amici e subito ripresero il cammino.
 
Raggiunsero il palazzo una mezz’ora dopo. Era tutto bianco, marrone e verde e stava in cima al secondo albero più alto del bosco. E adesso? Per Bud era una passeggiata arrivare fino là in alto, doveva solo arrampicarsi con i suoi forti artigli che aveva alle zampe, ma come avrebbero fatto Birba e Bella?
 
«Benvenuti stranieri, al palazzo reale delle Fate. Avete un appuntamento?» chiese loro una guardia alata vicino alla porticina alla base dell’albero, appena li vide arrivare.
 
«No, ma siamo amici della Principessa Lella e siamo venuti per farle gli auguri» disse Bud.
 
«Sì, abbiamo appena saputo della grande notizia. Siamo appena rientrati da un viaggio e non ci è giunta notizia prima di oggi. Può dirle che i 3 B sono arrivati?» ora a parlare era stata Bella.
 
«E abbiamo anche un bellissimo regalo per lei» a parlare era stato Birba che nascose il fiore dietro la schiena.
 
«Aspettate qui, torno subito» e volò via, lasciandoli a fissarlo con stupore, incantati dalle sue ampie ali che si muovevano con grazia e decisione.
 
Poco dopo la guardia alata tornò e diede loro il permesso di raggiungere la Principessa Fata. Aprì la porta e si fece da parte.
 
«Potete andare, vi attende» disse ancora la guardia vedendo che non si muovevamo.
 
«Ma come facciamo. La porticina è troppo piccola per noi e non possiamo volare. Solo uno di noi può raggiungere la nostra amica arrampicandosi al tronco» gli rispose Bella, tutta triste. «Io ho solo tre zampe e Birba, il mio amico lupacchiotto, ha un solo occhio.»
 
«Nessun problema. La Principessa Fata, appena saputo chi siete, ci ha detto tutto e vi aiutiamo noi.»
 
Così, furono portati in volo da due guardie ciascuno e arrivarono al cospetto della loro amica che li accolse abbracciandoli stretti. Lella si commosse per il fiore e li ringraziò.
 
«È veramente bellissimo, grazie amici miei carissimi.»
 
Qualcosa non andava. La Principessa Fata Lella era triste.
 
«Che cosa succede? Non sembri felice e una sposa dovrebbe esserlo» indagò Bella.
 
«Hai ragione amica mia. Il principe Stefano ha chiesto la mia mano, mia madre ha accettato per me, perché io non volevo.»
 
«E perché?» le chiesero in coro.
 
«Be’, lui è bellissimo e molto gentile e io non posso credere che si sia innamorato di me così tanto, da volermi sposare. Non è giusto. Anche se mi piace tanto.»
 
«Ma… perché?» insistettero ancora gli amici.
 
Forse avevano capito, ma volevano che lei lo dicesse, per poterla aiutare. Vedevano che Lella era innamorata del Principe Stefano e non era giusto ci rinunciasse perché…
 
«Perché sono paffutella. Tutte le fate sono bellissime, magre e aggraziate. E io… io sono bruttina, grassa e goffa. Non è possibile che lui ami proprio me e voglio che sia felice. Con me non potrà mai esserlo. Prima o poi lo prenderanno in giro e lui mi lascerà. Sono la Principessa Fata, perché proprio io devo essere così? Chi potrebbe prendermi sul serio quando parlo.»
 
«Principessa Fata Lella, amica mia….» disse Bella, ma non riuscì a parlare che venne interrotta.
 
«No, Bella. Mi sento a disagio nelle cerimonie importanti e così le evito. Se sposassi Stefano non potrei più farlo e alla fine lui…» poi scoppiò a piangere a dirotto.
 
Il gruppetto di amici si guardò in faccia e decisero che era ora di intervenire, basta lacrime. Solo loro potevano aiutarla e lo sapevano. Fu Bella la gatta a iniziare.
 
«Hai finito con queste lacrime Lella?» e quando lei la guardò stupita continuò «E allora noi tre, cosa dovremmo dire? Ci hai visti bene? A me manca una zampa, per colpa di un brutto incidente con una trappola degli umani, te lo ricordi?» ancora lei annuì «All’inizio ho pianto, ma poi mi sono detta che non serviva a nulla e così ho reagito. Io corro, salto e cammino lo stesso, anche se vado più lenta degli altri. Ho voi amici e tanti altri amici del bosco che mi vogliono bene e io ricambio tutto l’affetto che ricevo. Mi sono accettata per quello che sono e ora mi piaccio e sono felice.»
 
La Principessa Fata Lella ascoltava con gli occhi sbarrati e si asciugò le lacrime. Poi fu il turno di Birba, il lupacchiotto.
 
«A me manca un occhio, ma questo non mi impedisce di vivere bene lo stesso. Certo, devo stare più attento degli altri quando cammino o vado a sbattere dappertutto, ma il mio occhio sano ci vede benissimo anche da lontano. Non posso seguire i miei compagni lupi a pattugliare e proteggere tutto il bosco, ma posso notare se qualcosa non va al villaggio e dirglielo. Cose piccole che a loro sfuggono, ma a me no e spesso mi fanno i complimenti. Quando ho perso la vista, ho pianto, ma non mi sono chiuso nella tana e voi amici mi avete aiutato molto a capire che potevo essere utile anche così.»
 
«Adesso tocca a me» intervenne Bud «Tu pensi che essere un camaleonte e non potersi mimetizzare con tutto, sia bello? No. Però l’ho accettato e vivo bene lo stesso. Certo, devo stare molto più attento di quelli della mia specie, ma questa mia disgrazia mi è tornata utile, perché tutti nel bosco si fidano di Bud e ho tanti amici, cosa che i miei simili non hanno e sai perché? Perché cambiano colore facilmente e sono degli spioni. Spesso si mimetizzano e ascoltano quello che gli altri dicono e poi vanno in giro a sparlare. Io, tutto questo, per fortuna, non posso farlo e tutti parlano con me volentieri.»
 
«Cosa state cercando di dirmi? Che dovrei essere felice di essere grassa e di sposare uno che non mi ama, ma fa solo finta?»
 
Il gruppo di amici si guardò in faccia, sconsolato. Bisognava aiutare Lella a capire, ne andava della sua felicità e del suo matrimonio.
 
«No», rispose Bella scuotendo la testa «vogliamo solo dirti che la bellezza non è fuori, ma dentro di noi. Ed è quella che conta. Se il Principe Stefano ti ha chiesta in moglie è perché ha visto qualcosa in te che tu non vedi, occupata come sei a guardare la tua ciccia.»
 
«E che cosa?» chiese lei tirando su col naso.
 
«Il tuo buon cuore. Il fatto che aiuti chi è in difficoltà, che sei gentile con tutti e che non lo fai per avere qualcosa in cambio. Sei una fata meravigliosa e non te ne rendi conto e io sono sicura che se glielo chiedi, lui ti dirà le stesse cose.»
 
«Il Principe Stefano non prende mai in giro le persone. Quello che dice, lo pensa davvero, lo so» disse Birba.
 
«Ed è anche molto gentile con tutti» specificò Bud «è buono di cuore e generoso e sarai felice con lui.»
 
La principessa ci pensò su un po’ e poi sorrise ai suoi tre più cari amici.
 
«Avete ragione. Parlerò con lui oggi stesso e gli chiederò scusa. Grazie amici miei, vi voglio tanto bene.»
 
Poi corse ad abbracciarli e loro la lasciarono sola e sorridente come non mai.
 

 
 
La Principessa Fata Lella pensò tanto alle parole dei suoi amici.
Si facevano chiamare 3 B, per via delle iniziali del loro nome ed erano simpaticissimi.
Le loro parole le erano state di aiuto e capì che i suoi amici avevano ragione. È più importante quello che si è, rispetto a quello che si appare.
Lella uscì di nascosto e volò al palazzo nella parte opposta del bosco, dove abitava il bel Principe Stefano. Il primo albero più alto del bosco. Dalla finestrella della sua cameretta poteva vederlo benissimo, era maestoso e fantastico già da lontano, ma da vicino dovette ammettere che era… spettacolare! Volò intorno alle mura più volte, fino a che – ormai stremata – per fortuna individuò la sua stanza. Lo vide seduto alla scrivania e picchiettò sul vetro.
Il suo futuro marito la vide e si alzò, aprendole la finestra con un largo sorriso.
 
«Quale onore. La mia futura sposa è venuta a trovarmi.»
 
«Ciao, Stefano» disse lei in risposta, entrando con timore.
 
«Ciao a te. Sono felice di vederti, finalmente. Pensavo fossi arrabbiata con me.»
 
«Io?» gli rispose stupita «E perché?»
 
«Perché stamattina non hai voluto vedermi e hai mandato tua madre ad accettare la mia proposta di matrimonio. Ha detto che eri indisposta, ma non le ho creduto. Ho pensato che non mi volessi come marito e da allora sono tutto agitato e molto deluso.»
 
«E perché?» ripeté lei, con un filo di voce.
 
«Perché tutti mi fanno pressione per sposare una fata diversa da te. Mi dicono che non sei adatta a me. Troppo ciccia e bruttina. Ma sono io a non volere un’altra sposa. Io voglio te, perché tu mi piaci tantissimo, anche troppo. Voglio che sia tu mia moglie per sempre.»
 
«Dici… ma dici sul serio, Stefano?» chiese lei, incredula.
 
«Ma sì, certo, Lella. Con la tua saggezza, la tua dolcezza, il tuo cuore, la nostra intelligenza e il mio essere bravo a risolvere i problemi del Regno di Magia Alata, saremo dei regnanti giusti e amati.»
 
Quelle parole fecero molto piacere a Lella che pianse di gioia e sollievo tra le braccia dell’amato, che ora la cullavano. E tutte le sue paure, svanirono.
 


 
Una settimana dopo, tutti gli animali si vestirono a festa e raggiunsero il centro del bosco per festeggiare gli sposi felici. Era stata una cerimonia molto allegra e piena di emozioni. Gli sposi erano bellissimi e molto innamorati. Il principe Stefano aveva occhi solo per la sua sposa e tutto il bosco ne fu testimone. Lella era al settimo cielo.
Bella, Bianca e Bud, ebbero un posto in prima fila e sorridevano alla loro amica che non era mai stata più radiosa di così.
Erano felici che, finalmente, la Principessa Fata Lella – ora Regina Fata di Magia Alata – avesse capito che nella vita, per essere felici, basta sapersi accettare pur con tutti i difetti e ascoltare il proprio cuore.
   
 
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