Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Valery Kuroo    15/10/2020    0 recensioni
Un patto da sigillare, una rabbia da domare, dei sentimenti da riconquistare.
Porteranno un gruppo di anime ad incontrarsi.
Lui, misterioso e solitario simile ad un'ombra.
Lei, emotiva e distrutta, che vorrebbe tacere la sua sete di vendetta.
E dei Killer dai volti ignoti, che vivono per uccidere.
Il destino li farà incontrare e si ritroveranno a dover progettare per ribaltare una società che priva la LIBERTÀ.
C'è solo una regola nel gruppo:
"Non amare e non provare pietà."
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Threesome
Capitoli:
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 -POV Shadow

Tra le mani aveva un fascicolo dalla copertina color ebano. Lo sfogliò velocemente, consapevole che non sarebbe stata una missione semplice.
-Ci godono proprio nel vedermi in difficoltà.-
Pensò il giovane ragazzo, infastidito dall’ordine dato dall’alto.
Gli venne dato il compito di essere Custode per un demone nato tra gli umani, sulla Terra.
Un demone nato tra gli umani: la prima volta che aveva sentito pronunciare quella frase dal suo Superiore, gli era esploso in faccia con una risata incredula e divertita, sperando nel suo profondo che fosse solo uno scherzo, ma a quanto pare non era così. Perché ora si trovava in mezzo ad un parchetto nella città di Sydney con il fascicolo in mano ed uno zaino in spalla.
In quel momento il suo unico desiderio era quello di stracciare il fascicolo e mandare a cagare il demone in questione, i superiori e chiunque si trovasse attorno a lui.
Loro sapevano bene che lui non  amava affatto stare sulla Terra ed aveva già rifiutato moltissimi ordini in passato, tuttavia questa volta riuscirono a convincerlo, minacciandolo: o accettava, o perdeva tutto ciò che aveva acquisito negli anni, le sue conoscenze, il suo potere e la sua crescita personale e di grado.
Lui era un Ombra, appartenente al Mondo dei Sogni, un luogo privo di spazio e tempo , dove le creature vivevano compiendo missioni e compiti dati dai Demoni Superiori, creatori dei sogni, nonché i loro capi.
Sperò con tutto se stesso durante la convocazione delle creature del suo grado, di non ritrovarsi missioni sparse in chissà quale parte dell’universo a sorpresa, ma il destino sembrava detestarlo perché fu l’unico che si ritrovò ad avere un compito fuori dal Mondo di appartenenza.
L’unico.
Sospirò capendo bene che sarebbe stato inutile rimuginare sopra all’accaduto. Ormai doveva farlo, fine.
Mise il fascicolo via, decidendo di leggerlo più tardi e si diresse verso quella che sembrava la strada principale piena di negozi e caffetterie.
C’era qualche macchina e qualche persona a piedi che camminava con la testa china sul proprio aggeggio telefonico (non sapeva bene come si chiamasse quel coso), anche lui ne aveva uno simile, datogli assieme alla borsa con altri “effetti personali” da umano.
Addosso, invece, portava una maglia blu lapislazzulo aderente e corta, che gli permetteva di mettere in evidenza il suo muscolo asciutto ed allungato, attorno alla vita come su tutte le gambe un paio di jeans scuri e ai piedi  portava degli stivali in pelle.
Non aveva fatto molto caso agli abiti che portava su di sé, ma poté notare, attraverso una vetrina, il proprio riflesso.
-Mh…non sono mica male, certo non è pratico come il mio corpo originario, ma non è nemmeno da buttare.-
Attraverso quella stessa vetrina notò anche alcuni oggetti di vecchio valore, come piccole sveglie in oro battuto, o alcuni gioielli con grandi pietre incastonate.
Spostò lo sguardo dietro al tavolo e gli cadde l’occhio su alcune collezioni di tazzine da thè importante dalla Cina, America e Giappone.
È un negozio di Antiquariato!, pensò il giovane mentre osservava la grande vastità di oggetti, preso dalla curiosità, essendo amante di oggetti rétro e da collezione. Decise di entrare e scoprire quanti altri piccoli tesori ci fossero lì.
Non appena mise piede venne invaso da un forte odore di lavanda mischiato al classico odore emanato gli oggetti vissuti dopo un bel po’ di anni: era piacevole anche se non capiva bene perché gli oggetti emanassero anche l’odore di lavanda.
-La lavanda non dovrebbe essere un fiore…tipo?-
< Benvenuto nel Antique & Rétro, desidera qualcosa?>
La voce provenne dal fondo della grandissima stanza. Shadow spostò l’occhio verso l’interlocutore notando un lungo bancone che occupava quasi tutta una parete del negozio ed, appoggiato con le braccia incrociate, c’era un uomo. Accanto a lui c’era una bambina seduta direttamente sopra il bancone.
Entrambi avevano un sorriso cordiale sul viso e si dimostrarono disponibili e cortesi.
< In realtà stavo solo guardando…> rispose il giovane sentendosi quasi a disagio, non sapeva mai come rivolgersi agli umani.
-Umani?- L’istinto gli mandò un segnale, dicendogli di fare attenzione all’uomo dai lunghi capelli bianchi raccolti in una elegante coda laterale.
Nonostante avesse un aspetto invitante ed un portamento del corpo che emanava fiducia, la sua fisionomia ossea del viso era differente e molto raro per un semplice umano.
Che appartenga ad un altro mondo?
L’uomo che si sentì studiato e messo alla prova, decise di interrompere il silenzio.
< Cosa ci fa un Umbra nel mio negozio?> lo sfidò.
La domanda fece gelare Shadow sul posto, come faceva a sapere chi fosse?
Aveva visto la sua forma originale? Si conoscevano già?
Era un medium o qualcosa di simile? E perché aveva usato il latino?
Mille domande invasero la mente del ragazzo e una strana sensazione gli stava stringendo lo stomaco in una morsa dolorosa.
-È la paura, forse?
Assurdo, io non provo certe emozioni.-
< Papà! Non essere così severo con lui, lo stai mettendo a disagio!> la bambina, con addosso un vestito floreale sui toni del rosa confetto, interruppe quello strano dialogo.
Scese dal bancone e si avvicinò al ragazzo, porgendogli una mano in segno di saluto.
< Sono Margaret, mentre lui è Alfred! Te invece?.>
< S..Shadow, sono Shadow Night. Come fate a sapere di me?> strinse la mano della bambina ricambiando il piacere, sperando allo stesso tempo di ricevere quella urgente risposta.
< Shadow Night? Che assurdo gioco di nomi. E rispondendo alla tua domanda, possiamo dire che riesco a vedere certe cose, è una cosa che ho fin da quando ero bambino. Ormai ci ho fatto l’abitudine.> finalmente Shadow si poté “rilassare”, ma la sua risposta non lo convinse, gli stava nascondendo qualcosa.
La piccola attirò nuovamente la sua attenzione indicando il suo grande zaino in spalla nero < Ti sei trasferito?>
< Oh, diciamo che sono venuto qui per lavorare.>
< Ed hai un luogo dove stare?.>
-Questa bambina è fin troppo curiosa dei fatti miei…-
Come riposta scosse solamente in viso in segno di negazione, effettivamente non aveva nessun soldo con sé e quanto a dove stare, non ci aveva minimamente pensato.
Quello era un grande problema, che doveva risolvere subito o sarebbe rimasto a dormire sulle panchine.
Vennero interrotti dall’arrivo di una cliente nel negozio, era una vecchiotta che portava con sé un sacchettino di velluto rosso, probabilmente conteneva un gioiello. Alfred le diede il benvenuto regalandole un caloroso sorriso.
< Buongiorno Signora Dallas, in cosa posso esserle utile?>
Lei arrossì per via della premura dell’uomo sembrava piuttosto rattristata dall’evento.
Alfred annuì mettendosi un paio di occhiali ed aveva una lente attaccata simile ad un piccolo microscopio, sembravano fatti di acciaio laccati in oro.
-Ricordano molto lo stile steampunk, sono molto belli…- notò il giovane.
L’uomo non fece caso agli occhi del giovane puntati su di sé, aprì il sacchettino e prese un piccolo orologio da taschino in oro con una incisione sopra, una L. Notò che era rotta sia nel coperchietto per coprire l’orologio in sé e sia il vetro dentro.
Shadow allungò il collo per vedere meglio cosa fosse e meravigliato capì subito di che cimelio si trattasse.
< Fa parte di una delle famiglie più aristocratiche di fine ‘800, probabilmente provenivano dalla vecchia Romania…se non erro la famiglia Laswort? Avevano la tradizione di tramandare il cimelio da figlio in figlio, sembravano essere molto legati a questo orologio in oro bianco placcato in oro giallo. Non comprendo il motivo di questa scelta, probabilmente puro gusto estetico e riguardo il danno non mi sembra una rottura grave. Uhm, basta sostituire il vetro ed aggiungere un piccolo chiodino nell’incastro della coperchio>
Si accorse di aver detto ad alta voce i suoi pensieri, non ebbe il tempo di maledirsi che Alfred preso dallo stupore lo fissò dritto negli occhi, probabilmente non si aspettava che un giovane come lui fosse anche bravo in queste cose. Si dava per scontato che bisognava avere una certa età ed esperienza per il Sapere di quell’Arte.
La signora, presa dalla malinconia, si fece sfuggire una lacrima asciugandola immediatamente con un fazzoletto non appena si riprese dalla malinconia, guardò Shadow.
 < Sono sorpresa che un giovane ragazzo come lei conosca questa storia.>> poi dopo un attimo di pausa, si rivolse ad Alfred << Il giovanotto lavora qui?.>
Shadow stava per negare, quando venne interrotto dal padrone stesso che annuì
La signora sembrò entusiasta di quella proposta ed annuì più volte con un sorriso sulle labbra, che le fece rilassare il viso facendolo sembrare più giovane.
< Certamente! Quando posso venire a ritirarlo?>
< Settimana prossima?> domandò Alfred, lanciando una muta occhiata a Shadow, che di risposta annuì non molto convinto.
< Benissimo! Allora alla prossima settimana! Vorrei rimanere ancora a parlare con voi, ma purtroppo ho moltissime faccende da fare.>
Non diede il tempo di rispondere, che salutò i due uomini e diede un bacio caloroso sulla testa della bambina, che le rispose con un sorriso dolcissimo Sparì dal negozio andandosene come se non fosse nulla.
Shadow fece notare il suo stupore.
venne interrotto dal padrone con un cenno della mano. < Sto cercando un ragazzo che lavori part-time per il mio negozio e non si trovano molti giovani interessati a questo tipo di lavoro…Mi sembra di capire che ti servano una stanza e dei soldi.>
Squadrò il suo grande zaino nero per poi ritornare a guardarlo dritto negli occhi, il giovane poté notare che negli occhi color ocra vi erano delle sfumature dorate che riflettevano con la luce facendo sembrare lo sguardo più chiaro.
L’idea data dal padrone di casa non sembrava male, gli chiese se poteva spiegarsi meglio e lui lo accontentò subito
Shadow porse la mano come per sigillare un accordo, era grande e vaccinato, se proprio doveva accadere qualcosa di terribile, sapeva come difendersi.
L’uomo gli strinse la mano presentandosi per bene
Shadow annuì per poi guardare l’orologio lasciato sul bancone, Alfred seguì il suo sguardo e disse < Come prova di lavoro avrai cinque giorni per sistemarmi l’orologio, se ritornerà come nuovo e perfettamente funzionante, sarai assunto.>
< Avrò degli attrezzi con cui lavorare? > chiese di rimando,
Il giovane che era un po’ provato dal viaggio straziante, in un mondo all’altro, annuì all’uomo trovando l’idea geniale.
< Bene. Margaret tieni sotto controllo il negozio, se dovesse arrivare qualcuno di’ che sto arrivando.>
< Va bene papà! > poi aggiunse puntando i suoi grandi occhioni color nocciola verso il giovane < E non vedo l’ora di lavorare assieme a te!.>
Lui osservò la felicità della bambina che si sprigionò non appena sentì la notizia, probabilmente le piaceva l’idea di avere un nuovo “amico”, oppure semplicemente amava la compagnia.
La cosa non gli dispiacque affatto, anzi aveva un ottimo presentimento sulla ragazzina: i bambini erano capaci di legarsi con tutti grazie alla loro ingenuità ed immensa gioia influenzabile.
Alfred accompagnò Shadow verso il monolocale, che si trovava al secondo piano, ma l’entrata era nella parte posteriore del negozio. Quindi dovettero uscire per poi attraversare un portone, dove appena entrati vi erano delle scale che portavano al secondo piano con una seconda porta, quella del monolocale. Venne aperta e Shadow si ritrovò in una stanza illuminata da una grande finestra che occupava una delle quattro pareti, i muri bianchi non fecero altro che riflettere la luce e farla sembrare più grande.
Alfred gli spiegò un po’ la stanza, facendo notare una cucina in legno scuro con un bancone che faceva anche da tavolo per mangiare, attorno aveva quattro sgabelli rialzati, anch’essi in legno.
Poi nella seconda parete vi era una porta collegata ad un piccolo bagno, e dalla parte opposta della cucina c’era la camera da letto, il letto matrimoniale era rialzato da un soppalco in legno alto due gradini, affianco ad esso c’erano due altri scaffali neri che contenevano pochi libri.
La fonte di luce proveniva dalla finestra enorme, che si trovava alle spalle del letto, insomma appena si entrava nel monolocale l’occhio cadeva subito su quel strano arredamento di letto davanti all’enorme parete-finestra, come lui l’aveva soprannominata.
Il vetro della finestra era diviso da dei “nastri” in alluminio battuto, che formavano dei enormi quadrati uguali tra loro.
C’era molto spazio libero ed era una perfetta casa minimal, essenziale per una sola persona.
< Qui prima ci abitava un’altra persona, però ora è tua. Se ovviamente ti va bene.>
< Per me è perfetta, davvero preferisco le stanze più vuote con solo l’essenziale.>
Alfred sembrò felice del commento, indicò infine  il letto, aggiungendo.
< Il letto si alza ed ha un cassetto sotto, dove puoi mettere i tuoi abiti e il borsone.>
Shadow annuì ed Alfred gli diede la chiave < Tieni, intanto vado a prendere i fogli del contratto di lavoro e dell’affitto. Ritorno subito, tu nel mentre sistemati pure.>
Non avevano bisogno di parlare di altro, entrambi erano dei tipi silenziosi e sapevano essere chiari e decisi con due parole, questo notò il giovane, non appena l’altro abbandonò il monolocale.
Si mise seduto sul letto tastando la consistenza, era incredibilmente morbido e confortevole, si trovava divinamente bene e quella sensazione gli fece scivolare tutto lo stress che aveva in corpo.
Chiuse gli occhi per un momento, sentendosi stranamente sereno e rilassato, per la prima volta, dopo molto tempo.
Quel monolocale sembrava dargli l’effetto di un calmante, la cosa lo sorprese.
La sua attenzione cadde sui pochi libri rimasti nei vari scaffali, c’era qualche romanzo storico, e dei dizionari di varie lingue: italiano, inglese e latino.
Incuriosito si alzò e raggiunse lo scaffale, prendendo così il dizionario di latino, per vedere se il suo latino era uguale a quello degli umani.
Lo aprì ad una pagina a caso e notò la parola sottolineata daemonium.
-Demone. Perché mai è stata sottolineata?-
Preso da un pizzico di ansia e molta curiosità, fece una prova andando a cercare altri termini che lui conosceva ed aveva ormai compreso che il latino era identico in entrambi i mondi.
Umbra, anch’esso era sottolineato e gli provocò un brivido lungo la schiena, come se qualcuno avesse scoperto la sua identità.
Che Alfred non fosse l’unico a conoscere l’esistenza di alcune creature?
O semplicemente era il suo dizionario?
O solo una coincidenza e si stava preoccupando per nulla?
Cercò altre parole, come somnium mundi, superior daemonium, viatorem coboli, tutti erano sottolineati. Mondo onirico, demone superiore e folletti viaggiatori erano sottolineati.
Non ebbe altro tempo di investigare, perché senti dei passi lungo le scale.
Mise al suo posto il dizionario e prese ad armeggiare con il letto alzandolo e mettendo dentro il borsone, in modo da non far sospettare nulla.
Alfred entrò con dei fogli in mano e li appoggiò sul bancone dal piano di marmo scuro con rifiniture bianche e grigie.
< Se vuoi venire a leggere e firmare e darmi i documenti, così ti lascio libero per tutta la sera.>
< Ok, arrivo.> con sei falcate raggiunse il padrone ed osservò i documenti, leggendo attentamente ciò che fosse trascritto. Poi porse i suoi documenti che teneva in tasca ed Alfred li lesse.
Cercò nel profondo di nascondere il disagio che provava dopo aver visto il dizionario, qualcosa gli diceva che Alfred non sembrava esser l’unico a conoscenza della loro esistenza, oltre la sua bambina.
La storia del medium era poco credibile, ma anche l’unica plausibile che aveva in quel momento.
Certo alcuni umani potevano fare presupposizioni ed altre sapevano un accenno di cosa esisteva veramente, ma solo ciò che vi era tra i mondi paralleli.
Invece, il Mondo dei Sogni era solo per pochi.
I documenti non erano anomali, classica burocrazia. Firmò le carte sia dell’affitto e sia del part-time, 1000 al mese e 300 sarebbero scalati dall'affitto e condominio.
Come idea non gli dispiaceva e lo disse anche al padrone.
Alfred annuì e prese i fogli ringraziandolo.
< Allora benvenuto nella Terra, Shadow.>
Così finì il loro mini incontro, Alfred sembrava essersene andato con un espressione serena a differenza sua che aveva la mente piena di domande.
Cadde sul letto, buttandosi di schiena, mise un braccio sugli occhi, nascondendosi dalla poca luce che si spuntava nel cielo pieno di nubi. La luce gli dava fastidio, poteva benissimo essere considerato come uno dei suoi punti deboli.
Lo rendeva più stanco e irritato, doveva ricordarsi di mettere delle grandi tende sulla meravigliosa ed enorme finestra.
Avrebbe nascosto quell’immenso paesaggio che la finestra aveva da offrirgli.
 
 
 
   
 
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