La rinascita dell’anno mille

 

Morire è altrettanto comune quanto vivere
(Shakespeare, Il regno di re Edoardo III)
 

 
Mille silenzi, mille segreti, mille gli anni che il mondo ha conosciuto dallo spaventoso oscuramento del cielo. Mille volte in cui Salazar ha mentito, mille volte in cui ha torturato e persino ucciso senza esser mai scoperto.
Mille volte in cui s’è occultato, celato, mille volte mai visto mentre si lordava l’anima del sangue – amaro, sporco – dei Babbani e della loro sudicia progenie.
Mille volte ha compiuto tutto ciò, ma lei per mille volte l’ha scoperto: e, con una singola occhiata limpida come un lago ghiacciato, Lady Tassorosso l’ha spogliato di mille convinzioni, regalandogli mille taciti rimproveri.
E Salazar, per mille volte, ha chinato il capo e ha taciuto di fronte a quell’occhiata annichilente.
 
 

«Lord Salazar» la voce di Tosca è balsamica, sembra quasi mentolata quando lo pizzica nell’anima. «Lord Godric vi infilzerà con la spada della sua famiglia, se continuerete così».
Può una minaccia addolcirsi nella voce di chi la pronuncia?
«Non dovreste preoccuparvi per me» Lord Serpeverde sospira, rassegnato. «Non è così raro, dover morire».
«Voi collezionate le cose rare» commenta Tosca, con silenziosa dolcezza. «Allora vivete».

 

Mille volte in cui ha finto redenzione, mille volte in cui lei ha chiuso gli occhi – e ciglia lunghissime le hanno sfiorato le gote, come minuscoli pugnali – e ha perdonato.
Ma, adesso, Tosca Tassorosso non crede più. Non nella redenzione, non nel perdono, e nemmeno nella vita.
«Credo che morire sia comune quanto vivere» esala, rassegnata. «E allora cercherete di vivere per sempre, non è vero?».
Salazar non risponde, ma il medaglione della sua famiglia riluce sinistramente sul suo petto, come un’ammissione di colpa.
 
 

La fuga non gl’è perdonata, non da Tosca, non da lei che ne percepisce lo scappare come l’ennesima e inutile menzogna.
Per mille volte ha omesso, tradito, mentito a chiunque incontrasse sul proprio cammino.
Ma, in tutta la sua vita, vedrà solamente un paio d’occhi azzurri sporcati di confusa tristezza – allora vivete – nel vederlo allontanarsi a grandi passi dal castello.
I suoi.

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Doverose giustificazioni dell'autrice:

Non so bene cosa dire riguardo questa storia, quindi cercherò di limitarmi alle spiegazioni necessarie, perché è stata scritta così di getto da lasciarmi spiazzata.
L'anno mille, nella storiografia, significa molte cose ma, in tempi recenti, ha cominciato a significare rinascita nei confronti di una vecchia interpretazione "negativa" del medioevo come secolo oscuro e arretrato. In quest'ottica, ho pensato che l'anno mille (sette anni dopo la fondazione di Hogwarts), potesse essere un po' anche la nascita - o la rinascita - di un nuovo Salazar, quello che è costretto ad abbandonare la scuola.
La questione dell'eclissi è una mia invenzione, anche se se non sbaglio si parla di un'eclissi nel 33 d.C., ma comunque mi riferivo proprio all'anno 0, quindi prendetela come una mia trovata. Idem per gli occhi di Tosca, dove mi sono permessa una licenza poetica e li ho descritti azzurri, anche se io stessa l'ho sempre pensata con gli occhi castani.
Questo è tutto, spero che questo esperimento vi sia piaciuto. Alla prossima.

Gaia