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Autore: Sia_    18/10/2020    6 recensioni
La storia nasce grazie a "Gioco di scrittura", l'iniziativa di "Caffè e calderotti" ❤
“Devo prendere il tuo silenzio come un consenso?”
“Devi prendere il mio silenzio per quello che è, silenzio.” ribatte Hermione, decidendo finalmente di sedersi a terra per far riposare le piante dei piedi, “Non è che ci deve essere sempre qualcosa nel vuoto.”
Fred sorride e appoggia la mano allo schienale del divano, “Il vuoto è fatto per essere riempito.”
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'Fred/Hermione ❤'
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Riempire il vuoto


Un tuono squarcia il cielo per l’ennesima volta e la costringe a venire a patti con il fatto che quella notte, come molte altre, non prenderà sonno. Non è la rigidità del materasso, o il buio troppo buio della stanza, o il lento respiro di Ginny, no. È l’ombra della guerra, che ancora viene a tormentarla. 

Si è sforzata per mesi di non pensare al passato, di dimenticare lei stessa i propri genitori e con essi le ferite che le sono state inferte nella carne e nell’orgoglio. Solo che le cicatrici rimangono per dirle che alcune cose non possono essere scordate: sono indelebili  per quanto rimanga sotto la doccia a sfregarsi la pelle con forza. 

Si mette seduta, lanciando in fretta le lenzuola ai piedi: il freddo della sera si impadronisce immediatamente di lei e un po’ si pente d’essersi scoperta così repentinamente. È più lucida però ora, ha abbastanza forze per girare il capo verso il comodino e recuperare con la mano stanca la bacchetta che tiene sempre troppo vicino, un’abitudine che si è ricamata addosso nei mesi della sua fuga. Scende dal letto, le ciocche di capelli vengono a penderle sulle spalle e si appresta a spotarle sulla schiena con uno scatto veloce del polso. 

“Hermione?” la voce assonnata di Ginny la raggiunge in un sussurro preoccupato, “Che stai facendo?”

Si avvicina al baldacchino dell’amica con passi lenti, “Vado un po’ giù.” la tranquillizza, un mezzo sorriso sul suo volto sa di verità, “Non ti preoccupare, torno presto.” con le dita della mano destra le tocca la fronte a le accarezza il capo in modo premuroso.

Gli occhi di Ginny la cercano nel buio per assicurarsi che non ci siano incubi a picchiettarle la schiena, ma anche se li vedesse potrebbe fare ben poco: s’è sforzata di capirli, sia Harry, che Ron e Hermione, ma non c’era a scappare dalla morte con loro. Annuisce alla fine, rimboccandosi le coperte e aspettando il suono della porta che si chiude per abbassare le palpebre e tornare a dormire. 

Dall’altra parte del muro, Hermione ha già raggiunto le scale che scendono nella Sala Comune, così silenziosa e calda, rimane sempre uno dei suoi luoghi preferiti e non sa nemmeno contare quante siano le ore che ha passato a leggere davanti al fuoco. S’avvicina alle fiamme, fino a scottarsi le guance che si colorano di una sfumatura rossastra: ci vede risate, ci vede calore, ci vede quello che sembra essere una vita fa. Poggia le mani sulle ginocchia e può percepire la durezza del pavimento di legno contro le piante dei piedi: torna ad essere bambina, quante volte mamma e papà l’hanno beccata in una posizione simile a cercare un libro nella parte più bassa della grossa libreria che tengono – tenevano  in casa? Finisce per sorridere, al ricordo della voce della madre che la chiama dal piano di sotto, alla carezza del padre quando finalmente raggiunge la tavola della cena, al ricordo di una famiglia che ancora la ama. 

“Non è la prima volta che ti pianti davanti al fuoco.” una voce la raggiunge, è molto più profonda del sussurro di Ginny: è quella di uomo che conosce da tanti anni e che è sempre in grado di sorprenderla.

“Non è la prima volta che mi trovi qui, no.” conferma, tornando improvvisamente alla realtà e la sala da pranzo della sua vecchia casa brucia come il legno nel camino. 

“Potrei cominciare a farmi domande.” le sussurra, prendendo poi una pausa per avvicinarsi di qualche metro, ma la strega non sa bene dire dove si sia fermato, perché non è a conoscenza del punto di partenza – ha iniziato a parlare sull'ultimo scalino, o vicino al divano? –, “Sei qui perché hai freddo? O non riesci a dormire e speri che il caldo ti faccia prendere sonno? O vuoi farla finita e stai pensando a come potrebbe essere venir cancellati per sempre da una fiamma? Ogni anno che passa diventi sempre più simile ad un libro, prenderesti fuoco in un secondo, è come se tu fossi fatta di carta.”

Hermione all’inizio non risponde, spaventata dal fatto che quello scenario le calza alla perfezione, ma poi trova coraggio, “Quale versione preferisci?” 

“Quella in cui scendi per farti trovare da me.” si gira a guardarlo, ammirata da quella risposta e si sorprende quando lo stesso colore della fiamma ritorna nella sua visuale con il camino alle spalle: i capelli di Fred brillano come il fuoco, “Devo prendere il tuo silenzio come un consenso?”

“Devi prendere il mio silenzio per quello che è, silenzio.” ribatte Hermione, decidendo finalmente di sedersi a terra per far riposare le piante dei piedi, “Non è che ci deve essere sempre qualcosa nel vuoto.” 

Fred sorride e appoggia la mano allo schienale del divano, “Il vuoto è fatto per essere riempito.” 

“Disse l’uomo con l’anima profonda quanto l’abisso.” Hermione mantiene lo sguardo alzato e ben puntato negli occhi del gemello che, per un secondo, si illuminano della stessa luce della luna: è sempre un mistero il modo in cui Fred sia in grado di capirla così bene e come poco lei sia in grado di capire lui. Forse è che non ci prova abbastanza, perché provarci vorebbe dire portare alla superficie qualcosa che è scomodo. E finisce così che nessuno sa mai nulla di nessuno, in un mondo in cui la guerra ancora brucia in modo devastante.

“Che cosa stai insinuando?” 

“Di aver riempito molti più spazi di te.” 

Lo scoppiettio del ceppo nel camino diventa l’unico suono che echeggia nella Sala, mentre Fred cerca nella mente una risposta soddisfacente. Resta a guardarla e, attratto da quel gioco, finisce per annullare un po’ di distanza e va a sedersi al fianco di Hermione davanti al fuoco, “È difficile riempire qualcosa che non esiste.” le dice infine in un sussurro, spostando lo sguardo verso le fiamme, “Come posso rispondere a delle domande che non mi sono mai state poste?” 

La strega perde le parole: è strano venire a patti con l’idea che Fred Weasley sia serio, vulnerabile nel suo pigiama largo e, forse per una volta, davvero sincero. Nessuno gli ha chiesto: all’inizio era troppo presto e, alla fine, è stato troppo tardi. Socchiude la bocca, bagnandosi le labbra con la punta della lingua, pensando a cosa dire per non rompere l’atmosfera, “Come è stato morire?” 

“Credo che tu lo sappia bene.” le risponde immediatamente, “Sei stata pietrificata per giorni in un letto dell’infermeria, lo sai che non si prova mai niente se non in quel dannato breve secondo in cui ti accorgi che la vita ti sta venendo portata via e allora diventa tutto insopportabile.” 

“Ho solo visto il riflesso della morte, non la morte stessa.” gli spiega Hermione con calma, ha il tono dolce di una donna che porta solo brutte notizie e non sa come alleviare il dolore della verità.

“Però sei tornata indietro anche tu, quello almeno sai che cosa significa.” Fred sorride e il fuoco si decide finalmente a danzare nei suoi occhi che, pensa Hermione, hanno tanto l’aria di essere due specchi. 

Ricorda alla perfezione la sensazione di tornare a respirare dopo essere stata pietrificata, la sensazione pressante di aver avuto un seconda possibilità, di avere ancora del tempo, “È per questo che sei qui?” si trova a chiedere con troppa foga, “Perché tra tutto quello che avresti potuto fare, è quasi ironico che abbia scelto di frequentare l’ultimo anno ad Hogwarts.” 

“Che c’è di male se un uomo vuole accrescere il proprio bagaglio culturale?” Fred si tocca il petto con una mano, con fare indignato.

“Forse il fatto che quest’uomo non si sia mai davvero interessato al proprio bagaglio culturale.” il gemello ride a quel punto, è una risata contenuta di piena notte, ma Hermione si porta comunque l’indice alla bocca e gli fa segno di abbassare il volume, “Sveglierai tutta la scuola.”

Fred scuote il capo, “È così difficile credere che sia solo fame di conoscenza?” 

“È impossibile.”

“Non riesco a mentire davanti a tutta questa sicurezza.” confessa alla fine con un sorriso malandrino sulle labbra, “Non sono tornato per studiare.”

“Perché sei qui, allora?”

“Il giorno che sono morto ho visto una vita intera.” Fred si appoggia alla pietra calda che circonda il camino e la fissa con una sincerità che fa quasi male: viene a scalfirla e non sa come reagire a quella provocazione. Così gli si avvicina, nel tentativo di sfuggire ai suoi occhi e con le dita comincia ad accarezzargli il palmo della mano: glielo vorrà raccontare? Può chiedere? Si rende conto che è un argomento troppo delicato e fa fatica a soppesare le parole, fa fatica ad uscire da quella situazione. È di nuovo lo sguardo sicuro di Fred che la esorta a fare qualcosa e alla fine si convince a domandare un po’ di più, “Che cosa hai visto?” 

“Qualcosa di incredibile, supera perfino tutto quello ho fatto fino ad adesso e, se ci pensi, fino ad adesso ho aperto uno dei più fruttuosi negozi dell’intero mondo magico.”

La giovane strega alza gli occhi al cielo e finisce per scuotere il capo con noia, “Sei senza speranze.” gli fa notare, accorgendosi solo poco dopo che il gemello ha scambiato i ruoli ed è lui che l’accarezza con il pollice. Apre le labbra in un sorriso, come ad esortarlo a continuare. 

“Io e George abbiamo aperto un nuovo negozio, ci è andato a lavorare Ron ad un certo punto, quando si è accorto che la sua carriera di Auror non sarebbe decollata.” alza le spalle, “Io sono rimasto a Diagon Alley perché è più vicino a casa e faccio sempre a gara con mia moglie per vedere chi dei due torna prima per preparare la cena.” comincia a raccontare con furia, come un anziano che davanti al proprio nipote non si sogna di chiudere bocca: si tiene dentro quella confessione da mesi ormai, ben deciso a nascondere cosa si trovi nella soglia sottile tra vita e morte. Hermione allontana la mano, interrompendo per un attimo le fila di quel racconto, ma lo obbliga a continuare quando si appoggia alla sua spalla e lascia il camino alla sua sinistra. Lo vuole far parlare, perché si è resa conto in quelle poche confessioni che davvero Fred ha vissuto qualcosa di incredibile e mentre ascolta talvolta si sposta e lo guarda, incontra il suo sguardo incerto un paio di volte e ci vede un salotto, una cucina, una casa fatta di risate, un futuro. 

“Faccio di tutto per vincere ogni giorno perché a cucinare è davvero pessima e non glielo voglio dire. Forse lo sa da sola, per quello si inventa che al Ministero l’hanno trattenuta altri due minuti ogni santa sera.” si mette a ridere da solo, guardando il vuoto, “Abbiamo due figli, adorano stare alla Tana quando io e lei siamo al lavoro: alla femminuccia piace lavorare con il nonno nel fienile, il maschietto preferisce passare il tempo con la nonna a preparare dolci. Han preso dalla madre, hanno negli occhi la stessa luce determinata che ha lei da quando la conosco.” 

Hermione si sente un po’ gelosa di quella vita: suona così magica che il cuore le si scalda nel petto. Fred è convincente quando le viene a dire che è incredibile e rincara la dose, aggiungendo ad ogni parola un dettaglio che la fa sembrare vera: si immagina così la voce di Arthur che urla il nome dei propri nipotini, Molly che pulisce la guancia all’ennesimo bimbo dai capelli rossi che corre per casa. E, scioccamente, si immagina una vita con Fred: è difficile dire quando sia iniziata precisamente, ma è sicura di desiderarlo con tutta sé stessa da almeno cinque o sei mesi. Potrebbe essere il fare malandrino con cui tinge la sua giornata per quei corridoi, ricoprendola ancora di scherzi e malefatte, o il modo adorabile con cui le sorride quando si decide finalmente a tenergli testa. Potrebbe anche essere il tono della sua voce la sera quando si incontrano davanti al fuoco, il profumo di fuochi d’artificio, il calore delle sue mani. 

“Vacilla una sola volta, quando ti dicono che sarai il prossimo Ministro della Magia, ma alla fine riesco a convincerti che meglio di te su quella poltrona non potrebbe mai esserci nessun altro, forse solo Harry, ma Harry non vuole rinunciare alla sua carriera di Auror, come biasimarlo? Ha catturato più Mangiamorte lui in sette anni, che i suoi colleghi in una intera vita.”

Fred a quel punto smette di parlare, si è accorto di aver detto un po’ troppo e stringe le labbra con insicurezza, fermando anche il lento movimento del pollice. Sceglie di guardarla comunque, cercando una risposta alla domanda che non ha fatto, nel tentativo di riempire il vuoto. 

“Lo sono?” Hermione spezza le insicurezze, “Sono davvero il meglio per quella poltrona?” 

“Scherzi?” Fred si mette a ridere, il peso che ha sul cuore si dissolve improvvisamente, “Sei la strega più brillante della tua età.” riprende ad accarezzarle la mano, ubriaco di felicità e il ricordo della morte sembra essere sempre più ovattato. 

Arrossisce, incapace di sostenere lo sguardo del gemello, “Quindi sei tornato… ”

Per te.” completa la frase e con la mano libera le recupera il viso per osservare il proprio riflesso negli occhi nocciola, “Sono stato uno sciocco a non farlo l’ultima volta che siamo stati a scuola insieme, ma ero tanto impegnato ad aprire i Tiri Vispi, che per mesi non è esistito altro.”

“Fare cosa?” 

È una domanda un po’ scostata, ma che riempie il silenzio tagliente che si è venuto a creare: a due passi dalla costa hanno ancora un po’ paura di buttarsi tra le onde del mare. Hermione sposta lo sguardo dai suoi occhi, li porta alle sue labbra appena socchiuse e torna verso l’alto: è un invito, come a dirgli che non riesce ad aspettare un solo secondo in più, perché la sua presenza sta diventando più calda delle fiamme che sono alla sua sinistra. Sul viso di Fred vi è l’ombra del fuoco che danza e accende ad intermittenza tutte le sue lentiggini: sembrano stelle, luci nei giardini durante l’estate, una strada scomposta da seguire. Smette di vederle quando azzerano le distanze e le labbra di Hermione toccano con gentilezza quelle del gemello – è un bacio che riempie il vuoto, che ha il potere di cancellare la memoria di tutte le cose brutte e la vita sa improvvisamente di futuro.

“Te l’ho detto, è incredibile.”

“Questa volta non posso darti torto.” Hermione conferma con una scrollata del capo e appoggia la fronte al petto del ragazzo, immergendosi nel suo abbraccio. 

“Sarebbe la prima.” ha un suono naturale quella frase: implica che ce ne sarà una seconda, una terza, una quarta e poi l’infinito – si impone di non esagerare, dopotutto quante volte lei e Fred sono andati d’accordo nel corso degli anni? Solo che anche essere in disaccordo, anche litigare, implica l’infinito

“Hermione.” la risveglia dai suoi pensieri con un sussurro e un’espressione malandrina, “Ci vieni ad un appuntamento con me questo Sabato? Per convincerti che ne vale davvero la pena.”

“Un appuntamento?” la giovane alza un sopracciglio, “Io non penso che… ” serva, perché sa già che non vuole essere da nessun’altra parte, in nessun altro tempo, con nessun altro – solo Fred sa prendere il suo mondo e rigirarlo con due parole e uno sguardo, solo Fred è capace di riempire il vuoto.

“Prima che tu dica no… ” ci rimugina, socchiudendo gli occhi nella speranza di trovare almeno una motivazione che la possa convincere, come se l’idea di un futuro insieme non sia abbastanza, come se l’idea di una risata al giorno che scaccia via i demoni e trasforma le cicatrici in zucchero filato non sia abbastanza, “Non dire no.”

No.” si trova a sussurrare, “Non ho la minima intenzione di dire no.” 


 


Che combino? Non lo so più
Volevo davvero tornare a scrivere una storia leggera su Fred ed Hermione, una storia che sapesse tanto di loro: hanno un modo tutto unico di cercarsi 
– e di trovarsi 
– che mi fa esplodere il cuore. Così Fred la cerca, anche dopo aver rischiato la morte e la va a trovare nell'unico posto dove sono sempre stati loro: ad Hogwarts, un ultimo anno insieme. È un po' una pazzia, me ne rendo conto, è un po' una soluzione che un gemello Weasley non prenderebbe davvero, ma sono una inguaribile romantica e l'idea di lui che le corre dietro mi esalta. 
Ancora una volta la storia nasce dal "Gioco di Scrittura" del gruppo Caffè e calderotti: Romantico 4 (Charlie Weasley) e 7 (Fred Weasley), ma ho richiesto lo switch con 3 (Hermione Granger)! 

Concludo qui, ringrazio davvero chiunque sia arrivato fino alla fine, spero di avervi addolcito un pochino, 
Sia ❤

   
 
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