Prompt: Portafortuna
Numero parole: 245
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Paperone restò in piedi di fronte alla teca della Numero Uno.
Aveva appena sventato un altro attacco di Amelia, e ancora una volta era
riuscito a proteggere il suo caro primo decino.
Paperon de Paperoni era tante cose: il papero più ricco del mondo, il
papero più tirchio del mondo, probabilmente anche il papero più vecchio
del mondo. Ma non era uno stupido.
Sapeva perfettamente che era stupido credere che quella moneta
rappresentasse la sua fortuna.
Ma per lui era molto di più di un banale portafortuna.
Anche se era stato tutto orchestrato da suo padre, quella moneta americana
lo aveva lanciato nel mondo degli affari.
Aveva dimostrato a tutti chi era. Con le sue sole forze aveva costruito un
impero.
E non lo aveva di certo fatto usando solo la fortuna.
Tuttavia, staccarsi da quel misero decino per lui era impossibile.
Era l’unica cosa per cui era disposto a spendere una fortuna per
difenderla. Oltre che alla sua famiglia, anche se non lo avrebbe mai detto
ad alta voce.
Tutti lo avrebbero definito un portafortuna, e lui era disposto a
lasciarglielo credere.
Ma per lui era il simbolo che meglio di tutti lo rappresentava.
Perché lui e la Numero Uno erano uguali: entrambi vecchi, entrambi
apparentemente insignificanti. Ma entrambi con una grande forza interiore.
Quei dieci centesimi erano state le fondamenta del più grande impero
finanziario del mondo.
E Paperone era colui che aveva costruito quell’impero, senza mai spendere
quei primi dieci, fondamentali centesimi.