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Autore: Sonrisa_    21/10/2020    0 recensioni
[Writober 2020 – prompt 21: Morning Cuddle – PumpFic list di fanwriter.it]
[IwaOi]
Cercare di ignorare la sensazione – certezza – di essere studiato da quegli occhi nocciola è impossibile, perché cogliere anche ciò che rimane inespresso è privilegio, e talvolta debolezza, di chi è cresciuto insieme.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dato che si allude a ciò che Oikawa decide di fare dopo la fine del liceo, in questa storia potrebbe esserci un piccolo spoiler se seguite solo l'anime.
Spero che la lettura possa essere piacevole! ^^





Le tinte del cielo indicano il lento avvicinarsi dell’alba e la quiete avvolge la città ancora dormiente, suggerendo la possibilità di godersi altre ore di sonno, ma Iwaizumi non è intenzionato a riaddormentarsi.
Mentre ascolta il respiro cadenzato di chi pare averlo scambiato per un cuscino nelle ultime ore, cerca di capire come riappropriarsi del braccio intorpidito senza svegliare Oikawa e, soprattutto, senza cadere dal materasso.
Lo spazio ristretto del letto non gli consente di compiere grandi movimenti, quindi cerca di spostarsi facendo leva sul braccio destro nel tentativo di sottrarsi alla presa dell’altro ragazzo, ma Oikawa mugugna qualcosa di incomprensibile nel sonno e vanifica ogni sforzo del maggiore rannicchiandosi ancora di più contro il suo petto e stringendo tra le dita la stoffa della sua maglietta, quasi ad ammonire inconsapevolmente ogni altro tentativo di allontanamento.
Iwaizumi schiocca la lingua, poi, arrendevole, poggia la mano destra fra le ciocche castane del minore, ritrovandosi poi, senza rendersene pienamente conto, a carezzargli dolcemente il capo; solo quando prende atto delle proprie azioni si ferma e, inclinato leggermente il volto, tenta di capire se Oikawa stia ancora effettivamente dormendo: si imbarazza ancora nel mostrarsi palesemente affettuoso e non è pronto a sorbirsi né i commenti lusingati dell’altro né il suo sorriso compiaciuto a quell’ora del mattino.
Appurato che Oikawa sia ancora addormentato – non è un attore così bravo, o perlomeno non per lo sguardo attento del maggiore – Iwaizumi riprende ad accarezzargli il capo per poi, pian piano, spostarsi e lasciargli un buffetto affettuoso sulla guancia prima di scendere e disegnargli ghirigori indefiniti sulla pelle nuda del braccio esercitando una pressione appena percettibile con i polpastrelli.
Cerca di godersi quei minuti di pace ed ignorare la vocina – infame – nella propria testa che sembra divertirsi a ricordargli nei momenti meno opportuni la partenza, ormai troppo vicina, di Oikawa per l’altro capo del mondo.
Iwaizumi chiude gli occhi ed emette un flebile sospiro, concentrandosi solo sulla presenza accanto a sé mentre continua a tracciare linee immaginarie che portano l’altro ad allentare pian piano la presa sulla sua maglietta.
Mancano meno di due settimane alla partenza per l’Argentina e, sebbene sia orgoglioso della tenacia del ragazzo, non può esimersi dal pensare a cosa succederà quando si troveranno con un oceano immenso a separarli. Dopo aver trascorso più della metà delle loro vite insieme, Iwaizumi non sa come potrebbe essere vivere i prossimi mesi – anni? – ad una tale distanza e con dodici ore di differenza date dal fuso orario, ma non ha la minima intenzione di sollevare la questione: si tratta del futuro di Tooru, quindi il suo supporto sarà totale.
Questo non rende le cose più facili, però.
La mano destra continua a dar vita ad arabeschi immaginari sulla pelle dell’altro, fino a giungere sul polso della mano che Oikawa continua a tenere sul suo petto.
Trattenendosi dall’intrecciare le loro dita, uno sbuffo fuoriesce dalle labbra di Iwaizumi prima che queste si arriccino in una smorfia che sparisce solo quando lui si volta e nasconde il viso fra le ciocche castane dell’altro. Forse è meglio che provi a riaddormentarsi…
«…posso avere questa versione di Iwa-chan ogni mattina?»
Iwaizumi sussulta e, quasi come una risposta automatica, uno scappellotto si abbatte sulla nuca di Oikawa che inizia a lamentarsi.
«Rude, Iwa-chan!» esclama, carezzandosi la parte lesa mentre si volta con un’espressione risentita «Dove sono finite le carezze?»
«Idiota!» sbotta Iwaizumi, sentendo l’imbarazzo crescere «Da quanto sei sveglio?»
«Questo dovrei chiederlo io a te.» replica l’altro, spostandosi un po’ per riuscire a mettersi prono sul letto, portando le mani a coppa sotto al mento così da poter continuare a guardare il moro «Iwa-chan non sa che è davvero presto?» aggiunge, con tono canzonatore, mentre lancia un’occhiata alla sveglia.
Iwaizumi si impone di non rispondere e si finge totalmente preso dalla semplice azione di stringere le dita della mano sinistra in pugno e rilasciarle, cercando di recuperare l’uso dell’arto finalmente libero ma ancora intorpidito, pur consapevole dello sguardo dell’altro su di sé. Cercare di ignorare la sensazione – certezza – di essere studiato da quegli occhi nocciola è impossibile, perché cogliere anche ciò che rimane inespresso è privilegio, e talvolta debolezza, di chi è cresciuto insieme.
Oikawa tace e Iwaizumi finge di non temere le prossime parole che usciranno da quella bocca che ha modellato con la propria per tutta la sera precedente, ritrovandosi ad irrigidirsi quando il minore si sposta ancora una volta, andando a sdraiarsi proprio su di lui.
«Fammi capire, ti diverti a considerarmi come un cusci-»
Le labbra di Oikawa lo interrompono, imponendosi con decisione per zittirlo, poi si allontanano quanto basta per sussurrare: «Sono qui, Iwa-chan.»
Iwaizumi coglie l’assenza di un ‘ancora’ rimasto volutamente inespresso e si chiede come faccia l’altro a sembrare così sereno dopo aver appena alluso a ciò che, tacitamente, si erano accordati di non nominare; o almeno è ciò di cui si era illuso il moro.
«Lo so che sei qui, idiota.» bofonchia, allungandosi per rubargli un bacio a fior di labbra «Lo ha notato anche il mio braccio.» aggiunge piccato, tornando ad appoggiarsi contro il cuscino mentre solleva l’arto incriminato ancora lievemente indolenzito.
Oikawa approfitta di quella mossa per intercettare il polso di Iwaizumi e portarlo a cingergli la schiena con il braccio sinistro, sorridendo genuinamente quando avverte anche la pressione del destro su di sé.
«E se rimanessimo così?» propone quindi il minore, sporgendosi per raggiungere di nuovo le labbra dell’altro «Non ti sembra una buona idea?» incalza in un sussurro all’orecchio di Iwaizumi, prima di concentrarsi sul suo collo e lasciare che le proprie mani si intrufolino oltre la stoffa della maglia del maggiore.
La mancata risposta dell’altro viene considerata come un tacito assenso.



 
  
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