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Autore: Iron_Captain    22/10/2020    3 recensioni
[Hazbin Hotel]
Angel Dust verrà assoldato da un potente demone per uccidere un essere umano nel mondo dei mortali, con la promessa di riportarlo in vita…
Genere: Azione, Generale, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 4: In soccorso di Karen

Dopo numerosi tentativi, il demone era finalmente riuscito a comunicare con la ragazza, la quale aveva paura di venire arrestata per l’omicidio commesso da Angel Dust. Si trovavano ancora all’interno della metropolitana, dalla quale sarebbero scesi tra poche fermate.

Non credevo provassi piacere ad essere violentata; d’altronde quel bastardo meritava di morire!

Fu la giustificazione dell’aracnide, che disse quelle cose perché aveva bisogno della ragazza transessuale in cui era rinchiusa: poiché non sapeva nulla sul fatto di possedere un essere umano, temeva che se fosse stata uccisa, sarebbe morto insieme a lei. E non poteva permettere che ciò accadesse.

Avevo bisogno di lui, cazzo! Avevo bisogno di un posto in cui stare!...E ora sono ricercata dalla polizia per un omicidio che non ho mai commesso, ed è tutta colpa tua!

Nel sentirsi dire quelle parole, Angel Dust si offese.

È questo il modo di ringraziarmi per averti salvata da quel porco? Lo sai che se non avessi fatto niente, saresti stata uccisa a forza di cinghiate; e poi quel bastardo meritava di morire, come lo meriterebbero altri stronzi come lui!

A furia di sentire quelle giustificazioni, Karen iniziò ad essere ancora di più arrabbiata…e non solo con il demone che aveva dentro il proprio corpo, ma anche con se stessa.

Tu non capisci in che situazione mi hai messa!...Tu non sai il disperato bisogno che avevo di quell'uomo, che nonostante il male che mi faceva, mi aveva dato una sistemazione in cui stare per non farmi morire di freddo e di fame! E ora…non ho più nulla!

Al demone aracnide bastò ascoltare quelle parole per ricordare la stessa situazione che viveva ogni giorno all’Inferno, anche se non riguardava i pagamenti dell’affitto, ma il lavoro: conosceva bene la disperazione e il bisogno assoluto di lavorare, o avere una sistemazione adeguata, e di non rinunciare ad essi neanche quando si veniva trattati male o abusati da quelle persone che avevano Il potere di toglierti tutto, inclusa la dignità. E se si incappava in quelle persone che non ti davano neanche il modo di farti andare via…eri finito.
A differenza di Karen, lui si trovava in quest'ultima situazione: era sfruttato, e non aveva modo di uscirne fuori…nonostante ultimamente avesse provato a sperare di cambiare totalmente vita grazie al demone che lo aveva incaricato di uccidere questo John, di cui non sapeva tanto. Riflettendoci su, aveva complicato un pochino le cose uccidendo quello stronzo approfittatore…ma lo aveva fatto per legittima difesa.

Invece capisco benissimo la tua situazione, cara, visto che la vivo anch’io ogni giorno, con la differenza che io sono messo peggio di te…

Dopo aver interrotto bruscamente la spiegazione del demone omossessuale mandandolo a quel paese, e ordinandogli di stare zitto e non parlare più, la ragazza si alzò dal sedile e scese dalla metropolitana. Dopo essere andata sulle scale mobili e aver percorso la galleria sotterranea, Karen salì le scale che la portarono fuori dalla fermata. Intorno a lei c’erano parecchi edifici e una gran moltitudine di gente, e le strade erano trafficate; si trovava in una delle zone del centro di Londra.

Suvvia, non è andata mica così male…o per lo meno, io mi sono divertito come non mai a vomitargli piombo dopo aver testato quanto fossero duri i suoi tre piccoli gioiellini.

Disse Angel Dust con sarcasmo, e lasciandosi sfuggire una risata sonora che poteva soltanto sentire Karen.

Vaffanculo, brutto demone insensibile!

Fu la risposta di Karen, che oltre ad essere stanca di quel mostro che l'aveva fatta cacciare nei guai, era furiosa con lui.

Sentimi, stronza, se vuoi davvero liberarti di me, e poiché neanche io sono felice di essere dentro questo corpo, per quanto possa essere sexy, aiutami a trovare l'uomo che devo uccidere, così me ne posso andare e lasciarti a te stessa…

Nel sentire la proposta di quel killer pazzoide, la ragazza transessuale rifiutò all'istante.

Col cazzo che ti permetterò di uccidere qualcun altro!...Quanto mi sono pentita ad aver ascoltato quel ciarlatano!

Quella risposta fece riflettere Angel Dust.

Di cosa stai parlando? Avevi per caso parlato con un chiaroveggente truffatore che in cambio di qualche centesimo ti aveva detto di farti possedere da un demone?

Cazzo, pensò Karen sbuffando, e senza farsi sentire da Angel Dust, il quale aveva quasi indovinato ciò che aveva fatto.

Presto o tardi troverò il modo di liberarmi di te!

Esclamò la ragazza arrabbiata.

Non sono un esperto di queste cose, ma credo non basti andare in bagno, o fare sesso con qualcuno per mandarmi via.

La provocò Angel Dust con sfacciataggine.

Anche se fosse stata notata dai passanti, la ragazza transessuale scosse la testa scocciato, dopodiché decise di ignorarlo e di pensare cosa fare.
Doveva trovare un posto dove poter passare la notte, e fortunatamente sapeva dove andare: conosceva una collega di lavoro, una escort, con la quale aveva stretto amicizia un po’ di tempo fa, quando lavoravano insieme in uno strip club. In passato si erano sempre aiutati a vicenda quando una di loro aveva un problema di qualsiasi genere. Dal momento che sapeva dove abitava, Karen si affrettò a raggiungere i mezzi pubblici che le avrebbero permesso di raggiungere la sua amica…senza avere, però, il minimo sospetto di essere seguita e sorvegliata…

Nello stesso momento…

Ad attendere i due maghi all’esterno dell'edificio in cui era avvenuto l’omicidio, alla periferia della città, c'erano diverse auto della polizia e due ambulanze, e un gran via vai di dottori e agenti e addetti della scientifica; mentre gli agenti erano impegnati a fare domande ai testimoni e a impedire ad alcuni giornalisti di invadere e contaminare la scena in cui era avvenuto il barbarico delitto. Chas andò a parcheggiare l’auto a qualche chilometro di distanza dal posto di blocco, dopodiché scese insieme a John e andarono a raggiungere la scena del delitto. Nel momento in cui raggiunsero il cordone allestito dalla polizia furono fermati da un agente.
“Via, circolare. Non c'è niente da vedere.”
“Lei forse non lo sa, agente Doyle, ma il suo superiore non sarà affatto contento di sapere che ci ha fatti mandare via.” disse John con tono spavaldo.
Il poliziotto lo guardò con sospetto.
“Ci conosciamo?”
“No, ma dovrebbe tenere i suoi promemoria più dentro i suoi taschini, o meglio ancora nel suo portafoglio…e poi il detective Adrian mi ha parlato di lei, qualche volta.” fu la risposta dello scaltro incantatore, al quale non sfuggiva nessun dettaglio.
Quando il poliziotto notò il pizzetto di carta che fuoriusciva leggermente dal taschino sinistro della divisa, mostrando le iniziali del proprio cognome, si curò di rimetterlo più dentro.
“Lasciali passare agente Doyle: loro sono con me.”
I tre uomini videro sopraggiungere da lontano una donna vestita elegantemente: giacca nera corta di cotone, maglietta bianca, pantaloni lunghi neri di cotone e che indossava scarpe nere lucide. Era molto alta, all’incirca un metro e ottanta, aveva i capelli castani chiari, i suoi occhi erano neri, e il suo viso aveva dei lineamenti lisci: nonostante si potevano notare i segni della stanchezza che ogni poliziotto mostrava, era una delle poche persone dotate di una bellezza “naturale”: infatti era molto corteggiata, persino dai suoi colleghi…e invidiata da tante donne. Ma lei rappresentava appieno il vecchio detto “le apparenze ingannano”: era mostruosamente intelligente, e aveva un intuito che possedevano poche persone al mondo…e una straordinaria memoria fotografica. Grazie a quegli attributi, aveva finito scuole, università e l’addestramento in accademia con il massimo dei voti. Dopo le numerose storie d’amore che aveva avuto ai tempi della scuola, aveva deciso di rimanere single e di concentrarsi soltanto sul lavoro e gli amici, con i quali si dimostrava molto protettiva, leale e sensibile. Era atea, e non credeva nella magia…finché non aveva conosciuto John Constantine, ed era stata testimone, durante un’indagine di omicidio brutale avvenuto qualche anno fa, di un suo esorcismo che aveva eseguito sull'assassino per liberarlo dal demone che lo aveva spinto a commettere quell’omicidio. Da quel giorno, nonostante fosse rimasta atea, aveva iniziato a chiedere la sua collaborazione in tutte le occasioni in cui era coinvolto un demone in un’indagine di omicidio.
“Mi perdoni detective…passate pure.” disse l'agente Doyle, che tolse momentaneamente i cordoni per far passare i due maghi.
“Grazie agente…Detective.” disse John salutando la sua amica.
“Fortuna che sei arrivato. Adesso venite con me.” tagliò corto Elizabeth, che non perse tempo a guidare i suoi amici all’interno dell’appartamento in cui era avvenuto l'omicidio. Una volta giunti a destinazione, i due uomini videro, al di la dei sigilli, il cadavere di un uomo seduto per terra e con la schiena appoggiata sul muro che aveva il volto completamente sfigurato e deformato; e al centro della camera c'era il disegno di un pentagramma con diversi simboli, e davanti la finestra c'era il letto, che come mostravano i segni sul pavimento, era stato spostato dalla sua posizione originaria, che era per l’appunto la stessa in cui si trovava quel disegno.
“Appena lo avevo visto, ho mandato via la scientifica.” disse Elizabeth.
“Hai fatto bene, amore.” replicò John, che aveva il vizio di chiamare così le donne, prima di entrare nella camera per andare a studiare i simboli.
“Hai per caso notato qualcos’altro di strano, o sentito qualche testimone blaterare qualcosa di strampalato e assurdo?” chiese Chas alla detective.
“In effetti si: per prima cosa, gli addetti alla scientifica avevano prelevato dal cadavere un campione di una strana sostanza…” replicò Elizabeth prendendo da una tasca una fiala di plastica con del liquido verde che fece vedere all'amico dell'esorcista. “E poi c'è una testimone che afferma di aver sentito la lite tra la vittima e l'assassino, che aveva una voce per metà maschile che non aveva mai sentito prima d'ora.”
In quel preciso momento arrivò John, che oltrepassò i sigilli per uscire dalla camera.
“A quanto pare hai fatto bene a chiamarmi, amore: quello è il classico portale usato dai demoni per uscire dall’Inferno, per andare poi a impossessarsi di un corpo umano.” spiegò il demonologo senza dilungarsi troppo, dal momento che era facile immaginare cosa faceva un demone una volta entrato dentro un corpo umano.
Dopo aver avuto la tanto temuta conferma, la detective si toccò la fronte con la mano e scosse leggermente la testa.
“Ti prego John, dimmi che lo puoi trovare.”
“Se il liquido dentro quella fiala appartiene al demone, allora lo posso rintracciare.”
Senza porsi alcun dubbio, Elizabeth consegnò all'esorcista la fiala.
“Vedi di trovarlo e di fermarlo in più in fretta possibile.”
“Come sempre, amore.” Fu la risposta di John, che dopo aver preso la fiala si mise a fumare una sigaretta.
“Io e John vorremmo anche parlare con il testimone che dice di aver sentito il demone.” intervenne Chas.
Elizabeth guardò prima l'autista, poi il demonologo.
“Ma non ha visto direttamente l'omicidio: a cosa potrebbe servirvi…”
“Ci potrebbe servire a capire quale tipo di demone stiamo per andare a rispedire all'Inferno.” replicò John. “Alcuni demoni hanno degli aspetti particolari che possono essere notati ascoltando con attenzione. Se emette alle volte un verso più metallico, o se la voce è raschiante, o altre cose ancora. E ciò mi permetterebbe di poterlo affrontare meglio.”
Quella spiegazione bastò alla detective per condurre i due maghi dalla testimone che aveva udito il demone assassino dalla stanza a fianco.

Johanna, coinquilina della sospettata principale, che al momento risultava essere scomparsa, stava per essere portata in ospedale per essere sottoposta a diversi esami, in quanto i medici credevano che fosse sotto shock a causa dell’omicidio a cui aveva assistito indirettamente, prima di venire interrogata dagli agenti di polizia in centrale.
“Aspettate!” urlò da lontano la detective non appena vide che i medici stavano per portarla dentro l’ambulanza.
Non appena arrivò, insieme ai due incantatori, Elizabeth andò a parlare con il medico, mentre i due uomini andarono da Johanna.
“Ciao, io sono John, e lui è Chas. Siamo due investigatori privati ingaggiati dalla polizia per ritrovare la tua coinquilina.” mentì l'esorcista per far avere alla paziente una buona ragione per collaborare con loro.
“Qualsiasi dettaglio ci fornirà, potrebbe aiutare a ritrovare la sospettata più in fretta.” intervenne l’altro mago dopo aver preso un taccuino e una penna.
“Voi mi credete pazza, proprio come i dottori e gli agenti a cui avevo detto cosa avevo sentito dalla mia stanza.” disse la testimone con tono freddo.
“Le assicuro che non è così: e qualunque cosa ci dirà, anche se assurda, ci aiuterà a trovare la sua amica.” ribatté John recitando bene la parte del detective.
“Voi non sembrate affatto dei detective.” disse Johanna osservando il modo in cui erano vestiti i due uomini.
“Sai come si dice: le apparenze ingannano.” fu la risposta del mago, il quale era molto bravo ad essere convincente con le persone.
Anche se titubante, la coinquilina della sospettata scomparsa decise di parlare, dal momento che aveva capito che non erano dei poliziotti.
“L'uomo che è morto abusava continuamente, o si divertiva a ricattare, i residenti del palazzo. Era indebitato fino al collo, e ultimamente erano anche venuti dei tizi che lo prendevano a pugni perché non riscuoteva i suoi pesanti debiti…”
“La tua amica quindi veniva molestata o ricattata?” la interruppe John, che voleva arrivare subito al punto.
“Karen…sarebbe un transessuale.” rispose Johanna, che voleva sottolineare quel particolare ai due uomini. “Veniva spesso molestata e…anche peggio…oggi quel bastardo era andato da lei per farsi pagare l’affitto. Avevo sentito Karen che diceva di non avere al momento i soldi…poi sentivo varie urla, e avevo capito che quell'uomo la stava torturando…ma a un certo punto avevo sentito un’altra voce e…poi degli spari.”
Quando vide che la ragazza smise di parlare, John prese la parola.
“Che tipo di voce avevi sentito? Era per caso roca, raschiante o cosa?”
“Era…sembrava essere più maschile, e dura…ma non roca o raschiante.”
“Che hai fatto dopo?”
“Nella paura avevo chiamato la polizia per denunciare l'aggressione; dopodiché ero andata nella camera di Karen per vedere come stava, ma lei non c'era…e vidi così il cadavere di quel mostro senza cuore.”
Dopo qualche istante di silenzio, il demonologo fece un'altra domanda.
“Avevi per caso notato qualcos’altro di strano e fuori posto nella camera di Karen?”
“La stanza era in disordine…ma non mi sembra di aver notato niente che fosse fuori posto.” fu la risposta di Johanna dopo aver riflettuto qualche istante.
A quel punto il maestro delle arti occulte squadrò la ragazza con espressione riflessiva, dopodiché sorrise.
“Grazie: il suo aiuto ci è stato molto utile. Ritroveremo la sua amica.”
Nel momento in cui i due uomini se ne stavano andando, la ragazza afferrò il braccio di Constantine.
“Io non sono pazza…e Karen ha bisogno di aiuto.”
Non appena le rivolse lo sguardo, il mago la tranquillizzò subito.
“Non sei pazza, e ti assicuro che aiuterò Karen; perciò tu non preoccuparti.”
“Grazie.” fu la risposta di Johanna, che fu immediatamente scortata dai dottori all’interno dell’ambulanza, che partì immediatamente alla volta dell'ospedale.
Dopo essersi congedati anche dalla detective, che ritornò al lavoro, i due incantatori raggiunsero la loro auto ed entrarono dentro.
“Sai a quale demone stiamo dando la caccia?”
“No, ma so per certo che posso escludere vari demoni.” replicò il demonologo, che ebbe la possibilità di capire che non doveva trattarsi di un demone estremamente pericoloso.
A quel punto John prese la fiala che aveva ricevuto da Elizabeth, dopodiché la guardò e iniziò a dire parole senza senso. Chas lo osservò con sguardo indifferente il suo amico, che stava usando un incantesimo di localizzazione.
Non appena John aveva iniziato a recitare la formula, cominciò ad avere le visioni di una ragazza giovane che trasportava un trolley, che indossa va un giubbino imbottito verde scuro, dei pantaloncini corti grigi chiari e degli stivaletti neri con il tacco non tanto alto che stava camminando per le strade di Londra. Dal modo in cui camminava, capì subito che era stanca. Notò anche un tipo, un uomo veramente grosso, che la stava seguendo: indossava una camicetta rossa e bianca a quadretti, dei jeans lunghi blu e degli scarponi marroni scuri; era pelato, e aveva una barba corta con il pizzetto marroni scuri…e i suoi occhi erano azzurri, ma con delle sfumature dorate. Poi vide due cartelli a un incrocio con delle scritte.
Quando si svegliò dallo stato di trans, John si rivolse a Chas.
“Tra Via Boulevard e Via Sagittis; e sbrighiamoci a raggiungere la nostra vittima perché è in pericolo.”
Senza farselo ripetere due volte, Chas avviò il motore dell'auto e partì a gran velocità, tenendo conto del fatto che stava per avvicinarsi l'ora di punta.

Angolo Autore
Ehilà!
Scusate se aggiorno soltanto adesso, ma ho avuto molti imprevisti, tra cui la difficoltà di caratterizzare il più verosimile Angel Dust…perciò chiedo davvero scusa se nella fanfiction ci sia un linguaggio…più volgare (d'altronde ho messo apposta il rating arancione). Poiché ho dovuto fare un po’ di fretta per pubblicare il capitolo, non ho avuto modo di rileggerlo e correggerlo come si deve, perciò farò le dovute correzioni in questi giorni. Comunque…la detective Adrian è un mio OC che ho completamente inventato.

   
 
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