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Autore: Legeia    22/10/2020    0 recensioni
In un Presente alternativo, vari conflitti portano alla disgregazione delle nazioni in problemi interni ed esterni. In una si queste, un gruppo di persone di presenta come Agevolatori o Risolutori per le persone o enti su vari ambiti. Tuttavia cè qualcosa di più profondo e intricato che muove i personaggi principali sia tra loro che per i Continenti e le decisioni e scelte sono fondamentali per la questione cardine. Il futuro. P.S. storia scritta anni fa, mai ritoccata e modificata, così come era scritta.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 14 Chapter 14


Ricordo che è una storia scritta di seguito, anni fa, senza rileggere ma postata perchè mi hanno detto che valeva. Ma non è riletta o modificata o simili.

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"prima, dobbiamo andare da una parte..."

"Dove..." spazientita.

"Parlarne qui non ha senso, devo mostrarti una cosa e là saremo più comodi" prendendo dei libri dalla libreria di fronte e qualcosa dalla scrivania.

"ossia?" parecchio irritata

"..." fissandola per un momento "non quello che credi. Non ho ancora fatto fare delle modifiche più... moderne a questo ufficio! Anche perchè ormai passo più tempo lì che altrove, o in questo posto negli ultimi tempi. Quindi ho bisogno della Sala delle Analisi  e Pianificazione. Non puoi immaginare le cose che ho fatto mettere lì.."

"Ma stai a dire che hai una stanza dove pianifichi e analizzi?... lasciamelo dire! Non me lo aspettavo..."

"Non mi sfottere, un ufficio è un ufficio. Mica posso portare tutti i membri del consiglio qua dentro. Fanno già casino abbastanza in generale, non qui. Grazie"

"Quindi sarà una stanza della guerra con computer e roba simile?" sfottendolo.

"Ma va, pensavi fosse la sala controllo per il lancio della Nasa?... io non ci capisco niente di tecnologia, faccio fare agli altri. Magari potessi essere un genio che crea roba da se che  rimangono nella storia!... "facendola sorridere "Ma posso vantare qualcosa di simile, con i sacchi di grana..." facendole l'occhiolino sfiorandosi le dita ad indicare i soldi "... aspetta però che non trovo la scheda..."

"Mi devo preoccupare per caso? Questo ufficio maestoso, tutto in perfetto ordine e non trovi una scheda?"

"La scheda di accesso! Per entare! NOn siamo tutti perfetti, permettimi di dimenticare dove metto le cose, dovendo correre sempre... ah! Eccola.  Perchè l'avevo messa qui? Boh, il punto è... "chiudendo il cassetto e avvicinandosi a lei "che qualcosa in testa mi dice di chiederti delle cose..."

"Mh... almeno non sono pareri di trucco e moda, sono negata...." atteggiandosi a spavalda che prende in giro.

"Simpatica... ma potrei anche dirteli i miei segreti. So che alludi a quello! Ma prima..." alzando il dito indice della sinistra per poi premere un pulsando nascosto in un pannello di legno inciso, che rientrò "...  cè qualcosa che voglio tu sappia!"

Lia restò a fissare una parte del pavimento che scorreva sotto la libreria, rivelando delle scale. Si trovava nello spazio tra la libreria, la finestra e l'angolo più vicino della scrivania, e lo aveva visto camminarci sopra, senza notare niente. Si vedeva prima, questo panello o quel che era, se si osservava per curiosità?

"Tu non puoi immaginare i passaggi segreti, le stanze chiuse senza finestre o sbocchi, i mini corridoi che danno verso le altre stanze sparsi per il maniero. Credimi, sono ovunque e senza che te ne accorga, tanto che l'hotel di H. Holmes in confronto è una casa di bambole.  Molti cèrano, altri li ho fatti fare io, neanche i Capitani e tenenti della cerchia del consiglio dello Chateau ne sanno niente. Diciamo che, a parte i miei tre amici e mio fratello, solo io qui attualmente ne conosco ogni ubicazione e modo per attivarli o entrarvi."

"Fammi indovinare, è il modo che usi per tenerti, e mantenere, le tue amanti all'oscuro degli uomini? Magari mentre strepitano che vogliono un paio d'ore libere per... ricrearsi, mentre tu hai l'harem qui sotto?"

"Se fossi stata un altro me la sarei presa, ma sei tu e... levati quel sorrisetto dalla faccia. Non faccio queste cose e io... non ho bisogno..." con un sorrisetto malizioso "ma te lo spiegherò, andiamo per ora. Devi vedere... " iniziando a scendere. Lia guardò prima lui mentre scendeva, poi la stanza intorno a se, chiedendosi se la parte scorrevole si sarebbe richiusa.
Eppure, nessuna paura. Così affrontò le scale. Da quello che sembrava un luogo in penombra, si attivarono in qualche modo delle lampade a luce fredda da farle chiudere gli occhi un attimo per ambientarsi, e scoprì che non erano in un ambiente nuovo, ma in una sorta di corridoio stretto che prendeva varie vie. Quelli che sembravano oggetti erano invece dei pannelli di legno o ferro scorrevoli.

"Te l'ho detto che è un ambiente antico. Questo... quelli che vedi sono gli antichi metodi per spiare e controllare la gente nelle stanze.  Ci sono dipinti o decorazioni con degli spiragli ove guardare. Si spengono qui le luci, si fanno scorrere silenziosamente questi pannelli e vedi e senti cosa accade dall'altra parte. IN alcuni ci sono solo dei tubi per sentire solo la voce, come per i fari nei primi del  secolo scorso sai. Tubi che attraversano le stanze collegate ad aperture mascherate nelle stanze che finiscono in questi corridoi, con una sort adi piccolo cornetto dove appoggiare l'orecchio. "

"E' per questo che non lo sanno gli altri? Hai paura che ti controllino?"

"Ni... tranne chi decido io, nel corpo principale, questo, ci vivo solo io e i capitani nelle ale. Ho un appartamento enorme diviso per vani come Maria Antonietta, infondo siamo in Francia e questo edificio è stato modificato nei secoli, ma tutti gli altri vivono nelle nuove ale. Solo i capitani vivono nelle due braccia dell'edificio originale, ma nei piani più bassi. Io e chi decido io, nelle stanze in alto e solo io attualmente conosco questi passaggi. E si, molti conducono anche in molte camere tra i vari piani, ma non li uso quasi mai. Sai, è difficile trovare qualcuno di cui ti fidi tanto da rivelare certe cose..."

"E lo stai dicendo  a me..." rispose di colpo lei, scostandosi da una feritoria dove si notava una stanza pregna di tessuti color porpora e divani imbottiti. Almeno era quello che aveva intravisto per un attimo.

"Non hai forse detto che te ne stai andando? Dovrai sigillarlo nella tua mente, portandotelo dietro fino alla tomba perchè due persone possono mantenere un segreto per sempre, solo se uno di loro è morto. E tu, è quello... che vuoi, no?" sorridendo beffardo.

"e tutte le azioni più sinistre che hai fatto? Mi stai dicendo che me le racconti e ti liberi solo perchè io li conserverò nella morte?"

"Oh, che parole poetiche. Ni..." ridacchiando

Milan proseguì per vari corridoi, sempre seguito da lei, finchè non usarono altre scale varie volte. Era chiaro che stavano attraversando i vari piani, nascosti da quelle pareti segrete.

"Milan, dove siamo diretti?"

"Al Core dello Chateau. Là dove nessun altro se non mio fratello ed io entriamo, tranne rari casi. Solo in un ambiente ho portato Jd, ma avevo bisogno che tenesse una cosa. Ma adesso vedrai..."
Scale su scale, sembravano interminabili, tanto che lei iniziò a sentire le gambe stanche e si preoccupò che l'effetto del medicinale fosse finito. E Milan continuava a parlare, parlare.Sembrava ad un certo punto che lei si sentiva il fiatone, che Milan si fosse fermato e non vi erano altre scale. 
L'ambiente che trovarono alla fine dell'ultima scala era nettamente più moderno. Telecamere e porte a pressione azionate da codici, con pavimenti di metallo e muri bianchissimi. Milan digitò, si fece scansionare le retine e oltrepassò con lei tre porte simili, ma con metodi di apertura differenti, dagli occhi, alle impronte delle dita a quelle delle orecchie. E ogni volta che lui si voltava, la trovava con le sopracciglia aggrottate a fissare ogni cosa con la testa reclinata di lato, a volte con l'orecchio parallelo alla spalla.

"Vadiamo, da cosa possiamo cominciare il tour..:"

"Perchè dobbiamo fare..:"

"Sh! perchè voglio io... vieni, ti mostro la Sala della Tela"

"Tela..."

Dopo l'ultima porta si erano trovati in una sorta di spazio circolare enorme, suddiviso da porte,  con un pilastro così grosso da far paura, circondato da piante decorative, così come gli angoli rientrati tra quelle che sembrano porte per qualcosa. Tutto era bianco lucente, quasi innaturale contro il colore delle porte in ferro massiccio e i pavimenti caldi di qualche marmo scuro ma non nero.Quell'ambiente circolare era così enorme, che se non vi fossero state le zone di luce direttamente a muro sul tetto come in penombra, senza apliche o vere e proprie lampade esterne, non avrebbe visto la fine.

"Ma quanto è grande?"

"Quanto tutto lo Chateu, nuovo e vecchio insieme. Se ricordo bene dovrebbero essere 29 acri e più, adesso però non ricordo se compreso i boschetti... mi hai fatto venire il dubbio adesso, non ricordo se sono anche nostri! Controllerò, comunque qua sotto si estende anche sotto i giardini... Ah e per la cronaca, non ho preso l'ascensore che non hai visto, ma siamo parecchio,  parecchio in pronfondità che non riuscirai mai a capire quanti metri sottoterra siamo da quelle scale. Ma diciamo che, anche senza i rinforzi di questo posto, mai, nenahce per un terremoto, lo Chateau crollerà qui."

"Aspetta, tutte quelle scale..."

"Non te nei sei accorta perchè parlavamo, ma siamo così in basso che lo Chateau a confronto, se visto da qui ha le dimensioni di un campo da calcio. E lui ne supera... accidenti, non ricordo se otto o dodici in dimensioni totali. Si vede che non prendo le carte da un pò... comunque..:"

"Non ci credo. E' come se fossimo in una miniera? Ma quelle scale..."

"Secondo te perchè ho parlato tanto? Quando la mente è occupata tempo e spazio cambiano, vero? Che scendere e basta... però come ho detto siamo davvero tanto in profondità. Se avessimo preso l'ascensore avremmo fatto molto prima, ma no nsarebbe stata la stessa cosa. Io stesso uso le scale per un motivo. Mi permettono di pensare nel frattempo... puoi ancora non crederci, ma siamo tantissimo sottoterra. E ora, andiamo alla Sala della tela."

Si appropinquò verso una porta in fondo all'ambiente e la azionò, entrando. Lia scoprì che era un immenso atelier. Decine e decine di abiti protetti da cellophane, divisi in appendiabiti a barra come si vede nei cinema con le rotelle. Una barra a ruote  con decine di abiti affiancata ad un'altra, disposti uno a fianco all'altro, quasi a riempire quella stanza gigantesca e altri alle pareti su quei nastri trasportatori tondi da lavanderia che si innalzano verso l'alto. Sembrava di essere in qualche set cinematografico o  magazzino di mostre su abiti.

"la Sala della Tela. Non chiedermi il nome, mi è venuto così per renderlo figo" prendendosi una strana occhiata da lei "qui teniamo  abiti di varie epoche e stili, ovviamente con le stoffe migliori. Sono di qualità superiore degli stessi atealier, sia storici che moderni. Questi abiti costano quanto il debito pubblico di una nazione, e non tutti. Solo una parte..."

"ma perchè..."

"Perchè amo gli abiti e indossarli. Te l'ho detto. Da piccolo ero povero, mettevo addirittura gli abiti di mio fratello quando non potevamo prendere di nuovi, sopratutto quelli della domenica per la messa. O per le feste dove dovevi essere vestito meglio.  Ho un debole per abiti fatti su misura, anche per quel motivo, e delle stoffe migliori. E amo lo stile settecento o ottocento. Come vedi da cosa indosso, prendo spunto da quegli stili e li ritengo davvero grandiosi per un uomo. Anche ora grandi industriali, presidenti, pezzi grossi si vestono con giacca, cravata... NOn saprei dire... mi sento a mio agio quando li indosso!" guardando le fila di abiti intorno.

"Ma tutti questi abiti sono tuoi?"

"Ah ah ah, no. Ci sono miei, ma anche di Dorde e  da donna. Abbiamo avuto bisogno di qualcuno che ci accompagnasse e facesse bella figura, così prendiamo uno di questi abiti col patto di ridarcelo non rovinato, subito dopo. Anche perchè, molti sono di stilisti famosi e di stoffe che costano un rene, in base al metraggio utilizzato. Ma non solo, abbiamo organizzato per certi soggetti danarosi e potenti anche feste in maschera e di compleanno particolari. E ci vogliono gli abiti adatti, sopratutto se sei l'Ospite, l'organizzatore.  Ci sono stili medievali, rinascimentali..."

"Vuoi dire che qui hai una collezione di abiti storici?"

"Di ispirazione storica, si. E non a caso sono amante ed esperto di scherma moderna e medievale, o storica, come vuoi metterla. Molti uomini qui allo Chateau conoscono queste antiche arti di combattimento, ma non solo, e le utilizzo per spettacoli in queste feste. Non puoi lontanamente capire quanto piaccia alla gente qualcosa del genere. Evadere dalla quotidinità moderna per ore di immersione in feste di stampo antico. Anche i cibi sono di rievocazione storica, così la musica... Ma gli abiti, quelli sono importanti. Ci sono stati anche premi per gli ospiti con abiti migliori. Certo, mi è costato un pò organizzarle. Ma tra la musica, gli spettacoli di danza, combattimento e tornei, le cibarie e altre minori, non sai quanto invece ho ricavato. Perchè mascherato da prezzo di partecipazione ho messo su un gruzzolo niente male, alla fine."

"Aspetta, se hai speso un tot per organizzare tutto..."

"Camerieri, cuochi, guerrieri, ballerini, altre figure di servizio sono tutti miei. Quindi darò loro un extra ma ben diverso dal pagare totalmente tutta una serie di figure esterne.  Le cibarie, molte già pronte,  me le procuro a poco da persone che conosco che mi fanno un buon prezzo, sopratutto che compro all'ingrosso. Sempre però di qualità, ma comprando grandi quantità mi costano meno. Poi i miei cuochi preparano il resto.  A volte le feste avvengono qui allo Chateau o in un'altra dimora, ma dipende, appunto, dalle persone. POche conscono e vengono qui. il punto è che come in passato anche adesso, l'abito fa il monaco. Come si dice nella tua lingua. Se qualcuno vedesse un uomo trasandato, automaticamente lo etichetterebbe come povero, magari malvivente e simili. Ma uno come me, osservato adesso, sarei magari considerato qualche manager o pezzo grosso. Senza sapere nulla di me. E di chi si fiderebbero tra i due? Quindi ecco... "Abbaracciando con le mani aperte verso gli abiti la stanza "... perchè ho questo tesori. per me sono tesori, molti creati proprio da modelli originali e illustrazioni di epoche passate, maggiorando con le stoffe il valore. Quelli in vendita o in affitto da sartorie storiche valgono un quarto o un terzo di questi.  Magari cè qualcosa per te che..:"

"NO! Non credo... io e gli abiti femminili non andiamo d'accordo,  semplicemente perchè addosso a me non rendono. Mi sono bastati gli abiti che mi obbligavano ad indossare, che sul mio fisico o in generale su di me,  non andavano.  Li lascio volerntieri a donne in tutti i sensi..:"

"...! Come vuoi. Allora ti porto in un altro settore. La Sala dell'Arte"

Uscirono da quella ed entrarono in un'altra opposta, completamente piena in ogni angolo di dipinti, statue, anche trittici di legno o intere pareti sradicate e posizionate lì dentro. L'unica differenza con l'altra era che ogni tipologia era divisa in stanze con pareti trasparenti.

"Come per l'altra, anche qui cè un ambiente controllato e adatto. Per i dipinti un controllo mirato di temperatura e umidità, diverso dalle altre categorie dell'arte. Qui ho tutta una selezione di creazioni artistiche di vario tipo, dal più antico al moderno. Ci sono anche dipinti e opere che ho recuperato dal bottino nazista da..:"

"nazista?"

"oh, si. Forse lo sai, ma le opere venivano portate in treni specifici dritti in germania. COn la caduta, molti gerarchi scapparono o vennero aiutati a cambiar vita, tenendo per sè però certi segreti. Come stazioni sotterranee abbandonate segrete e bunker mai svelati.  Molti hanno vissuto fino alla morte in pace in paesi caldi con altre identità, portando la gente di quei luoghi a non immaginare quali demoni avessero vicino. Altri sono stati scovati, anche da persone che conosco e sono riuscito a farmi dire alcuni segretucci che neanche il governo attuale tedesco ne è conoscenza... così ho trovato una stazione segreta in germania con ancora vagoni e treni interi,  lasciati come erano anni prima, ricchi di cose! Ed eccoli, conservati qui. Tesori rubati tornati alla luce e protetti..:"

"Quindi stai dicendo che tieni qui sotto opere considerate perdute e che nessuno sa esistano ancora?"

"Esatto, esatto. Perfino il governo russo continua la ricerca della leggendaria e preziosissima camera d'ambra del palazzo della grande Caterina di Russia. Ma anche ori e pezzi del valore incalcolabile presi e mai ritrovati. Quelli, nonostante abbia tentato come un disperato perchè amo l'arte come mio fratello... bhe, ho fallito. Ma questo non ha interrotto l'amicizia, l'appannaggio e legame con quel paese. Sanno bene che se avrò notizie, loro li riavranno. Ma questi non posso certo ridarli ai proprietari, chiunque ora siano. Significherebbe dar conto a tutte le autorità possibili di chi erano le fonti, cosa ho trovato in quel luogo e perchè non ne ho dato notizia. Ah,  se lo avessi visto. Una stazione splendida, nascosta da un muro, dopo aver sradicato traverse e binari.  Finora solo io e altre persone conosciamo quel posto, che cela quello splendore di ingegneria dei primi del novecento e treni immacolati e straordinari, non toccati dal tempo. Hanno un certo valore ma sai, li sto conservando..."

"per rivenderli ad appassionati del genere al doppio..."

"No... fin da piccolo ho sempre sognato un treno e un binario mio. Come nei libri di Agatha Christie o gli Zar o altri regnanti, con il loro treno e vagoni personali per viaggiare veloci, indisturbati e comodi. Bene, voglio istituire una linea personale per me o altri che decido, vogliono fare un viaggio in treno in stile... originale. Ecco perchè li conservo..."

"Oh... ora capisco. Interessante... ma per te sarà facile, sei un pezzo grosso, no?"

"Esatto, esatto... diciamo che dopo aver faticato tanto, voglio un pò di frutti. Ma non quelli di ogni riccone del mondo. Si può dire che io desideri piccole cose che un tempo erano possibili solo a ricchi, adesso fanno ridere. Ma per me sono il sogno di un bambino povero  che le desiderava e ora le rende reali. Ecco perchè in un certo senso capisco cosa desideravi e hai perso... "

"..."

"Ti mostrerei le opere una ad una ma staremmo ore, cè moltissimo da dire su ognuna, meriterebbero davvero giorni. ma tu hai un... appuntamento. No?. Vieni proseguiamo per un'altra sezione. La chiamo Sala della Luce"

Varcarono la porta di un'altra mostruosa stanza che pareva interminabile, piena però di teche di vetro di vario tipo di gioielli e tesori,  di materiali preziosi.
Milan passò lentamente davanti a tutte le teche, mentre Lia in silenzio vedeva monili di ogni tipo, foggia, stile, età. E quella enorme stanza ne era satura, riempiendo ogni teca che si elevava ad altezza uomo sia se quadrata che rettagolare.

"Qui conservo ogni... diciamo pagamento che mi è stato fatto. Ci sono persone che non conservano nei caveau denaro, ma beni materiali di questo tipo e li usano per pagare. Ho anche venti piani di lingotti d'oro, piani nel senso dell'altezza dei lingotti, ma come questi gioielli, avendo per altri lavori risorse liquide e veloci, li porto qui.  Nessuno conosce questo luogo, sa come entrarvi, ha i più moderni e pericolosi metodi di protezione, quindi posso tenerli così, senza caveau. Non sono meravigliosi? Ho pezzi romani, vichinghi, egiziani ma non solo, per passare a ogni epoca passata. Molti pezzi mi sono stati dati proprio per il loro valore sia storico che dei materiali. Ho anche i pendenti della memoria, quelli in argento che all'epoca valeva, con ciocche di capelli e foto di chi si voleva ricordare. Anelli maschili e femminili con zone cave segrete, un anello romano in oro che è il mio preferito e vorrei farne fare una copia. Ci sono pezzi come questo che da quando li ho visti ho deciso che mai li venderò. Qualcosa mi attrae e lega a loro,  ma per evitare che mi venga voglia di indossarli, sia mai che si rovinino dopo secoli senza danni, li tengo ben custoditi qui. Ma una copia la voglio. Pensi che stia esagerando?"

"No. Anche io volevo degli oggetti, in argento visto che indosso solo questo materiale, a cui tengo. Come un ciondolo antico, composto al centro da una labradorite fire blu, con una ghiera sottile a torchon, formano come quattro lati quattro onde,  una specie di foglia o qualcosa di simile a forma di S si collega all'altra formando da una parte una sorta di semicerchio apppuntom  e dall'altra a formare una punta. Quattro volte onda e quattro una punta. Il tutto circondato da decori in stile filigrana che terminano con archi e punta. ma dovresti vederlo per capire. Ma ci sono affezionata e avrei voluto indossarlo. E poi orecchini a forma di ricciolo, braccialetti a cerchi concatenati e l'anello dal quale non mi separerei mai...."

"Un regalo importante?"

"No, non è antico, solo quel ciondolo lo è,  ma dal momento in cui l'ho visto ho avuto il bisogno di averlo. Mi piacciono molto i giochielli chiamati Scripta, gioielli di varie tipologie e fogge con delle parole incise a mano sopra. Quello che amo dei gioielli, quelli fatti davvero bene, sono da orafi che creano un solo gioiello con le loro abilità e le capacità di incidere, con strumenti a mano, senza quelli meccanici, parole e incisioni vari. Trovi un bravo orafo se è capace di usare i bulini. Se sa incidere e creare lettere e disegni con quegli strumenti a mano, hai un ottimo orafo... ama anche le filigrane antiche... "

"buono a sapersi. Quindi hai fatto fare l'anello?"

"No, ammetto che facendolo fare da me era impossibile. Non ci sono più orafi che fanno cose come un singolo anello con una scritta sulla fascia, peggio se bombata. usalno solo le macchine e per la bombatura non riuscivano. Così hanno detto. Facevo una ricerca e ho trovato per caso l'anello della St. Justin in argento, chiamato Welsh love ring. Ne ho uno che lo ricorda che portai anche in Irlanda con quella persona, e tra l'altro ancora non ho capito come fosse sparito mescolato fra la roba che avevo in quel cassetto e poi magicamente ricomparso. E lei che diceva che potevo essere io ad aver incasinato le cose, quando lo mettevo sempre in un a ngolo a sinistra,  proprio per prenderlo facilmente. Comunque sul'originale...Ricordo che l'ho guardato e ho detto, è mio. Poi ho letto la descrizione e il significato delle parole e l'ho desiderato ancora di più. Senza motivo, ma qualcosa mi diceva che era mio..."

"Cosa diceva quella scritta?"

"Un fodrwy i ddangos ein cariad; Un fodrwy i’n clymu. Un anello per mostrare il nostro amore; Un anello per legarci. A quanto pare è ispirato al vero anello di Llywelyn che discendeva da Lady Godiva, che si innamorò di Joan,  figlia del re Giovanni d'Inghilterra, nel 1206. Uno dei più famosi e amati Signori del Galles e l'anello d'amore gallese,  incarna l'amore tra queste due persone nella loro lotta per scongiurare le invasioni dall'Inghilterra. Inoltre da cosa ho letto sembra che fosse da questo che un certo scrittore prese e modifico, e allungò,  una famosa frase per descrivere una storia famosissima del fantasy legata a degli anelli. Eppure senza leggere quel testo, vedendo solo le foto,  sai sul motore di ricerca nella sezione immagini, l'avevo considerato per me. Mio. Fu così che tentai di averlo ma era di un brand gallese. Comunque un giorno volevo averlo, ma penso che non accadrà mai. Comprarlo da là costava davvero tanto, arrivava al prezzo di una fascia in oro, pensa. E non avendo soldi ho solo desiderato averlo,  come quel ciondolo e basta. QUindi quel che dici non è assurdo. Non sono poi persona che giudica su queste cose, sono ben altre le questioni su cui gettare un pensiero"

"Mi spiace che tu non abbia potuto avere cosa desideravi, ammetto che io ho qui tutto questo, eppure non mi interessano affatto tranne quell'anello, eccolo." mostrandole un antico anello romano,  ma prima che potesse vederlo, lui si ricordò di una cosa e la chiamò in un'altra vetrina.

"Il pezzo di maggior pregio di questo posto, che da solo vale miliardi attuali, è questo.  L'intagliatore ha a quanto pare a comprato grezza questa gemma dandole il nome Heelal, universo, per le inclusioni. Era appassionato di stelle e universo, quindi eccolo... Più che pagamento è stata una donazione di una persona che da povero è divenuto abbastanza ricco da averlo. Parlo ovviamente del solo diamante..."

"Un diamante... blu? Come l'Hope?"

"oh, lo conosci! E' raro che,  parlando con qualcuno, questi capisca tutto ciò che dico..."

"Credimi, siamo in due. Una volta sono stata pure trattata malissimo al liceo per una cosa che riguardava una stampante... ignoranti!"

"Stampante?"

"Si...  eravamo in una classe con un pc e al solito quelle che se la tiravano e prendevano smepre più di tutti,  facevano le professorine , quando non se sapevano invero nulla. Accadde così... Una, Maria, faceva la scema al solito dicendo che quando arrivava a casa sua il tecnico per controllarle il pc,  gli avrebbe fatto tante di quelle domande che, parole sue, sarebbe stata tecnico anche lei. Ebbene, io dagli undici anni avevo a che fare con i pc dal famoso pentium e pentium due, che da noi arrivavano sempre più tardi. Fatto sta che da sola, essendo sempre sola, imparai  e lessi così tanto da aprirli e ripararli da sola. Dopo un pò comprai io stessa i pezzi dope aver studiato le caratteristiche e assemblarli. Mai capitò una volta che un mio pc avesse problemi, tranne di vecchiaia,  diciamo. Studiai anche il funzionamento dei modem, e altre cose comprese le stampanti. Al tempo ai miei il pc serviva per lavoro, era obbligatorio, quindi accettavano di pagare. Non compravo roba costosa ma la fascia era buona e non scarsa e non avevano mai problemi. Tranne appunto se usati troppi anni. Quel giorno l'altra, la famosa Elisabetta del cento su cento, disse che doveva provare la stampante nuova che suo padre aveva comprato,  ma era così straordinaria da far foto  meglio di quelle del fotografo. Al che io,  sapendo le differenze tra bubblejet, piezoelettrica e laser, oltre a quella ad aghi, le chiesi quale versione fosse e quanti ugelli avesse, così dal numero potevo calcolare le prestazioni... ebbene,  mi guardarono tutti con schifo, risero di me e mi trattarono negativamnete. NOn sapevano neanche di che parlassi, quelle che prendevano più di tutti e si vantavano di sapere sempre tutto e io, stando sempre sola, non avevo compreso che per loro ugello significasse altro. Ma per loro la figura vergognosa l'ho fatta IO! Come quella volta che quella Maria non sapeva far funzionare l'audio del pc con le casse e , tornata a posto, disse che non cèra niente da fare ed era rotto. io allora mi alzai, andai nella vaschetta di windows in basso, aprì la scheda delle impostazioni e controllai i driver, aggiornandoli nel caso. Ebbene, dopo aver chiuso e averli sentiti che mi prendevano in giro perchè tu>... ebbene, riaprì il brano che aveva spostato in documenti ed ecco che funzionava senza problemi. Ricordo ancora il silenzio di tomba perchè avevano fatto una figura tutti di cacca che volevo ridere... quante cose ci sono così, eppure alla fine sono stata sempre io quella strana e sbagliata. E  sapevo sempre di cosa altri parlavano, come il fatto dei biscotti. Il marito di un'insegnante chiese a tutti se sapevamo perchè si chiamassero così,  e io alzai la mano e dissi che era così per la doppia cottura. Ebbene tempo dopo si parlò del fatto che io sapessi cosa significasse latente, mentre loro no, e ripeto primi anni delle superiori, e mi dissero che dovevo aver barato. Come per la questione dei biscotti,  la famosa Elisabetta disse che lei aveva risposto prima di me e io avevo copiato la sua risposta, vantandomi. Non hai idea la voglia di morderla al collo che avevo..." mostrando uno sguardo irato e omicida

"Capisco... e comprendo anche il perchè di tanta tua rabbia! però posso constatare che realmente sai sempre di cosa parlo e a cosa mi riferisco,  mentre loro... potrebbero dire lo stesso?"

"Non credo, il problema è che questi nella società hanno famiglia e carriere e sono visti meglio di me. Non per niente da piccola mi rivedevo in Leopardi e e il suo passero. Quanto lo consideravo e al tempo stesso odiavo Leopardi per le sue poesie. Sai, cè stata anche una cosa con una sua poesia tra l'altro..."

"Ossia?"

"La poesia A Silvia... alle medie. Le prof mi odiavano a morte perchè non ero come le altre e ricordo bene che quella ci disse di aprire la pagine dove vi era la poesia e leggerla noi, a mente, per vedere cosa ne pensavamo. Ricordo che iniziai a leggerla e vidi che vi erano tante domande a questa persona,  ma sembrava come se non vi fossero risposte, anzi, come un qualcosa di chiesto ma non detto, solo pensato. E poi la continuai.  QUando la prof ci chiese cosa ne pensavamo iniziò a parlare una stronza che si chiamava proprio Silvia che era uno schifo di persona disse solo, e non posso dimenticarlo . Io rimasi un pò così, perchè invece di pensare come me che cèrano tante domande verso una persona,  ma non sembrava esserci mai una risposta, lei aveva solo puntualizzato che cèrano... punti interrogativi! E sai cosa disse la prof? Le fece i complimenti per l'acutezza di mente e che lei era così sensibile da aver capito la poesia, mentre puntandomi con gli occhi come un seguio su un fagiano, disse come proprio a me ma doveva essere a tutti, che non tutti purtroppo avevano un animo e una sensibilità del genere. Quanto mi venne da piangere,  ma mi trattenni. Ma d'altronde, è la stessa prof che  mi mise col banco a solo perchè secondo lei ero una distrazione per gli altri, e un giorno chiesi di andare in bagno e al solito modo sgarbato me lo concesse. Al mio ritorno,  che avevo dovuto aspettare una ragazza, mi sbraitò con occhi furenti chiedendomi dove fossi stata. Non credo di essere stata fuori che cinque minuti o un pò di più, ma nenahce dieci. Eppure davanti a tutta la classe mi inseguì quasi urlando come una pazza dicendo che mi ero permessa di andare al piano superiore, per noi off limits, ed ero una poco di buono. Che approfittavo della sua gentilezza per fare cose proibite. Io, che rispetto davvero a certe puttane merdose dentro, non facevo niente di male ne mi azzardavo, se non dopo aver chiesto. Se alle elementari avevo compagni stronzi che riuscivano a circuire le maestre, alle medie erano le isnegnanti vergognose e le stronze e stronzi le seguivano. Prendevano esempio. Sempre, anche se io non cètrano niente, finivo per essere incolpata di tutto e isolata. Magari io alla fine stufa rispondevo e affrontavo le compagne o i compagni più stronzi, ma ecco che le deficienti di insegnanti comparivano magicamente in quel momento, non quando mi facevano o dicevano le cose, no... e i miei incazzati perchè dovevo comportarmi a modo!  per questo mi dispiacevo per Leopardi, perchè un pò ci rivedevo me e odiavo la cosa. Per questo ho amato e odiato di Luigi Pirandello. Ridordo la prima volta che l'ho letta in classe, e a quanto desiderai davvero e anzi, giurai a me stessa che mai mi sarebbe accaduto ciò che era per il protagonista  e Leopardi, essendo già simile a loro. Ma così non fu. E finì davvero con la visualizzazione, per fare come Belluca, scappando in un mondo da me creato, vero quanto il dolore, per non soffrire la realtà. E sentirmi come Leopardi. Quanto ho lottato e quanto invece sono finita come loro..:"

"Mi spiace, la vità è amara e ingiusta con chi invece merita. Però sei qui..:"

"Io sono qui perchè hai voluto a tutti i costi parlarmi di qualcosa,  e invece di lasciarmi andare, mi fai vedere il tesoro che custodisci nell'intestino di questo posto"

"Tu credi al destino?"

"Intendi agli accadimenti che avvengono, nefasti, dopo che la gente ha gufato contro di te? Non lo so, un tempo conoscendo una certa persona, avrei anche detto forse. Magari certe cose alla fine accadono perchè speri e ci credi... Ma ora non più. non credo in divinità che tessono la tua vita e la decidono e non voglio che ne esista anche solo una,  che lo faccia. Non credo che esista il Karma e  simili. Da sempre ho voluto crearmi io tutto, raggiungere le cose non importa con quanta fatica e quante avversità... tempi ormai remoti!"

"Bè, avresti mai immaginato però di visitare le viscere di un antico castello come questo?"

"Effetivamente no. Quella persona amava dire che viveva in un castello e avrebbe voluto viverci davvero, ma solo suo. Io nella realtà non ho niente. Solo in quel mondo avevo qualcosa..."

"Beh, io posso dirlo. E che castello... sai, era di Jeanne d'Arc per passare poi in mano a successori o nuovi proprietari,  che lo modificavano ogni volta..."

"Aspetta! Giovanna d'Arco? Quella?"

"Si, pochi lo sanno ma non è mai morta..:"

"Si, so che scovarono diversi documenti dove figura la sua firma e molti ritratti ed effigi,  con le informazioni che furono eliminate durante la prima guerra mondiale..:"

"...per cancellare il fatto che invece non perì mai quel giorno, ma fu scambiata e salvata. Vedi la diversità di firme nei documenti del processo e quelli datati dopo. Si sposò con un guerriero fedele a coloro che l'avevano spalleggiata in guerra e comprò e vendette addirittura alcuni possedimenti. Ci sono documenti antichi che recano la sua firma, così come altri che parlano dei fratelli che chiedevano permessi, soldi e pedaggi per raggiungerla. Altri affermano che loro la riconobbero come la vera Jeanne d'Arc. nel periodo della prima guerra mondiale, per cercare stimoli per i francesi, si scelse di riesumare la figura di quella donna come pungolo e così avviarono una sorta di pulitura dellle tracce che la raffiguravano o ne parlavano. O la chiesa non avrebbe mai acconsentito se scoprivano che i loro predecessori si erano lasciati fregare. Bruciarono un'altra e lei visse nobile. E la fecero santa proprio per tutto ciò che cancellarono. le carte che ho visto e letto io,  che conosco, sono uscite fuori per caso o da archivi vari. Altri sono scomparsi, sia una tavola raffigurante lei e il marito, sia dipinti e incisioni che ne riportavano il nome. E in Francia dopo quanto sappiamo, era impossibile, impensabile che una donna anche di un certo ceto come era divenuta per matrimonio, potesse e le fosse concesso l'uso di quel nome. Se non fosse lei, se non fosse riconosciuta. La pucelle, come era riconosciuta lei e solo lei, poteva firmare in quel modo solo se fosse la vera. E il marito chi era? Lo aveva conosciuto proprio tra generali e fedeli del principe che concessero titolo e matrimonio a loro due. Coincidenze? Non credo, eppure ho atti antichi che dimostrano come fosse suo... e ripeto. Avresti mai pensato di camminare tra mura antiche, perchè quelle ci sono ancora immutate, di un luogo che lei..."

"Ma non siamo in Borgogna?"

"Si... e sai qualè la cosa bella? Prima apparteneva proprio a uno degli uomini che volevano ucciderla. Col marito comprò il possedimento e lo fece suo in questa regione, di fatto facendosi beffa di lui e quelli con lui. NOn sai quante cose riuscì ad acquistare e far suo,  che appartenevano a coloro che la vedevano come contro natura e da eliminare. Buffa la vita, vero?"

"Quindi questo posto..."

"Quel che vedi è il risultato di secoli di proprietari e stili cambiati,  e aggiunti. Ma hai visto come è adesso. Due ali intorno a un quadrilatero e successivamente fu installata una torre centrale. Stile , o megli odetto costruita con pietra calcarea locale in stile giacobino,  rivestita con bathstone. Copre un'ampia facciata simmetrica sporgente al centro e alle ali esterne. L'ingresso principale centrale è un grande portale ad arco in legno Tudor, con oculi congiunti, volute e capolini a spirale, che danno l'impressione di una grande e bella dimora di campagna. I bovindi emergono dalle ali anteriori, che poi si ripiegano dietro per creare una pianta generale a forma di U  con grandi cortili arieggiati. L'edificio nel suo complesso e originario, forma un quadrato completo che racchiude un  giardino ed è circondato da terreni ventilati da una parte, un boschetto da un'altro, e alle spalle la montagna!... Sembro una guida turistica, vero? Ma dovendolo spiegare ad ogni ospite, ormai lo so a memoria. Ma il punto è che... non va bene. L'ho fatta riportare diciamo al suo splendore,  ma non basta. E jd mi ha detto delle cose, dopo che avete parlato e stavi per andartene..:"

"Ma che avete una connessione telefonica incorporata? Anche prima hai detto di aver parlato con lui e tuo fratello,  ma non mi è sembrato..:"

"Siamo abituati a comunicare velocemente e a parlare in maniera succinta ma completa. Forse detta così non suona bene. E quanto pensi di aver fatto, quanto tempo, dal momento in cui lo hai salutato fino a quanto non ti ho fatto chiamare?"

"Oh, stavo per divenire una porchetta arrosto, poco più a sinistra e finivo come San Sebastiano..."

"Donna di poca fede! Mi offendi! SOno uno dei migliori, sai? Con l'arco sono davvero bravo, non ho colpito neanche..:"

"Si anche lui... hai avuto fortuna che non abbia fatto movimenti inconsulti..."

"Eppure sei tornata, nonostante stai mostrando dall'inizio insicurezza sulla fiducia e il fatto della freccia..."

"COme dici tu, non è da tutti dire di esser stati in questo posto, aver parlato con il capo del casino che è successo in quella che si può chiamare la terza guerra mondiale lampo, riveduta e corretta e..."

"Mh.. sai che mi sfagiola questo modo di presentarla? Ma... non è e non è stata una guerra..."

"però sei riuscito non so come a far cadere tutti i governi esistenti per uno solo  nelle tue mani..."

"Vero, vero... ma non è così facile e da liquidare così in poche parole. Ancora è in corso, ancora ho tanto da fare. E ho bisogno di un tuo parere..."

"Perchè io... non hai generali o..."

"QUi io sono il generale, e si, ho parlato con tutti i miei..."

"E allora perchè io!"

"perchè è da quando ho parlato con te che voglio i tuoi pareri. NOn è come con gli altri, e voglio sincerarmi di alcune cose..."

"basta che ti sbrighi però, non voglio ritrovarmi con il buio..."

"Cè tempo, cè tempo... intanto, visto che ami le pietre e gemme blu, ti va di tenere il mano il diamante blu?"

"Ma sei serio? Un diamante che non varrà mai neanche tutti gli organi che avrei potuto vendere al mercato nero, tutti insieme varrebbero solo la polvere di quella gemma..."

"Lo so, tu sei la prima a vederla al di fuori di me, Dorde e... l'ex proprietario. Jd lo sa, a volte con lui parlo di molte cose ma tu, come dice, ne capisci di gemme e gli hai detto una cosa che mi interessa..." vedendola perplessa e preoccupata insieme.

"Accontentami..." sbloccando con una chiave e un codice la vetrina e dandogliela in mano "ha gli stessi carati della Hope attuale. Ne ha persi così tanti che pure i dietologi si sono commossi nel sapere quanto si è snellita da unproprietario all'altro. Ed  è un peccato, secondo me. Quando valore e quanta bellezza distrutta! Ma per ora voglio che la tenga in mano e mi segua...alla Sala pianificazioni..."

Lia osservò quella noce, era proprio grande come la noce più grossa che avesse visto in tutti i giorni di natale passati, potendole mangaire solo per quell'occasione. Blu con inclusioni che la facevano assomigliare all'universo tempestato di stelle. La luce mofidicava la tonalità di blu e non era molata e lucidata, ma  tagliata in un modo strano. Dalla forma sembrava sopra come le patatine pringles, quella forma a  paraboloide iperbolico arcuato con le estremità verso il basso. Mentre la parte di sotto era l'opposto. Si poteva definire come la parte superiore concava come le patatine,  mentre in mano la forma inferiore era convessa, annidandosi bene nel palmo della mano. E le facce erano una distesa di quadratini, non sapeva definirla meglio perchè non le piacevano i tagli delle pietre, li preferiva solo molati e lucidati, ma sembrava una patatina luccicosa blu con i tagli sulla parte superiore a scacchi, quadratini per tutta la superficie. E quei quadratini o faccette davano alla pietra, anche grazie alle inclusioni, un'aspetto particolare.

"Mi spieghi perchè  è stata lavorata così?"

"Chi me l'ha donata l'ha comprata così, che l'aveva comprata dall'intagliatore di cui ti ho parlato..."

"Che al mercato suo padre comprò..." ridacchiando" ma non so che forma sia..."

"per ora sentila nella mano e guardala... le belle cose questo meritano... e ora via, alla Sala..."

"E gli altri posti? NOn hai aperto le altre porte..:"

"Preferisco che si vada a vedere certe cose poi... Sei qui per quello... mi era sembrato che il giro turistico nelle viscere di casa mia dovesse essere veloce..."

Lia gli fece la linguetta di schierno e uscì,  mentre lui rideva e teneva la grossa porta aperta ma era pronto a bloccarla con il pannello.

"Tu scherzi, ma cè davvero poca gente che merita di vedere quanto ti ho mostrato... "

"Eppure sembra che tutti ti amino, hai gente che ti dona diamanti dal valore astronomico e preziosi, dici che ci sono donne..."

"Ma non è la stessa cosa,  di persone,  di fiducia e meritevoli... andiamo..."

La porta si chiuse dietro di loro e Milan si avviò verso la porta più centrale di tutte e di fronte da dove erano arrivati. Camminarono nell'enorme ambiente principale, passando per il pilastro gigantesco.

"Un giorno, voglio parlarti di questo pilastro..." guardandolo rallentando un pò "...ti interesserà.... come gli altri"

"intendi che verrai a parlarmi sulla tomba? Sei gentile, ma non credo che alla gente piaccia un libro intitolato , visto che affermi che certe cose vanno dette solo a pochi e a chi muore..."

"Sei impossibile... e mi spiace che certa gente non abbia visto te. E per te intendo te... andiamo. Cè della strada da fare, altrimenti potrei prendere la ferrovia.." pensando tra sè a voce alta guardansosi intorno " si, potremmo..."

"Aspetta... ferrovia?"

Lui rise, inserì un codice ed le fece cenno di proseguire mentre la porta si apriva.









   
 
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