«Perché non vuoi dare una possibilità a Potter?»
Il bisbiglio curioso si perde negli echi del battibecco che ha appena animato la Sala Comune, dissolvendosi in un clima che sa ancora di rifiuto e ilarità.
 
(«Esci con me, Evans»
«Ritenta, sarai più fortunato»)
 
Lily sorride quando le viene posta questa domanda. Sorride e poi scuote la testa, rassegnata alla comune interpretazione che viene data ai suoi gesti: ascoltano le parole, gli altri, ma non osservano – non capiscono niente.
Lily vorrebbe dare una possibilità a James, ma i suoi desideri sono costretti a scontrarsi con la realtà, con la scomoda consapevolezza di non poter farlo: la strada è bloccata, costellata da difetti che sono macigni troppo pesanti da spostare, ostacoli che a quindici anni paiono insormontabili.
E Lily non indossa le scarpe adatte: se percorresse adesso questo sentiero, finirebbe per scivolare e travolgere James con sé, in una precipitosa avanzata che li vedrebbe destinati a cadere in quell'abisso fatto di sentimenti effimeri e scelte sbagliate – e con loro si distruggerebbe ogni possibilità.
Sono legati da una stabile incompatibilità che le regala una sola certezza: non è tempo per loro.
 
«Lo odi così tanto?» il sussurro si fa più insistente.
Lily sposta le iridi smeraldine su James, seduto sul pavimento ed illuminato dal bagliore del camino, con gli occhi fissi sul tema di Erbologia ed il sorriso sghembo che cerca di dissimulare l’imbarazzo dovuto alle provocazioni dei suoi amici – è in momenti come questo, quando James si colora di genuina semplicità, che Lily sente il terreno franare sotto i suoi piedi.
C’è qualcosa che si agita nel suo corpo, un piacevole calore che si annida nel petto e si nasconde in una cavità tra cuore e polmoni – ha provato a scacciarlo da quel luogo troppo intimo ma non ci è riuscita, e adesso le è rimasta solo la paura: quando il calore s’infiamma, sente l’anima accendersi e teme di bruciarsi.
Una sensazione che le provoca una continua oscillazione tra emozioni che non riesce a definire, facendole stringere lo stomaco in una morsa fastidiosa ed invadendole gli arti con un tedioso formicolio – una perdita di controllo che non comprende, né vuole accettare.
Se sono questi i sintomi dell’odio, allora sì, lo odia – lo odia così tanto.
 
«Lo rifiuterai ancora?»
Forse, un giorno, arriverà il tempo in cui Lily comprenderà la natura di quei sintomi. Solo allora potrà diagnosticare la sua malattia e prescriversi una cura – semplice e genuina.
Un giorno, forse, troverà la forza di liberare la strada da quei macigni – si accorgerà che la metà erano suoi – e cambierà scarpe, intraprendendo il cammino che la porterà alla consapevolezza di essere destinata ad ardere accanto a James.
Forse il tempo ridurrà in cenere qualsiasi timore – niente potrà sopravvivere al fuoco dell’amore.
Forse arriverà un tempo, ma non è adesso, non è oggi.
 
«Proprio non lo sopporti?»
James la guarda e le rivolge un occhiolino fugace capace di farle spuntare un sorriso esasperato sul volto.
«Ma non lo vedi quanto è arrogante?»
 
 
 
 
 




 
 
Note dell’autrice
La storia partecipa all’iniziativa A scatola chiusa sul gruppo facebook Caffè e calderotti. La traccia, proposta da Rosmary, è: “Non è tempo per noi”, in questo caso da intendersi riferita alle dinamiche tra due o più personaggi legati da un rapporto forte, saldo, che ha la parvenza di essere irrinunciabile. Sono bene accetti tutti i legami: amici, nemici, innamorati, familiari. Ciò che conta è che il rapporto protagonista sia importante e che per qualche ragione “non sia il suo tempo”.
 
Il titolo è una citazione di Sirius Black tratta da Harry Potter e l’Ordine della Fenice.
 
Grazie per aver letto la storia.
Alla prossima!