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Autore: Maggiechan_75    23/10/2020    2 recensioni
Il faro è un immagine simbolo. Per molti è una guida, per altri simbolo di solitudine. A me questi aspetti hanno sempre fatto riflettere. Un giorno ho provato a mettere su carta alcune riflessioni legate ad esso.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccolo lì il faro che da sempre mi ha attirato. Nemmeno quelle onde impetuose alte quanto lui lo sembrano preoccupare. Si scagliano con una tale violenza che sembrano avercela proprio con lui.

E’ la salvezza per molte navi. Puntuale, ogni tramonto accende la luce e svolge diligentemente il suo lavoro per tutta la notte.

 

Mi sono spesso domandata perché, quando si pensa ad un faro lo si immagina sempre isolato sopra ad una scogliera, e perché quando si pensa ad una guida, la si paragoni sempre ad esso. Adoro quell’immagine, però guardandolo o immaginandolo provo anche un senso di solitudine e tristezza.

 

Oggi mi sento esattamente come lui in tutti i suoi aspetti. Una guida per i miei figli, la mia luce per loro sarà sempre accesa ne sono consapevole, ma sento anche la pressione delle onde che violente si scagliano su di me e mi schiaffeggiano quando me lo merito , certo ci sono anche momenti in cui mi accarezzano dolcemente e mi coccolano facendomi sorridere, ma quei momenti sono sempre meno frequenti, sembrano quasi un miraggio.

Nonostante tutto, io e lui lo conosciamo bene il nostro compito e continuiamo ad emanare la luce guida.

Però è proprio vero, solo chi vive dentro di esso lo conosce veramente, perché solo il vecchio guardiano è al corrente di ogni minuscola e quasi invisibile crepa che il suo muro accumula ad ogni tempesta. Anche il guardiano ha il suo compito e forse il suo è quello più delicato, lui deve aggiustare quelle feritorie o in qualche modo nasconderle agli altri perché il Faro è il simbolo e senza di esso le navi non possono attraccare al porto.

Ed io? Lo avrò un guardiano? Probabilmente se mi pongo questa domanda è proprio lui che in qualche modo sta comunicando con me e questa è una delle tante crepe che sta cercando di riparare o nascondere.

 

Non riesco però a dimenticare che lui, il faro è là solo e isolato. Mi domando quindi se quei muri che tanto pazientemente e attentamente il guardiano cerca di riparare siano muri di difesa e chi davvero cerca di guidare e proteggere non sono le navi (la cui destinazione non è il faro ma il porto che sta accanto al faro) ma se stesso. Ho sempre avuto paura del mare in tempesta eppure l’unico posto in cui mi sentirei probabilmente sicura è proprio all’interno di quel faro. Il faro ha muri alti, muri forti, muri rotondi che, per chi cerca di entrare ad un solo modo, bussare alla porta.

Di sicuro molti avranno bussato alla mia porta, ma il mio vecchio guardiano quante volte avrà sentito quel suono? Di possibilità ce ne sono davvero poche, spesso lui è in alto accanto alla luce, o intento a riparare qualche crepa. Chissà se tra tanti ci sarà qualcuno che continuerà a bussare e attendere fino a quando qualcuno non gli aprirà la porta.

 

Caro guardiano solo ora mi rendo conto che questa mia riflessione, che potrebbe continuare ancora per molto, è una delle tue crepe che stai cercando di riparare.

Grazie.

   
 
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