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Autore: Severa Crouch    24/10/2020    1 recensioni
Regulus Black ha commesso un terribile errore: è diventato un Mangiamorte. Lo realizza quando, inaspettatamente, i suoi genitori acconsentono al fidanzamento con la ragazza di cui è innamorato da sempre, Alexandra Turner. La vita è troppo bella e preziosa per rischiare di perderla in una guerra, soprattutto quando il mago a cui hai giurato fedeltà nasconde la sua sete di potere dietro le idee dei Purosangue. Espiare a un errore, dunque, diventa una scelta doverosa e una corsa contro il tempo per salvare le persone che ama.
Dal primo capitolo:
“Non pensi che potrei aiutare chiunque deciderà di sconfiggere l’Oscuro Signore?”
Sentì le mani di Alexandra accarezzargli il viso, mentre con gli occhi umidi di lacrime lei lo implorava: “Rimani vivo e lo aiuterai quando comparirà. Parlane con il professor Silente, lui saprà consigliarti. Resta con me fino ad allora. Ti sosterrò in ogni tua scelta, sarò sempre al tuo fianco, anche a costo della vita, ma ti prego, non mi lasciare adesso.”

Minilong in 3 capitoli
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Bartemius Crouch junior, Nuovo personaggio, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: Threesome, Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Note introduttive: questa storia nasce da una sfida che mi ha lanciato inzaghina sul gruppo Facebook Caffè e Calderotti.

È nata come una sfida-divergence: le regole chiedevano di sfidare qualcuno a scrivere di coppie di cui non si è soliti scrivere (altrimenti che sfida è?) ma siccome Rosmary è una admin clemente, e sa che il primo giro di queste attività dobbiamo prendere la mano, ha permesso questa eccezione visto che Regulus e Alex non sono per me una coppia insolita.

Ora, ho deciso di usare questa sfida-divergence per scrivere una Alex/Regulus che fosse canon-divergence, quindi non seguirà affatto Kintsugi. È un immenso what-if? Diviso in tre capitoli che posterò a intervalli piuttosto brevi.

Non c’è bisogno di aver letto Kintsugi.

Lo scopo è sommergere inzaghina di fluff e romanticismo e dare un lieto fine a questa ship.

 

 

Capitolo 1

Cambi di prospettiva

 

1977 - 1978

 

“Come sono andate le ferie in Grecia?”

“Molto bene. Ho trovato delle persone interessate alle nostre uova di Spinato e sono riuscito a piazzare ben tre Gallesi. Ci sarebbe anche qualcuno interessato a un Nero delle Ebridi, ma gli ho detto che ci lavoreremo e gli farò sapere non appena ne avremo uno sottomano. A te, invece?”

Orion saltò sulla poltrona ed esultò: “Sei un grande, Ed!” sembrava molto soddisfatto dell’andamento dei loro affari estivi. Si rilassò tornando ad abbandonare la schiena contro il cuoio della poltrona e sospirò: “A me come al solito, siamo stati da Cygnus e Druella in campagna. Sai com’è Walburga, non vuole muoversi, per lei l’estate è relax, feste e passeggiate in campagna.”

“Non ha tutti i torti però.”

Edward e Orion si erano rivisti dopo quasi tre settimane di separazione che, per i loro standard, era un tempo incredibilmente lungo. Erano comodamente seduti nello studio di Orion, sulle poltrone di cuoio davanti il camino mentre dividevano il ricavato di quella fruttuosa vendita di uova di drago. Un vizio che avevano sin da quando si erano incontrati a Hogwarts diversi decenni prima.

“Che dici, raggiungiamo le signore?” domandò Orion.

Edward si disse che, a conoscere i loro affari, molto probabilmente, Walburga avrebbe alzato gli occhi al cielo, con quell’espressione adorabile che aveva quando qualcosa non andava come lei si attendeva. Edward aveva provato a convincerla che il bello della vita era quando capitavano delle sorprese, e che la sfida era proprio tenere la scopa dritta durante le tempeste. Walburga, però, gli rispondeva ogni volta che durante le tempeste non si dovrebbe proprio volare con la scopa. Darlene, nemmeno a dirlo, le dava ragione. C’erano una marea di cose su cui le loro mogli erano completamente d’accordo – forse anche troppe secondo Orion – perché finivano sempre per coalizzarsi tra loro e riuscire ad averla vinta.

Edward seguì Orion fuori lo studio, in direzione del salone, quando sentirono delle voci venire da quella che era la sala di lettura di Walburga.

“Mi sei mancata, Alex.”

“Anche tu, Reg.”

Orion ed Edward si scambiarono uno sguardo complice e Orion fece cenno a Edward di ascoltare. I ragazzi avevano lasciato la porta socchiusa, probabilmente per ascoltare i rumori del corridoio, o perché Walburga e Darlene sarebbero andate su tutte le furie se li avessero sorpresi in una stanza con la porta chiusa. Erano seduti sul divano ed Edward non riuscì a trattenere un sorriso nel vederli.

“Sei diventata molto carina, lo sai? Quest’anno a Hogwarts avrai un sacco di corteggiatori.” Orion ed Edward scossero la testa. Regulus stava sbagliando tutto, non doveva tirare in ballo gli altri. Non si fa mai. I ragazzi erano proprio imbranati, certe volte.

“Cosa importa dei corteggiatori? Sai come la pensano i miei…” sospirò Alexandra.

“Invidierò tantissimo il fortunato.” Regulus le sfiorava le mani ed Edward vide la sua piccola Alex sospirare: “Anch’io invidierò la fortunata.” Strinse le dita di Regulus e lui si morse un labbro prima di dire: “Continuo a trovare tutto questo ingiusto. Insomma, siamo cresciuti insieme, sei una Purosangue, mia mamma ti adora, però non puoi essere la mia fidanzata. È assurdo.”

Alexandra allontanò le mani, spaventata, tornò a sistemare le pieghe del vestito. Edward lesse il nervosismo, la paura e la tristezza negli occhi di sua figlia. “Lo sai quali sono le regole. L’erede dei Black non può sposarsi una Turner.”

“Zia Lucretia ha potuto sposarsi quel babbanofilo di zio Ignatius e io dovrei rinunciare a te? Sapendo che una volta sposata prenderesti il mio cognome? Capisci quanto è folle tutto ciò?” Persino Regulus era triste, e arrabbiato al tempo stesso. Edward e Orion si scambiarono un altro sguardo.

Alexandra si strinse nelle spalle e non sapeva cosa rispondere se non: “Sono le regole, non le ho fatte io, ma non ti arrabbiare, altrimenti se ci scoprono finiremo nei guai.” Regulus la strinse a sé e le posò un bacio sulla fronte mentre le diceva di non avere paura, che non sarebbe successo nulla.

Edward fece cenno a Orion di andare via. Il suo amico sembrava turbato tanto quanto lui e nessuno dei due sembrava in grado di poter affrontare Darlene e Walburga. Tornarono nello studio di Orion.

“Li hai visti, Edward?”

“Orion, a me si spezza il cuore a vedere i nostri figli in quel modo.”

“Ha ragione Regulus. Sono regole assurde. Dobbiamo parlarne con Walburga. Ho già visto a cosa conduce la disperazione di un figlio, non voglio perderne un altro.”

Orion si passava le mani nei capelli e poi si sistemava la barba. Era nervoso, tanto quanto lui. Si sistemarono le cravatte. Entrambi erano d’accordo e le mogli avrebbero dovuto capitolare. Edward si augurava vivamente che Darlene non si mettesse in mezzo alla felicità di Alexandra perché non l’avrebbe tollerato. Non questa volta.

“Amico mio, sei il capostipite dei Black, credo che tocchi a te. Ti darò manforte,” gli disse Edward.

“Mi sembra giusto, altrimenti Walburga e Druella ti salteranno al collo come due iene prima che io possa dire che sono d’accordo. Andiamo.”

 

***

 

Alexandra aveva appoggiato la testa contro il petto di Regulus. Riusciva a sentire il battito del suo cuore sotto la camicia. Le loro dita erano intrecciate e i loro corpi distanti in modo da non spiegazzare gli abiti. Ogni tanto, Regulus alzava una mano e le accarezzava la testa e lei pensava che quella potesse essere la felicità.

Non avrebbe saputo spiegare come fosse successo, perché Regulus Arcturus Black si fosse improvvisamente accorto di lei, o deciso a far quel passo nella sua direzione. Da parte sua, poteva dire di essere innamorata di Regulus da che ne avesse memoria e di non aver mai preso in considerazione l’idea che loro due un giorno sarebbero stati separati. Tuttavia, il discorso che sua madre le aveva fatto quando Regulus aveva preso l’Espresso di Hogwarts per la prima volta, aveva installato la certezza che un giorno avrebbero dovuto separarsi.

Sua madre le aveva detto che ognuno aveva un posto nel mondo, e che un Black era in cima alla scala, un aristocratico appartenente alle Sacre Ventotto, mentre lei, che pure era una Purosangue, ma di estrazione borghese, avrebbe potuto aspirare al figlio di un dirigente del Ministero della Magia o, meglio ancora, a un collega del San Mungo, così sarebbe diventata una coppia di Guaritori come lo erano i suoi genitori, o come avevano intenzione di diventare suo fratello Robert ed Emily, la sua fidanzata.

Quel discorso le era sembrato assurdo, ma si era resa conto che sua madre stava – a suo modo – cercando di proteggerla dal mondo reale. Se ne era accorta appena entrata in Serpeverde, dal modo in cui le ragazze di alcune famiglie – sempre le stesse – si atteggiavano diversamente a seconda del cognome del loro interlocutore. Regulus avrebbe potuto sposare una Rosier, ma non certo una Turner, sebbene Regulus amasse lei e non Eloise Rosier.

Erano così terrorizzati dall’idea di essere scoperti e di finire in punizione (che avrebbe significato non vedersi fino al primo settembre) che erano tornati seduti uno di fronte all’altro, avevano aperto un libro e Alexandra leggeva. Regulus non prestava attenzione, si limitava ad ascoltare la sua voce e del resto nemmeno Alexandra era molto concentrata sul testo che stava leggendo.

Videro la porta aprirsi e Kreacher avvisarli di raggiungere i genitori per il tè. Si alzarono in sincrono e questo gesto li fece sorridere. Poi, Regulus le cedette il passo e Alexandra seguì l’elfo domestico nel salone mentre sistemava nervosamente le pieghe del vestito. Quel contatto con Regulus l’aveva turbata e si sentiva come se avesse fatto qualcosa di male.

“Prendete posto,” disse Walburga con uno sguardo che, per la prima volta, ad Alexandra sembrò indecifrabile. Era diventata abbastanza esperta a riconoscere i segni di approvazione o di disapprovazione, la cortesia, il fastidio e le varie emozioni che Walburga manifestava al di là del suo aspetto algido e impeccabile. Guardò sua mamma prendendo posto sul divano che le aveva indicato Walburga, ma non capì nemmeno il suo sguardo. Suo papà e Orion, invece, sembravano stanchi ma di buon umore, come se avessero fatto uno sforzo incredibile per qualcosa. Si disse che molto probabilmente c’entrassero le loro uova di drago.

“Regulus siediti là, accanto ad Alex.”

Regulus obbedì e si scambiarono uno sguardo perplesso e inquieto. Non avevano motivi di credere di essere finiti nei guai. Insomma, si erano sfiorati la mano per qualche minuto e poi erano stati abbracciati pochissimo, era impossibile che li avessero visti. Tuttavia, quei toni e quella situazione, in cui loro erano seduti sul divano e le famiglie li circondavano, era tipica di quando stavano per ricevere una punizione. Altrimenti, Regulus avrebbe dovuto sedersi ben lontano da lei.

Alexandra notò che il tè non era stato ancora servito e questo poteva significare soltanto che erano finiti nei guai. Sperava solo di scoprire presto cosa avesse fatto di sbagliato, in che modo avesse deluso sua madre, perché quell’attesa la stava terrorizzando.

“Vedete, ragazzi,” Orion esordì, “vi abbiamo chiesto di raggiungerci,” si interruppe, “Alexandra ha già notato che il tè non è stato ancora servito,” le fece un sorriso e Alexandra ebbe ancora più timore, “perché dobbiamo parlarvi di una cosa piuttosto importante.” Orion fece una pausa e sembrò cercare lo sguardo di Walburga e Darlene, si scambiò anche uno sguardo con Edward che gli sorrise incoraggiante.

“Abbiamo pensato a lungo all’amicizia che lega le nostre famiglie e al fatto che voi due siete cresciuti insieme e siete sempre andati d’accordo.”

Alexandra abbassò lo sguardo e fissò le mani posate sulle sue ginocchia, controllava ossessivamente la posizione delle mani, temendo di aver fatto qualcosa di inappropriato, mentre una voce nella sua testa continuava a ripeterle che lei e Regulus erano stati scoperti. Regulus doveva temere la stessa cosa perché sembrava aver smesso di respirare.

“Insomma, per farla breve, abbiamo pensato che un fidanzamento che unisse le nostre famiglie fosse il modo migliore per celebrare la nostra amicizia.”

Rimasero in silenzio, sia lei che Regulus. Entrambi erano terrorizzati dall’idea di parlare.

“Non dite niente?” domandò Orion.

“Padre,” esordì Regulus sbattendo le palpebre, “mi era stato detto che era un argomento fuori discussione. Sono solo un po’ confuso.”

Edward sorrideva a Regulus. “È normale che tu lo sia, Regulus… Diciamo che abbiamo preso in considerazione molti fattori per fare questa scelta.”

“Il livello deludente delle altre candidate, tra le altre cose,” aggiunse Walburga profondamente irritata.

Alexandra sollevò lo sguardo verso Walburga e domandò: “Non è uno scherzo, dunque?”

“No, non è uno scherzo. Abbiamo riconsiderato una serie di circostanze. Sappiamo che tu e Regulus siete molto legati, Orion ed Edward sono convinti che le vostre affinità di carattere vi possano aiutare ad attraversare questi tempi complicati. Siete abituati ad aiutarvi da quando eravate bambini, non avete mai creato molti problemi e pensiamo che un fidanzamento possa essere l’evoluzione naturale del vostro rapporto.” Darlene parlava stando in piedi nella sua postura rigida, sempre accanto a Walburga. “A meno che non abbiate qualcosa in contrario,” aggiunse scrutandoli con i suoi occhi azzurri come quelli di Robert.

Alexandra arrossì e si scambiò uno sguardo con Regulus. Era certa che anche lui fosse terrorizzato all’idea di lasciar trasparire quanta gioia stesse provando. Si limitarono a scuotere la testa e sorridersi furtivamente.

“Oh bene, se anche i ragazzi sono d’accordo, possiamo servire il tè,” esclamò Orion soddisfatto. Edward aveva stretto la spalla di Regulus come faceva spesso, quando era fiero di lui, e gli aveva detto sottovoce: “Benvenuto in famiglia. Tratta bene Alex che non hai idea della fatica che abbiamo fatto per convincere Walburga e Darlene.”

“Grazie, Edward, io non la deluderò…”

Suo papà fu la prima persona alla quale Alexandra riuscì a sorridere mentre realizzava quanto stava accadendo. Walburga le domandò delle vacanze estive, se la Grecia le fosse piaciuta e Alexandra le raccontò del mare, dei panorami e delle visite archeologiche che aveva effettuato. Discussero anche della cucina e delle usanze. Sua mamma si era lamentata per tutto il tempo della quantità di aglio e cipolla che veniva utilizzata dai popoli mediterranei, mentre Alexandra ricordava quanto fossero deliziose le olive.

Ogni tanto lei e Regulus incrociavano il loro sguardo e si sorridevano meravigliati, senza avere il coraggio di modificare il proprio comportamento. Così, erano rimasti ben distanti su quel divano con le mani rigidamente impegnate con tazze e piattini. I genitori dovettero accorgersene e fu solo quando si salutarono, dandosi appuntamento all’indomani, che Walburga disse a Regulus: “Guarda che puoi salutare la tua fidanzata, altrimenti penserà che sei una statua.”

“Posso?” domandò Regulus perplesso.

“Non più di un baciamano o un casto bacio sulla guancia, mi raccomando,” gli disse Walburga alzando gli occhi al cielo.

Alexandra alzò il viso e incrociò lo sguardo di Regulus e il suo sorriso. Non le sembrava vero che fossero in Grimmauld Place e Walburga avesse appena dato a Regulus il permesso di darle un bacio per salutarla. Aveva il terrore di rovinare tutto. Regulus si chinò su di lei sussurrandole “Buona notte” e le diede un bacio sulla guancia.

“Buona notte.” Si sentiva le guance in fiamme e il cuore che le batteva furiosamente in petto. Seguì suo papà nel camino, mentre la mamma si era attardata in salone con Orion e li stava raggiungendo. Sentì la voce di Darlene che salutava Walburga quando le fiamme verdi l’avvolsero e iniziò a roteare per i camini insieme a suo papà.

Darlene uscì dal camino e la raggiunse in camera da letto. “Ascoltami bene, Alex,” le disse, “quanto è successo oggi non è frequente. Finirai sotto la lente di ingrandimento di tutte le Ventotto famiglie. Dovrai essere impeccabile e non sbagliare nemmeno un passo. Non dovrai mai nemmeno sognare di imbarazzare Walburga. Sarai una fidanzata esemplare. Si solleveranno molte sopracciglia non appena si diffonderà la notizia. Io ero contraria perché so cosa ti faranno: l’ho vissuto quando mi sono fidanzata con Edward. Pensi che non abbia visto quanti si sono domandati perché una Rowle era finita con un Turner? Le insinuazioni su qualcosa di sbagliato che doveva essere accaduto, su scandali nascosti. Io lo so come ragionano e se sono crudele è perché preferisco prepararti al male che dovrai affrontare. Gli antidoti hanno sempre una porzione dell’elemento velenoso al loro interno.”

“Farò di tutto per essere all’altezza delle aspettative. Voglio bene a Regulus e non vorrei mai mettere in imbarazzo lui o la sua famiglia.”

“Brava, ora vai a letto. Devi rimanere carina.”

Alexandra si chiuse in bagno per rinfrescarsi e cambiarsi per la notte. Cercava di allontanare la pressione che le aveva caricato addosso sua mamma e ripensò a Regulus, ai suoi occhi grigi e al modo in cui le aveva stretto le dita sul divano della sala lettura. Non riusciva a immaginare come sarebbe stata la loro vita senza doversi più nascondere, essendo liberi di chiacchierare e camminare vicini.

Non dovette attendere molto perché l’indomani tornarono a Grimmauld Place: occorreva trovare il modo per annunciare il fidanzamento tra i due ragazzi e formalizzare gli accordi della sera prima. Alexandra e Regulus si ritrovarono al cospetto di una serie di adempimenti burocratici e di formalità sociali. La novità rispetto al passato era che Regulus poteva tenerle la mano sotto il tavolo e si potevano guardare e sorridere. Persino le partite a Scacchi Magici sembrarono più divertenti ed era quasi come essere ad Hogwarts.

All’ora del tè vennero raggiunti da Druella e Cygnus insieme a Bellatrix, Rodolphus, Narcissa e Lucius. Tutti loro si congratularono per il lieto evento. Alexandra e Regulus erano imbarazzati per tutte quelle attenzioni, anche perché – fino al giorno prima – erano stati impegnati a nascondersi e improvvisamente si erano trovati sotto i riflettori.

“Druella, cara,” esordì Walburga, “vorrei un tuo consiglio. Il primo settembre i ragazzi partiranno per Hogwarts e dovremo attendere Yule per annunciare il fidanzamento, tuttavia, visto che a qualcuno abbiamo comunicato la bella notizia, potrebbe essere opportuno anticipare i tempi. Non vorrei che vedessero i ragazzi in sala comune e pensassero a un fidanzamento riparatore. Sai quanto sarebbe sconveniente!”

Druella aveva l’esperienza data dal fidanzamento e successivo matrimonio di Bellatrix e Rodolphus e dal recente contratto di Narcissa e Lucius che si sarebbero sposati l’anno successivo e avrebbero annunciato il loro fidanzamento ufficiale a Yule.

“Organizza una festa di fine estate per dare la notizia del contratto, poi la festa di fidanzamento la farai quando i ragazzi avranno finito Hogwarts.” Lo disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo, scrutando la cognata da sopra la tazza di porcellana.

Walburga e Darlene si scambiarono un cenno di assenso e iniziarono a discutere di quella festa. Druella insistette perché venisse organizzata nel Wiltshire visto che il giardino era meraviglioso per una festa di fine estate.

Alexandra osservava sorpresa tutto quell’entusiasmo che sembrava circondare lei e Regulus e che aveva creduto di non poter vedere mai. Fu Bellatrix a sorprenderla, le cinse le spalle con un braccio e le disse: “Sono molto felice di sapere che sarai tu ad entrare nella nostra famiglia. Sei già praticamente una di noi ed è bello sapere che persino zia Walburga se n’è accorta. Il mio consiglio è quello di ignorare ogni sopracciglio alzato di quei pettegoli. Sarà inevitabile che avranno qualcosa da ridire. Pensate solo che le famiglie sono dalla vostra parte.”

 

***

 

Rodolphus diede una pacca sulla spalla a Regulus e gli disse: “Dopo tutto ti è andata molto bene, ma smettila di essere così ingessato o penserà di essersi fidanzato con una statua.”

Regulus, in realtà, era molto imbarazzato da quell’entusiasmo. Aveva lottato una vita intera per nascondere i propri sentimenti per Alex, per sminuirli e ricondurli ad un’educata amicizia, come la definiva sua madre, e adesso tutti sembravano sorprendersi perché loro due sembravano un po’ troppo compiti per essere due fidanzati? Il suo stupore aumentò quando suo padre lo prese sottobraccio, dopo che tutti gli ospiti erano andati via, gli aveva detto che Rodolphus aveva ragione e che era arrivato il momento di affrontare un certo discorso. Regulus sospirò e mai avrebbe creduto che suo padre gli spiegasse che le ragazze hanno bisogno di attenzioni che vanno al di là del bacio e che, per quanto occorra evitare di fare pasticci prima del matrimonio, è bene che due fidanzati prendano confidenza e aumentino l’intimità (soprattutto adesso che il contratto era stato firmato). In questo modo, aveva aggiunto, gli eredi sarebbero arrivati subito dopo il matrimonio. Orion era arrivato persino a proporre una gita in una casa di piacere, ma Regulus era riuscito a dissuaderlo.

“Grazie, padre, è tutto chiarissimo,” disse, “ma fino a ieri mi era proibito sfiorare la mano di Alexandra e adesso mi state chiedendo di appartarmi con lei. Sarò felice di accontentarvi se ci date modo di trascorrere del tempo insieme.”

“Certo, Regulus, certo. Hai ragione. È solo che siamo tutti molto emozionati. Darlene ed Edward sono i nostri migliori amici e sapere che le nostre famiglie si uniranno ci riempie di gioia. Vorremmo che le cose andassero per il meglio.”

“Dateci solo un po’ di tempo.”

Si erano ritrovati, dunque, a trascorrere l’ultima settimana prima del rientro a Hogwarts nella villa di zio Cygnus dove prima della partenza per la Grecia, lui e Alex si erano limitati a studiare all’ombra della grande magnolia del giardino e a passeggiare nel roseto, mentre la mamma, Darlene e zia Druella chiacchieravano dietro di loro.

Adesso avrebbero avuto il permesso di passeggiare da soli e persino di appartarsi come due veri fidanzati.

I signori Turner accompagnarono Alexandra e poi si congedarono per tornare al San Mungo, affidando la figlia a Orion e Walburga.

Regulus aveva sentito una morsa allo stomaco e il cuore che saltava un battito quando l’aveva vista comparire in giardino con indosso uno splendido abito azzurro, le spalle scoperte e i capelli sciolti che ondeggiavano nella brezza del pomeriggio. Si erano sorrisi e lui le era andato incontro dicendole: “Sei un incanto.” Le aveva dato un bacio sulla guancia e si erano fermati a prendere il tè con la mamma e la zia.

Erano seduti l’uno accanto all’altra, come innumerevoli volte prima di allora, eppure sembrava una situazione inedita. Alexandra sedeva composta e chiacchierava amabilmente con sua madre dei dettagli della festa di fine estate. Le avevano chiesto se avesse un colore preferito e lei aveva risposto che i colori di Serpeverde erano una combinazione perfetta, suscitando l’approvazione della mamma e della zia. Era strano sentire la mamma non alterarsi e non dissentire, a differenza delle chiacchiere e delle discussioni che c’erano state al tempo del matrimonio di Bella e Rod. Alexandra era estremamente paziente, come Narcissa, ascoltava e prendeva nota dei suggerimenti. Regulus notò che su molte cose chiese consiglio a Walburga e lui sapeva quanto sua madre adorasse avere l’ultima parola.

Dopo il tè andarono a passeggiare in giardino, finalmente soli. Regulus riuscì a prenderle la mano e intrecciare le sue dita a quelle di lei. Era bello sapere di poter camminare mano nella mano senza che nessuno avesse qualcosa da obiettare. Si fermarono vicino una siepe e Regulus riuscì a stringerla a sé. Questa volta i loro corpi erano vicini e sentiva la testa di Alexandra contro il suo petto. Si domandò se lei riuscisse a sentire il suo cuore battere così forte da sembrare che volesse uscire dal corpo.

“Mi sembra un sogno, Reg,” gli aveva detto, “mi sento frastornata.”

“Anch’io, Alex. Sai che mio padre ha addirittura detto che devo darti più attenzioni?”

Sul volto di Alexandra comparve un sorriso furbetto: “E tu che gli hai risposto?”

“Che sarei più che felice di farlo se ci dessero modo di stare un po’ per conto nostro.”

“È per questo che possiamo stare abbracciati, dunque? Perché Orion ha detto a tua mamma di lasciarci un po’ di spazio? Non ti sembra tutto un po’ forzato?”

“Mi sembra strano dover esibire quello che fino a due giorni fa dovevamo nascondere. Se prima dovevo sforzarmi per non sorriderti, adesso mi sembra che debba sorriderti in continuazione.” Avevano ripreso a camminare per smaltire la tensione nervosa che le famiglie avevano riversato su loro due e per discutere, finalmente, tra loro quella nuova situazione. Non avrebbe mai creduto che la realizzazione di un sogno potesse essere tanto destabilizzante.

Si sedettero su una panchina vicino il laghetto dove facevano il bagno nudi da bambini. Le loro dita erano intrecciate da quando si erano allontanati dal tè, ed era passata almeno un’ora tra chiacchiere e passeggiate. Alexandra lo osservava con i suoi occhi marroni, così caldi e luminosi, e Regulus sentì il bisogno di baciarla. Era difficile, dannatamente difficile, aveva appena trovato il coraggio di confessare i propri sentimenti ad Alexandra e non aveva fatto in tempo a fare il primo passo che si era trovato fidanzato in casa con lei. Questa situazione gli metteva addosso una pressione incredibile, aveva paura di fare brutte figure, di deluderla o, peggio ancora, di offenderla. Voleva fare le cose per bene, ma gli stavano dicendo di non passare per un pappamolle e non capiva quale fosse l’equilibrio giusto da tenere.

Sospirò. Alexandra strinse le dita e gli confessò: “Ho paura di non essere all’altezza di tutte queste aspettative e la cosa di cui ho più paura è quella di deluderti.”

“Anch’io sono terrorizzato. C’è una parte di me che mi dice che sei sempre la solita Alex e un’altra che dice che tutto cambierà e io ho paura di rovinare tutto. Dovrei essere io a prendermi cura di te e ho paura di non saperlo fare.”

“Io so solo che quando siamo insieme sono meno spaventata,” gli disse e poi si sporse verso di lui e gli diede un bacio sulla guancia. Regulus arrossì mentre il cuore gli batteva all’impazzata. Si chinò su di lei e le posò un bacio sulle labbra. Fu un bacio a stampo improvviso e le labbra di Alexandra erano secche. Vide lei arrossire e inumidirsi le labbra, come per assaporare il bacio. Si guardarono di nuovo negli occhi e si scambiarono un altro bacio. Questa volta fu più lento e sentì Alexandra schiudere le labbra e rispondere al bacio.

Si sorridevano imbarazzati. Aveva immaginato di vivere quei momenti a Hogwarts in clandestinità, mai si sarebbe sognato di essere invitato da suo padre a stare con Alexandra. Lei aveva quattordici anni e lui sedici e temeva di forzarla a fare qualcosa per cui non si sentiva pronta.

“Mi prometti che se dovessi sentirti a disagio nel fare qualcosa me lo dirai? Non voglio forzarti.”

Alexandra annuì: “Te lo prometto, Reg. Tu farai altrettanto?”

Regulus annuì. Rimasero a scambiarsi altri baci su quella panchina, anche se Regulus sentiva i pantaloni che iniziavano a stargli stretti, ma non voleva in nessun modo correre. Voleva gustarsi ogni momento di quel fidanzamento. Si disse che avevano tutta la vita davanti per amarsi.

 

***

 

La sera della festa di fine estate Alexandra era nervosa. Darlene era arrivata con il vestito che le aveva ordinato da Madama McClan: un abito tradizionale in seta blu notte che esaltava il candore della pelle con le braccia scoperte e lo scollo non troppo profondo. Si guardò allo specchio e sospirò pensando a quante sopracciglia si sarebbero alzate. Certamente, quelle dei Rosier, che speravano di sistemare Eloise con Regulus. C’erano anche i McNair, e Alexandra ricordava tutte le volte in cui era stata attaccata da Margareth, accusata di voler monopolizzare Regulus. Adesso avrebbero trovato la conferma alle loro teorie.

Lei amava Regulus, ma da quando era arrivata ad Hogwarts aveva trascorso il tempo a studiare con Barty e lasciato a Regulus tutto il tempo di coltivare altre amicizie. Era stato lui a orbitare intorno a loro, e unirsi a tavola, e trascorrere insieme le serate in sala comune, proprio per sfuggire a quelle che definiva le insopportabili oche.

Lei non era appariscente come Eloise né bella come Margareth. Si sentiva ancora in parte una bambina, con il corpo che era in subbuglio e faceva fatica a immaginarsi in questo ruolo di fidanzata dell’erede dei Black. Non era un problema di regole e di etichetta, però, no, a lei piaceva seguire il galateo, lo trovava come una guida rassicurante che le permetteva di non sbagliare e di non far fare brutte figure. Per questo motivo lo studiava con meticolosità.

“Stai bene,” le disse Walburga, “ma non dovresti avere quell’aria da cucciola spaventata. Sei la fidanzata dell’erede dei Black, servirà che impari a tenere testa a quanti là fuori vogliono prendere il nostro posto.”

“Spero di essere all’altezza delle aspettative,” mormorò. Non le era mai capitato che Walburga le parlasse così direttamente. La vide stringere le labbra e incrociare le braccia mentre raddrizzava la postura davanti a lei. Sembrava una figura imponente, mentre Alexandra iniziava a sentirsi sempre più piccola, una mocciosa in confronto a quella strega così sicura di sé e impeccabile.

“Senti, Alex, voglio che ti metta in testa che non saresti mai diventata la fidanzata di Regulus se io e Darlene non ci fossimo convinte che tu sia la soluzione migliore. Il tuo status di sangue è assolutamente all’altezza, il tuo portamento, il comportamento, la sobrietà e l’eleganza sono impeccabili. Siete rimaste tu e Narcissa come streghe di cui non ci si deve vergognare in società. Smettila di pensare al cognome, è un dettaglio. In questi giorni hai dimostrato anche di avere la stoffa per essere una buona padrona di casa: ho apprezzato i suggerimenti per l’apparecchiatura, i fiori scelti e il modo in cui hai istruito gli elfi sulle indicazioni di Druella. Purtroppo, come sai, mia cognata è una Rosier e alla fine fa di testa sua, con quel gusto un po’ kitsch, ma sappi che a me non è sfuggito nulla. Quando tornerai da Hogwarts potrai darmi una mano per organizzare a Yule la festa per Narcissa e Lucius.”

“Sarebbe meraviglioso!” esclamò. Alexandra non riusciva a credere alle proprie orecchie. La terribile Walburga Black la stava rimproverando perché era troppo impeccabile per sentirsi inferiore alla Rosier e alla McNair. Aveva addirittura lodato le sue scelte di mise en place.

Era stato un gioco che avevano fatto qualche pomeriggio fa: Druella aveva fatto tirare fuori agli elfi i servizi di piatti e bicchieri e chiesto a lei, Narcissa e Bellatrix di ideare delle apparecchiature immaginando anche la decorazione floreale della tavola. Alexandra aveva scelto dei piatti di porcellana inglese bianchi con il bordo lavorato in rilievo e li aveva abbinati a dei calici di cristallo elfico e decorato la tavola con delle ortensie di un bianco freddo che si sposava bene con l’argento delle posate. Narcissa aveva scelto un servizio francese con delle meravigliose decorazioni floreali e dei calici a tulipano e delle peonie per decorare la tavola. Bellatrix, invece, si era defilata.

Aver avuto l’approvazione di Walburga riempì di gioia Alexandra e le diede il coraggio sufficiente per affrontare quella serata. Il resto del coraggio glielo diede Regulus, quando si videro in giardino mentre gli ospiti iniziavano ad arrivare. Darlene, Edward, Orion e Walburga accoglievano gli invitati e ricevevano le congratulazioni, visto che la notizia aveva iniziato a girare informalmente.

Eloise e Margareth erano arrivate imbronciate e avevano salutato Regulus e rivolto a lei uno sguardo sdegnoso. Regulus le aveva accarezzato la schiena e si era chinato a sussurrarle: “Ci pensi che mi hai salvato da una vita con una di queste due?” Si erano scambiati un sorriso e lui le aveva chiesto di ballare in modo da poter sfuggire ai commenti dei compagni di scuola e degli amici di suo padre che cercavano di coinvolgerlo in chiacchiere che non interessavano né a lui né a loro.

“Ho avvisato Barty,” le aveva detto sottovoce avvicinandosi al suo orecchio. Alexandra aveva annuito: “Anch’io. Ho sempre pensato che sarei finita con lui.”

“Avresti preferito Barty?”

“Non lo so, non ho mai pensato di dover scegliere.”

“Non farlo. Scegliere, intendo. Barty resterà nella nostra vita. Se lo vorrai.”

“Non vedo come sia possibile, è come se avessi scelto te, alla fine.”

“Fidati di me.”

Era così che era nata la storia tra loro tre. Solo una volta tornata ad Hogwarts Alexandra avrebbe scoperto del legame tra Regulus e Barty. Le tremarono le gambe quando incrociò lo sguardo divertito di Barty e il suo sorriso obliquo mentre si congratulava per la notizia del fidanzamento.

Iniziarono ad incontrarsi in segreto in aule deserte nei sotterranei, passando il tempo a scambiarsi baci e carezze. Era difficile resistere alla tentazione di intrecciare le dita a quelle di Barty durante le lezioni e limitarsi a sembrare solo amici. Tuttavia, l’essere diventata la fidanzata di Regulus Arcturus Black aveva innalzato la sua posizione dentro quel branco di classisti con la puzza sotto il naso. Persone che fino a giugno non le rivolgevano la parola o insultavano lei per la sua amicizia con Barty, a causa di tutti i provvedimenti adottati dal signor Crouch, adesso la cercavano e la riempivano di chiacchiere. Persino la McNair e la Rosier le rivolgevano il saluto quando si incrociavano in sala comune o tra i corridoi.

C’erano momenti in cui lei e Regulus si trovavano per stare insieme camminando mano nella mano per i prati di Hogwarts, o sedevano lungo qualche corridoio isolato nei giorni di pioggia e chiacchieravano intrecciando le dita e guardandosi negli occhi, prima di cedere alla tentazione di scambiarsi baci.

Era seduta sulle ginocchia di Regulus con le braccia intorno al suo collo e il cuore che saltava battiti, mentre si perdeva negli occhi grigi di lui. Amava baciare Regulus e non riusciva a credere di non doversi nascondere più.

“Allora è vero che ti sei fidanzato con la piccola Alex!”

La voce di Sirius arrivò all’improvviso. Alexandra vide Regulus alzare gli occhi al cielo senza rispondere.

“Vuoi lasciare che mamma diriga ogni aspetto della tua vita o hai un po’ di spina dorsale?” continuò con il suo tono sarcastico, “quando penserai con la tua testa?”

Regulus strinse la presa intorno alla vita di Alexandra per impedirle di alzarsi e allontanarsi da lui. Si limitò ad alzare lo sguardo verso il fratello e rispondergli annoiato. “Ti sembrerà strano, Sirius, ma noi siamo innamorati da anni, a prescindere da mamma.”

Sirius alzò un sopracciglio scettico. “Lasciami dubitare del fatto che tu sia in grado di provare sentimenti, altrimenti certe voci non sarebbero vere.”

Regulus si irrigidì e Alexandra afferrò il suo braccio sinistro, per impedirgli di fare sciocchezze. Non doveva cogliere le provocazioni di Sirius. Avevano capito a cosa si riferisse, come se tenere alto il nome dei Black non fosse dovuto dal fatto che lui fosse scappato di casa. Come poteva tirarsi indietro Regulus?

“Da quando presti fede alle voci, Sirius?” domandò Alex.

“Stanne fuori, Alex, non sono cose che riguardano una mocciosetta.”

Questa volta fu Regulus ad afferrarle il braccio e impedirle di reagire.

“Hai altro da dirmi o vuoi lasciare in pace me e la mia fidanzata?” domandò stancamente al fratello, spostò lo sguardo verso di lei e le sorrise.

“Vado, vedo che mamma ha trovato il modo perfetto per tenerti legato alla sottana: ne ha trovata una nuova.”

Alexandra si morse il labbro e strinse il braccio di Regulus. Sirius aveva sempre saputo dove infierire. Quando l’aveva sorpresa a raccontare a Walburga quanto fosse entusiasta del libro sulle buone maniere che le aveva regalato, Sirius aveva iniziato a chiamarla Walburghina e, insieme a Robert, inscenavano delle imitazioni delle due Walburghe che discutevano in modo grottesco su come apparecchiare, poi scoppiavano a ridere di lei che rimaneva male ogni volta per quelle prese in giro. Si sentiva umiliata, una sciocca mocciosa che si interessava a cose prive di importanza, a quella che Sirius e Robert definivano l’apparente bellezza che nascondeva l’orrore di casa Black.

Robert condivideva le stesse idee di Sirius sulla guerra e per questo aveva deciso di diventare Guaritore, come volevano mamma e papà, per rimanere lontano dagli schieramenti e salvare quante più vite possibili a prescindere dallo stato di sangue. Era una scelta politica, la sua, e Alexandra sentiva che lei e suo fratello si stavano allontanando, proprio come si erano allontanati Sirius e Regulus.

Dopo che Sirius si allontanò fu difficile tornare a baciarsi con la stessa serenità. Lui distruggeva sempre ogni cosa, proprio come Robert.

Si era stretta a Regulus, decisa a non pensare alle prese in giro di Sirius e a dimostrare a sé stessa e a Regulus che lei non era affatto come Walburga né che era una mocciosa. Insomma, stava per compiere quindici anni! Aveva preso per mano Regulus e lo stava conducendo verso i sotterranei, dove c’erano le aule abbandonate che usavano per pomiciare con Barty.

“Cos’hai in mente?” gli domandava Regulus incredulo.

“Dimostrarti che la mia sottana non è come quella di tua mamma!”

“Alex, non dare peso a Sirius. Non voglio che la nostra prima volta sia influenzata da lui,” le disse fermandola. Alexandra si avvicinò a Regulus e posò la sua testa sul petto sentendo le carezze di lui sulla testa. Lo amava terribilmente e non si era mai sentita così confusa.

“Non voglio più essere una mocciosa.”

“Non lo sei, Alex, non lo sei mai stata. Non ai miei occhi,” le diceva sollevandole il mento per guardarla negli occhi. “Tu non hai idea di quanto tu sia divertente, premurosa, gentile e meravigliosa. Io sono fortunato ad essere il tuo fidanzato e voglio che la nostra prima volta sia perfetta.”

“Con te lo sarà di sicuro. Io sono pronta.”

“Sicura?”

Alexandra annuì convinta. Non ne poteva più di carezze e sfioramenti che la lasciavano tremante e scombussolata, con la curiosità di sapere come sarebbe stato spingersi oltre. Nei dormitori sentiva i racconti di Eloise Rosier su Jago Mulciber e quelli di Margareth McNair su Desmond Avery, e persino la sua compagna di dormitorio Lizzie aveva iniziato ad uscire con Ezra Travers e sembrava che avessero superato quel confine.

Era sicura che Barty stesse aspettando che lei e Regulus compissero quel passo e non era nemmeno certa che Regulus e Barty non l’avessero già fatto tra loro. Aveva paura di essere tagliata fuori perché considerata da tutti una stupida mocciosa, proprio come aveva detto Sirius. Una bambolina che andava bene per l’ora del tè ma che rischiava di rompersi o sporcarsi in altre circostanze. Invece, lei sapeva di essere molto di più.

Regulus la osservava incredulo mentre in quella stanza dimenticata si stava togliendo il maglione dell’uniforme. Teneva lo sguardo fisso su di lui mentre si spogliava e sorrideva. Era rimasta con la camicia della divisa scolastica sopra la lingerie e si era avvicinata a Regulus e gli aveva sfilato il maglione mentre lui infilava le mani ad accarezzarle la schiena e scendere a sfiorarle i fianchi.

“Sei bellissima, Alex,” gli disse sottovoce. Le mani di lui si posarono sul seno, Alexandra sentì le dita che si intrufolavano sotto il reggiseno e le stringevano i capezzoli. Un brivido le scese lungo la schiena e qualcosa si mosse nel basso ventre, lì tra le gambe che sentiva sempre più deboli, mentre le mani di Regulus salivano verso il collo e lasciavano scivolare la camicia lungo le braccia. I movimenti di Regulus erano fluidi e le sembrò di impazzire quando le accarezzò la schiena e si soffermò a slacciarle il reggiseno.

Si chinò su di lei a succhiarle un capezzolo, mentre continuava a stimolare l’altro con le mani. Alexandra sentiva i capelli di Regulus che le solleticavano il petto e il suo odore di bagnoschiuma e borotalco. Chiuse gli occhi e strinse la testa di lui contro il suo petto. La mano di Regulus lasciò il suo seno e scivolò accarezzandole il fianco fino a insinuare un dito sotto l’elastico dei suoi slip. Finì di spogliarla e la fece sdraiare sulla coperta che aveva evocato. Allargò un ginocchio e scese a baciarle l’interno coscia mentre continuavano a guardarsi e Alexandra continuava a sospirare. Era decisamente meglio dei baci che aveva ricevuto fino a quel momento. Aveva perso la cognizione di cosa stava accadendo tra le sue gambe e temeva di essere in disordine.

Regulus la sfiorò lì con il naso e Alexandra sentì una scossa sconvolgerle il corpo.

“Alex sei così invitante,” le disse prima di posarle un bacio e poi sentì la lingua di lui muoversi tra le sue gambe strappandole gemiti di piacere. Le veniva da piangere per quanto fossero belle quelle sensazioni così nuove. Le mani di Regulus, la sua bocca, il respiro di lui e il modo in cui la guardava ogni tanto sollevandosi da lì sotto.

Tornò a baciarla sentendo il suo odore e lui che le sussurrava quanto fosse delizioso stare lì sotto, che aveva appena trovato il suo dessert preferito.

“Sei sicura?” le domandò prima di entrare in lei. Alexandra annuì, sconvolta dal piacere e immaginando che ne avrebbe provato di altro, ancora più intenso. “La prima volta sarà strano, potrebbe farti male,” le disse, “Avvisami. Cercherò di fare piano,” le disse prima di fare un incantesimo contraccettivo ed entrare in lei.

Regulus aveva ragione. Era strano sentirlo muoversi dentro di lei, ma lui era bellissimo. Si sorridevano e continuavano a guardarsi e Alexandra pensava che avrebbe voluto vederlo per tutta la vita.

“Cosa c’è?” le domandò sottovoce.

“Sei bellissimo.”

“Anche tu lo sei.” Regulus aumentò l’intensità degli affondi “Dimmi se ti faccio male”, Alexandra scosse la testa, perché sembrava che il suo corpo si fosse abituato alla presenza di Regulus dentro di lei. Amava sentire le mani di lui su di lei e vederlo muoversi e affondare in lei. Sentì anche quando raggiunse il culmine del piacere e si lasciò andare.

Rimasero abbracciati per un po’ e poi ricominciarono ad accarezzarsi e baciarsi e fecero di nuovo l’amore e quella volta Alexandra riuscì a sentire piacere mentre Regulus si muoveva sopra di lei e le sembrò la sensazione più bella che avesse mai provato.

Dopo cena andò a letto, troppo scombussolata dalle emozioni accumulate durante la giornata. Fu solo dopo, quando finalmente si ritrovarono insieme a Barty che Alexandra scoprì quanto potesse essere intenso il piacere nel fare l’amore.

 

****

 

Regulus non poteva essere più felice. Da quando era stato ufficializzato il suo fidanzamento con Alexandra si sentiva rinato. Adorava stringerla a sé e persino uscire insieme a lei per Hogsmeade e infilarsi da Scrivenshaft a fare incetta di Piume e pergamene era diventata un’esperienza romantica.

Era stato preso in giro fino allo sfinimento da Barty perché aveva chiesto ad Alexandra di andare da Madama Pie’ di Burro per San Valentino, ma Regulus era convinto che ogni tanto occorreva far vedere che lui e Alexandra facevano anche le tipiche attività da fidanzati.

L’aveva persino baciata davanti l’intera Serpeverde dopo la vittoria contro Corvonero ed era stato meraviglioso. In quel momento si era sentito invincibile: era uno studente modello, Capitano della squadra di Quidditch ed era fidanzato ufficialmente con la ragazza di cui era innamorato da sempre. Non gli sembrava vero di poter essere tanto felice.

C’era solo una cosa che iniziava a fargli paura ed era il giuramento che aveva fatto quando tutto il mondo sembrava crollare e lui voleva solo dimostrare il suo valore. Adesso, però, vedeva i suoi amici finire ad Azkaban o cadere sul campo di battaglia e il solo pensiero di essere separato da Alexandra era in grado di mozzargli il respiro e farlo tremare di terrore. Barty continuava a proclamare la sua fiducia nell’Oscuro Signore e fare pressioni affinché venisse ammesso nella cerchia dei fedelissimi. Regulus non era certo di poter confidare i suoi dubbi a Barty e temeva che su quel punto si sarebbe potuta verificare una rottura tra loro.

L’estate arrivò in fretta e con essa la richiesta dell’Oscuro Signore di avere Kreacher in prestito. Era stato un onore che, tuttavia, aveva sollevato un sacco di dubbi, soprattutto perché l’Oscuro Signore non aveva voluto coinvolgerlo nella missione. Aveva usato il suo elfo domestico e glielo aveva restituito moribondo e tremante. Regulus aveva avuto paura e si era fatto raccontare da Kreacher cosa volesse da lui l’Oscuro Signore.

Era stato complicato costringere l’elfo a dirgli per filo e per segno quanto accaduto e Regulus era rimasto sconvolto. Poco dopo, Alexandra si era presentata a Grimmauld Place per prendere il tè con Walburga e salutare Regulus e lui non era stato in grado di nasconderle le sue preoccupazioni.

“Cosa ti è successo?” gli domandò non appena l’aveva visto. Aveva l’aria preoccupata e Regulus si disse che avrebbe dovuto tranquillizzarla per non metterla in agitazione. Non poteva condividere quelle informazioni con nessuno.

“Una missione per l’Oscuro Signore,” rispose vagamente.

“Ho avuto un sogno pieno di presagi di sventura. Trovarti in questo stato mi terrorizza.”

Barty li aveva presi in giro, ma Regulus si fidava delle abilità di Alexandra in Divinazione, era convinto che il suo Occhio Interiore fosse inaspettatamente lucido e affidabile. Sapere che Alexandra aveva avuto un sogno con presagi di sventura lo aveva turbato ancora di più. Non poteva mentirle quando lei sentiva quello a cui lui stava andando incontro. Le prese le mani tremando, chiuse la porta della sua stanza ed evocò un Muffliato per essere certo di non essere ascoltato da nessuno.

“Prometti che resterà tra di noi quello che ti sto per dire? Nemmeno Barty può saperlo.”

“Te lo prometto.” Gli occhi marroni di Alexandra lo guardavano attenti e pieni di preoccupazione.

“Credo che l’Oscuro Signore abbia profanato con la magia oscura un medaglione antico. Voglio capire cosa ha fatto.” Alexandra venne scossa da un brivido e Regulus la sentì tremare tra le sue mani. “Cosa succede?”

“Quando hai nominato questo medaglione antico ho avuto un brutto presentimento. Stai attento.”

“Ho un sospetto e se fosse vero…”

“Oh, Regulus, non fare imprudenze, lo sai cosa succede ai traditori. Hai sentito Bellatrix?” La voce di Alexandra tremava al ricordo dei racconti di Bellatrix. Lui aveva visto le Cruciatus lanciate dalla cugina, aveva sentito la sua risata, visto il Marchio Nero lanciato in aria da Rabastan, mentre Rodolphus tentava di riportare l’ordine e scagliava l’Anatema che Uccide sulla povera vittima. Se il racconto aveva terrorizzato Alexandra, il ricordo non aveva fatto dormire Regulus per diverse notti. Ancora adesso continuava a sentire le urla delle vittime e i loro volti deformati dal dolore quando chiudeva gli occhi.

“Alex, ho partecipato a delle spedizioni punitive. So cosa succede.” Vide la preoccupazione crescere nello sguardo di Alexandra. “Come posso vivere sapendo cosa fa? E se lui non fosse affatto interessato alla causa dei Purosangue? E se fosse solo interessato al potere e a instaurare un regime di terrore?”

“Tu sapevi cosa faceva da prima di entrare nella sua cerchia più ristretta, Regulus, sapevi che da quel giuramento non si sarebbe potuti tornare indietro.”

“Devo riscattarmi da questo errore.”

“Non puoi rimanere come ti preferisco io?” gli domandò tra le lacrime. Regulus sbatté le palpebre incredulo: “Come sarebbe?” Alexandra avrebbe voluto che lui rimanesse un Mangiamorte? Era diventata così forte la sua adesione alle idee dell’Oscuro Signore? E dire che era sempre stata la più tiepida di loro tre.

“Vivo, Reg, ti preferisco vivo. Non posso immaginare di vivere senza di te. Tu pensi che il più grande mago oscuro vivente non abbia preso precauzioni? Che non abbia profanato chissà quanti medaglioni?” Alexandra venne scossa da un altro brivido mentre gli occhi si riempivano di lacrime. Si strinse a lui e la voce lo supplicava: “Ti prego, Regulus, non commettere imprudenze. Promettimi che farai attenzione e che lascerai perdere questa storia. Pensa a quanto abbiamo dovuto aspettare per essere così felici, insieme.”

“Non pensi che potrei aiutare chiunque deciderà di sconfiggere l’Oscuro Signore?”

Sentì le mani di Alexandra accarezzargli il viso, mentre con gli occhi umidi di lacrime lei lo implorava: “Rimani vivo e lo aiuterai quando comparirà. Parlane con il professor Silente, lui saprà consigliarti. Resta con me fino ad allora. Ti sosterrò in ogni tua scelta, sarò sempre al tuo fianco, anche a costo della vita, ma ti prego, non mi lasciare adesso.”

“Lo sai che c’è una guerra fuori?”

Alexandra annuì. “Pensi che non sia terrorizzata al pensiero dei due anni in cui sarò ad Hogwarts e tu sarai qua fuori? Avevo pensato di rinunciare a prendere i M.A.G.O. per rimanerti vicina.”

Regulus rimase sconvolto da quella confessione. Scosse la testa e le disse: “No, è fuori discussione. Tu devi completare la tua educazione magica. Andrai a lavorare al Ministero della Magia e diventerai un importante consigliere del Wizengamot o Ministro della Magia. Salazar solo sa se avremo bisogno di essere influenti.”

Si chinò a baciarla, mentre le asciugava le lacrime. Come poteva lasciarla da sola? Come aveva potuto pensare di separarsi da lei? Alex aveva ragione, avrebbe potuto parlare con Albus Silente, l’unica persona che l’Oscuro Signore temesse e collaborare con la resistenza una volta che fosse comparso qualcuno in grado di affrontarlo. Forse avrebbe potuto prendere contatti con Sirius. Non aveva senso sacrificare tutta la sua felicità adesso. Forse, senza la sua Alex, l’avrebbe fatto.

Walburga aprì la porta e li trovò in piedi, abbracciati, il viso di Alexandra tra le mani di Regulus, mentre lui la baciava.

“Non è appropriato che stiate con la porta chiusa,” si limitò a dire. Un tempo avrebbe urlato, anche quello era un passo avanti. “Alexandra sembra sconvolta, cosa è successo?”

“Un piccolo crollo di nervi,” disse Alexandra mentre si ricomponeva velocemente.

“Ti faccio preparare una tazza di tè, non è il caso che qualcuno ti veda in queste condizioni,” le disse portandola via. Regulus rimase nella stanza ad osservare il modo in cui sua madre portava via Alex e le sembrò quasi amorevole.

 

   
 
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