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Autore: Severa Crouch    25/10/2020    2 recensioni
Regulus Black ha commesso un terribile errore: è diventato un Mangiamorte. Lo realizza quando, inaspettatamente, i suoi genitori acconsentono al fidanzamento con la ragazza di cui è innamorato da sempre, Alexandra Turner. La vita è troppo bella e preziosa per rischiare di perderla in una guerra, soprattutto quando il mago a cui hai giurato fedeltà nasconde la sua sete di potere dietro le idee dei Purosangue. Espiare a un errore, dunque, diventa una scelta doverosa e una corsa contro il tempo per salvare le persone che ama.
Dal primo capitolo:
“Non pensi che potrei aiutare chiunque deciderà di sconfiggere l’Oscuro Signore?”
Sentì le mani di Alexandra accarezzargli il viso, mentre con gli occhi umidi di lacrime lei lo implorava: “Rimani vivo e lo aiuterai quando comparirà. Parlane con il professor Silente, lui saprà consigliarti. Resta con me fino ad allora. Ti sosterrò in ogni tua scelta, sarò sempre al tuo fianco, anche a costo della vita, ma ti prego, non mi lasciare adesso.”

Minilong in 3 capitoli
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Bartemius Crouch junior, Nuovo personaggio, Regulus Black
Note: What if? | Avvertimenti: Threesome, Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Capitolo 3

La fine e l’inizio

1981

 

L’ultimo anno di Hogwarts era volato con la stessa velocità con cui era volato il sesto anno. La differenza, rispetto all’anno precedente, era che Alexandra riceveva in continuazione gufi da Walburga e sua madre per discutere dei preparativi del matrimonio con Regulus.

Le due donne sembravano assolutamente determinate a farli sposare non appena lei avesse ottenuto i suoi M.A.G.O., mentre Alexandra avrebbe preferito attendere Yule e sposarsi nel caldo di una dimora cittadina, in modo da poter organizzare il matrimonio con calma una volta tornata a casa, ma le sue osservazioni erano finite nel vuoto e persino Regulus sembrava impaziente di sposarla.

Le uscite a Hogsmeade avevano consentito di spezzare l’attesa e di ritagliarsi dei momenti di piacere insieme a Barty. Regulus sembrava rifiorito durante l’ultimo anno, nonostante la guerra e i provvedimenti presi dal signor Crouch contro l’avanzata dei Mangiamorte. Sembrava sereno e, avrebbe osato dire, persino ottimista sull’imminente fine della guerra.

Alexandra non aveva avuto il coraggio di domandare a Regulus del medaglione profanato o di come andassero le indagini con il professor Silente. Sapeva che da quando lui aveva parlato con il preside, i presagi funerei erano cessati e persino nelle foglie di tè non trovava più traccia di quegli orribili segni premonitori e si era tranquillizzata. Restava la preoccupazione per Barty che, al contrario, si incupiva ad ogni provvedimento preso da suo padre. Alexandra usava tutta la sua influenza per evitare che venisse fatto oggetto di attacchi diretti da parte degli altri studenti, ma tutti le avevano fatto presente di non essere affatto contenti di quella situazione.

Avevano consegnato da poco l’ultima prova dei M.A.G.O. e lei e Barty erano scesi lungo i prati, decisi a godersi gli ultimi giorni di tranquillità prima del rientro a casa e del loro ingresso nel mondo degli adulti. Erano riusciti a trovare un angolo appartato sulla riva del Lago Nero e Barty si era disteso poggiando la testa sul grembo di Alexandra che si divertiva a far scorrere pigramente le sue dita tra i capelli sottili di lui. “Sai che amo le tue lentiggini?” gli domandò.

Barty sorrise. “Mi mancheranno questi momenti con te.”

“Ne avremo altri, insieme a Regulus. Non appena avessero sbrigato quella formalità del matrimonio.”

Barty sospirò: “È che mi piacerebbe essere tuo marito. Vorrei che entrambi lo fossimo. Invece, sarò costretto ad osservarvi fare le promesse all’altare e poi nella tenda, quando vorrei intrufolarmi anch’io.”

Alexandra scoppiò a ridere: “Creeremmo uno scompiglio tale che del nostro matrimonio si parlerà nei secoli!” Passò un’altra volta le dita tra i capelli di Barty, lo sentì irrigidirsi e alzarsi di scatto.

“Cosa succede?” domandò preoccupata. Barty toccò il suo braccio e le disse: “Il Marchio Nero sta bruciando. Non capisco perché…”

“Ma non puoi Materializzarti da lui, sei a Hogwarts.”

Si guardavano intorno confusi. Sembrava che non ci fosse nessuno studente intorno a loro. Sentirono il rumore di alcune esplosioni in lontananza e si diressero verso la scuola per capire cosa stesse accadendo. Nessuno di loro due si aspettava di trovare i Mangiamorte e gli Auror che combattevano sui prati della scuola.

Sembrava che, in qualche modo, l’Oscuro Signore avesse abbattuto tutte le difese della scuola.

“Sei arrivato tardi, Tom,” disse Albus Silente, “il tuo segreto è stato scoperto e sei di nuovo mortale.”

“Basta con queste chiacchiere!” sbottò Bartemius Crouch, guardò Lord Voldemort e disse: “La dichiaro colpevole per crimini contro il mondo magico e quello babbano! Si arrenda e avrà un processo equo.”

Lord Voldemort scoppiò a ridere, seguito dagli altri Mangiamorte. Guardò in direzione di Barty. Alexandra gli afferrò il polso per impedirgli di andare. Barty si voltò verso di lei, scosse leggermente la testa e sfuggì alla sua presa raggiungendo i Mangiamorte. Sembrava eccitato dall’idea di affrontare suo padre.

“Salve padre!” esclamò.

“Barty! Cosa fai?” Il signor Crouch era sconcertato. Barty aveva un ghigno di trionfo sul volto e mostrò il braccio sinistro al padre. Fu quel gesto che gli impedì di difendersi dall’Anatema che Uccide scagliato proprio da Bartemius Crouch. “Tu non sei mio figlio!” esclamò mentre il figlio cadeva per terra privo di vita e il padre tornava a combattere contro gli altri Mangiamorte.

Nel momento in cui la maledizione colpì Barty Alexandra urlò “No!” e corse verso il corpo del ragazzo che amava, ma non riuscì che a fare pochi passi. Regulus, alle sue spalle, la trattenne stringendola tra le braccia, mentre il suo corpo si dimenava per correre da Barty.

Erano entrambi in lacrime, Regulus le sussurrava tra i singhiozzi: “Non tutte le persone che amiamo possono essere salvate. Barty è caduto in battaglia, come aveva sempre voluto.”

La costrinse a rimanere ai margini della battaglia, immobilizzata tra le sue braccia, mentre osservavano cadere, una dopo l’altra, le persone con cui erano cresciute. Dopo Barty assistettero alla morte di Bellatrix Lestrange e l’aria si riempì dell’urlo disperato di Lord Voldemort, poi fu il turno dei Lestrange. Si ritrovarono da soli contro una decina di Auror e fu impossibile per loro non soccombere.

Alastor Moody, Bartemius Crouch, Rufus Scrimgeour e Amelia Bones avevano circondato Lord Voldemort mentre combatteva contro Albus Silente. Approfittarono del momento in cui Lord Voldemort stava rispondendo a un incantesimo di Silente per attaccarlo insieme. L’Anatema che Uccide scagliato dai quattro Auror fece cadere al suolo il mago oscuro più potente della storia, mettendo fine alla guerra magica.

I Mangiamorte sopravvissuti si Smaterializzarono, approfittando delle difese abbattute della scuola, mentre gli studenti osservavano quella scena atterriti.

“Sai che non approvo questi metodi, Bartemius.”

“Suvvia, Albus, in guerra non possiamo andare per il sottile. Si è preso mio figlio quello stronzo. L’importante è che questa minaccia sia cessata.”

Alexandra si avvicinò al corpo di Barty insieme a Regulus, si inginocchiò e scoppiò in lacrime.

“Tuo figlio era amato, nonostante tutto.” Il professor Silente continuava a parlare con il signor Crouch. Adesso era tutto finito, che senso aveva fingere ancora?

“Mio figlio è sempre stato un ingrato,” concluse Bartemius, “Quando lo saprà Evelyn morirà di crepacuore, povera donna.”

Alexandra non capì mai dove Regulus trovò la forza per alzarsi dal corpo di Barty e andare dal signor Crouch. Lo guardò negli occhi e gli disse: “Vorrei che ci permettesse di seppellirlo come si deve. Eravamo molto affezionati a Barty.”

Bartemius gli rivolse un’occhiata frettolosa e disse: “Ma sì, fate pure quello che volete. Non è più mio figlio.”

Alexandra alzò lo sguardo e vide il corpo di Bellatrix, poco distante. Si chinò a pulirle il viso dalla fuliggine e le chiuse gli occhi, rimasti spalancati. Fece lo stesso con Rabastan e poi si ritrovò accanto al corpo di Rodolphus. Sorrise tristemente mentre spostava i ricci neri dalla fronte. “Adesso potrò contare solo su Malfoy come compagno di un Black…” Sospirò.

Spostò lo sguardo verso Regulus e lo trovò di fronte a Sirius, si puntavano la bacchetta a vicenda senza perdersi di vista. “Speravo che avresti capito, ma invece ti ritrovo dalla parte sbagliata,” disse Sirius.

“Dovresti riconsiderare tuo fratello, Sirius,” lo interruppe Silente avvicinandosi ai due. Alexandra raggiunse Regulus. “Senza l’intervento di Regulus, oggi Voldemort non sarebbe morto. È stato determinante nella ricerca degli horcrux e ha corso un grande rischio come infiltrato tra i Mangiamorte.”

Sirius rimase sorpreso.

“Sono stato solo un po’ più lento a capire,” disse Regulus rivolgendosi al fratello, e forse anche quella era una colpa da espiare. I due fratelli si riabbracciarono dopo sei anni in cui non si erano nemmeno rivolti la parola. Alexandra sorrise e si scambiò uno sguardo con quella che doveva essere la ragazza di Sirius, Laelia, le pareva che si chiamasse.

I giorni successivi furono assorbiti dal pianto per i defunti. Alexandra e Regulus decisero di rinviare le nozze a Yule per segno di lutto nei confronti di Bellatrix, dei Lestrange, ma soprattutto di Barty, la cui assenza sembrava divorare la loro anima.

Le loro famiglie furono sconvolte dal dolore che lessero sui volti e sui corpi di Alexandra e Regulus, sullo sguardo smarrito e il sorriso spento. Non riuscivano a spiegare l’intensità del loro dolore, era come se avessero strappato una parte del loro corpo. La possibilità di stare insieme li aiutava ad affrontare il lutto, si dicevano che si sarebbero amati anche per Barty e continuavano ad andare a trovarlo al cimitero.

Fu solo dopo l’estate che Walburga riuscì a trascinarla da Twillfitt and Tatting’s per l’abito da sposa. “Madama McClan non è assolutamente all’altezza di un matrimonio Purosangue tradizionale,” le disse mentre camminava impettita per la via principale di Diagon Alley.

“Per nulla,” convenne Darlene, “Non ti dico gli orrori che ci ha mostrato per il matrimonio di Robert ed Emily lo scorso anno. Orrori! Così pacchiani e privi di gusto!”

“Le ultime volte che ho ordinato un abito, però, ho realizzato io il disegno,” provò a dire Alexandra che, invece, era sempre andata da Madama McClan e non aveva avuto l’impressione che non fosse un ottimo negozio.

“Certo, cara, le vesti da strega vanno bene, ma l’abito da sposa è un altro discorso!” Darlene camminava avanti, impettita come la sua amica, mentre Walburga le arpionava il braccio e Alexandra cercava di tenere il passo. Si sentiva vulnerabile senza Regulus.

Quando si avvicinarono al negozio incontrarono Narcissa ed Elizabeth Nott. La prima indossava una splendida veste da strega nera, mentre la seconda indossava un abito chiaro sui toni del blu che rendeva meravigliosa la sua carnagione.

“Lizzie!” esclamò Alexandra, felice di vedere un volto amico.

“Tua madre ci ha gentilmente avvertite,” le disse Narcissa, “Hai bisogno del parere di streghe che ti siano vicine di età.”

“E sufficientemente beneducate,” aggiunse Elizabeth, attirando una risatina di Narcissa e delle signore mentre entravano nel negozio. Madama Tatting le accolse con una voce che sembrava il cinguettio di un uccellino. “Lady Black, che piacere! Oh, Lady Rowle, ma è sempre un incanto!” esclamò facendole accomodare in un salottino, mentre le squadrava una per una, dalla testa ai piedi.

“Lady Malfoy, resta sempre la mia modella preferita!” disse guidando Narcissa su una poltroncina.

“Troppo gentile Madama Tatting!”

“Ma qui c’è anche Miss Nott! Vuole sbirciare per il suo prossimo matrimonio? Congratulazioni!”

“Grazie. In effetti, spero di avere qualche spunto anche per le mie nozze!”

Madama Tatting si voltò verso Alexandra e le sorrise: “Dunque tu sei la sposa! La fortunata ragazza che ha rubato il cuore del nostro giovane Black! Ricordo ancora quando Lady Walburga è venuta a farsi fare gli abiti per la gravidanza!”

Alexandra arrossì e annuì imbarazzata: “Sì, sono io, molto piacere!”

“Chi è che ti ha fatto questa veste discutibile?” domandò Madama Tatting, “Darlene, non dirmi che tua figlia va da quella cialtrona della McClan?”

“Sai come sono i ragazzi… Con il matrimonio, però, le servirà un guardaroba degno di una strega per bene. Torneremo a fare un po’ di compere. Conserva le misure di Alexandra che è appena diventata una tua nuova cliente.” Sua madre non aveva perso un attimo e le aveva risposto a tono. Aveva minimizzato quella che poteva essere una gaffe e incentivato la strega a fare un ottimo lavoro in vista delle future commesse che avrebbe ottenuto dalla sua nuova cliente. Alexandra sentiva di essere appena entrata nel mondo delle streghe adulte.

Il metro magico si agitava intorno a lei rimbalzando da terra al fianco, alla spalla, correndo lungo le braccia, mentre Madama Tatting dettava le misure a una Piuma Prendiappunti e commentava ad alta voce: “Molto interessante!”, “Oh, incantevole!”, “Mia cara, il decolté lo valorizziamo, d’accordo?”

Venne spinta nel camerino e le passarono alcuni modelli di abito da sposa, ma ogni volta che usciva dal camerino tutte le sue accompagnatrici scuotevano la testa. Dopo il quarto cambio di abito, Alexandra perse la pazienza e disse a Madama Tatting, davanti le altre accompagnatrici.

“Questi abiti non vanno bene perché sto cercando di organizzare una cerimonia tradizionale. Voglio unire i riti per il sabba di Yule con quelli matrimoniali e questi abiti non vanno bene, sono troppo… moderni. Ho bisogno di un abito dal sapore antico.”

“Peccato, avevi un corpo perfetto per poter osare! Ma ogni sposa ha il suo abito ed è giusto che la sposa di un Black osservi le tradizioni.”

Madama Tatting tirò fuori alcuni abiti, Alexandra ne scelse uno in seta verde chiaro con decorazioni floreali in pizzo bianco, con uno scollo ampio e le maniche lunghe in pizzo che richiamavano le illustrazioni con cui veniva ritratta Morgana. Lo trovò incantevole. Indossò l’abito ma non le stava bene per nulla. Il colore contrastava con la sua carnagione. Si stava scoraggiando quando Madama Tatting si illuminò e le disse: “Credo di avere il vestito perfetto per te!” corse fuori dal camerino, la sentì agitare la bacchetta e pochi istanti dopo tornò con un abito in tulle bianco con applicazioni floreali e un bellissimo scollo che le lasciava le spalle scoperte.

Alexandra provò l’abito e rimase incantata davanti allo specchio. Era meraviglioso. Sapeva di antico, ma non era vecchio, la faceva sembrare una creatura leggera. Le applicazioni floreali in pizzo la facevano sembrare appena uscita da un bosco. Uscì a sottoporsi al giudizio delle sue accompagnatrici che, nel frattempo, chiacchieravano.

Le vide annuire tutte quante e lei era felicissima di aver finalmente trovato l’abito. Davanti lo specchio, Madama Tatting le disse: “Adesso immagina di vedere il tuo sposo in fondo alla navata. Come ti senti?” Alexandra immaginò Regulus, lo sguardo che le avrebbe rivolto vedendola con quell’abito e sentì lo stomaco sobbalzare. Annuì sorridendo. Trattenne la lacrima che minacciava di sfuggirle, temendo che Darlene e Walburga avrebbero disapprovato.

“È l’abito giusto?” domandò Madama Tatting.

Alexandra annuì.

 

***

Regulus rientrò in casa più tardi del solito e trovò Alexandra intenta a sfogliare riviste piene di fiori e mostrare a Walburga le sue scelte. Si era attardato al Ministero con il consigliere Parkinson su alcune trattative che si erano arenate. Aveva trovato sua mamma esausta, mentre Alexandra sembrava ancora fresca e pronta a discutere di tutti i dettagli. Regulus sorrise nel vedere, per la prima volta, sua madre in difficoltà.

“Oh, Regulus, sei tornato! Guarda tu i fiori con Alexandra, io devo ritirarmi nelle mie stanze!”

Sentirono la porta sbattere e Regulus ridacchiò: “Hai messo in fuga mia mamma?”

“Oh, Salazar! Si è fatto tardi! Non mi ero resa conto dell’orario! È che ci sono così tante cose da decidere e per ogni cosa devo spiegare perché è importante che ci sia quel fiore, il suo significato, il periodo dell’anno, l’utilità nei riti.”

“Alex, fermati.” Regulus le prese il volto tra le mani per guardarla negli occhi, “È tardi. Ne parliamo domani.” Era così abituata alle sessioni intensive di ripasso a Hogwarts che perdeva il senso del tempo. Occorreva riportarla con i piedi per terra: “Pensa se alla Alex bambina avessero detto che un giorno avresti fatto fuggire Walburga da una conversazione sui fiori!”

Alexandra scoppiò a ridere. Aveva una risata deliziosa, quasi sottovoce, di quelle che non disturbano, ma chi la osservava vedeva che rideva con l’anima. “Dove sei stato fino a quest’ora?” gli domandò.

“Al Ministero con Parkinson. Ci sono delle trattative che si sono bloccate. Ti ho portato gli annunci per i nuovi tirocini. Se continui a mettere alla prova mia madre in questo modo, sono sicuro che tirerà un sospiro di sollievo quando inizierai a lavorare al Ministero!”

Alexandra lo abbracciò ridacchiando: “Sei così dolce, ti amo anche per questo.”

Regulus sentì le labbra di Alexandra sulle sue e ogni volta che si baciavano in quella casa gli sembrava di impazzire di gioia. Presto si sarebbero trasferiti nell’appartamento all’ultimo piano, quello che aveva anche un piccolo terrazzino sui tetti di Londra. Avrebbe passato la vita a baciarla in quella casa e persino a fare l’amore e avrebbero cresciuto i loro bambini. Grimmauld Place si sarebbe riempita di amore, e di sorrisi, di giochi e risate. Non sarebbe stato più il posto cupo e grigio in cui era cresciuto, perché loro erano diversi da Orion e Walburga e sarebbero stati in grado di rendere i loro antenati fieri senza rinunciare alla felicità.

La sera di Yule si unirono in matrimonio con un rito tradizionale. Si ritrovarono a casa Turner, per rispettare il lutto di zia Druella e zio Cygnus per la perdita di Bellatrix. Intorno a loro c’erano le famiglie sopravvissute alla guerra, qualcuno era persino finito ad Azkaban e quelli che rimanevano si guardavano smarriti.

Era stato difficile far capire alle famiglie Purosangue la natura delle sue azioni e il perché l’Oscuro Signore non era stata la risposta giusta alle domande delle loro famiglie. Alexandra lo aveva aiutato a spiegare come fossero stati profanati i loro cimeli e come dietro la politica della tutela del sangue si nascondesse la sete di dominio di un uomo che puntava all’immortalità.

La scelta del rito tradizionale, dunque, si poneva in continuità con quella che era l’antica e nobile storia delle famiglie magiche e sembrò una scelta apprezzata.

Regulus era nervoso davanti lo specchio di quella che un tempo era stata la stanza di Robert. Aveva invitato Sirius, ma suo fratello aveva declinato, dicendo che per certe cose ci vuole tempo, che alcune ferite non si sanano come se nulla fosse accaduto e, soprattutto, non era pronto per rivedere e sorridere a sua madre come se nulla fosse. Si erano dunque visti qualche sera prima del matrimonio e avevano bevuto una Burrobirra al Paiolo Magico, contenti di non doversi più nascondere o mantenere alcuna copertura.

Robert entrò nella stanza per verificare che fosse tutto a posto, seguito da Aldous Yaxley ed Ezra Travers.

“Lizzie mi dice che Alex è in ansia,” disse Ezra sorridendo.

“Come sempre,” commentò Robert strappando una risata anche a Regulus. “È un cerchio che si chiude, sai? Non sono mai riuscito a immaginare l’una senza l’altro. Fin da quando passavate i pomeriggi a giocare a Scacchi Magici. Io e Sirius ci domandavamo che cosa ci trovassi di tanto divertente, ma adesso penso di averlo capito.”

“Ne avete impiegato di tempo,” ridacchiò Regulus, mentre Aldous dal ciglio della porta faceva loro segno di poter andare.

Regulus sentì il sospiro sospendersi per tutto il tempo in cui Alexandra percorse quel corridoio di sedie che riempiva il salone delle feste di casa Turner. Era bellissima nel suo abito da sposa e non riusciva a smettere di sorriderle nervosamente e toglierle gli occhi di dosso.

Lucien, il loro celebrante, li richiamò iniziando la funzione. Recitarono le formule magiche e sentirono le loro vite unirsi per sempre.

“Puoi baciare la sposa”

Si scambiarono un bacio che era dolce, lento e perfetto. Le loro labbra si allontanarono e Regulus incontrò gli occhi luminosi di Alexandra e il suo sorriso. Si presero per mano e non si lasciarono per tutto il resto della serata, nonostante i parenti e gli amici cercassero di catturare le loro attenzioni. Rimasero vicini, cercandosi con lo sguardo e intrecciando le loro dita perché entrambi avevano paura di perdersi se si fossero allontanati troppo.

Nel giardino casa Turner era stata allestita la tenda tradizionale per il rito della consumazione del matrimonio. Regulus vide arrivare Alexandra con indosso solo una vestaglia bianca piena di ricami preziosi. Le sorrise mentre entravano nella tenda e andavano verso il letto.

“Non sai quanto mi secca che stiano qui fuori a guardare,” le sussurrò.

Alexandra sorrise: “Lo sai che il rito non si perfeziona se saltiamo questo passaggio. Lasciali guardare, io amo solo te.” La sorresse mentre lei si sollevava sulle punte per baciarlo allungando le sue braccia sottili oltre il suo collo per accarezzargli le spalle. Scese a baciarla sul collo, sentendo il profumo di talco del bagno schiuma, lo stesso che utilizzava lui, e la trovò invitante. Sciolse il nastro che chiudeva la vestaglia e la guidò sul letto.

Si perse ad ammirarla, baciarla e accarezzarla, sentendo il corpo di lei che tremava sotto le sue carezze e la schiena che si inarcava verso di lui, quasi fosse un incantesimo di Appello. Affondò in lei lentamente, assaporando ogni momento, ogni sensazione, perdendosi negli occhi della donna che amava da sempre.

Aveva ragione Robert, era un cerchio perfetto che si chiudeva. Fin da quando si sorridevano nell’atrio di Grimmauld Place, quando lei arrivava e lui le andava incontro. I pomeriggi passati a giocare a Scacchi Magici e origliare le conversazioni delle madri, la punizione presa l’estate dei suoi undici anni, quando volevano trovare un modo per convincere il Cappello Parlante a farlo finire in Serpeverde. Tutto li aveva condotti fin lì. Persino Barty, l’amore che entrambi continuavano a provare per lui e che resisteva al passare del tempo, aveva finito per rafforzare il loro legame, rendendolo indissolubile.

Adesso Alexandra lo guardava e chiamava il suo nome e infilava le dita tra i suoi capelli neri in quelle carezze che gli provocavano brividi in tutto il corpo. Si abbandonarono all’orgasmo e continuarono a baciarsi e poi ad amarsi altre volte, come avrebbero fatto nelle notti successive.

Il giorno dopo, incuranti delle battutine dei testimoni del loro amore, partirono per il viaggio di nozze. Stavano preparando le ultime cose quando lo sguardo di Regulus venne attratto da una scatolina sulla toeletta di Alexandra, si avvicinò e l’aprì. Trovò degli orecchini che aveva già visto, ma era assurdo. Non aveva assolutamente senso.

“Ti piacciono?” domandò Alexandra, “È stato un pensiero carino, non trovi?”

“Da parte di chi provengono?” domandò incuriosito.

“I Lestrange. Sono un dono di nozze. Avevano dato disposizione alla Gringott di farmeli recapitare il giorno del matrimonio.”

Regulus osservò Alexandra incuriosito e decisamente sorpreso. Quella era la scatola che lui aveva riposto nella camera blindata dei Lestrange su richiesta di Rodolphus. Doveva essere il cadeau che la Yaxley aveva restituito a Rodolphus. Oppure no?

“Mia cugina Bella ti ha regalato questi orecchini?” continuò a domandare, sempre più scettico, “Non è un regalo da lei…” mormorò mentre osservava quei due diamanti. Era un regalo molto bello ed elegante.

“In effetti sul biglietto c’è solo il nome di Rodolphus, guarda!” Alexandra gli passò il biglietto mentre continuava a chiudere le valigie e controllava di aver preso tutto.

Con l’augurio che possano sempre illuminare il tuo sorriso. Con affetto, Rodolphus Lestrange.

“Quel grandissimo stronzo!” esclamò indignato. Alexandra sollevò lo sguardo dalla valigia perplessa: “Reg!” esclamò e quasi gli ricordava quando da bambini lui imprecava se si faceva male o un incantesimo non gli usciva bene. “Insomma, Rodolphus è pure morto! Non mi sembra il caso di reagire così. È stato un bel pensiero.”

“No, lui aveva messo gli occhi addosso a te! Quello stronzo ha chiesto a me di mettere questa scatola nella sua camera blindata.”

“Ma non ti eri proposto tu?”

“Non lo difendere, Alex! Adesso mi spiego tutte quelle domande su dove fosse la mia bella fidanzata, se riuscissi a studiare o mi perdessi a contemplare i tuoi begli occhi. Ho sempre pensato che mi stesse prendendo in giro, ma lui voleva provarci con te!”

“Ma figurati, Reg! Era sposato con Bellatrix, che è una moglie decisamente più bella di me, e comunque non ha senso questo discorso, visto che sia lui che Bella sono morti, e non puoi essere geloso di un morto!”

Alexandra fece levitare le valigie con la bacchetta e prese sottobraccio Regulus dicendo: “Non voglio passare il viaggio di nozze pensando ai Lestrange!” Regulus sospirò, ma un senso di mal di stomaco gli rimase per un po’ di tempo, finché Alexandra non gli fece tornare il buon umore in una splendida pasticceria spagnola.

Dopo la guerra sentivano il bisogno di sole e calore e avevano pensato che un posto come la Spagna potesse dar loro ciò che ricercavano. Si persero tra i vicoli del quartiere magico di Barcelona, nel pieno del Barrì Gotic e assaporarono la cucina locale. Bevvero, ballarono e risero moltissimo. Scesero verso sud e attraversando Valencia fino a Siviglia, Cadice, Malaga.

Si riempirono gli occhi di fiori, profumi, sapori nuovi e sole, tantissimo sole, per scacciare le tenebre del mondo in cui erano vissuti.

Londra non era così generosa con la luce, ma Regulus si disse che avrebbero potuto rendere più accogliente la loro casa. Tre mesi dopo il loro rientro a casa, Alexandra gli annunciò che presto avrebbero avuto il loro primo figlio.

Walburga, Darlene, Edward e Orion furono al settimo cielo per la notizia e non persero tempo a diffonderla per il mondo magico ad amici e conoscenti. “I Black avranno un nuovo erede!”

Si era creata una certa armonia a Grimmauld Place che Regulus non aveva creduto possibile. Alexandra aiutava Walburga nelle sue incombenze e a volte era così meticolosa da stancarla (Regulus pensava che sua madre stesse solo invecchiando). La domenica si trovavano con Narcissa, Lucius e il piccolo Draco che stava imparando a camminare.

Regulus avrebbe voluto che quando era bambino qualcuno gli avesse detto che non sarebbe stato poi così male diventare adulto. Avrebbe voluto sapere che era meraviglioso svegliarsi al mattino con la persona che amavi da sempre e persino il lavoro al Wizengamot era meno noioso e più divertente di quanto gli avessero mai fatto credere.

 

***

 

Grimmauld Place, Natale, 1986

“Alioth non correre per le scale!”

Quel bambino la faceva impazzire, era perennemente irrequieto. Adesso che stavano arrivando Sirius, Lele, Robert ed Emily, con i cuginetti, poi, sembrava incontenibile. Continuò a spazzolare i capelli di Talitha e le disse: “Mi raccomando, tu non prendere da tuo fratello!”

La bambina le restituì un sorriso. Era adorabile nel suo abitino di velluto verde. Alexandra si chinò a darle un bacio sul guanciotto. “No, mamma, mi sporchi!” protestò la bambina che, insieme al fratello, sembravano considerarla un po’ troppo espansiva nei suoi gesti d’affetto. Tuttavia, Alexandra non aveva più intenzione di nascondere l’amore che provava da quando aveva scoperto che era il modo migliore per allontanare l’oscurità dalla sua vita e da quella della sua famiglia.

Il ricordo di Barty rimaneva un monito e lei e Regulus si erano giurati che nessuno dei loro figli avrebbe provato la paura, la solitudine e l’angoscia che loro avevano provato durante l’adolescenza.

Arrivò nell’atrio a controllare se tutto fosse in ordine. Sistemò il rametto di vischio proprio dove da bambini lei e Regulus avevano sentito il desiderio di darsi un bacio e vide Regulus scendere le scale con Alioth in braccio. Erano identici, entrambi con gli occhi grigi e i lunghi capelli neri che scendevano in morbide onde.

Alioth aveva quattro anni oramai, era arrivato subito dopo il matrimonio e aveva portato la serenità d’animo a cui sua madre anelava negli ultimi giorni di vita. Walburga si era spenta serenamente lo scorso inverno e dopo poco Edward l’aveva seguita, mentre Orion e Darlene sembravano più amici che mai.

Bussarono alla porta e Alexandra accolse Robert, Emily e il piccolo Edward che si lanciò dalle braccia del papà per baciare la zia sotto il vischio. Sulle scale Alioth premeva per andare incontro al cuginetto. Spuntò anche Talitha da dietro le gambe di Regulus che la prese per mano e guidò i nuovi arrivati nel salone.

“Kreacher, è tutto pronto per il pranzo di Natale?” L’elfo annuì: “Oh, sì, padrona, la mia cara vecchia padrona sarebbe contenta di queste feste in famiglia!”

“Lo spero Kreacher, stiamo per fare un miracolo! Tra un po’ arriva Sirius!”

“Padrona, ma Sirius ha spezzato il cuore della mia padrona.”

“Ma il perdono è una grande virtù e guarda i bambini come sono felici. C’è una cosa che serve per far crescere una pianta forte e antica come quella dei Black, oltre al sangue, ed è l’amore.” Kreacher non sembrò molto convinto, ma dopo una vita al servizio di Walburga era inevitabile che diventasse così chiuso. Alexandra si era detta che prima di lasciare questo mondo, persino Kreacher avrebbe cambiato modo di pensare.

Bussarono alla porta e questa volta vide Lele che la salutava con un abbraccio e Sirius che entrava in casa senza nascondere il disagio.

“Buon Natale!” esclamò Alexandra abbracciando Lele e dandole due baci sulle guance sotto il vischio. Era stato difficile organizzare quel Natale e senza l’aiuto di Lele non ci sarebbe mai riuscita. Dopo quella riconciliazione sul campo di battaglia, Alexandra e Lele avevano iniziato a scriversi perché erano entrambe convinte che i due fratelli dovessero riprendere a parlarsi.

Avevano organizzato degli incontri casuali per Diagon Alley, poi erano arrivate a usare la scusa dei bambini e del gelato da Florian, persino i giochi al parco, fino a che poco a poco, i due fratelli Black non avevano trovato normale vedersi e parlarsi. I bambini avevano iniziato a legare e poi era diventato naturale darsi degli appuntamenti per farli giocare insieme.

Tuttavia, quello era il primo pranzo di Natale in cui Sirius metteva piede a Grimmauld Place. Avevano dovuto attendere la morte di Walburga perché si decidesse a entrare in quella che considerava una prigione. Alexandra si era impegnata molto negli anni precedenti e poi dopo la morte di Walburga per alleggerire quegli ambienti e renderli più luminosi, pur rispettando la tradizione.

“Non ci sono più le teste degli elfi!” notò Sirius.

Alexandra gli sorrise guidandolo al piano di sopra: “Abbiamo fatto un po’ di cambiamenti, vedrai.”

Nel salone si respirava un’atmosfera natalizia come non l’avevano mai vissuta da bambini e soprattutto c’era calore dato dal camino che scoppiettava allegro e dalle candele incantate che decoravano l’albero e vari posti della casa.

Non era proprio Natale, era il pranzo della Vigilia ed era l’incastro perfetto. Nel pomeriggio, Robert, Emily e il piccolo Edward sarebbero partiti per l’Irlanda, dai genitori di Emily, Sirius, Lele e il piccolo Lealius sarebbero andati dai Potter, mentre loro erano invitati dai Malfoy per i riti di Yule.

“Prima che andiamo a tavola, Sirius, vorrei rimediare all’errore di mamma. Questa resta sempre casa tua.”

Sirius si strinse sulle spalle e scosse la testa: “No, Regulus, lascia stare. Mamma ha preso atto di una mia scelta. Ho impiegato troppo tempo per andare via da questa casa, non voglio che quell’arazzo venga riparato.”

Scese un silenzio imbarazzato. Robert annuì alle parole del suo migliore amico e prima che il silenzio diventasse gelo, Alexandra provò a sdrammatizzare, “Vorrà dire che Sirius sarà il seme di un nuovo ramo dei Black.”

“Black-Kendrick,” la corresse Sirius.

“Certo, Black-Kendrick, non volevo dimenticare Lele. Vogliamo andare a tavola e fare un brindisi per questo nuovo corso? Per i legami che si rinsaldano, le strade che si incrociano e il perdono, perché tutti noi possiamo sbagliare.”

Regulus le posò un bacio sulla guancia mentre andavano a tavola. Alexandra guardò le persone sedute intorno al tavolo e pensò a Walburga, a quante cose sbagliate avrebbe trovato intorno a quella che non era una tavola impeccabile.

C’erano Sirius, Lele e Laelius con un discutibile maglione natalizio e dei jeans babbani, c’erano Robert, Emily ed Edward con i loro completi eleganti di foggia babbana e c’erano lei, Regulus, Alioth e Talitha, e il piccolo in arrivo, che erano vestiti con l’abbigliamento tradizionale dei maghi. Walburga avrebbe detto che non era chiaro il tono della cena, e forse avrebbe fatto qualche commento sgradevole sullo stato di sangue di Emily e Lele, ma Alexandra e Regulus avevano imparato a ignorare i commenti di Walburga, convinti che la luce che vedevano negli occhi delle loro famiglie fosse più preziosa e più importante del tipo di sangue che scorreva nelle loro vene.

I sorrisi e le chiacchiere, alimentate dal vino elfico, aiutarono a riscaldare l’amicizia. Regulus prese la macchina fotografica e scattarono moltissime foto magiche dei due fratelli e delle loro famiglie che, finalmente, si erano riunite.

Quel Natale rappresentava la fine di un mondo e l’inizio di uno nuovo.

 

 

 

 

 

Note:

Eccoci alla fine di questo viaggio. Ho dato una gioia non solo a Regulus ma anche a tante altre persone, purtroppo ho dovuto sacrificare personaggi che amo immensamente come Barty e i Lestrange. Il canon-divergence è come le Arti Oscure, richiede sempre il pagamento di un prezzo. Alla fine, la morte può essere vista come una sorte migliore di Azkaban. Soprattutto se pensiamo al destino che il canon ha riservato a Barty Crouch Jr.

Non sapete la fatica per bloccare tutte le deviazioni Rodolphus/Alex (che ormai sono una delle mie OTP) e ho immaginato un sacco di scene e dialoghi dove ero con gli occhi a cuoricino, ma mi sono detta che no, bisognava dare una gioia a Regulus.

Vi sarete accorti che l’intervento di Regulus con Silente ha alterato il canone di un bel po’. Voldemort si presenta a Hogwarts a metà giugno 1981 perché si è accorto che Silente ha trovato il Diadema di Corvonero e lo ha distrutto. Nagini sarebbe stata creata nel 1994 con l’uccisione di Bertha Jorkins e ovviamente ancora non è andato dai Potter, quindi gli horcrux sono meno rispetto alla saga originaria.

Ho immaginato che per sconfiggere il più grande mago oscuro abbiano dovuto giocare sporco (ed è una cosa che mi aspetto tranquillamente da Bartemius Crouch che aveva autorizzato l’uso delle maledizioni senza perdono da parte degli auror). Quindi Voldemort è impegnato a duellare contro Silente (mica il primo che passa) e poi altri quattro Auror cazzuti gli vanno addosso e lui soccombe (era anche sconvolto dalla morte di Bella). Spero che la scelta convinca le fan di Voldemort.

I nomi dei figli di Alex e Regulus: Alioth e Talitha, sono nomi di stelle dell’Orsa Maggiore, per richiamare la tradizione dei Black di dare nomi delle stelle ai figli.

Laelia Morrigan Kendrick, detta Lele, è la protagonista di Until the very end di Lina Lee che mi ha gentilmente prestato la sua OC (grazie ancora!). Naturalmente, quello che ho scritto qui è totalmente inventato, immaginando come sarebbero andate le cose se la guerra fosse finita in quel modo. La storia di Lina Lee è completamente diversa.

So che avrei potuto usare la mia Alice, ma volevo una OC che non fosse purosangue e Lele era perfetta. Inoltre, Until the very end sembra del tutto speculare a Kintsugi e noi ci siamo scoperte di recente e questa cosa ci sta facendo ridere al punto da portarci a scambiare storie in cui Lele e Alex si fanno scherzi o dispetti.

Se vi piacciono i buoni, vi consiglio la lettura.

Grazie per aver letto fin qua! Non fatevi tante illusioni, questo universo collasserà su sé stesso e tornerò a scrivere dei miei amati Lestrange.

Sev

 

   
 
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