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Autore: Gaia Bessie    26/10/2020    6 recensioni
«Pensavo che sarebbe cambiato qualcosa» ammetti, piano. «Che ci saremmo semplicemente ritrovati».
«Non era il nostro tempo» dice, semplicemente.
[George/Daphne, tripla drabble | Partecipa alle iniziative "A scatola chiusa" e "Gioco di scrittura" del gruppo Facebook Caffé e Calderotti]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daphne Greengrass, George Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Turning out of the blue
 
{1 – Sogni}
 
I heard that you're settled down
That you found a girl and you're married now
I heard that your dreams came true
Guess she gave you things I didn't give to you
 
Hai detto che non c’era tempo, che non v’era uno spazio o un frammento d’istante in cui avreste potuto trovarvi, nella vostra folle ricerca l’uno dell’altro. Che non v’erano possibilità, né avrebbero potuto essercene, e allora era meglio smettere di cercarvi, di parlarvi, di sentirvi.
Ma non hai smesso di sperare, avresti potuto?
E adesso l’abito da sposa è luce accecante che ferisce gli occhi, deformandone la visione, e il sorriso di George ha l’odore e il sapore dei tuoi sogni, infranti, e dei suoi finalmente realizzati.
Adesso, forse, il tempo pensi che avresti potuto cercarlo. E trovarlo.
 
(98 parole)
 
 
{2 – Tempo}
 
I hate to turn up out of the blue, uninvited
But I couldn't stay away, I couldn't fight it
I had hoped you'd see my face
And that you'd be reminded that for me, it isn't over
 
«Non saresti dovuta venire, Daphne» lui ti guarda e sospira, nel vedere che ti tremano – nonostante tutto – ancora le mani. «Avrei voluto evitarti tutto questo».
Tu sorridi, la Serpeverde che vive nei tuoi ricordi sta scalpitando: hai ancora dell’amor proprio, che riluce come una lucciola morente tra l’oscurità che t’ha invaso la mente. Ma non riesci a trovarlo.
«Pensavo che sarebbe cambiato qualcosa» ammetti, piano. «Che ci saremmo semplicemente ritrovati».
George sorride, d’altronde non gli è rimasto altro. Cosa ti aspetti che ti dica, sembra volerti domanda, cosa ti aspetti che io faccia.
«Non era il nostro tempo» dice, semplicemente.
 
(100 parole)
 
 
{3 – Qualcuno come te}
 
Never mind, I'll find someone like you
I wish nothing but the best for you, too
Don't forget me, I beg
I'll remember, you said
Sometimes it lasts in love, but sometimes it hurts instead
 
Nella tua mente si sfogliano ricordi, come fiori di campo, senza un ordine preciso, senza un significato – il tempo se l’è mangiato, vivo, lasciandoti a un matrimonio non tuo e con uno sposo che ti dice che è finito, quel tempo, è collassato sui propri spigoli.
«Non lo sarà mai più» rispondi, piano. «Il nostro tempo».
George ride, evidentemente il tempo delle risate non è mai finito, per lui.
«Troverai qualcuno meglio di me».
«Troverò qualcuno come te» mormori, convinta.
E ci sarà un tempo e uno spazio che saranno giusti e perfetti, non ci saranno altri matrimoni e andrà bene. Ma, guardando quel sorriso triste, non riesci a crederci.
 
(110 parole)


 
Poco da dire, se non che mi scuso per la svolta crack che sta prendendo questo profilo. La storia si basa sulla canzone di Adele Someone like youche personalmente adoro e che ha contribuito a dare un titolo alla storia.
Inoltre era stata scritta per due iniziative del gruppo Facebook "Caffé e calderotti":

1. Il gioco "A scatola chiusa" con la traccia "Non era tempo per noi"
2. Il gioco "Gioco di scrittura", con la traccia Het 5 (Daphne)

Grazie per avermi letta e buon inizio settimana a tutti.
Gaia
   
 
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