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Autore: EcateC    26/10/2020    2 recensioni
Una prigioniera di guerra, venduta come schiava a re Odino, si innamora perdutamente dell'astuto e sprezzante principe Loki, nonché dio degli inganni. Un amore platonico, disperato, insistente e fedele, che avrà però un epilogo imprevisto.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sorpresa, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La bellezza di Thor figlio di Odino è nota in tutto il regno. È appariscente, smisurata, proprio come i suoi muscoli e la sua lucente armatura. Primo nella linea di successione al trono di Asgard, il divino Thor si aggira tronfio e immodesto alla ricerca continua di gloria, vincendo ogni contesa. È il più veloce, il più forte e il più invincibile guerriero che sia mai esistito.

È famoso, è acclamato, è amato.

Eppure, la prima volta che l’hai visto, piena di aspettativa e curiosità, non hai provato quell’ammirazione così forte e implacabile, sentita da tutti gli altri. E anzi, il tuo sguardo è stato subito attratto da qualcun altro. Un altro uomo si era seduto alla destra del principe Thor, così diverso da Odino che pareva un estraneo. Ma il cipiglio austero e il portamento regale non lasciavano adito a dubbi circa le sue nobili origini.

Rimani stupefatta nell’ammirarlo, non hai mai visto una bellezza così pura, una combinazione così rara di colori: due occhi di cristallo e i capelli nerissimi, in contrasto con la pelle bianca. Che non sia umano?

-Vostra Maestà- esclama la voce untuosa del tuo padrone verso re Odino -Altezze reali- si rivolge ai due principi -Sono qui per portarvi in dono le mie quattro schiave più giovani. Consideratelo come un omaggio di un vostro alleato.-

A quelle parole, tu ti inchini come le tue compagne. Sei una schiava, in fondo, una prigioniera di guerra venduta al più bell’uomo mai esistito.

-Bene. Te ne sarà dato merito- risponde il re. Il principe Thor sorride, pare contento. Il principe cadetto, qualunque sia il suo nome, guarda da un’altra parte.

 

 

Loki.

“Principe Loki!” ti ha corretto immediatamente la tua anteposta. Ecco come si chiama quel giovane. La sera stessa ci ripensi, ti torna in mente quel viso affilato dall’aria annoiata. Perché tutti parlano di Thor e nessuno parla di lui?

-È bello o è una mia impressione?- ti sbilanci timidamente verso una serva più anziana di te. Costei ride, ma la sua risata è amara.

-Sì, è molto bello, ma non cercare favori da lui. Cerca piuttosto di guadagnarti l’affetto del principe Thor, è molto più benevolo- ti suggerisce la donna. Il suo prudente consiglio ti amareggia e la domanda sorge spontanea.

-È forse malvagio?- chiedi cautamente, come se stessi domandando qualcosa di proibito. Le altre donne si scambiano uno sguardo eloquente, ma solo una pare avere il coraggio di rispondere.

-Diciamo che se Thor è il dio dei tuoni, lui è il dio degli inganni e delle menzogne. Fai tu le tue considerazioni.-

Inganni e menzogne? Binomio non certo incoraggiante.

“No, grazie” ti illudi, con forzata convinzione.

 

***

 

Servi quel palazzo ormai da due mesi ma, com’era prevedibile, il principe Loki non ti ha degnato di un solo sguardo o di una sola parola. Lui guarda dritto davanti a sé, il suo passaggio è silenzioso e rapido, ha un che di inesorabile.

Hai la netta sensazione che lui ti ignori a posta, che la tua presenza lo disturbi, lo secchi. Il suo è un disprezzo sottile e allo stesso tempo aggressivo, che ti aveva ferito molto all’inizio, quando ancora tentavi scioccamente di salutarlo o di sorridergli.

Ma ora la mortificazione è stata in qualche modo anestetizzata dal tempo e dalla abitudine. Il tuo status di prigioniera e poi di schiava non ti rende degna neppure di un saluto, va bene, l’hai capito. Ma la forza di guardare in faccia la realtà non ti ha dato quella di accettarla.

Sei una schiava, ma non sei nata schiava. Sei un nulla, ma non eri nulla.

Vorresti gridarglielo in faccia, ma la tua sete di ribalta svanisce completamente in sua presenza, si estingue. La lingua ti si attacca al palato, le guance si tingono di violetto, i battiti del tuo cuore aumentano. Tutto ciò che riesci a fare è comportarti da schiava, secondo i dettami che ti hanno impartito: tenere il capo piegato, stare almeno tre passi indietro e non parlare mai per prima. Questo ti riesce, ma vorresti fare ben altro. Vorresti parlargli e sentire la sua voce eufonica, sapere che libro sta leggendo, cosa sta tramando, chiedergli perché ha sempre quell’aria insofferente, a tratti annoiata, a tratti infastidita. Sembra un adulto in mezzo a un branco di bambini, o un bambino in mezzo a un branco di adulti. Non hai ben chiara quale sia l’ipotesi più verosimile. In ogni caso, c’è qualcosa in quel principe scostante e superbo che ti turba, ti agita.

Qualche volta, quando la fortuna decide di sorriderti, riesci a vederlo più da vicino. Il suo incedere deciso lo precede, ormai sapresti riconoscere quei passi principeschi perfino da lontano. Ti sposti velocemente vicino alle scale e con finta disinvoltura inizi a spolverare ciò che ti capita sotto mano.

Il tuo corpo vibra di emozione, le tue guance bruciano mentre il principe di Asgard discende le scale senza nemmeno abbassare lo sguardo. Tu ti inchini, abbassi il capo in segno di saluto e umiltà, e i suoi stivali scorrono rapidi davanti a te, ti passano affianco e smuovono un alito di vento che ti fa rabbrividire. Alzi lo sguardo e lo osservi avidamente mentre si allontana. Non indossa il mantello verde quella mattina, perciò puoi riempirti gli occhi della sua schiena ampia e ammirare le sue gambe affusolate ma tornite come quelle di un atleta. Il suo corpo è un fascio di muscoli, ma i suoi bicipiti sono meno sporgenti di quelli di Thor, la camminata è più elegante, il volto più fine e aristocratico.

Lui sembra un re, l’altro pare solo un guerriero. Il principe Loki merita il trono, il dio del tuono merita le guerre e la vanagloria che porta a vincerle.

Pagheresti oro per poterglielo dire, Loki ne sarebbe felice.

 

***

 

La fronte ti suda mentre ti avvicini al tavolo del sovrano con la caraffa colma fino all’orlo.

“Vai tu a servire l’acqua al re questa sera.”

Quell’ordine impartito è stato come un fulmine al ciel sereno. Da una parte c'è stata la felicità di vedere Loki e ascoltarlo conversare, dall’altra la paura di fare un pasticcio che ti sarebbe costato la testa, e non in senso figurato.

Quella caraffa d’acqua è pesantissima, senti le braccia tremare dallo sforzo, le dita contratte per tenerla stretta. Il timore di rovesciarla ti annichilisce.

-…E prima ancora che potesse assalirmi, ZAC! Gli ho tagliato la testa!- parla la voce fiera di Thor, che cerchi di ascoltare al solo scopo di distrarti.

Re Odino annuisce compiaciuto e rivolge lo sguardo al figlio più giovane -E tu, Loki?-

-Io invece ho tagliato la corda- risponde il dio dell’inganno, serio e insolente. Un sorriso sfugge dalle tue labbra.

Ma a Odino le insolenze non piacciono. Dà un leggero pugno sul tavolo, mentre tu cerchi con cautela di riempirgli il calice -È questo il modo di rivolgerti a tuo padre?-

-Padre, Loki in realtà ha aiutato molto- si intromette Thor.

-Non difenderlo, Thor!-

-Ma padre, è la verità…-

Loki fa segno al fratello di non parlare, un gesto che ispira rassegnazione e un finto, ostentato menefreghismo. Deve aver rinunciato all’approvazione del re molto tempo fa, ormai.

Mentre pensi così arrivi per la terza volta al suo bicchiere. Le mani ti tremano ancora più fortemente, le tue guance sono arroventate e temi che il rossore sia eclatante. Fortuna che il principe Loki ignora le schiave, altrimenti se ne sarebbe certamente accorto. Ma proprio in quel momento, il re si alza in piedi e decide di congedarsi. I giovani lo imitano rispettosamente, Loki si alza con grazia, Thor  fa grattare rumorosamente la sedia nel pavimento e tu ti fai prontamente indietro.

Saluta brevemente i figli, non c’è molto affetto nel suo sguardo severo da regnante, noti.

Senza la presenza austera del re, comunque, l’atmosfera si fa molto più rilassata, i discorsi dei giovani più spontanei e banali. Anche le tue ansie si sciolgono lievemente e sorridi nell’ascoltarli. Puoi tirare un sospiro di sollievo, è andato tutto bene.

Attendi in piedi che anche i due principi decidano di ritirarsi. Le braccia ti fanno male e la schiena è esausta, le gambe stanche.

I loro calici sono vuoti, quello di Loki lo è da un bel po’. Ti avvicini alle sue spalle con delicatezza, e inizi a versare. Da quella posizione privilegiata riesci a scorgere particolari che non avresti potuto notare prima. I capelli neri e ben pettinati sono riccioluti, la fronte è spianata, il profilo dritto del naso si confà al viso affilato e alle labbra sottili. Sei così presa a fissarlo che un rivolo d’acqua sfugge al tuo controllo e crolla disgraziatamente sui suoi pantaloni scuri.

Non fai in tempo a sgranare gli occhi inorridita che il dio dell’inganno ti aggredisce con veemenza.

-Mi hai bagnato!- ringhia indignato, puntando gli occhi nei tuoi -Mi hai versato l’acqua addosso, serva sbadata e incapace che non sei altro!-

Thor sogghigna e tu non hai mai provato una mortificazione e un’umiliazione tale in vita tua. Il dispiacere ti annienta, ti annoda la gola e non ti dà nemmeno la forza di parlare, tanto meno di scusarti. Solo gli occhi ti si riempiono di lacrime.

-Loki, dai, è solo un goccio d’acqua- minimizza bonariamente Thor.

-Un goccio d’acqua nei miei pantaloni! Meriterebbe venti frustate!-

-Dai, non puoi frustare una donna per così poco!- insiste Thor, con la bocca piena di chicchi d’uva -Non ti preoccupare- Thor si rivolge direttamente a te -Nostro padre non lo verrà a sapere. Vero, Loki?-

Il dio degli inganni lancia un’occhiata fulminante al fratello, ma poi fa un cenno affermativo.

-E sia- concede, inviperito -Ma la prossima volta non sarò così indulgente.-

-Dice sempre così- scherza Thor, ma tu senti ancora il suo sguardo bruciante e intenso addosso.

 

***

 

Il principe Thor è molto più espansivo e amichevole del fratello minore. Pur essendo lui il legittimo erede al trono, costui socializza con gli schiavi e si rivolge loro direttamente, incurante dei rimproveri del padre o delle occhiate infastidite del fratello. Tutte le schiave del palazzo stravedono per lui, sussurrano e ridacchiano quando lo scorgono passare, pregano di essere invitate nei suoi alloggi privati. Tutte, tranne te.

Le tue preghiere e il tuo cuore mirano più in alto, sono rivolte al più indifferente e sprezzante dei due. Il principe Loki non sorride mai alle schiave, non rivolge loro la parola, non richiede la loro compagnia durante la notte. Lui preferisce ignorarle, ama l’idea di essere inespugnabile.

E dopo quell’incidente con l’acqua hai a mala pena il coraggio di guardarlo. Speri solo che lui ti confonda con le altre, che non colleghi quell’imbarazzante errore al tuo viso. La sola idea ti annienta, se proprio non devi avere la sua considerazione, che almeno tu non abbia il suo disprezzo! La sorte è stata davvero inclemente, avresti quasi preferito commettere un tale errore col re, piuttosto che con lui. Certo, la conseguenza sarebbe stata la tua testa su un vassoio o magari solo la mano destra, se re Odino era di buon umore. Ma almeno non ne saresti uscita così prostrata nell’animo e nell’orgoglio, pronta a piangere milioni di lacrime in ogni momento.

Mentre senti gli occhi gonfiarsi, odi dei passi e delle voci inconfondibili. Cerchi subito di ricomporti e ti asciughi gli occhi umidi con il grembiule, mentre entrambi i principi di Asgard salgano le scale e si fanno più vicini.

 

-Andiamo, Loki, mi è scappato, non l’ho fatto a posta!-

-Non l’hai fatto a posta!? Mi hai tirato un dannato fulmine addosso!-

-Ma era piccino! Non è colpa mia se sei delicato come una pulzella.-

-Attento, fratello!-

 

Come lo vedi, ti si stringe subito il cuore: Loki cammina sorretto da Thor ed è davvero pallido e malconcio. Ha un taglio sanguinolento nel naso e si tiene stretto il fianco sinistro, come se temesse di perderne un pezzo. Resti a bocca aperta e lo guardi inorridita, le tue gambe fremono per correre da lui. Da brava serva ti fai da parte rasente al muro per lasciarli passare, ma non puoi evitare di guardarli, il tuo cuore è angosciato.

“Cosa gli è successo? È ferito? Cosa gli hai fatto!?” gridi mentalmente, preoccupata.

E Thor, quel testone, cosa fa? Ridacchia, giocherella col suo martellaccio e si diverte a prenderlo in giro e a rinfacciargli di aver vinto l’ennesima, inutile gara. La sua risata ti infastidisce come non mai, vorresti farlo tacere e ricordargli che:

-Un cervello allenato è molto più potente di qualsiasi altro muscolo!-

Prima che tu possa avvedertene, la tua voce cristallina rimbalza contro le pareti e si impone su quelle dei due principi. Chiudi subito la bocca e rimani senza fiato mentre i divini Thor e Loki si voltano lentamente verso di te.

-Scusa?- domanda Thor dopo un po', guardandoti con genuina incredulità. Tu rimani raggelata, senti le guance arrossire e probabilmente hai assunto un’espressione atterrita.

“Rispondigli, per carità!” ti grida una voce disperata nel cervello, mentre Thor guarda Loki come per chiedergli spiegazioni.

-Mi dispiace, vostra altezza- riesci finalmente a pigolare -Mi dispiace molto.-

-Beh, cosa vuoi che sia?- soggiunge Loki verso il fratello, e il tuo animo si illumina per un istante -La serva ti ha solo dato dell’idiota.-

Thor guarda prima il dio degli inganni e poi te, offeso.

-Non vi ho dato dell’idiota, vostra altezza- smentisci subito, scuotendo la testa -Non oserei mai.-

-A me sembra proprio di sì, invece- ti sorride Loki, forse il primo sorriso che hai il piacere di notare. Thor pare realmente scombussolato, e anche tu.

-Tecnicamente, tu non potresti nemmeno parlare con noi- ti fa notare quest’ultimo, socchiudendo gli occhi.

-Lo so, altezza- annuisci e chini il capo -Mi dispiace molto, mi è davvero scappato.-

-Andiamo, Thor, non vorrai mica frustare una donna per così poco?- lo sbeffeggia Loki, ripetendo le sue stesse parole dell’altra sera. Ovviamente, lo sta facendo per il puro gusto di vendicarsi e non per proteggerti, sarebbe da ingenui illudersi del contrario. Tu lo guardi un attimo e poi sposti lo sguardo su Thor. Il dio del tuono, decisamente inquietante col martello in mano, pare indeciso sul da farsi. Tu cerchi di sorridergli timidamente, dolcemente, non ti resta che puntare sul lato più femminile e indifeso di te stessa, visto che alcuni uomini tendono a ritenerlo importante.

Thor fortunatamente fa parte di questi, a differenza di qualcun altro.

-Ma sì. Tutto a posto- risponde sereno, accompagnando la decisione con un’alzata di spalle -Poi io sono contrario a questo fatto che le ragazze non possano parlarmi. La prima cosa che farò quando sarò salito al trono, sarà abolire questa regola.-

Tu ridi divertita e non ti accorgi che Loki sta guardando proprio verso di te.

 

***

 

 

Per quanto possa sembrare assurdo, visto le parole non certo cortesi che gli hai rivolto, il tuo rapporto col principe Thor è migliorato.

Il potente guerriero ti rivolge la parola, ti saluta, ti sorride e ti guarda in modo prolungato. È simpatico, questo è sicuro, e non è nemmeno ottuso come credevi. È bellissimo, così biondo e virile, dai lineamenti regolari e il sorriso luminoso. Capisci perché quasi tutte le donne nel palazzo sono innamorate di lui, è comprensibile innamorarsi di un giovane così.

È comprensibile, ma non vale per te.

La bellezza indiscutibile di Thor risulta quasi insignificante di fronte alla sottile perfezione del più giovane figlio di Odino. I muscoli di Thor retrocedono dinanzi all’eleganza di Loki, il suo buon carattere svanisce di fronte all’intelligenza affilata dell’astuto dio degli inganni.

Perché il tuo stupido cuore è così ostinato nell’amare un uomo tanto sprezzante e inaccessibile?

All’inizio pensavi che fosse solo una cotta, una di quelle stupide infatuazioni da manuale, superficiali e fanciullesche. Ma poi sono trascorsi i giorni, e con essi i mesi, e a furia di pensare a lui le tue dita sono diventate impudiche e i tuoi pensieri lascivi.

Puoi solo guardarlo da lontano mentre si allena, ascoltare la sua voce mentre discute col fratello per stupidaggini piccole o grandi.

“È il principe, il principe Loki!” ti ripeti come per destarti dal languore in cui sprofondi ogni volta che lo vedi. Tu sei solo una domestica, vali meno di un destriero, meno dei preziosi mantelli del re!

Dove può portarti un innamoramento del genere, se non alla solitudine e alla sofferenza?

Ma le tue pupille sono ribelli e sai che prima o poi cederanno per mirare l’opera d’arte più bella del palazzo. Come resistergli?

Lo guardi nel viso, e noti subito che il suo sguardo è velato di frustrazione mentre la bocca del re elogia e presenta agli ospiti il futuro erede al trono di Asgard. A Loki brucia non diventare re, lo sai, lo vedi dal silenzio sdegnoso in cui si chiude e dalla sottile linea dura che gli compare sulla fronte, in mezzo alle sopracciglia. Vorresti consolarlo, ne hai proprio l’impulso.

 

Il principe Thor ti sorride sempre più spesso. A fine pasto, dopo che suo padre re Odino si era congedato, la sua figura imponente da guerriero ti si è avvicinata baldanzosa, i suoi bicipiti sono pompati fino allo sfinimento, un suo pugno avrebbe potuto sfondare perfino il muro di pietra.

-Come è che ti chiami, tu?- ti ha chiesto semplicemente, con quel tono virile e amichevole che lo contraddistingueva. Distogliere lo sguardo dalle crepe del pavimento ti risulta faticoso, arrossire all’idea che ci sia anche Loki ad ascoltare, imbarazzante. Accenni un sorriso contegnoso e rispondi al dio del tuono sottovoce.

-Ah. Non ti vedo spesso in giro.-

Certo, perché frequenti il più possibile l’ala del palazzo dove alloggia il principe Loki. Ma non osi dirlo ad alta voce.

-Sei graziosa- ti sorride.

-Siete molto generoso, altezza reale- pigoli imbarazzata.

-Chiamami Thor. O se preferisci, Thor il migliore Avenger- sorride di nuovo, scherza forse -Non per obbligarti, eh, io non sono uno di quelli che obbliga le schiave- ti rassicura con un sorriso allegro, forse un po' ubriaco -Ma se vuoi, puoi venire da me questa notte.-

Guardi istintivamente Loki con la coda dell’occhio -pare molto interessato a leggere delle iscrizioni intagliate su un pugnale- e preghi gli dei che quel baldo giovane ti lasci in pace. Avverti il suo sguardo confuso, il divino Thor si chiederà perché non cadi ai suoi piedi come tutte le altre donne. Ti ha invitato a passare la notte con lui come se ti avesse appena concesso un privilegio, quando è solo una proposta indecente a cui tenti di rifiutare scuotendo il capo e stringendoti nelle spalle.

-Ah. Beh, comunque lo sai, nel caso- mormora lui, sempre più stranito. Tiri un sospiro di sollievo, è una fortuna che Thor figlio di Odino non usi la forza per imporsi sulle schiave. Ma è una sfortuna che Loki figlio di Laufey non si accorga di quanto sconfinata e fedele sia la tua devozione.

 

 

***

 

Recidi le piante con lentezza, speri ogni giorni che lui passi per caso, o che magari esca dai suoi alloggi con l’ennesimo libro in mano.

Ormai conosci le sue abitudini, il giovane principe si allena alla mattina, studia al pomeriggio e non parla molto spesso. È solitario, disinteressato, occupato a raggiungere i suoi obbiettivi e a trovarne di nuovi.

Il suo divertimento più grande consiste nel tirare innocui scherzi a Thor, il quale ci casca ogni volta, o nell’architettare con quest’ultimo piani per disertare a cerimonie noiose e infinite. Ma a parte questo, niente sembra scalfirlo e nessuna donna pare interessarlo.

E questo non fa altro che incrementare la stima che gli riserbi. Pare davvero fedele alla dea o alla dama a cui è legato, il che è a dir poco incredibile per un soggetto che ha fatto dell’inganno e della slealtà uno stile di vita.

Beata lei, chiunque ella sia. La immagini bellissima e piena di premure, sveglia abbastanza da tenere testa ai suoi trucchetti. Un groviglio amaro di gelosia ti si annida nello stomaco, senti la parte più intima del tuo corpo destarsi, cosa che ormai avviene fin troppo spesso, e i condotti dei tuoi occhi gonfiarsi di lacrime. Avresti voglia di scoppiare in un pianto liberatorio o di fare finalmente l’amore con qualcuno… Con lui, cioè. Forse avresti dovuto dire di sì a Thor, dargli una chance. In fondo, amare lui sarebbe stato estremamente più facile e molto meno doloroso. Avresti potuto farti consolare dalle sue braccia possenti, bearti delle sue carezze, ridere per le sue spiritosaggini, ma sarebbe stata una felicità superficiale e passeggera. Una cura palliativa a un dolore privo di rimedio.

Sei qui, sola, fredda, fedele a un uomo a cui non importa niente di te e della tua devozione. Recidi per sbaglio un giglio, il bocciolo cade per terra. Lo guardi e ti senti molto simile a lui, e non sei solita scadere nel melodramma.

Ti chini per raccoglierlo e nel tuo campo visivo compaiono inaspettatamente degli stivali che conosci fin troppo bene. Sgrani un istante gli occhi e poi ti volti di scatto verso la parete, forse troppo velocemente per far credere che sia un’azione disinvolta e casuale.

Senti i muscoli irrigidirsi, il tuo corpo inizia a bollire.

“Si sarà dimenticato qualcosa” pensi subito, cercando di rimanere tranquilla. Le tue guance ti tradiscono, gli dai le spalle ma hai la netta impressione che lui ti stia fissando. Avverti i suoi passi avvicinarsi, e il tuo cuore batte così forte che sembra scoppiare.

“Calmati, sciocca”

-Posso sapere perché mi fissi di continuo?- la sua voce è tagliente come una lama, non ha alcun garbo. Tu resti inebetita di fronte al muro fiorito e profumato.

-Ti ho fatto una domanda, ragazza- una mano calda ti afferra il braccio nudo e ti volta prepotentemente indietro. Ti ritrovi Loki in persona di fronte al naso, a una vicinanza decisamente inaspettata e vertiginosa -Rispondimi, prima che io decida di punirti.-

-Perdonatemi, vostra altezza- parli e ti sembra un miracolo esserci riuscita. Le mani ti sudano, il tuo corpo e scosso da brividi di varia natura. È vicino come non lo è mai stato, così vicino che ne percepisci quasi il profumo.

Abbassi lo sguardo ma le sue dita regali ti artigliano il mento e ti costringono ad alzare bruscamente il capo verso di lui, dolorosamente vicino. Lui ti guarda con i suoi occhi sprezzanti ma più azzurri del cielo. Intravedi un’ombra interrogativa nel suo sguardo, ma ti senti del tutto incapace di parlare e di formulare pensieri coerenti. C’è solo quel viso perfetto, a portata di bacio, che sembra cesellato direttamente dal marmo. Le dita chiuse intorno al tuo braccio si aprono delicatamente, vorresti chiudere gli occhi per invitarlo a baciarti ma allo stesso tempo non vuoi rinunciare alla possibilità di osservarlo. Accenni un sorriso, in quel momento il dio degli inganni non ti pare affatto infido o mendace.

-LOKI!- un urlo sgraziato e proveniente da chissà dove desta il principe e spezza l’incanto -VIENI!-

Loki si gira: la voce reboante del principe Thor è inconfondibile e in una manciata di istanti ti porta via l’amato. Le sue dita affusolate abbandonano bruscamente il tuo viso, lasciando un segno indelebile sulla tua guancia, marchiato con il fuoco del tuo desiderio. Il calore di quelle mani, la perfezione di quegli occhi… Loki ti lancia un ultimo, indifferente sguardo prima di voltarsi e raggiungere il fratello.

-Scordatelo, oggi io non combatto. Ho ancora male alla spalla per colpa tua- la sua voce sfuma via, fino a scomparire del tutto, inghiottita dalla lontananza e dalla risata del principe Thor.

 

***

 

 

Ritorni , di nuovo lì, di fronte alla porta dei suoi alloggi. I compiti sono finiti, il pavimento brilla più dell’oro e le piante della regina sono rigogliose e ben dissetate. Non un granello di polvere, non un suppellettile fuori posto. Ormai in quell’ala del palazzo non c’è più niente da fare, la pulisci in lungo e in largo ogni santo giorno, e oggi non farà differenza. Con lo straccio lavi nel pulito, lucidi ciò che è già lucido, pur di stargli a un muro di distanza.

Ma la schiava più anziana, sorda poverina, grida forte il tuo nome dal fondo delle scale, così forte che sei certa l’abbia sentito l’intero palazzo. Arrossisci e imprechi mentalmente.

-Sapevo di trovarti qui!- ti rimprovera -Perché perdi sempre tempo qui quando c’è bisogno di aiuto in cucina!?-

Tu non ti prendi la briga di replicare, in fondo non hai scuse. Fai per seguirla ma ecco che il chiavistello della porta si apre rumorosamente, sia tu che la vecchia vi voltate atterrite e vi inchinate immediatamente. Disturbare il principe cadetto dopo cena è passabile perfino di una condanna a morte! E il principe Loki non ha l’animo benevolo del principe Thor, questo è risaputo.

-Cos’è questo baccano davanti alla mia porta?- la sua voce imperiosa è come un pungolo tra le tue cosce.

-Vostra altezza mi perdonerà, ho richiamato all’ordine questa giovane sfaccendata.-

Senti lo sguardo acuto e penetrante di Loki spostarsi su di te. Nemmeno i tuoi capelli intrecciati riescono a coprire il tuo imbarazzo.

-Ancora tu- lo senti dire -La giovane sfaccendata resta qui a servire me. Tu puoi andare.-

-Sì, vostra altezza- mormora la domestica più anziana, mentre la tua espressione si congela in una smorfia incredula. Cos’ha appena detto il dio dell’inganno?

-Ragazza- si rivolge a te, sorprendendoti con un sorriso furbastro -Vieni qui.-

 

***


 

“È forse un tranello? È forse un sogno?” Pensi sperduta, mentre baci smaniosa quelle labbra sottili e fino a ieri inaccessibili. Hai fretta, il tuo corpo è come un’onda che anela di infrangersi sul fiordo. Solo ora ti rendi conto di quanto lo ami, e non è solo bramosia fisica. Ami tutto di lui: il suo sguardo diretto e a tratti impietoso, la sua sete di potere, la sua lingua ingannevole che ora guizza tra le tue labbra. Quasi ti sorprendi che non sia biforcuta come quella di un serpente.

-Sarai contenta- esclama tra i denti, guidando i tuoi passi verso il talamo -Finalmente potrai smettere di arrossire quando mi vedi.-

Quella sua schiettezza ti imbarazza, ma hai il cervello inebriato dall’eccitazione e i suoi preziosi capelli neri tra le dita, non riesci a ragionare propriamente.

-Io… Io non pensavo ve ne foste accorto- replichi con voce sommessa e lui ti regala un sorriso perfetto ma beffardo.

-Povera stolta, per chi mi hai preso? Anche il muro se n’è accorto.-

-Pensavo mi ignoraste.-

-Difficile ignorare una donna che grida.-

-È che preferisco cento volte voi a vostro fratello- lo aduli con una punta di disperazione, ma conscia di dire la frase giusta -Voi dovreste sedere sul trono e governare Asgard, non Thor Odinoson.-

Loki annuisce, ti accarezza una treccia bionda -Sì. Ed è proprio per questo che tu sei qui, apprezzo le donne che mi sono così devote e fedeli.-

Tu lo baci sulla bocca, cos’altro puoi fare? Lui ti afferra una coscia, la solleva intorno ai suoi fianchi e il suo bacino stretto fa il resto. Aderisce con precisione tra le tue gambe e un gemito involontario ti sfugge dalle labbra. Fremi, gli stringi le spalle larghe e ti senti una regina quando la tua schiena crolla sul materasso più morbido e comodo che sia mai esistito. Per te, che sei abituata ai panni e al pavimento inclemente, quello potrebbe essere il giaciglio del re degli dei e quell’amante tra le cosce il frutto di una fantasia.

Lo spogli con foga, vuoi vedere la bellezza di quel corpo da atleta, sentirlo aderire contro al tuo, che di bello ha ben poco, se non niente.

Il suo petto è glabro, l’addome è duro e scolpito con la delicatezza di chi non esagera con gli allenamenti. Lo baci, lo accarezzi, ma non sai bene dove, le labbra ti tremano, vorresti avere almeno altre dieci mani per sfiorarlo ovunque e pienamente. Ma poi le sue braccia forti ti bloccano le mani, la tua testa scatta in alto. Lui ti sorride.

-Quanto ti piaccio, dì la verità?- lo senti chiedere, il tono è provocatorio.

-Ti amo da sempre- ansimi sincera e il volto del principe Loki si deforma in un ghigno perfido.

-E io l’ho sempre saputo- esclama soddisfatto, avvicinando il viso al tuo -Ma non illuderti, sei il diletto di una notte, non di una vita. Non ricorderò mai il tuo nome.-

Le sue parole sono crude e crudeli ma la sua voce è talmente musicale, la sua bellezza così incantevole che passano in secondo piano. Averlo, anche per un sola notte, una sola ora, va oltre ogni tua più rosea e ardita aspirazione. E lui lo sa. È lui che si sta concedendo a te, non tu a lui, pensi mentre ti solleva la veste. È lui che è sceso dall’Olimpo, lui che profuma, lui che ti accoglie.

Le sue mani ti sfiorano, la destra giunge in te, si insinua così sapientemente che ti fa tremare di un’estasi violenta. Un gemito osceno prorompe incontrollato, sentì ogni nervo tendersi e scaldarsi ed è come se nel tuo corpo si fosse appena aperta una voragine. Ansimi più forte, con le gambe e i piedi nudi cerchi di abbassargli i pantaloni già slacciati e le sue mani vengono subito in tuo soccorso.

Ma mentre lo baci ti viene in mente il flash di una scena orribile e irrisolta, forse la più brutta della tua vita. Ti si stringe lo stomaco e ti viene da cambiare espressione, le tue mani carezzevoli si fermano. Lui intercetta subito il tuo sguardo.

-Cosa c’è? Non dirmi che ti vuoi tirare indietro adesso-

-No- scuoti la testa, per Odino, no! -No, ma mi vergogno ancora per quell’incidente con l’acqua- gli confidi in fretta, sperando di ottenere un briciolo di conforto o incoraggiamento, ma lui sogghigna. Quel ricordo, per te terrificante, sembra divertirlo.

-Mia cara- inizia, divertito -Se non ci fosse stato Thor, ti avrei preso e posseduto sul tavolo così a lungo che la vergogna ti sarebbe subito passata. Puoi stare tranquilla.-

Le sue parole ti paiono talmente sorprendenti che a stento credi di averle sentite. “Mascalzone” pensi indignata, sollevataDisgraziato, con quello che ho sofferto!”

Lo baci con rabbia e con foga e inarchi istintivamente la schiena, ma appena i vostri centri si sfiorano sussulti e il tuo corpo schiuso vibra dall’interno. Cerchi subito il suo sguardo, ma lui si fa strada dentro di te prima ancora di dartene il tempo, con una furia che infonde pace e agitazione insieme. Dischiudi le labbra screpolate dalla sorpresa e questa volta incontri i suoi occhi.

-Avresti dovuto dirmi che eri vergine- sibila vicino al tuo naso, i suoi capelli scuri ti solleticano il viso.

“Avrebbe dovuto fare più male” pensi, sentendo l’intruso dentro il tuo corpo retrocedere con maggiore lentezza per poi ripiombare di nuovo.

Ansimi, premi le dita contro la sua schiena e ripensi alla scena del bicchiere, al suo sguardo carico di disprezzo, e ora invece ce l’hai qui, sopra di te, dentro di te, i suoi ansiti di goduria sono solo grazie a te. L’onda del piacere inizia a infrangersi sempre più intensamente, ogni ingresso ti strappa d’estasi il bassoventre, e anche l’astuto Loki socchiude gli occhi, preda come te del piacere.

Al momento del culmine lui si ferma per il tempo necessario, e con uno scatto fluido esce, rapido come è entrato

Si spinge di lato, liberandosi dall’abbraccio caldo delle tue gambe.

Tu resti lì, in quello stato idilliaco tra sogno e realtà, stesa nel letto più comodo e pulito su cui la tua povera schiena abbia mai potuto riposare. La tua mano è ancora posata sull’addome nudo di Loki, del principe Loki.

-Beh, allora… Ciao- esclama dopo un po', distruggendo la gioia -Puoi andare.-

Tu ti appoggi su un gomito e lo guardi basita. All’improvviso il dio degli inganni ti pare di nuovo inaccessibile, di nuovo sull’Olimpo. È ancora semi nudo al tuo fianco, i suoi capelli sono ancora scompigliati a causa delle tue carezze, eppure senti di averlo perso. Ti sporgi per un ultimo bacio, uno solo, ma lui si scosta.

-Gentilmente- incalza, con un sorriso al vetriolo.

 

 

 

I vostri sguardi si sono incrociati solo per un attimo, ma niente sembra sia cambiato. Loki come di consueto ti ha superato senza degnarti di attenzioni, ma ormai sai che non ti ignora, probabilmente non l’ha neanche mai fatto. Il tuo corpo rimembra la beatitudine e vibra, vibra al ricordo delle sue mani generose, della sua smania e del suo centro incastonato nel tuo. Una passione contraddittoria, per un uomo che dovrebbe disprezzarti.

Basta giochetti, pensi stizzita. Alzi la testa e stringi forte i pugni, non hai paura di lui.

-Buongiorno, Loki- lo sfidi con voce forte e chiara, senza poterti trattenere. Le tue iridi si tingono d’oro, sei conscia di aver appena trasgredito a tutte le possibili regole del protocollo di corte, e forse anche a di più, ma non ti importa.

Lui si volta e tu ti prepari subito a incassare il colpo, la scudisciata fisica o verbale, ma tutto ciò che ottieni è un sorrisetto da furfante. Lui sorride subdolo e ritorna nei suoi passi, scuote la testa.

Ma sarà tuo, giuri. Sarà lui a salutarti per primo, lui a cercare il tuo viso tra la gente, lui a chiederti di fare l’amore, lui a dirti che ti ama.

Sarà tuo, quanto è vero che ti chiami Sigyn.


 

 


 

Note

Ultimamente ho fatto una scorpacciata di film Marvel e il mio amore per Loki, da sempre stato presente, si è risvegliato in modo prorompente. Non sapendo con chi shipparlo (con Thor vedo solo un'adorabile Brotp), ho creato l’OC di questa domestica, che all’inizio era pensata per essere una ragazza qualunque, ma poi è diventata Sigyn, la dea della fedeltà e moglie di Loki secondo la mitologia norrena, anche per dare -evidentemente- un lieto fine alla storia ;) Costei nella storia è una prigioniera di guerra la cui natura divina sarebbe tipo “quiescente”.

Spero che la one-shot vi sia piaciuta, a presto!

   
 
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