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Autore: kia84    26/10/2020    0 recensioni
Per Alec è il suo primo provino, non sa cosa gli riserverà il futuro.
Per Damon quel provino potrebbe essere il rilancio della sua carriera, non ha molte aspettative.
Cosa succederà quando si ritroveranno a lavorare insieme?
Due mondi diversi che dovranno imparare a coesistere l'uno con l'altro.
Sarà amicizia? Sarà amore? Sarà fan service?
Cosa si cela dietro il suo sguardo?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Behind your gaze 4
POV Alec

Il suono del telefono mi risvegliò da un sogno piuttosto bello dove riuscivo finalmente a baciare Charlize Theron, durante la notte degli Oscar, dopo avermi consegnato la statuetta d'oro per aver vinto come miglior attore protagonista. No Charlize, ritorna qui! Sbuffai perchè quel suono non cessava, forse avrei dovuto cambiare suoneria. Sbadigliai grattandomi il collo e mi allungai per prendere quel dannato cellulare. E adesso chi era di prima mattina che rompeva le scatole? Appena lessi il nome, persi qualunque traccia di sonno esistente nel mio corpo. Mi misi seduto di colpo, aggiustandomi come meglio potevo i capelli, e mi affrettai ad accettare la videochiamata.

"Buongiorno splendore." mi salutò lui con un sorriso a mille wat lasciandomi abbagliato. Ormai era confermato che era sempre figo, ma come poteva essere così cool a ogni ora del giorno? Era un essere ultraterreno. Troppo affascinante per la sanità mentale dei poveri esseri comuni.
"Ciao."
"Sapevo che ti avrei ancora trovato a letto. Sono le dieci passate, quando hai intenzione di svegliarti? Sei andato di nuovo a letto tardi. Questo non fa bene alla tua salute." mi rimproverò lui portandosi dietro i capelli che gli stavano dando fastidio agli occhi.
"Si papà. Tu avrai già fatto mille cose stamattina...non voglio nemmeno saperlo. Mi viene il mal di testa solo a pensarci." borbottai facendogli la linguaccia.
"Su su, alzati e splendi raggio di sole. Il mondo ti attende." sorrise lui, era più abbagliante lui che il sole fuori dalla mia finestra.
"E' così comodo il mio letto." mi stiracchiai affondando con la testa sul cuscino. Mi misi sul fianco e sistemai meglio il cellulare per continuare a parlare con lui.
"Se è per questo il mio lo è molto di più. E' un super size." ammiccò lui con fare sornione. Questo continuare a flirtare mi faceva sempre arrossire e battere forte il cuore. Maledetto cuore traditore.
"Prima o poi ti sfratterò da quel letto e diventerà solo mio."
"Sognatelo quanto vuoi. Il letto lo condivido, non lo cedo a nessuno. Se vuoi dormirci sai a chi chiedere." a quelle parole mi andarono a fuoco le orecchie.
"Rompiscatole. Sei in palestra? Sei tutto sudato." lo osservai attentamente mentre qualche gocciolina gli scendeva sul collo per cadere sempre più giù. In sottofondo si sentivano rumori di macchinari e suoni ansimanti. O era in un set porno o in palestra.
"Complimenti per l'acuta osservazione Sherlock. Sono qui con Brian, Mark e altri due amici. Dovevamo pompare un pò di bicipiti." mi mostrò quello destro mettendolo in posa e la salivazione mi si azzerò di colpo. Quella poteva risultare come molestia? Il solito che si metteva in mostra appena poteva.
"Penso che tu abbia fatto un buon lavoro." annuii mordendomi il labbro inferiore.
"Grazie. Tra poco andiamo a fare una sauna. Non sarei riuscito a chiamarti la dentro quindi ho deciso di svegliarti."
"Capito...non stai facendo un pò troppe saune ultimamente?"
"Dovresti provare a farla con me quando te lo propongo. Ti rigenera il corpo." il mio corpo non era proprio da buttare via, conferma che veniva dai miei fans, ma non era nulla paragonato a quello del mio compagno. Damon e io chiusi da soli in una sauna? Mai! Sarebbe stato un pericolo da bollino rosso. Damon insieme ad altri uomini in una sauna? Mi stava saltando un embolo. Perchè ero nervoso? Dopotutto si parlava di Brian Mark e di altri amici. Perchè dovevo preoccuparmi di qualcosa? Ma soprattutto, chi erano gli altri due amici?
"Magari la prossima volta, sei troppo mattiniero per i miei gusti." feci un mezzo sorriso grattandomi una spalla.
"Non ti lamenti così tanto quando dormi da me." eccolo di nuovo alla carica. Partiva da zero a cento in un nanosecondo. Dovevo essere già preparato alle sue battutine ma non lo ero mai abbastanza.
"Certo perchè riesco a tenerti a letto più a lungo e poi ottengo sempre una magnifica colazione fatta dalle tue preziose manine. Meglio di così non si può." mi girai sul letto massaggiandomi la pancia con aria soddisfatta. Poteva dire di non essere un bravo cuoco ma a dire la verità mi piaceva tutto ciò che sfornava. Una volta gli avevo chiesto di insegnarmi un piatto semplice ma era finita con lui che cucinava e io con lo sguardo attento per seguire ogni singolo movimento delle sue mani. Mi ero perso e avevo potuto fare solo l'assaggiatore. In compenso mi ero gustato un'ottimo pranzetto.
"Per la colazione adesso è tardi e non potrei portartela ma volevo invitare te e tua madre a pranzare da me oggi. Mamma ha chiesto esplicitamente di fare un pranzo in famiglia, prepariamo noi due da mangiare. Sei fortunato che non ci sarà Alice ma Brian e Choco faranno parte del pranzo. Ti va bene? Cucineremo i tuoi piatti preferiti."
"A cosa devo l'onore?"
"E' ora che la famiglia si riunisca dal vivo non solo per cellulare. E poi finalmente incontrerai l'altra piccola peste." mi sorrise lui riferendosi al suo cane.
"Era ora. Ne ho sentito sempre parlare ma a volte dubitavo della sua stessa esistenza."
"Damon vieni? Gli altri ci stanno aspettando. Dobbiamo farci la doccia prima." interruppe un uomo del quale potevo notare solo i suoi bicipiti pompati mentre stringeva una mano sulla spalla del mio partner. E adesso chi diamine era quello? Perchè parlava di doccia? Aveva intenzione di farla insieme a Teddy?
"Si, vai prima tu ti raggiungo subito." annuì nella direzione del suo amico. Non guardava più la videocamera, sembrava fossi diventato inesistente.
"Mi presti il bagnoschiuma?"
"Si, te lo porto. Alec adesso devo andare. Ci sentiamo più tardi per organizzarci per pranzo. A più tardi piccolo." mi sorrise un'ultima volta salutandomi con la mano.
"A più tardi, cerca di non scioglierti troppo la dentro." mormorai seccato chiudendo la videochiamata.

Voleva che gli prestasse il bagnoschiuma? Sapevo io dove poteva metterselo il bagnoschiuma. Perchè dovevano fare la doccia insieme? Quella palestra era così a corto di docce? Dov'era Brian quando c'era bisogno di lui? Permetteva che il suo cliente facesse una cosa del genere in pubblico? Poteva essere beccato da chiunque munito di cellulare. Dovevo mandare un messaggio a Brian? No, se lo meritava di essere paparazzato mezzo nudo e sudato in compagnia di altri uomini. Questa sarebbe stata l'apoteosi dello scandalo. Mi bloccai di colpo. Aveva parlato di pranzo di famiglia? Controllai l'orologio sul comodino, erano le 10:30. Sarei riuscito a preparate tutto in tempo? Non era un pranzo come tutti gli altri. Iniziai a sentirmi ansioso. Mi alzai di scatto, quasi cadendo dal letto, e mi precipitai giù dalle scale per raggiungere mia madre che stava stendendo i panni in balcone.

"Mamma mamma!"
"Cosa è successo? E' uscito fuori un altro scandalo su voi due? Damon questa volta mi sente!" borbottò lei infastidita sbattendo una federa con tale forza da fare paura. Era un miracolo se in tutti questi anni non si era stracciato ancora nulla.
"No mamma, tranquilla. Nessuno scandalo in vista...almeno per il momento."
"Quindi cosa ti prende? Sembri posseduto."
"Damon e sua madre ci hanno invitato a pranzo a casa di Dam oggi." le raccontai in fretta facendomi prendere dall'agitazione.
"Finalmente hanno fissato una data. Ne avevo già parlato con Pat al telefono, non è una sorpresa questo invito." disse lei con un movimento della mano come se nulla fosse. Perchè ero solo io quello che stava per avere un infarto? Non era la prima volta che andavo a casa sua eppure, in quel momento, mi sembrava una cosa ufficiale.
"Quante volte vi parlate tu e Pat al giorno?"
"E tu e Damon? Passi ore al telefono con lui e poco dopo vi incontrate sul set. Non state un pò esagerando? E poi noi mamme dobbiamo conoscerci meglio se i nostri figli sono così intimi tra di loro. Non continuate a dire che siete come fratelli? Grazie a voi noi stiamo diventando come sorelle." disse lei rientrando in casa con aria saccente di chi la sa lunga.
"Va bene...possiamo preparare per loro una torta? Non è bello presentarsi a casa altrui a mani vuote." mi precipitai dietro di lei cercando di convincerla.
"Questa è una novità. Non ti sono mai interessate queste cortesie da ospiti più di tanto in passato. Da quando vai a trovare Damon così spesso svaligi sempre metà casa. Non mi sorprenderebbe trovare a casa sua metà del tuo armadio...già nel tuo ci sono tanti dei suoi vestiti che porti a casa e non è nemmeno mai entrato qui dentro. Ti ricordo che lavo pure le sue cose, sarebbe ora che imparassi a fare il bucato. Penso che Damon apprezzerebbe." mi lanciò un'occhiata acuta e seria sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.
"Mamma!" ero in imbarazzo.
"Va bene, sto zitta. Non mi intrometto ma sai bene come la penso in merito. Adoro Damon, è come avere un altro figlio. Fa già parte della nostra famiglia, ma tu sei ancora giovane e devi concentrarti sul tuo lavoro come fa lui. Non voglio che le persone fraintendano qualcosa che potrebbe poi ripercuotersi sul tuo futuro e sulle tue scelte."
"Vorresti che mettessimo più distanza tra noi due?" le chiesi oscurandomi in volto. Non volevo nemmeno pensare a una situazione del genere. Perchè avremmo dovuto essere distanti?
"No, lui è il tuo lavoro e non potete essere troppo distanti. Ma ognuno di voi ha la propria vita da mandare avanti e presto la stagione finirà. Arriverà il momento di dirsi addio. Non vorrei vederti soffrire visto il vostro attaccamento. Mi dispiacerebbe vedere soffrire anche lui, ma tu sei mio figlio e per me vieni prima di tutto. Devi proteggere il tuo cuore." mi disse poggiandomi una mano sul petto.
"Lo so mamma." mormorai abbassando lo sguardo a quelle parole. In un secondo era riuscita a distruggere tutti i pensieri felici che mi venivano in mente al solo nominare Damon. Lei aveva ragione come sempre, ma faceva male.
"Non manca molto alla fine delle riprese. Avrete ancora alcuni eventi dove partecipare come coppia per promuovere la serie ma poi tutto finirà. Ti proporranno altri progetti senza di lui. Devi riuscire a cavartela da solo. Il fatto che tu sia introverso non è di certo di aiuto ma devi sforzarti, è il lavoro che ti sei scelto."
"Non voglio pensarci adesso. Voglio vivere quello che mi resta di questo presente con lui. In questo momento mi sento bene, non voglio rovinare tutto con pensieri negativi." replicai cercando di farle capire quale era limite che non doveva superare. Era mia madre e non le dicevo mai niente ma quando esagerava dovevo fermarla.
"Va bene. Chi dovrebbe preparare la torta?" lei annuì al volo facendo marcia indietro mentre cambiava discorso.
"In realtà vorrei fare una sorpresa a Damon e a sua madre. Vorrei provare a farla con le mie mani ma mi servirà il tuo aiuto. Sai che non sono molto pratico in cucina." quello era proprio un eufemismo. Se mi mettevano dietro i fornelli rischiavano di trovare la casa bruciata. Ero un pericolo ambulante, avevo già dei trascorsi che la mia famiglia non mancava mai di riportare alla luce appena possibile.
"Lo so benissimo...stavi per intossicare tua sorella dopo aver trafugato nel frigorifero e buttare tutto nella pentola. Siamo finiti in ospedale per questo. Hope non mangia più niente di quello che le metti sul piatto. Ha paura di un'altra lavanda gastrica."
"Eravamo più piccoli e tu non eri ancora tornata a casa, Hope aveva fame e io ho improvvisato qualcosa. Apprezza lo sforzo di un ragazzino che si prende cura della sua sorellina."
"Allora sarà meglio iniziare con qualcosa di facile, cerca di non portarci in ospedale e segui alla lettera le istruzioni. Ci mancherebbe soltanto uno scandalo simile. Già immagino i titoli dei giornali: Giovane attore manda in ospedale il partner co-star e sua madre. Questa volta non ne usciresti bene per niente."

Passai quasi tutta la mattinata sotto le direttive tiranniche di mia madre che cercava in tutti i modi di non farmi mandare a fuoco la cucina. Fortunatamente per lei, a parte farina e cacao sparsi ovunque, il suo regno era rimasto indenne. Le dissi frettolosamente di andarsi a preparare altrimenti facevamo tardi e mi fiondai sotto la doccia per rendermi presentabile. Durante la rasatura mi tagliai vicino al mento, ero talmente di fretta che non stavo nemmeno attento. Damon mi mandò una foto di lui e altri cinque uomini sudati appena usciti dalla sauna che salutavano l'obiettivo mettendosi in posa. Aveva scritto: La sauna aspetta solo te, vedi quanto siamo diventati cool? Gli mandai un'emoji con la faccina con gli occhiali da sole e una con la faccina che dubitava guardando in alto. Quante arie che si davano, però sembravano divertirsi parecchio. Guardai attentamente i tre uomini che ancora non conoscevo e mi chiesi com'era andata a finire la storia del bagnoschiuma. Non se lo poteva portare da casa? Questa cosa continuava a infastidirmi. Avevano fatto la doccia insieme? Quanto erano intimi? Dalla foto sembrava un pò pompato con i muscoli e un'espressione un pò troppo spavalda mentre continuava a stare troppo appicciccato al mio partner. Cosa pensava di fare? Veramente a Damon piaceva un tizio del genere? Non sembrava infastidito dalla sua vicinanza. Ma non dovevo saltare subito alle conclusioni. Mi piazzai di fronte all'armadio cercando qualcosa di carino da mettermi ma rimasi li piantato per non so quanto tempo senza trovare qualcosa che potesse soddisfarmi per fare una buona impressione. Conoscevo già tutti i presenti a quel pranzo, eccetto Choco, ma avevo bisogno di rendermi piacevole a tutti. Avevo un pò il timore di incontrare quel cane, la mia paura per la razza canina era difficile da superare, ma volevo farlo. Speravo soltanto che non fosse troppo traumatico. Sapevo che Damon si sarebbe preso cura della faccenda e di me. Non lasciava mai nulla al caso specialmente se sapeva che era qualcosa che mi spaventava. All'improvviso Joker saltò sul letto miagolando in cerca della mia attenzione. Adoravo quel gatto, ne combinava sempre una più del diavolo eppure sapeva ogni volta come cavarsela. Non riuscivamo a sgridarlo più di tanto, specialmente quando era in vena di coccole. Tranne mia madre che non gliene lasciava vinte nessuna, per questo le stava alla larga appena era nei dintorni quasi prevedesse di prendersi un'altra ciabatta sul culo. Mi chinai a grattargli il collo e lui fece le fusa sbattendo la coda a destra e a sinistra. Sembrava un motore senza sosta, ridacchiai quando chiese ancora più grattini spingendo il muso contro la mia mano. Che piccolo furfante. A Damon sarebbe piaciuto. Forse avrei dovuto organizzare anch'io un incontro tra i due, peccato che poi forse sarei stato ignorato da entrambi. Joker si faceva comprare dal cibo e da un paio di grattini, Damon amava viziare chiunque respirasse. In pratica un'accoppiata vincente. Joker si scostò dalla mia mano, a quanto pareva il tempo dei grattini era finito, e iniziò ad annusare ogni vestito che avevo buttato sul letto. Alla fine della sua ispezione, come se niente fosse, si sistemò sopra un completo bianco. Cercai di toglierlo visto il tanto pelo che seminava per casa ma non c'era verso. Al mio ennesimo tentativo mi soffiò irritato dandomi una zampata feroce sulla mano. Quel piccolo ingrato! Se li poteva scordare i croccantini quel giorno. Presi una felpa li vicino e lui mi assalì la mano mordendola per poi andarsene indignato. Dopo averlo maledetto a lungo, presi il completo bianco e me lo infilai con una maglietta del medesimo colore in abbinamento, in quanto quella che volevo mettere era stata appena travolta dalla massa di peli che aveva rigettato il gatto. Volevo indossarne un'altra ma a quanto sembrava la maggior parte erano ancora da lavare. Dovevo dire che il gatto aveva scelto bene, decisi dopo essermi guardato allo specchio. Raggiunsi mia madre per metterle fretta e mandai un messaggio a Damon.

"Sei già tornato a casa?"
"Appena uscito dalla doccia. Vuoi verificare?"
"No no, mi fido ciecamente."
"Ti aspetto tra circa un'oretta. Mamma ha già portato Choco a casa."
"Io invece porterò una torta al cioccolato."
"Buona, ma preferirei mangiare te! Scherzo."
"Divertente. Ci vediamo dopo."

Mi accorsi di sorridere scioccamente appena incrociai il mio sguardo allo specchio appeso alla parete. Cos'era quello sguardo? Ero davvero io? Solo perchè Damon stava flirtando come al solito? Ero diventato patetico. Altro che nascondere i sentimenti, non avevo imparato niente dai suoi insegnamenti. Sentii il suono di una notifica che mi riferiva di un nuovo post su IG di Damon Michaelson. D'impulso cliccai immediatamente e mi si bloccò il respiro in gola. C'era una foto di lui che coccolava Choco guardando dritto davanti alla fotocamera con un sorriso talmente abbagliante, che prendeva persino quegli occhi azzurri, da accecare tutti. Era di una dolcezza disarmante. Tutto quell'insieme doveva essere vietato. Sotto c'era una sola frase.

"Ti stiamo aspettando."

Il mio cervello andò in tilt. Non era passato nemmeno un minuto che piovvero così tanti commenti che menzionavano il mio nome che il mio cellulare iniziò a vibrare come un forsennato. Cosa dovevo fare? Decisi di rispondergli con una faccina sorridente che schiacciava un occhiolino mentre arrossiva...o forse era meglio una neutra con un semplice sorriso che non sottolineava niente di sospettoso? Decisi per la prima e la inviai. Mi risposero in migliaia ma quella che aspettavo arrivò poco dopo. Una faccina sorridente che arrossiva con di fianco la faccina di un cane. Ero stato io a iniziare la tradizione di mandare emoji, di solito lui scriveva papiri ma a me piaceva disturbarlo con disegnini divertenti. Ero infantile ma di solito era il mio modo per approcciarmi alle persone. Le prime volte me ne chiedeva il motivo dopo averlo tartassato con 25 stickers in 10 secondi, poi si era abituato e aveva smesso di sorprendersi più di tanto per la mia mania. Si sarebbe sorpreso di più a vedermi rispondere con qualche commento più lungo di tre parole. Misi da parte il cellulare e mi controllai per l'ennesima volta allo specchio. Sembravo passabile anche senza i make artist. Tornai da mia madre che mi chiese il motivo di quel completo, visto che ormai conoscevo già sua madre da tempo quindi non dovevo fare bella figura. La lasciai parlare senza darle ascolto dicendole di uscire adesso prima di trovare traffico per strada. Presi la torta dalle sue mani e la spinsi verso l'auto senza tante cerimonie. Quando arrivammo a destinazione eravamo in anticipo di dieci minuti, mi sentivo in fibrillazione per l'incontro. Appena scesi dall'auto la timidezza fece di nuovo capolino e mi fermai di colpo aspettando con impazienza la lentezza di mia madre. Non volevo entrare da solo in quella casa. Vidi qualcuno avvicinarsi alla porta a vetri ed esitai a fare un altro passo. Il suo sorriso mi sconvolgeva sempre, ricambiai sentendomi arrossire le guance. Forse sembravo un cretino in quel momento ma questo era l'effetto che mi faceva quella persona. Mi salutò con la mano e aprì la porta di scatto per accoglierci dentro. Salutò per prima mia madre con un bacio sulla guancia che la rese felice e poi si girò verso di me facendomi sciogliere come neve al sole. Lo avevo detto che tutto di lui doveva essere vietato ai poveri comuni mortali?

"Cosa ci fai ancora li? Non entri? Ti stanno aspettando tutti. Hai paura di incontrare Choco?" mi chiese lui prendendomi in giro.
"Ho paura per le mie dita. Mi servono ancora quando devo darti dei pugni sul set." strinsi una mano a pugno per far finta di tirargliela sul mento.
"O anche quando devi toccarmi i pettorali e scendere più giù in qualche scena hot." ammiccò lui alzando le sopracciglia. Ne sapeva una più del diavolo quando c'era da flirtare.
"Si si, se lo dici tu. Entriamo e tagliamo la testa al toro."
"Vieni, ha già mangiato. Non ti morderà di sicuro." tenne la porta aperta per farmi passare e salutai sua madre che mi venne incontro con il cagnolino tra le braccia che mi guardava curioso annusando l'aria con la lingua di fuori. Non sapevo se dovevo preoccuparmi. Mi metteva un pò di ansia avvicinarmi troppo a quell'esserino, nonostante le piccole dimensioni i suoi denti erano affilati.
"Ciao Alec. Questo è Choco, non avere paura." si avvicinò lentamente con un sorriso tra le labbra molto simile a quello del figlio. A quanto sembrava la genetica non era un'opinione. Avevo visto anche le foto di Alice e la somiglianza era evidente, era bella tanto quanto il fratello. Gli uomini non sarebbero stati a sicuro con loro due a piede libero.
"Vieni con me. Fatti annusare, ha bisogno di sentire il tuo odore." Damon mi prese la mano e lentamente l'avvicinò al naso del cagnolino. Tremai leggermente di paura ma la vicinanza del mio partner mi dava in qualche modo una certa sicurezza che tutto sarebbe andato bene. Mi fidavo di lui. Con il dito sentii il suo naso freddo e appena abbaiò ritrassi la mano di scatto con il cuore a mille.
"Ha abbaiato." esclamai ridacchiando in modo agitato. Damon non si era staccato da me nemmeno per un secondo, i nostri corpi erano sempre in contatto. Sapeva che avevo paura.
"E' normale. Dammi la mano, avvicinati. Choco lui è nostro amico, è molto importante. Non aggredirlo altrimenti niente cena." avvicinò di nuovo la mia mano tenendo il mio polso fermo nella sua stretta. Questa volta Choco rimase tranquillo e si fece accarezzare la testolina.
"Che carino..."
"Gli piaci. Ha capito tutto, è un buon intenditore." mormorò il padrone con un sorriso accarezzandolo a sua volta, sfiorando più volte la mia mano.
"Forse lo hai convinto con la minaccia di togliergli il cibo. Di solito quello funziona sempre con chiunque."
"Anche con te se non ricordo male. Basta corromperti con un pò di cibo e acconsenti a tutto." Choco si stancò di stare fermo e spinse per farsi mettere a terra da Pat. Dandogli un ultimo buffetto al muso per ringraziarlo della sua pazienza, lo mise giù e si allontanò per chiacchierare con mia madre e Brian. Sembravano vecchie amiche eppure si conoscevano solo da qualche mese.
"Non è vero...quando mi hai preparato le enchiladas e mi hai chiesto se potevo venire con te alle prove di canto in sala registrazione io ti ho risposto di no perchè mi sarei annoiato. Però le enchiladas erano meravigliose." feci un sorrisetto strafottente.
"Se non ricordo male è andata a finire diversamente. Due giorni dopo ti sei autoinvitato salendo in macchina, senza nemmeno avvisare, dicendo che non avevi nulla da fare. Sono riuscito persino a convincerti a cantare una canzone con me, ti vergognavi a fare sentire la tua voce." sapeva leggermi troppo bene.
"Va bene va bene. Mi sentivo in colpa per averti detto di no e così ti ho seguito, volevo farmi perdonare." ammisi distogliendo lo sguardo per guardarmi attorno.
"Ti sei annoiato?"
"Per niente, mi diverto sempre con te. Hai una voce fantastica quando canti. Il nuovo progetto piacerà a tutti, sarà un successo." confermai con sicurezza arrossendo mentre provai a incrociare il suo sguardo. Non smettevo di sorridere in sua presenza.
"Grazie per le tue parole, speriamo sia così. Mi sei sempre di gran sostegno." non sapeva quanto lo fosse lui per me.
"E' quello che penso."
"Allora sarai la mia groupie personale. Ti ci porterò altre volte, magari ti convinco a fare un altro duetto." sorrise scompigliandomi i capelli con dolcezza dopo averci messo più di mezzora per renderli praticamente perfetti.
"Non ne sono molto convinto...però potresti insegnarmi a suonare la chitarra. Così diventerò più cool per le ragazze."
"Già lo sei abbastanza piccolo, mi ci mancano soltanto altre orde di persone da mandare via da te. Sono un pò territoriale."
"Solo un pò?" lo presi in giro sapendo chiaramente quanto fosse possessivo nei miei confronti. Durante il fan service a volte esagerava platealmente ma era per divertire tutti sulla nostra ship, dietro le telecamere era possessivo in altri modi.
"Mi spieghi perchè ti sei messo tutto in tiro per questo pranzo? Non ce n'era bisogno, andavi bene vestito come al solito. Sei tutto in bianco, sei un incrocio tra un gelataio e un imbianchino." cambiò discorso lui per evitare di addentrarsi troppo nell'argomento.
"Non ti ci mettere pure tu, già mia madre mi ha fatto la stessa domanda. Non volevo fare brutta figura." mi stirai la giacca con le mani per appiattirla meglio.
"Sei sempre carino piccolo. Adesso andiamo a mangiare che è pronto, poi possiamo farti familiarizzare ancora con Choco."
"A volte mostri più adorazione verso quel cane che verso di me. Anche durante le interviste ne parli sempre, meno male che ancora non ti hanno chiesto chi preferisci." borbottai un pò infastidito.
"Ti sorprenderesti della risposta. Seguimi."

Lo seguii verso la tavola del salone già apparecchiata a dovere per il pranzo. Madre e figlio si erano superati. Chi sarebbe riuscito a finire tutte quelle pietanze? Nemmeno stessimo facendo il cenone di natale. Mi sedetti accanto a Damon con mia madre e Brian di fronte e Pat a capotavola che iniziava a intavolare una discussione sui prossimi eventi di promozione. Damon come al solito mi riempì il piatto in modo equilibrato, sembrava quasi un padre che si prendeva cura del figlio. Rabbrividii al pensiero di aver baciato mio padre per tutto questo tempo. Bleah! Divorai con gusto quello che potevo finchè il mio stomaco non chiese una pausa e poggiai stancamente la schiena sul sedile. La tentazione di slacciare i pantaloni era molta ma mi contenni per non fare una brutta figura con Pat ed evitare di ricevere rimproveri da parte di mia madre. Damon mi lanciò un'occhiata di sbieco mettendosi una mano davanti alla bocca per celare un sorriso divertito. Gli diedi una sberla sul braccio per intimarlo di smetterla ma questo lo fece ridacchiare di più attirando l'attenzione di tutti su di noi. Arrossii all'improvviso mentre Damon inventava qualche balla per distrarre i presenti che tornarono alle proprie discussioni. Dam si avvicinò di più mettendomi un braccio attorno alle spalle e con la mano libera si mise a massaggiarmi lentamente la pancia. A lui piaceva farlo, diceva sempre che era morbida ed era il suo cuscino preferito. Stranamente lo trovavamo entrambi rilassante. Le prime volte lo avevo trovato troppo intimo e imbarazzante da parte di un uomo ma con il tempo mi ci ero abituato, era un gesto rassicurante e mi faceva sentire la sua presenza costante. In quel momento mi stava aiutando la digestione, ci mancava soltanto un rutto finale come ciliegina sulla torta. Lui lo sapeva e lo faceva apposta a continuare. Mi alzai lentamente con la scusa di andare a prendere la torta e Damon mi seguì in cucina per aiutarmi. Choco si ridestò dal suo sonnellino e scodinzolò dietro al padrone nella speranza di ricevere qualche extra sul cibo.

"Scordatelo Choco. Hai già mangiato più che a sufficienza, mamma come al solito esagera sempre con te. Non stai quasi più nei vestiti." lo sgridò lui guardandolo con fare sconsolato mentre il cane si metteva seduto ai suoi piedi quasi a supplicare. Damon scosse la testa puntandogli un dito contro per avvertirlo e Choco abbaiò contrariato verso il suo padrone.
"Mi sa che ha qualcosa da ridire." ridacchiai divertito.
"Vuoi prendere le sue difese per caso?"
"No, il cane è tuo. Mi spieghi come mai lo vestite sempre? Sembra un peluche in abiti cool che si trova nelle vetrine dei negozi di giocattoli."
"A dire la verità mamma aveva visto una specie di felpina con cappuccio, l'aveva trovata adorabile quando gliel'aveva messa addosso e da lì le è arrivata la fissa dei vestitini per cane. Non so quanto ci spende ma devo dire che a volte questo piccoletto è vestito meglio di me. Da quando mia madre ha iniziato a postare le sue foto ha avuto così tanti fans che gli mandano sempre qualcosa in regalo."
"Cane fortunato." commentai guardando tra l'invidioso e il pauroso quel piccolo idolo.
"Che ne dici se dopo lo portiamo un pò fuori a fare quattro passi? Ha bisogno di movimento e anche tu, almeno ti aiuta a digerire." sorrise lui toccandomi di nuovo la pancia.
"Non è colpa mia se il cibo era buono. Potevate cucinare qualcosa a cui sono allergico, almeno avrei evitato di riempirmi in questo modo. E poi sono fiero della mia pancia." gli dissi con orgoglio. Non ero grasso ma ogni tanto spuntava quella piccola pancetta che, nonostante tutta l'attività fisica che cercavo di fare, restava li implacabile quasi a deridere i miei sforzi. Lui aveva la tartaruga addominale invidiata da tutti io della pancetta da friggere la mattina. L'ironia della sorte.
"Almeno ho qualcosa da toccare quando ho bisogno di coccolare qualcosa. Hai un pancino antistress." il massaggio della sua mano si intensificò.
"Comprati una palla di spugna, quella si che è antistress." lo scansai allontanandomi di qualche passo.
"Non è la stessa cosa. Vuoi mettere un oggetto anonimo e freddo con il tuo calore?" mise il broncio, era talmente tenero che avevo voglia di stringerlo in un abbraccio. Alec riprenditi! Quell'uomo era più furbo di una volpe.
"Giuro che te la regalo a natale."
"Gliela darò a Choco. Anche lui ha bisogno qualcosa contro lo stress da cibo. Che torta avete preparato?"
"Una semplice al cioccolato, spero sia buona. L'ho preparata io sotto l'attenta supervisione di mamma."
"Adoro il cioccolato." il suo tono basso di voce mi fece rabbrividire. Perchè improvvisamente mi sembrava che stesse parlando di una cosa peccaminosa? La mia mente stava vagando troppo su sentieri pericolosi.
"Lo so bene, l'ho fatta per questo. Per ringraziarti di essere al mio fianco sia nei giorni felici che in quelli bui." evitai di guardarlo negli occhi prima di morire dall'imbarazzo. Mi faceva ancora quell'effetto come se fosse il primo giorno.
"Giuro che se dici qualcos'altro di così carino non ti faccio uscire da questa casa." mormorò lui con un sospiro facendomi andare a fuoco il viso.
"Andiamo che stanno aspettando la torta."

A fine pranzo, le nostre madri ci cacciarono via dalla cucina e decidemmo di portare fuori Choco. Più che altro, Damon quasi mi spinse fuori di peso appena vide il mio sguardo voglioso puntato su quel divano invitante. Se fossi stato più veloce e non avessi mangiato così tanto mi sarei precipitato nel suo letto super size e mi sarei tuffato a braccia e gambe aperte. Ero pigro e lui mi capiva al volo con un solo sguardo. Non avrei mai vinto con la sua cocciutaggine in quel momento, la sonnolenza mi rendeva troppo stanco per combattere. Mi portò in camera per farmi cambiare, dandomi una sua tuta più confortevole e meno appariscente, e uscimmo di casa. Qualcuno ci riconobbe e ci chiese di posare per qualche foto, dopo averli salutati proseguimmo con la nostra passeggiata. Sicuramente quelle foto avevano già fatto il giro di internet in un nanosecondo. La cosa non mi preoccupò più di tanto, ero curioso di vederle. Potevamo sembrare una di quelle coppiette che portavano a spasso il cane. Una coppia normale, senza fan service e ship immaginaria. Una coppia reale. Potevo già immaginare la raffica di commenti che ci avrebbero aspettato al nostro ritorno. Guardai di sfuggita Damon ma lui sembrava tranquillo, il suo sorriso era calmo e senza preoccupazione alcuna. Perchè avrei dovuto averne io? Nell'arco di un'ora tornammo a casa dove ci stava aspettando Brian al varco della porta mostrandoci il cellulare con sguardo scuro in viso.

"Ragazzi cosa devo fare con voi?" scosse la testa irritato.
"Sii il prete e benedici la nostra unione." lo prese in giro Damon con un sorriso mentre toglieva il guinzaglio al cane che corse a casa tutto felice.
"Dovessi mandare tutte le foto che ho di voi due insieme diventerei ricco. Altro che continuare a fare il manager e a farmi venire il mal di testa. Mi sento come un babysitter sotto pagato."
"Forza Brian, abbiamo solo portato a spasso Choco. Non c'era nessun contatto fisico di alcun tipo."
"Non serviva, fidatevi. Guardate voi stessi." passò il cellulare a Damon che sorrise e mi mostrò le foto. Oltre le due foto con i fans ce ne erano altre scattate da lontano che ci mostravano felici mentre parlavamo persi nel nostro mondo. Sembravamo più che semplici fratelli, gli sguardi e i sorrisi dicevano tutt'altro. Più tardi le avrei salvate sul mio cellulare.
"Siamo venuti piuttosto bene. Sono belle le foto." mormorai con un sorriso continuando a fissare gli scatti.
"Brian pensala come una promozione in più per la serie. Penso che Meg e Claire sarebbero d'accordo. Siamo una coppia immaginaria, perchè non far felici ulteriormente i nostri fans? Che ci vedano quello che vogliono vedere. Era solo un'uscita tra fratelli con il cane. Punto." semplificò Damon ferendomi un pò inconsapevolmente. Aveva ragione, era solo quello.
"Mia madre e Pat come l'hanno presa?" chiesi a Brian.
"A dire la verità hanno stampato varie copie della foto per piazzarle da qualche parte in casa insieme a tutte le altre. In caso di interviste casalinghe dove poter far vedere al meglio i loro figli. Stanno facendo più fan service loro che i fans stessi e voi due messi insieme. Si sono date subito da fare per promuovere quelle foto appena sono sbucate sui social. La prossima volta avvisatemi subito se vi scattano delle foto insieme."
"Sarebbe troppo tardi lo stesso, cosa faresti? Erano solo delle foto innocenti."
"Brian va tutto bene." cercai di consolarlo.
"Lo sapete che da delle semplici foto innocenti potrebbe uscire fuori di tutto. I pettegolezzi e le male lingue sono pericolosi." ci avvisò lui mostrandoci degli scenari per nulla entusiasmanti.
"Non abbiamo fatto niente di male, rilassati. E poi parli tu che sei uno dei primi che appena può ci scatta foto e fa video a manetta. Anche prima quando mamma teneva in braccio Choco e Alec cercava di farci amicizia. Chi è che ha fatto il video e lo ha postato su IG?" Damon non voleva lasciare perdere e aveva le sue ragioni. Eravamo costantemente ripresi da varie angolazioni da chiunque munito di cellulare che poteva immortalarci e rendere pubblico ogni nostro minimo gesto. Per questo il più delle volte, quando potevamo, restavamo chiusi in casa.
"Ha già chiamato Paul per capire che razza di casino doveva risolvere adesso." mi guardò Brian mettendomi un pò in ansia. Potevo solo immaginare la loro conversazione al telefono.
"Gli parlerò io, tranquillo. Non c'è nessun casino."
"Alec vieni in camera. Lasciamo le nostre madri a confabulare tra di loro sulla tua dote." ridacchiò Damon mettendomi le mani sulle spalle mentre mi spingeva verso l'entrata.
"Guarda che io non voglio meno di venti mila." lo avvertii scherzando con tono minaccioso.
"Wow...sei piuttosto caro piccolo." mi sussurrò lui all'orecchio facendomi venire i brividi.
"Io valgo tanto."
"Ci farò un pensierino. Andiamo. Choco vieni."

Il cagnolino ci seguì scodinzolando tutto eccitato. Un paio di volte dovetti fermarmi di colpo in quanto Choco continuava a infilarsi in mezzo ai miei piedi, avrei rischiato di travolgerlo. Poi chi lo avrebbe sentito il padrone? Feci prima passare quell'esserino a quattro zampe, che ogni tanto si girava verso di me per controllare dove fossi. Era buffo quel piccoletto. Damon mi disse di sedermi per terra, ai piedi del letto, e mi si affiancò con una bustina di croccantini.

"Non avevi detto che era ingrassato?"
"Qualche croccantino in più riesco a farglielo smaltire. Voglio che sia tu a dargli da mangiare."
"Cosa? Perchè?" mi allarmai all'istante.
"Perchè voglio che facciate amicizia. Siete entrambi importanti per me. Non voglio che tu abbia paura di lui quando lo vedi. Deve capire che anche tu fai parte della famiglia...certo, non ti metterò una ciotola accanto alla sua ma potreste condividere lo stesso letto." disse lui sornione alzando le sopracciglia.
"Non condivido con lui la mia parte del tuo letto. Deve sapere qual è il suo posto."
"A dire il vero lui dorme sul divano, soltanto la mattina presto si intrufola sotto il lenzuolo per svegliarmi. Sei un pò possessivo per quel posto accanto a me."
"Parlavo del letto, solo del letto. Amo il tuo letto." sottolineai per evitare che andasse avanti a prendermi in giro.
"Se lo dici tu. Tieni, avvicina la mano e resta fermo finchè non si avvicina lui." feci come mi disse, ero un pò titubante e la mia mano tremò facendo finire i due croccantini per terra. Damon rise e me li rimise in mano tenendo fermo il mio polso. Choco si avvicinò continuando a scodinzolare come un forsennato e annusò la mia mano, ci mise sopra il musetto e iniziò a mangiare i suoi croccantini raspando con la sua ruvida lingua. Ridacchiai divertito e mi azzardai ad accarezzare il suo morbido pelo. Era tranquillo e si lasciava toccare con facilità, forse le mie paure erano un tantino esagerate verso quella piccola palla di pelo. Era diverso da accarezzare Joker ma sempre piuttosto piacevole in più quel cane non sembrava riuscire a stare fermo. Damon si complimentò con il suo cucciolo coccolandolo un pò.
"Bravo Choco, lui è nostro amico. Gli vogliamo bene."
"Com'è ruvida la sua lingua...più di quella di Joker." ridacchiai a un'altra passata umida sulle mie dita.
"Hai ancora paura?"
"No, sono più tranquillo."
"Adesso non ti libererai facilmente di lui. Vorrà giocare fino a sfinirti."
"A me piace giocare."
"Come se non lo sapessi. Sei proprio un bambino."
"A chi hai dato del bambino? Io non sono un bambino!"
"Stai mettendo il broncio? Il mio piccolo bambino cresciuto." si allungò per stringermi in un abbraccio mentre con una mano mi accarezzava i capelli. Essere preso in giro da lui mi faceva sentire un pò speciale, avevo la sua completa attenzione. Mentre ero distratto nel mio mondo, Choco si fece di nuovo avanti di scatto e mi morse un dito a tradimento abbaiandomi contro. Tolsi la mano dando una gomitata involontaria al mio partner e cacciai un urlo facendo abbaiare ancora più forte quel piccolo mostro dai denti affilati.
"Avevi detto che non mordeva." mi lagnai sentendo il mio dito dolorante.
"Di solito non lo fa, al massimo abbaia forte." il suo tono di voce era preoccupato.
"O mi ha scambiato per una coscia di pollo oppure è geloso."
"Geloso? Di cosa? Non lo è mai stato prima d'ora." il suo sguardo confuso la diceva lunga.
"Mi ha morso dopo che tu mi hai abbracciato."
"Mmh...strano. Forse era tentato dal tuo odore delizioso." tornò di nuovo a prendermi in giro annusandomi il collo.
"Adesso sono diventato del pollo fritto?" gli lanciai un'occhiataccia dandogli un'altra gomitata sul fianco questa volta volontaria.
"No, allo spiedo. Da leccarsi i baffi."
"Damon sii serio. Mi fa male il dito." glielo sventolai davanti per fargli capire che veramente provavo dolore.
"Non esagerare, non te lo ha staccato. Fammi vedere." me lo prese tra le mani e lo avvicinò per guardarlo attentamente
"Guarda, c'è ancora l'impronta dei suoi denti." mi lagnai di nuovo sentendomi sempre più strano.
"Quando ero piccolo e mi sbucciavo qualcosa, dopo aver medicato la ferita mamma ci soffiava sopra dicendo che tutto sarebbe passato. Adesso come va?" mi chiese lui dopo averci soffiato sopra come se fosse una candelina di compleanno.
"Meglio...grazie." balbettai turbato dimenticando quasi il mio nome.
"Vuoi anche un bacino? Magari passerà prima." incrociò i miei occhi e mi sentii perso.
"No grazie. Va bene così." mormorai togliendo il dito dalla sua stretta leggera.
"I rimedi della mamma sono sempre quelli giusti. Choco cattivo, ti avevo detto di comportarti bene. Noi vogliamo bene ad Alec." sgridò il cane mentre quest'ultimo gli abbaiò contro per tutta risposta.
"Forse non è tanto d'accordo."
"Si deve abituare. Choco non puoi mordere Alec, non è un pezzo di carne. Al massimo posso morderlo solo io."
"Damon!"
"Stai zitto, sto cercando di insegnargli qualcosa di importante se vuole ancora mangiare in questa casa."
"Non ti sembra di esagerare?" gli chiesi dando un'occhiata a quella piccola palla di pelo che si sdraiò ai piedi del padrone con il musetto triste. Un pò mi sentii in colpa per aver causato tutto quel trambusto per un solo morso, ma il dito faceva ancora male.
"Da che parte stai? Non eri tu quello che esagerava prima? Vieni più vicino."
"Più vicino di così mi siedo sulle tue gambe." borbottai non sapendo più dove mettermi.
"Non è un problema, quante volte lo hai già fatto? Choco guarda, non devi sentirti offeso." richiamò l'attenzione del cane mentre mi avvolgeva un braccio alle spalle.
"Sbuffa ancora." lo avvisai temendo il peggio.
"Non è niente. Avvicina la tua mano." titubante eseguii i suoi ordini e accarezzai il cagnolino tra le orecchie, in quel momento sembrava più malleabile.
"Bravi i miei due cuccioli. Non litigate più altrimenti metto entrambi in punizione." iniziò ad accarezzare entrambi la testa nello stesso modo con aria soddisfatta.
"Da quando sono diventato un cucciolo?" lo guardai storto mentre lui continuava a passarmi le dita tra i capelli in un massaggio lento. Mi stava quasi venendo sonno.
"Sei il mio gattino. Non te lo ricordi? Vieni qui che ti faccio i grattini." mi prese in giro lui ricordandomi una scena della serie che avevamo recitato tra le lenzuola. Cercai di spingerlo via appena vidi sua madre riprenderci con il cellulare. Da quanto tempo era rimasta a filmarci? Volevo andare a nascondermi. Cos'avevo detto fino adesso?
"Damon lasciami! Tua madre ci sta filmando!" lo avvertii con tono agitato.
"Te ne sei accorto adesso? Mia madre ha occhi ovunque." disse lui sganciandomi dalla sua stretta mentre riprendeva Choco in braccio per coccolarlo.
"Dovrei stare attento anche in bagno quando mi faccio la doccia?" il pensiero di poter essere spiato anche in quei momenti mi metteva i brividi e di certo non erano piacevoli per niente.
"Chi lo sa...resta sempre aggiornato su eventuali avvistamenti intimi. Credo che il web andrebbe in visibilio quel giorno."
"Ma anche no, grazie."

Giocammo un altro pò con Choco e finalmente riuscii a familiarizzare di più con lui senza venire azzannato. Forse eravamo sulla strada giusta per un'amnistia. Pat, dopo essere stata soddisfatta con i suoi video e le sue foto, se ne tornò da mia madre a parlare sicuramente di qualcosa inerente al nostro lavoro e ai prossimi incontri. Non potevano parlare di altro? Avevano entrambe altre due figlie a disposizione su cui sparlare. Passammo il resto del pomeriggio a divertirci insieme, facendo progetti e discutendo sulle battute delle ultime scene ancora da girare. Mancava veramente poco alla fine delle riprese, ancora non riuscivo a capacitarmene. Cosa avrei fatto dopo? Sarei riuscito a vedere ancora Damon o avremmo tagliato definitivamente i ponti l'uno con l'altro? Finita la serie finito il rapporto? Non ne avevamo mai parlato in verità ma questa era una cosa che mi angosciava parecchio. Ero felice in quel momento, racchiuso in quel bozzolo di amore e fama, ma dopo come mi sarei sentito? Sarebbe sparito tutto così in fretta? Avevo paura ad affrontare l'argomento perchè non sapevo come avrebbe risposto lui. Avrei creduto a ogni sua parola e conoscendolo sapevo che manteneva una promessa, ma tra il dire e il fare c'erano di mezzo la distanza e i futuri lavori senza la compagnia dell'altro. Sarei rimasto da solo di nuovo e sarebbe stato difficile per me ricominciare da capo per conoscere altre persone nuove. Odiavo il pensiero di dovermi separare da lui e cavarmela da solo. Guardai Damon, sdraiato sul divano con la testa posata sul mio grembo, mentre controllava dei testi per il master che aveva scaricato sul cellulare. Anche quando era di riposo il suo cervello continuava a lavorare implacabile. Avrei voluto che si prendesse una vera pausa da tutto e riposasse sul serio. Lo vedevo ogni giorno sempre più stanco, ero preoccupato. Presi ad accarezzargli i capelli distrattamente come mia abitudine e pensai a quanto fossi fortunato in quel momento. Avrei voluto che fosse per sempre. Ripresi il cellulare sentendolo vibrare e controllai le notifiche alle foto che ci avevano fatto quel giorno. Troppi commenti anche solo per leggerli. Ne scorsi alcuni dove ci sostenevano mandandoci tutto il loro affetto, rimasi emozionato da tutto quel calore. Forse non lo sapevano del tutto ma le dimostrazioni dei fans erano la miglior medicina per noi nei momenti bui. Un incoraggiamento per andare avanti. Dovevamo tanto a loro e volevamo ringraziarli facendo del nostro meglio in tutto. Andai più giù e non riuscii più ad andare avanti. Perchè tutto quell'odio? Perchè arrivare a quelle parole? Cosa avevamo fatto di male? Perchè tirare in ballo il passato di qualcuno che stava cercando di dimenticare? Perchè essere così crudeli?

"Cos'è successo?" non mi ero accorto che il mio cambio di espressione aveva attirato la sua attenzione. Non volevo che leggesse quei commenti. Non adesso che stava andando tutto bene, avrebbero soltanto rovinato tutto. Conoscevo Damon e sicuramente non avrebbe lasciato perdere una cosa del genere. Non volevo farlo preoccupare.
"Niente." cercai di nascondergli il cellulare ma fu tutto inutile con una sola occhiata mi fermò all'istante.
"Alec!"
"Le nostre foto fuori con Choco e i video che hanno fatto tua madre e Brian hanno avuto tantissimi commenti...i fans sono entusiasti e lasciano tanti di quei commenti positivi di incoraggiamento verso la nostra coppia. Però sono sbucati fuori anche molti messaggi degli haters piuttosto aggressivi." ammisi a malincuore concentrandomi sul movimento delle mie dita tra i suoi capelli. Stavo evitando il suo sguardo.
"Cosa dicono?" sentivo la tensione su ogni fibra del suo corpo.
"Mettono a confronto la nostra relazione con quella che avevi con Chase. Per essere precisi, confrontano Chase a me ed io non ne esco per niente bene. Ti preferivano con lui. Eri più sincero con lui e con me è solo fan service. Sei più serio e calcolatore per quanto riguarda le effusioni pubbliche. In pratica con me stai facendo le stesse cose che facevi con lui solo che con lui erano vere, con me ti stai sforzando e lo fai soltanto di fronte alle telecamere per pubblicizzarci...stai fingendo." quelle parole fecero male persino a me. Ero stato clemente, gli avevo fatto un resoconto blando omettendo insulti e offese che avevano scritto. Sapevo che non sarei riuscito a evitare che lui li leggesse.
"Fammi vedere." gli porsi il cellulare con una smorfia. Dalla sua espressione sembrava che volesse commettere un omicidio.
"Dai, non fa niente. Sai quanti commenti malevoli riceviamo al giorno d'oggi. Non è importante."
"Si che è importante. Come possono dire una cosa del genere? Li segnalo." ringhiò alterandosi mentre si rimetteva seduto di scatto continuando a leggere tutti quei commenti.
"Non puoi correre dietro a ogni utente che scrive cattiverie e segnalarlo. E' impossibile. Lasciali parlare, prima o poi si stancheranno e andranno a rompere le scatole a qualcun altro. Non pensarci." cercai di calmarlo invano.
"Alec questo non va bene. Chi dà loro il diritto di giudicare? Il passato è passato, è inutile rivangarlo quando fa loro più comodo." sbottò lui sempre più irritato. Mi sorprendeva il fatto che Brian non si fosse fatto di nuovo vivo per dire ve lo avevo detto.
"Il diritto glielo abbiamo dato anche un pò noi continuando a mostrarci sempre sui social."
"Questo fa parte del lavoro lo sai bene. Abbiamo bisogno del supporto dei nostri fans per andare avanti."
"Gli haters sono ovunque, non possiamo mica piacere a tutti." mormorai cercando di farlo ragionare.
"Non pretendo questo ma non voglio che parlino male di te. Io ormai ci sono abituato agli haters, ci faccio colazione con loro, ma il problema arriva quando toccano te. Non hai fatto niente per meritarlo. Non capiscono quanto sia stato fortunato a incontrarti? Perchè si comportano così? Chase non ha più niente a che fare con me e stare li a mettervi a confronto non ha senso. Siete due persone completamente diverse, specialmente per quanto riguarda il vostro rapporto con me. Ti hanno chiamato insignificante e nullità per non dire altro, ti hanno insultato." sembrava più arrabbiato di me in quel momento. Mi faceva una tenerezza infinita mentre cercava di difendermi a spada tratta. Nessuno lo aveva mai fatto, a parte mia madre per ovvie ragioni. Mi faceva sempre sentire protetto.
"Ci sono molti dei nostri fans che mi stanno difendendo. Non ho bisogno che tu venga sempre in mio soccorso."
"Non vengo sempre in tuo soccorso però non mi piace questa storia. Non riesco a starmene con le mani in mano senza fare o dire niente." strinse i pugni restituendomi il cellulare ancora stranamente intatto. Era così agguerrito che avrebbe fatto una strage e io avevo paura di ciò che potesse accadere, non volevo che le sue azioni gli si ripercuotessero contro. Non aveva bisogno si un altro scandalo e non volevo esserne io la causa. Gli avrebbe fatto solo più male. Non volevo che soffrisse ancora.
"Damon lascia stare."
"Tu credi a quello che dicono?" a quanto sembrava anche lui aveva le sue paure e aveva bisogno di rassicurazioni. Peccato che quello che avevo visto aveva turbato anche me.
"Hanno postato degli spezzoni di vecchi video...ci sono molte similitudini con i nostri gesti quotidiani e i vostri." mormorai a bassa voce distogliendo lo sguardo. Volevo fingere che quei video non mi avessero scombussolato l'esistenza ponendomi mille domande, ma sapevo che con lui era inutile mentire. Sembravamo la fotocopia sbiadita di quello che un tempo erano stati loro. Ero diventato il sostituto di Chase?
"Tu ci credi." la sua espressione ferita mi colpì in pieno peggio dell'esplosione di una bomba. Non volevo vederlo così.
"Io credo in te. Se mi dici che non è così mi fido." lo rassicurai afferrandogli una mano per fargli capire la mia sincerità. Nonostante alcuni miei dubbi io gli credevo.
"Alec..."
"Tranquillo. Mi fido. Cosa ne dici se ti concedo la rivincita al videogioco di ieri? Io penso di riuscire a stracciarti di nuovo. Ci riproviamo? Mettiamo una posta in gioco?" volevo distogliere la sua attenzione da quel problema e focalizzarla su altro. Doveva smettere di pensarci e io volevo aiutare a farlo.
"Va bene, spara." annuì lui ancora non del tutto convinto dalle mie parole.
"Se vinco io lascerai perdere questa faccenda e non farai nulla per risolverla. Promettilo." gli puntai il mignolino contro in attesa che lui accettasse incrociandolo con il suo.
"Alec..."
"Promettilo!" sbuffando, Damon incrociò i nostri mignoli sigillando la nostra promessa. Non poteva tirarsi indietro anche se avrebbe fatto di tutto per imbrogliare e girare le carte in tavola a suo favore.
"Despota. Va bene, lo prometto. Però se vinco io lasci che me ne occupi a modo mio. Non la faranno franca."
"Non mi batterai mai vecchietto!" gli lanciai una frecciatina con ghigno malefico.
"Come sta il tuo dito mezzo maciullato?"
"Riesce ancora a sconfiggerti. Iniziamo."

POV Damon

Gli sorrisi e lo salutai con la mano mentre lui ricambiava con calore. Lo vidi allontanarsi dentro l'auto della madre e mi sentii di nuovo di cattivo umore. Smisi di sorridere e tornai in casa dove incrociai lo sguardo preoccupato di mia madre con in braccio Choco. Le presi il cagnolino, che iniziò a leccarmi il mento, e andai a sedermi sul divano giocando con lui. La mia mente era persa tra vari pensieri ombrosi che peggioravano soltanto il mio umore.

"Sono rimasta zitta fino adesso perchè non volevo essere di troppo ed evidentemente lui non ne voleva parlare. Ma adesso non posso più tacere. Sono preoccupata per entrambi. Quei commenti sono veramente feroci, come puoi restare tranquillo a non fare niente?"
"Ho promesso ad Alec di non fare nulla e mantenere il controllo. Anche se sto lottando contro me stesso, voglio mantenere quella dannata promessa. Lui ci rimarrebbe male altrimenti."
"In questo modo lo stanno facendo a brandelli con quelle cattiverie."
"Mamma ho le mani legate. Non posso fare niente." scossi la testa esasperato mentre accarezzavo Choco come se fosse un antistress. Lui rimase fermo a bearsi le carezze mentre iniziava a chiudere gli occhi. Anche per lui era stata una giornata stancante.
"Tu e le tue dannate promesse. A quest'ora avresti già ribaltato il web per difenderlo. All'improvviso non ti importa così tanto di lui da volerlo fare?"
"E' proprio perchè mi importa di lui, di ciò che pensa e di ciò che prova, che non oso andare contro a quella promessa. Lui ha paura che con il carattere che mi ritrovo possa finire in qualche guaio. Io non voglio più leggere quei commenti assurdi su di lui. Perchè le persone non capiscono? Certo, ognuno è libero di dire e scrivere ciò che pensa ma non capiscono che c'è un limite da non superare? Perchè continuare a fare questi paragoni? Ho sempre saputo fin dall'inizio che c'erano in giro certe voci ma è passato quasi un anno da quando ho incontrato Alec...non è una cosa successa una settimana fa. Perchè non si mettono l'anima in pace e la smettono? Sono stanco di leggere quelle frecciatine. Non voglio che per Alec sia lo stesso e decida di mollare quello che abbiamo costruito insieme. Stanno per finire le riprese della serie e con ogni probabilità non faremo più parte della vita dell'altro. Questo pensiero mi distrugge e mi fa sentire solo già adesso. Non voglio dargli una scusa in più per sparire." ero partito con tono aggressivo eppure avevo terminato la mia ramanzina con un filo di voce depresso. Quella era una delle mie peggiori paure, che mi lasciasse anche lui.
"Magari non succederà. Alec ti è molto affezionato."
"Siamo sinceri mamma, quante volte è durata una storia anche solo di amicizia fraterna come la nostra in un contesto simile? Lui è ancora giovane, ha tante esperienze da fare e incontrare nuove persone. Sarà difficile all'inizio per via del suo carattere introverso ma sta migliorando, piano piano riesce anche lui ad approcciarsi alle persone. E' cambiato, si è aperto di più con gli altri da quando lo conosco. Riuscirà a fare tutto ciò che vorrà, ha un futuro promettente e migliora sempre di più. Sarà amato da tutti perchè è un piccolo dispettoso adorabile. Ci sentiremo sempre di meno finchè un giorno ci ricorderemo soltanto dei nostri compleanni grazie alle notifiche di FB. Poi saremo soltanto dei sbiaditi ricordi lontani del passato." a quelle parole mia madre sbuffò sonoramente esasperata facendo svegliare di colpo Choco che abbaiò come risposta.
"Quanto la fai tragica. So che finchè parlerai di lui con amore e dedizione come hai fatto adesso farai di tutto affinchè restiate in contatto per molto tempo. Ti conosco bene figliolo. Sei caparbio, non rinunci facilmente a ciò che vuoi. E tu vuoi lui nella tua vita. Secondo me lui ha le tue stesse paure. Dovreste parlare del futuro, di quello che accadrà dopo aver girato l'ultima scena. Il dialogo risolve gran parte dei problemi in una relazione...l'altra parte li risolve il sesso, ma non credo sia il vostro caso. Giusto?" le lanciai un'occhiataccia mentre lei ridacchiava sotto i baffi.
"Voglio lasciargli i suoi spazi e non essere troppo invadente. Già lo sono e a volte rischio di esagerare con i miei modi di fare. Sono fatto così ma con lui cerco di controllarmi."
"Te lo ha chiesto lui di farlo? Di controllarti intendo."
"No, sono io che non voglio metterlo a disagio specialmente quando siamo in pubblico. Sono fin troppo espansivo. L'ho abbracciato fin da subito quando lui ancora era in imbarazzo anche solo a guardare negli occhi un altro uomo. C'è voluto molto tempo affinchè lui ricambiasse l'abbraccio volontariamente. Soltanto da poco ha iniziato a farlo di sua iniziativa senza che glielo chiedessi. E' stato difficile lasciarsi andare per un tipo come lui. Non voglio fare due passi in avanti e subito dopo dieci indietro per la mia impulsività."
"Lui dovrebbe amare ogni parte di te, anche le più controverse."
"Mamma noi siamo solo amici molto intimi, niente di più. Lo sai bene." le ripetei per l'ennesima volta mentre Choco era intento a giocare con le mie mani.
"Fin troppo bene figliolo. Lo sai che io ti appoggerò sempre, qualunque scelta tu faccia...chiunque tu voglia amare. Mi basta sapere soltanto che ti ama e che ti rende felice. Se poi ci aggiungi che è amorevole con la tua famiglia, è adorabile e va d'accordo con Choco...a parte il primo morso di prova per testare la sua resistenza, approvo in pieno. Non chiederei di meglio per te." lei mi si avvicinò accarezzandomi i capelli con dolcezza come faceva quando ero piccolo e avevo bisogno delle sue coccole.
"Mamma ti voglio bene."
"Ti amo immensamente anch'io. Sarà difficile per te rispettare quella promessa."
"Farò del mio meglio per non deluderlo. Mamma puoi restare un altro pò con me? Non voglio restare solo e Brian se ne è già tornato a casa."
"Tutto il tempo che vuoi figliolo. Sono qui per te."

Mia madre rimase a dormire per la notte nella stanza degli ospiti. Non sapevo nemmeno da quanto avevo passato tutto quel tempo in sua compagnia a sfogarmi su ogni cosa mi passasse per la testa. Nonostante fossi ormai cresciuto passavo anch'io dei momenti dove solo l'affetto e le coccole della mamma potevano aiutarmi a superare i problemi. Quello era uno di quei momenti, era come tornare bambino nel suo abbraccio. Mi aveva aiutare a non commettere pazzie sui social e a non insultare nessuno. Da quando era andata a letto la solitudine mi avvolse come una coperta fin troppo stretta e soffocante. Choco stava riposando sul divano accanto a me ma era troppo stanco dalla sua giornata frenetica per rimanere sveglio a distrarmi. Ero tentato di chiamare Alec ma era tardi e volevo lasciarlo dormire in pace dopo tutti i casini che erano successi quel giorno. Ero ancora turbato da quei commenti. Come facevano a dire che fingevo nei confronti di Alec e che era tutto fan service? Come potevano giudicare i sentimenti di una persona conoscendola solo superficialmente attraverso uno schermo? Avevo sempre cercato di essere me stesso con i fans, mostrargli il vero me ma forse non ero riuscito a fargli vedere quello che volevo. Perchè poi mettere a confronto il passato con il presente? Come non faceva a piacere Alec? Paragonarlo a Chase era completamente fuori luogo. Lo riportavano a galla come un cadavere che galleggiava sul fiume. Avevo sempre evitato di commentare qualsiasi riferimento a lui dopo quello che aveva pubblicato sui social e, al termine della serie, avevamo smesso completamente di frequentarci. Finalmente persino nelle interviste non veniva più menzionato il suo nome e all'improvviso eccolo di nuovo li, associato alla nostra coppia. Alcuni vecchi fans avrebbero preferito vedere Chase al posto di Alec al mio fianco. Ringraziavo ogni giorno per aver incontrato la mia piccola peste che mi aveva aiutato a risollevarmi dalle ceneri come una fenice. Conoscerlo, nonostante la sua poca esperienza, mi aveva fatto scoprire molte cose anche di me stesso che ancora non sapevo. Mi aveva spinto a desiderare di più e a mettermi alla prova per nuovi progetti. Mi aveva mostrato un futuro diverso che potevo avere se solo volevo, perchè potevo fare tutto. Ai suoi occhi ero il migliore, non volevo deludere le sue aspettative. Avrei voluto che mi guardasse con la stessa espressione anche in quel futuro diverso. Un futuro nel quale potevo solo sperare che fosse ancora insieme a lui. Non volevo perderlo. Diedi un'ultima carezza a Choco e tornai in camera nella speranza di chiudere occhio. Peccato che la mia testa non voleva collaborare in alcun modo. Ogni due minuti mi ritrovavo con in mano il cellulare e la finestra della chat con Alec sempre aperta. Decisi di fare un giro su IG ma promisi a me stesso di non fare nulla di sconsiderato. Era stata una bella giornata e quei video e quelle foto ne erano la prova lampante, Brian e mia madre avevano fatto proprio un bel lavoro ad immortalare quei momenti. Per fortuna che non avevano postato proprio tutto sul web. Uno di quei fastidiosi commenti cattivi mi saltò all'occhio, faticai a trattenermi da insultarli uno per uno. Andai un pò più giù e mi si riempì il cuore di affetto verso i miei fans che difendevano a spada tratta Alec, il suo lavoro e la nostra coppia.

"DamLec per tutta la vita."
"Sosteniamo Alec e il suo lavoro. E' davvero un bravo ragazzo."
"Siete una coppia davvero affiatata. Non fate caso a chi la pensa diversamente. Il vostro amore e rispetto reciproco lo noterebbe anche un cieco."
"Il loro sostenersi a vicenda ogni volta che incontrano una difficoltà rende più forte la loro relazione. DamLec vi amiamo."
"Alec non farebbe mai la merda in pubblico come ha fatto Chase. Damon non preoccuparti che il tuo piccolo ti ama come ti amiamo tutti noi."
"Alec è così adorabile. Come fate a paragonarlo a quella sottospecie di stronzo?"
"Ho sempre sostenuto Damon in ogni suo lavoro. Shippavo anche i DC perchè mi piacevano fuori dallo schermo. Poi non si è saputo più niente, soltanto loro due conoscono la verità dei fatti. Chase non si è comportato bene e Damon avrà anche lui le sue colpe, però ormai è tutto passato e Dam sta cercando di andare avanti così come Chase. Strade separate. Vi prego di lasciarli stare in pace che ne avranno anche loro le scatole piene di rivangare quella storia. Adesso Damon ha Alec e adoro il legame che si è instaurato tra di loro. Forse all'inizio storcevo il naso e Alec sembrava troppo in imbarazzo a scambiarsi effusioni in pubblico ma adesso qualcosa è cambiato. Che siano reali o meno hanno una chimica pazzesca e Damon non sta fingendo."
"Sono stati fortunati ad incontrarsi. Spero che restino così insieme per molto tempo. Vi amiamo. Fighting!"

Avevo le lacrime agli occhi. Avevamo tanti di quei sostenitori che ci amavano e che litigavano per noi. A causa della nostra posizione, era difficile ribattere agli haters ma per loro era quasi un dovere difenderci. Erano talmente agguerriti che avevo persino paura di ciò che poteva succedere quando la serie sarebbe finita e non avremmo avuto più eventi ai quali partecipare insieme come coppia. Avrebbero fatto rivoluzione. Non mi ero mai sentito così ben voluto dai fans come in quel momento. Meritavano il meglio di Alec e me. Come avrei potuto ripagarli per quelle parole di incoraggiamento? Forse Alec aveva ragione e si sarebbe risolto tutto senza dover intervenire in prima persona. Maledetti gli haters! Spazientito, gettai il telefono da qualche parte sul letto e presi in mano la chitarra iniziando a strimpellare qualche nota a caso che presto si trasformò in una piacevole melodia. Suonai altri accordi per legarli insieme e ci buttai dentro qualche parola che sentivo dentro. Ripensai a tutto l'amore che ci avevano dimostrato i fans sui social, a tutto il loro sostegno e alla forza che ci davano per andare avanti nel nostro lavoro. Volevo far capire loro che quel sentimento era ricambiato. Avevo bisogno di ringraziarli perchè esistevano. Le parole uscirono di getto, confuse ma sentite. Presi carta e penna e mi misi all'opera, tutto eccitato ormai completamente sveglio. Scrissi e cancellai innumerevoli volte, gettai fogli accartocciati sul pavimento e rifeci tutto da capo ancora non del tutto convinto. Provai tutta la notte senza rendermi conto di quanto stanco fossi realmente, Brian mi avrebbe sgridato ma speravo che con il risultato finale ne sarebbe valsa la pena. Alle prime luci dell'alba potevo finalmente ritenermi soddisfatto. Forse la canzone non era del tutto finita e sicuramente dovevo migliorare molte strofe, però mi piaceva. Rispecchiava in pieno le mie emozioni in quel momento. Quello che sentivo per loro e quello che sentivo per il mio partner. Mi era venuta anche un'altra idea in mente mentre scrivevo quel pezzo. Volevo far capire a tutti e ad Alec stesso quanto lui fosse importante per me. Speravo soltanto che avrebbe apprezzato il gesto. Mi alzai dal letto, stiracchiando tutti i muscoli indolenziti, e andai a farmi un doccia calda. Quando mi guardai allo specchio quasi mi spaventai dalle occhiaie profonde sotto gli occhi. Cercai in qualche modo di camuffarle come meglio potevo ma non ero di certo uno dei nostri truccatori che si prendevano sempre cura della nostra immagine pubblica. Per il momento potevo accontentarmi. Dopo essermi asciugato e cambiato, tornai in camera con al seguito Choco che si era improvvisamente svegliato e chiedeva attenzioni. Presi il cellulare e lo piazzai sulla scrivania in modo da potermi riprendere bene mentre suonavo. Iniziai a registrare la mia cover per Alec.

"Thank you for loving me, my love.
Thank you for every time that you ever hugged me.
On the days that the problems were swooping in on me.
How can I repay the love I've gotten from you?
I know it's not enough, but I want to do the best for you."

Cantai quelle strofe con il cuore guardando fisso verso il cellulare. Alla fine del video sorrisi e terminai la ripresa. Lo guardai per capire se dovevo rifarlo oppure no, ma andava bene. Vedevo l'emozione nei miei occhi, non pensavo di essere stato così cristallino riguardo i miei sentimenti. Forse dovevo esercitarmi di più a nasconderli ma, quando si trattava di Alec, per me era praticamente impossibile. Era il mio tallone di Achille. Lo pubblicai su Twitter con qualche hashtag senza scrivere niente e uscii dal social appena sentii l'allarme disattivarsi. Che ore erano? Andai verso l'ingresso per trovarmi davanti Brian con in mano la colazione.

"Ciao Brian, sei già arrivato?" lo salutai prendendo al volo il bicchiere colmo di caffè fumante. Brian era la mia salvezza per la colazione.
"Che diamine hai fatto tutta la notte?"
"Tranquillo, va tutto bene. Non riuscivo a dormire."
"L'ultima volta che hai detto una cosa del genere è successo un casino...e anche la volta prima." mormorò lui con tono preoccupato.
"Giuro che non ho fatto niente." cercai di sembrare il più innocente possibile mentre bevevo il caffè ma lui fiutava sempre le mie bugie.
"Sembri un cadavere ambulante. Cosa devo fare con te?" fui sgamato in pieno. Brian prese in mano il cellulare e iniziò a cercare la fonte delle mie menzogne. Non era difficile da trovare.
"Non c'è bisogno di guardare sul cellulare..."
"E questo tu lo chiami niente? Hai appena postato un tuo video su Twitter cantando una canzone per Alec?"
"Non c'è nessuna dedica ad Alec..." non feci nemmeno in tempo a finire la frase che lui mi piazzò davanti agli occhi il cellulare.
"#AlecRoberts che cos'è? Gli hai dedicato proprio quella canzone? Perchè prima di postare qualcosa non ne parli con me?"
"Su dai, non prendertela così. Pensala come a un modo per ringraziarlo di essere sempre al mio fianco soprattutto nei momenti difficili dove ho bisogno di avere qualcuno che plachi la mia impulsività. Lui non lo sa ma da quando lo conosco ha iniziato a cambiarmi giorno per giorno in piccole cose a cui nemmeno facevo caso. Mi fa sentire migliore e volevo ringraziarlo, il mio scopo era soltanto quello." ammisi con sincerità stringendomi nelle spalle.
"Stai iniziando ad avere paura per la fine delle riprese? E' per questo che ti ritrovo più emotivo e con una nota nostalgica?"
"Beh tutto ciò che ha un inizio ha sempre una fine. E' quello che ho imparato."
"Altro che nostalgia, qui sta arrivando la depressione. Vai a fare colazione che oggi hai l'agenda fitta e ho paura che in questo stato non concluderai granchè." mi spinse a sedermi con forza prendendo il bicchiere vuoto di caffè dalle mie mani. Mi piazzò davanti un piatto, nel quale aveva messo ciò che aveva appena comprato, e mi intimò con lo sguardo di muovermi a mangiare.
"Brian, dobbiamo andare in sala registrazioni al più presto. Ho scritto qualcosa questa notte, volevo farla sentire al produttore e agli autori. Ho bisogno di un loro parere. Non sto nella pelle." gli dissi tutto d'un fiato in tono eccitato.
"Intanto mangia, poi ne riparliamo in auto. Guido io, non voglio finire al pronto soccorso oggi."
"Va bene. Mi farò un riposino lungo il tragitto. Non prendere buche mi raccomando." lo avvertii passandogli le chiavi dell'auto.
"Questo ragazzino! Tua madre è ancora a casa?"
"L'ho sentita alzarsi un'oretta fa prepararsi il caffè. Penso sia andata a fare yoga e ha portato via Choco."
"Se hai finito dobbiamo andare. Il tempo non aspetta." ribadì lui iniziando a uscire dalla porta di ingresso portandosi dietro il necessario per la giornata.
"Arrivo. Oggi è una bella giornata, non vedo l'ora di sapere cosa ne pensa la piccola peste." mormorai guardando il regalo che mi aveva fatto Alec un pò di tempo prima. Era un elefantino di argilla, lo aveva modellato con le sue mani durante un programma che aveva girato. Lo aveva portato ad un evento in cui avevamo partecipato insieme e, sotto gli occhi dei fans, lo aveva tirato fuori sorprendendomi. Era stata un'altra delle sue sorprese e mi aveva lasciato emozionato e senza parole. Adesso era arrivato il suo turno per ricevere un regalo. Toccai con un dito la proboscide un pò deformata e sorrisi a quell'animaletto. Uscii di casa con il sorriso sulle labbra.

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Ciao a tutti ecco a voi il 4 capitolo.
Spero che la storia fino a qui vi stia piacendo.
Chissà cosa succederà nel prossimo capitolo? Sicuramente un'altra bella cover ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate, buona lettura.
   
 
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