Setsuna to Towa | un
istante e l’eternità
A
being who can live for eternity can love for a moment, with all of his
heart (1).
“Sesshomaru-sama, se io
dovessi morire mi ricordereste
per sempre?”
La
tua voce mi giunge soffice, mentre allaccio il mio yukata, distratto
dai tuoi
occhi che rubano la bellezza alle prime luci dell’aurora; la
stoffa è leggera
sulla mia pelle, silenziosa custode dei tuoi più intimi
sospiri.
Parole
che sanno di tempi lontani, frammenti di una fanciullezza che, sebbene
mutata,
è rimasta impigliata nella tua risata e nel luccichio di uno
sguardo profondo
in cui mi è fin troppo facile perdermi.
Mi
alzo dal futon e tu rotoli dalla mia parte per sentire il calore del
mio corpo
sulla stoffa morbida e inspirare a fondo il mio profumo. Dici che dura
sempre
troppo poco quando sono via.
“Mi
sembra di averti già detto che non voglio che tu dica simili
sciocchezze.”
Il
nostro tempo ha un peso diverso e non voglio che il tuo trascorra
inquieto.
“Voi
promettetelo e basta.”
Mi
fissi; le guance gonfie e la bocca arricciata in quella
insopportabilmente
adorabile smorfia che fai sempre quando vuoi ottenere qualcosa. Sono
consapevole che alcune cose di te rimarranno sempre uguali.
Rivolgo
il mio sguardo altrove, il sole sorge e giungono in lontananza le prime
voci di
Musashi.
Sospiri,
rassegnata; sai già che non risponderò.
Hai
imparato che ho tempo e luogo per ogni cosa.
Non
amo essere circondato dagli esseri umani e non sprecherò il
poco tempo che ci
resta insieme oggi per discutere di tali angustie.
Le
tue mani sfiorano la seta dei due piccoli yukata identici che ho
abbandonato in
un angolo al mio arrivo, prima di avventarmi sulle tue labbra. Non
c’era tempo
per quello ieri notte; avevo il desiderio, l’urgenza, di
saperti ancora tutta
per me, almeno un’altra volta.
È
evidente il fatto che questo dono non sia per te, ma non ne sei
risentita,
anzi: il broncio di poco prima scompare, veloce com’era
arrivato, e veloce
dimentichi ciò di cui stavamo parlando rapita dal vortice di
emozioni che sta
accelerando il battito del tuo cuore.
Segui
con le dita il profilo dei ricami viola, colore simbolo di
regalità, e indugi
sui due obi; rosso e giallo.
“Sono
due.” Non fai domande. Guardi, osservi, comprendi.
Mi
sento libero di non rispondere. Dopotutto il tuo non era che un
sussurro, una
intima conversazione con te stessa che decido di non violare.
L’incapacità
degli umani di nascondere le emozioni è qualcosa che mi ha
sempre infastidito.
Così come la capacità di provarne così
tante, complesse e diverse tra loro.
Eppure ho sempre goduto del percepire chiaramente le tue, quasi come se
tu
fossi in grado di farle fluire dentro di me.
Probabilmente
avresti preferito comunicarmelo tu; anzi ne sono sicuro.
Perché è così che
fanno gli umani. Non che io non abbia avuto la tentazione di aspettare
che il
tuo corpo cambiasse, rivelando ciò che ora è
celato agli occhi. Ho quasi
assaporato il momento in cui mi saresti corsa incontro, radiosa come
sei ora,
urlando il mio nome.
Ma
la pazienza non è esattamente le più grande delle
mie virtù. Non da quando hai
incrociato il mio cammino e ogni istante è improvvisamente
diventato più
effimero, impalpabile come sabbia che scivola fra le dita.
Abbiamo
natura diversa, veniamo da mondi diversi. Abbiamo avuto
l’ardire di metterli
insieme, ma ammetto di essere meno bravo di te
nell’adattarmi. E so di aver
unicamente nutrito il mio egoismo quando ho deciso che avrei tenuto per
me
soltanto il momento in cui il tuo volto si sarebbe illuminato
nell’apprendere
che non siamo più solo te ed io; una scintilla di un
qualcosa a cui non so dare
nome ma che, finora, avevi riservato solo a me.
Chiudo
gli occhi, inspiro forte il tuo odore; è diverso da quello
che avevi l’ultima
volta che ti ho vista, poche settimane fa. Sai di nuova vita, di gigli
in
fiore; sai di felicità e trepidante attesa, del tepore dei
raggi di sole. Sai
di notti passate sotto le stelle, più a fare
l’amore che a guardarle; di fuoco e
di risate.
Sai
di quest’istante e sai di eternità (2).
Espiro
e le mie labbra emettono un sussurro, un suono un pò
più alto di un respiro,
che vorrei riacchiappare immediatamente dopo averlo lasciato andare.
Una
consapevolezza che ho consegnato al vento.
“Ora
e per sempre.”
(1) Questa citazione è
presa da un video di AxelBeat,
uno youtuber appassionato di anime che al momento sta rilasciando un
sacco di
video interessanti relativi a InuYasha e Yashahime! Traduzione:
“un essere che vive
in eterno può amare per un istante, con tutto il suo
cuore”.
(2) Setsuna e Towa sono i nomi
delle figlie di
Sesshomaru e significano rispettivamente “un
istante” ed “eternità”.
ANGOLO
DELL’AUTRICE
Questo
piccolo fluffoso missing moment mi è venuto alla mente dopo
aver letto Birth
di Nikita Danaan (Link per leggerla subito -
https://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=3937338)
Lei
ci racconta la nascita di Moroha e io non ho potuto fare a meno di
pensare a
come avessero scoperto Rin ed il principe dei demoni di essere in
quattro ^_^
Riflettevo
sul significato dei due nomi, Setsuna e Towa, e a quanto si addicessero
alla
relazione tra Sesshomaru e Rin ed a quella domanda di Rin, sul
ricordarla per
sempre dopo la sua morte.
L’ho
riletta decine di volte eppure non so se sono riuscita ad esprimere
tutto ciò
che avrei voluto.
Se
vi va, fatemi sapere cosa ne pensate.
A
presto, con il nuovo capitolo di Tied
to You che arriverà presto (spero). Se non
l’avete ancora letta, vi lascio
il link qui - https://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3870512&i=1
Un
abbraccio,
Manu