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Autore: mattmary15    27/10/2020    0 recensioni
Karen Miller è una brillante scienziata che lavora per lo Shield.
Lo è fino al giorno in cui rimane coinvolta nella distruzione dei laboratori Stark di Shangai per mano di Ultron.
Steve Rogers non sa darsi pace, la sua più cara amica non avrebbe dovuto essere là.
E' un miracolo il fatto che sia viva e Thor crede crede che, in quel miracolo, ci sia lo zampino di Loki.
La 'vera' storia degli Avengers. Vera quanto può esserlo la versione di Loki.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 17
Guerra civile



Natasha la lasciato il palazzo delle Nazioni Unite per raggiungere Tony. 

Quando lo ha chiamato, ha scoperto che era diretto all’aeroporto. Barnes è stato avvistato lì. 

Per un attimo ha pensato di dirlo a Steve ma lui e Stark sono ai ferri corti e non vuole far scattare la scintilla che innescherà una guerra civile.

In più, l’arrivo improvviso di Phil l’ha lasciata perplessa. Sapeva che era concentrato sul progetto ‘inumani’ e che Fury gli aveva dato priorità assoluta. Che diavolo ci faceva a Vienna? Se ne occuperà dopo. Adesso la priorità è impedire a Tony di uccidere Barnes facendogli credere che è una sua scelta.

Sorride di stizza. Tocca sempre alle donne il lavoro più duro: far ragionare gli uomini.

L’aeroporto è movimentato come al solito. Evidentemente quell’imbecille di Ross ha scelto di non farlo evacuare.

Scivola tra la folla camminando a passo svelto. Si guarda intorno come le hanno insegnato durante il suo addestramento da spia. Cerca un’uscita. Non una comune. Una in grado di portarla agli hangar dei jet privati. 

Se Barnes è in fuga, ha bisogno di un mezzo. Quasi certamente gliene è stato messo uno a disposizione. Questo la fa riflettere. Il soldato d’inverno è l’arma perfetta, ma agisce sempre al soldo di qualcuno. Chi poteva volere un massacro come quello che ha quasi scatenato a Vienna? 

L’Hydra è la prima risposta che le viene in mente ma l’hanno già debellata. Due volte. La seconda è costata quasi l’esistenza dello Shield, la cosa che più somiglia ad una famiglia per lei. 

Ora capisce perché Fury ha finto di disinteressarsi alla disputa tra Tony e Steve e di presentarsi lo stesso alla firma dei trattati anche se non lo convincevano dal primo momento. Lei lo ha seguito come al solito e adesso è l’unico operativo rimasto sul campo che risponda ancora agli ordini di Nick.

Individua la porta che cerca a venti metri sulla destra. La raggiunge e la fa scattare con uno dei dispositivi in dotazione al suo equipaggiamento. 

L’aria all’esterno è più calda e puzza di gasolio. Si muove più rapidamente ora che è libera da occhi indiscreti. Raggiunge gli hangar come si era prefissata e scopre che anche Stark ha seguito il suo stesso ragionamento.

“Tony, fermati.” Gli dice mentre l’altro apre l’elmo della sua armatura.

“Non farlo Nat, non metterti anche tu contro di me.”

“Non mi piace come lo dici ma non c’è bisogno che ti alteri. Sono dalla tua parte. Anche io sono per i trattati e voglio togliere dalla circolazione il mercenario più pericoloso che si possa assoldare. Dico anche che a noi tocca solo arrestarlo.”

“Non ho mai pensato di fare diversamente.”

“Bene, allora ti darò una mano a prenderlo. E’ qui in giro.”

“Lo so.”

“Pensavo ad una cosa,” dice lei affiancandolo e camminando verso un velivolo di quelli veloci che potrebbe fare al caso di Barnes, “pensavo al fatto che Steve potrebbe avere ragione riguardo alla storia che anche stavolta Bucky è sotto condizionamento.”

“E di chi? Abbiamo fermato l’Hydra e lui è sparito grazie all’aiuto di Rogers.”

“Me la ricordo diversamente. E’ stato Barnes a salvare Rogers e lo ha lasciato stordito a terra quando se n’è andato.”

“Come ti pare.”

“Ho l’impressione che tu non abbia tanto un conto in sospeso con il soldato d’inverno quanto con il Capitano.”

“Non vuole firmare quei dannati trattati.”

“E’ fuori dal sistema da troppo e la sua fiducia è già stata tradita diverse volte.”

“Anche da me? E’ questo che stai dicendo?”

“Sto dicendo che ti da fastidio che si sia defilato ma che quando ti ha dato degli ordini, tu non lo hai ascoltato.”

Tony si ferma e, per un attimo, la fronteggia. Sta per dire qualcosa ma un rumore alle loro spalle li fa spostare dietro ad un mucchio di grosse casse.

“E’ lui?” Chiede Nat. Tony annuisce. “Ricorda ciò che mi hai promesso. Niente danni letali. Lo prendiamo e basta.”

“Lo fai sembrare facile.”

“Io faccio da esca. Prendilo alle spalle.” Dice Nat preparandosi.

“Non molto onorevole.”

“Non deve essere onorevole, deve essere rapido. E’ un supersoldato. Non sarà facile. Senza un piano d’attacco, non ce la faremo.”

“Ma io ho un piano. Attacco.” Dice Iron Man lanciandosi frontalmente contro Barnes. Nat sospira e lo segue.

 

Karen è riuscita ad imparare subito il funzionamento delle strane macchine che guariscono i feriti su Asgard. Hanno come dei rilevatori dei parametri vitali e quelli di Fury stanno migliorando. Finalmente, dopo ore di rianimazione, è fuori pericolo. 

Improvvisamente si chiede se il tempo passa allo stesso modo su Asgard e la Terra. Che sarà accaduto a Loki?

La porta della camera di guarigione si apre e Thor e quella che chiamano lady Sif entrano a passo svelto.

“Come sta?” Chiede Thor sottovoce.

“Molto meglio. Non ho ancora capito perfettamente come funzionano queste macchine ma sono fantastiche. La capsula funziona quasi come il prototipo che la dottoressa Cho aveva creato per il perfezionamento della pelle sintetica.” Lo dice con entusiasmo ma si rabbuia subito.

“Deve essere estremamente difficile per te usare il nostro linguaggio.” Sif lo asserisce incrociando le braccia. Karen pensa di non esserle molto simpatica. Probabilmente, per lei, è solo la moglie di Loki, una di cui diffidare.

“Riesco a leggere l’asgardiano. Non per merito mio, credo. Dipende probabilmente dal legame con Loki.”

“Mi chiedo cosa lui abbia guadagnato dall’unirsi ad una mortale, spero qualche debolezza!” Risponde in modo sprezzante la guerriera.

“Sif!” La riprende Thor. “Lei è mia amica e Loki resta mio fratello!”

“Lascia stare, Thor, non importa. Spero solo che tutto questo finisca presto per tornare a casa.” Sif però non ha finito con lei.

“E cosa cambia? Loki non è ben visto neppure sul tuo pianeta.”

“Casa mia non è più quella ora. Voglio solo tornare con Loki su Jotunheim.” Sif e Thor la guardano, sorpresi.

“Speravo che ora che Padre lo ha perdonato, voleste restare qui.” Dice Thor un po’ amareggiato.

“Qui? Perché? Tu intendi restare qui? Non pensi a Jane?” Thor stringe un pugno.

“Certo che ci penso. Proprio per questo osavo sperare che tu e Loki restaste. Ci sareste stati d’aiuto.” Sif si volta e guadagna l’uscita. Thor fa per richiamarla ma Karen lo trattiene.

“Lasciala andare. Non puoi evitare che una delle due soffra. Parlo per esperienza personale.” Thor la guarda stranito e Karen capisce che dovrà parlare chiaro. “Quando Ultron mi ha uccisa, c’era qualcosa tra me e Loki ma io non avevo mai preso in considerazione i miei sentimenti per lui.” Karen si siede su una delle belle poltrone di Asgard e guarda Thor negli occhi. “C’erano svariati motivi. Il primo era che Loki è un dio. Non è semplice pensare di condividere la vita con una creatura mitologica, non credi? In più Loki era un nemico. Si era reso responsabile di più di un’azione veramente cattiva. Il vero motivo era un altro però. Quando tu lo hai portato via, io ho cominciato a frequentare Steve. Con lui tutto era semplice. Confesso di aver pensato di aver trovato l’anima gemella. Poi, però, sono morta. Il resto della storia lo conosci. Benché i miei sentimenti fossero chiari ai più, Steve credeva di poter riprendere le cose dal punto in cui le avevamo lasciate prima del mio incidente. Se non fossi stata chiara con lui, avrei finito col fare soffrire sia lui che Loki.”

“Mi stai dicendo che non posso essere amico di Sif se amo Jane?” Karen sorride e scuote la testa.

“No, ti sto dicendo che se ami Jane e tieni a lei, Sif lo deve sapere. Quando avrà elaborato il fatto che non può essere la tua donna, forse sarà pronta ad essere l’amica che tu vuoi che sia.”

“Ora Steve è tuo amico?”

“Ora sì.”

“Ed è anche amico di Loki?” Karen si alza.

“Frena! Non credo che quei due saranno mai grandi amici ma si aiuteranno a vicenda se saranno nei guai.”

“E’ quello che credi?”

“Sì. Lo faranno per me. Così come Sif e Jane lo farebbero per te.”

“Immagino di si.” Sospira Thor. “Grazie Karen, mi hai dato un prezioso consiglio.”

“Ora faresti tu qualcosa per me?”

“Dimmi pure.”

“Hai detto che Heimdall può vedere ogni cosa. Può vedere anche Loki?” Thor annuisce. “Posso andare da lui?”

“Certo che puoi. Non sei più prigioniera in Asgard.”

“Baderai tu a Fury?”

“Qui sarà al sicuro. Precedimi da Heimdall, ti raggiungerò lì dopo aver parlato con Padre.”

Karen annuisce e lascia la stanza.

Invece che addentrarsi ancor più nel palazzo d’oro di Odino, si incammina verso l’esterno. 

Per la prima volta ha modo di guardarsi intorno con relativa calma. 

Nuvole alte circondano vette altissime che, a propria volta, fanno da corona al palazzo. Gli alberi rigogliosi hanno foglie di un verde brillante che non ha mai visto sulla Terra. Il rumore di un fiume che scorre la spinge ad affacciarsi dalla balaustra di un ponte. Il fiume serpeggia nel suo letto e precipita nel vuoto.

Loki, una volta, le ha raccontato che Asgard è come sospesa nel vuoto, poggiata sull’Altra Asgard intagliata nelle radici di Yggdrasil. Ha sempre voluto chiedergli cosa significasse ma adesso, guardando quell’immensa mole di acqua che cade e, allo stesso tempo, che sembra risalire, ha l’impressione che tutta Asgard sia poggiata su una specie di specchio.

Oltre il ponte inizia una strada che sembra un arcobaleno. 

Karen sorride. Loki aveva chiamato il bifrost ‘ponte dell’arcobaleno’ e lei lo aveva preso in giro. Ora deve accettare il fatto che è davvero un ponte fatto dei colori dell’arcobaleno.

Mentre lo attraversa, si chiede se sia fatto di un qualche cristallo che, rifrangendo la luce, si colora in quel modo. Se non avesse bisogno di raggiungere in fretta Heimdall, magari si fermerebbe a studiare quel bellissimo materiale che sta calpestando.

Cammina fino ad una grande cupola d’oro ed entra in punta di piedi. 

Una figura alta e robusta se ne sta al centro della stanza dandole le spalle. La sua voce la fa sussultare.

“Vieni avanti, principessa.”

“Non sono una principessa. Il mio nome é Karen.” L’uomo rimane fermo mentre lei avanza e si accorge che guarda fisso fuori dalla porta che sta esattamente dal lato opposto a quella da cui è entrata. Tiene tutte e due le mani sull’elsa di una spada infilzata nel pavimento. “Tu sei l’umana Karen Miller, mutata in gemma della realtà da Loki. Lui ha fatto di te la sua sposa e poiché Loki é principe di Asgard, tu sei principessa di questo luogo ora.” Karen sorride e avanza fino a raggiungere la porta che da su uno spazio immenso.

“Credevo che vedessi tutto.”

“Io vedo tutto.”

“Allora sai che Loki é re di Jotunheim e che io sono regina.”

“Non su Asgard.” Karen si volta e lo guarda negli occhi. Sono colore dell’oro liquido e non stanno esattamente guardando lei. “E non mi è più concesso di vedere Jotunheim. Credo dipenda dalla volontà del suo re.” Karen sorride.

“Dipende dalla volontà del suo re.”

“Cosa posso fare per voi, principessa?”

“Vedere Loki. Dirmi che sta bene.”

“Sta bene.”

“Puoi rimandarmi sulla Terra?”

“Non senza il volere di Odino.”

“E Odino non vuole?”

“Nessuno glielo ha domandato.”

“É divertente parlare con te, Heimdall.” A Karen non sfugge un sorriso appena accennato sul volto dell’uomo. I suoi occhi tornano di un colore meno divino mentre lascia andare la spada. Si avvicina a Karen e la fronteggia.

“Non sono stato insignito del ruolo di custode perché sono divertente, principessa.”

“Ti credo sulla parola. Cosa sta combinando Loki sulla Terra?”

“Mente, imbroglia e seduce con i suoi poteri.” Karen lo guarda con disappunto.

“Seduce? Seduce chi?”

“Chiunque. Loki ammalia con le parole chiunque ascolti la sua voce.”

“Non esageriamo.”

“Ero presente quando ti ha convinta a rischiare la tua vita per recuperare il suo scettro.”

“Non mi ha plagiata.”

“No?”

“No. Credevo avesse ragione. Per quello l’ho aiutato. Per quello e perché ero innamorata e volevo a tutti i costi mantenere un legame con lui.”

“Al punto da accettare la morte?” Chiede Heimdall, sinceramente curioso. Karen si siede sulla soglia di quella strana apertura che da su sull’universo, le gambe penzoloni nel nulla cosmico.

“Non lo sapevo. Che sarei morta, intendo. Non lo so se, saperlo, avrebbe fatto differenza. Voglio credere che non sia così. Che avrei affrontato Ultron a qualsiasi costo ma la verità è che non pensavo che quello attraverso il bifrost sarebbe stato il mio ultimo viaggio. In qualche modo mi sento persino responsabile della morte della dottoressa Cho.”

“Quella non è stata colpa tua.”

“Non lo so. Forse c’era qualcosa che avrei potuto fare e che non ho fatto.”

“Il motto di Loki.” Commenta Heimdall.

“Come dici?”

“Loki una volta è caduto da qui,” dice l’uomo indicando il vuoto davanti a Karen, “le sue ultime parole sono state ‘ci sarei riuscito’. Loki è sempre stato a un passo dalla gloria. Non ha mai potuto afferrarla. Mai finora.”

“Finora?” Chiede Karen affascinata da quel discorso.

“Finora. Ora ha te. Tu gli hai dato gloria.”

“Io non gli ho dato un bel niente. Poco fa hai detto che è sulla Terra a mentire, imbrogliare e a sedurre gente a caso a quanto pare.” Heimdall sorride.

“Non ho detto che sta sbagliando. Alcune cose fanno parte della natura di Loki. Le ha sempre usate per fare del male alle persone che io debbo proteggere e anche a se stesso perché lui è un principe di Asgard e io devo proteggere anche lui. Ora invece le sta usando per fare del bene. A modo suo. E io posso dire che è anche il mio principe ora. Il merito di questo cambiamento è tuo, principessa, perciò se vuoi che apra il bifrost per te, io lo farò.” 

“Sei serio?”

“Io sono sempre serio.” 

“Ci sono guai laggiù, vero?”

“Ci sono. I tuoi amici stanno litigando tra loro.”

“Steve e Tony, vero?” Heimdall annuisce.

“Cercano quello che chiamano ‘il soldato d’inverno’.”

“Potresti mandarmi dove si trova il soldato d’inverno?” Heimdall cammina fino alla spada e impugna l’elsa.

“Come ho detto, sei una principessa di Asgard. Aprirò il bifrost per te.” Karen si rialza e stringe i pugni.

“Ok, facciamolo.” Heimdall ruota la spada e lei gli urla poche parole prima di sentirsi strappare via da quella realtà. “Stavolta cerca di non spedirmi dove sono pronti ad uccidermi!”

Karen riapre gli occhi e si guarda intorno. Non ha idea di dove si trovi. Sembra un enorme hangar pieno di casse. Un rumore la fa voltare di scatto. Qualcosa la colpisce in pieno viso e lei cade a terra priva di sensi.

 

Bucky corre disperatamente. 

E’ ferito e, per la prima volta da quando ne ha memoria, arranca.

E’ riuscito a malapena a tenere testa ad Iron Man. 

La cosa peggiore è che non sa perché stava combattendo contro di lui. Non sa neanche perché si trova in quello che apparentemente è un hangar privato di un aeroporto.

L’ultimo ricordo che ha, è di se stesso che apre la porta del suo appartamento a Praga. Chi ha bussato? Che cosa gli hanno fatto? Perché ha di nuovo l’uniforme del soldato d’inverno? Perché sta scappando?

Si infila tra due fila di casse e scivola verso l’interno della struttura. Deve nascondersi, farsi un’idea, almeno generale, di quello che è successo e medicarsi la ferita all’addome.

La voce di una donna lo fa appiattire contro una parete.

“Avevamo detto che lo avremmo solo catturato! Che bisogno c’era di usare quei maledetti missili?”

“Devo ricordarti che mi ha strappato l’avambraccio dell’armatura?”

“Se avessi ascoltato il mio piano, l’avremmo preso senza fargli del male. Ora è ferito ed in fuga.” La voce di donna appartiene alla Vedova nera, quella che Steve chiama Nat. L’uomo che bisticcia con lei è Tony Stark. 

Non resterà lì ad aspettare che lo trovino. S’infila in un condotto e spunta fuori nell’hangar adiacente. E’ buio e silenzioso.

Si siede per terra e cerca di medicarsi con quello che ha. Non ci riesce. Si alza per cercare qualcosa che tamponi l’emorragia all’addome quando una luce abbagliante illumina improvvisamente il luogo. Quando la luce svanisce, una donna prende il suo posto. Con un gomito tocca una chiave inglese che cade a terra. La donna si volta. Lui reagisce d’istinto e la colpisce al viso mandandola al tappeto. 

Si china su di lei per capire di chi si tratta. Non l’ha mai vista prima d’ora. Di questo almeno è certo. Controlla che sia ancora viva e la spinge dietro un tavolo da meccanico. 

Le avvicina dell’acqua alle labbra e le tocca il viso. 

Lentamente la donna apre gli occhi. Sussulta nel ritrovarselo di fronte ma non urla.

“Per fortuna ti ho colpita col braccio sbagliato.” Dice lui indicando l’arto vero.

“Per fortuna!” Ironizza lei. “Devo smetterla di usare il bifrost!”

“Bifrost? Chi sei?”

“Mi chiamo Karen. Sono un’amica di Steve. Cercavo te.”

“Tu mi conosci?” Lei si tocca il viso, dolorante.

“No, mai avuto il piacere, se così posso dire. Conosco Steve e lui è tuo amico, quindi sono tua amica anche io.”

“Forse allora puoi dirmi perché sono qui.”

“Tu non lo sai?”

“Se lo sapessi, non te lo chiederei.”

“Hai fatto saltare in aria la sede del Congresso delle Nazioni Unite di Vienna.” Bucky si lascia cadere sul pavimento e solo allora Karen si accorge che è ferito. “Che ti è successo?”

“Ho ucciso delle persone?” Chiede lui senza avere il coraggio di alzare lo sguardo.

“C’è stata una forte esplosione ma non so se ci sono vittime.” Lui sorride amaramente.

“Sei gentile a dire così.”

“Lascia che ti aiuti. Sono un medico.” Karen fa per spostargli la mano che tiene la ferita ma lui la sposta bruscamente.

“Lasciami stare e vattene. Ora so perché Iron Man mi ha attaccato.”

“Stark? Oh no, questo non va bene. Per favore, lascia che ti aiuti. Dobbiamo andarcene da qui. Ovunque sia ‘qui’.”

“Siamo all’aeroporto di Vienna.”

“All’aeroporto? Stavi cercando un modo di fuggire?”

“Non ne ho idea. L’ultima cosa che ricordo è che ero a Praga. Non so come diavolo ci sono arrivato qui.”

“Io sì. Ho studiato il tuo file allo Shield. Tu sei stato condizionato dall’Hydra. E’ possibile che qualcuno ti abbia ‘reso operativo’ di nuovo.”

“Come?” Chiede lui incredulo. “E come mai sono di nuovo io adesso?”

“Non lo so. Probabilmente lo scontro con Tony ti ha ‘resettato’. E’ già successo. Nel tuo file Rogers ha dichiarato che gli hai salvato la vita quando la nave dello Shield su cui eravate si è schiantata al suolo.” Parlando, Karen è riuscita a distarlo e a rendersi conto di quanto è grave la ferita che ha all’addome.

“Me la caverò.” La rassicura lui.

“Lo farai perché io non ti lascerò morire. Stenditi.” L’uomo obbedisce mentre Karen armeggia con alcuni attrezzi che ha a disposizione. “Non sarà indolore.”

“Non importa.” Risponde mentre lei arroventa una lama.

“Qualunque cosa accada, non urlare, ok? Se Tony è qui, non è solo.” L’uomo annuisce e stringe i denti più che può.

 

“Allora Coulson, ha fatto quella telefonata?”

La voce del generale Ross non sorprende Loki che ha ripreso le sembianze del braccio destro di Fury.

“Fatto. La vedova nera è operativa.”

“Ora inserirà quei codici nel mio database?”

“Sicuro.”

“Andiamo allora.” Ross porta Loki fino al suo ufficio. Lo fa entrare e accomodare alla sua scrivania. “Prego agente Coulson, le sue credenziali.”

Loki prende il suo telefono e apre un messaggio. Armeggia con il pc e inserisce una serie di password. Alcune cartelle con il simbolo dello Shield compaiono sullo schermo, altre si accodano al trasferimento dati.

“Ecco fatto.”

“Molto bene. Può andare. Immagino voglia tornare alla sua missione principale.”

“Lei è uno sveglio, generale. Addio.” Loki si volta e raggiunge la porta.

“Aspetti!” Esclama Ross prima che lui apra la porta. 

“Mi dica.”

“Addio non è un po’ melodrammatico?”

“Mi creda, generale, non mi piace usare le parole a sproposito. Il nostro è un mestiere rischioso, non crede?”

“Ha ragione. Allora addio.”

Quando Loki si chiude la porta alle spalle, la sua figura si smaterializza.

In realtà ha lasciato che Ross chiacchierasse amabilmente con una delle sue copie. Lui si era già diretto in un altro posto. Apre la porta della stanza e sorride sornione.

“Rieccomi strega, hai fatto un buon lavoro con quelle travi!”

“Loki, sei ancora qui?” La voce di Visione ora non è amichevole come in passato.

“Sì, ma per poco. Il vostro leader ha bisogno di voi.” Dice allargando platealmente le braccia.

“Ho appena ricevuto un messaggio dal signor Stark. Chiede aiuto per fermare il soldato d’inverno.”

“E tu intendi assecondarlo?”

“Intendo aiutarlo a fare rispettare i trattati di Sokovia e a prendere in custodia un terrorista. Mi addolora sapere che siamo su fronti opposti.”

“Ti addolorerà di certo!” Esclama Loki allungando una mano verso Wanda “Perché lei starà dalla mia parte.” Visione non riesce a credere che Wanda la stia afferrando.

“Cosa fai?”

“Ricordi il mio potere di generare illusioni? Beh, gli appartiene.” Dice indicando Loki. “Lui mi ha mostrato ciò che vuole il generale Ross. Io non posso aiutarti se tu stai dalla sua parte.”

“Wanda, per favore.”

“Visione, stavolta non sei all’altezza del tuo nome. Ross sta scaricando i file dello Shield. Non sono il fan numero uno di Capitan correttezza ma non mi piace essere usato. E non dovrebbe piacere neppure a voi.” Dice Loki e Wanda annuisce.

“Metti discordia fra noi.” Ribatte Jarvis.

“Non stavolta. Avete fatto tutto da soli.” Loki afferra la mano di Wanda e spariscono all’istante.

“Dove siamo?” Chiede la donna quando si ritrovano sul tetto dell’edificio.

“Non lontani da dove eravamo prima. Per spostarmi a grandi distanze mi serve il Tesseract.”

“Quindi?” Chiede lei.

“Dovevo far credere a Visione che ci siamo allontanati. Ora tu devi aiutarmi.”

“Come?”

“Convinci i soldati di Ross che è ora di dormire. Io devo tornare nell’ufficio del generale e scoprire cosa cercava nei file dello Shield. Poi, procurati un mezzo di trasporto.”

“Sono una strega, non so guidare.”

“Sono uno stregone. Posso fare qualsiasi cosa. Muoviamoci.”

Wanda segue Loki lungo le scale e poi per il corridoio dell’ultimo piano dell’edificio. Fa allontanare tutti i militari e lascia Loki nell’ufficio vuoto di Ross.

“Cerco un’auto nel parcheggio. Ti aspetto lì.”

Loki annuisce poi chiude la porta e torna alla scrivania del generale. Per accedere ai file dello Shield ha usato una parte delle informazioni che Fury gli aveva lasciato nel telefono. Dà un’occhiata veloce ai dati ma non sembra che abbia consegnato al generale nulla di importante. Sta per spegnere tutto quando il suo sguardo cade sull’unico file che il generale ha già consultato.

La cartella è denominata HS. Quando la apre, gli è tutto chiaro. 

Spegne il computer e raggiunge Wanda. La donna ha messo in moto una macchina e semina il panico nel parcheggio guidando a casaccio. Lui si mette sulla traiettoria del veicolo e lo ferma con la sua magia.

“Ti sei divertita abbastanza, andiamo.” Dice guardandola severamente. Lei gli lascia il posto del guidatore e allaccia la cintura. “La prendo come un’offesa. E comunque guiderò meglio di te.”

 

Steve ha setacciato l’aeroporto palmo a palmo.

L’unico posto in cui non ha ancora guardato sono gli hangar della Stark. Sarebbe ironico se Bucky si fosse nascosto in una delle proprietà Stark disseminate per il mondo o progettasse di rubare uno dei jet di Tony per scappare. 

Si decide a dare un’occhiata e si accorge subito che c’è qualcuno che si nasconde all’interno della struttura numero tre. Si avvicina con circospezione ma è costretto a palesarsi quando riconosce la persona insieme a Bucky.

“Karen!”

“Steve! Che bello vederti!”

“Che diavolo ci fa qui con lui?” Chiede indicando il soldato d’inverno che, con notevole sforzo, si é messo seduto e non ha neanche provato a reagire.

“É una lunga storia. Adesso non ho tempo di spiegare. Dobbiamo portare via Barnes.”

“Aspetta un momento. Tu sei qui per aiutarlo?”

“Lui non è responsabile di quello che ha fatto. Qualcuno ha riattivato il suo condizionamento. Ora è di nuovo in sé. Direi che é merito di Tony se non gli avesse perforato lo stomaco. Ho fatto una sutura d’emergenza ma una di quelle capsule che hanno su Asgard adesso aiuterebbe! Dobbiamo portarlo in ospedale.”

“Niente ospedale. Hai fatto un ottimo lavoro. Guarirò.” Interviene Bucky.

“Normalmente non lo direi ma è meglio evitare gli ospedali. Lo cercano ovunque e tra qualche minuto, qui sarà pieno di soldati.” Dice Steve guardandosi intorno nervosamente.

“Iron Man e la Vedova Nera mi cercano.” Aggiunge Bucky.

“Solo buone notizie!” Esclama Karen mentre riprende a fasciare il busto dell’uomo. “Piuttosto, Steve, hai notizie di Loki?”

“È al quartier generale. È stato lui ad avvisarmi che Ross ha fatto la sua mossa.”

“Sei serio?”

“Non guardarmi in quel modo. Sono più stupito di te che abbia cercato di aiutarmi.”

“Qual è il piano ora?”

Steve non fa in tempo a rispondere che la voce di Tony riempie l’aria mentre il portellone dell’hangar si apre.

“Il piano è che vi arrendete.” Steve si volta e lo vede avanzare. Non è solo. Nat e Visione sono al suo fianco. “Tra poco arriverà l’esercito. Non dobbiamo combattere per forza. Sistemiamola tra di noi.”

“Se lo consegnamo a Ross non gli darà la possibilità di spiegare.”

“Spiegare cosa? Come ha cercato di fare una strage alle Nazioni Unite? Credimi, dovrà darne di spiegazioni!” Steve ci riprova.

“Tony, per una volta, vuoi fidarti di me?”

“E tu, per una volta, vuoi fidarti di me? Senza i trattati non ci saranno più gli Avengers. E tu, dottoressa,” dice poi rivolgendosi a Karen, “dovresti venire da questa parte. La sua situazione è già difficile senza aggiungere il rapimento o qualunque altra cosa abbia fatto per convincerti a medicare Barnes.” Steve non dà tempo a Karen di rispondere.

“Sai qual è la cosa ridicola, Stark? Gli Avengers non esistono più e non direi che la colpa è dei trattati.” Nel sentire quelle parole Stark abbassa la visiera della sua armatura.

“Come vuoi tu, Capitano.” Dice alzando le mani e puntando i laser contro il gruppo.

“Non vorrai sparare contro Karen!” Risponde Steve alzando lo scudo.

“Mi hai costretto tu.”

Steve si mette sulla traiettoria di tiro di Tony per difendere Karen e Bucky ma qualcuno spara e il rumore di un proiettile che rimbalza sull’armatura di Tony mette tutti in allerta.

Una figura avanza dall’ombra ed è Nat a riconoscerla per prima.

“Coulson!”

“Ora, da bravi abbassate tutti le armi, gli scudi e qualsiasi cosa usiate per dare battaglia.”

“Con tutto il rispetto, Phil,” interviene Tony, “la stiamo risolvendo tra di noi.”

“Non credo che Fury apprezzerebbe e, comunque, ci sono cose che vanno chiarite prima che  vi azzuffiate in questo modo.”

“Fury non si lascerebbe scappare il soldato d’inverno.”

“Fury indagherebbe sull’accaduto ed è quello che ho fatto io. Il generale Ross è stato a Praga una settimana fa.”

“Praga?” Chiede Karen rivolgendosi a Barnes. “Non hai detto che vivevi a Praga?” Coulson prosegue.

“Il generale è in possesso di un file contenente una serie di dati su un esperimento condotto su supersoldati in Siberia. Immaginate cosa potrebbe fare un uomo nella posizione di Ross con un esercito di ‘Barnes’ al suo comando.”

“Phil, ti apprezzo, davvero. Adesso però guardiamo in faccia la realtà. Ross fa un viaggio a Praga e noi dovremmo credere che c’é lui dietro l’attentato?”

“Un momento,” interviene Steve, “Loki non ci ha suggerito che il bersaglio dell’attacco poteva essere Fury? Se così fosse, il ragionamento di Coulson tornerebbe. Ross fa fuori Fury usando Bucky e poi entra in possesso dei file in cui sono conservati i dati sugli esperimenti dei super soldati.”

“A quel punto non ha più bisogno neppure degli Avengers.” Nat dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, che arriva sempre dritta al punto. Tony non è ancora del tutto convinto della teoria ma tentenna.

“Possiamo interrogare Ross non appena rientriamo alla base. Se c’è lui dietro questa storia, pagherà. Ciò non toglie che lui va fermato.” Conclude indicando Bucky.

“Non lo lascerò nelle mani di Ross.”

“Allora siamo al punto di partenza.” Fa Steve sollevando lo scudo. Iron Man alza una mano e attacca. Visione si solleva e raggiunge la parte opposta dell’hangar tagliando ogni via di fuga al soldato d’inverno.

Nat si frappone invece tra Coulson e Karen. Gli punta contro una pistola.

“Ora mi dirai perché hai allontanato me e la Hill dalla sede operativa e come facevi a sapere che Fury era disperso in azione prima ancora che lo dicessimo a Ross. Giacché ci sei, Phil, spiegami anche perché hai dato accesso ai file dello Shield ad un uomo a cui né tu, né Fury date fiducia.”

In quel momento però un manipolo di soldati circonda l’area e intima a tutti di arrendersi. Steve e Tony continuano a combattere. Visione usa il suo potere per costringere Barnes in ginocchio. 

Coulson lascia andare la pistola e solleva le mani.

“Te la stai prendendo con la persona sbagliata, Natasha.”

“E con chi dovrei prendermela?”

“Con lei.” Dice Coulson spostandosi di lato. Nat si accorge un istante troppo tardi che Wanda ha usato il suo potere non solo per disarmarla ma anche per liberare Bucky dalla morsa di Jarvis.

A quel punto però i soldati sparano. Wanda rilascia ancora una volta la sua energia e scaraventa al suolo tutti i soldati che li hanno circondati.

“Non potrò proteggere tutti a lungo!” Grida la donna.

“Tutto questo non succederebbe se tu ci lasciassi arrestare Barnes!” Urla Iron Man. Steve solleva di nuovo lo scudo.

“Non posso!” Fa Capitan America mentre si gira a guardare Karen. “Può camminare?” Lei annuisce. “Andatevene da qui, combattere tra noi non ha senso. Non credo di avere la forza di batterli da solo.”

“Non sei solo, Capitano,” dice lei allargando le braccia “non in questa realtà!” Come ha imparato a fare da Loki, Karen libera l’aether e la gemma fluida copre allo sguardo dei loro avversari sia Steve che Bucky.

“Non lo fare Karen!” Grida Tony, “non costringermi a combatterti.”

Lei lo guarda supplice ma il volto del suo amico è coperto dalla maschera della sua armatura. Chi può dire se é più arrabbiato o dispiaciuto della sua presa di posizione? Non ha tempo di rifletterci su. Qualcosa le tocca la parte della schiena in mezzo alle scapole.

“Ora basta, dottoressa,” la voce di Coulson é fredda quanto la canna dell’arma che le ha puntato alle spalle, “la dichiaro in arresto. Se farà resistenza, ce la prenderemo con lei e con suo marito che al momento é in custodia presso di noi. A proposito, congratulazioni per le nozze.” Nell’udire quelle parole, Karen abbassa le mani e l’aether si ritira nei suoi palmi.

Anche Wanda si arrende mentre i soldati imbracciamo di nuovo i fucili.

Di Capitan America e del soldato d’inverno non c’è più traccia.

  
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