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Autore: guiky80    27/10/2020    5 recensioni
Un'amichevole inedita, due capitani, un asso.
Cosa accade se Kuroo e Oikawa passano una serata insieme?
***
“Davvero un peccato che noi due non si possa far roba…”
“E chi lo dice?”
“Iwa-chan dice che-”
“Iwaizumi dovrebbe farsi i cazzi suoi…
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tetsurou Kuroo, Tooru Oikawa
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Sospirando Oikawa si lasciò cadere sul divanetto.

“Mi annoio! Questo non doveva essere il locale più ‘in’ di Tokyo?”

Kuroo voltò appena il viso verso di lui.

“Lo è… se hai più di quarant’anni forse.”

Spalmandosi una mano in viso l’alzatore si guardò intorno, finché iniziò a sorridere subdolamente. “Davvero un peccato che noi due non si possa far roba…”

“E chi lo dice?”
“Iwa-chan dice che-”

“Iwaizumi dovrebbe farsi i cazzi suoi… o il tuo culo se ci tiene… ma non c’è. Quindi che vuoi fare? Aspetti il tuo asso o vieni più vicino e… usi un altro asso?”

Sorridendo Oikawa si avvicinò scivolando sul divanetto blu su cui restava seduto in maniera scomposta il Capitano della Nekoma.

 

Cinque ore prima.

 

La partita tra Nekoma e Aoba Johsai era stata combattuta, tre set completi, ma alla fine i ‘gatti’ di città avevano avuto la meglio. Il punto di Kuroo aveva decretato la vittoria della sua squadra, l’esultanza di Lev e Yamamoto, i pugni in aria di Yaku e il sorriso di Kenma che non si scomponeva mai troppo. Dall’altro lato della rete Oikawa cercava di tirare su di morale i suoi per quanto possibile, sotto lo sguardo abbattuto di Iwaizumi che sapeva di aver sbagliato un paio di schiacciate su alzate perfette del suo Capitano.

Mentre si recavano agli spogliatoi, Kuroo aveva proposto una serata tra ragazzi per rilassarsi e divertirsi, quasi tutti avevano acconsentito, i mister li avevano accompagnati a cena, lasciandoli poi soli a patto che restassero solo i senpai, mentre i ragazzi del primo e secondo anno sarebbero tornati al dormitorio. 

Le lamentele di parecchi giocatori non riuscirono a far desistere gli allenatori che guardarono i più grandi. Il mister della Nekoma fissò il suo Capitano.

“Mi raccomando.”

Il ragazzo sorrise alzando il pollice.

L’allenatore dell’altra squadra fissò Iwaizumi: “Li affido a te.”

“Ma sono io il Capitano!” La lamentela infantile di Oikawa si guadagnò l’occhiataccia del suo mister. “So che sei il Capitano e so anche che affiderei la squadra a te in campo, ma fuori dal campo… Iwaizumi pensaci tu.”

“Agli ordini!”

Mentre i due uomini si allontanarono verso gli altri giocatori, il numero uno dei Seijo incrociò le braccia al petto: “E così siamo nelle mani di Iwa-chan – sorrise subdolamente – mi piacciono le mani di Iwa-chan!”

L’altro sbuffò: “Piantala Merdakawa! Allora Kuroo, dove andiamo?”
 

E così si erano ritrovati in quel locale, che doveva essere alla moda, pieno di bella musica, belle ragazze, ma niente di tutto quello aveva accolto i giocatori del terzo anno.

La prima lamentela era partita dall’asso del Seijo.

“Davvero questo per voi è un bel locale?”

Yaku si era grattato la fronte: “In realtà fino a qualche mese fa era così… hanno cambiato gestione da poco, non credevo sarebbe cambiato così tanto. Che dici Kuroo, ci spostiamo da un’altra parte?”

Il capitano della squadra di casa aveva alzato le spalle. “Non so, io resterei, ora che ci spostiamo arriva il coprifuoco, tanto vale restare e divertirci tra di noi.”

Così dicendo aveva gettato un occhio al Capitano avversario che era intento a scrutare la pista. Iwaizumi aveva alzato un sopracciglio cercando di capire cosa volesse dire l’altro ragazzo, nel dubbio aveva preso per un polso Oikawa trascinandolo poco lontano.

“Senti, stai attento a Kuroo, non so cosa ha in mente, ma non credo sia qualcosa di lecito.”

“Che dici? Credi che voglia farci ubriacare? Non serve mica lui…”

“Stupido! Parlo seriamente, e non di alcool. Tieni gli occhi aperti e non fare cazzate!”

Oikawa aveva inclinato la testa sbattendo gli occhi: “Iwa-chan si preoccupa per me? Per la mia incolumità?”
L’altro aveva scosso il capo: “Più che altro vorrei evitare di doverti portare in camera di peso e dover giustificare il tuo stato domani! Senti, te la faccio semplice: non bere troppo e non farti inculare da Kuroo.”

Sgranando gli occhi il Capitano lo aveva fissato: “Incu- che dici?!”
“Fai come ti dico, Merdakawa!”

Tornando verso gli altri, Hajime aveva notato lo sguardo che il Capitano avversario gli aveva scoccato, prima di alzare il braccio e chiedere un tavolo con il divanetto.

I giocatori della squadra ospite si erano allontanati verso il bar, mentre Yaku aveva preso posto accanto a Kuroo.

“Hai in mente qualcosa, vero?”

Lo sguardo che voleva essere innocente non convinse il libero.

“Perché dici così? Voglio solo passare una bella serata con i nostri nuovi amici.”

L’altro aveva alzato un sopracciglio: “Certo, e io domani divento l’asso della Nekoma!”

Scuotendo il capo si era allontanato, non prima di aver sussurrato: “Fai quel che ti pare, ma sii discreto!”

Il Capitano aveva alzato le mani a mo’ di resa: “Sarò la discrezione fatta uomo!”

“Ecco... appunto.”

Il numero tre si era allontanato deciso a trovare l’altro compagno del terzo anno per avere un appoggio.

 

Era passata quasi un’ora in cui i ragazzi avevano conversato, per quanto possibile vista la musica, si erano scolati qualche birra e avevano ballato in modo di proposito scoordinato per ridere tra loro delle performance più stupide e buffe.

Era stato nel momento in cui Iwaizumi, Matsukawa e Hanamaki erano andati verso il bagno che Oikawa si era lasciato cadere accanto a Kuroo.

 

***

 

“E quindi il buon Capitano decide di cambiare asso?”

Oikawa si sistemò in modo da avere la coscia che strusciava contro quella dell’altro ragazzo.

“Vedi Kur-chan, il mio asso è Iwa-chan, è sempre stato lui fin da quando eravamo piccoli, dovrai essere molto bravo così che io abbia davvero voglia di ‘usarne’ un altro.”

Kuroo arricciò le labbra: “Da dove diavolo hai tirato fuori Kur-chan? Ad ogni modo, se ti piace tanto il tuo asso, perché ti stai strusciando su di me?”
Oikawa alzò le spalle sbuffando: “Perché Iwa-chan è anche lento a capire le cose… ma so che un giorno capirà che io sono la persona giusta per lui, è solo questione di tempo. Ma non posso mica restare a far polvere nel frattempo.”

Allungò un braccio dietro la testa di Kuroo e accarezzò la sua nuca. L’altro emise un suono basso, proprio come un gatto che fa le fusa.

“Adoro spolverare sai?”
“Ottimo.”

Senza attendere oltre il Capitano del Seijo fece forza sulla nuca e lo tirò a sé per un bacio famelico che subito venne ricambiato.

Poco distante Yaku sospirò scuotendo la testa: esattamente quello che avrebbe voluto evitare. Aveva visto il modo in cui Kuroo guardava Oikawa e soprattutto il modo in cui punzecchiava Iwaizumi, sperava solo che l’asso della Aoba Johsai non fosse nei paraggi.

 

Il divanetto divenne improvvisamente stretto per i due Capitani e il clima rovente, le labbra di Oikawa erano calamite invitanti che Kuroo inseguiva voracemente, staccatosi per riprendere fiato sussurrò.

“Se la nuova gestione non ha cambiato proprio tutto, c’è un posto perfetto in cui… spolverare.”

Ridacchiando Oikawa annuì. “Ti presto i boxer per pulire.”

Gli occhi di Kuroo si sgranarono di fronte alla sfrontatezza e all’implicita proposta dell’altro, scosse il capo ridendo. Afferrò il braccio di Oikawa e se lo tirò dietro sotto lo sguardo attonito di Yaku che aveva perfettamente capito dove stava andando il suo amico, proprio nel momento in cui gli altri ragazzi del Seijo stavano tornando al tavolo.

Sbuffando guadagnò il divanetto, ad evitare che Iwaizumi partisse alla ricerca del Capitano. 

 

Spostando la pesante tenda rossa Kuroo sorrise: la nuova gestione aveva tenuto quella saletta, che lui aveva usato solo una volta con una ragazza conosciuta proprio lì al locale; le luci basse, i divani lontani gli uni dagli altri che garantivano privacy a sufficienza, non sempre era possibile arrivare fino in fondo, ma era sufficiente per iniziare.

In realtà loro non avrebbero dovuto essere lì, vista la giovane età, ma il buttafuori all’ingresso di quella sala doveva essere distratto quando Kuroo era sgusciato alle sue spalle, tirandosi dietro l’altro ragazzo. 

Occuparono il primo divano disponibile, più che altro perché Oikawa vi gettò sopra Kuroo sedendosi poi a cavalcioni su di lui, che lo guardò piacevolmente stupito.

“Quanta fretta.”

“Un divano vale l’altro, inutile continuare a camminare e perdere tempo.”

Afferrò la camicia di Kuroo e tornò a baciarlo. Il Capitano della Nekoma lo afferrò saldamente per i fianchi e si concentrò solo sulla sua lingua e su quelle mani che gli tiravano i capelli nello stesso maledetto e perfetto modo in cui alzavano la palla durante una partita. Ammirava il modo di giocare di Oikawa e dopo averlo visto dal vivo, capiva perché Kageyama della Karasuno fosse considerato il suo discepolo. Di colpo si bloccò staccandosi dal bacio e fissando l’altro in maniera stralunata. Touru inclinò la testa sorpreso e gli tirò una ciocca di capelli.

“Kur-chan che c’è?”

Ripresosi, il ragazzo lo fissò. “Scusa, non è niente.”

Sorrise in maniera felina e tirò a sé di nuovo Oikawa iniziando a lambirgli il collo; mentre i gemiti dell’altro riempivano le sue orecchie si ritrovò a strizzare gli occhi: merda! Perché aveva pensato alla Karasuno proprio in quel momento? Perché il pensiero della bravura di Oikawa e quindi di Kageyama, avevano richiamato alla sua mente degli indomabili capelli biondi? Perché il monster block della Karasuno non voleva lasciarlo in pace? 

Affondò di più nel collo offerto a lui in sacrificio e una mano scese dal fianco alla natica, strizzando.

Anche le mani di Oikawa decisero di agire, scendendo tastò il petto e gli addominali scolpiti, arrivando ad aprire i jeans scuri sotto i quali sentiva già una presenza ingombrante che non vedeva l’ora di stringere, e fu ciò che accadde poco dopo, le sue dita si intrufolarono oltre la biancheria e si chiusero sicure sul membro di Kuroo che rilasciò l’aria di colpo gettando indietro la testa.

“Merda, Oikawa!”

“Dimmi Kur-chan, sto… spolverando troppo in fretta?”
La risatina venne spezzata dal movimento di nuovo repentino nella mano nei boxer e Kuroo riuscì solo a mormorare.

“’Fanculo, lì proprio non c’è polvere!”

“Oh davvero?”
Il fiato vicino fece capire a Tetsuro che Touru si era avvicinato di nuovo al suo viso e lo avrebbe baciato, ma non avvenne; Oikawa si spostò, succhiò e mordicchiò il lobo sinistro, poi scese lungo la mascella e deviò trovando finalmente le labbra e la lingua già pronte per lui.

Mentre le mani del Capitano della Nekoma si adoperavano sui pantaloni dell’altro, il cellulare vibrò nella tasca posteriore di Oikawa, che sorridendo a chi gli stava di fronte, lo sfilò velocemente rispondendo al volo.

“Iwa-chan! Ti manco?”
Kuroo scosse la testa e continuò la sua opera arrivando a lambire l’elastico dell’intimo altrui.

“Andiamo, se ammetti che senza di me non puoi vivere ti raggiungo subito!”

Tetsuro non capiva come poteva essere così allegramente stronzetto al telefono mentre lui lo stava masturbando, notando con piacere che anche Oikawa era ben messo in mezzo alle gambe.

Le seghe proseguirono senza sosta mentre i Capitani si guardavano negli occhi sorridendo e inspiegabilmente mentre Touru continuava a parlare al cellulare.

“Oh capisco. D’accordo… sì arrivo, non ti agitare.”

Chiusa la chiamata Oikawa fermò la mano.

“Makki non si sente bene… troppa birra, dobbiamo tornare al dormitorio.”

Kuroo lasciò cadere la testa all’indietro sbuffando.

“Non ci credo! Mi spieghi come usciamo da qui? Siamo entrambi eccitati, credi potremo nascondere queste erezioni nei jeans stretti?”

“Nascondere cosa? Non ci sarà nulla da nascondere.”

Detto questo Oikawa tornò a masturbare il Capitano avversario con movimenti sempre più veloci, tanto che Kuroo quasi non si rese conto di essere sull’orlo dell’orgasmo.

“Merda, Oik-”

Non terminò la frase perché venne, nella mano che Touru aveva usato per raccogliere il suo sperma e far in modo che si sporcassero il meno possibile.

Quando si ricompose vide l’altro strofinarsi il palmo con un fazzoletto, ma ci sarebbe voluto ben di più.

Gli indicò una porta poco avanti, il bagno della sala privata era nascosto, ma c’era.

Mentre si lavava le mani, Oikawa si rese conto di avere ancora i pantaloni aperti, ma non se ne occupò da solo. Kuroo lo abbracciò da dietro e affondò di nuovo la mano nei boxer scuri dell’altro riprendendo da dove si era interrotto. 

Fu fantastico.

Guardare il viso di Oikawa riflesso nello specchio mentre godeva, vederlo arrossire, i denti affondare nel labbro inferiore, gli occhi chiudersi e gettare la testa sulla sua spalla. Quella versione pornografica di Touru Oikawa non se la sarebbe mai scordata.

 

“Allora Merdakawa ti muovi? Dove cazzo eri? Non vedi che sta male?”

“Rilassati Iwa-chan, sono arrivato no? Makki, ma che combini?”

Battendo una mano sulla spalla dell’amico appoggiato completamente contro Hanamaki, Oikawa sorrise ignorando lo sguardo di fuoco di Iwaizumi che stava fulminando lui e Kuroo, che era tornato al divanetto.

Yaku si era già occupato di trovare un mezzo che li riportasse al dormitorio, visto che l’ubriaco non era in grado di camminare o prendere un mezzo di trasporto.

Il libero passò dietro al suo Capitano. 

“Ti vedo rilassato nonostante l’interruzione.”

“Sono veloce.”

L’altro alzò un sopracciglio “Non so se può essere considerato un complimento.”

“Fidati Yaku, con mani così è impossibile resistere di più.”

Alzando gli occhi al cielo il numero tre della Nekoma si maledisse. “Sapevo che era meglio restare nell’ignoranza!”

 

Per tutto il tragitto fatto sui due taxi trovati da Yaku, Iwaizumi non smise un attimo di sbirciare Oikawa seduto accanto a lui. Sembrava tranquillo, si comportava come sempre, tuttavia aveva una strana sensazione. Il fatto di non averlo trovato quando era tornato dal bagno, e soprattutto di non aver trovato Kuroo, il tempo che erano stati via, il fatto di averli visti tornare insieme: dove diavolo erano stati? E a fare cosa?

Sospirò, chiedere a Touru era fuori discussione, avrebbe cominciato a vaneggiare, come al solito, sul suo essere geloso e possessivo, cosa che assolutamente lui non era!

Annuì convinto e felice di essere arrivato a destinazione, almeno la loro camerata non era vicina a quella della Nekoma.

 

Il resto della nottata fu tranquilla, riuscirono a nascondere il malessere di Makki al mister e lo gettarono sul futon. Iwaizumi si stese per ultimo, dopo essersi assicurato che Oikawa occupasse il suo senza uscire dalla stanza. 

Con un sopracciglio inarcato l’asso del Seijo notò il Capitano addormentarsi tranquillo, senza sentire scuse per capatine al bagno o altro, forse si stava preoccupando troppo. Chiudendo gli occhi Hajime cercò di trovare la posizione adatta per addormentarsi, ma nel buio della camera tornò improvvisamente vigile, se non voleva più vedersi con Kuroo la spiegazione era una sola: tutto quello che potevano fare, l’avevano già fatto! E questo non gli piacque nemmeno un po’.

 

La mattina seguente a colazione il Capitano della Nekoma prese posto accanto a Oikawa, con Iwaizumi di fronte. 

“Buongiorno ragazzi, come sta il vostro compagno di squadra?”

Touru sorrise: “Bene, è andato a prendere da bere.”

Fu allora che il giocatore del Seijo si avvicinò.

“Buongiorno, volevo scusarmi per ieri, ho fatto l’idiota e ho rovinato la serata a tutti.”

Kuroo accennò il suo solito sorrisetto felino: “No, non temere, quel locale era una lagna in ogni caso, e comunque a me la serata è andata benissimo.”

Lo sguardo che lanciò a Oikawa lo colsero solo Iwaizumi e il diretto interessato, che nascose un sorriso dietro la tazza che portò alle labbra.

L’asso dell’Aoba Joshai stritolò il tovagliolo che teneva in mano prendendo una decisione: doveva scoprire cosa diavolo avessero combinato quei due la sera prima.

 

Il mister della Nekoma annunciò che avrebbero disputato un’ultima partita di tre set prima di pranzo, mentre nel pomeriggio entrambe le formazioni sarebbero tornate alle rispettive scuole. Raggiungendo la palestra, Iwaizumi fece in modo di restare accanto a Kuroo, che conversava tranquillo con il suo alzatore, anche se in realtà il ragazzino biondo sembrava più preso dal suo cellulare che dall’amico.

Fu facile per Hajime intervenire e attirare l’attenzione di chi gli interessava.

“Kuroo, devo sapere una cosa.”

L’altro si voltò, stupito di averlo così vicino, soprattutto considerato che Oikawa era dall’altra parte del gruppo.

“Dimmi, Iwaizumi, ti serve qualcosa?”

“Sapere dove siete spariti tu e Idiokawa ieri sera.”

L’altro sogghignò. “Non dovresti parlare così del tuo Capitano… un po’ di rispetto.”

“Sono cazzi nostri come lo chiamo. Ora, puoi rispondere?”

Alzando un sopracciglio Kuroo sospirò. “Ha ragione. Sei rude Iwa-chan!”

“Scusa, ho usato un tono non appropriato. In ogni caso vorrei saperlo davvero.”

“E come mai? Sei geloso?”
Arrossendo di botto Hajime voltò il viso: “Ma no! Certo che no! Ma Oikawa ha il vizio di combinare guai e preferisco saperlo prima che vengano fuori.”

“Capisco – Kuroo si stava divertendo un mondo – ad ogni modo abbiamo fatto un giro per il locale, sai volevo vedere se avevano tenuto una saletta riservata e indovina un po’? C’è ancora! Meno male… siamo stati un po’ lì e poi tu hai chiamato.”

Iwaizumi studiò il viso serafico dell’altro: tutto qui? Sospirò ringraziando con un gesto del capo, ma Kuroo non aveva finito, prima che fosse fuori portata d’orecchio aggiunse.

“Certo che hai davvero un pessimo tempismo comunque. Non si smezza così una sega.”

Allungò il passo sotto lo sguardo sbigottito dell’asso avversario che rimase fermo a bocca aperta.

 

Kenma fissò Iwaizumi un solo secondo prima di seguire il suo Capitano.

“Sei stato un po’ stronzo, non trovi? L’hai mollato là come un pesce lesso con la bocca aperta.”

“Ma tu non stai giocando?”
“No, rispondevo a una mail di Shouyou, e ti ricordo che riesco ancora a fare due cose insieme, scrivere e ascoltare cosa dici. Quindi sei stato con Oikawa?”
L’altro lo guardò appena arrossendo un po’, Kenma era l’unico a metterlo in imbarazzo anche con poche parole.

“Non direi che ci sono proprio stato… ci siamo aiutati a vicenda.”

L’alzatore non mutò la sua espressione perennemente apatica.

“Ok, comunque sei stato stronzo. Oggi ripartono quindi per te magari è finita qui, ma adesso Oikawa dovrò affrontare Iwaizumi e non mi sembrava esattamente felice.”

“Non è un problema mio. Forza, andiamo a scaldarci.”

 

“Iwa-chan! Che combini? Muoviti, dobbiamo iniziare il riscaldamento.”

Alzando gli occhi dal centro del cortile, Hajime vide Touro affacciato alla palestra, lo squadrò da capo a piedi: già pronto con le scarpe per la partita, la ginocchiera nera e quella che fungeva da tutore bianca, i pantaloncini verde acqua, la maglia bianca, si passava una mano attraverso i capelli castani che tornavano inevitabilmente a posto appena aveva finito.

Lo studiò e lo odiò.

A rapidi passi gli passò accanto senza toccarlo, andando poi a prepararsi. Oikawa inclinò la testa non capendo il comportamento del suo amico. 

La partita fu combattuta come la precedente: l’intesa tra Kenma e Kuroo era perfetta, quella tra Iwaizumi e Oikawa sembrò essere meno efficace del solito, ma la bravura del Capitano e la potenza dell’asso sopperirono alla mancata sincronia in alcuni momenti. Stavolta il Seijo vinse il primo set e l’ultimo anche se con una differenza minima di punti;

Kuroo e Oikawa si strinsero la mano sotto la rete fissandosi intensamente e sorridendo.

Il saluto davanti al bus fu tranquillo, i ragazzi delle due squadre parlottarono tra loro, mentre in disparte i mister si scambiavano opinioni e punti di vista sulle formazioni.

Tetsuro avvicinò Touru.

“Buon rientro allora. Felice di aver spolverato con te.”

L’altro sbottò a ridere battendogli una mano sulla spalla.

“Ricorda, quando hai voglia di far pulizia batti un colpo! Ti lascio il mio numero di cellulare, magari sei in zona…”

Sorridendo Kuroo annuì. “Ti faccio uno squillo così avrai il mio… nel caso fossi a Tokyo e volessi pulire anche tu…”

Scuotendo la testa Oikawa si avviò al bus, l’ultimo che incrociò fu l’alzatore della Nekoma.

“Kuroo stamattina ha parlato con Iwaizumi-San, immagina cosa possono essersi detti e capirai perché il tuo asso era fuori forma.”

Sgranando gli occhi il Capitano del Seijo annuì: ecco! Quello stronzo di Kuroo. Scosse la testa e raggiunse proprio Iwaizumi seduto da solo in fondo all’autobus.

“Iwa-chan, mi siedo con te!”

“Anche no!”

“Eddai! Non rompere, me ne sto qui buono-buono.”

Per la prima mezz’ora di viaggio in effetti Oikawa non fiatò, cosa strana per lui che parlava sempre, Hajime restò con la testa girata verso il finestrino, ma quando sbirciò l’altro lo trovò addormentato con la testa piegata di lato, in un modo che gli avrebbe causato sicuramente un torcicollo, e le braccia incrociate al petto.

Sbuffando prese la testa dell’altro e la guidò lentamente verso al sua spalla, così che vi si appoggiasse senza ciondolare.

Il sorrisetto che prese possesso delle labbra del suo Capitano che si sistemava ancora nell’incoscienza del sonno, fece sbuffare di nuovo Iwaizumi.

Alla fine non era grave se Oikawa era stato con Kuroo, a lui non importava, sarebbe importato alle sue mille fans se l’avessero scoperto! Chissà cosa avrebbero detto? Forse sarebbero state invidiose, ma anche curiose di vedere due bei ragazzi come loro darsi da fare.

Quello che non voleva veder quella scena e nemmeno immaginarla era proprio lui. Che palle! Ma possibile che ovunque andasse Oikawa doveva sempre trovare corteggiatori e spasimanti, uomini o donne non importava, lui attirava tutti.

Sospirò fissandolo ancora: Touru era bello, questo lo sapeva anche lui, ed era bravo a pallavolo, dannatamente bravo, ed era il suo alzatore, come lui era l’asso di Oikawa! Nessuno doveva rubare quel posto! 

Mordendosi il labbro inferiore dovette ammettere che lui voleva anche un altro posto oltre a quello di asso nella vita di Oikawa, ma quello che avevano era così bello e prezioso, non voleva rovinarlo. Voleva finire il liceo con quell’atmosfera leggera che regnava tra loro, con i soprannomi: Iwa-chan e Merdakawa, voleva che tutto restasse così.

“Se continui a fissarmi così mi consumerai Iwa-chan!”

Eccolo il solito idiota!

“Non ti sto fissando Idiokawa!”

“Certo, certo.” Si sistemò meglio contro di lui e Iwaizumi non disse altro.

 

Spostando la tenda della finestra dalla camera da letto Kuroo sospirò, la serata con Oikawa gli era piaciuta, così come le partite e tutto il ritiro con la sua squadra, sghignazzò: anche stuzzicare Iwaizumi gli era piaciuto. Chissà se dopo quello che gli aveva detto si era dato una mossa con Oikawa?

Con il Capitano avversario si era scambiato qualche messaggio ma nulla di che, cose tranquille, qualche battuta sconcia e basta, erano tornati alla loro vita e lui era tornato ai suoi pensieri e agli sguardi di Kenma, l’unico che sapeva tutto, ma proprio tutto, della sua ossessione: Kei Tsukishima.

Kuroo era un ragazzo schietto che amava divertirsi, aveva avuto qualche storiella di poco conto e qualche notte di sesso, incluso l’intermezzo con Oikawa, e Kenma sapeva tutto per poterlo coprire se fosse servito; tuttavia quelle persone che entravano e uscivano dalla sua vita non potevano nulla contro il monster block della Karasuno.

Kuroo non aveva mai osato dare un nome ai sentimenti che provava per Tsukishima, Kenma aveva tentato qualche volta, ma era stato malamente zittito.

Come era possibile che proprio lui, il Capitano di una squadra forte che mirava a vincere il campionato nazionale, un ragazzo bello e prossimo al diploma, pronto a entrare nell’università di Tokyo, si fosse preso una sbandata del genere per un ragazzino, un primino di un’altra scuola?

Sbuffò appannando appena il vetro: voleva vederlo, doveva vederlo, parlargli, anche se sapeva che forse Tsukki lo avrebbe evitato, un po’ per il suo carattere schivo, un po’ perché Kuroo gli aveva proposto di passare una sera insieme durante il ritiro estivo e lui aveva rifiutato dicendo che aveva sonno e nessuna intenzione di restare solo con lui. Picchiando la fronte sul vetro, Tetsuro non capì: perché non riusciva a togliersi dalla testa quel ragazzino?



 

Fine… forse...




 

Angolino dell’autrice.

Cambiamo fandom, ma il mio regalo resta sempre lo stesso.

E come ogni anno arriva la shot dedicata alla Matsu! Lenea è tutta tua! Buon compleanno amica mia pazza e svitata quanto basta per essere amica mia!

Ancora auguri!

Guiky80

   
 
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