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Autore: Spensieratezza    28/10/2020    2 recensioni
Cosa sarebbe successo se Sam non avesse mai perso l'anima?
Dean e Sam insieme ai loro amici, non faranno altro che attraversare salti quantici per tutta la storia e impareranno un sacco di cose su loro stessi e gli altri.
Scusate, nell'ultimo capitolo ho confuso i nomi, come al solito. Castiel non ha cambiato partner ovviamente. Sta sempre con la stessa persona, ho solo sbagliato a scrivere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Crowley, Dean Winchester, Lisa Breaden, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Sesta stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il salto quantico'
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“Sai, Sam…ho sempre amato gli indovinelli..
Era fatta. Era davvero Dean. E forse parte di lui..lo aveva sempre saputo. SEMPRE.
Una figura emerse dall’oscurità al suo posto.
MORTE.

“No…Dean…dov’è Dean???” disse Sam disperato.
“Sta tranquillo, Sam. Lui sta bene. Aspetta insieme a te la soluzione dell’enigma e finalmente ci sei vicinissimo. “
Sam a quel punto pensò ai recenti avvenimenti che lo portarono a quel punto.
 
 Quando Sam si era reso conto che c’erano edifici che non avevano ancora visitato aveva pensato che quella fosse la CHIAVE. Poi vide un edificio che è stato il fulcro di tutta la sua vita, quello che lo aveva forgiato. Un edificio che significava SAPIENZA, CONOSCENZA. Ed è così che capì che lì avrebbe potuto trovare le risposte e non sbagliava. L’illuminazione era la BIBLIOTECA.”
 
Sam era entrato dentro la biblioteca, un edificio rosso, ma che non simboleggiava violenza, anzi il colore di un rosso fragola richiamava quasi l’innocenza dei bambini, entrò e ne venne incantato. Era gigantesca e piena di ripiani e scale a chiocciola, libri ovunque, sembrava una biblioteca delle favole. Salì su un piano a caso, stranamente sapeva dove doveva andare, era come se glielo venisse detto.

Non poteva fare a meno di pensare a quello che era appena successo..Nicholas che veniva portato via letteralmente dalla Morte, Nicholas strappato via dalle sue braccia…Nicholas che era stato portato via da lui e lui non poteva fare nulla per impedirlo…
No, non Nicholas…Dean..pensò , mettendosi le mani sugli occhi.

Perché continuavano a volerglielo portare via? Perché Dean rischiava sempre la morte definitiva? Perché volevano sempre separarli? Sam cercava sempre di non scadere nel vittimismo becero che aveva sempre considerato come caratteristica dei perdenti, ma a volte veniva messo a dura prova.

Tutto il bene che avevano fatto…tutte le persone che avevano salvato,dunque niente di tutto questo aveva importanza? Tutto questo non riusciva comunque ad assolvere il grande peccato mortale che avevano compiuto? Cedere a un desiderio carnale, a un amore imprescindibile che sentivano l’uno per l’altro..era questa dunque la loro punizione? L’illusione di un amore che non avrebbe mai potuto avere sbocco, né futuro…dunque Nicholas era questo?

Perché sì, ora era come se l’aveva sempre saputo. Era lui Dean, era per questo che aveva ceduto con lui, durante quel ballo..in quella vasca, in quel letto. Aveva solo bisogno di trovare le prove ora.
 Venne attirato da un tomo voluminoso intitolato:

LA MIA STORIA CON TE.

Il titolo del primo capitolo recitava:

Casa è con te.

Un trafiletto breve contornava la prima pagina, a fare da cornice una graziosa onda blu prima del testo.
Il trafiletto era in azzurro e veniva voglia di tuffarsi talmente era bello.
Sam cominciò a leggere:

“Casa cambia sempre, posti diversi, ma sempre uguali, non significano niente, ma rappresentano qualcosa, come il mare che scorre, come le onde che si muovono sinuose e agitate e che cantano una sinfonia che io non conosco.” Sam dovette fermarsi perché le scritte erano diventate onduose e si muovevano mano a mano che leggeva. Strizzò gli occhi e le scritte si bloccarono.”  Un’altra camera ma è sempre la stessa, altre persone ma sono sempre le stesse. Gli stessi sorrisi, le stesse facce false e la stessa ipocrisia, la solita ignoranza, la stessa maschera, gli stessi DEMONI.”

Da capo quelle scritte si mossero per poi brillare.
Sam sorrise, sembrava che avesse ragione allora.
 “Il primo indizio, era il mare dentro la CASA…”

“Ci sono andato vicino, quella volta…ma la mia mente non era ancora pronta a capire. La nostra casa, è stata sempre come il vento e il mare, in continua mutazione, i motel dove alloggiavamo, erano la nostra casa. Sempre. Cambiavano sempre. Non ho capito perché credevo che riguardasse solo Nicholas, ma anche non sapendolo, ho sentito comunque che riguardava anche me. L’ondata di tali emozioni mi ha travolto. C’è stato bisogno dell’intervento di Nicholas per portarmi fuori."
 
.prendiamo per buona le metafore..se è come tu dici..la casa per te potrebbe rappresentare qualcosa di più profondo..le onde del mare potrebbero indicare un cambiamento costante, forse hai cambiato casa più di una volta, o forse sei cambiato tu, spesso.”
“Vedo che ci danno una sola possibilità di capire quelli che oramai è assodato che si tratta di indizi.” Disse Sam.

“Guarda ancora li. A quanto pare le sorprese non sono finite.”
“Per la miseria!” disse Sam.

Quelle che erano prima casette a schiera, ora apparivano diverse.
Erano TUTTE diverse.

Poco distante a loro, c’era una banca, poco più in là, un museo, al fianco, una prigione, poi un locale che non si capiva bene cosa fosse, una casetta bianca con lo steccato e alla fine quello che sembrava un alto castello nero.

 
Altre metafore. Avevano attraversato un pezzetto dell’inconscio, quello che loro consideravano CASA e ora si presentavano davanti a loro altri scenari, era come un gioco della psiche. Se sblocchi un tassello, sblocchi anche gli altri. Quegli edifici erano altri ricordi rimossi, ricordi a cui il loro inconscio voleva accedere, che aveva inviato loro come segnali per arrivare alla soluzione dell’enigma, ma erano tutte metafore. E poi hanno scelto il supermercato. Nei supermercati compri, fai acquisti. Si dice che il supermercato nei sogni, si sogna quando ti MANCA qualcosa e che forse vivi in un contesto in cui anche se cerchi, non riesci a trovare…ciò di cui hai bisogno.  Sam a occhi chiusi pensava a tutte queste cose.

Girò pagina e vide una di quelle palle magiche di neve, di natale, poco sotto di essa, il titolo.
“Il nostro primo incontro.”
 
Vorrei stupirti, il tuo stupore è semplice, genuino, incantevole per un momento, non hai ricevuto un regalo di natale, ma solo una delusione, e non sono stato neanche capace di fabbricarne una mia, ma ho dovuto prendere il regalo di un altro. Fabbricante di illusioni e di delusioni, non sono capace di regalarti niente, ma solo rubare sogni. Il sogno di un natale felice, racchiuso in una sfera, da cui avrei voluto proteggerti e rubare l’amore per te, per fartelo sentire e potertelo donare.
Se solo ti avessi regalato quella sfera, se solo avessi chiesto a papà di comprarla per te. Ma ero solo un bambino e i bambini pretendono, ma non regalano.
 
Sam tracciò le linee della palla con gli occhi lucidi, rammentando dove l’aveva già vista.
 
 
Sam rivide quando aveva regalato il ciondolo a Dean, che in realtà era un regalo che aveva pensato per il padre.

“Sammy, perché non usciamo un po' oggi e non andiamo al parco? In fondo è Natale.” Disse Dean.
“Sì, mi piacerebbe, Dean!”
 
Cambio scena. Sam si ritrovò al parco e osservava i due Sam e Dean giovani entrare. Suo fratello si sedette su una panchina con una birra e un cheeseburger tra le mani. Il piccolo Sam urlava di gioia, correndo verso un suo amico.

“Meno male che ci sei, speravo di trovarti qui.” diceva Sam.
“Anche io, perché volevo darti una cosa.”
“Davvero?”
“Sì, ecco, tieni.”
Sam urlò. Era una piccola palla di neve magica.
“È  bellissima..” ma subito il suo viso si fece triste.

“Ma non posso accettarla!”
“Cosa? No! l’ho presa apposta per te.”

“Ma io non posso! Non è giusto. Io volevo farti un regalo, ma non abbiamo soldi, papà..non c’è e io..”
Il ragazzino sorrise teneramente.
“In realtà tu mi hai già fatto un regalo. Il primo regalo che mi hai fatto, forse non te lo ricordi, ma io lo ricorderò per sempre.

“Cosa? Che regalo?”
Nicholas si avvicinò a lui e gli sussurrò qualcosa all’orecchio.
“Ohhh-.” Il piccolo Sam sembrava in imbarazzo.

“Vieni, andiamo a giocare adesso.” Gli disse prendendogli la mano.
“Ma..Dean..”
“Tranquillo. Lui ci osserva da lontano.” Disse indicandolo.

Il piccolo Sam e il grande Sam osservarono Dean guardarli. Non sembrava contrariato, solo pensieroso, così il piccolo Sam sorrise e andò a giocare con il suo amico.
 

 
“Eri tu, Dean!! O meglio la rappresentazione del bambino che avresti voluto essere per me. Pensavi di avermi deluso quel giorno, quando ricevetti quel regalo da femmina, ti sentisti forse..inadatto, deludente, un pessimo fratello. Io non so se hai visto quell’oggetto in una bancarella, o facendo acquisti casualmente, ma immaginasti di farmi un regalo vero, non un regalo riciclato. Andammo veramente quel giorno in giro, eravamo da soli, io ero felice..ma te no. Desideravi darmi di più, e forse quel giorno desiderasti essere un altro. Un amico a cui il suo fratellino potesse affezionarsi. Fu solo una fantasia la tua, a cui non hai dato più di tanto significato..pensiamo sempre che le fantasie effimere siano come i castelli di sabbia..vengono portati via dalla corrente, dal mare..pensiamo che semplicemente scompaiono…mentre invece, forse, qualcosa resta…forse solo un granello sulla sabbia..che prende forma..”
Tracciò un dito sulla pagina che si illuminò, spargendo granellini che si dissolsero in aria, proprio come granellini di sabbia.
 

Girò pagina un’altra volta e un titolo recava la scritta PRATO FIORITO., sopra un’immagine che rappresentava lo stesso. Quella parola rammentò a Sam un altro ricordo.
“Mi sento..mancare..”
“Ehi..ehi..ehi..”
Nick gli prese il viso tra le mani e gli occhi di Sam cercarono il suo sguardo.
“Ora ti vedo..”

Nick aveva dei profondissimi occhi azzurri, come l’oceano, chiari e i capelli castani. Assomigliavano a qualcuno..gli ricordavano le colline e il mare e delle valli in cui era vissuto. In quel momento ricordò che anche nei suoi ricordi, poteva vederlo ma ne era talmente assorbito da non accorgersene.

 
 
 
Sam accedette a un altro ricordo. Aveva forse 12 anni e Dean 16, stavano giocando a uno di quei giochi che andava tanto di moda anni fa, al computer.  
 
“Hai perso un’altra volta Sammy, mi dispiace!”
“Tutto questo verde mi confonde.”

“Eehheh l’ho sempre detto che sei una femminuccia! Ti fa davvero questo senso il verde?”
Sam l’aveva guardato negli occhi.
“Sì.”
Dean per qualche ragione sembrò imbarazzato, sorrise e Sam arrossì.
“Allora, non dovresti neanche riuscire a guardarti allo specchio.”
“I miei occhi non sono così verdi!!”
“Sono verdi. Non esiste un verde più verde dell’altro.”

“Non è vero. Il verde non è tutto uguale. I tuoi occhi per esempio..”
“I miei occhi..cosa?”
“Potrebbero..uh..essere usati per questo gioco?”
“Ehhh?? Oddio, Sammy..” disse Dean riparandoli.
“Non in questo senso..nel senso..Il verde dei tuoi occhi, mi ricordavano i prati fioriti.”
Il gelo accompagnò quella frase,
“Aspetta, lasciami spiegare quello che volevo dire..”

“Non c’è bisogno, credo che..troppi videogames ti fanno male. Basta per oggi eh?? Aranciata?”
Girò pagina e c’erano delle scritte nere sopra un prato.

Dean, il verde per me non è tutto uguale. Non ho il coraggio di dirti ora, che, il verde dei tuoi occhi non è uguale a nessun’altra cosa che io abbia mai visto, forse perché ha una luce diversa, una luce che quando mi guardi..si illumina, rendendo i tuoi occhi bellissimi, solo quando guardi me e sarò geloso, sarò..FURIOSO..il giorno che tu guarderai qualcun altro in quel modo. Ti prego, non guardare nessun altro così, e se non puoi fare questa promessa, ti prego, cattura quella luce e mettila qui dentro, in questo stupido gioco.


Sam dopo aver letto quel pezzo, si mise le mani sugli occhi, trattenendo le lacrime ma non riuscendo a trattenere un singhiozzo.
“Non avrei mai immaginato che…dei deliri da bambino, potessero conservarsi ancora dopo tutto questo tempo..forse in fondo devo ringraziare il cavaliere..se non avessi fatto questa prova..non avrei scoperto che i miei sentimenti sono ancora così forti..e che forse qualcosa di così forte non muore mai veramente…io..non mi sono mai sentito vivo come adesso..”
 
Sam girò di nuovo la pagina e stavolta un disegno recava la scritta:

IL FRATELLO CHE VORRESTI

Quella scritta ebbe la potenza di un pugno nello stomaco. Sam d’improvviso aveva il terrore di quello che avrebbe letto, ma doveva farsi forza, lo doveva fare per suo fratello, che era ancora là fuori, che rischiava non sapeva neanche lui cosa.
Cominciò a leggere:

A volte ho l’idea che in me ci siano due persone completamente diverse. Da un lato c’è il figlio, dall’altra c’è il fratello. Ho l’impressione che queste due persone cerchino di accontentare sia mio padre che mio fratello, preferendo una delle due versioni, quella migliore, ma queste due parti sono perennemente in conflitto tra di loro.

Dentro di me c’è come un gemello e so che se solo io lo lasciassi uscire…sarebbe il tuo migliore amico. Il tuo amichetto del cuore e vivremmo solo noi due e non ci sarebbe più spazio per nessuno. Ma non riesco a lasciarmi andare, ad affidarmi completamente a quello che vorrei, ad ascoltarti o a lasciarmi trascinare nella purezza della tua innocenza, forse perché ho paura anche io..ho paura che se lo faccio, diventerei completamente dipendente da te. Ho paura che tu abbia il potere di trasformarmi, in qualcuno che non sono io. Lo vedo nei tuoi occhi, come vorresti che fossi diverso, meno rigido e più tuo fratello. Ma non riesco..non riesco a lasciarmi andare e ad essere come tu vuoi che sia..se solo fossi più innocente e ti rendessi più contento..vivrei per quel sorriso..ma non posso dimenticare che a quattro anni ti ho portato via da un incendio in fiamme. Un altro , un ragazzo qualunque e non un fratello, sarebbe stato in grado di fare questo?
Se abbasso la guardia solo per un minuto, se tu morissi a causa di questa mia distrazione e un giorno stava anche per accadere..a causa mia..non potrò vivere con questo rimorso.


Sam si coprì la bocca con le mani e un altro ricordo affiorò in lui.
 
“Sono venuto a prenderti, che ne dici di andare alla sala giochi? Oggi passiamo tutto il tempo fuori.”
“Mai miei genitori..”
“Fregatene!”
 

Sam e Nick li seguirono subito, intanto Sam cominciò a commentare quello che a suo avviso era una stranezza bella e buona.

“è strano..strano che Dean mi lasciasse andare in giro da solo.”

“Dean..tuo fratello, sì..me lo ricordo..mi raccontavi di lui come di un eroe.ma lui non si sentiva così..mi piaceva..anche se lui era geloso di me, perché vedeva che volevi stare sempre con me. Non sono mai riuscito a fargli capire che non ero un nemico..però credo sì..che mi volesse bene a modo suo.”

“Dean? L'hai conosciuto? Io..non lo ricordo..”

 
“Questa…è colpa mia..” disse Sam con le lacrime agli occhi. “Ti volevo bene, Dean, ma tu eri sempre concentrato su nostro padre, poche volte eri quello che desideravo fossi..un compagno di giochi..mi immaginavo che andassimo insieme a divertirci, magari alla sala giochi, ti disegnavo accanto a me, nella mia immaginazione. Credo che parte di te lo capisse..che volevo fossi diverso. Credo tu fossi perfino geloso. Sapevi che non c’era nessuno con cui competere, ma penso che..internamente, a livello amniotico, avessi capito che c’era qualcuno..ma quel qualcuno eri tu stesso. Dean, avevi capito che desideravo fossi diverso. Ce la mettevi tutta per essere come volevo che fossi, ma non era mai abbastanza! Ma a volte..ci sono stati dei momenti..di tregua..di spensieratezza..in cui siamo stati dei ragazzi qualunque..come dei semplici amici..come quella volta che mi raggiungesti alla sala giochi..uno dei pochi momenti in cui ti sei lasciato andare..ma in fondo, anche una delle tue più grandi paure! Ecco perché…”

E Sam ricordò il sogno di Dean che lo uccideva svariate volte in quella sala giochi.

Il libro si interrompeva in quel punto. Solo una scritta continuava:

Cercami dove ci siamo persi la prima volta…

Per un attimo pensò che si riferisse ai cerberi poi capì che era Stanford.

C’era una scuola in mezzo a tutti quegli edifici, quindi uscì portandosi il libro con sé, sperando che una volta lì, le altre pagine sarebbero diventate nere.






















So che per aver lasciato il cliffangher per ben cinque giorni vi aspettavate qualcosa di più lungo, scusatemi xd il capitolo in origine era più lungo di così, ma ho deciso di dividerlo perchè l'ho revisionato e trasformato così tante volte...è stata una faticaccia xd , inoltre anche la parte che arriva dopo di questa mi sa che devo cambiarla ancora.. poi magari lo riunirò, spero vi sia piaciuto fino adesso, so che non ho messo tutti i ricordi, ma perchè penso ci sia bisogno di dividerli in varie tappe, voglio sia tutto perfetto ^_^ adoro questo capitolo!!
   
 
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