Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: breezeblock    30/10/2020    6 recensioni
Schiaccia con i piedi sporchi di polvere e cenere i titoli in cui impera solo il nome impronunciabile del Signore Oscuro, mentre le foto di crimini atroci si muovono sotto la sua carne contratta. Cerca disperatamente di bloccare all’esterno tutto il rumore che gli rimbomba nella testa e nel cuore, mentre al piano di sotto Sirius dice di voler andare via per sempre e lui non riesce a non trattenere le lacrime.
Seconda classificata a pari merito al contest "The Grey Redemption" indetto da CatherineC94 sul forum di EFP.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-Storia partecipante al contest “The Grey Redemption” indetto da CatherineC94 sul forum di EFP-
New Moon- Waning Crescent «Talvolta, ahimè!, la coscienza dell'uomo sopporta un fardello così pesante di orrore che può essere scaricato solo nella tomba. Così l'essenza di tutti i crimini resta sconosciuta» Edgar Allan Poe
Elementi: Torta di Mele, Fuoco, Inverno
 
 
 
Ocean on Stone
 
 
 
Grab my hand I am drowning
Why haven't you found me yet?
It hurts like hell 
 
25 dicembre 1975
 
 
 
Regulus è sdraiato sul suo letto, preso ad osservare il soffitto dalle trame color smeraldo e argento, mentre con la mano muove la bacchetta con movimenti lenti e sinuosi, senza però formulare alcun incantesimo. Tiene i piedi incrociati uno sull’altro e la mano dietro la nuca, l’espressione perennemente svogliata e un po’ altezzosa che fa sghignazzare le dame nei quadri e struggere gli studenti di mezza Hogwarts.
È uno di quei giorni in cui sente che i suoi poteri sono al minimo, a volte si sveglia con un’angoscia addosso tale da fargli dimenticare persino gli incantesimi più semplici, la concentrazione è scarsa, così come la sua voglia di vivere. 
Disseminati per terra sono sparsi fogli di giornale e cenere, di recente ha iniziato a fumare di nascosto dalla sua famiglia, una piccola tradizione tutta sua che ha maturato con i compagni di Casa ad Hogwarts. Ecco perché tiene sempre la porta chiusa cercando di non far diffondere l’odore di bruciato per il corridoio, sua madre lo avrebbe preso senz’altro a scappellotti non tanto per il vizio quanto per le sigarette che fuma, di fattura babbana. 
Questo è davvero l’unico vizio babbano che si concede, al contrario di Sirius, che con i babbani sembra avere delle affinità elettive di cui lui non vuole assolutamente sapere e che ogni tanto lo portano a chiedersi perché ancora non abbia denunciato il tutto a sua madre. Forse, si convince, ho solo intenzione di vedere fino a che punto si spingerà. 
Il chiacchiericcio e le risate scomposte gli arrivano ovattate dalla camera di suo fratello, mentre lui cerca disperatamente di concentrarsi su un punto fisso del soffitto per mettere a tacere il suono fastidioso di quelle voci. 
Non ci riesce, quindi si alza scattoso, sbuffando contrariato.
La porta di Sirius è socchiusa, come sempre. Sembra intenzionato a dimostrargli quanto sia felice con il suo migliore amico; è sempre Sirius, quello a tracciare una linea spessa, invalicabile, oltre la quale lui può solo starsene a guardare e agognare la stessa cosa. 
Si accosta alla porta, e cercando di non farsi scoprire avvicina gli occhi alla fessura, la luce è scarna, riesce solo a intravedere Potter vicino al caminetto intento a scaldarsi le mani. 
Il fuoco illumina ulteriormente il suo sorriso, già fin troppo luminoso. Lo spegnerebbe volentieri a suon di maledizioni, e non solo perché fa il bullo con tutti i suoi compagni di casa.
Si allontana dalla porta senza emettere alcun suono, prende le scale lasciandosi risate e battute sconce alle spalle. 
In cucina, sua madre è alle prese con chissà quale stramba ricetta. Ultimamente le piace sperimentare le sue ultime creazioni culinarie elaborate la sera prima di coricarsi, dopo aver letto la Gazzetta del Profeta e aver dispensato le sue opinioni poco flessibili riguardo all’ennesimo matrimonio misto. Lo fa sempre sorridere, sentirla inveire dall’altra parte del corridoio. Immagina sua madre in vestaglia, con gli occhiali e i capelli selvaggi sciolti sulle spalle, sovrastata da fogli di giornale a borbottare minacce e insulti che dalla sua bocca gli sembrano più carezze che rimproveri. Quella donna ha la forza di un uragano ma non alzerebbe mai un dito contro nessuno, si limita solo ad odiare tutto ciò che non conosce scuotendo ogni fibra del suo essere come fanno le foglie quando le attraversa il vento. Solo che lei non si piega mai, l’odio e il dolore anziché consumarla la nutrono.
Si avvicina al tavolo e si accomoda sulla sedia, appoggiando entrambi i gomiti sulla superficie in mogano e abbandonando il viso sulle nocche, svogliato.
“Perché quello sta sempre in mezzo ai piedi?”
“Chi, caro?”
“Potter”.
Regulus getta uno sguardo sprezzante sui chicchi di grandine che si abbattono con veemenza alla finestra. 
“È un suo amico, Reg”.
“Che stai facendo?”, l’attenzione di Regulus si sposta sulla sua bacchetta infarinata e sporca di uova. 
“Preparo una torta di mele”, risponde lei, orgogliosa.
“Ma tu non sai cucinare”, afferma lui, constatando duramente l’evidenza. Sua madre si rabbuia per un secondo, poi, senza nemmeno dargli l’opportunità di continuare, gli da’ la schiena, con la scusa di dover controllare un passo della ricetta. 
Regulus esce fuori a prendere una boccata d’aria. Intravede in lontananza le sue cugine arrancare nel nevischio protette da ampi ombrelli neri. Ancora una volta zia Druella deve aver sbagliato punto d’arrivo nella sua smaterializzazione. 
Odia il Natale.
“Kreach..” non fa in tempo a pronunciare il suo nome che subito l’elfo domestico si smateriallizza al suo fianco. Regulus lo osserva sorpreso, quell’elfo sembra poter leggergli nel pensiero e anticipare sempre le sue richieste.  
 “Va’ ad aiutare le mie cugine”.
“Subito, padron Regulus”.
 
 
1° febbraio 1976
 
 
È seduto a terra, immerso in quell’intricato puzzle di carta ingiallita. Schiaccia con i piedi sporchi di polvere e cenere i titoli in cui impera solo il nome impronunciabile del Signore Oscuro, mentre le foto di crimini atroci si muovono sotto la sua carne contratta. Cerca disperatamente di bloccare all’esterno tutto il rumore che gli rimbomba nella testa e nel cuore, mentre al piano di sotto Sirius dice di voler andare via per sempre e lui non riesce a non trattenere le lacrime. Si morde un labbro così forte nel tentativo di contenersi, che qualche goccia di sangue macchia un foglio di giornale. 
Poi torna il silenzio. Solo quando riesce a sentire di nuovo il suo respiro solleva lentamente la testa prima nascosta tra le ginocchia. Si alza con scarso equilibrio, arrancando verso la porta della camera. La tiene sempre chiusa questa dannata porta. Se solo l’avesse lasciata aperta avrebbe risparmiato secondi di vitale importanza, avrebbe fatto queste scale senza nessun ostacolo, lo avrebbe raggiunto prima. Se solo lo avesse lasciato entrare nel suo cuore, forse Sirius non se ne starebbe andando.
Si precipita giù mentre sua madre, ugualmente sconvolta, gli intima con tono perentorio di non camminare a piedi scalzi altrimenti avrebbe preso un malanno, ma Regulus ha già aperto la porta d’ingresso.
“Allora non sei così bugiardo come credevo!” gli urla contro. Sirius ha già preso il vialetto del giardino trascinandosi dietro la valigia di Hogwarts, però la voce spezzata di suo fratello gli impone di fermarsi.
Quando si volta, vede solo un ragazzino con i capelli neri scompigliati, le lacrime miste al sangue che perde da un labbro e quello sguardo che lo incatena al vialetto, deciso a prendersi tutto quello che rimane della sua anima sporca. Gli sguardi di Regulus non lasciano mai nulla al caso, lui scava e scava e poi si prende tutto ciò che trova, custodendolo gelosamente.
Regulus si ferma a qualche centimetro da lui. La camicia bianca mal abbottonata sul petto è zuppa di sudore e si è appiccicata al corpo esile e filiforme, facendolo sembrare ancora più piccolo di quel che è.
“Hai sul serio il coraggio di abbandonare la tua famiglia come se niente fosse!”
“Voi non siete la mia famiglia! Mai lo siete stati!”, la voce grossa di Sirius sovrasta la sua ma Regulus non si lascia scalfire più di quanto non lo sia già, invece sfodera gli ultimi artigli che possiede perché vuole solo fargli male. 
Sirius riprende a camminare ma le parole di Regulus sono più veloci e lo raggiungono in un posto buio e freddo che suo fratello maggiore non pensava nemmeno di avere.
“Io ti copro, te e tutti i tuoi amici, persino quando vi prendete gioco dei miei compagni di casa. Ti ho sostenuto quando nostra madre ha saputo che eri stato smistato tra i rossi e oro, ho taciuto quando Potter ha iniziato ad uscire con quella sporca mezzosangue”, il suono gracchiante della sua voce scortica le pareti di indifferenza che Sirius ha costruito intorno a sé, lasciandolo chiedersi com’è che ci riesca, ogni volta. 
“Non ti ho mai chiesto di fare questo per me Regulus. Tu ne soffri, loro invece mi accettano per quel che sono”. 
Regulus sgrana gli occhi. Si asciuga il volto bagnato con un braccio e il sangue gli macchia una guancia.
Tutto quello che ha fatto per lui non ha mai significato niente.
“Vattene”, sibila.
Sirius lascia Grimmauld Place senza guardarsi indietro. 
Quella sera Walburga gli porta un pezzo di torta di mele, questa volta -gli dice flebilmente- è davvero ottima, dovresti assaggiarla.
Regulus non ha fame e per questo era andato a letto senza cena. Si appoggia un secondo alla porta della sua camera, cercando la forza per aprirla anche se lascerebbe volentieri passare tutto, anche sua madre, come ha fatto con Sirius.  Poi però la apre e Walburga lo guarda svuotata, con il pezzo di torta ben incartato in un tovagliolo di seta. Solo adesso Regulus si accorge di quanto pericolosamente sia sull’orlo di un baratro e quanto lui sia lontano per riuscire a salvarla. 
Prende il pezzo di torta e si avvia verso il letto, Walburga chiude la porta alle sue spalle e un brivido gli scuote le ossa.
La butta giù a grandi morsi, senza neanche soffermarsi sul sapore, sforzandosi di ingoiare anche il groppo in gola che non lo lascia respirare. 
 
 
15 aprile 1980
 
La torta sapeva di lacrime e sangue.
 
 
31 luglio 1978
 
Sono fiera di te, figlio mio. 
Walburga gli ha messo una mano scheletrica sulle spalle e ha fatto una leggera pressione. Sono in cucina, Kreacher sta sparecchiando la tavola e la casa diventa sempre più fredda. Il marchio nero è lucidissimo e brucia ancora, sono rimaste delle piccole chiazze di sangue sui contorni, Regulus vorrebbe annegare nella vasca da bagno e ripulirsi ma non ce la fa a scrollarsi di dosso la mano di sua madre. 
Si è fatto marchiare come carne da macello e nemmeno lui sa perché. Credeva avrebbe fatto meno male, che non poteva ferirlo qualcosa in cui credeva ciecamente, almeno non tanto quanto gli ha fatto male Sirius, e invece ancora una volta si è sbagliato. 
Vedrai che il bruciore passerà, sicuramente non è niente, gli dice Walburga, liberandolo dalla sua presa. Ancora non capisce come mai in quella casa sembrano tutti riuscire a leggergli nella mente, quando invece lui non capisce proprio un cazzo di niente e di nessuno, fa solo quello che è nato per fare, professa solo quello che gli hanno insegnato a credere.
Tutti intorno a lui non fanno che lodarlo, sua cugina Bellatrix lo ha persino abbracciato congratulandosi della sua scelta, fiera di poter vantare un parente tra i ranghi del Signore Oscuro. Sei così giovane, sei così giovane, e tutti lo dicono come se fosse una cosa bella.
Regulus è così giovane che non riesce a capire se lo sia o meno.
Si lascia scivolare nella vasca e rimane in apnea per un minuto, cullato dal ritmo del suo respiro, vede onde che si infrangono sugli scogli e lui che annega nel caos.
 
 
15 aprile 1980
 
 
La torta sapeva di lacrime e sangue.
Riesce a pensare solo a questo, Regulus, mentre viene tirato giù per le caviglie e trascinato nelle profondità. 
La voce stridente di Kreacher si fa sempre più lontana, così come la luce nella caverna. Il suo sangue si adagia in quel limbo liquido e in un momento fulmineo di lucidità spera di toccare il fondo della vasca a Grimmauld Place.
Su molte cose sua madre non ha ragione, e lo sta capendo solo ora. Il marchio non ha smesso mai di bruciare, pulsa anche adesso, bagnato da queste acque nere, brucia come la gola e lo stomaco, impregnati di quel liquido maledetto che ha buttato giù senza pensarci due volte, senza ascoltare le parole di Kreacher, le parole di sua madre quando è andato via di casa, le parole infangate di Bellatrix che lo hanno ribattezzato traditore. 
Non si sono mai sbagliati su Sirius, però. E questo, mentre annega, lo fa sorridere. Hanno torto su così tante cose ma sul fatto che siano entrambi traditori no, su questo hanno ragione. 
Ed è così bello avere finalmente qualcosa in comune con lui, vedere la linea di quel confine insormontabile farsi sempre più sottile.
Con i polmoni ormai pieni di acqua, Regulus realizza che non ha mai avuto Sirius così vicino come adesso, ed è felice.

 
_________________________________________________________________
 
Bentrovati! 
Allora, per questo contest indetto da CatherineC94 (sempre meravigliosa con i suoi contest), dovevamo presentare la redenzione di un personaggio grigio, come suggerisce il titolo del contest "The Grey Redemption". Ho scelto Regulus Black perché non avevo mai scritto di lui e perché ultimamente questo meraviglioso personaggio mi ha conquistata grazie alle bellissime storie di _Il colore del vento_, di cui consiglio vivamente la lettura.
Allora ho cominciato a delineare i tratti che più mi affascinavano di Regulus, iniziando prima di tutto dal difficile rapporto con Sirius, il carettere prettamente "grigio", secondo me si vede molto nella difficoltà di trovare un punto comune in cui incontrarsi e quindi il desiderio nascosto di trovare quel qualcosa in comune, apparentemente inesistente, visti i diversi valori e idee. 
Il contest voleva che scegliessimo dei prompt da cui ispirarci e degli elementi da inserire nella storia, io ho scelto la citazione di Edgar Allan Poe perché credo che infondo Regulus fosse appesantito da tanti sensi di colpa e da azioni che ne hanno definito la cattiva fama fino alla fine, quando poi si scoprirà il biglietto nella copia del medaglione. Un esito, la morte di cui parla Allan Poe, che ho cercato di richiamare spesso nella storia e che spero sia riuscita a presentare al meglio.
Per quanto riguarda gli elementi non mi soffermo molto sul fuoco e l'inverno, ma sulla torta di mele devo spendere un po' di parole. Ovviamente credo sia un po' strano leggere di una Walburga Black che cerca di cucinare qualcosa con le sue mani (o meglio, con la sua bacchetta, perché non credo che si sporcherebbe mai le mani per una cosa del genere), però qui mi sembrava pertinente, visto l'imminente perdita di Sirius, e i profondi rabbia e dolore che questo deve aver causato, e la futura perdita di Regulus sia quella fisica, tangibile, che quella a livello valoriale. Il fatto che il cucinare è in sé un atto d'amore, qui un po' mal riuscito visto il terribile sapore, era secondo me un'immagine eloquente. 
Ho voluto rappresentare tutto dal punto di vista di Regulus e della famiglia Black tolto Sirius, quindi può effettivamente sembrare che sia lui l'ingrato e il nemico.
Ho immaginato anche che Bellatrix fosse a conoscenza delle intenzioni di Regulus di tradire, anche se ignara di cosa esattamente avesse intenzione di fare, il contest prevedeva scenari un po' OOC, quindi forse potrebbe essere un dettaglio accettato. Le date sono fittizie, ho cercato solo di rispettare la cronologia, sapendo che Regulus è nato approssimativamente nel 1961 e morto nel 1980. 
E niente, come al solito arrivo a scrivere più cose nelle note che nella storia, spero che questo esperimento non sia un totale disastro.
Vi lascio con una piccola GIF di Timothée Chalamet in "The King" perché penso che sia perfetto nei panni di Regulus, nonché davvero stupendo :D
PS. le lyrics che vedete all'inizio della storia appartengono alla canzone "Trauma" di NF e "Hurts Like Hell" di Fleurie, che mi hanno ispirata nella stesura. Il titolo invece voleva rappresentare metaforicamente Regulus e Sirius, sta a voi interpretare chi è chi, vi lascio questa possibilità <3
A presto!
 
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: breezeblock