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Autore: FalbaLove    02/11/2020    0 recensioni
Piccoli momenti della vita di Victoire Weasley e Teddy Lupin, per osservare (e spiare) il loro amore nascere e sbocciare accompagnato, ovviamente, da varie sfumature di capelli.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Azzurro
La Tana, famosa casa di Molly e Arthur Weasley, nonostante gli anni trascorsi non era cambiata di una virgola. Le rughe sempre più evidenti sulla faccia della padrona di casa e le perdite sempre più lampanti dei capelli di suo marito lasciavano intendere che oramai erano lontani i tempi in cui i Gemelli Weasley si divertivano a rubare (e modificare) il badge del Prefetto Percival Ignatius Weasley: eppure non c’era giorno in cui teste dai brillanti capelli rossi non affollassero il salotto di quella che da tutti era considerata casa
Ted Remus Lupin, l’unica testa di un azzurro brillante che si distingueva chiaramente dalle altre, guardò con i suoi grandi occhioni marroni le lancette a forma di posate girare con velocità sul grande orologio di casa Weasley. Si lasciò sfuggire una risatina divertita che gli fece perdere il ciuccio malamente tenuto tra le gengive ancora sdentate. Lo osservò rotolare alcuni metri da lui: poi, tacito e calmo, gattonò per riprenderselo. E così, ciucciando, ritornò a fissare assorto e allietato il grande orologio mentre intorno a lui vi era solo silenzio. In effetti era decisamente un evento più che raro trovare della tranquillità in quell’enorme dimora e, a una prima vista poco attenta, pareva che non ci fosse nessuno a parte quel bambino dalla capigliatura brillante e il viso sereno. Poi, mentre le oramai affollate lancette a forma di cucchiai con sopra le facce di tutti i Weasley ritornavano sul pannello “Home”, la porta di casa si aprì sbattendo e un chiacchiericcio agitato e confuso venne accompagnato da una folla di gente. Il salotto, in pochi secondi, si riempì di voci e di persone. Ma Teddy non sembrò badarci neanche minimamente a quel chiasso che oramai, nonostante i suoi due anni, aveva imparato a riconoscere come familiare: continuò a ciucciare imperturbato il suo ciuccio proseguendo a fissare, estasiato e incantato, la pentola risuonare diversi rintocchi, uno per ogni membro della famiglia ritornato. Ted Remus era così, un bambino calmo e sereno, come suo padre, che nessuno ricordava aver mai visto piangere, ma sempre allegro e gentile, come sua madre.
Ad un certo punto una mano sfiorò dolcemente la spalla del bambino facendolo risvegliare da quel suo scrutare così assorto e rapito. Due occhi verdi e brillanti, che il piccolo Lupin conosceva perfettamente, si rispecchiarono nei suoi marroni: un sorriso sincero e involontario si dipinse sul volto del pargolo.
-Teddy, siamo tornati- mormorò dolcemente Harry accarezzando la testa piena di capelli del piccolo Lupin che finalmente parve accorgersi del grande vociare tutto intorno a lui. Una espressione confusa e interrogativa subito balenò sul suo volto osservando come tutti i Weasley fossero raggruppati intorno ai divani: quello che però lo sconvolse di più fu sentire uno strano ronzio che il bambino era sicuro di non aver mai udito prima. Il figlio di James Potter ridacchiò divertito osservando i capelli del piccolo cambiare colore mentre una espressione dubbiosa si dipinse completamente sul suo volto: Ted Remus Lupin avevamo mostrato sin dai suoi primi giorni di vita di essere un Metamorfomagus, abilità che, per sollievo di suo padre, aveva ereditato da sua madre Ninfadora. Il piccolo però, che aveva appena compiuto due anni, non sembrava essere ancora totalmente conscio di questa sua abilità e i suoi capelli, solitamente di un azzurro brillante, sembravano ancora essere in pieno possesso dei suoi stati emotivi.
La mano, calda e sicura, avvolse quella piccola di Teddy aiutandolo a rialzarsi.
-Vieni- disse Harry osservandolo con un luccichio di orgoglio camminare, anche se a fatica, e barcollare.
-Dobbiamo presentarsi una persona- concluse dirigendosi verso la moltitudine di capelli rossi. Il piccolo Lupin osservò allegramente i volti di quelle persone che oramai aveva imparato a considerare come una famiglia: certo lui una famiglia ce l’aveva, sua nonna Andromeda rappresentava oramai il suo unico legame di sangue rimasto ed era tutto per lui, eppure quegli strani individui dai capelli rossastri e il grande Harry Potter, suo padrino e figura più simile che avesse ad un padre, lo avevano sempre trattato come se fosse uno di loro. È questo, nonostante la piccolissima età di quel Metamorfomagus, era da sempre stato il più grande desiderio di quel bambino: appartenere a quei Weasley che tanto gli piacevano, ancora di più del suo ciuccio preferito. Con un enorme sforzo, ancora maggiore rispetto a quello che stava facendo per camminare, si affaticò a far combaciare con loro il suo colore di capelli che si tinse di uno sbiadito arancione. Forse così, pensò, ad occhi estranei sarebbe sembrato uno di loro.
Mentre barcollava tra quelle figure così alte ricevendo ogni tanto delle carezze, notò però come i loro occhi, marroni e azzurri, stessero fissando con insistenza qualcosa poco distante da lui, o per meglio dire qualcuno. Una delle poche figure dalla capigliatura diversa da quella della famiglia puro-sangue era seduta sulla grossa poltrona del salotto. Tra le mani, Teddy osservò, aveva un fagotto di lenzuola candide da cui proveniva i fastidiosi lamenti che continuavano a disturbare le piccole orecchie del bambino.
Fleur Delacour scostò i biondi capelli dal volto e Teddy notò con apprensione come il suo bellissimo viso fosse intaccato da un velo di stanchezza e da profonde occhiaie. Si guardò intorno cercando di notare tra gli sguardi degli adulti una nota di preoccupazione per quell’aspetto così malato della Veela. Però, con suo disappunto, notò invece solo visi e occhiate commosse e felice.
-Oh, Teddì!- mormorò con voce flebile l’affascinante strega storpiando il suo nome con il suo marcato accento francese.
-Vieni, p’tite, non esser timide- mormorò sfoderando un bellissimo sorriso. Teddy aggrottò un sopracciglio guardando il suo padrino: Harry annuì lasciandogli la manina e il piccolo perse per alcuni secondi l’equilibrio. Poi, con fatica e vari barcollamenti, si diresse verso Fleur senza riuscire a darsi una spiegazione per quello che stava succedendo. Infine, con un ultimo sforzo, si aggrappò con le sue manine alla lunga gonna della strega per un quarto Veela.
-Noi vogliamo présenter qualcuno- sibilò dolcemente la bionda allungando il fagotto di lenzuola all’alta figura dai lunghi capelli rossi. Ted Remus ciucciò con impazienza osservando Bill chinarsi verso di lui: all’inizio la sua attenzione fu interamente riservata alle profonde cicatrici che gli ricordavano tanto, troppo quel padre licantropo purtroppo mai potuto conoscere. Poi, però, gli fu quasi inevitabile fissare stranito il punto da cui oramai provenivano quelle urla così acute. E con sua grande sorpresa vide un piccolo volto paffuto, rosso, a causa dei continui lamenti, e contornato da piccoli capelli dorati come il grano: era talmente tanto stupito che si lascò sfuggire dalla bocca sdentata il suo cuccio che, malauguratamente, cadde sulla testolina della piccola creatura facendola smettere di piangere. Susseguirono un paio di secondi di completo silenzio durante i quali un profondo senso di colpa attanagliò il cuore del figlio di Ninfodora mentre i suoi capelli si dipinsero di un rosso pallido. Poi però, a sua grande sorpresa, la piccola creatura, mantenendo gli occhi socchiusi, si lasciò sfuggire quello che pareva un sorriso sdentato.
-Oh, mon amour, sta sorridendo- bisbigliò squittendo Fleur coprendosi con le mani la bocca mentre un mormorio entusiasta e intenerito riecheggiò per tutta la casa.
-Teddy, ti presento Victoire- mormorò con tono paterno Bill sfoderando un enorme sorriso. Teddy aggrottò le sopracciglia sorpreso fissando il più grande dei fratelli Weasley, poi i suoi occhioni marroni ritornarono a scrutare la piccola creatura ora completamente silenziosa.
-V-i-c- sibilò boccheggiando e storpiando ogni singola lettera facendo si che fosse solo chiaro a lui cosa avesse appena detto. Ma così non fu: due occhi piccoli e cristallini si aprirono a fatica mostrando a Ted Remus il colore più bello che avesse mai visto.
-V-I-C- mormorò nuovamente boccheggiando, ma questa volta con molto più entusiasmo. E di fronte a quei due occhietti limpidi e a quella chioma, appena accennata, dorata i capelli del piccolo Lupin si dipinsero di un azzurro brillante: Teddy era ancora troppo piccolo per capire che non serve avere un legame di sangue per formare una famiglia.
   
 
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