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Autore: Anown    04/11/2020    1 recensioni
La storia è ispirata ad un bad end del primo gioco, ma ci sono personaggi e riferimenti ad altri giochi della serie e alla serie animata.
Con la morte di Kirigiri, i sopravvissuti al gioco omicida si trovano ad un punto morto, sembrano incapaci di smascherare e sconfiggere il mastermind e ignorano il fatto che la situazione non ha effetto solo sul loro microcosmo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aoi Asahina, Byakuya Togami, Makoto Naegi, Nagito Komaeda, Yasuhiro Hagakure
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fra le rovine della periferia di Towa City, camminava un giovane uomo dai capelli scuri inverosimilmente lunghi e disordinati che emanava un'aura sovrannaturale.
La distruzione senza scopo cominciata un anno prima, ormai era tediosa routine e lui era troppo sano rispetto agli ex studenti dell'Accademia Vetta della Speranza traviati da Enoshima Junko per fungere con entusiasmo da agente della discordia. Anche l'idea di epurare il mondo dai parassiti aveva perso di fascino. La presenza di rivoltosi rendeva il tutto più sopportabile, peccato che fossero incompetenti... come si facevano chiamare? Future Foundation? I civili che si ostinavano a resistere erano in pessime mani...
-Me lo chiedevo già da un po' ma... tu chi sei?- chiese una voce debole e affamata d'aria.
Il giovane dai capelli lunghi si girò a puntare i minacciosi occhi rosso sangue sullo sconosciuto a cui una mano mancava... Era un ragazzo alto e pallido dai capelli chiarissimi, ondulati e disordinati. Aveva l'aria di un fantasma, ma i suo grandi occhi grigi lo osservavano con curiosità... non poteva essere un civile, non si sarebbe mai avvicinato così imprudentemente o forse lo era e cercava la morte... Si sentiva buono, o forse troppo annoiato, così decise di ignorarlo e continuare a vagare.
-Non sei uno dei miei compagni di classe...- constatò il ragazzo pallido seguendolo. -Sei interessante, ma mi sei sempre sembrato occupato le poche volte che riuscivo a trovarti... non volevo disturbarti con la mia presenza...-
-Vuoi proprio morire.- affermò freddo. L'altro reagì con una risatina.
-Non mi opporrei se volessi sbarazzarti di un essere così inutile e inerme...- rispose facendo un debole sorriso rassegnato e spegnendo qualunque moto omicida dell'uomo dai capelli scuri. -Ti capisco... non vuoi perdere neanche tempo a finirmi...- sospirò l'uomo pallido vedendo che l'altro non procedeva ad ucciderlo. -Il tuo nome?- chiese ritrovando una flebile vivacità.
-Kamukura Izuru... tu sei l'animaletto di quei bambini?-
L'altro rise un po' imbarazzato. -Suppongo mi si adatti. Ho chiesto salva la vita... non so perchè... in realtà non ho alcuno scopo che mi spinga...- confermò pensieroso.
-Sembri lucido... perlomeno rispetto alle altre vittime di Enoshima.- disse Izuru leggermente più incuriosito.
-Già... gli altri sono... inavvicinabili... Triste vedere tanto potenziale buttato alle fiamme dalla disperazione... molto deludente, si... La odio Enoshima... la odio come non ho mai odiato qualcuno in vita mia, ma la amo anche... non la perdonerò mai per quello che ci ha fatto! Ma ha vinto ed io sono troppo inutile per eliminarla in qualunque modo.- disse con una strana luce negli occhi grigi.
-Vinto?-
-Monaka segue con interesse lo show di Enoshima Junko. Dopo l'esecuzione di Kirigiri Kyoko, i membri rimanenti della classe sembrano essersi arresi, non stanno più cercando il mastermind... In più si è creata una situazione davvero strana...-
-Che differenza fa?- chiese annoiato Izuru.
-Se la scoprissero, Enoshima sarebbe abbastanza folle da farsi giustiziare.-
-Sì, ma che differenza farebbe? Nessuno dei tuoi ex compagni agisce in base ai suoi ordini, nemmeno io... la spinta l'avrà data lei, ma ora siamo mine vaganti incontrollabili.-
-Dalla fine di Enoshima Junko, potrebbe nascere la speranza... debole si insinuerebbe in mezzo alla gente e le restituirebbe la forza necessaria ad abbatterci. I sopravvissuti della classe di Enoshima diventerebbero dei simboli e con i loro talenti potrebbero fare la differenza!- disse in preda al fervore, l'uomo pallido.
-Da che parte stai?- chiese Izuru. -Sei strano, ma non mi sembra che il lavaggio del cervello di Enoshima abbia avuto molto effetto oltre a farti innamorare di lei... e non mi sembra tu abbia fatto vittime, ti sei limitato a fare il domestico per quei bambini, sbaglio?-
-Oh...- il ragazzo bianco rise nuovamente, Izuru lo trovava sempre più seccante. -La mia determinazione nel ricercare la speranza è troppo forte... se solo questa perseveranza caratterizzasse qualcuno di realmente capace... ma su un rifiuto come me...- sospirò. -E' uno spreco...- finì con un misto di odio e rassegnazione. -Lo sai? Sei l'unico che riesce a distrarmi dai miei sentimenti nei confronti di Enoshima Junko, sia positivi che negativi.- gli sorrise grato mentre Izuru indietreggiava infastidito. -Probabilmente non ricordi il nostro primo incontro, ma qualcosa di te mi è rimasta impressa... sento che sei importante per me...- continuò sorridendo dolcemente.
-Come puoi ricordare? Dovrei essere stato cancellato dai ricordi altrui... come tu e gli altri siete stati cancellati dai miei...-
-Non ho ricordi chiari effettivamente... solo impressioni...-
Kamukura Izuru gli voltò le spalle intenzionato ad andarsene. -Mi annoi...- affermo.
-Sei rude...- rispose l'altro, in apparenza, leggermente divertito. -Non importa molto, ora sono solo un semplice servo... ma un tempo il mio nome era Komaeda Nagito. È una richiesta eccessiva forse, ma mi farebbe piacere se riuscissi a tenerlo a mente...-
L'uomo a cui aveva affidato il suo nome andò senza dare prova di averlo sentito, ma per il pallido servo, non era così importante.

Per il Naegi Makoto di sei anni fa questa sarebbe una situazione... come posso dire? Grottesca?
Ci rifletto a volte, negli anni passati ci riflettevo molto più spesso... Ci sono situazioni che in un contesto normale possono sembrare strane e amorali se vogliamo, ma è così in un contesto normale e questo decisamente non lo è...
Credo che l'origine sia l'esecuzione di Kirigiri... quando ci penso, mi sale il rimorso, non penso fosse colpevole, ma non lo ero neanche io quindi... il mastermind avrà giocato sporco? Ha comunque mantenuto la promessa di lasciarci in vita.
Dopo la morte di Kirigiri non ci sono più stati omicidi, grazie al cielo ma senza di lei non siamo riusciti a fare alcun progresso e non abbiamo trovato altro da fare se non adattarci a vivere così, condannati all'interno della scuola, forse fino alla fine dei nostri giorni.
Non ci siamo arresi subito, nei primi tempi abbiamo continuato ad indagare.
Noi eravamo i sopravvissuti, Asahina Aoi, Hagakure Yasuhiro, Togami Byakuya, Fukawa Toko ed io, Naegi Makoto. Dovevamo rimanere uniti, ma i nostri rapporti erano tesi. Byakuya era forse il più nervoso. Frustrato perchè si stava rivelando incapace di venire a capo della situazione e cominciava a perdere la forte fiducia che aveva nelle sue capacità, perchè Fukawa continua a ronzargli attorno bisognosa di affetto e riconoscimento e perchè Aoi cercava di convincerlo ad aprirsi ed essere meno schivo nei nostri confronti.
Pensandoci c'erano già i segnali perchè le cose andassero come alla fine sono andate... Byakuya opponeva ad Aoi sempre meno resistenza... sembrava accettarla, forse... cominciava già ad apprezzarla?
Mi chiedo se Fukawa se ne fosse accorta... un giorno, a pranzo, si avvicinò a Byakuya e cercò di imboccarlo, lui la respinse bruscamente.
-Ma che fai?!- lo richiamò Aoi. -Potresti essere meno brusco?! O anche dargli una possibilità! Che ti costerebbe?!-
-A-Asahina... lascia perder...- provò a dire Fukawa, ma Byakuya la interruppe.
-Possibilità, eh? Neanche se fosse l’ultima donna sulla terra…- dopo un’animata discussione Togami mandò al diavolo entrambe.
Il giorno seguente non trovammo più Fukawa.
Agitati cominciammo a cercarla ovunque, poi sentimmo un urlo e un tonfo. La trovammo distesa a pancia sotto, sembrava che fosse caduta dalle scale ma appena la girai mi accorsi che aveva le genoforbici a perforarle l'addome…
Era caduta per sbaglio mentre correva con le forbici in mano o si era infilzata volontariamente perché non aveva preso bene l’ennesimo rifiuto di Togami? Un omicidio non poteva essere, eravamo tutti insieme quando avevamo sentito l’urlo. Ma importava veramente qualcosa?! Uno di noi era morto! Per l’ennesima volta…
Byakuya divenne particolarmente silenzioso e apatico nei giorni seguenti, stava molto per i fatti suoi, molto più del solito... pensavamo si sentisse in colpa.
-Togami…- Un giorno Aoi gli si avvinò con tono triste, ma pacato, fu la prima ad avere il coraggio di fare quella mossa. -Non devi sentirti in colpa per quello che è successo... potrebbe essere stato un incidente…-
-In colpa? E per cosa?!- rispose brusco con un tono insolitamente acuto e nervoso.
-Per la morte di Fukawa ovviamente!- il tono di Aoi divenne quasi aggressivo.
-La colpa dovrebbe essere anche tua, se non mi avessi fatto le tue solite ramanzine, mi sarei limitato a respingerla e… e certe cose non le avrei dette…- La voce di Byakuya si spezzò, ma fu Aoi a singhiozzare. -Solo perché siamo confinati qui non significa che dobbiamo essere amici per forza!- infierì il ragazzo nervoso.
-Lo so che anche colpa mia!- non ero affatto d’accordo con questa affermazione di Aoi, volevo intervenire, stavo per farlo ma lei fu più veloce di me. -Ma ti sta davvero bene passare il resto della tua vita con persone che detesti e senza rivolgere la parola a nessuno?!- la ragazza si ritirò nelle sua stanza.
Non so cosa accadde nei giorni seguenti, forse Byakuya andò a scusarsi lontano dagli occhi miei e di Yasuhiro, ma notammo un avvicinamento fra i due, avevano cominciato a passare diverso tempo insieme senza litigare. Scoprimmo anche che apparentemente dormivano nella stessa camera...
Byakuya insisteva che non era una relazione, avevano solo bisogno di uno sfogo fisico ed emotivo. Inizialmente Aoi non la prese bene, ma a furia di scontrarsi con il modo in cui Byakuya percepiva la relazione finì per accettarlo e forse se le cose hanno preso una determinata direzione è anche per questo...
Mesi dopo Aoi diede alla luce un maschietto dai capelli chiari, lo chiamammo Sakutaro. Due anni dopo venne Nagito... il nome gli venne dato scherzosamente da Yasuhiro in assonanza col nome della mia famiglia, Naegi, visto che il piccolo era identico a me... Beh... anche io avevo bisogno di uno sfogo fisico ed emotivo... Byakuya non ne fu sorpreso, aveva già capito che anche io stavo con Aoi, ma diceva che non era un problema visto che dal suo punto di vista era una relazione aperta. Nonostante l'apparente permesso di Byakuya fu comunque strano i primi tempi poi si creò una sorta di strano equilibrio...
Sarà stato il doverci prendere cura dei bambini o l'essere costretti a vivere a stretto contatto e conoscerci meglio, ma finimmo per diventare qualcosa che davvero somigliava ad una famiglia.
Quest'anno è nata una bambina chiamata Chisa, chiaramente figlia di Yasuhiro.
-Cos'è che ti avevo predetto sei anni fa, Makoto caro?- mi disse Yasuhiro tenendo la bambina in braccio. -I nostri figli avranno la stessa madre! E voi che avete sempre dubitato delle mie doti da veggente!-
Per quanto fosse strana alla fine era una famigliola piacevole e non abbiamo avuto mai reali problemi a prenderci cura dei rispettivi bambini. Lavorammo insieme per raggiungere un equilibri e scordarci e scordarci che eravamo bloccati lontano dal mondo esterno... siamo bloccati lontano dal mondo esterno!
-Makoto caro!- Mi chiama Yasuhiro, poi indica Byakuya e Aoi che giocano con i bambini mentre noi ci riposiamo... -Solo a me sembra di essere un marito di serie b?- chiede scherzosamente Yasuhiro. È sempre stato uno che si accontenta facilmente...
-Credo che se Byakuya avesse voluto una relazione seria, le cose sarebbero andate in maniera diversa.- rispondo.
-Non sarebbe stata una tragedia.- dice Yasuhiro dandomi un amichevole pacca sulla spalla. -Ci saremmo benissimo potuti arrangiare da soli, giusto Makoto?- mi fa l'occhiolino e mi passa il braccio dietro la schiena...
-Ci... ci stai provando?- chiedo imbarazzato.
Lui distoglie lo sguardo. -Chissà...-
Io sospiro, non so davvero come sentirmi a riguardo...

“Stiamo scherzando?! Questo doveva essere un Colosseo accademico! In cosa si è trasformato? Invece di un po’ di sana disperazione sono costretta a subirmi la noiosa famiglia poliandrica di Asahina e i vari figlioletti?! N-non ce la faccio più… Ok… non mi resta che... Uscire di scena!” pensò esausta la ragazza nell’ombra. -Gliela farò pagare…- rise. Prese due corde e si dileguò.

-Fermati, dannato!- esclamò Byakuya mentre con delle forbici rincorreva Yasuhiro che portava in braccio la neonata.
-Fermati!- lo inseguiva anche Aoi con delle forbici.
-No! Mai! Non vi lascerò tagliare i capelli della mia bambina!- disse l’uomo disperato mentre stringeva protettivo la piccola Chisa.
-Si invece!- disse aggressivo Byakuya.
-Una testa che funge da covo per i pidocchi c’è l’abbiamo già, non ce ne serve un’altra.- continuò Aoi indicando i rasta di Yasuhiro, era comunque relativamente tranquilla rispetto a Byakuya.
-Ah… è sempre la testa storia.- sospirò Makoto seduto alla mensa, poi vide arrivare un bambino che correva verso di lui tenendo per la mano un bambino più piccolo.
-Papà, papà!- cominciarono a dire in coro, i piccoli, in stato di agitazione.
Makoto si chinò preoccupato verso di loro. -Ehi, ma che succede? State bene?-
-C-c-c’è…- cercò di dire Nagito, poi si mise a piangere.
-Monokuma e una ragazza! Sono appesi al soffitto!- continuò Sakutaro tutto d’un fiato. Era pallidissimo e aveva il respiro affannato.
-Dove?- chiese Aoi che li aveva raggiunti insieme ad Yasuhiro, Chisa e Byakuya.
-Palestra!- urlarono contemporaneamente i bambini.
Giunti in palestra trovarono Monokuma ed Enoshima Junko impiccati che pendevano dalle travi del soffitto.
La ragazza che credevano di visto morire sei anni prima, evidentemente era rimasta in vita fino a poco prima. Doveva essere lei il mastermind dietro a tutta quell'orribile faccenda.
Aoi abbracciò i bambini per impedirgli di guardare ulteriormente la scena e li portò via.
Chisa era ancora in braccio a Yasuhiro, non era abbastanza grande per poter comprendere la scena, ma l'uomo provvedé a distrarla ugualmente.
Byakuya notò una lettera e un telecomando con un vistoso bottone rosso sotto il due corpi che penzolavano orribilmente. Leggendo ad alta voce disse:
-Con questo bottone potrete uscire di qua. Vedrete com’è cambiato il mondo mentre voi eravate prigionieri, ma al sicuro…-
Poteva essere una trappola, ma andarono alla porta che li separava dall'esterno e provarono ugualmente... Edifici distrutti ovunque, fumo e fuoco in lontananza e un’aria difficile da respirare. Questo era tutto quello che c’era nel tanto rimpianto mondo esterno. Richiusero immediatamente e dopo qualche istante di silenzio fu Yasuhiro a parlare, o per lo meno ci provò.
-Ch-che c-cosa è successo? La fine del mondo?!- balbettò a voce bassa mentre cullava la bambina.
-Sentite...- disse Aoi. -Credo che sia più saggio rimanere qui, le provviste dell'ultimo rifornimento fatto da Monokuma dovrebbero durare ancora per un po', nel mentre faremo a turno delle missioni esplorative all'esterno per capire meglio la situazione... non possiamo essere imprudenti con dei bambini al seguito!- furono d'accordo e procedettero come programmato.

Un giorno, tornati dall'ennesima spedizione esplorativa fatta a vuoto, oltre a Yasuhiro che era rimasto con i bambini riconobbero un'altra voce adulta, troppo ambigua e flebile per essere immediatamente classificata come femminile o maschile. Le due voci sembravano tranquille ma Aoi, Makoto e Byakuya si affrettarono a controllare la situazione.
A chiacchierare pacatamente con Yasuhiro e i bambini era un uomo ambiguo all'incirca della loro, età dai capelli bianchi.
-Ehi!- li chiamò Yasuhiro. Lo sconosciuto sembrò incupirsi leggermente guardandoli.
-E tu chi saresti?- chiese Byakuya severo.
-Un sopravvissuto alla disperazione...- rispose cordialmente l'uomo. -Ero venuto a verificare una cosa... Mi sorprende che nessuno della Future Fondation sia ancora venuto a recuperarvi, ma dovrebbero venire nei prossimi giorni, non hanno moltissimo lavoro ultimamente...-
-Questo tipo mi ha dato molte informazioni.- intervenne Yasuhiro leggendo la confusione nei occhi dei compagni. Raccontò la pazza storia di come Enoshima Junko aveva scatenato una sorta di apocalisse portando tutti alla disperazione, degli ex studenti della loro scuola che a causa del suo lavaggio del cervello avevano sfruttato i loro talenti per seminare morte e distruzione, dei bambini che avevano messo in ginocchio la città di Towa sotto il comando della piccola Monaka, del fatto che erano realmente stati filmati per tutto il tempo e della Future Foundation... con gli anni i proseliti di Enoshima sembravano essersi indeboliti e al tempo presente, la bilancia sembrava pendere pesantemente a sfavore della disperazione. La guerra avvenuta mentre loro erano prigionieri e inconsapevoli di tutto sembrava essere quasi finita.
-E' tutto abbastanza assurdo, ma almeno ora sappiamo qualcosa...- sospirò Makoto.
-E sappiamo di poter trovare aiuto all'esterno almeno.- mentre guardava i bambini, Aoi, era un po' sollevata.
-Come facciamo a sapere che non ha mentito? Se siamo realmente stati filmati per tutto questo tempo perchè non è ancora arriva nessuno?- Byakuya continuava ad essere diffidente.
-Sono più incentrati sulla vendetta che sul soccorso. Sono occupati a trovare e uccidere gli impazziti ex studenti di questa accademia e ormai... compreso me dovrebbero esserne rimasti pochi....- si allontanarono dall'uomo irrequieti. -Non sono esattamente dispiaciuto, quella che stavano conducendo non era vita. Oh...Giusto, non mi ero ancora presentato, Komaeda Nagito, lo studente fortunato, piacere di conoscervi. Cos'è quest'atmosfera? Avete paura di me? Tranquilli, non ho mai fatto molti danni... ma neanche nulla di utile...- disse con voce sorprendentemente distesa e leggermente divertita mentre alzava le braccia in segno di resa, mettendo in evidenza la mancanza di una mano e parte del braccio.
-Vattene.- disse Aoi prima degli altri.
-Prima non siete curiosi di sapere chi ha portato in svantaggio i proseliti di Enoshima Junko?- sorrise l'uomo allontanandosi. Makoto non potè non guardarlo con una certa curiosità. -La noia... è stata la noia...- rise. Yasuhiro portò preventivamente i bambini in un altra stanza sotto le accuse mute di Byakuya per aver fatto entrare quello strano tizio.
-Adattandovi avete trasformato una situazione tragica in monotona, a spingere Enoshima alla morte cosa che ha scoraggiato i suoi già annoiati proseliti... anche se Monaka aveva abbandonato quella che considerava la sua missione, già qualche annetto fa. Ora dovrebbe essere sulla luna a vivere come un Hikikomori... Creare caos poteva sembrare divertente all'inizio... ma con il tempo anche il caos diventa monotonia... il vero vincitore che ha abbattuto la disperazione, a quanto pare non è la speranza...- disse apparentemente abbattuto. -Ma il tempo... fagocita qualunque cosa, qualunque emozione e rende tutto ripetitivo, grigio e sbiadito... Voi l'avete ricordato al mondo e alla famigerata Enoshima quindi si può dire che con la vostra pigrizia avete vinto... Sarebbe avvenuto più in fretta se aveste continuato ad affrontarla a testa alta e l'aveste sconfitta, a parer mio.- disse con velato disprezzo. -Non sono la persona giusta per lamentarmi, non sono riuscito ad essere un minimo utile durante questi anni, ma speravo voi foste meglio di me, avevo riposto così tanta fiducia...- Makoto ebbe l'impressione che stesse guardando lui in particolar modo.
-Dovevamo badare a noi stessi, non pensavamo che qualcuno ci avrebbe preso come esempi!- disse Aoi infastidita. Byakuya e Makoto non erano sicuri che fosse una buona idea interromperlo o contraddirlo, poteva essere più pericoloso di quel che sembrava. -E ci siamo impegnati per sopravvivere e convivere, non chiamerei la nostra, pigrizia.-
-Infatti ti sei dimostrata più ammirevole di quel che pensavo...- disse Komaeda. -A differenza degli altri che stanno lì muti, sembri aver mantenuto la tua scintilla... o forse devo mettervi proprio a disagio...-
-Siamo quattro contro uno, ti conviene andartene se non vuoi fare una brutta fine.- minacciò risentito Byakuya.
-Non opporrò nessuna resistenza, forse voi potrete aver trovato la vostra motivazione nella famigliola che vi siete costruiti, ma io non ne ho nessuna per andare avanti, da troppo tempo. Se mi trovano, quelli della Future Foundation, mi uccideranno... anche se la mia fortuna rende ciò abbastanza improbabile...-
-Perchè non metti fine alla tua vita con le tue stesse mani?- lo provocò Byakuya. Komaeda non la prese davvero male.
-Uccidermi sarebbe inutile, avrebbe impatto solo su di me, mentre preferirei utilizzare la mia morte per fare qualcosa di utile se posso.-
-Ma... in che modo il discorso cambia se sono altri a volerti uccidere?- chiese Yasuhiro ritrovando confidenza con il ragazzo.
-Puoi ancora renderti utile.- Komaeda sembrò felice e curioso sentendo finalmente la voce di Makoto. -Ci vorrà del tempo perchè il mondo si riprenda e anche in piccolo, potresti dare un aiuto. Tu e i tuoi ex compagni sembrate delle vittime comunque... ci dovrà essere un modo per fare qualcosa per voi... Tu sembri depresso, ma capace di ragionare, forse si potrebbe parlare anche con gli altri...-
-Ah, anche nella sconfitta sei comunque così gentile e positivo...- disse Komaeda estasiato, dovette combattere con se stesso per trovare la forza di andarsene invece di stare tutto il resto del giorno ad ascoltare quell'uomo bassino, dall'espressione docile. Così ripensò a all'annoiato uomo dai capelli lunghi... Sentiva che era vivo...
-Dove vai?- chiese Makoto.
-A cercare una persona che non trovo da un po', non era molto socievole ma... se è ancora vivo come penso, deve aver trovato una sua motivazione... oppure continua ad andare avanti apatico, pensandoci è il tipo. Ma voglio verificare. Vedere se ha cambiato idea su di me e se posso essergli utile in qualche modo.-
-Ah, è una scusa per cercare il tipo che ti piace!- annuì Yasuhiro convinto. Komaeda lo guardò un po' stupito.
-Uhm, come pensavo... forse qualche potere di preveggenza c'è l'hai...- constatò. -Suppongo che si possa dire che tu non abbia... del tutto torto... L'affetto è una delle motivazioni base dell'essere umano, giusto? Almeno credo... non ho molta confidenza con l'argomento.- sorrise un po' imbarazzato.
“Se il tempo non l'ha spazzato via, posso fidarmi di questo affetto, forse? Lui non è come gli altri, non devo temere che gli accada qualcosa di brutto come contraccolpo della mia fortuna...” pensò Komaeda, tornando nel mondo esterno.


Angolo dell'autrice:
Avevo scritto questa oneshot per la prima volta nel 2016... poi per vari motivi non mi sono sentita sicura di pubblicarla... ma avendo visto per caso un gameplay di Danganronpa V3 mi è tornato interesse per la serie e ricordandomi di questa storia mai pubblicata ho pensato di rimetterci mano.
Mi sono ispirata al bad end del primo gioco in cui tutto ciò che compariva era un immagine con Makoto, Byakuya, Aoi e Yasuhiro un po' più grandi e la ragazza teneva imbraccio due bambini(che erano palesemente delle piccole versioni di Makoto e Yasuhiro) e un bambino un po' più grande sempre attaccato ad Aoi che era un piccolo Byakuya(ho creato per prima la situazione fra Byakuya ed Aoi perchè il bambino è il più grande dei tre e ho pensato a Sakutaro per il nome perchè ho pensato che Aoi potesse voler ricordare Sakura) A giudicare dalla foto tenuta da Byakuya, Toko era morta misteriosamente...
Una situazione strana... ma dal punto di vista psicologico comprensibile secondo me. Ho cercato di immaginare anche cosa sarebbe potuto succedere al resto del mondo di Danganrompa e a cosa sarebbe cambiato rispetto al finale giusto, così eccomi qua!
Grazie mille dell'attenzione, spero che la storia possa esservi piaciuta. Se vi andasse di lasciarmi un parere positivo o negativo che sia, mi fa piacere.
  
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