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Autore: _Bri_    07/11/2020    17 recensioni
[STORIA INTERATTIVA - Iscrizioni chiuse]
2197
Dalla caduta di lord Voldemort sono passati molti anni e la pace tanto agognata, purtroppo, ha avuto vita breve. Una guerra terribile ha coinvolto maghi e babbani, portando le parti coinvolte a decimarsi vicendevolmente. Ma nel momento di massimo buio, dalle macerie fumanti, si è sollevata una voce di donna, che ha promesso la pace per chiunque l’avesse seguita. Ma a quale prezzo?
Dopo 60 anni di regime in cui la magia è stata soppressa, non tutti hanno messo a tacere il loro pensiero e piccoli ma battaglieri gruppi di dissidenti, sono pronti a dare battaglia contro il regime di Nadia e della sua Corte.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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"Bastardi senza Gloria"
Prologo
 
L’ambiente parzialmente illuminato da una vivida fiamma magica, si nutriva delle ombre proiettate sulle pareti. Un cerchio di bambini prestava orecchio alla voce del cantastorie di quella notte; gli occhi grandi lo studiavano curiosi e le boccucce schiuse esplicavano tutto lo stupore nell’ascoltare le parole che, legate fra di loro, tessevano una fiaba dal sapore antico.
 
“L’anno in cui cadde quello che al tempo era conosciuto come Il più grande Mago Oscuro di tutti i tempi è lontanissimo e molti sono gli eventi che susseguirono la sua caduta. Dopo alcuni anni di pace, i maghi e i non magici iniziarono a farsi la guerra, per tentare di primeggiare e conquistare il mondo.
La magia oscura pioveva come zolfo acido sulle teste dei non maghi e bombe con le pance gonfie di atomi distruggevano la Terra. Poi un giorno, a divulgare parole gentili, compassionevoli e di pace, arrivò una donna. Ella attirò l’attenzione di molti, fino a convincere che un mondo senza la magia, sarebbe stato un mondo migliore. La magia non era una cosa da ripudiare, secondo questa autoproclamata Messia, ma un dono che se lasciato in mano a tutti, non avrebbe che portato disuguaglianza e distruzione.
Così, raggiunto il potere e con tante persone e creature dalla sua parte, la donna si impose sul mondo tutto e costruì la culla di una nuova civiltà, in cui maghi e non maghi avrebbero convissuto serenamente.
Ma ascoltate bene bambini, perché non tutto è oro quel che luccica: sebbene la donna professasse la pace e l’uguaglianza, avido era il suo spirito. Si nutriva del potere concessole e regalava la morte, a chi osava opporsi a lei.
Però non dovete disperare, perché a ogni bacchetta che nel mondo veniva spezzata, una persona era pronta per dare battaglia alla donna di potere.
I Ladri di Bacchette, li chiamavano…”
 
 
 
 
 
Marzo 2197.
Terra di nessuno.
 
Accompagnata da un cielo scuro, tinto di viola e di grigio, un’ombra si aggirava fra i rottami, in una delle lande desolate che venivano soprannominate “Terre di nessuno”. Il viso, coperto da una maschera antigas, scattava da destra a sinistra; sotto la maschera gli occhi vigili si accertavano che nessuna Sentinella fosse nelle vicinanze, inoltre cercavano un nascondiglio fattibile, qualora una di loro si fosse palesata all’improvviso; se così fosse stato, difatti, aveva a disposizione tre opzioni: nascondersi nella speranza di non essere scoperta, scappare quanto più velocemente possibile, oppure imbracciare il mitra che rimbalzava sulla schiena ogni qualvolta muoveva un passo.
Ma intorno a sé pareva non esserci nessuno; percepì un vago scricchiolio provenire dalla carcassa di un’automobile abbandonata a una manciata di metri da lei, probabilmente qualche animale, ma i rumori più inquietanti provenivano da molto lontano. Alzò lo sguardo verso la direzione degli spari e pensò che doveva esserci qualche guerriglia in atto. Sperò solo che nessun suo compagno fosse coinvolto, così riprese a camminare.
I piccoli scarponi anti sommossa impattarono con una consistenza morbida. Abbassò lo sguardo, poi si chinò per raccogliere la bambola di pezza alla quale mancavano gli occhi; con una mano la spolverò dal terriccio rosso sul quale aveva giaciuto fino a pochi attimi prima.
 
- Ti sistemerò io, vedrai. – La voce uscì distorta dalla maschera. Di tutta risposta il collo della bambola di pezza si reclinò leggermente a sinistra.
Aprì la tracolla di stoffa e infilò la bambola al suo interno e solo a quel punto riprese il proprio cammino, attraverso la devastazione di quella zona morta.
 
La Corte
 
La berlina nera dai vetri oscurati sostò davanti l’enorme cancellata rivestita di filo spinato e delimitata da due alte torrette, sulle quali i guardiani sbadigliavano impigriti. Uno di essi, appena riconobbe l’automobile, si apprestò a dare l’autorizzazione per lasciarla entrare. Una persona che avesse per la prima volta messo piede all’interno della Corte, avrebbe provato un forte sentimento di straniamento; la dicotomia fra il mondo esterno e l’enorme Comune era palpabile: se fuori dalle mura i territori che si spiegavano per chilometri erano inghiottiti dalla distruzione infernale dovuta a una guerriglia continua, che procedeva con passo costante da decenni, entrando nella Comune si provava la sensazione di mettere piede in paradiso. Un lunghissimo viale di ghiaia bianca segnava un raggio quasi perfetto e ai suoi lati si estendevano campi in coltivazione, serre curate con dovizia, mulini e fucine, pascoli dove equini e bovini pascolavano indisturbati, ma anche colorati e vivi negozi al dettaglio. Il lungo viale giungeva poi alla piazza più grande della Corte, nella quale si svolgeva il mercato e su cui si affacciavano le prime modeste villette; dagli usci sfrecciavano fuori bambini che giocavano a rincorrersi, palesando la quasi totale assenza di privacy.
La berlina tagliò la piazza con ritmo lento ed estremamente silenzioso e al suo passaggio la popolazione catturata dalla vita quotidiana si arrestava, rivolgendo cenni di saluto, sorrisi e parole gentili a chi si trovava all’interno dell’auto. Oltrepassata la piazza le strade percorribili divennero tre; il loro percorso si estendeva per chilometri, tanto che lo sguardo non era in grado di delimitare la loro destinazione. L’automobile imboccò quella centrale e riprese un ritmo più vivace. Si arrestò solo quando arrivò al cortile di un enorme edificio; rampicanti colorati coprivano il vasto porticato e i mattoni a vista, per andare ad abbracciare le finestre della magione.
Jude aprì lo sportello del passeggero e mise piede a terra, mentre una mano andava a portare una sigaretta alle labbra, che accese nell’immediato mentre gli occhi chiari, tagliati da un cipiglio contrito, puntavano l’agglomerato di persone che sostava sotto il portico. Al centro del cerchio, una donna con i corti capelli argentati spiegava i denti in una risata, probabilmente per una battuta fatta da qualcuno. Non appena i loro sguardi si intercettarono, la donna accennò un sorriso e un gesto di congedo e si avviò, radiosa e con le braccia aperte, verso Jude.
 
- Tesoro mio- pronunciò lei con affetto, andando a stringere con le mani  il viso di quel ragazzo tanto più alto di lei  - sono così contenta che tu sia tornato! – Le mani di lei passarono alle spalle e si allontanò di un passo, per esaminarlo con attenzione; il vestito dalla fattura elegante del giovane era in ordine e in pieno contrasto con i semplici jeans e il maglioncino leggero che la vestivano: - Mi sembri illeso e in ottima forma. -
 
- Ciao nonna. – Le labbra di Jude si piegarono in un angolo accennando un sorriso cupo: - Sto bene, è andato tutto secondo i piani. -
 
- Sapevo di potermi fidare di te, sei il mio angelo custode. – La voce della donna, accogliente e morbida, pronunciò quelle parole con calore; ma il sorriso scomparve con la domanda che si ritrovò a pronunciare con cautela, abbassando il tono e facendo in modo di non farsi sentire dagli uomini e le donne che si stavano avvicinando a loro, per dare il bentornato al nipote di Nadia, la loro amata Governatrice:
 
- Immagino tu non abbia notizie di Micah. -
 
Jude infilò la mano libera in tasca e portò con l’altra la sigaretta alla bocca, tornando a fumare con avidità in modo da nascondere, per quanto possibile, il suo livore.
 
- Quante volte dobbiamo parlarne? Non puoi farmi la stessa domanda ogni volta che affronto una missione. Avevamo concordato che ti avrei avvisata qualora lo avessi trovato. -
 
Minaccioso. Terribilmente minaccioso. Questo era ciò che pensava la gente di Jude, quando incontrava quello sguardo che adombrava il viso, ogni qualvolta gli veniva rivolta una domanda scomoda. Nadia si affrettò a carezzargli di nuovo il volto e rinnovò il sorriso, parlando poi con tono accondiscendente: - Hai ragione, è più forte di me. Prometto che la prossima volta non accadrà. Ma ora andiamo dentro, hai bisogno di ristoro e io ho un sacco di domande da farti. –
 
- Del gin, ecco l’unica cosa di cui ho davvero bisogno. – Rispose il ragazzo, che tentò di dissipare la rabbia che aveva sentito montargli nel petto, al solo sentir pronunciare il nome del cugino. Quella donna dall’aspetto così giovane prese sotto braccio Jude e con lui si avviò verso l’entrata della magione; al passaggio dei due, la piccola comitiva si diede un gran da fare a chinare il capo e salutare con reverenze strozzate, mentre Nadia scrollava il capo e sorrideva.
 
- Per quante volte lo dica loro è inutile, continuano a trattarmi come fossi a capo del mondo intero. -
 
- Beh, non è forse vero? – Chiese retoricamente Jude.
 
- Non sono a capo del mondo tesoro, sarebbe alquanto presuntuoso definirmi così… diciamo che mi ritengo la sua serva più fedele, il suo braccio, ma nessuno di noi può avere la presunzione di governare sulla terra che ci accoglie, spero lo terrai sempre a mente. Affrettiamoci a entrare, sono sicura che tuo nonno sarà felice di vederti.-
 
 
Quartier Generale
 
A tutti coloro che non facevano parte dei Ladri di bacchette, le botole coperte con abilità sparse nella Terra di Nessuno erano praticamente impossibili da individuare. Comunque anche nel caso qualcuno avesse trovato una di esse, aprendola non avrebbe visto che un pozzo prosciugato e in disuso. Era scendendo in esso e pronunciando una parola d’ordine verso una delle paretti del pozzo, che chi si trovava a guardia dall’altro capo del muro di mattoni coperti di muschio, apriva la porta misteriosa.
Queste porte erano il lascia passare per lunghi e aggrovigliati percorsi, nodi bui e umidi, ma necessari da percorrere se si voleva arrivare al cuore del quartier generale.
Quel giorno era particolarmente calmo, in quanto buona parte dei compagni di Sonne si trovavano in missione; avevano scoperto che Jude fosse in giro con qualcuno dei suoi e in casi come quello, Sonne sapeva di non potersi muovere dal Quartier generale. Il che lo portava a smaniare più di quanto avrebbe voluto. Un paio di ragazzini avevano tentato di coinvolgerlo nel gioco del nascondino, mentre Skog, il capo cuoco del Quartier generale, lo aveva assillato sventolando la sua mannaia per sapere quanti erano i pasti che avrebbe dovuto preparare per cena.
 
- Dobbiamo fare sempre questa scena? – Buttato su uno dei divani presenti nel loft centrale e con un libro in mano, Sonne aveva risposto all’omone roteando gli occhi al cielo. – Ti sembra per caso io sia lì fuori? Possiedo il dono dell’ubiquità? Sfortunatamente no, quindi mi spiace, ma purtroppo non so dirti chi e quando farà ritorno… ehi Jack! Mollalo! -
 
Jack, un ragazzino di dieci anni con lunghi capelli biondi e disordinati, aveva appena approfittato della distrazione di Sonne per sottrargli il libro che teneva fra le mani; Asimov non era affatto una lettura adatta a dei ragazzini, ma era anche vero che nel loro mondo, si cresceva decisamente in fretta.
Le rimostranze di Skog vennero interrotte dalla voce di Jack il quale, andato a impattare contro la ragazza appena arrivata, si lamentava a gran voce per farsi ridare il libro che aveva conquistato con l’arguzia. Sonne girò la testa e puntò l’attenzione sulla ragazza che teneva ancora sul viso la maschera antigas, poi tornò a rivolgersi al capocuoco: - Aspetta Skog!- Sonne premette le tempie con le dita e chiuse gli occhi, imitando concentrazione – Forse ho risvegliato il mio potere… Posso vederla! Eccone una, è appena tornata, puoi preparare anche per lei. –
 
- Ah-ah, sempre molto spiritoso, ragazzo! – Ciò detto Skog si allontanò, masticando imprecazioni e maledizioni.
La ragazza sfilò la maschera antigas dal viso e ordinò a Jack di andare ad aiutare Skog in cucina: se si fosse comportato bene, gli avrebbe restituito il libro più tardi. Si avvicinò poi al divano sul quale Sonne le aveva fatto spazio e si abbandonò su esso, lasciando la maschera al suo fianco.
 
- Sono distrutta… distrutta! Da quanti giorni sono in giro? - Chiese grattandosi la nuca dal caschetto biondo; aveva proprio bisogno di farsi una doccia.
 
- Oggi è il quinto giorno. Ben tornata Ame. Che fine ha fatto quel ragazzo che era con te? Quello nuovo… -
 
- Andato. – Sospirò Ame, mentre aveva preso a frugare nella tracolla: - Si è fatto beccare il primo giorno di uscita. Dopo che se ne sono occupati sembrava un colapasta, non è stato proprio bello da guardare. Beh, vediamo il lato positivo, se non ci avessero pensato loro, avrei dovuto farlo io. -
 
-Capisco. Peccato, non sono tanti quelli nuovi, sarebbe stato meglio fosse rimasto in vita. – Rispose Sonne con una leggerezza da mettere i brividi. Gli occhi chiari puntarono la borsa di Ame, tentando di carpirne il contenuto: - Hai portato qualcosa di bello? –
 
Un sorriso furbetto illuminò il viso di quella ragazza tanto piccina; dalla borsa estrasse un paio di cd, che allungò a Sonne: - Ho trovato questi, sembrano immacolati! Speriamo si sentano. –
 
Il volto del ragazzo si illuminò mentre rigirava fra le mani Unknown Pleasures dei Joy Division e Ukulele Songs di Eddie Vedder. A quel punto si lanciò ad abbracciare la ragazza con calore: - Sei stata grandiosa! Ehi… - aggiunse arricciando il naso: - Forse è meglio se vai a farti una doccia, sai? –
 
Ame, che inizialmente si era fatta abbracciare, aveva poi spintonato via l’amico con gesto brusco: - Ringrazia che ho lasciato il mitra all’entrata, razza di ingrato! – Ciò detto si alzò, regalò a Sonne un dito medio e si avviò verso i dormitori. Nell’osservarla il ragazzo ridacchiò e valutò, dentro di sé, che era proprio felice di saperla viva. A quel punto si alzò dal divano e con i dischi stretti fra le mani, decise che avrebbe dovuto provarli subito, prima che qualcun altro arrivasse a disturbare uno dei suoi rarissimi momenti di ozio.
 


La storia prende ispirazione da molte fonti: “Il racconto dell’Ancella”, “Inglorious Bastards”, “The Walking Dead” sono solo alcuni dei titoli che mi hanno fornito ispirazione.
 
 
Innanzitutto: buonasera a tutti voi!
Fra lockdown, regioni rosse arancioni e gialle, coprifuoco e clima decisamente postapocalittico, per tenerci compagnia non poteva che venirmi in mente una storia del genere, dalle tinte distopiche. Insomma, ben distante dal “Giardino Segreto” (si, ho rinunciato a rinchiudere i vostri poveri ragazzi e al contrario regalerò loro un ambiente decisamente vasto per muoversi). Chi mi conosce, sa già che le note che seguiranno saranno moooolto lunghe, manco fossi David Foster Wallace, ma le ritengo necessarie per farvi capire qualcosa di questa storia. Prometto, però, che tenterò di essere il più coincisa possibile e se le spiegazioni non dovessero bastare, sentitevi liberissimi di assillarmi in privato. Intanto ringrazio chi di voi deciderà di partecipare.
Bri
 
Prefazione
 
La storia è ambientata nel 2197 (circa 60 anni di regime di Nadia, che ha 112 anni) . Voldemort è caduto da 199 anni, ma dopo circa 70 anni dalla sua caduta, sono iniziate le prime guerriglie fra varie fazioni in tutto il mondo. Lo statuto di segretezza si spezza e i maghi abusano del loro potere nei confronti dei babbani. In realtà sono gli stessi maghi a non volere più che esso esista: molti di loro cavalcano l’onda della nostalgia di Grindelwald e pensano che la loro supremazia non solo sia necessaria e utile per i babbani stessi, ma che senza l’imposizione della magia, i babbani finiranno per distruggersi a vicenda, e per sterminare i  maghi che sono sempre di meno.
Inizia una guerra aperta fra Maghi e Babbani e l’intero mondo entra in guerra, coinvolgendo tutte le parti e causando milioni e milioni di morti: i maghi non esitano a usare i propri poteri e ogni spietato mezzo a loro disposizione, ma i babbani non sono da meno: questi ultimi mettono in campo le armi nucleari, senza risparmiarsi nulla.
Così, in un clima terribile in un modo distrutto e decimato, una donna comincia a proferire il proprio verbo. Una donna che porta(va) il cognome Macmillan incomincia a professare la parità fra le razze: maghi, babbani, elfi, troll, centauri. Tutti, per parità di intelletto, devono essere considerati uguali. Comincia ad avere un forte seguito dalla sua e contestualmente, all’età di 26 anni, conosce Etienne, un talentuoso pozionisita francese che si innamora perdutamente di lei (e viceversa). Nel momento in cui si conoscono Etienne stava lavorando su una pozione che rallenta l’invecchiamento, un insieme di sangue di unicorno, lacrime di fenice e asfodelo.
Quando Nadia sale al potere instaurando il regime ha 48 anni ma non ne dimostra che una trentina scarsa. La donna, in venti anni di duro lavoro e proselitismo, ha raccolto molti consensi e ha fatto in modo che la sua voce si propagasse nel resto del mondo. In questi 20 anni sono tanti, sulla Terra, i leader che apprezzano e appoggiano Nadia: in questa Terra devastata, senza più confini politici prestabiliti, nascono delle forze militari che a servizio di Nadia vengono mandati a recuperare tutte le bacchette in circolazione, che vengono portate da lei per essere distrutte; così come i fabbricanti di bacchette vengono catturati e sbattuti in prigione. Insomma, la magia, che porta la disparità, deve essere soppressa e si deve ridurre al minimo la possibilità che essa venga utilizzata.
Per lo stesso motivo le scuole di Magia vengono chiuse e i cognomi purosangue del mondo Magico eliminati. Iniziano a nascere le grandi Comuni, ovvero delle vere e proprie città all’interno delle quali la vita si svolge in pace e in armonia, ricostituendo un po’ quello che è l’ordine naturale delle cose e in cui babbani e maghi (questi ultimi obbligati a non usare la magia), convivono pacificamente. A capo di queste Comuni vi sono i Governatori che fanno tutti riferimento a Nadia, la Governatrice della Corte, la comune più grande che esista ed è come fosse una sorta di capitale mondiale.
Ma fuori dalle Comuni, gli scenari sono dei più terribili: chiunque osi andare contro il Regime instaurato da Nadia viene perseguitato, ucciso, oppure spedito nelle Colonie, luoghi ben peggiori delle comuni prigioni: esse sono campi di lavoro forzato, in cui si è costretti a scontare la pena di tradimento smaltendo rifiuti tossici.
Quindi in questo mondo le possibilità sono due: accondiscendere e vivere seguendo le regole di Nadia, oppure ribellarsi.
Da un lato ci sono dunque Le Sentinelle:  il corpo armato della Governatrice (possono essere maghi o babbani), hanno il compito di tutelare la Corte e dare la caccia ai dissidenti.
Dall’altro ci sono I Ladri di Bacchette: uomini e donne, babbani o maghi, che combattono il regime cercando di portare a compimento una missione: trovare le bacchette che Nadia non è riuscita a recuperare e distruggere e restituirle ai maghi, convinti che sopprimere la Magia non ha fatto altro che andare contro l’istinto naturale della vita stessa. Essi usano degli pseudonimi per identificarsi, spesso legati alla natura (ad esempio SOnne significa “sole” in tedesco, Ame “pioggia” in giapponese, Skog “foresta in svedese). I ladri di bacchette hanno un tatuaggio in comune: una bacchetta spezzata. Da un lato rappresenta la volontà di reagire alla soppressione, dall’altra un abile modo per riconoscersi fra di loro.
 
Ora un po’ di spiegazioni. Allo stato attuale, i cognomi magici non esistono più. Essi sono stati sostituiti per assottigliare la divergenza fra maghi e babbani e si tramandano per via matriarcale.
Si, durante il periodo di maggiore soppressione sono nati vari obscuriali, ma essi sono stati soppressi. Un po’ come l’evoluzione della specie, man mano i maghi hanno smesso di sviluppare gli obscuriali e alcuni di loro hanno manifestato dei poteri spontanei ma non incontrollabili. Sono facoltà particolari (chiamiamoli anche super poteri), ma NON TUTTI i maghi li hanno sviluppati. Anzi, sono piuttosto rari e spesso chi li possiede viene assoldato da Nadia per entrare a far parte delle Sentinelle.
Gli ambienti in cui questa storia si svolgerà, sono i seguenti:
 
La Corte: La Comune Capitale, che si trova nel territorio inglese.
 
Le Terre di nessuno: Luoghi distrutti, lasciati in stato di abbandono, a volte desertici. Sono il terreno fertile per le battaglie che si svolgono fra le due fazioni.
 
Il Quartier Generale: Un luogo sotterraneo dove si nasconde e vive la comunità dei Ladri di Bacchette.
 
Gli orfanotrofi: Tutti coloro che rimangono senza genitori (che siano morti o spediti nelle colonie) vengono portati e fatti crescere negli orfanotrofi. Viene fornita loro un’istruzione, uguale per tutti e di tanto in tanto degli ispettori designati si recano in essi per individuare ragazzi e ragazze particolarmente validi, che desiderano entrare nelle Comuni. Chiunque cresca negli orfanotrofi prende il cognome dell’orfanotrofio stesso. Ad esempio l’orfanotrofio adiacente alla corte porta il nome “Strong”, quindi tutti coloro che escono da lì, avranno come cognome Strong.
 
Le Colonie: Territori enormi e terribili, grandi discariche piene di rifiuti tossici dove vengono spediti i ribelli per scontare le loro pene. Gli orari di lavoro sono massacranti, i dormitori un covo di germi e malattie, livelli igienici inesistenti. Qui si lotta costantemente per la sopravvivenza e molto raramente si esce vivi da esse.
 
 
Regolamento
 
 
  • Le schede vanno inviate entro e non oltre il 25 Novembre, attraverso messaggio privato con oggetto “Nome Oc – Bastardi senza gloria”.
  • Potete inviare fino a due personaggi a testa purché:
    • di sesso opposto
    • appartenenti a gruppi diversi
 
  • Nella prenotazione indicate il sesso e gruppo e se mago o babbano. Inoltre SE (e non siete obbligati) volete proporre un mago con un potere, indicate quale. Indicare anche l’orientamento sessuale. Per evitare disequilibri fra le parti, se si è indecisi vi consiglio di optare per “bisessuale”.
 
  • Essendo un’interattiva vi chiedo il piacere di essere partecipi, non solo perché nel corso dei capitoli vi farò delle domande, ma anche perché altrimenti si perderebbe il senso di fare una storia del genere. Lo faccio ogni volta, lo so, ma vi chiedo perciò di essere partecipi. Sappiate comunque che se dopo 3 capitoli non dovessi più avere vostre notizie, nel 4° comunicherò l’eliminazione del vostro Oc.
Ovviamente se aveste dei problemi, di qualsivoglia natura, che non vi permettessero di essere presenti basta farmelo sapere e concorderemo insieme una soluzione senza che il vostro oc sia costretto a rimetterci.
 
  • Accetto: Maghi, babbani, metamorphomagus, mezze veele.
 
  • Non accetto: Mary o Gary Stu; non mandatemi Oc animagus. licantropi, vampiri. Non inviatemi oc super mega potenti. Sottolineo che non è necessario che il vostro oc abbia un potere (dei miei tre oc, solo Jude possiede un potere), ma se dovesse averne uno, NON deve essere un potere invincibile e privo di limitazioni importanti. Se così dovesse essere, sarò costretta a non prenderlo in considerazione.
 
  • Tenete a mente che la storia è ambientata nel 2197; l’ambiente è distopico: Voldemort è morto da un pezzo, così come Harry, i suoi figli e tutti i nostri amati ragazzi della saga. Fra l’altro i loro cognomi sono anche estinti, quindi non accetterò nessun discendente dei personaggi a noi caro. Inoltre l’evoluzione si è arrestata, sebbene si cerchi di usare solo energia rinnovabile. Comunque il clima è ben distinto: nelle Comuni c’è serenità e un sapore nostalgico, fuori da esse guerra continua. Lo scenario è steampunk, perciò sbizzarritevi con le armi e i costumi. Ricordatevi che del mondo che conosciamo non è rimasto nulla. Fuori dalle Comuni, tutti lottano per la sopravvivenza, quindi quando costruirete i vostri oc, pensate al fatto che potrebbero essere cresciuti in un clima ostile, difficile e che molto probabilmente ha portato loro a un prevedibile disincanto.
 
Con questo ho finito. Vi lascio con le schede e un trafiletto con i miei oc. Se doveste avere bisogno di qualsiasi tipo di informazione o non vi dovesse risultare chiaro qualche passaggio, sentitevi pure liberi di assillarmi in privato.
 
 
Schede
 
SCHEDA LADRI
 
Nome e Cognome (se provenienti da un orfanotrofio, il cognome sarà quello dell’orfanotrofio - "Strong" se quello vicino alla Corte-. Ricordatevi che i cognomi di diffusione magica non esistono più e che il cognome sarà quello della madre):
 
Nome in codice (collegato alla natura, come una catastrofe naturale, una pianta ecc… declinato in una lingua a scelta. Es: “Sonne” significa “sole” in tedesco, mentre “Ame” significa “Pioggia” in giapponese):

Data di nascita (i personaggi possono avere dai 15 anni in su):

Mago o babbano?:

Orientamento sessuale:
 
Prestavolto (deve essere necessariamente un personaggio reale):

Aspetto fisico (indicare anche dove è posizionato il tatuaggio della bacchetta spezzata):
 
Segni particolari:

Carattere:
 
Per i maghi: hanno facoltà particolari? Se si, indicare quali, con relativi limiti (il potere DEVE avere delle limitazioni):
 
Armi:

Pregi e difetti:

Background del personaggio (chi era prima di entrare a far parte dei Ladri di Bacchette):
 
Come ha conosciuto il gruppo dei Ladri e come è riuscito a entrare a farne parte?:
 
Perché è voluto diventare un Ladro?:
 
Come vive la condizione di emarginazione? Si trova bene nel Quartier Generale?:
 
Cosa pensa del regime di Nadia?:
 
Cosa pensa dei suoi compagni?
 
Cosa pensa delle Sentinelle?:
 
Famiglia e rapporto con essa:

Molliccio:

Amicizie/ inimicizie:
 
Passioni e abilità:
 
Debolezze e paure:
 
Cosa ama/odia:

Amore ( Nel caso sia già fidanzato o sposato, specificare il carattere del fidanzato/a/coniuge):
 
Tradirebbe i suoi compagni per passare alle Sentinelle? Se si, specificare dettagliatamente il motivo:
 
Rapporto con Sonne:
 
Rapporto con Ame:
 
Conosce qualcuno della fazione opposta? Se si indicare il rapporto con il personaggio:
 
Altro:
 
 
SCHEDA SENTINELLE
 
Nome e Cognome (se provenienti da un orfanotrofio, il cognome sarà quello dell’orfanotrofio. Ricordatevi che i cognomi di diffusione magica non esistono più e che il cognome sarà quello della madre):

Data di nascita (i personaggi possono avere dai 25 anni in su):

Mago o babbano?:

Orientamento sessuale:
 
Prestavolto (deve essere necessariamente un personaggio reale):

Aspetto fisico:
 
Segni particolari:

Carattere:
 
Per i maghi: hanno facoltà particolari? Se si, indicare quali, con relativi limiti(il potere DEVE avere delle limitazioni):
 
Armi:

Pregi e difetti:

Background del personaggio (chi era prima di entrare a far parte delle Sentinelle):
 
Perché ha deciso di diventare una Sentinella e per quale motivo è stato selezionato?:
 
Vivere nella Corte (la Comune di Nadia) gli/le piace? :
 
Cosa pensa del regime di Nadia?:
 
Cosa pensa dei suoi compagni?:
 
Cosa pensa dei Ladri di Bacchette?:
 
Famiglia e rapporto con essa:

Molliccio:

Amicizie/ inimicizie:
 
Passioni e abilità:
 
Debolezze e paure:
 
Cosa ama/odia:

Amore ( Nel caso sia già fidanzato o sposato specificare il carattere del fidanzato/a /coniuge):
 
Tradirebbe i suoi compagni per passare ai Ladri? Se si, specificare dettagliatamente il motivo:
 
Rapporto con Jude:
 
Rapporto con Nadia:
 
Rapporto con Etienne:
 
Conosce qualcuno della fazione opposta? Se si indicare il rapporto con il personaggio:
 
Altro:
 

 
I MIEI OC
 
Micah Millan

Pseudonimo “Sonne”
30 anni
Fazione “Ladri di Bacchette”
Armi: Fucile automatico ad alta precisione – Kusarigama
 
 
 
 
Liv Strong

Pseudonimo “Ame”
25 anni
Fazione “Ladri di Bacchette”
Armi: Mitra – Balestra in fibra di carbonio
 
 
 
 
Jude Millan

33 anni
Fazione “Sentinelle”
Potere: “Amortentia tattile”: chiunque tocchi proverà un potente sentimento d’amore nei confronti di Jude, che lo condurrà a fare qualsiasi cosa lui voglia. Limitazioni: deve avvenire un contatto fisico per attivare il potere. Può agire su una sola persona alla volta. La durata massima dell’effetto sarà di 24 ore.
Armi: Beretta 92
 
 
 
Nadia Millan

112 anni
Governatrice suprema
 
 
 
Etienne Moreau

115 anni
Consorte di Nadia.
   
 
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