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Autore: Alia_chan    09/11/2020    2 recensioni
L'amore, l'odio, la paura, la morte... Una ragazza dovrà affrontare tutto questo. Catapultata in un mondo completamente diverso dal suo, popolato da dei, uomini e mostri, Kagome dovrà mettere a dura prova la purezza del suo spirito e il suo coraggio....
Può davvero un dio diventare un demone?
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 22
 

Il Dio della guerra si ritrovò ad annaspare, il cerca di ossigeno. 
Non aveva avuto il tempo di elaborare il fatto che Musou lo aveva attaccato che si ritrovò completamente sopraffatto dalle onde del fiume, racchiudendolo in un bozzolo.
La pressione dell'acqua si concentrò in lance affilate che gli perforarono le gambe, facendogli perdere le ultime bolle d'aria che gli rimanevano in gola, ma fu il suo istinto a salvarlo dall’agonia dell'annegamento. Afferrò la sua spada, sfoderandola alla velocità divina e scatenando  la tecnica Batto fece esplodere l’acqua in miliardi di gocce. I polmoni gli si riempirono dolorosamente di ossigeno mentre le gambe cedettero, si sostenne alla Tessaiga per poter stare in posizione eretta. 
-Traditore bastardo! !!- tuonò col fiato corto al Dio dei Mari mentre questi gli puntava il suo tridente -Hai intenzione di combattere contro la tua stessa razza?! Hai trovato chi ti farà diventare un…!-
Nemmeno ebbe il tempo di finire la frase che Musou si gettò su di lui che si vide costretto a scartare di lato. Con una torsione il suo nemico sferrò un fendente che prontamente il Dio della Guerra parò con la spada, ma avendo le gambe pesantemente ferite non riuscì  ad arrestare la potenza del colpo e si vide sbalzare via. Mentre era in aria con la coda dell'occhio notò che le acque del fiume lo stavano nuovamente per avvolgere.
-Kaze no Kizu!-
Le acque si ritirarono per difendere il proprio Signore con una barriera acquatica mentre Inuyasha atterrava sulle proprie ginocchia, aggrappato saldamente all’elsa della sua spada piantata al suolo. Un sudore freddo scaturito dalle ferite gli attraversò la schiena. I suoi occhi d'ambra scrutarono attentamente Musou. Qualcosa non andava… non aveva proferito verbo il che era strano. E questa dannata pioggia gli incrementava solo i poteri!
Che cavolo stava facendo il suo vecchio?!
Lo vide alzare un braccio nella sua direzione, la mano che lo indicava, mentre l'acqua si riscagliava contro di lui. 
Qualcuno gli si parò davanti mentre una forte luce lo costrinse a schermarsi gli occhi col braccio.
-Tutto bene Inuyasha?- La voce di Koga gli arrivò alle orecchie mentre vide Miroku di spalle che si sferragliava davanti ad un muro di pietra acquatico nel quale si ergeva la statua di Musou. 
Non rispose, frugò dentro il pettorale della sua armatura per prendere il suo sedativo, per poi bestemmiare contro se stesso quando si rese conto che lo aveva lasciato tutto a Kagome…
-Ho bloccato Musou- il Dio delle Arti era fermo con il braccio ritto davanti a sé, la mano spalancata rivolta verso il traditore. Si girò verso l'amico mostrando il suo volto ricoperto da strisce scarlatte di sangue e sudore. -Non so cosa è successo ma Musou non sembra in sé….  E tu hai abbassato la guardia.- Inuyasha imprecò pesantemente conscio che quel pervertito aveva per una volta ragione. 
-Non posso allontanarmi o con il suo potere riuscirà ad infrangere il mio incantesimo… Sango!- Si rivolse alla dea che sulsultò -porta via con te Inuyasha, ha bisogno di cure. Tu Koga vai a prendere Ayame, con il potere delle sue piante dovremo riuscire a bloccare Musou più a lungo, in fondo le sue acque non faranno che accrescere il potere arboreo di Ayame-sama. – Il Messaggero annuì mentre spariva in un vortice di polvere.
Il Dio della Guerra incassò il colpo mentre Sango gli si avvicinava con Kirara. Si alzò faticosamente in piedi quando si accorse di un frastuono che si avvicinava. Stava per attaccare in quella direzione quando si sentì spingere in groppa a Kirara ed immediatamente prendere il volo. 
-Sango!!!- Urlò il nome della dea fra l’irato e il preoccupato mentre la vedeva diventare sempre più piccola mentre saliva di quota.
-… ti avevo detto di andare con lui.- si sentì dire la Dea mentre con la mano destra afferrava il suo Hiraikotsu, un grande boomerang che sembrava una luna calante di morte pronta per lo sterminio.
-Non esiste che io ti lasci da solo ad affrontare questo inferno.- la voce era tagliente, decisa. Miroku sapeva benissimo che espressione aveva in quel momento la donna e si ritrovò a sorridere malgrado la situazione, il cuore colmo.
-Sango?...-
-Hn?-
-… Ti amo. –
La dea arrossì pesantemente -Ma che..?!-
-Attenta!- 
Si girò alla sua destra ed uccise un demone minore con la spada. Dietro di lui ne stava arrivando una piccola orda e lei lanciò Hiraikotsu per devastarla. Ancora rossa in viso riafferrò al volo la sua arma, mentre la rilanciava inveiva contro Miroku -Ma ti sembra il momento?!- 
-Sì visto che questo bastardo sta sfondando la mia pietra con l'acqua .- Si iniziavano già a vedere le pietre incrinarsi. -E non so se è l'ultimo momento...- Le braccia e le gambe gli tremavano leggermente per lo sforzo da mantenere il potere elevato. Sentì Sango uccidere un demone vicino a lui, mentre una parte della pietra di Musou saltava, rilevando dei capelli.
-Al posto di dire stupidaggini stai zitto e resisti fino all'arrivo di Ayame!-
Miroku si concentrò al massimo, difeso egregiamente da Sango. All'improvviso la sentì gemere di dolore…
-Sango!-
-Sta zitto e concentrati!- si legò la spada alla mano sinistra, pesantemente ferita da dell'acido demoniaco, e continuò ad uccidere gli schifosi esseri intorno a lei.
Passò ancora qualche interminabile minuto ed un pezzo di spalla saltò dalla statua. Quella maledetta pioggia non faceva che aumentare i poteri del Dio dei Mari, e si stava tramutando in una vera e propria tempesta.
-Dannazione!- disse il dio, sperando che Koga arrivasse presto.
Passò ancora del tempo, e la tempesta imperversava. 
Sango stava iniziando a stancarsi seriamente, il fango rendeva difficile muoversi e utilizzare i suoi veleni. I demoni erano un po' diminuiti ma non accennavano a fermarsi, quindi non poteva fermarsi. Girò lo sguardo verso Miroku che combatteva con Musou: anche lui aveva quasi raggiunto il limite.
Che fine aveva fatto Koga?
Come ad esaudire le sue richieste, una pianta prese a germogliare intorno a Musou, avvolgendolo in una spirale di pianta venefica. Ayame scese dalla braccia di Koga, raggiungendo Miroku mentre il suo compagno si fiondava ad affrontare qualche demone per aiutare la Cacciatrice, con un urlo disumano pieno di rabbia e frustrazione.
-È vero che abbiamo quasi distrutto i demoni della parte dove siete voi, ma stanno tornando e ci abbiamo messo più tempo del previsto perché alcuni erano in mezzo- gli disse la dea mentre gli poggiava una mano sul braccio per farlo abbassare. -Quella pianta lo tratterà per un po', dobbiamo ritirarci-
-Che vuol dire?!-
Ayame stette qualche attimo in silenzio. Miroku non poteva vederla al momento ma sentiva che era successo qualcosa di grave. 
-L’esercito di Musou ci sta attaccando da sud… e la Venerabile Izayoi è…-



Erano calate le tenebre nel mondo umano.
Sesshomaru sentì la Sounga fremere. Il suo sguardo si posò su questa mentre la mano strinse leggermente l'elsa della spada. Il potere maligno di quella spada non lo intaccava minimamente,  su di lui non aveva effetto.
Era passato del tempo da quando suo padre era andato con la sua sposa a prendere l'umana che doveva placare suo fratello minore ma ancora non aveva avuto notizia di poter andare a combattere. Non aveva nemmeno ricevuto nuove dal regno dei mari, ma intanto lui era pronto, il suo esercito era pronto, doveva solo mettersi alla sua testa e farlo scatenare.
Si trovava completamente in un'altra dimensione rispetto al mondo umano, per questo non riusciva a percepire cosa accadeva sulla terra. Il pensiero che magari Takemaru ed Inuyasha si stessero affrontando….
La spada vibrò leggermente e questo rievocò in lui il giorno in cui il piccolo Dio della guerra si era tramutato in una bestia, completamente assuefatto dal potere della spada. Ricordò come suo padre lo mandò via di casa, confinato nei campi elisi, mentre Inuyasha aveva il mondo a sua disposizione.
Corrucciò leggermente le sopracciglia, infastidito. Gli inferi erano un posto incantevole ed orrido al tempo stesso, non era terribile viverci ma governare i morti richiedeva la massima attenzione, non si era mai potuto permettere la spensieratezza di quell’idiota, che starnazzava in giro ad alimentare gli abitanti del proprio regno.
Strinse più forte l'elsa di Sounga.
L'unico periodo spensierato della sua vita era stato quando era un bambino fra le braccia della madre, ma questa le era stata strappata via da Takemaru…
Un pugno si andò a battere su una colonna vicino a lui, infrangendola.
Aveva fallito nel vendicare sua madre… Takemaru gravemente ferito era riuscito non si sa come a scappare e scomparire nel nulla… ed adesso che poteva finalmente porre rimediare al suo errore passato, quel bastardo di Inuyasha gli impediva di andare sul campo di battaglia a causa di una filastrocca!
Avrebbe veramente voluto prenderlo a pugni fino a farlo dormire in eterno… il frutto dei lombi di suo padre con quella Izayoi… la dea che aveva deviato il suo genitore dai propositi bellici di vendetta col suo stupido sorriso, approfittando della situazione…
Sentì la spada fremere più intensamente a quei pensieri, quando un presentimento, un’alterazione, lo colpì. Si volse verso oriente, dove a differenza della superfice tramonta il sole nell'Ade, sentendo una presenza venefica. Era nel vicino al mare primordiale, fonte della vita e confine col regno acquatico di Musou. Non era la prima volta che sentiva qualcuno bazzicare da quelle parti, ma non aveva mandato i suoi morti in quella zona per indagare sul dio dei mari…
Prese la Tenseiga, chiuse gli occhi, e con un taglio netto nell’aere aprì la Meido Zangetsua , un portale dell'aldilá. 
Aveva sempre sentito girovagare Naraku in quel luogo, il Dio della Discordia e dell'Inganno aveva mille passaggi segreti per portarlo ovunque senza essere disturbato, e lo aveva visto spesso a passeggiare per il suo regno negli ultimi secoli, soprattutto da quando aveva fatto di Kagura la sua sposa. All'inizio pensava fosse incuriosito per dove vivesse la sua prole ma adesso si era veramente stancato di quelle incursioni, soprattutto in tempo di guerra.... 
Certo la presenza in questo caso era veramente ostile…. Forse il regno dei mari era sotto assedio e qualche demone era riuscito ad invadere?
Meglio controllare…
Attraversò quell'apertura perfettamente circolare che lo trasportò davanti alla presenza che infettava il suo regno.
Grande fu il suo sgomento alla scena che gli si presentò davanti.
-Oh Sesshomaru, quanto tempo! Sono venuto a prendermi qualcosa che mi appartiene!-
Il viso del Dio della Morte rimase impassibile, ma la gola gli si seccò in preda ad un tornado di sentimenti violenti.
Davanti a lui vi era Naraku.
Takemaru, in piena forma demoniaca, pronto per attaccarlo. 
E Kagura….

Il rumore che aveva sentito seguito dal grido di dolore di suo padre le diede quell'adrenalina necessaria per rotolare giù dal letto. Sbatté il gomito e l'anca nell'impatto con il suolo ma riuscì a tentoni ad alzarsi e arrancare verso la direzione dell'urlo. Aveva annullato la sua presenza per evitare sorprese evitando piante e tavoli vari, riuscendo ad alzare le gambe con enorme fatica dovuta al suo stato debilitante e accasciandosi sulle pareti, strisciò verso lo stipite della porta che portava nella sala principale del tempio. Afferrandosi alla cornice con mani salde sbirciò dentro la stanza, cercando di trattenere in fiatone che le era venuto mentre compieva l'impresa di muoversi, ma fu la visuale del viso insanguinato di suo padre e lo stesso discorso che si stava svolgendo all'interno della stanza a bloccarle completamente il respiro.
-… Con me, rimase con me…
Le sue labbra si mossero da sole mentre si ritrovava di sopra lo sguardo degli dei all'interno della stanza, ma non quello di suo padre che sembrava completamente altrove.
Le gambe le cedettero e si ritrovo in ginocchio, le mani serrate contro la parte tanto da avere le nocche bianche per lo sforzo.
-Esattamente, la sfera mi rimandò indietro in modo che non potessi interferire con la tua venuta. Sigillò il mio potere divino negli occhi, affidando il segreto ad Inu no Taisho per poterlo liberare al momento opportuno. Ti ringrazio figlia mia, grazie ha te adesso io so, e saprò-
La voce di suo padre era atona, senza inflessione alcuna. Stava iniziando ad abbandonare l'umanità…. Lacrime iniziarono a scorrere sul volto di Kagome -Avete perso tutto… ogni sentimento… per questo potere?!- Era completamente devastata dallo strazio che provava, la voce le tremava.
-Questo potere ha fatto in modo che ti lasciassi quel messaggio di avvertimento nella grotta.-
-Mi avete concepita con lo scopo apposito di uccidere Inuyasha?!- Si afferrò la sfera ad altezza del petto, scossa da spasmi incontrollabili, sentendosi quasi esplodere. -Tutto questo…. Tutto questo… solo per non essere capaci di dire… per non perdere l'orgoglio… per apparenza… gelosia…-
-È esattamente come dici tu, bambina- rispose il Dio Supremo -Quella gelida e bellissima dea non voleva lasciarmi andare, solo la morte ci avrebbe potuto separare. Capendo i miei sentimenti per Izayoi provò ad ucciderla con ogni creatura che aveva a disposizione, per questo mandai due umani a salvarla. Non potevo andare io e compromettermi, né permettere che di essere odiato dal mio primogenito….-
-Voi…- una persona che fino a quel momento era stata in silenzio prese parola, sconvolta -Voi avete fatto uccidere la madre di Sesshomaru per Izayoi… il vostro secondogenito è maledetto per l'inganno che avete protratto alla vostra consorte, ed avete condannato gli uomini alla morte ed al dolore per gelosia nei confronti di un uomo che si è tramutato in demone per il peccato di aver ucciso un dio…- Kagura si strinse le spalle, cercando di controllare il tremore -Mio padre mi disse che se uccidi un dio diventi un demone, ma se lo salvi… -
Ku ku ku ku….
Una risata divertita si  espanse per il grande salone. I presenti si volsero verso di essa e videro un uomo dalla lunga chioma corvina ondulata palesemente divertito, il suo sguardo però era tutto tranne che gioviale. -Sei una brava alunna Kagura, ma sei sempre stata molto intelligente.-
La dea si girò verso di lui, sconvolta -Padre! Che fine avete fatto?!-
-Naraku…- Sakuya si voltò verso di lui, il firmamento che erano i suoi occhi iniziò a roteare mentre lo guardava. -Devo dire che sei piuttosto interessante…-
-Quale complimento da un essere leggendario come te.- la sua voce si riempì di desiderio -è incredibile… il tuo potere è inimmaginabile! Come fai a capire in che tempo ti trovi, con tutte queste visioni?- 
Sakuya alzò impercettibilmente un sopracciglio: gli aveva letto nel pensiero.
L'Oscuro Dio ignorò completamente Inu no Taisho per dirigersi direttamente verso l'Oracolo, mentre la lunga veste viola copriva i suoi passi. -È la prima volta che ci incontriamo, ma ti devo ringraziare, perché grazie a te anche io so l'origine di tutta questa storia.-
-Dove ti eri nascosto, Naraku?!-
Sentendosi chiamare con un tono imperatorio, si girò verso la voce che lo aveva interpellato.
-Calma, fratello….-
Kagura sbiancò per come si era rivolto al Dio Celeste, mentre questi ringhiò incollerito -Come osi ?!-
-Non è scorretto ma nemmeno corretto, lui è il male che tu stesso hai scacciato involontariamente dopo la morte della tua prima moglie per poter mantenere la tua posizione cardine in questo mondo. Si è fatto spacciare per il fratello di Musou per comodità- Lo interruppe  Sakuya. Questo scatenò l'applauso di ammirazione di Naraku, che finì il discorso dicendo : -Direi che sono più un altro te-
Kagura cadde in ginocchio, afferrandosi la testa e guardando la scena come se non le appartenesse… non era vero, non era veramente accaduto tutto questo… Quindi lei una specie di sorella per….
-Oh si invece figlia mia, è proprio questo il punto, questo mondo è tutto una menzogna costruita sull’inganno e l'omicidio.-
-Ma che cosa state…?- Inu no Taisho era letteralmente scioccato quando improvvisamente Sakuya si girò di scatto verso la figlia che sembrava assente, e si butto su di lei abbracciandola. 
Kagome sbarrò gli occhi quando il sangue le arrivò in faccia .
Suo padre si accasciò tossendo liquido scarlatto fra le sue braccia, e davanti a lei un alto Demone in armatura, con le mani sporche di sangue di suo padre, rideva. Aveva gli occhi iniettati di sangue immersi in un giallo acquitrino, macchie viola su parte di pelle, che si espandeva fino alle corna che spuntavano dai capelli neri, ma il tutto contornato  dei lineamenti quasi regali. L'armatura che portava era scarlatta e oro, come un antico samurai.
-Pa..- aveva un enorme buco nelle spalle, stava perdendo sangue...
-Non… toccare… mia figlia…- Disse rivolto al demone. Il cuore di Kagome sbalzò, credeva che lui ormai non provasse più nulla. Le mani di lui le tenevano le braccia, la testa poggiata sulle sue spalle.
-TAKEMARU!- Inu no Taisho si scagliò sul nemico, ma fu bloccato dagli artigli di Naraku che gli afferrarono la faccia e lo sbatterono violentemente a terra, creando una grande crepatura sul terreno.
-Non siamo più tanto cauti, dopo che lasci i figlioletti a farti da cani da guardia e vivi negli allori, eh?- disse il dio dell'inganno , mentre il dio sotto di lui gli afferrava il braccio urlando il suo nome con odio.
-Maledetto traditore!!!- urlò mentre sollevava l'altro arto per richiamare la tempesta che avrebbe polverizzato quel bastardo. Naraku sorrise risollevandolo e risbattendolo a terra, aumentando la voragine sul pavimento, e rilasciandogli nel corpo una quantità di veleno tale da immobilizzarlo per qualche attimo, fatale. 
-Dio fra gli dei, io sono te, posso questo ed oltre. Adesso guardami e dimmi cosa si prova ad essere me!!-
Il dio sotto di lui urlò mentre sentiva il miasma del suo alter ego invaderlo completamente. 
Fuori dal tempio iniziò una tempesta in risposta al suo urlo di dolore. Fu invaso da sentimenti maligni, morte, distruzione. 
Tutto il male scaturito da quegli atti, tutti quei secoli in cui gli esseri umani patirono le conseguenze del suo peccato, furono scagliati dentro al dio sotto forma di scarica di tuono, a lui congeniale da assorbire.
Provò tutto, tutto quello che era stato: malattie, ferite, tradimenti, assassini, tumulti, violenze…
Era infranto...
Izayoi...

Quando quell'urlo finì, Naraku era senza fiato.
Inu no Taisho era a terra, immobile, con gli occhi completamente bianchi dal corpo fuoriusciva del nero miasma. Aveva accumulato tutto quell'odio solo per questo momento.
Kagura non ebbe i riflessi di capire cosa stava succedendo, in quanto lo shock delle rivelazioni l'aveva decisamente bloccata, ma con un movimento lesto aprì il suo ventaglio portatore di venti epidemici pronta a combattere contro il suo stesso padre, dopo che era senza forze.
Doveva portare il Inu no Taisho in salvo…
Naraku comprese: le mostrò il suo palmo sinistro dove si formò un cuore pulsante e, mentre ansimava ancora per lo sforzo appena compiuto, strinse la mano sull'organo. Kagura  stramazzò a terra, tossendo sangue, incredula con un dolore acuto al petto. -Tu provieni da me, figlia.-

-Papà! Papà!- 
Gli accarezzava il viso sudato, aveva un espressione orribile.
Cercava di tappare la ferita con le mani, inutile….
Capiva perfettamente che era una situazione pericolosa, tragica. Erano tutti praticamente fuori gioco e lei non poteva ancora muoversi come voleva, ma quello che la preoccupava era la pozza di sangue  che diventava sempre più grande, immergendo le sue gambe.
-Non lo hai ucciso vero?- disse Takemaru a Naraku.
-Come se tu non sapessi come uccidere un dio…- gli rispose.
Il demone rise e si accovacciò davanti a Kagome e Sakuya che diventava sempre più pallido. -Dimmi bambina, tu lo sai come si uccide un dio?- afferrò l'oracolo per i lunghi capelli neri e lo scagliò lontano dalla ragazza. Lei fece per raggiungerlo ma fu bloccata dalla mano di Takemaru, che le bloccò il mento e la costrinse a guardarlo negli occhi. -Non basta semplicemente spappolargli il cuore, bisogna portarli nel baratro della disperazione, del tradimento… portarli a non sentire più nulla.- 
-Stai lontano…- affannò Sakuya ma lui non ascoltò.
Si avvicinò ancora di più al suo viso -infondo devono diventare il nulla, la loro esistenza smette completamente di essere. Voi essere umani siete fortunati, potete andare negli inferi, reincarnarvi se è il caso, ma gli dei ritornano al tutto.- La ragazza poteva sentire il suo fiato sulle labbra, che le tremarono. Cosa..? -Puoi immaginare come si sentisse quella povera Sounga, odiata dal marito tanto da volerla morta, e dal genere umano che amava tanto?-
-Non la toccare! Takemaru!-
Kagome senti le labbra del demone sulle proprie. 
Cerco di ribellarsi ma lui ne approfittò per bloccarla e conficcare le unghie nelle sue carni. Quando gemette di dolore lui infilò la lingua nella sua bocca. A quel contatto la ragazza spalancò gli occhi, inalberata e sentì un immensa forza dentro di lei. Con uno strattone spinse via il demone e con una potente scarica spirituale riuscì a sbalzarlo schiena a terra.
Cadde in avanti sporcandosi anche le braccia col sangue di suo padre, ansimando. La medicina la rendeva debole…
“Inuyasha…”
Il suo potere spirituale era ancora instabile…
L'ultima cosa che sentì fu la risata del demone.
-Ma allora sei tenace!-
“Inuyasha…”

 Sakuya vide sua figlia svenire e Takemaru ridere. La bocca gli sapeva di ferro mentre tossiva. Naraku si avvicinò a lui con il cuore di Kagura ancora stretto fra le mani, mentre questa era ancora a terra. -Bene, bene…-
Takemaru si alzò e si riaccovacciò davanti al suo vecchio compagno. Lo riafferrò per i capelli per farlo guardare dalla sua parte e gli disse -Adesso che me ne dovrei fare di te?- pregustando parte della sua vendetta. 
-Takemaru, che fossero tutti qui indifesi è stato un autentico colpo di fortuna. Possiamo anticipare i tempi e prenderci la Sounga anche ora.-
-Le ragazze va bene ci servono, ma di questo che ne facciamo?- 
-Ha dei poteri divinatori unici, per il momento ci può  servire.-
-E…- lo sguardo del demone si posò sul dio riverso a terra, in preda al miasma . Si leccò le labbra -… e lui?-
Naraku sorrise. – È tutto tuo, è in uno stato ottimale…-
Kagura vide con orrore Takemaru avvicinarsi al padre degli dei, con intenzioni omicide. Lo afferrò per la collotta della tunica pronto ad affondare i suoi artigli.
-Sai, non me lo immaginavo così.- Iniziò a dire il demone. -Avrei voluto strapparti tutto prima, avrei voluto che vedessi il tuo mondo ridotto a niente ed Izayoi finalmente mia. Ma infondo…- infilò lentamente la mano nel petto del dio, vedendolo lentamente sussultare al lacerare della carne, lo sgretolarsi delle costole. 
-…Un essere patetico come te…- vide un rivolo di sangue colargli dal naso ed esplodere dalla bocca mentre gli perforava il polmone per afferrare il suo cuore fra le mani.
-Si merita proprio…- strinse il cuore vedendo come quel corpo soffriva, godendosi lo spettacolo, ridendo come se fosse la cosa più eccitante mai vista.
-Una fine miserabile!-  Con un movimento deciso gli spappolò il cuore dentro il petto.
La dea gridò.
Fuori imperversava la tempesta.

Si mise le mani al volto, gli occhi si spalancarono sconvolti, la bocca si contorse in uno spasmo inumano.
Urlò, urlò con quanto fiato aveva in gola, graffiandosi involontariamente la faccia per il dolore. Cadde sulle ginocchia, mentre le lacrime le offuscavano la vista e continuava a urlare.
Si accasciò su se stessa mentre sentiva il suo cuore rompersi.
Non era vero… non era vero… non era vero…
Torno presto.
Riprese ad urlare quando il suo animo lo cercava, e non lo trovava.
Si abbracciò piangendo, conficcandosi le unghia nelle braccia, e dondolandosi su se stessa continuò a piangere con gli occhi sbarrati.
Non è vero… non è vero… non è vero…
Era lì… prima era lì… ora dov'era ?
Dei gemiti disperati uscivano dalla sua bocca, senza senso…
Tutto adesso era senza senso…
-Madre!-
No… no… eccolo lì..
Si girò verso suo figlio: in armatura, ferito, pallido. Con fatica camminò verso di lei, appoggiato alla sua spada per camminare.
Si girò verso di lui, ancora in ginocchio, gli arti spalancati… come quando era bambino e lo incoraggiava ad andare da lei mentre barcollava incerto sui suoi piccoli piedini. 
Riuscì a raggiungerla, si lasciò cadere di fronte a lei. Si fece abbracciare…
L'abbraccio più forte che poté mentre la sentiva piangere disperata sul suo petto…
Era diventato grande, forte…
Eppure prima veniva da lui a piangere da lei…. Mentre ora… 
Ti affido il resto!
Inuyasha sentì la presa di lei allentarsi e diventare completamente molla, mentre sveniva fra le sue braccia.
Si morse il labbro a sangue, mentre sentiva gli occhi farsi umidi.
-Li ammazzo… Li ammazzo tutti!!!-








Ed ecco qui concluso un altro capitolo. 
Spero vi sia piaciuto. Grazie a tutte le persone che commentano ed hanno commentato fino adesso!
Al prossimo aggiornamento, fatemi sapere i vostri pareri!

P.S. Ma come vi pare di Yashahime?
 
  
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