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Autore: LadyHeather83    10/11/2020    4 recensioni
Mai se nè andata dalla Capsule Corporation insieme a Pilaf e a Shu, dopo aver confessato a Trunks il suo segreto.
Può questo separarli per sempre?
Estratto dal 2^ Cap. “Ehi Mai a cosa stai pensando?” Pilaf interruppe i suoi pensieri porgendole un pezzo di pane.
Non mangiavano da giorni e quel pasto era l’unica cosa che era riuscito a racimolare, o meglio a rubare al panettiere lì vicino.
“Non ho fame” Gli disse senza prendere niente.
“Devi pur mangiare qualcosa” Le disse Shu ancora con il fiatone per la corsa appena fatta per seminare quel pover uomo che li aveva beccati sul fatto.
“ Se solo fossimo rimasti alla Capsule Corp., lì avremo avuto di tutto” Si lamentò Pilaf addentando qual pasto.
“Già…ma perché ce ne siamo andati?” Chiese Shu facendo la stessa cosa.
“Perché Mai si è presa una cotta per il ragazzino e …” Non fece tempo a finire la frase che gli arrivò un sonoro ceffone che gli fece la guancia rossa.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mai, Trunks
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ALLA RICERCA DI MAI

*

Epilogo

*

Percorrere queste scale e questi corridoi senza di te, non è facile.

Tu, la mia compagna di vita, da sempre, innamorato di te dalla prima volta che ho visto ondeggiare i tuoi lunghi capelli neri davanti al mio viso, da qualche anno, per la precisione, venti anni, tre mesi e quattordici giorni, non ci sei più.

Te ne sei andata in punta di piedi, senza nemmeno salutare.

Mi avevi dato il solito bacio della buonanotte, sulla fronte e mi avevi abbracciato, ignara che quella sarebbe stata l’ultima volta che lo facevi.

Se solo avessi saputo, che quella sarebbe stata l’ultima volta che mi sarei perso dentro le tue iridi nere, ti avrei tenuta stretta a me tutta la notte.

Potrai mai perdonarmi?

*

Mi fermo ad osservare le foto sulla parete delle scale, ad ogni scalino corrisponde un ricordo.

La prima, ci ritrae da bambini, forse due o tre mesi dopo che ti eri stabilita a casa mia.

Non avete avuto bisogno di supplicare o chiedere per restare, la mia famiglia vi aveva accolti a braccia aperte, senza chiedere niente in cambio, ma vi sentivate sempre in difetto, e quindi avevate chiesto di aiutare in laboratorio con piccoli lavoretti.

Mamma si era sempre chiesta, vista la vostra giovane età, da dove derivasse quella vostra intelligenza ed ingegno nel fare le cose.

Me lo svelasti quasi dieci anni dopo, a causa di un desiderio andato storto, siete tornati bambini.

Una condizione che, ti ha segnato così profondamente, da non poterti abbandonare all’amore che provavamo entrambi.

Ti lasciai andare, con la consapevolezza che prima o poi saresti tornata da me, ti avrei ritrovata, e così fu, anche se mi ero abituato a camminare senza averti al mio fianco.

Sei ripiombata poi nella mia vita come un fulmine a ciel sereno, eri più matura, di aspetto, forte, coraggiosa, determinata, tutte qualità che già possedevi, e che mi hanno fatto innamorare perdutamente di te, anni prima.

*

Abbiamo superato numerosi ostacoli, prima di trovare un equilibrio tra di noi, fatto esperienze diverse, che hanno condizionato emotivamente le nostre scelte.

La seconda foto, ci ritrae nel giorno del nostro matrimonio, testimonianza del fatto che se si vuole, si può raggiungere qualunque obiettivo.

Era stato organizzato in soli due mesi, le coppie normali, hanno un anno di tempo per prepararsi, e noi, in poco tempo abbiamo fatto tutto, complice il fatto che aspettavamo il nostro primogenito.

Ricordo ancora le facce sbigottite dei nostri testimoni, quando li avevamo invitati fuori per una cena in compagnia, e si sono ritrovati coinvolti nella nostra pazza avventura.

Eccoci lì, tutti e cinque sorridenti, e come al solito, Goten e Teo, avevano voluto strafare, e farsi riconoscere anche nella foto.

Non sarebbero stati loro.

*

Passiamo poi, ad una delle foto più belle di sempre: io, te ed il nostro primo fagottino.

Ti assomigliava molto in quella istantanea, e non si è smentito negli anni avvenire.

Era affascinato da te, e dal tu lavoro, che è diventato anche lui qualcuno che conta nel mondo militare.

Non è stato facile all’inizio crescerlo, ma abbiamo avuto degli ottimi consigli, da chi ci era passato prima di noi.

Rido al pensiero della prima volta, in cui ha iniziato a volteggiare in aria, e per fortuna al chiuso, e il tuo terrore quando mi hai chiamato dicendo di tornare subito a casa, ma di stare attento ad aprire la porta, avevi paura volasse via come un palloncino, ignorando il fatto che lo avrei potuto raggiungere in un batter d’occhio.

Aveva solo dieci mesi, di solito iniziano a camminare a quell’età.

Ma questo è stato solo uno, tra gli episodi più esilaranti che porteremo per sempre con noi.

Ricordo anche, quando è nata la nostra principessa, quattro anni dopo.

Non fu un parto facile, hai sofferto molto, soprattutto con le contrazioni, per quanto cercassi di trattenere il dolore, il tuo viso provato, faceva trasparire tutte le emozioni di quel momento.

Faticava ad uscire, e ad ogni spinta, mi stritolavi sempre di più la mano, per un momento avevo temuto me la rompessi.

Poi ecco che con il suo pianto, tutto il dolore, la sofferenza provata fino a quel momento sparì di colpo, facendoci tornare il sorriso e a piangere come bambini, stretti l’uno con l’altro.

Con il secondo, è stato tutto più facile, sapevamo già a cosa andavamo incontro.

Rientrai a casa, e tu eri sdraiata in divano a guardare una telenovela, lei che volava attorno a te, inseguita dal più grande.

E non contenti, abbiamo voluto regalare a loro un altro fratello.

Ed eccoli li, i tre birbanti, ritratti mentre giocano in piscina.

Ci passo sopra le dita rugose, e vado oltre, ma salendo l’ultimo scalino, ho come un mancamento, mi devo sedere.

Ormai i centoundici anni che mi porto sulle spalle, si fanno sentire, facendo prevalere la parte umana.

Faccio un bel respiro e proseguo.

Una foto in particolare attira la mia attenzione: mamma e papà.

Quanto li ho amati quando erano in vita, chissà se quando sarà la mia ora, riuscirò ad incontrarli, magari sfiderò ancora mio padre, come quando ero piccolo, e come facevo con i miei figli.

Sarà diventato fortissimo, e conoscendolo, non avrà smesso con gli allenamenti, posso vedere mia madre rassegnata che lo rimprovera di non essere mai a casa, e di pensare solo agli allenamenti, per poi farsi passare l’arrabbiatura, appena lui le stampava un dolce bacio sulla guancia.

Non lo aveva mai fatto davanti a me, ma quando ritornava a casa, mi piaceva spiarli, mentre parlavano, sapevo che avrei visto qualche gesto bello, da parte sua.

Rido, perché mi piace pensare che siano così, ancora uniti.

E noi Mai? Ci riconteremo?

*

Passo davanti la camera del più grande, che ormai era diventata una specie di stanza dei ricordi, avevi conservato il lettino, qualche abitino, la carrozzina e quella poltroncina in vimini a dondolo.

Ti posso ancora vedere, mentre allatti i nostri bambini, rilassandoti davanti al panorama della finestra.

Quegli alberi sono rimasti gli stessi, incorniciano ancora le montagne, oggi innevate.

Mi siedo, ed osservo la pioggia battere sui vetri, lente gocce scivolano via, lasciando spazio ad altre, che sembrano voler bussare, per entrare.

Un tuono in lontananza squarcia quel silenzio, quasi spettrale.

Le fronde degli alberi iniziano a muoversi più veloci, colpite dalle raffiche di vento.

Un altro tuono…non so perché, ma mi ha fatto sobbalzare.

*

Proseguo per il corridoio, fino ad arrivare alla nostra camera.

Osservo dalla porta finestra che dà sul terrazzino, il panorama, un timido sole che sta ormai giungendo al termine del suo percorso quotidiano, si sta facendo largo tra le nuvole nere.

Il suo riverbero, ha materializzato un arcobaleno, è bellissimo, Mai.

Posso vedere riflesso sul vetro della finestra, vicino al mio, il tuo volto meravigliato, davanti a cotanta bellezza.

Fin da piccola, quell’arco colorato, ti aveva sempre attirato a se, come una falena che insegue la luce, o come un marinaio, attratto dal canto di una bellissima sirena.

Che cosa ti affascinasse, è sempre rimasto un mistero, è solo un effetto ottico.

No, non lo è…Si narra, che se riesci a trovare la fine dell’arcobaleno, lì troverai un vero tesoro.

Mi sembra di sentire ancora la tua voce e la tua presenza accanto a me.

 

Dimenticavo.

Oggi è nato il nostro pronipote, è bellissimo.

Nostra nipote l’ha chiamato Vegeta Jr, in onore di mio padre, il più grande dei nostri figli, gli ha raccontato delle sue avventure e di come, assieme a Goku, e agli altri guerrieri, eroicamente ha sconfitto nemici, che andavano ben oltre la sua portata.

Ha detto che sicuramente diventerà come lui, e di questo ne sono orgoglioso e onorato.

Papà ha sempre avuto un caratteraccio, ma tu, hai saputo prenderlo nella giusta direzione, e farti amare incondizionatamente.

Quando sei partita la prima volta, ne ha sofferto molto, è stato come perdere una figlia, per qualche tempo, non nego, gli era sparito il sorriso, poi ricomparso magicamente, quando sei di nuovo piombata nelle nostre vite.

Sono sicuro che diventerà un grandissimo guerriero, e difenderà la Terra, se mai venisse minacciata.

*

Mi sento stanco, Mai.

Mi stendo sul nostro letto, dalla parte tua questa volta, e posso sentire ancora il tuo profumo sul cuscino, nonostante sia passato tutto questo tempo.

Mi addormento…

Arrivo Mai, aspettami alla fine dell’arcobaleno.

*

Ecco, ti vedo in quel bellissimo abito bianco, con una corona di margherita in testa.

Sei avvolta da una luce bianca, quasi angelica.

Mi vieni incontro e mi sussurri dolcemente all’orecchio: “Visto che mi hai ritrovata?”

*

FINE

*

Note:  Ciao a tutti, e dopo qualche mese, siamo giunti alla fine di questa avventura. Sinceramente ero indecisa se finirla in questo modo, oppure lasciare il 29° capitolo l’ultimo, ma mi sentivo in dovere di raccontare in breve cos’era successo negli ultimi anni.

Innanzitutto è doveroso ringraziare le persone che mi hanno seguito fino a qui, lasciandomi un commento, sostenendomi ogni volta:

GRAZIE DAVVERO DI CUORE

Ringrazio anche chi ha solo letto, ed ha inserito la storia tra le preferite e seguite, anche questo vuol dire sostenermi, perché il vedere che i miei racconti piacciono, mi fanno venir voglia di scrivere ancora.

Non so quando riapparirò in questa sezione, perché attualmente sono impegnata in un altro fandom, ma quando lo farò, spero di trovarvi ancora a sostenermi.

Un abbraccio a tutti voi.

 

  
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