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Autore: Ethan_smile    10/11/2020    1 recensioni
Una Donna che vive di rendita, con una splendida famiglia, scoprirà che in realtà tutto quello che la circonda non coincide all’idea che lei si è fatta. Neanche l’idea che ha di se stessa. Tra scenette comiche, riflessioni profonde e lacrime capirà che la vita non è altro che un Caleidoscopio: una miriade di riflessi di se stessa e degli altri.
Genere: Comico, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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~Cosa non va di me~ 

Era uno di quei periodi dove la vita trascorreva senza tanti colpi di scena, senza avvenimenti particolarmente avvincenti o qualcosa degno di nota. Victoria Moore era tranquilla e beata nella sua vita di lusso insieme al marito Oliver che la ama e gestisce prontamente gli affari della moglie. Una vita tranquilla per Victoria grazie al padre che,dopo la morte, le ha lasciato una banca e una catena di alberghi che porta il suo cognome. Anche la vita di famiglia è tranquilla, se solo non fosse il brutto rapporto che victoria ha con la figlia Susan: tutto dovuto ad una lite, avvenuta anni prima, per la scelta della facoltà dove Susan avrebbe dovuto andare a studiare; Victoria avrebbe voluto per la figlia un futuro da prestigioso chirurgo, Susan, d'altro canto, ama la musica e vorrebbe diventare una famosissima metallara. Eh si, la sua passione è la chitarra elettrica. Victoria, donna di classe tutta d'un pezzo, non riesce ad accettare la passione e, soprattutto, il modo di vestire della figlia. A pacare gli animi fu proprio Oliver, punto di congiunzione tra le due, che non è mai riuscito a risanare i rapporti tra le due. Oliver si rende conto di questo anche quando le due si sentono al telefono dove volano insulti e parolacce. Pare,addirittura, che la figlia si diverta a mandare foto alla madre dei suoi abbigliamenti stravaganti e make-up esagerati solo per farla innervosire.
- Susan la devi smettere con queste foto dove sembri una bambola drogata-
 tuonò Victoria al telefono dopo l'ennesima foto della figlia mentre il padre roteò gli occhi al cielo rassegnato sulla poltrona. 

- come ti permetti, insolente! Non puoi dire la parola con la "s" a tua madre! Dove sei cresciuta? per strada ?!- 

Ringhiò ancora più forte la madre mentre parlava al telefono gesticolando contro la parete del salotto come se la figlia fosse lì davanti. 

- adesso basta, ringrazia là buon anima di tuo padre o saresti già sotto i ponti.- 

Come dicevamo,tralasciando questi piccoli episodi di ordinaria amministrazione a cadenza occasionale, tutto era davvero perfetto. La vita però si sa, quando meno te lo aspetti, ama metterti in difficoltà e tutto quello che credevi di sapere, tutte le certezze e le cose che pensavi di aver capito crollano come quando soffi su un castello di carte. 

Era una mattina come tante, Victoria apre gli occhi e dalla cucina proviene L'odore del caffè mentre dalla finestra si intravede la giornata grigia e la pioggia che bagna le piante del giardino. 

Mentre Victoria si alza, con la sua vestaglia di raso bianca e si dirige verso l'enorme specchio dell'armadio, Oliver arriva con un vassoio dove c'era del caffè, un cornetto e un bicchiere d'acqua con una rosa rossa.

-buongiorno amore - disse l'uomo entrando dalla porta che aveva spinto con la spalla.

-buongiorno tesoro- rispose la donna mentre guardava interrogativa il suo riflesso allo specchio.

-hai dormito bene - riprese il marito poggiando il vassoio sopra un mobile alto dall'altra parte della stanza vicino al letto; la donna stranamente non rispose e continuava a fissare lo specchio.
- allora vieni a fare colazione o starai lì tutto il giorno a contarti le rughe ?- continuò il marito, ignaro di quello che avevo appena fatto. La donna, infatti, alzò lo sguardo come un leone che ha appena visto la sua preda preferita fissandolo dal riflesso dello specchio con gli occhi sgranati. Lui dal canto suo la fissava sorridente, come chi ha appena fatto il battutone dell'anno. 

- quali rughe, scusa ? - disse lei con un tono basso, apparentemente calmo ma che prometteva l'inferno.

- cos.., che.. dai su non ci pensare, viene a fare colazione - balbettò lui, cercando di sorvolare sulle sue precedenti affermazioni. 

- ho detto: quali rughe? - disse lei alzando leggermente la voce, scandendo bene le parole e girandosi di scatto per guardarlo dritto negli occhi. A questo suo gesto il marito sussultò sgranando gli occhi. Era pietrificato.
- vuoi dirmi che ho le rughe? Che sono brutta e sto diventando vecchia ?- continuò lei a voce alta incrinata un po' dal pianto che ne sarebbe scaturito sicuramente da lì a breve. - amore era una battuta, non volevo. Io... non -

- che razza di buttata è? Le battute si fanno sulle cose che si pensano davvero- lo interruppe lei a questo punto gridando sul serio come una venditrice di pesce che si rispetti. Lui era fermo lì con le spalle al muro incapace di proferire parola. Dopo averlo fissato un po' con gli occhi spalancati, si diresse di nuovo davanti allo specchio sotto lo sguardo attento e spaventato del marito. Torna a fissarsi come qualcuno che vede il suo viso per la prima volta, poi torna improvvisamente con lo sguardo al marito che, in un primo momento, distoglie immediatamente lo sguardo come un bambino che è stato beccato a far danni. 

- cos'altro? Eh ? Cos'altro c'è che non va di me ? - il marito torno a fissarla impaurito e stranito dalla situazione. 

- tesoro non hai niente che non va. Invecchiare va bene, le rughe sono segno di saggezza. I primi capelli bianchi sintomo dell'esperienza che la vita...-  un grido da parte della donna interruppe le scuse blande del marito, che forse, stava solo peggiorando la sua situazione. Lei torno a fissarsi allo specchio - si beh, forse. Forse...- ad un certo punto si fiondò dentro la cabina armadio torno vicino al marito addentando il cornetto come un cannibale e uscì come una furia dalla stanza. Il marito rimasto lì a fissare la porta da dove fosse appena uscita la moglie, o forse una pazza, sicuramente al momento neanche lui lo sapeva. Si rilassò. Si mise le mani tra i capelli e si lasciò cadere sul letto come un sacco di patate privo di vita lanciato sul pavimento.                       Il suv di vittoria sfrecciava sotto la pioggia, un’occhiata alla strada e una allo specchietto retrovisore. C’era una donna riflessa che Victoria pensava di non conoscere più;  la discussione fatta col marito era un chiodo fisso nell sua mente. Eppure non si era mai accorta di questi cambiamenti in lei. La domanda era: se suo marito si era accorto di questa cosa, quante altre persone si sono accorte che io non sono più la stessa, per di più era assalita dalla vergogna: tutti si sono accorti di questo e lei no, non voleva assolutamente passare per stupida. Tutte le volte che Susan, la figlia, la chiamava “vecchiaccia” forse anche lei si era accorta di questo. Eppure Victoria non si considerava una stupida, doveva esserci qualcosa che non va. 

La sua amica del cuore, quella con cui ha condiviso la gioventù , lei doveva avere per forza un’idea su questa cosa; lei doveva essersi accorta che fosse cambiata. Mentre parcheggia nel viale di casa della sua amica le squilla il cellulare, con tutto il cuore sperò che non fosse la squinternata della figlia. Era Oliver. Non rispose. 

- Vicky che ti è successo- disse l’amica vedendo entrare vittoria visibilmente scossa. 

- Maggie, tu sei mia amica, giusto ?- esordì Victoria sull’orlo di una crisi di nervi. 

- Si certo, perché me lo chiedi ? - adesso Maggie era davvero preoccupata. 

- Dimmi la verità, mi vedi diversa ? Cambiata? Invecchiata? - disse Victoria senza neanche prendere aria. 

- Vicky non saprei. Di certo non siamo più ragazzine. A questa frase Vicky si accasciò sulla poltrona come se qualcuno le avesse appena sparato. Prese un grosso fazzoletto di stoffa e soffio rumorosamente il naso. 

- Vicky vuoi dirmi cosa succede?- chiese Maggie sedendosi accanto e poggiando le una mano sulla spalla per confortarla. 

- Stamattina... stamattina- soffio ancora una volta rumorosamente il naso.

- Stamattina Oliver mi ha portato la colazione in camera e, mentre riflettevo davanti allo specchio su che giorno fosse oggi, lui mi dice: che fai ti conti le rughe?- l’amica scoppio in una fragorosa risata. Victoria la guardò interdetta - cosa c’è da ridere ? - chiese lei non trovando nulla di divertente nella faccenda.

- Davvero è questo il problema? Sei sempre la solita bacchettona- un’altra colpo di pistola attraversò il petto di Vicky, lei bacchettona ? Da quando ? 

- Vicky ? Vicky stai bene?- la storia delle rughe era già troppo, adesso anche bacchettona. I suoi pensieri vennero distratti dall’amica che la scosse preoccupata. 

- Davvero pensi che io sia una bacchettona?- esordì Vicky con una voce lieve. Maggie scoppio di nuovo a ridere e Vicky si alzò di scatto dalla sedia. Dalla cucina spunta la mamma, ormai ultra ottantenne di Maggie, stranita da quelle risate. 

- Che succede?- chiese la donna avanzando lentamente. 

- C’è Victoria- rispose Maggie mentre la donna alza la mano per salutare l’anziana donna.

- Ma chi la stronza insensibile?- disse l’anziana 

- Mamma !- la riproverò prontamente Maggie mentre Victoria si accasciò nuovamente alla poltrona.

- Victoria mi dispiace, lei non c’è con la testa. Ieri ho parlato con tua figlia, deve aver sentito- Victoria si alzo dalla poltrona come un pugile ferito e si diresse a passi lenti ma decisi verso la porta d’ingresso. -Victoria?- disse Maggie cercando di portarla alla realtà. Una volta giunta alla porta in stato catatonico Victoria riuscì solo a dire -devo andare- uscendo senza neanche aspettare la risposta delle altre due. 

- ho detto qualcosa che non va ? - disse l’anziana signora ignorando il dramma. La figlia la fulmino con lo sguardo e lasciò la stanza senza proferire parola. 

Victoria giunse in banca, scese dall'auto e aprì l'ombrello. Aveva messo dei grossi occhiali da sole è un foulard che le coprivano totalmente il volto. In testa aveva un grosso cappello, di quelli da spiaggia. Entra e, una volta superata la bussola ad interblocco, la guardia giurata le si parà davanti. 

- signora le devo chiedere di scoprirsi il volto- disse la guardia in topo pacato ma autorevole. 

- Tom non essere sciocco- disse Victoria a bassa voce. 

- signora Moore ?- chiese Tom abbondantemente confuso. - ssshh! Non gridare!- disse lei guardandosi intorno.

- signora ma che sta facendo?- chiese ancora Tom . 

- sto giocando a nascondino.. cosa vuoi che faccia, cerco di passare inosservata- la faccia del povero Tom si strani ancora più di prima.

- È successo qualcosa ? Ha bisogno d'aiuto ? - chiese Tom cercando di dissimulare esattamente come la donna. 

- si. Hai visto mio marito? È passato ? 

- no signora. 

- mike invece e qui ? 

- si signora. 

- perfetto. Grazie Tom- Victoria fece per incamminarsi. -signora moore- la richiamò Tom mentre lei lo aveva già superato. - si ?- chiese Victoria girandosi leggermente verso la guarda.

- Tom torna domani, io sono tyler comunque- tuonò l'uomo facendo spallucce. Victoria rimase un attimo bloccata.

- oh si scusa, hai ragione. Scusami-.

Arrivò davanti l'ufficio di Mike, si diede un ultima occhiata intorno e senza pensarci un secondo apri la porta. Entro di scatto.

- aaaaahhhhh !- Mike caccio un urlo potentissimo che stava quasi per distruggere le finestre. Victoria fece lo stesso presa alla sprovvista. Poi entrando chiuse la porta e vi si Poggiò contro con la schiena. 

- chi è lei ? Non mi uccida,la prego- piagnucolò l'uomo nascostosi sotto la scrivania.

- sssshhhh! Sei forse diventato matto?!- disse lei mentre si riprendeva dallo spavento.

- si sono matto ma non mi uccida la prego- piagnucolò ancora Mike da sotto la scrivania.

- esci da lì cuor di leone, sono Victoria- disse lei togliendosi occhiali e cappello. L'uomo balzò da sotto la scrivania e cerco di darsi un tono.

- tu sei pazza! Pazza ! - urlo Mike con la voce stridula.

- stai zitto e abbassa la voce, non essere sciocco- disse lei avvicinandosi verso di lui e continuando a parlare  a bassa voce. 

- io ti denuncio. Non essere sciocco. Ma certo mi fa prendere un colpo e dovrei pure farle un applauso- Victoria lo blocco per le spalle e lui interruppe il suo sproloquio. 

- Mike ho bisogno di te - disse lei fissandolo negli occhi. Lui si bloccò un attimo e poi scoppiò a ridere fragorosamente. 

- hai bisogno di me, ma stai male ?- disse lui tra il divertito e la sorpresa. Con suo fare eccentrico si poggio sulla scrivania. Victoria gli si pose davanti.

- Mike devi essere estremamente sincero. Mi vedi imbruttita ? Invecchiata ? Bacchettona ? Stronza ? - lui la fissava divertito. 

- tesoro stronza lo sei sempre stata- lei alzo gli occhi al cielo ma lascio correre.

- l'età passa per tutti ma ci sono mille rimedi. Per quanto riguarda lo stile devo dire che mia nonna veste meglio- disse Mike con quello che sembrava un pizzico di soddisfazione. Victoria comincio a camminare per la stanza girando su stessa riflettendo su quello che aveva appena sentito.
- la pianti di girare, mi fai venire da vomitare - lei si bloccò di spalle al ragazzo. Riprese gli occhiali e il foulard. Fece per uscire. - grazie Mike - disse lei senza voltarsi accingendosi ad uscire. - quando vuoi- rispose lui divertito.

 

   
 
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