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Autore: Sokew86    10/11/2020    4 recensioni
Il giorno di San Nicola di quando il principe Hans aveva undici anni fu il più spaventoso e dolce della sua vita.
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fratelli di Hans, Hans, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Beware the Southern Isles'
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capitolo 2

Premessa.
Ciao a miei vecchi e nuovi lettori.
Mi chiamo Sokew86 è questa fan fiction appartiene alla serie Beware the Southern Isles. Una serie che racconta la famiglia di Hans senza seguire il romanzo ufficiale A frozen Heart. La prima storia della serie “Dodici lettere” racconta che cosa succede a Hans in ritorno ad Arendelle e cosa sceglie di fare suo fratello Peter. È una storia di cui sono particolarmente soddisfatta e che ad aprile di quest’anno ho dato una ripulita. Spero che le darete un’occhiata.

 

 

Il sangue non unisce

 

San Nicola era il Santo protettore delle Isole del Sud perché difendeva i marinai e per questo era stato scelto come difensore di una nazione marittima. Ogni anno il re e i primi cinque principi regnanti partecipavano alla celebrazione ufficiale del Santo nel duomo della capitale. In questo specifico caso, toccava a Re Peter e i suoi primi quattro fratelli minori a prendere parte a suddetta cerimonia, perché il precedente sovrano era venuto a mancare undici anni prima. La celebrazione avveniva ogni anno seguendo rigide tradizioni secolari eppure quella volta fu molto diversa, soprattutto agli occhi del tredicesimo principe Hans, che aveva poco più di undici anni. Grazie al suo intuito da bambino si accorse molto presto della confusione funesta che si era generata improvvisamente nel castello, quando un soldato venne a bussare istericamente al portone chiedendo di parlare immediatamente con la regina consorte Ada, che non aveva partecipato alle celebrazioni perché sua figlia Caterina si era sentita poco bene nella mattinata.
        Hans era un bambino sveglio, capace di leggere l’aria di una stanza che da calma e tranquilla, quasi festosa e impregnata anche di spirito natalizio, era diventata tesa. All’improvviso ci fu un grande viavai di soldati e servitori e Hans incominciò a camminare nel castello per capire che cosa stesse succedendo. Vide alcune guardie dirigersi verso le stanze della Regina madre, mentre Ada era scomparsa dai corridoi principali. Hans ebbe un’intuizione e decise di nascondersi nella stanza dove vi era l’ingresso secondario del castello e can passo svelto si avviò. Una volta lì senti rumori sordi di passi, seguiti da deboli voci che Hans riconobbe, appartenevano ai fratelli maggiore Jakob e Andreas. Contemporaneamente udì poi che la porta secondaria veniva aperta. Hans non era in grado di vedere cosa stesse succedendo, i rumori dei passi erano più vicini e le voci più chiare. Hans sporse la testa fuori dal suo nascondiglio e capì che i passi non appartenevano solo ai suoi fratelli ma anche a dei soldati che trasportavano il Re Peter incosciente su una barella. Il bambino percepì il forte e pungente odore di sangue, che lo turbò e finì istintivamente ad inginocchiarsi e nascondersi ancora di più, incapace di trovare il coraggio di sporgere nuovamente la testa e di vedere cosa stesse succedendo con i suoi occhi.
        Quando i rumori cessarono, Hans uscì dal nascondiglio con il cuore in gola e indeciso sul da farsi, la sua mente immaginava gli scenari più atroci e una parte di lui lo supplicava di non cercare conferma. Poiché Ada era scomparsa poco prima, decise di cercare suo fratello Matthæus, un giovane ventunenne dal carattere dolce e amabile che sarebbe stato forse in grado di fornirgli più dettagli, ma soprattutto, di rincuorarlo. Lo cercò nel posto più ovvio di tutti, la biblioteca, però non trovandolo, decise di cercarlo nel suo studio. Una volta entrato Hans notò che sembrava essere stato lasciato da poco: sulla scrivania giaceva un foglio scritto in cui una parola era stata interrotta a metà. Hans da quel dettaglio immaginò che il fratello fosse stato avvertito e che avesse probabilmente raggiunto le camere del Re. Il giovanissimo principe uscì dallo studio e s’incamminò verso quelle stanze, più si avvicinava e più aumentavano i brusii di voci sommesse.
    Era quasi arrivato a destinazione quando un servitore del castello lo notò e gli chiese di andare nelle sue stanze, alle proteste di Hans che esigeva una spiegazione, gliene fu data un’insoddisfacente “Il re si era sentito poco bene durante la manifestazione”. Il servo accompagnò Hans nella sua stanza, davanti alla porta si era piazzata una guardia. Hans era in collera perché sapeva che gli avevano mentito: avrebbe potuto accettare di rimanere nella sua stanza se gli avessero detto che cosa effettivamente fosse successo. Decise di aspettare un po’ leggendo un libro d’avventura, che era stato appoggiato in precedenza al tavolino di notte, facendo molti sforzi a concentrarsi. Dopo aver aspettato quello che gli sembrava un tempo ragionevole uscì dalla finestra della stanza per evitare la guardia.
    Quando suo fratello maggiore Filip era partito per il Medio Oriente per un viaggio di Stato durato due anni, i gemelli Thaddæus e Simon e il collaborativo Matthias avevano isolato Hans per “gioco”. Erano stati due anni lunghi e dolorosi ma soprattutto noiosi, Hans privato della compagnia di bambini della sua età, si era spinto ad esplorare quasi maniacalmente il castello scoprendo scorciatoie e passaggi segreti: ormai conosceva l’edificio come il palmo della sua mano. Era sul cornicione della finestra della sua camera e si arrampicò al piano superiore infilandosi in corridoio poco illuminato a causa del buio serale in arrivo, Hans controllò se nel corridoio c’erano eventuali guardie e, quando costatò che la via era libera, scattò verso un muro. La parete era scura e poco illuminata e Hans la tastò finché non fece scattare il meccanismo di una piccola porta nascosta. La aprì lentamente e s’infilò dentro l’entrata.
    Era buio ma Hans procedeva sicuro ma cauto, con una punta del piede cercò il gradino che si aspettava e tenendosi attaccato al muro cominciò a scendere le scale nascoste. Camminò contando nella mente 1 … 2 … 14 … 18 gradini. Al diciottesimo gradino si fermò e allungò le mani davanti a sé finché non tastò il pomo di un’altra porta. Uscì da quest’ultima ritrovandosi nelle anticamere delle stanze del re e vide vicino alla porta della camera da letto reale una donna seduta ad uno sgabello. La donna era nervosa e dondolava il tronco del corpo mentre batteva ritmicamente i piedi sotto di sé. Sotto a quest’ultimi sembrano esserci delle strane ombre, dall’aspetto molto simile alle radici di una pianta, che sembravano seguire il movimento ritmato dei piedi della donna.
    Prima che Hans potesse dire qualcosa o avvicinarsi per capire che cosa stesse guardando, la donna alzò lo sguardo e sussultando disse-Che cosa ci fa qui, Hans?-. Si alzò in piedi e le strane radici che Hans pensava di aver visto si dissolsero, lasciandolo confuso … forse era stata un semplice gioco di ombre ma poco importava perché il giovane principe andò incontro alla donna. La donna non era altro che la regina Ada, la consorte di Re Peter, ma per Hans era sempre stata solo Ada: la sorella maggiore che non aveva mai avuto e la madre che a volte aveva desiderato avere. Non che Hans avesse espresso queste considerazioni ad alta voce, dopotutto sapeva bene che quella donna era solo sua cognata. Non era il sangue del suo sangue come gli ripeteva in continuazione sua madre.
    Hans osservò il suo volto che un tempo aveva trovato bellissimo, ma che adesso, con l’occhio critico di un pre-adolescente e con le continue critiche della regina-madre in mente, lo osservava più oggettivamente. Ada era donna trentenne con capelli castano chiaro e occhi del colore della terra, i suoi lineamenti non erano sgradevoli ma privi di quel fascino che Hans ormai aveva imparato a osservare, e lo poteva osservare già nella bellezza stupefacente della regina-madre, ormai cinquantenne. Nonostante questi pensieri, Hans considerava ancora sua cognata bellissima, perché era incantato dal calore dei suoi occhi, dalla quiete della sua voce e dal suo carattere gentile e fermo. Per Hans, elogiare la cognata davanti alla regina madre, però, sarebbe stato un guaio e quindi non diceva mai nulla. Di conseguenza, neanche quando era solo con Ada, riusciva a esprimere la sua ammirazione e il suo sincero affetto ma sembrava che questa comprendesse i suoi sentimenti, nonostante tutto.
-Ho visto Peter svenuto, che cosa è successo?Voglio vederlo!- le ultime parole furono pronunciate con ansia e Ada si voltò turbata verso la porta chiusa. Si sedette sulle ginocchia e i suoi occhi furono ad altezza dello sguardo di Hans.
-Peter…-, iniziò cautamente la donna pronunciando il nome del marito con un leggero accento del regno di Corona- Non è cosciente al momento-, gli occhi di Hans si allargarono per la paura e Ada gli mise una mano sulla spalla e lo avvicinò a sé.
- Non è grave come suona. È stato sedato per mettere dei punti-. Ada fece una pausa per osservare la reazione del giovane principe e decise che era capace di accettare e capire la verità- C’è stato un attentato, un folle l’ha attaccato ma per fortuna gli ha solo ferito il viso e non gli ha danneggiato gli occhi-, quegli occhi così simili a quelli del bambino di fronte a sé: in quella famiglia tutti i fratelli condividevano il colore verde prato dell’iride. Ada accarezzò la guancia di Hans a quel pensiero e quest’ultimo riconobbe l’odore della donna che sapeva di primavera anche in pieno inverno.
-Posso vederlo?- Hans domandò con un filo di voce mentre tratteneva un singhiozzo che sfacciatamente gli voleva uscire dalla gola, chiuse i pugni sapendo che non aveva senso … suo fratello stava bene … Ada non gli mentiva. Non aveva senso piangere e non doveva piangere. Strinse ancora di più i pugni mentre la voce della regina madre gli riecheggiava nella testa – Per quale ragione piangi, smettila! Sei ridicolo!Sei drammatico!-
- Non è in un bello stato Hans, ha perso molto sangue ed è molto pallido -, quelle parole aumentarono la tensione di Hans che combatté ancora più duramente con la voglia di piangere. Era comunque grato della franchezza di Ada, lei gli diceva le cose come stavano, non giocava, era onesta. Hans ci rifletté, l’idea di vedere suo fratello inerme lo rattristava e spaventava allo stesso tempo, forse non voleva veramente vederlo. La mano di Ada continuava ad accarezzare la guancia del bambino riuscendo così a calmarlo un pochino.
- Se vuoi questa sera puoi dormire nella camera di Caterina, così domani mattina per prima cosa ti porto a vedere tuo fratello-, Hans annuì e girò la testa di lato per asciugarsi rapidamente le lacrime che non era riuscito a trattenere.
    Dopo essersi reso “presentabile” domandò alla cognata perché non fosse accanto al marito e questa fu colpita dalla domanda sagace e rispose semplicemente - Jakob aveva bisogno di vederlo più di me, quando ha finito vado io-. Quelle semplici parole furono elaborate da Hans con un’intelligenza precoce per la sua età: Jakob era il secondogenito della famiglia ed era la guardia del corpo del re che aveva subito un attento, aveva fallito sia come soldato e sia come fratello. Ada si alzò in piedi e rivolgendosi a Hans gli disse -Ti accompagno nelle mie camere, dovresti essere già a letto-, Hans annuì e la cognata gli prese la mano durante il percorso.
    Quando arrivarono, trovarono Caterina, la figlia di Ada e Peter e nipote di Hans, addormentata nella sua culla, con accanto una tata che si dondolava su una sedia vicina. La tata doveva avere avuto già qualche notizia perché appena udì i loro passi, scattò in piedi con un’agilità insospettabile, accennò un inchino e poi balbettò.
-Maestà!Tutto bene … -, Ada la interruppe con un gesto della mano e con un sorriso gentile ma non allegro- Mio marito è stato attaccato durante la funzione ma sta bene. Adesso riposa nelle sue stanze- disse rapidamente anticipando la domanda della tata, la quale tirò un sospirò di sollievo e mormorò qualcosa alzando gli occhi al cielo, forse un ringraziamento. Ada continuò e indicando Hans - Oggi il principe dorme in questa stanza, la prego di prepararlo per la notte-. La tata annuì felice di poter sfogare il suo nervosismo attraverso azioni pratiche.
-Vai già da Peter?- domandò agitato Hans, non sapendo neanche lui da cosa scaturisse quel moto di ansia che sentiva nascere nel petto, ma Ada lo notò immediatamente e gli disse: -Posso aspettare che ti addormenti- ma Hans scosse la testa, sorrise timidamente e le disse lentamente: - Quando sono qui, sono più tranquillo- poi si voltò per guardare la culla della nipote- E poi c’è lei che mi fa compagnia-, Ada sorrise e gli accarezzò nuovamente il viso e poi gli pizzicò la guancia- Buona notte allora- lo abbracciò stretto e gli disse a bassa voce- Andrà tutto bene- ma sembrò che Ada si rivolgesse più a se stessa piuttosto che a Hans. Poco dopo tornò la tata e la regina andò via mentre Hans fu preparato per andare a letto.
     Hans non seppe mai che cosa provò Ada nel vedere suo marito incosciente, non seppe se lei e Jakob discussero dell’accaduto e se quest’ultimo le avesse chiesto il suo perdono per quel chiaro fallimento. Seppe soltanto che Ada, ancora una volta, fu di parola e la mattina seguente lo portò a vedere Peter. Mentre i due si avvicinavano sempre di più a destinazione, Hans prese istintivamente la mano di Ada e la strinse con forza, quel gesto fu accolto da un sorriso dolce e una rassicurante carezza sulla testa. Alla porta della camera reale, Hans ispirò e quando sua cognata aprì la porta chiuse per un attimo gli occhi, preparandosi al peggio.    
    Peter era sveglio, semi sdraiato sul letto. L’occhio sinistro era stato fasciato e il suo viso era pallido , anzi pallidissimo agli occhi di Hans che nel sorriso rassicurante del fratello vi lesse soltanto tanto dolore. Lasciò bruscamente la mano di Ada e si precipitò dal fratello, si arrampicò sul letto e lo abbracciò con tutte le sue forze mentre tratteneva le lacrime. Peter gli passò una mano sulla guancia e la sua pelle apparve tiepida ad Hans: suo fratello aveva sempre avuto le mani calde … stava così male? Hans sciolse l’abbraccio e si accomodò meglio sul letto, ci fu silenzio e Hans era rimasto muto ad ispezionare l’altro.
-Non è nulla Hans, è solo un graffio- disse Peter che enfatizzò indicando la garza ma Hans prese le mani del fratello tra le sue e le trovò dannatamente fredde.
-Perché sei pallido, allora?Perché le tue mani sono così fredde?- domandò il bambino con una certa veemenza mentre sentimenti di impotenza e rabbia offuscavano il suo cuore. Non voleva vedere suo fratello ferito o ammalato o peggio. Peter lanciò un’occhiata alla moglie che si mise a sedere accanto al marito, Ada guardò Hans con dolcezza e preoccupazione.
-Ho avuto paura ed è per questo che ho il viso pallido e le mani un po’ meno calde- Peterr estrasse una delle mani dalla stretta di Hans e la porse alla moglie come per chiedere conferma.
-Sono solo tiepide- Ada confermò con un sorriso mentre scherzosamente posò un bacio delicato sulle nocche della mano di Peter. Hans abbassò la testa frustato e incapace di guardare il fratello allettato, dall’altra parte qualche lacrima di sollievo gli scese dalla guancia.
-Se ti sei spaventato, posso esserlo anche io- disse con un filo di voce mentre Peter lo riaccoglieva tra la braccia, seguito dalla moglie: Hans nel calore di quell’abbraccio di gruppo si sentì rassicurato.
-È normale che tua abbia paura Hans - disse Ada con dolcezza mentre cullava tra le braccia quei due fratelli così diversi ma nello stesso tempo così simili. In cuor suo anche lei aveva avuto bisogno di quell’abbraccio, non solo Hans. Adesso poteva finalmente respirare perché il suo amato marito era fuori pericolo.

 Note dell’autrice
In questo periodo sto scrivendo un continuo di Dodici lettere che si svolge nei tre anni che separano gli eventi di Frozen I e II. Mentre lavoravo sul continuo, ho scritto quest’one-shot e spero che sia sta gradevole anche per chi non conosce i miei personaggi. Per i miei vecchi lettori invece … wow è la prima volta che descrivo Ada "così" (non uso l'aggettivo giusto per evitare spoiler).  Sì, l’ho sempre immaginata che fosse di Corona e non particolarmente bella. È stato inoltre bello descrivere un giovane Peter quando ancora si concedeva di essere più affettuoso con Hans e gli mostrava il suo lato paterno, anche se poi quest’ultimo aspetto ha incasinato i rapporti tra loro da adulti.
Se volete leggere le altre storie delle serie ecco il link .  Vi sto mettendo tutti i link possibile perchè a oggi novmbre 2020, c'è un bug e la tag del personaggio di Hans non funziana.  Queste storie escono solo se si sceglie la tag "Fratelli di Hans".
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Con molto orgoglio, condivido il mio racconto "Gioia è socialmente accettabile", una favola contemporanea nera. Acquistabile su Amazon: https://www.amazon.it/dp/B095KRX9XG
   
 
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