16/11/2020
8 recensioniL'amore è un'erba spontanea non una pianta da giardino.
[Ippolito Nievo]
Il giardino segreto
Dopo la fine della guerra, lo scopo della vita di Neville sembra essere racchiuso in un fiore raro.
Lo pianta il giorno in cui Pansy si presenta a casa sua per la prima volta; sulle labbra ha un sorriso tirato, un rossetto troppo acceso e una riluttante richiesta di aiuto.
“Gli auror mi cercano ancora e… Per Salazar, Paciock, offrimi qualcosa da bere!”
“Sì, scusami” dice, ma con un’occhiata divertita che tradisce il suo cambiamento perfino più della spada piantata nelle squame di Nagini. “Vado a preparare un tè, aspettami pure qui”.
Pansy lo scruta scettica e poi ride con il solito fare sprezzante.
“Entro dentro anche io, non sono mica una pianta da giardino! E niente tè, almeno una Burrobirra!”
Lo pianta il giorno in cui Pansy si presenta a casa sua per la prima volta; sulle labbra ha un sorriso tirato, un rossetto troppo acceso e una riluttante richiesta di aiuto.
“Gli auror mi cercano ancora e… Per Salazar, Paciock, offrimi qualcosa da bere!”
“Sì, scusami” dice, ma con un’occhiata divertita che tradisce il suo cambiamento perfino più della spada piantata nelle squame di Nagini. “Vado a preparare un tè, aspettami pure qui”.
Pansy lo scruta scettica e poi ride con il solito fare sprezzante.
“Entro dentro anche io, non sono mica una pianta da giardino! E niente tè, almeno una Burrobirra!”
❀❀
La routine di Neville è scandita al ritmo delle esigenze delle sue piante: dare acqua, favorire la luce, preparare pozioni pesticide.
E nel frammento di tempo in cui è puntualmente lontano – anche Pansy è parte della routine, adesso – non può che finire a parlare del suo fiore.
“Sei noioso da morire, Paciock” commenta lei, fingendo uno sbadiglio. Eppure resta seduta di fronte a lui al tavolino del pub per l’ennesima sera.
E resta anche Neville, nonostante sappia bene che è solo di notte che il suo fiore raro potrebbe spuntare.
E nel frammento di tempo in cui è puntualmente lontano – anche Pansy è parte della routine, adesso – non può che finire a parlare del suo fiore.
“Sei noioso da morire, Paciock” commenta lei, fingendo uno sbadiglio. Eppure resta seduta di fronte a lui al tavolino del pub per l’ennesima sera.
E resta anche Neville, nonostante sappia bene che è solo di notte che il suo fiore raro potrebbe spuntare.
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Le ore che Neville trascorre nel giardino si assottigliano sempre più; è che Pansy lo cerca di continuo mostrandogli un altro giardino segreto. Un giardino dove l’acqua è la Burrobirra, il terreno sono i pub di Londra, e cosa si sta coltivando lui non lo ha ancora ben capito.
Non lo capisce neanche la sera in cui Pansy finalmente lo bacia.
“Questo è stato–”
“Se stai per dire errore, ti uccido, Paciock”. Ma non gli lascia il tempo di dire niente, comunque, e lo bacia un’altra volta.
Mentre torna a casa con una lentezza esasperante e uno stupido sorriso sul volto, Neville al suo fiore non ci pensa neppure.
Non lo capisce neanche la sera in cui Pansy finalmente lo bacia.
“Questo è stato–”
“Se stai per dire errore, ti uccido, Paciock”. Ma non gli lascia il tempo di dire niente, comunque, e lo bacia un’altra volta.
Mentre torna a casa con una lentezza esasperante e uno stupido sorriso sul volto, Neville al suo fiore non ci pensa neppure.
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“Neville, è spuntato il tuo fiore!”
Il ragazzo corre verso il giardino, ma quando arriva scuote la testa con un pizzico di delusione. La nonna si è sbagliata, il fiore di luna deve ancora germogliare.
A spuntare, invece, è stato solo un fiore selvatico a cui non aveva mai badato. Un fiore spontaneo, nato senza che lo sapesse, quando non guardava, mentre era con Pansy.
E lui lo sa che quel fiore inatteso si chiama viola del pensiero. Ma dentro di sé sente di doverlo chiamare amore.
Il ragazzo corre verso il giardino, ma quando arriva scuote la testa con un pizzico di delusione. La nonna si è sbagliata, il fiore di luna deve ancora germogliare.
A spuntare, invece, è stato solo un fiore selvatico a cui non aveva mai badato. Un fiore spontaneo, nato senza che lo sapesse, quando non guardava, mentre era con Pansy.
E lui lo sa che quel fiore inatteso si chiama viola del pensiero. Ma dentro di sé sente di doverlo chiamare amore.
NDA: Il fiore coltivato da Neville è il "fiore di luna", un fiore che spunta solo di notte e che da quanto ho capito necessita di molte cure (sono una capra in botanica, mi sono affidata alla serie tv "The haunting of Bly Manor"); la pianta spontanea che invece trova alla fine nel suo giardino è la viola del pensiero, un fiore che mi risulta essere davvero spontaneo e che – soprattutto – ho scelto come easter egg perché è da questo fiore che deriva il nome di Pansy.
Il titolo della storia è preso dal romanzo di Burnett: mi è sembrato rendesse sufficientemente conto del piano reale e metaforico in cui appaiono le piante (e l'amore) nella storia.