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Autore: Maggiechan_75    16/11/2020    6 recensioni
Kaori sconvolta dall'incontro Kaibara si rifugia in camera sua. Nel capitolo "la quiete prima della tempesta" Kaori decide di tagliarsi i capelli. Quella sequenza disegnata da Hojo apparentemente insignificante secondo me racchiude molto ma molto di più, non solo il ritorno di "sugar-boy". In questa One shot ho provato a dar voce a quei tre fotogrammi...
Mi sono lasciata accompagnare da una canzone di Fiorella Mannoia "imparare ad essere donna" che ho trovato adattissima al momento.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Kaori Makimura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ogni emozione mi attraversa il respiro
E rido di gioia oppure senza motivo
Convinta che alla fine tutto torna
Con il peso e la bellezza di imparare
Ad essere una donna

Fiorella Mannoia
 

Lo specchio ha la straordinaria capacità di riflettere esattamente ciò che si vede non trascurando nessun dettaglio. E’ l’unico modo che ci permette di osservarci dall’esterno.

In quella stanza in penombra, la lastra argentea rifletteva senza filtri la pelle rosea e vellutata di una donna. La cute era però segnata da alcune rughe di espressione. Solamente attraverso gli occhi però si poteva percepire la natura di quei lineamenti. Erano lievemente inumiditi e arrossati per il pianto, stanchi e preoccupati. L’iride aveva il colore del fuoco, come la rabbia che in quel momento provava per un uomo, un assassino. Le pupille dilatate sembravano un invito ad attraversarle. Ma cosa si celava al suo interno? Quel pezzo di vetro lo poteva solo percepire.

Dentro di lei si nascondeva una donna forte e determinata, che timidamente in quegli anni stava cercando di uscire in tutti i suoi aspetti. Lo specchio rifletteva la delicatezza e la dolcezza con cui si stava spazzolando i soffici e sottili capelli, dello stesso colore dei suoi occhi. Ne era così fiera. Le ciocche, sbarazzine e ribelli, le arrivavano appena alle spalle, ma per lei era un vero e proprio record. Era la prima volta che aveva raggiunto quella lunghezza.

Aveva passato quasi una vita intera a nascondere quel suo lato, la sua femminilità, con la quale aveva sempre avuto un rapporto conflittuale. Prima di conoscerlo non si era mai sentita veramente donna, e nessuno prima di lui l’aveva trattata come tale, nemmeno colui che l’aveva cresciuta, dapprima come un fratello e poi, suo malgrado, aveva assunto le veci di padre. Hideyuki le aveva insegnato i grandi valori della vita trascurando la propria identità. Ma in effetti, come poteva insegnargliela se lui stesso stava cercando di nascondere la propria? Era cresciuta senza una figura femminile di riferimento. Sembrava quasi temere questo suo aspetto tanto da vergognarsene.

Spesso nascondeva il suo corpo e sopratutto le sue curve dietro vestiti maschili. E nelle rare occasioni che prendeva il coraggio indossare abiti femminili, questi non erano adatti, troppo stretti per il suo corpo. Tanto da renderla troppo aggressiva più che sensuale. Aveva un’idea distorta di come far risaltare il suo lato femminile, quasi convinta che tutto dipendesse solamente dall’aspetto fisico. Il coraggio di vestirsi lo trovava certo, ma di specchiarsi e osservarsi no, altrimenti probabilmente si sarebbe resa subito conto dell’errore che stava commettendo.

Non era facile per lei capire che, se spesso veniva scambiata per un maschio, non era colpa di chi aveva di fronte, ma dal suo atteggiamento. Solo un uomo la riusciva a leggerla dentro, solo lui riusciva, nonostante l’apparenza, a farla sentire una vera donna, in tutti i suoi aspetti. Era il primo che era riuscito a farle provare forti emozioni tanto che se ne era profondamente e perdutamente innamorata. Era un amore sofferto.

Solamente un anno prima, grazie all’intervento di un’amica che la truccò e le diede un abito adatto, scoprì la sua vera bellezza, e non solo lei. Fu in quel momento che capì la vera importanza e il significato di “essere donna!”

Sorrise rendendosi conto però che non era di certo quello il momento di abbandonarsi ai ricordi e lasciarsi ingannare dai sentimenti! Poche ore prima aveva finalmente dato un volto all’assassino di suo fratello. Aveva anche appreso che quell’uomo era il padre di Ryo. Per la prima volta lo aveva visto vulnerabile, debole e dubbioso. Atteggiamenti non certo adatti per lo scontro.

Non poteva assolutamente lasciarlo solo, era determinata a seguirlo anche se lui si fosse rifiutato. Ma per farlo doveva liberarsi di tutto, doveva dimostragli che era pronta a tutto, anche a sacrificare se stessa e i sentimenti che provava per lui. Non poteva permettersi di essere di intralcio. In sei anni aveva capito che in quei momenti doveva inibire la sua parte emotiva. Sentimenti, paure e insicurezze erano proibite. Aveva un solo modo per farlo, ma soprattutto per farlo capire a lui.

Lo specchio rifletteva gli occhi di una donna determinata e decisa. Lo sguardo si abbassò e una mano tremante aprì il cassetto del comodino sul quale era appoggiato lo specchio. Impugnò le forbici come fossero un pugnale. Tremante di rabbia le alzò puntandole contro la sua figura riflessa. Non era difficile intuire cosa lo specchio stava raffigurando in quel momento. Una donna che provava odio pronta ad uccidere per vendetta. Passarono solamente alcuni secondi, lo sguardo cambiò espressione e mentre una lacrima spuntò dal suo occhio sinistro, si rattristò e tremante abbassò l’arma improvvisata.

Scosse la testa come per riprendersi, non doveva cedere a nessun tipo di sentimento se lo era ripromessa solo pochi minuti prima. Mentre la sua mente formulava quel pensiero la mano che teneva la forbice cambiò impugnatura. Con l’altra mano tremante prese una ciocca dei suoi capelli. Era giunto il momento di salutare la donna che era in lei, consapevole che se fosse stato necessario farlo, quello poteva essere anche un addio!!

 

 

   
 
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