Film > Pirati dei caraibi
Segui la storia  |       
Autore: PGV 2    17/11/2020    1 recensioni
Salve a tutti!!
Sono qui per portare alla vostra attenzione tre One Shot che ho scritto questa estate interamente dedicate a tre pirati del franchise di "Pirati dei Caraibi"!
Si tratta dei miei tre personaggi preferiti della serie cinematografica, che ho voluto omaggiare con queste One Shot che raccontato la loro vita dal loro punto di vista perché non ho mai avuto occasione di inserirli all'interno delle mie altre fic e volevo scrivere di loro almeno una volta.
Spero che le One Shot vi piacciano alla fine!! :)
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Davy Jones, Hector Barbossa, Jack Sparrow
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Salve a tutti!!! :)
Continuiamo questa carrellata di tre One Shot dedicate al franchise di “Pirati dei Caraibi” soffermandoci in questo caso su un pirata nello specifico…
Mi sto riferendo ad Hector Barbossa, la nemesi di Jack Sparrow!!
La seconda One Shot di questa tornata ho deciso di dedicarla a lui, e nonostante possa sembrare una scelta “normale” vi posso assicurare che, per quelli che sono i miei gusti, è una scelta più inusuale di quanto sembri.
Inizialmente Barbossa non mi faceva impazzire, era un buon villain e niente di più, preferivo di gran lunga Davy Jones a lui, e il suo ritorno in vita mi è sembrato forzato, per questo non lo vedevo di buon occhio né nel terzo né nel quarto film…
Però con il quinto confesso che, per come si è conclusa la sua storia, mi ha colpito particolarmente, al punto che ho deciso di dedicargli una One Shot, anche se il punto d’arrivo rimane l’inizio della battaglia finale del terzo ed il quinto è solamente accennato con Carina :).
Ma ora basta chiacchiere e vi lascio direttamente alla One Shot, buona lettura a tutti quanti!! :)


È IL GIORNO DELLA MORTE…
ONE SHOT SU HECTOR BARBOSSA




È il giorno della morte…

Non avrei mai pensato che sarei arrivato a questo.
Ho sempre vissuto la mia vita fregandomene degli altri e pensando unicamente a me stesso. Questo mi ha portato alcuni guai, certamente, ed alcuni anche molto grossi, ma anche parecchie soddisfazioni.
Sono sempre stato un tipo molto… particolare, se così si può definire. Ma al tempo stesso crudele e spietato con i nemici. E questa era la mia grande forza.
Adesso invece sono qui, in mezzo al mare, che combatto una battaglia che non è mia e che non vede alcuna speranza che io o gli altri ne usciamo vincitori.
Sembra un paradosso che proprio io mi sia ritrovato in questa situazione… ma sapete che dico? Non me ne frega proprio niente!
Sono in ballo? E allora si balla!
Non ho paura della morte, l’ho combattuta per dieci anni interi uscendone vincitore più volte e subendo una sola sconfitta, salvata all’ultimo grazie a Calypso.
Questa credo sia una storia molto interessante da raccontare. Mi è bastato un solo accenno per ripensare a quella che è stata la mia vita fino a questo momento…
La vita di Hector Barbossa.

È il giorno della morte…

Ho vissuto tutta la mia vita pensando unicamente a me stesso.
Non mi importava nulla degli altri, mi bastava divertirmi e stare bene con me stesso e potevo ritenermi pienamente soddisfatto. Solamente in un’occasione ho pensato a qualcun altro, l’unica volta in tutta la mia vita in cui l’ho fatto.
Quando ho abbandonato mia figlia neonata.
Sono sempre stato un pirata della peggior specie, che razza di vita potevo offrirle io se mi mettevo costantemente nei guai? No, lei era il tesoro più prezioso che avevo, e non le avrei mai permesso di mettersi in pericolo, anche se questo avrebbe significato abbandonarla…
Mi si spezzò il cuore quando dovetti farlo, ma così avrebbe avuto una vita migliore. Le lasciai anche un diario ed una gemma, le avrebbero consentito di vivere una vita dignitosa anche se era un’orfana.
Devo confessarlo, è altamente probabile che questo sia stato l’unico gesto onorevole di tutta la mia vita. Per il resto sono sempre stato un figlio di cane maledetto.
E la cosa non mi dispiaceva neppure. Fino a quando mia figlia non sarebbe stata coinvolta in tutto questo, avrei fatto il bello ed il cattivo tempo quando volevo, disposto anche a mentire pur di accaparrarmi ciò che desideravo.
Ed alla fine è esattamente ciò che ho fatto con quello che è stato per pochi giorni il mio Capitano. Quel dannato piratucolo che mi ritrovo sempre tra i piedi. Quello sciocco che chissà come riesce sempre a cavarsela egregiamente.
Jack Sparrow.

È il giorno della morte…

All’epoca Jack era alla ricerca del tesoro che i nativi dettero a Cortez in persona per fermare lo sterminio che stava perpetrando.
Inutile dire che non si fermò e li sterminò tutti, ma questo non gli impedì di accettare l’oro che era stato offerto lui. A causa di quanto aveva fatto, gli Dei maledissero quell’oro, e chiunque se ne impossessava sarebbe stato colpito da una maledizione eterna.
Non sarebbe stato né vivo né morto, sia il mondo dei vivi che quello dei morti l’avrebbero respinto ed avrebbe vissuto tutta la sua vita come un fantasma. Senza poter assaporare il cibo, le piacevoli compagnie, le emozioni.
Nulla di nulla. Sarebbe stato dannato per l’eternità.
All’epoca non ero a conoscenza di questa maledizione, desideravo unicamente quel tesoro e colsi l’opportunità che quello sciocco di Jack Sparrow mi stava dando. Mi feci arruolare come suo primo ufficiale e, in pochi giorni, mi feci dire tutto quanto.
Grazie alla sua bussola poteva andare nel luogo che più desiderava trovare, e grazie a questo localizzò in un attimo Isla de Muerte, l’isola dove si trovava il tesoro e che solamente chi c’era già stato poteva trovare.
Avevo ottenuto ciò che desideravo, per questo convinsi tutti gli uomini della ciurma ad ammutinarsi, e lasciammo Jack su un’isola deserta a morire, con solo una pistola ed un proiettile per porre fine alla sua vita quando non ce l’avrebbe più fatta.
Allora non sapevamo che sarebbe riuscito a fuggire chissà come, ed eravamo convinti di essercene sbarazzati. Anche per questo Sputafuoco si ribellò all’ammutinamento, soprattutto dopo che avemmo trovato il tesoro e fummo maledetti.
Inizialmente nessuno di noi se ne era accorto, perché sperperammo e scialacquammo ogni singola moneta in cibo, bevande e piacevoli compagnie senza badare a nulla. Solo dopo, quando ci rendemmo conto che non venivamo soddisfatti da nulla, capimmo cosa stesse accadendo.
Sputafuoco sostenne che ci meritavamo quella maledizione, forse aveva ragione chissà. Fatto stette che non accettammo la sua insubordinazione e lo sparai con un cannone fuori dalla nave, osservando mentre veniva trascinato verso la tempesta chissà dove.
Sbarazzatomi di quel problema, dovevo solamente recuperare le monete che avevo speso. Io e i miei uomini potevamo liberarci dalla maledizione solo restituendo ogni singola moneta, e pagando con il sangue di chi ne aveva toccato anche un solo pezzo.
Riuscimmo a recuperare 881 pezzi, ne mancava solamente uno. Quello che Sputafuoco aveva mandato alla sua progenie prima di venire sparato fuori dalla nave.
Fu un’impresa trovarlo. In dieci anni non avemmo neppure un indizio su dove potesse trovarsi. Fino a quando fu il pezzo stesso a chiamarci a noi, e ci dirigemmo là dove si trovava.
A Port Royal.

È il giorno della morte…

Lì i miei uomini recuperarono la moneta, ed anche colei che sembrava essere la progenie di Sputafuoco.
Era una ragazza che si faceva chiamare Elizabeth Turner. Discendente diretta di Sputafuoco. Io all’epoca le credetti, non avevo ragione di dubitare di lei dato che possedeva la moneta che tanto bramavo, l’ultima che mi serviva.
Per questo la condussi all’Isla de Muerte per restituire la moneta e reclamare il suo sangue. Durante il tragitto le raccontai anche la nostra storia, naturalmente all’inizio non ci credette e non la potei biasimare, visto che anche io all’inizio ero convinto che fossero solo frottole.
Ma poi, vedendoci per quello che eravamo davvero grazie alla Luna piena, non ebbe altra scelta che accettare la verità.
Quella era una storia di fantasmi, e lei c’era dentro.
Il sacrificio però non andò come previsto, perché allora compresi veramente che lei non era la discendente di Sputafuoco e ci aveva mentito per avere salva la vita.
Ero stato uno sciocco, e grazie alla distrazione dovuta alla lamentela dei miei uomini riuscì anche a scappare. Ma ammetto che non tutti i mali vengono per nuocere, dato che in questo modo ebbi l’occasione di rivedere Jack Sparrow.
Solo allora scoprii che era riuscito a salvarsi dall’isola deserta in cui l’avevo condannato, e cercò addirittura di convincermi a mediare il ritorno della moneta dichiarando che sapeva chi era colui di cui avevo bisogno.
Ammetto che all’epoca cascai nel suo tranello, anche perché era vero e sapeva chi era effettivamente il discendente di Sputafuoco, anche per questo all’inizio decisi di dargli retta. Solo all’inizio però.
Bastò assaltare la nave che stavamo inseguendo e recuperare sia la moneta che il discendente di Sputafuoco affinché mi sbarazzassi di lui. Già, era bastato minacciare Miss Swann affinché il vero figlio di Sputafuoco si facesse vivo.
Era un ragazzo chiamato Will Turner, che cercò di mediare il rilascio della ragazza e del resto dell’equipaggio suo amico. Peccato che non sapeva che bisognava essere specifici quando si trattava con i pirati, ed anche per questo rimase fregato.
Rilasciammo sia Jack che Miss Swann sulla stessa isola dove avevo lasciato Jack la prima volta. Se fossero stati così bravi a scappare, ci sarebbero riusciti una seconda volta. In caso contrario meglio così per me, mi sarei sbarazzato di due problemi in un colpo solo.
Risolto anche questa problematica, tornai all’Isla de Muerte insieme al discendente di Sputafuoco. Con lui al mio fianco, finalmente avrei spezzato la maledizione una volta per tutte e sarei tornato a vivere.
Era l’unica cosa che desideravo allora, volevo unicamente tornare mortale e riassaporare i piaceri della carne che tanto bramavo, tra cibo bevande e piacevoli compagnie. E Will avrebbe consentito tutto questo con un bel dissanguamento, sarei andato sul sicuro stavolta.
Ero pronto, dovevo solamente andare all’Isla de Muerte e tutto sarebbe finito…

È il giorno della morte…

Una volta lì però, comparve ancora una volta Jack Sparrow.
Quel maledetto pirata era una vera spina nel fianco, e come se non bastasse ci avvertì che la Marina era all’esterno dell’isola che aspettava unicamente la nostra mossa per ucciderci tutti, e una volta spezzata la maledizione questo sarebbe stato possibile.
Strinsi anche un nuovo accordo con Jack. Lui avrebbe ottenuto la Perla Nera, ed in cambio sarebbe stato al mio servizio con la mia nuova nomina di Ammiraglio. Accettai quella proposta e mandai i miei uomini ad uccidere la Marina.
Non so ancora bene come sia andata quella battaglia, perché non lo seppi mai per quanto accadde subito dopo.
Jack Sparrow mostrò quello che era il suo vero piano e mi attaccò, impegnandomi in un duello di spada faticoso che spinse entrambi al limite. Anche perché quel maledetto rubò una delle monete e divenne anche lui immortale.
Saremmo andati avanti per l’eternità così, ma Jack e Will con una mossa combinata riuscirono a spezzare la maledizione ed al tempo stesso a spararmi dritto al cuore. Ormai la maledizione era rotta, e ciò voleva dire solo una cosa…
Non avevo più protezioni. Stavo morendo. Per me era finita.
Non ricordo bene le sensazioni che percepì allora, sentii unicamente freddo. Nient’altro che freddo. E dopo tutto divenne buio…
Hector Barbossa. Il fantasma che aveva terrorizzato per dieci anni i mari dei Caraibi, aveva cessato di esistere ed era morto.
La cosa sorprendente fu che la mia morte non fu la fine. Ma l’inizio.
L’inizio della mia nuova vita.

È il giorno della morte…

Un anno dopo venni riportato in vita da Tia Dalma.
Sì, so che sembra incredibile che qualcuno possa tornare in vita, ma quella Tia Dalma non è una persona qualunque. Lei è molto di più. Si tratta di un essere antico e potente che noi uomini possiamo solamente ammirare e temere.
Era Calypso. La Dea del Mare.
In cambio di questo piccolo favore che mi fece, mi chiese unicamente di radunare il Consiglio della Fratellanza di cui facevo parte e convincerli a liberarla affinché tornasse ad essere la Dea del Mare che un tempo governava gli Oceani.
Pare che il primo Consiglio l’abbia sigillata in un corpo umano per limitare i suoi poteri e governare il mare al suo posto, per questo voleva tornare libera. Beh, come desiderava. In fondo mi aveva salvato la vita, le dovevo un favore enorme.
Per farlo però, avrei dovuto collaborare con i miei vecchi nemici.
Mastro Gibbs. Miss Swann. Will.
Coloro che avevano decretato la mia morte sarebbero divenuti i miei nuovi alleati. Ironia della sorte. Ma in fondo dovevamo recuperare l’ultimo membro del Consiglio mancante, che sfortunatamente era anche l’unico che avrei lasciato morire molto volentieri.
Jack Sparrow.
Era rimasto intrappolato nello Scrigno di Davy Jones, e sinceramente l’avrei lasciato molto volentieri nella sua giusta tortura eterna. Ma se fosse stato necessario per liberare Calypso, avrei dovuto fare uno strappo alla regola.
Per questa volta.

È il giorno della morte…

Ci recammo subito a Singapore per contattare uno dei pirati del Consiglio della Fratellanza, Sao Feng. Ma i negoziati furono tutto fuorché semplici.
Fummo attaccati dagli uomini di Beckett, il lord che controllava i Caraibi e l’Olandese Volante, e fummo costretti a ritirarci. Fortunatamente riuscimmo comunque a recuperare la mappa per andare ai Confini del Mondo, e ci dirigemmo là.
Arrivarci non fu difficile, ci bastò semplicemente precipitare da un enorme cascata. Perdersi era l’unico modo per trovare un luogo impossibile da raggiungere, ed infatti finimmo tutti nello Scrigno di Davy Jones.
Fu lì che trovammo Jack, che era intento a gozzovigliare sulla Perla Nera in mezzo alla sabbia. Patetico, gli avrei sparato molto volentieri, ma mi serviva vivo e dovevo trattenermi.
Voleva addirittura essere il Capitano della nave e dell’operazione. Pazzo sciocco, se stesse tornando nel mondo dei vivi lo avrebbe dovuto unicamente a me. Un minimo di riconoscenza credo fosse quantomeno doverosa.
Dopo aver attraversato il mare dove si trovavano le anime mai portate dall’altra parte da Davy Jones, riuscimmo a tornare nel mondo dei vivi ribaltando la nave. Fu Jack a capire come evitare di perderci per sempre nello Scrigno, questo glielo devo concedere.
Fu anche difficile convincerlo che l’unico modo per sconfiggere Beckett e Jones era radunare il Consiglio della Fratellanza, e come se non bastasse ci si mise pure Sao Feng, che aveva stretto un accordo con Beckett stesso.
Fortunatamente riuscimmo a liberarci dalla sua presa e ci dirigemmo alla Baia dei Relitti, il luogo dove il Consiglio si sarebbe radunato. Perdemmo anche per strada il giovane Will, la spia che aveva comunicato a Beckett tutte le nostre mosse.
Non fu una grande perdita, dato che era sempre stato una spina nel fianco quel ragazzo.
Una volta a destinazione, Calypso mi minacciò addirittura, come se fosse l’unica che si stava impegnando per tornare libera. Si era dimenticata che tutto ciò sarebbe stato possibile solo grazie al mio aiuto?
Mi aveva riportato in vita e di questo le ero grata, ma doveva comunque abbassare la cresta. Una volta libera avrebbe avuto un debito nei nostri confronti, questo non doveva dimenticarselo. Anche per questo la feci sbattere in prigione sulla Perla Nera.
Dopodiché, ci fu la riunione del Consiglio. Non sarebbe stato facile convincerli che l’unica cosa che andava fatta era liberare Calypso, ma dovevo quantomeno provarci.
Jack Sparrow permettendo, naturalmente…

È il giorno della morte…

Il Consiglio fu molto restio a liberare Calypso fin dall’inizio.
C’era chi desiderava liberarla seguendo il volere di Sao Feng, che avevo convinto prima di sapere che fosse morto. C’era chi voleva andare in guerra. E c’era chi voleva rimanere nella Baia convinto di essere al sicuro.
Chi vinse alla fine? La guerra.
Questo perché Miss Swann venne eletta Re del Consiglio della Fratellanza grazie al voto decisivo di Jack. Non ho ancora idea di quale sia il suo piano e perché desideri andare in guerra, dato che lui è sempre scappato da ogni singola situazione.
Fatto stette che fummo obbligati a scendere in battaglia, ma sinceramente io mi ero rotto.
Per troppo tempo il mio destino non era stato nelle mie mani, era ora di ribaltare questa condizione e di fare le cose secondo le mie regole. Calypso sarebbe stata liberata, e lo avrei fatto anche da solo se necessario!
Approfittai di un Parle con i nemici e di uno scambio tra Jack e Will per rubare il Pezzo da Otto di Jack. Era l’unico che mi mancava per liberare la Dea, e visto che li avevo tutti potevo finalmente sciogliere le catene e scagliarla contro i nostri nemici.
Bisognava bruciare tutti i Pezzi da Otto e pronunciare una frase di liberazione con il tono con cui si parla ad un amante. Il mio primo tentativo fallì, ma ci pensò Mastro Raghetti a pronunciarla correttamente ed a liberare Calypso.
La Dea del Mare era tornata libera, e mostrai subito la mia sottomissione. Pregai affinché scatenasse la sua ira contro coloro che si proclamavano padroni del mare, un’onta troppo grande affinché lei potesse accettarla.
Ma… reagì in una maniera che non mi aspettai.
Imprecò contro di noi, e poi si scompose in tanti granchi, abbandonando la nave e andando in acqua. La nostra unica possibilità di vittoria era sfumata, ed ancora una volta le mie convinzioni si erano rivelate pressocché nulle.
Quante speranze pensavamo di avere ora contro la flotta nemica considerando che il nostro unico modo per vincere se ne era appena andata?
Per quanto mi riguardava la guerra si poteva già concludere lì… ma non per la Regina. No, lei voleva continuare a combattere, e con un discorso motivazionale convinse anche tutti gli altri a continuare quella battaglia ormai impossibile.
Bah, se volevano continuare potevano farlo. Dubito che io avrei combattuto.
Ormai non ne avevo più motivo…

È il giorno della morte…

O almeno, questo era quello che pensavo.
Perché ora sono qui, in mezzo al maelstorm creato da Calypso e che ha aperto le porte alla resa dei conti con l’Olandese Volante e la Compagnia delle Indie Orientali.
Miss Swann e Will mi stanno chiedendo di guidare la Perla Nera in battaglia. Il mio primo istinto sarebbe quello di mandarli al diavolo e proseguire per la mia strada, ma ehi ho alternative rispetto a quella?
Ormai siamo già in mare aperto, e l’unica cosa che posso fare è provare a sopravvivere. Se mai ci riuscirò, quindi tentare il tutto e per tutto in una battaglia all’ultimo sangue è l’unica cosa che posso fare adesso, e forse l’ultima che mai farò in vita mia.
E non posso fare a meno di ripensare a mia figlia adesso.
Come starà? Sarà riuscita a rifarsi una vita?
Non mi sono mai informato su di lei, né mai ho voluto affinché vivesse la sua vita senza sapere di essere la figlia di un pirata. È un bene che abbia deciso di non cercarla, così non soffrirà qualora dovessi morire in questa battaglia.
Le probabilità ci sono, ma arrivati a questo punto me ne infischio.
Mi getterò nel maelstorm e combatterò fino all’ultimo respiro che avrò.
E questo per un motivo ben specifico.
Perché…

È il giorno della morte che dà alla vita il suo valore!!


Spero che questa One Shot vi sia piaciuta alla fine :).
Su Barbossa c’era parecchio di cui parlare, ma ho cercato comunque di comprimere come potevo tutta la sua storia in poche pagine in modo da non doverlo allungare troppo, e spero di essere riuscito a fare un buon lavoro alla fine :).
Anche questa One Shot, come quella precedente, si è limitata a raccontare il passato di Barbossa dal suo punto di vista, un semplice racconto volto ad omaggiare il personaggio, che anche se so che come scelta possa non essere apprezzata spero comunque l’abbiate gradita :).
Come ultima cosa, confermo che anche per questa One Shot ho deciso di non prendere nulla dai racconti degli altri media del franchise limitandomi unicamente ai film, in modo che la One Shot possa essere accessibile a tutti, e spero che abbiate apprezzato il tutto ;).
Non penso di avere altro da dire, di conseguenza vi ringrazio ancora tantissimo per aver letto e spero apprezzato questa One Shot :) e ci risentiamo giovedì 19 Novembre, tra due giorni, per la terza ed ultima One Shot dedicata al franchise cinematografico “I Pirati dei Caraibi”!! ;)
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Pirati dei caraibi / Vai alla pagina dell'autore: PGV 2