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Autore: MissGolightly    18/11/2020    1 recensioni
Qualche anno dopo la fine della guerra Hermione si ritrova di nuovo a Hogwarts, questa volta come insegnante.
Dovrà fare i conti con un mistero che aleggia tra le mura del castello, ma soprattutto dovrà collaborare con l'ultima persona che avrebbe voluto avere come collega: Draco Malfoy.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo Quattro
 
 
Gwendolyn Dawlish era una studentessa dell'ultimo anno.
Al suo arrivo a Hogwarts il Cappello Parlante l'aveva smistata a Tassorosso, seppur con molta indecisione. Aveva infatti specificato davanti all'intera scuola che Gwendolyn sarebbe stata una perfetta Tassorosso, se solo tra le altre caratteristiche che la facevano rientrare in quella casa avesse avuto anche la pazienza.
Era nota per essere la Tassorosso meno paziente che Hogwarts avesse mai visto e per scaldarsi facilmente di fronte a una discussione, per poi però finire a risolvere tutto con un sorriso e una scrollata di spalle pur di non litigare seriamente. 
Era anche una strega singolarmente dotata, ma con poca voglia di applicarsi.
Hermione l'aveva catalogata come una di quelle che "vive di rendita": stava attenta durante la lezione, prendeva qualche appunto, e sembrava esserle sufficiente perché aveva sempre risultati sopra la media pur non aprendo libro al di fuori delle lezioni.
E, non meno importante, sembrava essere l'unica persona ad essere amica di ogni singolo studente, anche di quelli con cui aveva avuto qualche piccola discussione.
Ecco come mai quella mattina, quando Tamara Thompson - prefetto di Tassorosso e migliore amica di Gwendolyn - si era messa a urlare vedendo la sua amica accasciarsi a terra improvvisamente, tutti si erano fatti prendere dall'agitazione.
Una folla di studenti si era accalcata attorno a Gwendolyn, mentre Tamara continuava a chiamare aiuto.
I professori si fecero spazio tra gli studenti con non poca fatica, cercando di capire cosa fosse successo. Ma nessuno sembrava saperlo.
Fino a un attimo prima la ragazza stava bene, poi improvvisamente era svenuta.
"Dobbiamo portarla subito in infermeria" disse la preside McGranitt, poi si rivolse al resto degli insegnanti. "Le lezioni di oggi sono annullate. Fate in modo che gli studenti rientrino nei loro dormitori e che non escano per alcun motivo dalla propria Sala Comune, poi raggiungetemi in infermeria."
"Non è un malore, quindi" disse Draco, sospettando che ci fosse qualcosa di strano.
Hermione aveva avuto lo stesso pensiero, altrimenti non avrebbe avuto senso tenere gli studenti segregati nei propri dormitori se non c'era il reale rischio di una minaccia.
"La signorina Dawlish è giovane e in salute. Dubito sia un malore" rispose semplicemente Minerva, avviandosi verso l'infermeria insieme al corpo quasi esanime di Gwendolyn.
Appena la McGranitt varcò la soglia, la Sala Grande esplose nel panico.
Gli studenti erano agitati, soprattutto dopo aver capito che sarebbero state prese misure di sicurezza piuttosto rigide nei confronti di tutti. Stava succedendo qualcosa e nessuno sapeva di cosa si trattasse.
Hermione rimase immobile per un attimo, paralizzata da ciò che stava succedendo.
Aveva affrontato ben di peggio nella sua vita, eppure non avrebbe mai pensato che si sarebbe ritrovata in una situazione simile.
La voce di Denise che richiamava gli studenti della sua casa, i Corvonero, la riportò alla realtà e in quel momento si accorse dello sguardo di Draco puntato su di lei.
Sembrava preoccupato. Non per la situazione, non per Gwendolyn.
Sembrava preoccupato per lei.
Le passò accanto cercando di raggiungere la tavolata dei Serpeverde e nel farlo le strinse leggermente il braccio all'altezza del gomito, per richiamare la sua attenzione.
"Stai attenta" le disse semplicemente. Poi si allontanò cercando di aiutare i prefetti di Serpeverde a far tornare gli studenti nei dormitori.
Hermione lo osservò per un attimo, frastornata da quell'evidente segno di preoccupazione che Draco le aveva rivolto, prima di voltarsi e radunare i Grifondoro per condurli alla Torre.
 
 
Madama Chips non aveva avuto alcun dubbio.
Fin da quando Gwendolyn era stata portata in infermeria e l'aveva visitata, era stata certa che non si trattasse di un malore. Era stato qualcuno a ridurla così.
Avvelenamento, era stata la prima parola che Hermione aveva sentito pronunciare quando era entrata in infermeria.
Gli insegnanti erano già tutti lì, fatta eccezione per lei e Malfoy - avrebbe dovuto immaginarlo che i Grifondoro e i Serpeverde sarebbero stati i più difficili da gestire e da far rimanere tranquilli nei propri dormitori - e Madama Chips stava spiegando la situazione.
"Ma ne sei sicura?" chiese la preside.
L'infermiera annuì. "Sicura. Non so ancora di cosa si tratti di preciso, ma ho dato alla ragazza una pozione per indurle il vomito. Dopo si è sentita subito meglio, quindi non ho dubbi che qualcuno le abbia avvelenato la colazione."
"Quanto dovrà rimanere in infermeria?" chiese Denise.
"Un paio di giorni dovrebbero essere sufficienti. Entro la prossima settimana spero che sarà tornata in perfetta forma. È stata una fortuna che sia successo sotto gli occhi di tutti, in realtà. Mi ha dato modo di intervenire in tempo."
Mentre Madama Chips finiva di parlare, Hermione sentì una leggera pressione sulla schiena. Si voltò di scatto rendendosi conto che non era altro che la mano di Draco.
L'aveva raggiunta e, per chissà quale motivo, aveva ritenuto necessario farle capire che era lì accanto a lei.
"Bisogna prendere misure di sicurezza per gli studenti?" chiese la McGranitt.
Madama Chips scosse la testa. "Non credo sia necessario. Purtroppo, o per fortuna, ritengo che sia un caso isolato."
 
 
Non aveva minimamente idea di cosa gli fosse preso.
Sapeva solo che nel momento in cui gli studenti avevano iniziato ad agitarsi ed era stato chiaro a tutti che c'era un pericolo reale, il suo primo pensiero era stato Hermione.
Per un attimo - un breve e insignificante attimo - non aveva pensato alla povera studentessa di Tassorosso riversa sul pavimento della Sala Grande, non aveva pensato agli studenti di Serpeverde che dovevano essere scortati nei sotterranei. Aveva solo pensato a lei, che era rimasta con gli occhi sbarrati in mezzo a tutto quel casino, letteralmente paralizzata dalla paura.
E così aveva smesso di pensare.
Le aveva detto di stare attenta - non con il tono di un avvertimento, ma con il tono di una supplica - e anche mentre accompagnava gli studenti nei loro dormitori non aveva smesso di pensare a lei.
Quando era arrivato in infermeria, aveva sospirato sollevato vedendola.
Ed era stato un gesto del tutto automatico per lui posarle una mano sulla schiena, leggera ma facendo abbastanza pressione da farsi notare.
Voleva farle capire che lui era lì e che era felice che lei stesse bene e che fosse accanto a lui.
Non aveva idea di cosa gli fosse preso, ma qualcosa gli era preso di certo e non era qualcosa a cui poteva pensare in quel momento, mentre lui e il resto degli insegnanti stavano nella loro Sala Comune a discutere di ciò che era successo.
"Tu che ne pensi?"
Draco sollevò lo sguardo verso Denise, che aveva appena posto quella domanda a Hermione.
La ragazza scosse la testa e sospirò. "Non lo so, Denise. Madama Chips non ha dubbi sul fatto che sia stato qualcuno a ridurla così. Mi sembra così assurdo, però."
"Già. Gwendolyn è amica di tutti, non riesco a pensare che qualcuno potrebbe averle fatto una cosa simile" rispose Denise.
"State tralasciando un dettaglio" disse Malfoy.
Fino a quel momento era stato in silenzio, un po' perso tra i suoi pensieri e un po' preso ad ascoltare le ipotesi dei colleghi senza mai esporsi. Ma ora sembrava ansioso di dire la sua.
"Quale?" chiese Hermione aggrottando la fronte.
"Sarà pure amica di tutti, ma è anche particolarmente... non so, frizzante. Insomma, se pensa che qualcuno stia sbagliando non si lascia sfuggire l'occasione di farlo notare, spesso con i modi e i toni sbagliati" disse Malfoy.
"Pensi che qualcuno potrebbe averlo fatto apposta per vendicarsi?" chiese Hermione perplessa.
Certo, Gwendolyn aveva avuto spesso qualche discussione con altri studenti, ma si erano sempre risolte in un paio di minuti. Le sembrava impossibile che qualcuno arrivasse al punto di spedirla in infermeria.
"Penso che nulla sia più pericoloso di un adolescente arrabbiato. Io ne so qualcosa" replicò Malfoy, strofinandosi distrattamente il viso proprio nel punto esatto in cui Hermione lo aveva colpito anni prima.
Hermione arrossì per l'imbarazzo e abbassò lo sguardo, mentre Denise scoppiava a ridere e diceva: "Ma allora sei tu! Lo scorso anno Draco mi ha raccontato questa storia di una sua compagna di scuola che gli aveva dato un pugno al terzo anno. Non volevo crederci, ma effettivamente gira voce che fosse piuttosto detestabile all'epoca. Non ha mai fatto il tuo nome però."
"E perché no, Malfoy? Ti vergognavi?" disse Hermione risollevando lo sguardo.
Denise rispose al posto suo: "Non penso si vergognasse di quell'episodio in particolare. Penso più che altro che si vergognasse di avere una cotta per la ragazzina che l'ha picchiato."
"Non ho mai detto di avere una cotta!" esclamò Draco.
"Vero, ma è piuttosto evidente Draco. Nessun uomo scherzerebbe mai sul fatto di essere stato battuto da una donna, ferisce troppo il vostro ego. Ma se quella donna ti piace, allora è un altro discorso" disse Denise.
Hermione continuava a fissare Draco curiosa e stupita.
Ciò che stava dicendo Denise non aveva il minimo senso, Malfoy non avrebbe mai avuto una cotta per lei.
Eppure...
Tante cose successe nelle ultime settimane avrebbero avuto più senso in quel modo.
"Non mi pare che parlare delle mie disavventure scolastiche fosse l'argomento principale" replicò Draco.
Hermione non capì se lo avesse detto per togliersi dall'imbarazzo di una rivelazione corretta, oppure se volesse mettere a tacere delle voci di corridoio del tutto false.
Preferì non curarsene e disse: "Voglio parlare con Gwendolyn, appena starà meglio."
La Sala Comune si ammutolì di colpo e tutti la osservarono perplessi.
"Se sapesse chi è stato lo avrebbe già detto. Madama Chips ha detto che è stata cosciente fin da quando le ha somministrato la prima pozione" le fece notare Draco.
"Infatti sono convinta che lei non sappia chi è il responsabile. Non è di quello che voglio parlarle."
"Ma allora...?" chiese il professor Vitious.
"Voglio parlare con lei, conoscerla meglio, capire chi sono le persone che frequenta di solito. E a quel punto parlare con loro. Deve essere stato qualcuno che aveva qualche attrito con lei, l'unico modo per capire di chi si tratta è indagare."
"Potrebbe non dirti niente. Magari anche lei ha dei sospetti, ma si tratta di qualcuno che vuole difendere" le fece notare Draco.
In effetti si trattava pur sempre di una Tassorosso, era probabile che preferisse non mettere nei guai chiunque fosse stato a farle del male.
"Potrebbe. Ma devo comunque fare un tentativo" rispose Hermione.
E nessuno se la sentì di contraddirla.
 
 
Non riusciva a dormire, nonostante fosse esausta.
Forse era colpa di tutta la tensione accumulata, forse era la consapevolezza che qualcuno all'interno della scuola avesse volutamente fatto del male a una studentessa.
Forse semplicemente non era più abituata a vivere in un clima simile.
Lo era stata per tanti anni, quando aveva seguito Harry nella sua lotta contro Voldemort. Ma ormai le cose si erano calmate e lei non aveva più la forza e la voglia di sopportare situazioni simili.
Sospirò e si rigirò di nuovo tra le coperte.
E poi c'era Malfoy.
Non poteva fingere che le cose tra loro fossero normali, che lui fosse normale. Non c'era niente di normale nel loro rapporto.
E il comportamento che aveva avuto quel giorno peggiorava la situazione.
Si era preoccupato per lei in un modo che Hermione non si sarebbe mai aspettata. Aveva fatto in modo di farle capire che era lì per lei e che voleva che stesse attenta, che non le succedesse niente di brutto.
Non poteva dire di conoscerlo, ma comunque non le sembrava un comportamento tipico di Draco Malfoy.
Forse avrebbe dovuto parlarne con Ginny, lei avrebbe senz'altro saputo cosa dire.
Le mancava così tanto Ginny. E Harry. E Ron.
Ma Ginny era la persona di cui sentiva più la mancanza.
Era la sua migliore amica, l'unica persona a cui aveva confidato davvero qualsiasi cosa.
L'unica che in quel momento avrebbe potuto aiutarla a capire la situazione in cui si era cacciata.
Ginny era stata quella che l'aveva consolata quando aveva pianto dopo aver cancellato la memoria ai suoi genitori, ed era stata la prima a cui Hermione aveva detto di averli ritrovati e di aver annullato l'incantesimo. Era stata quella che aveva esultato con lei quando finalmente si era messa insieme a Ron, e quella che a un certo punto le aveva fatto capire che quella storia era arrivata al capolinea.
E in quel momento era l'unica alla quale avrebbe voluto dire che forse stava iniziando a provare qualcosa per Draco Malfoy.
 
 
Nella stanza accanto, quella appartenente alla persona a cui ormai Hermione non riusciva a smettere di pensare, regnava il silenzio.
La stanza era vuota, in perfetto ordine, ma un occhio attento avrebbe notato un leggero movimento tra la brace del camino, segno che Draco era appena andato via usando la metropolvere.
Non era riuscito ad addormentarsi quella sera, troppo scosso da tutto ciò che era accaduto durante la giornata. E c'era solo una persona con cui poteva parlare e magari provare a fare chiarezza.
Blaise.
Si erano conosciuti al primo anno, anche se erano diventati amici solo più avanti, quando Draco si era reso conto che non avrebbe potuto passare la vita tenendosi accanto solo Tiger e Goyle. Aveva bisogno di qualcuno alla sua altezza, qualcuno con cui potesse davvero parlare.
E così, durante il quarto anno, aveva iniziato a legare con Blaise Zabini e Theodore Nott.
Con Theodore le cose erano state un po' più complicate. Coltivava una cotta per Pansy praticamente da sempre e non era facile andare d'amore e d'accordo con il ragazzo per cui Pansy aveva preso la più colossale delle sbandate.
Alla fine però, Pansy aveva aperto gli occhi e si era resa conto di quanto Draco fosse poco adatto per lei e di quanto invece Theodore fosse praticamente l'uomo perfetto. Dopo la scuola si era sposati ed erano la coppia più felice che Draco conoscesse.
Ma la presenza di Pansy tra loro era sempre stata un po' di ostacolo alla loro amicizia.
Con Blaise, invece, era stato tutto più semplice. Erano diventati amici e, quasi come se avesse stretto un Voto Infrangibile, Draco aveva capito che lo sarebbero stati per sempre.
Ecco perché ora stava uscendo dal camino del suo salotto.
Blaise, in piedi accanto al mobiletto dei liquori e intento a sorseggiare un bicchiere di Whisky Incendiario, lo fissò per un attimo prima di dire: "Ciao, Draco. Che piacere averti qui senza preavviso."
"Scusa" mormorò il biondo spazzolandosi via la cenere dai vestiti. "Non puoi capire che giornata ho avuto. Ho bisogno di parlarne con qualcuno."
Blaise non aspettò nemmeno che finisse la frase e gli porse un bicchiere pieno fino all'orlo. Lo fece scontrare con il suo come se stesse brindando alle sue avventure, poi si sedette comodamente sul divano.
"Che succede?"
Draco sospirò sedendosi di fronte a lui. "Una studentessa è stata avvelenata questa mattina. E io credo di provare qualcosa per Hermione Granger."
Blaise svuotò il contenuto del bicchiere in un solo sorso, sconvolto dalle parole dell'amico. "Temo che sarà una lunga notte. Dai, inizia a raccontare."












Spazio autrice:
Buongiorno!
Eccoci entrati ufficialmente nel vivo della storia. L'aggressione a Gwendolyn sarà il mistero al centro di questa storia e da adesso in poi Hermione e Draco dovranno lavorare a stretto contatto per capire cos'è successo.
In più qualcosa nel loro rapporto sta cambiando, quindi vedremo i prossimi sviluppi.
Al prossimo capitolo :)
   
 
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