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Autore: Kim WinterNight    20/11/2020    12 recensioni
Daron era concentrato a scrivere diligentemente sul foglio bianco, stringendo tra le dita un sottile pennarello nero.
Era già la terza volta che ricominciava e i polpastrelli iniziavano a dolergli; era abituato a suonare incessantemente la chitarra e ad avere i segni del mestiere sulla pelle, ma quella era tutta un’altra storia.
Come gli era venuto in mente di proporre quella stupida idea ai suoi compagni di band? Ancor meno riusciva a spiegarsi come avesse anche solo pensato di prendersi un onere così noioso e difficile.

- Partecipa alla sfida "Prompts, our Wires" organizzata da Soul Dolmayan su EFP.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daron Malakian, Serj Tankian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stupid people do stupid things
 
 
 
 
 
 
Daron era concentrato a scrivere diligentemente sul foglio bianco, stringendo tra le dita un sottile pennarello nero.
Era già la terza volta che ricominciava e i polpastrelli iniziavano a dolergli; era abituato a suonare incessantemente la chitarra e ad avere i segni del mestiere sulla pelle, ma quella era tutta un’altra storia.
Come gli era venuto in mente di proporre quella stupida idea ai suoi compagni di band? Ancor meno riusciva a spiegarsi come avesse anche solo pensato di prendersi un onere così noioso e difficile.
Quando aveva suggerito di creare l’artwork per Steal This Album! con tanto di sfondo bianco e scritte minimali, tutti erano stati d’accordo con lui; l’aspetto del disco avrebbe ricordato uno di quelli masterizzati che giravano clandestinamente e che la gente si scambiava anziché acquistare il prodotto originale.
Del resto tutte le tracce della loro ultima fatica in studio erano state rubate e pubblicate senza il loro consenso e senza essere finite, così erano stati costretti a rimetterci mano: avevano cambiato titoli, testi, sistemato gli arrangiamenti… era stato un lavoro da pazzi, ma alla fine erano riusciti a riprendere in mano la loro musica e a breve l’avrebbero presentata ufficialmente al mondo.
Daron sospirò e si concentrò per scrivere il titolo della quinta traccia, Nüguns; imprecò quando, anziché riportare i due punti sulla prima u il pennarello scivolò, tracciando un accento sbilenco e incomprensibile.
Roteò gli occhi e sbuffò pesantemente, abbandonandosi contro lo schienale della sedia e passandosi le mani sporche di inchiostro tra i capelli.
Stava per appallottolare l’ennesimo foglio, quando qualcuno fece il suo ingresso nella stanza.
«Finito?» esordì Serj, accostandosi a lui. Si chinò a osservare il lavoro del chitarrista e picchiettò con l’indice sulla u erroneamente accentata. «E quest’obbrobrio cosa dovrebbe essere?» chiese perplesso.
«Non ti ci mettere anche tu, Tankian! È la terza volta che riscrivo tutto, faccio sempre qualche errore e mi tocca ricominciare da capo!» si lamentò Daron, incrociando le braccia sul petto. «E poi parli bene tu, tanto non devi fare un cazzo!» aggiunse piccato.
Serj fece spallucce. «Che vuoi da me? Mica ho proposto io quest’idea!» si difese con ovvietà.
«Vaffanculo! Se non sei qui per aiutarmi, te ne puoi anche andare» gracchiò il chitarrista, brandendo il pennarello come fosse un’arma e puntandolo contro il petto dell’altro.
«Okay, non incazzarti! Sai una cosa?»
Daron lo fulminò con un’occhiata. «Cosa?»
«Non hai niente di tuo padre.»
Il chitarrista sgranò gli occhi, rendendoli ancora più grandi di quanto già non fossero. «Eh? Che cazzo c’entra?»
Serj sistemò i lunghi capelli ricci, mentre sul suo volto dai lineamenti marcati si dipingeva un ghigno canzonatorio. «Lui è un vero artista: avrebbe scritto perfettamente tutto al primo colpo» affermò, poi gli voltò le spalle e si diresse nuovamente verso l’uscita.
Daron, furente, strinse più forte il pennarello tra le dita e lo scagliò contro la schiena del cantante.
L’oggetto, tuttavia, si schiantò sul legno della porta che Serj aveva appena richiuso.
Sbuffò. «Fanculo, devo pure alzarmi a raccogliere il fottuto pennarello…»
 
 
 
 
 
 
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Ciao a tutti ed eccomi a pubblicare una nuova storiella sui System :3
Potevo non approfittare della sfida di Soul e del prompt che ho ricevuto per scrivere una cosa idiota come questa?
No, certo che no, anche perché da quando i SOAD hanno rilasciato due nuovi singoli, il mio cervello è messo ancora peggio del solito… ^^”
Il prompt che ho avuto in dono è «Non hai niente di tuo padre», suggerito dalla carissima Gella! E visto che anche lei ha abbastanza sclerato per le nuove canzoni di questi ragazzi, direi che non ho potuto evitare di scribacchiare una roba come questa!
Alcune note per chi non conosce il fandom: l’artwork del terzo album in studio dei System, Steal This Album!, è davvero come l’ho descritto; ovviamente non so se qualcuno di loro abbia scritto a mano titoli e altro, ma mi piace pensare che sia stata opera di Daron!
Date un’occhiata a queste immagini, non sembra davvero uno di quei CD piratati che giravano in spiaggia anni fa? XD
   
Quando Serj dice a Daron che non ha niente di suo padre, faccio riferimento al fatto che Vartan Malakian – papà del chitarrista – è un artista; sono infatti opera sua le STUPENDE copertine degli ultimi due album della band, Hypnotize e Mezmerize, usciti entrambi nel 2005. Eccoli:
 
Anche la storia che le tracce di Steal This Album! furono rubate e pubblicate prima che venissero rilasciate ufficialmente dalla band è vera: tutti i titoli delle canzoni, infatti, originariamente erano altri e poi sono stati modificati, così come parte dei testi!
Infine, il titolo della storia è un verso della canzone DDevil dei System, tratta dal primo omonimo album in studio ^^
E niente, credo di non avere altro da aggiungere, se non che spero di aver strappato un piccolo sorriso e di aver sviluppato in maniera decente il prompt *-*
Grazie a chiunque sia giunto fin qui, alla prossima ♥
  
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