Ora
che era
diventata il quinto spirito, Elsa sentiva di poter governare la magia
di quel
posto anche se ancora non sapeva esattamente come.
Decise
comunque di provarci: convogliò i suoi poteri concentrandosi
sul voler avere le
risposte sul passato. Intorno a lei si creò un vortice di
nevischio che si
ammassò fino a formare una moltitudine di figure e voci del
passato.
Le guardò
esterrefatta, intorno a lei stava prendendo vita il suo stesso passato:
rivide
i momenti trascorsi da bambina con Anna, la loro separazione, il ballo,
quell’orribile demonio di Hans, lei che si era isolata per
creare un castello
di ghiaccio…
Come
le
sembravano diversi quei ricordi adesso: si sentiva una stupida ad aver
dato
tanta importanza in passato a certe cose e poca ad altre ma infondo
maturare
comprendeva anche questo.
Ad un tratto
vide dei ricordi che però non le erano familiari: erano i
suoi genitori quando
si erano conosciuti da ragazzi! Sorrise in quanto li trovava adorabili
ma altre
immagini e voci catturarono la sua attenzione: si trattava di suo nonno
che
parlava con una guardia di Arendelle.
“Voglio la guardia di Arendelle al
completo!”
“Ma Re Runeard, non c’è motivo di non
fidarsi di loro!”
“I Northultri praticano la magia, non
potremmo mai fidarci di loro! La magia fa sentire le persone troppo
potenti,
presuntuose, gli fa credere di poter sfidare la volontà di
un re!”
Elsa lo
fissò allibita da tali parole, sentì crescere in
lei una rabbia tale che non
poté fare a meno di rispondergli nonostante si trattasse
solo di un ricordo.
“La magia
non fa questo nonno! E solo una tua paura: è della paura che
non ci si può
fidare”
Gli disse
con disprezzo vedendo le due figure allontanarsi verso
un’altra stanza, quando
sentì una gelida voce alle sue spalle che le
provocò un brivido lungo la
schiena.
“Permettimi
di dissentire: della paura ti puoi sempre fidare, infondo dalla paura
sai cosa
ti puoi aspettare. È
degli smielati sentimenti come l’amore o l’amicizia
che
non ti puoi fidare: non sai mai quando tradiranno completamente le tue
aspettative! Ma penso che tu possa saperlo meglio di me…
infondo quello non era
tuo nonno?”
Si voltò di
scatto e vide davanti a lei un inquietante uomo nero dalla pelle
grigiastra e
gli occhi gialli che sembrava parecchio divertito dalla situazione.
“Ci
conosciamo per caso?”
Chiese
risentita incrociando le braccia al petto e osservando l’uomo
(o quello che
era) con sospetto.
“Non
direttamente direi, ma io ti conosco molto bene Elsa, più di
tutti gli altri:
infondo è solo conoscendo le più nascoste e
oscure paure di una persona che
puoi dire di conoscerla davvero, non trovi?”
L’aria saccente e noncurante di quell’uomo stava
iniziando a darle sui nervi.
“Tu non sai
niente di me, io non ti conosco e non ho paura: ho sconfitto ormai le
mie
paure”
L’affermazione
di Elsa suscitò una spontanea risata dell’uomo,
come se avesse appena affermato
una cosa impossibile del tipo ‘lo sanno tutti che gli asini
volano’.
“Elsa,
potrai essere più forte adesso, potrai essere cresciuta e
tutto questo può averti
donato una maggiore sicurezza in te stessa ma TUTTI abbiamo delle
paure, anche
se le nascondiamo a noi stessi, e anzi di solito più sono
nascoste e più sono
OSCURE!
Disse con
quasi un frivolo di piacere.
“Paura…
oscurità… ma certo: tu sei Pitch!”
Sconvolta
della sua stessa scoperta si mise immediatamente in posizione difensiva
con le
mani avanti, pronta a sferrare un qualsiasi attacco alla minima mossa
falsa
dell’uomo nero. Lui in tutta risposta non si scompose molto:
si limitò a
squadrarla dall’alto verso il basso, fu lei a continuare a
parlare con aria
minacciosa.
“Cosa ci fai
qui e che intenzioni hai?”
Pitch
dovette trattenersi per soffocare un’altra risata.
“Oh, se solo
tu sapessi quello che so io, capiresti quanto è ironico
tutto ciò! Dovresti ringraziarmi
in verità: se sei qui con la tua aria di
superiorità, in realtà lo devi proprio
alle tue paure ed anche a me a dire il vero! Bé forse non
proprio il mio
attuale me ma…”
“Che cosa
stai farneticando? Dì la verità: vuoi impedirmi
di diventare il quinto spirito?
Troppo tardi! Se non ci tieni a diventare un ghiacciolo forse
è meglio che tu
te ne vada”
Disse con un
sorriso sicuro di sé.
Pitch questa
volta non si trattenne dal ridere.
“Elsa
credimi, se io avessi voluto evitare che diventassi il quinto spirito
ti avrei
fermata nel momento in cui ti ho vista arrivare nella foresta e
fronteggiare il
primo spirito!”
“Tu eri lì?
Hai osservato le nostre azioni? Allora cosa vuoi da me?”
“La giusta
domanda è: ‘cosa vuoi TU da me’, pensaci
bene Elsa… cosa puoi fare qui?
Scoprire la verità sul passato della foresta e
salvarla… e poi? Passare i tuoi
giorni circondata dai quattro spiriti a difendere questo inutile posto?
Potremmo
invece fare grandi cose insieme: infondo non c’è
nulla che si sposa meglio col
freddo dell’oscurità!”
Le indicò il
ghiaccio ai loro piedi che al contatto con il mare oscuro stava
diventando
anche esso nero.
“Che cosa
hai fatto?”
Chiese Elsa spaventata, vedendo che l’oscurità
stava penetrando ad Ahtohallan.
“Ho solo dato un tocco di colore all’ambiente
circostante… ah, ed allo spirito
dell’acqua!”
Scosse le spalle con noncuranza, quasi come
se avesse fatto un opera di bene.
“Come hai
osato? Esci subito di qui e riportalo normale o te la vedrai con
me!”
“Elsa, non
ti agitare: la paura è una cosa naturale e lo spirito
dell’acqua ne era così
pieno che è stato facile oscurare il suo cuore! Con te ora
sarebbe più
difficile, lo ammetto, ma se ti abbandonerai
all’oscurità non dovrai più avere
paura o temere che le cose cambino. Insieme non solo controlleremmo Ahtohallan, la foresta incantata o
Arendelle ma tutto ciò che ci aggrada! Tutto
sarà…”
“Non mi
interessa. Non sono più quella persona e non
cederò di nuovo alle mie paure,
ora sono il quinto spirito e entrerò in quella stanza per
scoprire la verità
sulla foresta, a qualunque costo. Prova ad impedirmelo e te ne
pentirai!
Inoltre ti conviene aver liberato lo spirito dell’acqua prima
del mio ritorno o
ne pagherai le conseguenze!”
Pitch, con
aria seccata dalla risposta ricevuta, la invitò con un gesto
delle mani a
proseguire per la sua strada.
Bene, come desideri allora: che a qualunque
costo sia!
Pensò lui cercando
di mascherare la sua irritazione mentre la osservava andare nella
stanza dove
si era recato il ricordo di suo nonno.
Elsa entrata
nella stanza vide che suo nonno stava ancora parlando con il soldato.
“La diga che ho fatto costruire
indebolirà
le loro terre, così dovranno venire da me”
Tutto ciò le
sembra sempre più strano ed iniziava a temere che la
verità potesse essere
peggio di quello che immaginava. Continuò a seguire le
figure finché non si
ritrovò al ciglio di un dirupo.
Il fondo era
oscuro ma sentiva delle voci provenire da lì: se voleva
scoprire la verità
avrebbe dovuto seguirle.
Esitò un
secondo, prese un bel respiro e quindi lo fece: saltò
giù.
Per sua
fortuna il salto fu breve e si ritrovò in un area circolare
in una foresta di
ghiaccio, probabilmente riproduceva il luogo del ricordo che stava
osservando.
La cosa che più la colpì fu però il
suolo ghiacciato in quanto stava assumendo
sempre di più un colore oscuro ed innaturale, probabilmente
dovuto a quanto
aveva fatto Pitch allo spirito dell’acqua.
La
sua
attenzione fu però di nuovo distolta dal ricordo: il capo
dei Northultri, come
preannunciato da suo nonno, stava chiedendo loro aiuto ed il re gli
proponeva
di parlarne in privato.
Il suo cuore
batteva sempre più agitato ma si bloccò quando
vide il ricordo successivo,
quando i due erano finalmente soli.
Non poteva
credere che quella fosse la realtà, improvvisamente
sentì qualcosa bloccarle le
gambe: era l’oscurità, che dal pavimento le aveva
afferrato le caviglie e si
stava insinuando in lei, probabilmente approfittando delle sue
sensazioni del
momento.
Provò ad
usare i suoi poteri per ghiacciare l’oscurità
vicino ai suoi piedi ma sembrava
tardi: si era già insinuata in lei e più faceva
resistenza e più sentiva il
dolore e la velocità di propagazione aumentare.
Le cose
stavano peggiorando, vide degli occhi gialli comparire dalle ombre
degli
alberi.
Era Pitch.
“Oh Elsa,
Elsa… a quest’ora potevi essere al mio fianco a
fare grandi cose, ed invece
eccoti qui! Non mi hai ascoltato: tu dovevi per forza
‘salvare la foresta’ ed
ora che sai la verità cosa hai ottenuto?
L’oscurità che ho insinuato nel cuore
dello spirito dell’acqua mi ha permesso di poter usare i miei
poteri oscuri
anche sulle acque da lui governate e i ghiacciai sono fatti di acqua
infondo,
no? Temo quindi che sapere la verità non ti
porterà proprio a nulla… no aspetta
la mia oscurità quando raggiungerà il tuo cuore
potrebbe portarti alla morte, a
meno che tu non la faccia insinuare di tua
volontà…”
“Scordatelo!
Non oscurerò mai il mio cuore di mia volontà, non
mi farò mai più governare
dalla paura come fai tu”
Rispose con
rabbia divincolandosi ancora per il dolore, che questa volta la fece
cadere a
terra.
“Allora che
morte sia!”
Rispose
freddamente senza un briciolo di emozione.
Elsa non
poteva permettere a quell’uomo di vincere o che i suoi
sacrifici fossero stati
inutili, la verità in qualche modo sarebbe dovuta venire
alla luce! Quindi si
concentrò sui suoi poteri cercando di non farsi vedere
dall’uomo nero e,
sperando che funzionasse, alzò un braccio al cielo
concentrandosi su sua
sorella.
Un lampo si
energia divampò dalla sua mano e si diresse velocemente al
di fuori di Ahtohallan.
Pitch sorpreso da quello che Elsa aveva
appena fatto alzò un sopracciglio perplesso.
“Con il tuo potere avresti potuto provare ad
attaccarmi o a liberarti ed invece hai usato così tante
energie solo per far
sapere la verità a tua sorella? Che inutile spreco di
potere! Per fortuna io ho
in mente modi più fantasiosi per utilizzarlo”
Pitch sorrise malevolmente mostrando la
pietra ad Elsa, quest’ultima sgranò gli occhi
riconoscendo la pietra della
spilla di sua madre e quindi quella del racconto di Honeymaren: se era
tutto
vero Pitch aveva già ottenuto il potere dei quattro spiriti
e non gli avrebbe
potuto impedire di ottenere anche quello del quinto.
Anna, Jack e Olaf stavano continuando ad avanzare nel dedalo di cunicoli sperando di trovare presto una via di uscita quando videro una luce venire velocemente verso di loro per poi roteare intorno ad Anna fino a formare accanto a lei le figure di due uomini; uno stava bevendo qualcosa da una ciotola mentre l’altro, alle sue spalle, aveva alzato la spada pronto a colpirlo a sua insaputa.
La
cosa più
agghiacciante erano però le voci che si sentivano da quei
ricordi impressi nel
ghiaccio, voci che non lasciavano molto spazio
all’immaginazione su cosa fosse
successo.
Tutti
rimasero sconvolti da quella scena ma più di tutti Anna, che
aveva appreso il
vero significato della verità nascosta sulla foresta
incantata. Parlò quindi
con un filo di voce
“Elsa ha
trovato la verità: è nostro nonno che uccide il
capo dei Northultri… era
disarmato! La diga non era un dono di pace ma un inganno…
ora so come liberare
la foresta: so cosa dobbiamo fare per ripagare il torto”
“Perché lo
dici con un’aria così triste?”
Chiese il
pupazzo di neve.
“Perché
dobbiamo abbattere la diga!”
“Ma
Arendelle così verrà sommersa: si trova sul
fiordo!”
“Forse per
questo gli spiriti hanno attaccato Arendelle facendocela
evacuare… perché
potessimo fare ciò che andava fatto! Ma davvero vorrei
vedere un lato positivo
in tutto ciò”
Jack era
sconvolto: tutto ciò non era accaduto nella sua
realtà e si chiedeva se la
foresta fosse ancora prigioniera nella sua epoca e se Arendelle sarebbe
dovuta
andare anche lì incontro ad un così triste
destino.
Fu Olaf a
spezzare il silenzio.
“Lato
positivo? Ormai sono un esperto: vediamo… le tartarughe
possono respirare dalle
chiappette!”
Dal silenzio
generato capì che ancora una volta non aveva azzeccato,
quindi riprovò di
nuovo.
“… e… vedo
una via di uscita!”
Questa volta
la reazione di entrambi fu più che positiva, cosa che rese
fiero Olaf.
“E bravo il nostro
pupazzo di neve questa si che è una buona notizia!”
Disse Jack,
Anna annuì.
“Sapevamo di
poter contare su di te andiam-”
L’entusiasmo
di Anna si placò nel vedere piccoli fiocchi di neve che
volteggiavano nella
grotta, soprattutto perché capì che provenivano
da Olaf.
“Anna… sto
nevischiando… no, più precisamente: sto perdendo
i miei fiocchi… ho paura che
Elsa non stia bene! Ho paura che si sia spinta troppo in
là”
A
quell’affermazione sia Jack che Anna rimasero senza fiato: il
solo pensiero che
quanto aveva predetto loro Granpapà si potesse avverare li
faceva sentire come
se gli mancasse improvvisamente la terra sotto i piedi.
“Anna ho
paura che dovrai fare il prossimo passo senza di me”
Ammise
mestamente il pupazzo di neve che evidentemente faticava a stare in
piedi: Anna
gli andò incontro con il cuore in gola, prendendolo
delicatamente tra le sue
braccia.
“Anna
dobbiamo sbrigarci: se Elsa è in pericolo possiamo ancora
raggiungerla, sono
sicuro che possiamo salvarl-”
Le parole
dio Jack furono interrotte dalle glaciali parole singhiozzanti di Anna.
“Non capisci
Jack? È
troppo tardi!”
Jack sentì
mancargli il fiato: no, non poteva accettare una simile
realtà.
“Non puoi
saperlo: non vuoi salvarla? Vedrai la troveremo e…”
Ma fu
interrotto nuovamente dalla voce di Anna, questa volta più
alta e straziata,
con il viso solcato dalle lacrime.
“No Jack, non
c’è nessuno al mondo che vorrebbe salvarla
più di me, per me lei è tutto! Ma…
non so come spiegartelo: noi nonostante ciò che abbiamo
passato siamo sempre state
legate in modo speciale ed ora lo sento… sento che
è troppo tardi! Olaf sta morendo,
proprio come lei, ed io non posso lasciarlo da solo! Se non posso stare
vicino
a lei voglio almeno poter stare vicino a lui”
Quelle
parole disperate e strozzate dal pianto colpirono Jack. Capì
improvvisamente il
profondo legame che legava le due sorelle e come mai l’Elsa
della sua epoca,
anche dopo tanto tempo, non riusciva ad accettare la mancanza della
sorella:
loro due erano sempre state legate in modo speciale e perdersi doveva
essere un
duro colpo per entrambe, una ferita che non si rimargina, un dolore che
conosceva bene anche lui.
Comprendeva
perché Anna non volesse provarci, comprendeva come si
sentiva in quel momento e
le si sentì più vicino che mai, ma se lei ci
aveva rinunciato ed era certa di
non poter fare più nulla, lui ci avrebbe provato anche per
lei.
Avrebbe
salvato Elsa.
“Va bene
Anna lo capisco non ti preoccupare… ma io devo andare da
lei!”
Anna annuì,
riconoscendo nel suo sguardo quello di chi non sarebbe mai potuto
essere
dissuaso, non credeva davvero che lui potesse tenere così
tanto a sua sorella
ma non le dispiacque sapere che qualcuno poteva sentirsi come lei.
“Ciao Jack,
buona fortuna allora!”
Disse Olaf
con un filo di voce.
“Solo Jack?
Niente “strano”, “misterioso” o
cose simili?”
Chiese lui
ricordando tutti gli aggettivi che gli aveva affibbiato da quando era
arrivato
lì.
“Non servono
con gli amici!”
Gli rispose
il pupazzo di neve con un sorriso che gli scaldò il cuore.
Ricambiò per poi
correre verso l’uscita ma una volta fuori il panorama non fu
quello sperato: si
trovava sulla cima di una montagna e il mare oscuro che vedeva da
lì era
distante e a piedi ci avrebbe messo troppo tempo per arrivare.
Che diavolo! Se solo avessi i miei poteri
con l’aiuto del vento arriverei in un attimo…
Quel
pensiero gli fece venire un’idea: quindi urlò al
vento con quanta voce aveva in
gola.
“Spirito del
vento mi senti? Ho bisogno del tuo aiuto: devo raggiungere il mare
oscuro ed
aiutare Elsa!”
Aspettò un
attimo ma il fatto di non ottenere risposta lo fece andare nel panico,
sentì il
cuore battere agitato dalla preoccupazione della remota
possibilità di non
avere più speranze.
“Ti prego,
ti supplico: devo salvarla se possibile, devo tentare qualsiasi cosa
prima che
sia troppo tardi!”
Si stava
quasi per arrendere dopo l’ennesimo silenzio quando
sentì il vento tra i
capelli ed un inconfondibile, seppur ora per lui incomprensibile, suono
dello
spirito del vento.
“Amico mio!
Mi porterai lì vero? Grazie, ti devo un favore!”
Lo spirito
rispose con altri suoni e poi lo trascinò con una forte
folata verso il mare
oscuro.
Rieccomi tornata! Scusate per la lunga
assenza ma ho avuto un periodo un po' difficile su vari fronti e solo
ora sono
riuscita a tornare a scrivere.
Per la mia personale interpretazione di un’altra
canzone del film dovrete aspettare il prossimo capitolo o questo
sarebbe
diventato troppo lungo, spero comunque vi piaccia come contenuto
insieme alla
prima vera e propria entrata in azione diretta di Pitch contro Elsa.
Anna e Jack decidono di prendere sentieri
diversi, intanto Elsa è stata attaccata
dall’oscurità di Pitch… e ora cosa
accadrà?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo :)
Ps:
Ovviamente se potete lasciate un commento con i vostri pareri che sono
sempre ben accetti e mi spingono a migliorarmi sempre