Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: MiakaHongo    22/11/2020    2 recensioni
NOTA: La Fic si ispira anche agli eventi di FROZEN 2
Elsa e Jack vivono finalmente insieme nella stessa epoca, eppure qualcosa si insinua nuovamente nel cuore di Elsa: la paura.
Pitch si propone di aiutarla, ma è davvero questo il suo piano o nasconde qualcosa di più subdolo?
Jack si ritroverà di punto i bianco catapultato in una situazione senza precedenti, riuscirà comunque ad aiutare Elsa o inizierà a dubitare anche lui del suo futuro?
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Olaf, Sven
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 12 Verità dal passato

Ora che era diventata il quinto spirito, Elsa sentiva di poter governare la magia di quel posto anche se ancora non sapeva esattamente come.
Decise comunque di provarci: convogliò i suoi poteri concentrandosi sul voler avere le risposte sul passato. Intorno a lei si creò un vortice di nevischio che si ammassò fino a formare una moltitudine di figure e voci del passato.
Le guardò esterrefatta, intorno a lei stava prendendo vita il suo stesso passato: rivide i momenti trascorsi da bambina con Anna, la loro separazione, il ballo, quell’orribile demonio di Hans, lei che si era isolata per creare un castello di ghiaccio…

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Come le sembravano diversi quei ricordi adesso: si sentiva una stupida ad aver dato tanta importanza in passato a certe cose e poca ad altre ma infondo maturare comprendeva anche questo.
Ad un tratto vide dei ricordi che però non le erano familiari: erano i suoi genitori quando si erano conosciuti da ragazzi! Sorrise in quanto li trovava adorabili ma altre immagini e voci catturarono la sua attenzione: si trattava di suo nonno che parlava con una guardia di Arendelle.
“Voglio la guardia di Arendelle al completo!”
“Ma Re Runeard, non c’è motivo di non fidarsi di loro!”
“I Northultri praticano la magia, non potremmo mai fidarci di loro! La magia fa sentire le persone troppo potenti, presuntuose, gli fa credere di poter sfidare la volontà di un re!”

Elsa lo fissò allibita da tali parole, sentì crescere in lei una rabbia tale che non poté fare a meno di rispondergli nonostante si trattasse solo di un ricordo.
“La magia non fa questo nonno! E solo una tua paura: è della paura che non ci si può fidare”
Gli disse con disprezzo vedendo le due figure allontanarsi verso un’altra stanza, quando sentì una gelida voce alle sue spalle che le provocò un brivido lungo la schiena.
“Permettimi di dissentire: della paura ti puoi sempre fidare, infondo dalla paura sai cosa ti puoi aspettare. È degli smielati sentimenti come l’amore o l’amicizia che non ti puoi fidare: non sai mai quando tradiranno completamente le tue aspettative! Ma penso che tu possa saperlo meglio di me… infondo quello non era tuo nonno?”
Si voltò di scatto e vide davanti a lei un inquietante uomo nero dalla pelle grigiastra e gli occhi gialli che sembrava parecchio divertito dalla situazione.

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“Ci conosciamo per caso?”
Chiese risentita incrociando le braccia al petto e osservando l’uomo (o quello che era) con sospetto.
“Non direttamente direi, ma io ti conosco molto bene Elsa, più di tutti gli altri: infondo è solo conoscendo le più nascoste e oscure paure di una persona che puoi dire di conoscerla davvero, non trovi?”
L’aria saccente e noncurante di quell’uomo stava iniziando a darle sui nervi.
“Tu non sai niente di me, io non ti conosco e non ho paura: ho sconfitto ormai le mie paure”
L’affermazione di Elsa suscitò una spontanea risata dell’uomo, come se avesse appena affermato una cosa impossibile del tipo ‘lo sanno tutti che gli asini volano’.
“Elsa, potrai essere più forte adesso, potrai essere cresciuta e tutto questo può averti donato una maggiore sicurezza in te stessa ma TUTTI abbiamo delle paure, anche se le nascondiamo a noi stessi, e anzi di solito più sono nascoste e più sono OSCURE!
Disse con quasi un frivolo di piacere.
“Paura… oscurità… ma certo: tu sei Pitch!”
Sconvolta della sua stessa scoperta si mise immediatamente in posizione difensiva con le mani avanti, pronta a sferrare un qualsiasi attacco alla minima mossa falsa dell’uomo nero. Lui in tutta risposta non si scompose molto: si limitò a squadrarla dall’alto verso il basso, fu lei a continuare a parlare con aria minacciosa.
“Cosa ci fai qui e che intenzioni hai?”
Pitch dovette trattenersi per soffocare un’altra risata.
“Oh, se solo tu sapessi quello che so io, capiresti quanto è ironico tutto ciò! Dovresti ringraziarmi in verità: se sei qui con la tua aria di superiorità, in realtà lo devi proprio alle tue paure ed anche a me a dire il vero! Bé forse non proprio il mio attuale me ma…”
“Che cosa stai farneticando? Dì la verità: vuoi impedirmi di diventare il quinto spirito? Troppo tardi! Se non ci tieni a diventare un ghiacciolo forse è meglio che tu te ne vada”
Disse con un sorriso sicuro di sé.
Pitch questa volta non si trattenne dal ridere.
“Elsa credimi, se io avessi voluto evitare che diventassi il quinto spirito ti avrei fermata nel momento in cui ti ho vista arrivare nella foresta e fronteggiare il primo spirito!”
“Tu eri lì? Hai osservato le nostre azioni? Allora cosa vuoi da me?”
“La giusta domanda è: ‘cosa vuoi TU da me’, pensaci bene Elsa… cosa puoi fare qui? Scoprire la verità sul passato della foresta e salvarla… e poi? Passare i tuoi giorni circondata dai quattro spiriti a difendere questo inutile posto? Potremmo invece fare grandi cose insieme: infondo non c’è nulla che si sposa meglio col freddo dell’oscurità!”
Le indicò il ghiaccio ai loro piedi che al contatto con il mare oscuro stava diventando anche esso nero.
“Che cosa hai fatto?”
Chiese Elsa spaventata, vedendo che l’oscurità stava penetrando ad Ahtohallan.
“Ho solo dato un tocco di colore all’ambiente circostante… ah, ed allo spirito dell’acqua!”
Scosse le spalle con noncuranza, quasi come se avesse fatto un opera di bene.

“Come hai osato? Esci subito di qui e riportalo normale o te la vedrai con me!”
“Elsa, non ti agitare: la paura è una cosa naturale e lo spirito dell’acqua ne era così pieno che è stato facile oscurare il suo cuore! Con te ora sarebbe più difficile, lo ammetto, ma se ti abbandonerai all’oscurità non dovrai più avere paura o temere che le cose cambino. Insieme non solo controlleremmo Ahtohallan, la foresta incantata o Arendelle ma tutto ciò che ci aggrada! Tutto sarà…”
“Non mi interessa. Non sono più quella persona e non cederò di nuovo alle mie paure, ora sono il quinto spirito e entrerò in quella stanza per scoprire la verità sulla foresta, a qualunque costo. Prova ad impedirmelo e te ne pentirai! Inoltre ti conviene aver liberato lo spirito dell’acqua prima del mio ritorno o ne pagherai le conseguenze!”
Pitch, con aria seccata dalla risposta ricevuta, la invitò con un gesto delle mani a proseguire per la sua strada.
Bene, come desideri allora: che a qualunque costo sia!
Pensò lui cercando di mascherare la sua irritazione mentre la osservava andare nella stanza dove si era recato il ricordo di suo nonno.
Elsa entrata nella stanza vide che suo nonno stava ancora parlando con il soldato.
“La diga che ho fatto costruire indebolirà le loro terre, così dovranno venire da me”
Tutto ciò le sembra sempre più strano ed iniziava a temere che la verità potesse essere peggio di quello che immaginava. Continuò a seguire le figure finché non si ritrovò al ciglio di un dirupo.
Il fondo era oscuro ma sentiva delle voci provenire da lì: se voleva scoprire la verità avrebbe dovuto seguirle.
Esitò un secondo, prese un bel respiro e quindi lo fece: saltò giù.
Per sua fortuna il salto fu breve e si ritrovò in un area circolare in una foresta di ghiaccio, probabilmente riproduceva il luogo del ricordo che stava osservando. La cosa che più la colpì fu però il suolo ghiacciato in quanto stava assumendo sempre di più un colore oscuro ed innaturale, probabilmente dovuto a quanto aveva fatto Pitch allo spirito dell’acqua.

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La sua attenzione fu però di nuovo distolta dal ricordo: il capo dei Northultri, come preannunciato da suo nonno, stava chiedendo loro aiuto ed il re gli proponeva di parlarne in privato.
Il suo cuore batteva sempre più agitato ma si bloccò quando vide il ricordo successivo, quando i due erano finalmente soli.
Non poteva credere che quella fosse la realtà, improvvisamente sentì qualcosa bloccarle le gambe: era l’oscurità, che dal pavimento le aveva afferrato le caviglie e si stava insinuando in lei, probabilmente approfittando delle sue sensazioni del momento.
Provò ad usare i suoi poteri per ghiacciare l’oscurità vicino ai suoi piedi ma sembrava tardi: si era già insinuata in lei e più faceva resistenza e più sentiva il dolore e la velocità di propagazione aumentare.
Le cose stavano peggiorando, vide degli occhi gialli comparire dalle ombre degli alberi.
Era Pitch.
“Oh Elsa, Elsa… a quest’ora potevi essere al mio fianco a fare grandi cose, ed invece eccoti qui! Non mi hai ascoltato: tu dovevi per forza ‘salvare la foresta’ ed ora che sai la verità cosa hai ottenuto? L’oscurità che ho insinuato nel cuore dello spirito dell’acqua mi ha permesso di poter usare i miei poteri oscuri anche sulle acque da lui governate e i ghiacciai sono fatti di acqua infondo, no? Temo quindi che sapere la verità non ti porterà proprio a nulla… no aspetta la mia oscurità quando raggiungerà il tuo cuore potrebbe portarti alla morte, a meno che tu non la faccia insinuare di tua volontà…”
“Scordatelo! Non oscurerò mai il mio cuore di mia volontà, non mi farò mai più governare dalla paura come fai tu”
Rispose con rabbia divincolandosi ancora per il dolore, che questa volta la fece cadere a terra.
“Allora che morte sia!”
Rispose freddamente senza un briciolo di emozione.
Elsa non poteva permettere a quell’uomo di vincere o che i suoi sacrifici fossero stati inutili, la verità in qualche modo sarebbe dovuta venire alla luce! Quindi si concentrò sui suoi poteri cercando di non farsi vedere dall’uomo nero e, sperando che funzionasse, alzò un braccio al cielo concentrandosi su sua sorella.
Un lampo si energia divampò dalla sua mano e si diresse velocemente al di fuori di Ahtohallan.
Pitch sorpreso da quello che Elsa aveva appena fatto alzò un sopracciglio perplesso.
“Con il tuo potere avresti potuto provare ad attaccarmi o a liberarti ed invece hai usato così tante energie solo per far sapere la verità a tua sorella? Che inutile spreco di potere! Per fortuna io ho in mente modi più fantasiosi per utilizzarlo”
Pitch sorrise malevolmente mostrando la pietra ad Elsa, quest’ultima sgranò gli occhi riconoscendo la pietra della spilla di sua madre e quindi quella del racconto di Honeymaren: se era tutto vero Pitch aveva già ottenuto il potere dei quattro spiriti e non gli avrebbe potuto impedire di ottenere anche quello del quinto.

 

 

 

Anna, Jack e Olaf stavano continuando ad avanzare nel dedalo di cunicoli sperando di trovare presto una via di uscita quando videro una luce venire velocemente verso di loro per poi roteare intorno ad Anna fino a formare accanto a lei le figure di due uomini; uno stava bevendo qualcosa da una ciotola mentre l’altro, alle sue spalle, aveva alzato la spada pronto a colpirlo a sua insaputa.

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La cosa più agghiacciante erano però le voci che si sentivano da quei ricordi impressi nel ghiaccio, voci che non lasciavano molto spazio all’immaginazione su cosa fosse successo.
Tutti rimasero sconvolti da quella scena ma più di tutti Anna, che aveva appreso il vero significato della verità nascosta sulla foresta incantata. Parlò quindi con un filo di voce
“Elsa ha trovato la verità: è nostro nonno che uccide il capo dei Northultri… era disarmato! La diga non era un dono di pace ma un inganno… ora so come liberare la foresta: so cosa dobbiamo fare per ripagare il torto”
“Perché lo dici con un’aria così triste?”
Chiese il pupazzo di neve.
“Perché dobbiamo abbattere la diga!”
“Ma Arendelle così verrà sommersa: si trova sul fiordo!”
“Forse per questo gli spiriti hanno attaccato Arendelle facendocela evacuare… perché potessimo fare ciò che andava fatto! Ma davvero vorrei vedere un lato positivo in tutto ciò”
Jack era sconvolto: tutto ciò non era accaduto nella sua realtà e si chiedeva se la foresta fosse ancora prigioniera nella sua epoca e se Arendelle sarebbe dovuta andare anche lì incontro ad un così triste destino.
Fu Olaf a spezzare il silenzio.
“Lato positivo? Ormai sono un esperto: vediamo… le tartarughe possono respirare dalle chiappette!”
Dal silenzio generato capì che ancora una volta non aveva azzeccato, quindi riprovò di nuovo.
“… e… vedo una via di uscita!”
Questa volta la reazione di entrambi fu più che positiva, cosa che rese fiero Olaf.
“E bravo il nostro pupazzo di neve questa si che è una buona notizia!”
Disse Jack, Anna annuì.
“Sapevamo di poter contare su di te andiam-”
L’entusiasmo di Anna si placò nel vedere piccoli fiocchi di neve che volteggiavano nella grotta, soprattutto perché capì che provenivano da Olaf.
“Anna… sto nevischiando… no, più precisamente: sto perdendo i miei fiocchi… ho paura che Elsa non stia bene! Ho paura che si sia spinta troppo in là”
A quell’affermazione sia Jack che Anna rimasero senza fiato: il solo pensiero che quanto aveva predetto loro Granpapà si potesse avverare li faceva sentire come se gli mancasse improvvisamente la terra sotto i piedi.
“Anna ho paura che dovrai fare il prossimo passo senza di me”
Ammise mestamente il pupazzo di neve che evidentemente faticava a stare in piedi: Anna gli andò incontro con il cuore in gola, prendendolo delicatamente tra le sue braccia.
“Anna dobbiamo sbrigarci: se Elsa è in pericolo possiamo ancora raggiungerla, sono sicuro che possiamo salvarl-”
Le parole dio Jack furono interrotte dalle glaciali parole singhiozzanti di Anna.
“Non capisci Jack? È troppo tardi!”
Jack sentì mancargli il fiato: no, non poteva accettare una simile realtà.
“Non puoi saperlo: non vuoi salvarla? Vedrai la troveremo e…”
Ma fu interrotto nuovamente dalla voce di Anna, questa volta più alta e straziata, con il viso solcato dalle lacrime.
“No Jack, non c’è nessuno al mondo che vorrebbe salvarla più di me, per me lei è tutto! Ma… non so come spiegartelo: noi nonostante ciò che abbiamo passato siamo sempre state legate in modo speciale ed ora lo sento… sento che è troppo tardi! Olaf sta morendo, proprio come lei, ed io non posso lasciarlo da solo! Se non posso stare vicino a lei voglio almeno poter stare vicino a lui”
Quelle parole disperate e strozzate dal pianto colpirono Jack. Capì improvvisamente il profondo legame che legava le due sorelle e come mai l’Elsa della sua epoca, anche dopo tanto tempo, non riusciva ad accettare la mancanza della sorella: loro due erano sempre state legate in modo speciale e perdersi doveva essere un duro colpo per entrambe, una ferita che non si rimargina, un dolore che conosceva bene anche lui.
Comprendeva perché Anna non volesse provarci, comprendeva come si sentiva in quel momento e le si sentì più vicino che mai, ma se lei ci aveva rinunciato ed era certa di non poter fare più nulla, lui ci avrebbe provato anche per lei.
Avrebbe salvato Elsa.
“Va bene Anna lo capisco non ti preoccupare… ma io devo andare da lei!”
Anna annuì, riconoscendo nel suo sguardo quello di chi non sarebbe mai potuto essere dissuaso, non credeva davvero che lui potesse tenere così tanto a sua sorella ma non le dispiacque sapere che qualcuno poteva sentirsi come lei.
“Ciao Jack, buona fortuna allora!”
Disse Olaf con un filo di voce.
“Solo Jack? Niente “strano”, “misterioso” o cose simili?”
Chiese lui ricordando tutti gli aggettivi che gli aveva affibbiato da quando era arrivato lì.
“Non servono con gli amici!”
Gli rispose il pupazzo di neve con un sorriso che gli scaldò il cuore. Ricambiò per poi correre verso l’uscita ma una volta fuori il panorama non fu quello sperato: si trovava sulla cima di una montagna e il mare oscuro che vedeva da lì era distante e a piedi ci avrebbe messo troppo tempo per arrivare.
Che diavolo! Se solo avessi i miei poteri con l’aiuto del vento arriverei in un attimo…
Quel pensiero gli fece venire un’idea: quindi urlò al vento con quanta voce aveva in gola.
“Spirito del vento mi senti? Ho bisogno del tuo aiuto: devo raggiungere il mare oscuro ed aiutare Elsa!”
Aspettò un attimo ma il fatto di non ottenere risposta lo fece andare nel panico, sentì il cuore battere agitato dalla preoccupazione della remota possibilità di non avere più speranze.
“Ti prego, ti supplico: devo salvarla se possibile, devo tentare qualsiasi cosa prima che sia troppo tardi!”
Si stava quasi per arrendere dopo l’ennesimo silenzio quando sentì il vento tra i capelli ed un inconfondibile, seppur ora per lui incomprensibile, suono dello spirito del vento.
“Amico mio! Mi porterai lì vero? Grazie, ti devo un favore!”
Lo spirito rispose con altri suoni e poi lo trascinò con una forte folata verso il mare oscuro.

 

 

 

 

 

 

Rieccomi tornata! Scusate per la lunga assenza ma ho avuto un periodo un po' difficile su vari fronti e solo ora sono riuscita a tornare a scrivere.
Per la mia personale interpretazione di un’altra canzone del film dovrete aspettare il prossimo capitolo o questo sarebbe diventato troppo lungo, spero comunque vi piaccia come contenuto insieme alla prima vera e propria entrata in azione diretta di Pitch contro Elsa.
Anna e Jack decidono di prendere sentieri diversi, intanto Elsa è stata attaccata dall’oscurità di Pitch… e ora cosa accadrà?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo :)

Ps: Ovviamente se potete lasciate un commento con i vostri pareri che sono sempre ben accetti e mi spingono a migliorarmi sempre 

   
 
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