Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
Ricorda la storia  |      
Autore: Kim WinterNight    25/11/2020    8 recensioni
A sette anni dal tragico evento che ha segnato per sempre la sua eternità, Rachel riflette sul passato e sul futuro.
E desidera essere umana.
DAL TESTO:
Il suo sguardo cercava nelle profondità dell’orizzonte, ma dentro sé era consapevole che non avrebbe trovato niente di confortante, niente che la facesse sentire ancora una volta umana.
Everett se n’era andato esattamente sette anni prima – lei l’aveva ucciso sette anni prima – e non riusciva a dimenticarsi di lui.

- SETTIMA CLASSIFICATA alla seconda edizione del contest "Darkest fantasy" indetto da Dark Sider sul forum di EFP.
- QUINTA CLASSIFICATA (a pari merito con Sabriel_Little Storm) al contest "Wr-Ink-Tober" indetto da fantaysytrash sul forum di EFP.
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Bloody Souls'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
§ Seven Years §
 
 
 
 
 
 
Chi combatte contro i mostri deve guardarsi dal non diventare egli stesso un mostro. E quando guardi a lungo in un abisso, anche l'abisso ti guarda dentro.
[Friedrich Nietzsche]
 
 
 
 
 
 
Se ne stava seduta con le gambe incrociate sul promontorio, il vento di metà ottobre era un misto tra l’essere gelido e fastidiosamente tiepido, intriso d’umidità.
Perfino lei poteva percepire quelle sferzate incresparle le piume delle ali, ma non se ne curò.
Il suo sguardo cercava nelle profondità dell’orizzonte, ma dentro sé era consapevole che non avrebbe trovato niente di confortante, niente che la facesse sentire ancora una volta umana.
Everett se n’era andato esattamente sette anni prima – lei l’aveva ucciso sette anni prima – e non riusciva a dimenticarsi di lui.
Ci aveva provato, aveva fatto di quegli omicidi la sua maledizione, si era sporcata le ali di rosso e ormai nessuna delle loro piume era più candida.
Rachel era nata come un angelo e sarebbe rimasta per l’eternità una creatura demoniaca, un essere spregevole e rifiutato da chi le aveva permesso di esistere.
Si sentiva sola, abbandonata anche da se stessa. A niente erano valsi i crimini che aveva commesso, a niente erano serviti tutti i capelli che aveva rubato alle sue vittime per la sua raccapricciante collezione.
Aveva ingenuamente creduto che in quel modo avrebbe sopperito alla mancanza di Everett, ma si era illusa.
Osservava il mare sciabordare arrabbiato sotto di sé e poteva quasi percepire quella stessa rabbia fin nelle ossa – quelle ossa così umane che ben poco si addicevano al suo essere.
Era patetica, sola, sfinita.
Non c’era niente in quell’esistenza che potesse farla sentire completa o utile.
Riusciva solo a ridere istericamente, le sue grida si perdevano nel vento di quel tremendo 21 ottobre.
Sette anni senza Everett.
Chiuse gli occhi: le erano bastati pochi istanti per comprendere quanto quel ragazzo che non poteva parlare avesse da dire, quanto riuscisse a comunicare con dolci gesti, quanto la amasse.
E lei era stata costretta a uccidere l’unica creatura che avesse mai sentito fin nelle viscere.
Aveva dovuto farlo, non aveva avuto alternative: quando un umano veniva a conoscenza della sua natura, lei era obbligata a toglierlo di mezzo e a salvaguardare la sua gente.
Quella stessa gente che le aveva voltato le spalle non appena aveva notato il rosso screziare le sue ali non più candide – quel vermiglio che stava a rappresentare un peccato di cui non si sarebbe dovuta macchiare.
Ormai i giovani a cui toglieva la vita erano divenuti indistinti, aveva perfino smesso di cercare somiglianze con Everett; li prendeva a caso, li seduceva e si godeva la loro stupidità, per poi toglierli di mezzo con un gesto veloce ed estremamente doloroso per loro – ed estremamente piacevole per lei.
In quei momenti Rachel si sentiva viva, poteva ricordare chiaramente cosa aveva provato nell’uccidere l’unica persona che avesse mai amato. E allo stesso tempo quelle sensazioni la punivano, la maltrattavano, la trafiggevano.
Non era nata per essere una ribelle, se n’era resa conto non appena aveva deciso di seguire le regole del suo mondo: eliminare chi aveva scoperto la sua vera natura, anche se questo aveva significato sbarazzarsi di Everett.
L’unica colpa di quel ragazzo – si ritrovò a riflettere con amarezza, mentre il mare in tempesta sciabordava contro gli scogli e le ricordava che l’autunno era solo una di quelle insulse stupidaggini a cui gli umani davano tanta importanza – era stata l’averla seguita e spiata, scoprendo una verità scomoda e letale.
Rachel si sentiva smarrita senza di lui, come se quel ragazzo in pochi secondi in cui le loro labbra si era sfiorate le avesse dato la ragione, la saggezza, l’amore che non avrebbe mai potuto trovare in tutto l’universo.
Alzò gli occhi al cielo e si chiese se avrebbe potuto piangere come lui – in quel momento aveva cominciato a turbinare una sottile pioggia che pian piano si stava trasformando in un evento più torrenziale.
Nessun essere umano sarebbe rimasto là fuori, in mezzo alla tormenta, ma lei certamente non rientrava tra gli esseri mortali che si chiudevano al sicuro in abitazioni illusoriamente sicure e confortevoli.
Case, le chiamavano.
Qualcuno una volta aveva detto che la casa è dove si trova il proprio cuore, ma Rachel non era riuscita fin da subito a capire il senso di un’affermazione simile; poi aveva conosciuto Everett e in un attimo il suo cuore aveva cominciato a battere.
Ecco perché non trovava il suo posto nel mondo: l’unica casa che avesse mai sentito sua ormai non esisteva più da sette anni.
Sette anni senza Everett, sette anni senza cuore, sette anni senza vita.
Aveva ucciso ventuno giovani umani ogni anno. Aveva conservato i loro capelli e ci aveva fatto degli anelli – erano colorati, lucidi, tutti diversi, i suoi trofei.
Quando guardi a lungo nell’abisso, l’abisso ti guarda dentro, si ritrovò a pensare. Anche quella frase l’aveva sentita da qualche parte, ma la sua memoria e i suoi ricordi erano troppo annebbiati per contestualizzarla.
Le uniche percezioni e immagini nitide erano quelle legate a Everett e ai trofei rubati alle sue vittime.
Come poteva dimenticare quanto si fosse sentita sola nell’esatto istante in cui aveva risucchiato via la linfa vitale da quel povero ragazzo? Come poteva dimenticare quello che aveva sacrificato per continuare a dare ascolto alla sua gente?
A niente era servito essere obbediente, perché subito dopo aveva cominciato a comportarsi come una ribelle.
Aveva preso la decisione giusta nel momento sbagliato, e certamente non avrebbe potuto riportare Everett tra le sue braccia.
Le sarebbe piaciuto poter tornare indietro nel tempo, ma la sua natura angelica non prevedeva certi poteri; quella era fantascienza, quelle erano stupide magie inesistenti che gli esseri umani attribuivano a maghi o streghe.
Se fosse stato possibile manipolare le ore, i giorni, gli anni, Rachel l’avrebbe fatto. Sarebbe tornata esattamente a quel momento in cui le labbra di Everett si erano posate sulle sue in una muta carezza, e avrebbe cambiato la sua decisione.
Avrebbe sacrificato il suo onore e la sua natura per vivere quell’amore con lui.
Invece aveva agito d’istinto, compiendo l’unico gesto che la sua gente si sarebbe aspettata da lei, l’unica azione che fosse ritenuta giusta.
E così facendo aveva perso se stessa e si era condannata per l’eternità a essere una peccatrice, una rinnegata, una maledetta.
Uccidere un essere umano, per quelli come lei, era lecito soltanto se era in pericolo la loro natura; Rachel, tuttavia, aveva cominciato a farlo per diletto, si era messa in mostra agli occhi di quei giovani innocenti e li aveva tolti di mezzo senza pietà.
Il suo più grande errore l’aveva trasformata in un mostro che non meritava alcun riguardo.
Osservò l’abisso sotto di sé – il mare pareva restituirle lo sguardo e farsi beffe di lei – e desiderò di essere umana per potersi gettare di sotto e smettere di vivere.
Tuttavia non sarebbe servito a niente, perché lei era tristemente immortale e avrebbe dovuto portarsi appresso per l’eternità i sensi di colpa, il vuoto, la solitudine.
Il vento increspava sempre più forte le piume vermiglie delle sue ali spiegate, la pioggia le infradiciava e scarmigliava i capelli corvini, lo sciabordio delle onde andava a ritmo con la sua frustrazione.
Tutto sapeva di vuoto, anche se per chiunque altro quell’atmosfera sarebbe stata suggestiva e ricca di stimoli.
L’unico stimolo che Rachel avvertiva in quel momento era il primordiale istinto di mietere la sua ventunesima vittima.
Voltò le spalle allo strapiombo, al mare in tempesta, al cielo plumbeo e coperto di nubi che parevano accusarla.
Si sentiva sotto attacco, così sola e persa, così inutile.
Non le restava che difendersi e ricercare nell’ennesimo giovane innocente e insignificante quella scintilla di vita che non le apparteneva.
Spiccò un salto e le sue ali si fecero ancora più maestose.
L’unico colore che accendeva il grigiore di quel tetro ventun ottobre era il vermiglio delle sue piume frustate dal vento.
 
 
 
 
 
§ § §
 
Ciao a tutti!
Credetemi se vi dico che non avrei mai pensato di tornare a scrivere di Rachel e, in generale, di riuscire ancora a produrre una storia di genere sovrannaturale.
Avevo quasi gettato la spugna per entrambi i contest a cui questo racconto partecipa, invece poi ho avuto una specie di illuminazione ed ecco che ho scritto di getto.
So che il racconto è breve e non è niente di che, insomma, è una sottospecie di schifezzuola XD ma è tutto ciò che la mia mente è riuscita a produrre, abbiate pietà di me, anche perché certamente non sono una cima in questo genere ^^”
Credo di aver descritto le dinamiche di questa serie durante il testo, ma nel caso qualcosa non vi fosse chiaro, non esitate a farmelo sapere!
Spero veramente che a qualcuno possa piacere questa roba e mi scuso se la lettura non risultasse piacevole o all’altezza delle aspettative!
Grazie a chi deciderà di lasciare un piccolo commento, intanto ringrazio Dark Sider e fantaysytrash per aver indetto due contest bellissimi ed essere riuscite a ispirarmi con i loro fantastici pacchetti :3
Alla prossima ♥
  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni / Vai alla pagina dell'autore: Kim WinterNight